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ProCivibus: la Protezione Civile partecipata nel Web2.

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Marco Palazzo (*), Ludovica Marzo (*)
(*) GIEOLab, Via Bradano, 50 - 73100 Lecce Tel./Fax. 0832.098533 - www.gieolab.com email: marco.palazzo@gieolab.com , ludovica.marzo@libero.it web: http://www.procivibus.it

Abstract
ProCivibus un moderno sistema di crowdsourcing che consente ai cittadini ed agli operatori della Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nella costruzione della banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione d'emergenza. Pertanto, ProCivibus si configura come un servizio on line i cui destinatari sono cittadini attivi, operatori della Protezione Civile, Enti Locali responsabili in materia di Protezione Civile. Il servizio consente agli utenti di censire e georeferenziare edifici strategici vulnerabili, servizi essenziali in emergenza, risorse e strutture operative disponibili per fronteggiare un evento disastroso. Inoltre, ProCivibus integra un processo di validazione del dato, basato su ruoli, in grado di filtrare il rumore generato da utenti che decidano, dolosamente, di inserire informazioni false oppure generato da utenti che inseriscano, innocentemente, informazioni incomplete o errate. Infine, il servizio rende disponibili le informazioni fornite dai cittadini agli Enti Locali sia attraverso file in formato standard (.csv, .xls, .pdf) , sia attraverso protocolli di cooperazione applicativa (web services). I Comuni e le Province possono cos integrare dinamicamente questi dati nei propri sistemi informativi territoriali e sovrapporli alle cartografie di rischio (idrogeologico, sismico, ecc.) allo scopo di delineare gli scenari di pericolo rispetto ai quali pianificare gli interventi di Protezione Civile.

1. Contesto di riferimento
Previsione, prevenzione e pianificazione sono le attivit che le strutture del Servizio nazionale di Protezione Civile devono svolgere in tempo di pace per preparare la gestione dellemergenza. Gli strumenti giuridici dei soggetti titolari , ai diversi livelli, della funzione di protezione civile sono i Programmi e i Piani. Attualmente, ai sensi delle disposizioni legislative generali (legge 225/92 e D.Lgs. Bassanini 112/98), ed anche ai sensi della legislazione speciale vigente per le singole materie (rischio idrogeologico, rischio incendi, ecc.), ogni Comune italiano , di fatto, tenuto a redigere un Piano di Protezione Civile. Tuttavia, nonostante le numerose prescrizioni normative, i Comuni italiani sono in ritardo nelle attivit di pianificazione. Solo un ristretto numero di Amministrazioni si dotato di un Piano di Protezione Civile efficace ed ha effettuato la raccolta dati necessaria alla sua redazione. Ancor meno effettuano laggiornamento di questi dati, che pertanto, nel tempo, perdono la loro valenza.

Un dato per tutti riportato nel rapporto Ecosistema Rischio 2010 [Legambiente, 2010], redatto da Legambiente e Dipartimento di Protezione Civile. Tra le 5581 amministrazioni comunali considerate a pi alto rischio idrogeologico dal Ministero dellAmbiente solo il 37% (2.053) ha risposto al questionario di Ecosistema Rischio 2010. Di queste, il 76% si dotato di un piano di emergenza, ma soltanto il 51% lo ha aggiornato negli ultimi due anni, fatto estremamente importante giacch disporre di piani vecchi pu costituire un grave limite in caso di necessit. E ancora, solo il 57% dei Comuni che hanno risposto allindagine hanno inserito nel Piano demergenza il censimento dei soggetti pi vulnerabili (diversamente abili, anziani non autosufficienti, malati gravi, ecc,). Inoltre, soltanto in un Comune su cinque sono state organizzate iniziative dedicate allinformazione dei cittadini e alle esercitazioni che rappresentano uno strumento fondamentale per testare lefficienza del sistema locale di protezione civile. Questa situazione si determinata, in parte, per scarsa conoscenza della norma e per disattenzione politica di alcuni Amministratori locali, ma anche e soprattutto per la oggettiva difficolt e costo intrinseco della attivit di raccolta/aggiornamento dei dati necessari alla redazione dei piani. Ecco che, dal contesto esaminato, emerge dunque con chiarezza la necessit di dare un nuovo impulso alla pianificazione ed il bisogno di nuovi strumenti operativi in grado di supportarla efficacemente.

Grafico 1: Comuni Italiani a Rischio Idrogeologico

Grafico 2: Comuni che hanno fornito informazioni sulla loro attivit di pianificazione di emergenza, rispondendo al questionario Ecosistema Rischio 2010 di Legambiente

Grafico 3: Comuni che hanno redatto/aggiornato il Piano di Protezione Civile ed hanno svolto attivit di informazione alla Popolazione, come risulta dall'indagine Ecosistema Rischio 2010 di Legambiente

2. Lo stato dellarte
ProCivibus nasce da unanalisi dello stato dellarte in tema di pianificazione delle emergenze ed introduce, rispetto a questo, alcune novit (Fig. 1).

Fig.1 - I pilastri di ProCivibus

2.1 Il Metodo Augustus: una linea guida per la pianificazione


Il Metodo Augustus [Galanti, 1997] una linea guida per la pianificazione di emergenza messa a punto, negli ultimi anni novanta, da un gruppo di lavoro composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell'Interno. Il gruppo di lavoro stato voluto e costituito da Franco Barberi, a quel tempo Sottosegretario di Stato, che aveva compreso la necessit di dare un indirizzo condiviso alla attivit di pianificazione. Un indirizzo che unificasse e superasse le molte proposte, spesso in contraddizione tra loro, formulate dalle varie Amministrazioni Locali e Centrali in modo tale da fare emergere solamente il proprio "particolare". Partendo dall'assunto che il progetto di tutte le attivit coordinate e delle procedure per fronteggiare un evento disastroso fosse il Piano di Emergenza, la linea guida Augustus ha introdotto un approccio nuovo e definitivo alla sua strutturazione. Il Metodo Augustus ha abbattuto il vecchio approccio alla redazione del Piano basata sul solo censimento di mezzi utili agli interventi di protezione civile ed ha indicato, a chiare lettere, la necessit di riferirlo alle funzioni organizzative, da istituirsi ai diversi livelli di responsabilit (locale e centrale), necessarie a gestire, in modo sinergico, le risorse disponibili. Nel linguaggio di Augustus tali funzioni sono dette "Funzioni di Supporto" (9 per i comuni e 14 per le province). Ogni funzione, coordinata da un responsabile, deve organizzare la risposta di protezione civile ad un evento disastroso in una specifica area tematica (es. Sanit, Viabilit, Volontariato, Materiali e Mezzi, Telecomunicazioni ecc.). Ogni responsabile di funzione, "in tempo di pace", ha il compito di mantenere vivo ed efficace il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria area di competenza. Con lattivazione delle Funzioni di Supporto, ogni Ente, responsabile in materia di Protezione Civile, raggiunge cos due distinti obiettivi: individua a priori i responsabili delle singole funzioni da impiegare in emergenza e, in tempo di pace, garantisce il continuo

aggiornamento del Piano di Emergenza, da effettuarsi a cura degli stessi responsabili. In questo modo, l'Ente, al verificarsi di una emergenza, ha nella propria sala operativa esperti che gi si conoscono, in quanto hanno lavorato insieme al Piano, e ci porter a una maggiore efficacia operativa e ad un migliore coordinamento fra le componenti istituzionali e le strutture operative (Associazioni di volontariato, Forze Armate, Vigili del Fuoco, etc.). In sostanza, l'attivazione delle Funzioni di Supporto fa in modo che il Piano di Emergenza assuma le migliori caratteristiche di un documento vissuto e continuamente aggiornato. Il Metodo Augustus rappresenta, ancora oggi, un punto di riferimento assoluto per tutti gli operatori di protezione civile che, con competenze diverse, sono impegnati quotidianamente ad affrontare le emergenze. Augustus un metodo di lavoro che, comunque, rimane oggettivamente valido, al di l delle diverse assunzioni di responsabilit che nuove norme potranno assegnare a soggetti diversi da quelli identificati dall'attuale impianto normativo. Per questo, ogni sistema informativo, pensato per coadiuvare la pianificazione di emergenza deve essere strutturato come uno strumento operativo destinato ai responsabili delle singole funzioni di supporto individuate dalla linea guida Augustus. E ProCivibus non fa eccezione.

2.2 Un modello dati per il Piano Comunale e Provinciale


Il Piano di Protezione Civile, normalmente, un documento elaborato sulla base del "Programma di previsione e prevenzione" e contiene, oltre alla descrizione dei modelli di intervento, relativi ai diversi scenari di pericolo, banche dati relative sia agli elementi territoriali esposti a rischio, sia alle risorse disponibili per fronteggiare lemergenza. Tali banche dati, georefenziate rispetto alle cartografie di criticit (carte di rischio idrogeologico, sismico, ecc.), permettono di delineare gli scenari rispetto ai quali pianificare gli interventi di protezione civile. Pertanto, realizzate nei Programmi le analisi di previsione e prevenzione, particolare attenzione va dedicata alla costruzione di queste ultime banche dati, ma soprattutto ai meccanismi di aggiornamento, nonch agli strumenti che ne permettono un rapido utilizzo. Per questo, nel 2000, il Servizio Sismico Nazionale ha istituito un gruppo di lavoro, partecipato dal Servizio stesso, dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Provincia di Modena, con l'obiettivo principale di creare un sistema di raccolta ed aggiornamento dei dati relativi alla pianificazione provinciale e comunale di emergenza [Pcm, 2000]. Il gruppo di lavoro ha prodotto un modello per la raccolta dei dati afferenti la pianificazione che costituisce, ancora oggi, una guida per le attivit di censimento ed uno stimolo a costituire strutture operative comunali e provinciali che, in tempo di pace, si occupino direttamente dei censimenti e che, in tempo di emergenza, sappiano utilizzare e mettere a disposizione, di chi interviene in aiuto della popolazione, i dati organizzati ed aggiornati. Il modello dati proposto dal DPC trova la sua sintesi in un insieme di schede di censimento [Pcm, 2000]. Alcune di queste schede sono destinate solo ai comuni (es. servizi di continuit assistenziale, aree di accoglienza, ecc.), poich finalizzate ad identificare oggetti sul territorio comunale e/o di stretta competenza delle attivit ordinarie del Comune. Altre schede sono destinate alla Provincia, poich finalizzate al

censimento di risorse o elementi con valenza territoriale provinciale (es ospedali, aree di ammassamento). Alcune schede, naturalmente, possono essere utilizzate da entrambi gli Enti se riguardanti strutture diverse, ma di competenza sia provinciale che comunale (ad esempio, la scheda Enti Locali pu essere utilizzata sia dal Comune che dalla Provincia per censire le relative strutture). E importante sottolineare che l'organizzazione delle schede stata fatta seguendo le indicazioni relative alla pianificazione nazionale d'emergenza. In altre parole, le schede, e cio le "tipologie di oggetti/soggetti/strutture" da censire, sono state organizzate in categorie aventi i nomi delle Funzioni di Supporto identificate dalla linea guida Augustus. Tale organizzazione, pur nella consapevolezza che le funzioni di Augustus nascono per la gestione dell'emergenza, stata perseguita con l'obiettivo di rendere esplicito il fatto che, attraverso i censimenti attuati durante la fase di pianificazione, si mettono i responsabili delle Funzioni di Supporto in grado di operare nell'immediatezza di un evento disastroso con dati ed informazioni aggiornate e georeferenziate. E' inoltre evidente che l'organizzazione delle schede in categorie afferenti le Funzioni di Supporto Augustus stato un ulteriore invito a creare un sistema comunale e provinciale in cui i responsabili di funzione partecipano attivamente, anche in tempo di pace, alla pianificazione. Il modello dati descritto, a distanza di oltre 10 anni dalla sua progettazione, resta il punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di pianificare l'emergenza. Tuttavia, in questi anni, gli Enti hanno trovato difficolt operative nella sua implementazione. Mentre, da un lato, il modello estremamente dettagliato, dallaltro le risorse tecnico-economiche a disposizione degli Enti per istanziarlo sulle diverse realt locali sono limitate. Da ci emersa la necessit di individuare nuovi modelli operativi in grado di rendere sostenibile sia il primo impianto che laggiornamento continuo ed indispensabile delle banche dati essenziali per la pianificazione demergenza.

2.3 Il Crowdsourcing una nuova strada per la protezione civile


La Pubblica Amministrazione si trova ora in un momento storico per cui chiamata a dare di pi (in termini di servizi e di efficienza) spendendo di meno. Un obiettivo questo che non si pu raggiungere seguendo vecchi approcci basati su logiche autoreferenziali o facendo fine tuning dellesistente. A fronte di questa sfida si stanno dunque cercando nuove forme organizzative che, di fatto, sanciscono il passaggio della PA dal ruolo di service provider a quello di service facilitator. Si tratta di nuovi modelli operativi basati sulla partecipazione civica alla creazione di valore pubblico [Pillitu, 2009]. Un formidabile modello a disposizione della PA per coinvolgere i diversi attori sociali (dipendenti, cittadini, aziende, associazioni del terzo settore, ecc.) certamente quello del Crowdsourcing [Howe, 2006]. Il termine crowdsourcing (da crowd, gente comune, e outsourcing, esternalizzazione delle attivit) un neologismo che definisce un modello di business nel quale

unazienda o unistituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone, non gi organizzate in team. Questo processo, di solito, viene implementato ricorrendo alluso di moderni strumenti web o comunque di portali su Internet. Il mondo dell'impresa ha abbracciato subito il modello del crowdsourcing vedendo in esso, quasi esclusivamente, un modo per ridurre drasticamente i costi e scippare prezioso lavoro intellettuale. Al momento, infatti, sono ben poche le imprese che sono riuscite ad ottenere dei progetti di innovazione basati sul crowdsourcing e che sono riuscite ad integrarlo pienamente con i propri processi aziendali [Tuis, 2010]. Altrettanto pochi sono i "prestatori di soluzioni" che sono riusciti ad aprirsi una collaborazione, cognitivamente e retributivamente appagante, con le aziende. Viceversa, il mondo della Pubblica Amministrazione comincia ad adottare il modello del crowdsourcing con interessanti risultati e prospettive future. La finalit pubblica dei progetti diventa, in questo caso, l'elemento motivazionale che spinge gli utenti a collaborare spontaneamente con la PA, per arricchire e prendersi cura dei beni comuni di interesse generale. Gi numerose sono le iniziative all'estero che vanno in questa direzione. Molto famoso , ad esempio, il caso di PeerToPatent [Noveck, 2005; PeerToPatent, 2011], il sistema messo in piedi dal Patent Office americano per effettuare la valutazione in crowdsourcing delle richieste di brevetto. Ma anche in Italia qualcosa si muove. Ad esempio, il Comune di Venezia ha messo on line un sistema per la segnalazione in crowdsourcing di guasti e disservizi [Venis, 2011]: i cittadini, utilizzando un PC o uno smartphone, possono segnalare un guasto al Comune, e successivamente, monitorare l'iter di riparazione, dall'assegnazione all'ufficio competente fino alla chiusura dell'intervento. In questo nuovo scenario, appare del tutto naturale immaginare che, per gestire un progetto complesso, come la pianificazione e gestione di unemergenza, la Pubblica Amministrazione possa fare ricorso a soggetti esterni come cittadini attivi, associazioni del terzo settore, imprese. E, in questo senso, il modello del crowdsourcing disegna una strada innovativa e sostenibile per un moderno sistema di protezione civile.

2.3.1 Crowdsourcing per la gestione dell'emergenza


Negli ultimi anni, in tutto il mondo, migliaia di persone stanno collaborando per mettere a punto strumenti utili a fornire una risposta rapida a complesse emergenze umanitarie [Crisismapper, 2011; Instedd, 2011; Sahana, 2011]. Si tratta per lo pi di comunit di volontari legati ad organizzazioni non governative che hanno sviluppato numerose piattaforme utili a far comunicare, collaborare e trovare informazioni rilevanti durante le crisi. Sullo stesso campo stanno lavorando anche alcune aziende di rilevanza mondiale [Google, 2011]). Questo sforzo collettivo ha portato alla realizzazione di numerose applicazioni mobile e web-based che implementano efficacemente il paradigma del crowdsourcing. Tra queste certamente occupano un posto di primo piano i servizi Google Person Finder [Google, 2011], Ushahidi [Ushahidi, 2011] e OpenStreetMap [Osm, 2011], che gi sono stati largamente utilizzati nel corso delle crisi in Giappone, Sud Africa, Kenia, Cile, Afghanista, India, Haiti e in molti altri

paesi. Google Person Finder Il servizio Person Finder [Google, 2011] stato lanciato da Google nel 2010, in occasione del terremoto che ha colpito Haiti, e da allora stato riutilizzato nel corso delle pi gravi emergenze verificatesi successivamente. Google Person Finder una sorta di bacheca sulla quale possibile cercare persone conosciute o fornire informazioni su persone di cui si ha notizia. Il Person Finder consente, altres, di fornire informazioni su se stessi, rassicurando cos amici e familiari mentre le linee telefoniche sono intasate. Il servizio pu inoltre essere ospitato su qualsiasi sito per coadiuvare le ricerche. Person Finder il pi noto dei vari tool sviluppati nell'ambito di Google Crisis Response, uno dei progetti di Google.org, il braccio filantropico di Google. Il Crisis Response Project si avvale dei punti di forza del colosso di Mountain View nel campo dell'informazione e della tecnologia per sviluppare prodotti e sostenere politiche che affrontino le sfide globali. Tra questi strumenti si annoverano Google My Map (che pu essere utilizzato ad esempio per indicare strade interrotte, caricare foto rappresentative dei danni, ecc.); Google Earth (che pu essere utilizzato ad esempio per esplorare i luoghi colpiti da una catastrofe mediante immagini satellitari aggiornate in alta risoluzione); Google Fusion Table, Docs e Spreasheets, i quali, complessivamente, costituiscono un ineguagliabile set di applicazioni utili a creare, aggiornare, condividere online informazioni critiche accessibili con qualsiasi dispositivo e da qualsiasi posto. A Google Person Finder si ispirato inoltre "Dove siamo nel mondo" [Ministero degli Affari Esteri, 2011], il servizio del Ministero degli Affari Esteri che consente agli italiani che si recano temporaneamente all'estero di segnalare, su base volontaria, i dati personali e di viaggio, al fine di permettere all'Unit di Crisi, nell'eventualit che si verifichino situazioni di grave emergenza, di pianificare con maggiore rapidit e precisione interventi di soccorso. In tali circostanze di particolare gravit evidente l'importanza di essere rintracciati con la massima tempestivit consentita e - se necessario - soccorsi. I dati raccolti attraverso "Dove siamo nel mondo" vengono utilizzati dal Ministero degli Affari Esteri solo in casi di comprovate particolarmente gravi emergenze (grandi calamit naturali, attentati terroristici, evacuazioni, etc.) e cancellati 2 giorni dopo la data di fine viaggio indicata dai cittadini italiani che utilizzano il servizio. Ushahidi La Ushahidi Platform [Ushahidi, 2011] (parola che in lingua swahili significa testimone) nata in Kenya, nel 2008, ed una applicazione che consente di effettuare una segnalazione di qualsiasi tipo (es. allorfanotrofio Foyer de Sion di Fontamara 150 bambini hanno urgente bisogno dacqua, in via Delmas 95 dei rapinatori stanno portando via tutto [Corami, 2010]) classificandola, georeferenziandola e corredandola con video e foto di supporto. Ricevuta la segnalazione, il soggetto che ha attivato Ushahidi (Ente governativo, ONG, Amministrazione Locale, ecc.) pu inserirla on-line come confermata (se ne effettua una verifica diretta) oppure pu lasciare agli utenti la decisione di supportarla o meno,

sia tramite like o dislike, sia tramite commenti. Ushahidi consente inoltre agli utenti la possibilit di ricevere la notifica dell'inserimento delle segnalazioni, relative ad eventi di un certo tipo, localizzati entro un certo raggio da una determinata posizione. Infine, la Ushahidi Platform pu essere equipaggiata con plug-in che consentono agli utenti di effettuare le segnalazioni via sms ed mms. In Kenya, a cavallo tra 2007 e 2008, Ushahidi servito soprattutto ad aggirare la censura, che prima aveva oscurato lo scrutinio dei voti e poi silenziava la conta dei morti. Ad Haiti la piattaforma scesa in campo a due ore dal sisma per raccogliere le voci di chi stava vivendo la tragedia. E ancora, da quando stato messo online, Ushahidi ha consentito di mappare gli scontri xenofobi in Sudafrica, i massacri di Gaza, la guerra civile in Congo, il terremoto del Cile, ma anche la vita artistica di Nairobi, la penuria di farmaci in Africa Orientale, le elezioni in Afghanistan e in India, e tanti altri eventi che hanno lasciato tracce meno marcate nella memoria globale. Il software, nato a Nairobi e cresciuto grazie al generoso contributo della charity del fondatore di eBay Pierre Omidyar, a disposizione di chiunque voglia tenere docchio qualcosa. Ushahidi libero e open source. OpenStreetMap Ispirato a Wikipedia, OpenStreetMap [Osm, 2011]) un progetto finalizzato a creare una mappa modificabile dell'intero pianeta. OpenStreetMap permette a chiunque di visualizzare, modificare ed utilizzare dati geografici con un approccio collaborativo. Tutti dunque possono contribuire ad OpenStreetMap arricchendo o correggendo i dati. Gli utenti registrati infatti possono caricare nel database centrale del progetto tracce GPS e modificare i dati vettoriali usando gli editor forniti. Tutti i dati geografici presenti in OpenStreetMap possiedono una licenza libera. E' cio possibile utilizzarli liberamente per qualsiasi scopo (es. derivarne applicazioni), con il solo vincolo di citare la fonte e distribuirli con la stessa licenza. OpenStreetMap un altro valido sistema di crowdsourcing che si rivelato straordinariamente utile in contesti di emergenza. Ad esempio, a seguito del terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010, il gruppo Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT) si attivato per realizzare la mappatura dellisola, che ancora non aveva una copertura cartografica aggiornata ed adeguata in grado di rispondere alle esigente della carovana umanitaria dei soccorsi e degli aiuti [Grava, 2010]. Grazie alle immagini da satellite acquisite successivamente allevento sismico ed alla loro liberazione, la comunit OpenStreetMap, auto-coordinata attraverso il gruppo HOT, ha provveduto sia alla realizzazione di una mappa di base dellisola, sia alla mappatura del danno e delle infrastrutture critiche per i soccorsi (ospedali, cimiteri, rete stradali, edifici, ecc.). Inoltre, grazie alle migliaia di informazioni (post, mail, sms, tweet) che hanno inondato la rete nei giorni successivi al terremoto, il team di mappatori ha potuto indicare accampamenti di sfollati, edifici crollati, ospedali, reti stradali e molte altre informazioni indispensabili per le associazioni umanitarie che dovevano muoversi sul

posto. Nella mappatura di Haiti si sono impegnate 500 persone sparse in tutto il mondo.

2.3.2 Crowdsourcing per la pianificazione dell'emergenza


Mentre, come stato sopra rilevato, i sistemi di crowdsourcing hanno trovato un provata utilit durante la fase parossistica degli eventi, cio in pieno e conclamato disastro, meno chiaro risulta il ruolo che essi possono avere in fase di preparazione delle emergenze. L'idea che qui si vuole sostenere che sistemi di crowdsourcing possano essere utilizzati per effettuare una fotografia della realt locale, indispensabile per qualsiasi attivit di pianificazione dell'emergenza, e, soprattutto, per aggiornare tale fotografia senza soluzione di continuit. Volendo sostenere questa ipotesi bisogna tuttavia prendere atto che, oggi, sono in molti ad argomentare sul fatto che i governi non possono basare le loro policy e le loro decisioni su informazioni provenienti da sorgenti non certificate o sconosciute. L'idea diffusa, soprattutto tra gli amministratori locali, che i dati raccolti dai cittadini mediante gli strumenti del Web2.0 tendono ad essere disordinati, non verificati e possono somigliare ad un "sentito dire" o peggio. Quasi tutti concordano sul fatto che sarebbe irresponsabile utilizzare queste informazioni in sostituzione di dati validati e di alta qualit, soprattutto quando essi vengono utilizzati per assumere decisioni sulla sicurezza delle persone durante una crisi [Kirkpatrick, 2011]. E ancora, opinione condivisa che le informazioni generate utilizzando piattaforme di crowdsourcing non dovrebbero essere usate come unica fonte su cui basare le risposte ad una emergenza. Quale ruolo allora possono avere i sistemi di crowdsourcing nel contesto della pianificazione dell'emergenza ? Un modello che appare sostenibile quello utilizzato con successo nel campo della salute pubblica. Infatti, gi da tempo, le Organizzazioni per la Salute nazionali ed internazionali, raccolgono, in tempo reale, segnalazioni provenienti dal territorio allo scopo di individuare anomalie che potrebbero segnalare l'inizio di epidemie. Ad esempio, ricevono ed analizzano segnalazioni relative a vendite anomale di alcuni farmaci, o relative a pazienti ospedalieri che presentano alcuni sintomi. Ci allo scopo di individuare possibili focolai di epidemie. Nel momento in cui un'Organizzazione Governativa o sovra nazionale riceve un report di questo tipo, tipicamente, invia un team di esperti sul luogo di provenienza della segnalazione per investigarla da vicino. Il primo compito del team quello di confermare o meno che ci sia una epidemia in corso, cio di validare le segnalazioni. Stabilito questo, il team avvia la verifica inviando i campioni prelevati in-situ al laboratorio centrale per l'analisi. I risultati delle indagini di laboratorio vengono poi utilizzati dal Governo per organizzare una risposta adeguata al problema. La risposta volta, da un lato, a contenere l'epidemia e, dall'altro, a curare le persone colpite dalla malattia. In sostanza, nel campo della sanit, le crisi vengono affrontate mettendo in atto un processo iterativo di rilevazione, validazione, verifica e risposta (Fig. 2).

Fig.2 Processo di gestione delle emergenze in campo sanitario

Tale processo pu essere adottato con successo, a livello locale, anche per supportare la pianificazione d'emergenza. In questo caso le 4 fasi potrebbero essere caratterizzate come segue: Fase 1: Rilevazione (Detection) I governi locali, in "tempo di pace" possono chiedere alla popolazione un aiuto per effettuare una "fotografia", ad altissima risoluzione, del territorio, e per aggiornarla senza soluzione di continuit. Tale "fotografia" pu essere realizzata mosaicando le segnalazioni effettuate dai cittadini relativamente a edifici rilevanti vulnerabili, servizi di pubblica utilit attivi, risorse umane e strumentali disponibili per fronteggiare un evento disastroso, strutture operative pronte ad intervenire in caso di emergenza. Pertanto la rappresentazione della realt locale assolutamente propedeutica per effettuare una pianificazione d'emergenza realistica ed efficace e pu essere realizzata con il supporto di strumenti di crowdsourcing i quali consentono di raccogliere una enorme quantit di informazioni, a basso costo. Naturalmente, la sfida capire come verificare la validit di queste informazioni provenienti da "sorgenti" la cui affidabilit non nota a priori. Fase 2: Validazione (Investigation) Una volta che stata raccolta una quantit di informazioni sufficiente a rappresentare il territorio per gli scopi della pianificazione d'emergenza, una possibilit quella di chiedere ad un insieme di cittadini preselezionati di indagare tali informazioni per confermarle o meno ed eventualmente per integrarle. Non difficile immaginare che i cittadini pi attivi, investiti dalle istituzioni del ruolo di validatori, vorranno provare la loro credibilit e capacit collaborativa agli occhi delle proprie amministrazioni locali fornendo report sempre pi accurati. Questo scenario ancora pi realistico in un paese come l'Italia, nel quale si contano pi di 1.200.000 volontari, soggetti affidabili che gi impegnano molto del loro tempo per prendersi cura dei 'beni comuni'. Questa particolare implementazione del paradigma crowdsourcing, detto anche "bounded crowdsourcing" [Meier, 2009], oltre al vantaggio di produrre informazioni attendibili, in quanto validate da fonti conosciute e affidabili, ha il grande vantaggio di consentire

l'identificazione di nuove "sorgenti dati" attendibili e sconosciute prima. Fase 3: Verifica (Verification) E' evidente che nel processo di certificazione dei dati l'ultima parola spetta alle Amministrazioni Locali, cui resta il compito di effettuare la verifica finale sulle informazioni che hanno superato la prima validazione da parte della comunit (Fase 2). Fase 4: Pianificazione in tempo di pace (Response) Infine, alle Amministrazioni locali spetta l'ulteriore compito di utilizzare le informazioni raccolte per pianificare ed organizzare la risposta di protezione civile, innanzitutto redigendo, aggiornando e disseminando i Programmi di Previsione e Prevenzione ed i Piani di Emergenza. In Italia, questo ruolo viene assegnato agli Enti (Comuni e Province) da numerose disposizioni normative. E' ragionevole pensare che l'approccio descritto abbia il potenziale per contribuire ad accelerare il passaggio ad un mondo nel quale le decisioni di pianificazione delle emergenze possano essere prese in crowdsourcing. E' evidente che c' ancora molto da apprendere e che sono necessarie molte iterazioni in contesti reali per passare dalla concettualizzazione del modello alla sua implementazione. Molte sono ancora le sfide da affrontare, metodologiche, culturali e politiche, ma anche tecnologiche. E' necessario, cio, mettere a punto strumenti in grado di supportare efficacemente il modello proposto, e ProCivibus vuole aprire la strada su questo terreno.

3. ProCivibus
ProCivibus un servizio on-line che consente ai cittadini ed agli operatori della Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nella costruzione della banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione d'emergenza. Tale banca dati contiene informazioni relative a: edifici strategici vulnerabili, servizi essenziali in emergenza, risorse e strutture operative disponibili per fronteggiare un evento disastroso. Il servizio si rivolge dunque a tre principali categorie di utenti:

Cittadini attivi , motivati ad aumentare la sicurezza propria e della propria famiglia; Operatori della Protezione Civile , motivati, per vocazione, ad estendere la propria quotidiana attivit finalizzata alla tutela della popolazione e del territorio; Enti Locali, motivati a costruire, integrare e aggiornare la propria banca dati di supporto alla pianificazione dellemergenza.

3.1 Modello Dati


Il Modello Dati assunto a riferimento da ProCivibus quello proposto dal Dipartimento della Protezione Civile con il Sistema di Raccolta Dati a Supporto della Pianificazione

Provinciale e Comunale d'Emergenza" [Pcm, 2000]. Nellambito di ProCivibus, tale sistema stato tuttavia alleggerito e semplificato, sia per recepire le indicazioni degli operatori che in questi anni lo hanno utilizzato, sia per adattarlo al nuovo contesto nel quale viene proposto, quello del crowdsourcing. Il Sistema di Raccolta Dati stato alleggerito, nel senso che ne sono state utilizzate le Schede pi significative, e semplificato, nel senso che le schede implementate sono state strutturate con un numero di campi destinati a contenere le informazioni pi facilmente reperibili dagli utenti. Nella seguente Tab.1 sono riportate sia le schede informative attualmente previste da ProCivibus, sia larea logica nella quale vengono presentate al Cittadino ed allEnte

Cittadino Ente
Edifici a rilevante rischio di collasso
Industrie a rischio di incidente rilevante Ospedali Guardia Medica Pronto Soccorso Centrali del 118 Stampa Radio TV Organizzazioni di Volontariato Materiali Mezzi Magazzini Persone Ditte Scuole Chiese, Musei, Biblioteche Edifici Monumentali Alberghi, Conventi, Monasteri, Case di Riposo, Centri per Minori Edifici Privati, Locali Commerciali Operatori Settore Telecomunicazioni Discariche

Servizi di pubblica utilit

Risorse umane e strumentali

Strutture di protezione civile

F1 Tecnico scientifica e di pianificazione F2 - Sanit e assistenza sociale

Universit e Centri di Ricerca Dipartimenti e Laboratori

F3 - Mass media e informazione F4 - Volontariato F5 - Materiali e Mezzi

F6 - Censimento Danni

F7Telecomunicazioni F8 - Servizi Essenziali F9 - Assistenza alla popolazione

Aree di Accoglienza

F10 - Strutture SAR (Search and Rescue) F11 - Enti Locali

Croce Rossa, Vigili del Fuoco Carabinieri, Polizia Enti Locali

Tab.1 - Schede Informative di ProCivibus. Raggruppamento delle schede per Cittadini ed Enti.

3.2 Modello di Funzionamento


Lutente di ProCivibus ha sempre due possibilit: consultare la banca dati oppure partecipare alla sua costruzione. Mentre la consultazione consentita anche allutente anonimo, linserimento e la modifica delle informazioni contenute nella banca dati consentita solo agli utenti registrati. Infatti, lutente che intende collaborare alla costruzione del database della protezione civile, dopo essersi registrato sul sistema, seleziona uno schedario di interesse, tra quelli disponibili, ed effettua una ricerca per verificare se l'elemento che intende segnalare (elemento vulnerabile, servizio di pubblica utilit, risorsa disponibile in emergenza, struttura operativa della Protezione Civile) gi presente nella banca dati. Se gi presente una voce relativa all'elemento pu migliorarne ed ampliarne la descrizione, evitando cos di creare doppioni che dovrebbero poi essere uniti. Viceversa, se l'elemento che intende segnalare non presente nella banca dati lo aggiunge e inserisce le relative informazioni a sua disposizione, tra quelle richieste dal sistema (Fig.3).

Fig. 3 - ProCivibus. Archivio Scuole.

3.3 Modello di validazione del dato


Ogni qualvolta un grande numero di persone viene coinvolto in una attivit, tutto diventa meno gestibile. Ci significa che l'intelligenza collettiva soggetta a vandalismo ed influenzata dalla mancanza di informazioni, da informazioni false o incomplete, da informazioni errate. Ci vale anche in un sistema di crowdsourcing come ProCivibus che pu essere disturbato dal rumore [Trentin, 2004] generato da utenti che decidano, intenzionalmente e dolosamente, di inserire nella banca dati informazioni false o da utenti che inseriscano, innocentemente, informazioni incomplete o errate.

Fig.4 - ProCivibus. Validazione del dato basata su ruoli.

Allo scopo di filtrare il rumore, ProCivibus integra un processo di validazione del dato, basato su ruoli (Fig.4), che garantisce all'Ente Locale che lo adotta la disponibilit di un ricco set di informazioni stabili e affidabili. ProCivibus implementa il modello di controllo della qualit del dato strutturato a piramide di seguito descritto sia dal punto di vista logico, che dal punto di vista fisico e implementativo. Dal punto di vista logico: a) tutti i cittadini, che si registrano al sistema, possono inserire informazioni utili ai fini della pianificazione dell'emergenza; b) gli appartenenti ad una struttura operativa della Protezione Civile (es. membri delle associazioni di volontariato), accreditandosi sul sistema (mediante apposito modulo online), possono validare e completare le informazioni inserite dai semplici cittadini; c) i tecnici degli Enti Locali, che aderiscono a ProCivibus, possono approvare, in via definitiva, le informazioni, gi validate dagli utenti accreditatisi come operatori della protezione civile, che sono idonee a supportare la pianificazione demergenza. Dal punto di vista fisico, appena un Utente Registrato inserisce una nuova scheda nella banca dati, questa viene portata automaticamente dal sistema nello stato Da Verificare. Successivamente un Utente Accreditato, che gode di credito e di fiducia derivante dal fatto di operare tutti i giorni all'interno di una struttura operativa della Protezione Civile (Associazione di Volontariato, Croce Rossa Italiane, Vigili del Fuoco, ecc.), ha facolt di segnalare la stessa scheda come Dubbia oppure come valida e sufficiente completa, portandola nello stato Da Approvare. Infine il Tecnico dellEnte Locale pu eliminare la scheda, se stata segnalata come Dubbia, oppure pu completarla e portarla nello stato Approvata, se la scheda ha gi superato positivamente il vaglio dell Utente Accreditato. Una scheda che raggiunga lo stato di scheda Approvata pu essere modificata esclusivamente dal personale tecnico dellEnte Locale che, di fatto, ha il ruolo di super user del sistema. Il processo di

validazione del dato implementato da ProCivibus illustrato in Fig.5 da un UML Activity Diagram semplificato.

Fig.5 - ProCivibus. Processo di validazione del dato.

3.4 Modello di sostenibilit


ProCivibus (Fig. 6), attualmente, un progetto autofinanziato da GIEOLab [Gieolab, 2011] che ne il soggetto promotore. ProCivibus dunque una realt non-profit che si sosterr sia attraverso donazioni, sia attraverso una campagna abbonamenti aperta a Comuni, Province ed ad altri soggetti operanti allinterno del Sistema Nazionale della Protezione Civile. Per i Comuni e le Province abbonarsi a ProCivibus significher poter fruire dei servizi informativi dedicati agli Enti. Infatti, gli Enti che sottoscriveranno un abbonamento a ProCivibus potranno:

generare report parametrizzabili, di riepilogo e di dettaglio, i quali potranno essere direttamente inseriti nei piani di emergenza; esportare i dati di sistema in formato standard, machine readable (ad es. nel formato .csv), per importarli successivamente nei propri sistemi informativi territoriali; integrare dinamicamente i dati e le mappe di ProCivibus nei propri GIS (Geographic Information System) attraverso meccanismi standard di cooperazione applicativa (Web Services WMS,WFS) condividere i dati con gli altri Enti responsabili della pianificazione d'emergenza.

4. Conclusioni
ProCivibus il primo servizio on-line che consente ai cittadini ed agli operatori della Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nella costruzione della banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione d'emergenza. ProCivibus ha un carattere innovativo in quanto sposta le attivit di censimento e aggiornamento dei dati rilevanti per la pianificazione di emergenza dagli Enti, individuati dalla Legge come responsabili della pianificazione, ai cittadini. Linnovativit di ProCivibus dunque filosofica e sostanziale. Inoltre, ProCivibus stato identificato da Labsus [Pascale, 2011] come una iniziativa a forte valenza sussidiaria, ovvero come una iniziativa coerente con lart. 118 della Costituzione Italiana il quale riconosce che i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente nellinteresse generale e dispone che le Istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal senso.

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Illustrazione 1:
Fig. 6 - ProCivibus. Home page.

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