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I Canto

In questa canto Dante e Virgilio, dopo essere usciti dall'Inferno, si trovano


sulla spiaggia del Purgatorio. Qui incontrano Catone, e Virgilio gli spiega
l'importanza del viaggio del suo discepolo e questi gli ordina a sua volta di
cingere Dante con il giunco.

Analisi del canto

La struttura del canto


Il canto si apre con il tradizionale proemio che il poeta usa per descrivere
l'argomento della cantica: descrizione dell'aldilà a cui non poteva mancare
l'invocazione alle Muse, l'incontro con Catone e il rito di purificazione di Dante.
La struttura del Purgatorio si contrappone a quella dell'Inferno: il Purgatorio
presenta un cielo stellato e luminoso mentre l'Inferno è buio e privo di stelle;
nel Purgatorio vi è la figura di Catone che si materializza nel raggio di luce che
si contrappone a Caronte, il traghettatore infernale; nell'Inferno usa
l'espressione "mar sì crudele" (del peccato), nel purgatorio "miglior acque"
(della salvezza).

Il canto è caratterizzato dalla presenza di numerosi elementi allegorici, essi


sono:
la metafora del viaggio per mare, a indicare il cammino di Dante attraverso il
Purgatorio (vv. 1-6);
la visione di Venere splendente in cielo, simbolo delle virtù che incitano ad
amare le cose alte e pure (vv. 19-21);
le quattro stelle simbolo delle virtù cardinali, virtù che l'umanità peccatrice ha
perso (vv. 22-27);
l'incontro con Catone, simbolo della libertà (vv. 30 e successivi);
il rito di purificazione di Dante con il giunco, simbolo di umiltà (vv 94-136).

Il canto di Catone
Catone è il protagonista del canto ed ha il ruolo di guardiano del Purgatori.
Nonostante fosse pagano e morto suicida non appartiene al Regno infernale
bensì a quello della salvezza eterna. Questo perché è morto per difendere a
ogni costo un'ideale di libertà, quindi per un motivo di alto valore, ragion per
cui la sua anima è salva e può rappresentare questo ideale nel Purgatorio.
Egli ha i segni caratteristici fisici e morali del magnanimo, come li avevano
gli spiriti magni del Limbo, e proprio come loro è deceduto prima della nascita
di Cristo. Dante mostra ammirazione per i valori morali praticati da "uomini
grandi" ed è convinto che questo conferisce una "perfezione naturale", ed è
un percorso necessario per raggiungere la "perfezione spirituale" per mezzo
della Grazia divina, come similmente descritto nel canto XX del Paradiso per
altre nobili anime pagane.
Inizialmente Catone è sdegnato alla vista di Dante e Virgilio perché pensa che
siano arrivati nella spiaggia del Purgatorio in modo innaturale. Virgilio come
già fatto parecchie volte nell'Inferno spiega la natura del viaggio di Dante che
avviene per volontà divina e prova a far emozionare Catone per farsi
ammettere nel Purgatorio parlandole della moglie Marzia. Catone spiega che
gli affetti terreni (come la moglie Marzia) non influenzano la vita oltremondana,
e intrepreta questo tentativo di Virgilio come una lusinga e la respinge
infastidito.
Infine Catone gli lascia attraversare il Purgatorio perché questa è la volontà
divina dandogli anche le giuste indicazioni per procedere e in seguito invita
Virgilio a lavare il viso di Dante (rito di purificazione) prima di incontrare
l'angelo che presiede la porta del Purgatorio, nonché a cingergli i fianchi con
un un giunco liscio, simbolo di umiltà, e poi sparisce misteriosamente allo
stesso modo come era apparso.

Perciò Il Purgatorio viene descritto positivamente attraverso le espressioni: 


il dolce color d'orienta/ zaffiro (v. 13), il sereno aspetto del cielo (v. 14), il bel
pianeto che faceva tutto rider l'oriente (vv. 19-20), e tutte le stelle dell'altro
emisfero (vv. 22-24). 

Le figure retoriche

Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del primo canto del Purgatorio.
Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi
del Canto 1 del Purgatorio.
Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che
lascia dietro a sé mar sì crudele = metafora (vv. 1-3). Cioè: "La navicella del
mio ingegno, che lascia dietro di sé un mare così crudele, ormai, alza le vele
per percorrere acque più tranquille".
Di quel secondo regno = perifrasi (v. 4). Per indicare il Purgatorio.
L’umano spirito = anastrofe (v. 5). Cioè: "l'anima umana".
O sante Muse = apostrofe (v. 8).
Sentiro / lo colpo = enjambement (vv. 11-12).
Dolce color = sinestesia (v. 15). Sfera sensoriale del gusto e della vista.
D’oriental zaffiro = anastrofe (v. 13). Cioè: "di zaffiro orientale".
Sereno aspetto = anastrofe (v. 14). Cioè: "aspetto sereno".
Aura morta = perifrasi (v. 17). Per indicare le tenebre infernali.
‘L petto = metonimia (v. 18). Il contenente per il contenuto, il petto anziché il
cuore.
Lo bel pianeto che d’amar conforta = perifrasi (v. 19). Per indicare il pianeta
Venere.
Rider l’oriente = personificazione (v. 20). Cioè: "ridere sta per risplendere".
Puosi mente / a l’altro polo = enjambement (vv. 22-23).
E vidi quattro stelle = allegoria (v. 23). Per indicare le virtù cardinali.
La prima gente = perifrasi (v. 24). Per indicare Adamo ed Eva.
Goder pareva = anastrofe (v. 25). Cioè: "sembrava godere".
Oh settentrional vedovo sito = apostrofe (v. 26). Cioè: "o emisfero boreale
impoverito".
Bianco mista / portava = enjambement (vv. 34-35).
Luci sante = metonimia (v. 37). L'astratto per il concreto, le luce santi anziché
le stelle.
Luci sante / fregiavan = enjambement (vv. 37-38).
Ch’i’ ’l vedea come ’l sol fosse davante = similitudine (v. 39). Cioè: "io lo
vedevo come se avesse avuto il sole di fronte".
Fuggita avete = anastrofe (v. 41). Cioè: "siete fuggiti".
La pregione etterna = metafora (v. 41). Riferimento all'Inferno.
Oneste piume = personificazione (v. 42).
O che vi fu lucerna = metafora (v. 43). Cioè: "chi vi ha fatto luce".
Nera fa = anastrofe (v. 45). Cioè: "fa nera, che rende sempre oscura".
Lo duca mio = anastrofe (v. 49). Cioè: "il mio maestro".
‘l ciglio = sineddoche (v. 51). La parte per il tutto, il ciglio anziché gli occhi o la
testa.
Si spieghi / di nostra = enjambement (vv. 55-56).
Non vide mai l’ultima sera = metafora (v. 58). Cioè: "non è mai morto".
Mostrata ho = anastrofe (v. 64). Cioè: "ho mostrato".
Lasciasti / la vesta = enjambement (v. 75).
La vesta = metafora (v. 75). Per indicare il corpo.
Li occhi casti / di Marzia tua = enjambement (vv. 78-79).
Li occhi casti = sineddoche (v. 78). La parte per il tutto, gli occhi anziché
l'onestà morale di Marzia.
Di Marzia tua = anastrofe (v. 79). Cioè: "della tua Marzia".
Occhi miei

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