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Giovanni Fabriani

Piccolo glossario dei


termini liturgici ed
ecclesiastici bizantini
Terza edizione

Roma, febbraio 2020


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niano per le loro tendenze nestoriane.
A acheiropoietos v. Achiropita
àbside Spazio in genere di forma semi- achiropita ἀχειροποίητος Icona mira-
circolare che conclude la navata da cui colosa del Salvatore o della Vergine
è distinta dall'iconostasi. In essa è posto Maria, “non fatta da mano d’uomo”.
l'altare, mentre l'intero spazio prende il acrivia ἀκρίβεια Rispetto rigoroso del-
nome di vima o thisiastirion. Al centro la lettera della legge, contrapposto a
della parete di fondo dell'abside sorge economia.
il trono episcopale, fiancheggiato dal acrostico Inno o canone in cui le lettere
sinthronon per il clero celebrante. Le iniziali dei versi o dei singoli tropari
pareti dell'abside sono in genere affre- formano una parola o una frase.
scate: in basso appare sovente una teo- adelphata ἀδελφάτα beneficio, pen-
ria di santi, sormontata dalla raffigura- sione corrisposta a vita da un mona-
zione della Comunione degli Apostoli. stero o chiesa ad un privato od ai suoi
La calotta è invece di regola occupata eredi in cambio di una donazione.
dalla rappresentazione della Madre di aforismòs ἀφορισμός Scomunica, pe-
Dio in forma di platytera o blachernio- na o censura con la quale un battezzato
tissa. Se la chiesa ha più navate, ognuna è escluso dalla comunione ecclesiale.
può terminare con un'abside, in questo aftòmelo αὐτόμελον Tropario cantato
caso le absidi minori possono ospitare su melodia propria che però può fun-
l'altare della protesi e il diakonikon. gere da melodia tipo per altri tropari.
abito angelico τὸ ἀγγελικὸν σχῆμα aghìasma ἁγίασμα Acqua benedetta
La veste per eccellenza del monaco me- nell'aghiasmos.
galoschimo: la mandias. aghiasmatàrion ἁγιασματάριον 1) Li-
abito, grande vd. megaloschimo e ana- bro liturgico contenente una raccolta
lavo. di benedizioni ed akoluthie per varie
abito, piccolo vd. microschimo e para- circostanze 2) Recipiente in cui viene
mandia. posta l'aghiasma per procedere ad una
acèdia ἀκηδία Stato di tedio e letargia benedizione.
spirituale che può affliggere un mo- aghiàsmica (festa) Giorno festivo,
naco od un anacoreta. commemorazione di un Santo v. anche
acemèti ἀκοίμητοι (insonni) Asceti despotica e theomitorica
che a Costantinopoli, ininterrottamen- aghiasmòs, grande ὁ μέγας ἁγιασμός
te si alternavano nella recita delle pre- (la grande santificazione) Il Grande
ghiere liturgiche. Particolarmente at- Aghiasmos è la solenne benedizione
tivi nelle controversie teologiche del V delle acque in occasione della Teofa-
- VI secolo furono condannati da papa nia. È uno dei riti più antichi, vene-
Giovanni II (534) su richiesta di Giusti- randi e significativi della Chiesa bizan-
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tina. Gli eucologi ne prevedono la cele- sola, leggermente girata verso la sua si-
brazione due volte. La prima volta ha nistra e con le mani levate in atteggia-
luogo la vigilia della Teofania, al ter- mento di orazione.
mine dell'esperinos o della Divina Litur- aghiokatataxi ἁγιοκατάταξη Iscrizio-
gia nel nartece e viene utilizzata la ko- ne nell'elenco dei santi, canonizza-
limvithra stessa del Battesimo. La ceri- zione.
monia viene ripetuta il 6 gennaio al ter- agripnìa ἀγρυπνία Veglia liturgica.
mine dell'orthros dopo la grande dosso- aìr ἀήρ Velo con cui vengono ricoperti
logia; i moderni eucologi per consentire i Sacri Doni - il pane e il vino - sull'alta-
la partecipazione al maggior numero re della protesi e sull'Altare, tra il gran-
di fedeli ne consentono lo spostamento de isodos e la recita del Credo, durante
al termine della Divina Liturgia. Questa la quale viene agitato dai celebranti sui
seconda celebrazione dovrebbe aver Doni, quindi deposto a lato.
luogo nella fiala davanti al Tempio. aitos ἀετός, ἀϊτός, ἀητός (aquila) In-
Viene compiuta anche in una conca segna del Vescovo. Si tratta di un tap-
posta al centro della chiesa o viceversa peto che reca rappresentata una città
all'esterno sfruttando le acque di una su cui vola un’aquila con le ali distese
fontana o di un fiume o del mare. L'ac- ed illuminata dai raggi del sole. Si po-
qua benedetta, aghiasma, viene usata ne sotto i piedi del vescovo quando of-
per benedire le case ed i campi. ficia. La città rappresenta la sede del
aghiasmòs, piccolo ὁ μικρὸς ἁγια- vescovo, che deve amare e riguardare,
σμός (la piccola santificazione) Akolu- l’aquila simboleggia la purezza, l’ele-
thia che viene celebrata all'inizio di o- vatezza dei sentimenti e la scienza teo-
gni mese, ed ogni qual volta se ne pre- logica che deve avere. Di uso normale
senti la necessità, con un rito abbrevia- presso i Russi, tra i Greci è riservato
to, per la benedizione dell'acqua che unicamente alla cerimonia di consacra-
viene usata per benedire una nuova zione episcopale. Su di esso il nuovo
casa o su richiesta dei fedeli per circo- Vescovo pronunzia la propria profes-
stanze varie. Si noti che la Chiesa bi- sione di fede.
zantina non conserva l'acqua benedet- akakia ἀκακία Insegna imperiale: te-
ta per le esigenze di culto, ma ne effet- nuta dal sovrano nella mano destra
tua di volta in volta la benedizione. consiste in un sacchetto cilindrico di
aghiastìr ἁγιαστήρ aspersorio seta purpurea contenente polvere,
aghiosoritissa ἁγιοσωρίτισσα Icona simbolo di caducità e umiltà. Appare
mariana conservata nella chiesa co- nelle raffigurazioni di imperatori.
stantinopolitana di Chalcoprateia do- akàthistos ἀκάϑιστος Antico inno bi-
ve era conservata in una urna (soros) la zantino in onore della Madre di Dio,
cintura di Maria. Maria è raffigurata cantato in piedi - da cui il nome “non
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seduto” - il venerdì delle prime cinque è quadrato, a forma di mensa, soste-
settimane della grande Quaresima inse- nuto da quattro o cinque colonnine od
rita nell’apodipno, oppure come officia- anche pieno, isolato al centro del vima
tura devozionale. Fu composto per ce- per consentirne l'incensazione tutt'at-
lebrare la miracolosa liberazione di torno. È ricoperto da quattro pezze di
Costantinopoli dall'assedio dei Per- lino negli angoli, yphasma, a simbo-
siani e degli Avari nel 626. Anche leggiare gli evangelisti, da una prima
"tipo" di icona. tovaglia - katasàrkion - legata alle colon-
akoluthìa ἀκολουϑία Termine gene- nine e da una seconda - ependìte - che
rico per indicare una funzione o cele- giunge sino a terra. È coperto dal cibo-
brazione diversa dalla Divina Liturgia. rio dal cui centro pende la colomba in
Anche il “proprio” liturgico di un gior- funzione di tabernacolo - artoforion-.
no od una festa. Consacrato dal vescovo, che vi depone
akra tapeinosis Ἀκρα Ταπείνωσις vd. in un apposito loculo le reliquie, mas-
grande umiltà simo è il rispetto verso di esso; in al-
akroteleution ἀκροτελεύτιον Ultima cuni rami del rito bizantino non è am-
frase di un tropario usata come ritor- messo che su di esso venga posto
nello dopo i versetti di un salmo anti- nulla: i candelieri, il crocifisso sono po-
fonale quando l'intero tropario è trop- sti su sostegni dietro l'altare e lo ierati-
po lungo. kon viene posto su di un leggio che
alabastron ἀλάβαστρον Ampolla in parte da terra. Sull'altare poggia abi-
cui si conserva il Santo Crisma. tualmente il libro del Vangelo, parola
albero di Jesse Motivo iconografico: di Dio. Su di esso o sotto di esso ven-
dai lombi o dallo stomaco di Jesse, pa- gono posti durante la celebrazione li-
dre di Re David, si eleva un albero i cui turgica oggetti su cui si desidera ri-
rami rappresentano i membri della di- chiamare la benedizione divina.
nastia; Maria appare sul tronco ed il amaniko αμάνικο vd. kontorasson.
Cristo sulla sommità. Di probabile ori- ambóne ἄμβων Pulpito sopraelevato
gine orientale, appare in manoscritti posto sulla sinistra della navata da cui
della Cilicia nel XIII sec. il diacono proclama il Vangelo. Nella
aliptron ἅλειπτρον Piccolo strumento Divina Liturgia di S. Giacomo viene in-
usato nell’Unzione degli Infermi ed in dicato con questo nome la zona esterna
altre cerimonie per ungere i fedeli al vima dinanzi alla porta santa in cui
alliluiàrion ἀλληλουιάριον Triplice sono eretti su una pedana un altare e
alleluia, cantato intercalato con verset- un pulpito e ove sono posti i seggi per
ti dei salmi tra la lettura dell'apostolos e i celebranti.
quella del Vangelo. amnòs ἀμνός v. prosfore.
altare άγία τράπεζα L'altare bizantino amolyntos ἀμόλυντος Incorrotta, im-
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macolata, appellativo della Vergine e contrapposto alla paramandìa, sua
“tipo” di icona. forma ridotta propria del microschimo.
àmomos ἄμωμος Salmo 118 cantato Appare nelle raffigurazioni dei santi
nell'orthros del sabato e della domeni- monaci.
ca. e nel mesoniktikon dal lunedì al ve- analòghion ἀναλόγιον Leggio su cui
nerdì, sinonimo dell'officiatura stessa. si poggiano i libri per le letture ed il
anachorisis ἀναχώρησις Il ritirarsi in canto o le icone.
solitudine come forma ascetica. anàmnesi ἀνάμνησις Il ricordo della
anakiryxis ἀνακήρυξις Esplicita affer- morte, sepoltura, resurrezione, ascen-
mazione della santità di un individuo sione al cielo e seconda gloriosa venuta
mediante atto ufficiale. Contrapposto del Signore nostro Gesù Cristo che il
ad anagnorissis. sacerdote recita sommessamente subi-
anàdochos ἀνάδοχος Padrino nel Bat- to dopo la Consacrazione.
tesimo o nella professione monastica. anapesson ὁ ἀναπεσων "Tipo" di ico-
anàfora ἀναφορά La parte centrale na. È una rappresentazione di Gesù in-
della celebrazione eucaristica che va fante reclinato sul fianco destro e come
dal dialogo tra il sacerdote e i fedeli addormentato, ma con gli occhi aperti.
prima del canto dell'Aghios, fino all'in- Può essere fiancheggiato da due angeli
tercessione per i vivi e i defunti dopo in preghiera o recanti gli strumenti
l'epiclesi. Comprende l'Aghios, la cele- della passione. È una prefigurazione
brazione del mistero della salvezza, la della Passione: si ispira a Genesi 48:9
narrazione dell'istituzione eucaristica, (Giuda è un cucciolo di leone...) e a be-
l'anamnesi e l'epiclesi stessa. stiari medioevali secondo i quali il
anagnorissis ἀναγνώρισις Riconosci- leone dorme con gli occhi aperti e,
mento della santità di un personaggio uscito dal ventre materno morto, viene
espresso mediante la tacita approva- portato alla vita dal padre in tre giorni.
zione del suo culto, contrapposto a anàrgiri ἀνάργυροι (senza argento)
anachirixis. Appellativo di santi medici che cura-
anàgnosis ἀνάγνωσις Letture patristi- vano gli ammalati senza farsi pagare. I
che o agiografiche dell'orthros. più noti sono: Cosma e Damiano, Ciro
anagnòsmata ἀναγνώσματα Letture e Giovanni, Pantaleimon.
bibliche - in genere dall'Antico Testa- anastàsimon ἀναστάσιμον Sul tema
mento - durante le Ore. della Resurrezione. Detto di tropario,
anàlavo ἀνάλαβος Sorta di stola larga stikirà, canone, vangelo. Gli anastasima
e corta portata sotto il rason dai monaci hanno sempre la preferenza quando
megaloschimi. Deriva da una sorta di una festa coincide con la domenica.
corpetto senza maniche portato antica- anastasi ἀνάστασις Resurrezione. 1)
mente sopra la tunica. È il grande abito Titolo della basilica costantiniana eret-
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ta nel 325 sul luogo del Santo Sepolcro. - indizione - coerentemente con l'anno
2) Icona della Resurrezione, in effetti civile e fiscale in uso a Bisanzio. I Minei
raffigura non la Resurrezione di Cristo iniziano con il mese di settembre e l'of-
ma la Sua discesa agli Inferi. Basata ficiatura dei santi si intreccia con l'anno
sulla redazione greca del vangelo apo- liturgico vero e proprio secondo le re-
crifo di Nicodemo è apparsa per la pri- gole prescritte dal typikon.
ma volta nell'ottavo secolo ed ha as- anno liturgico L'anno liturgico bizan-
sunto la forma attuale nell'undicesimo. tino inizia il giorno di Pasqua. Da que-
anatolikà ἀνατολικά Serie di stichirà sta data infatti ha inizio il ciclo dell'oc-
del lucernario e delle lodi della dome- toichos. Inizia inoltre la lettura degli At-
nica. ti degli Apostoli, propedeutici alla let-
anavathmì ἀναβαϑμοί Salmi 119-133 tura delle epistole degli apostoli, e del
chiamati "salmi graduali" o delle salite Vangelo di S. Giovanni (In principio era
perché cantati dai pellegrini ebrei il Verbo…). L'anno liturgico include il
quando salivano a Gerusalemme, usati pentikostarion da Pasqua alla meteorthia
in lettura semplice o per comporre dei di Pentecoste, il periodo in cui si legge
tropari precedenti il Vangelo mattu- il Vangelo di S. Matteo fino alla festa
tino. dell'Esaltazione della S. Croce, le do-
anderìon ἀντερίον Tunica con strette meniche in cui si legge il Vangelo di S.
maniche portata dal clero sotto il rason. Luca sino all'inizio del triodion, perio-
Priva di bottoni le falde vengono so- do di preparazione alla Pasqua. È scan-
vrapposte ed è chiusa con dei fermagli. dito dalle feste despotiche, teomitoriche e
Nera per i monaci, può essere turchina dei santi. Una caratteristica dell'anno
o grigia. I sacerdoti secolari talvolta la liturgico bizantino è la commemora-
stringono alla vita con una fascia, i mo- zione anche di avvenimenti religiosi
naci con una cintura di pelle (zoni). Gli (trasferimenti di reliquie, concili) come
studenti del Pontificio Collegio Greco di avvenimenti civili, (terremoti, libe-
in Roma portavano sino ad alcuni anni razioni di assedi ecc.)
fa l’anderion blu stretto alla vita da Annunciazione εὐαγγελισμός Festa
una fascia rossa. despotica del 25 marzo. Festa della sal-
angelo del gran consiglio Rappresen- vezza del mondo - σωσίκοσμος ἑορτή
tazione alquanto rara del Salvatore im- - è una delle principali feste dell'anno
berbe e con le ali, ma riconoscibile dal liturgico tanto da non cedere nell’uffi-
nimbo crucigero. Deriva da Isaia 9:6 ciatura ad alcuna altra ricorrenza.
aniptos ἄνιπτος Chi, come forma di Il Concilio del Trullo (can. LII) ricorda
ascetismo, si astiene dal lavarsi. che in essa al pari dei sabati e delle do-
anno ecclesiastico L'anno ecclesiastico meniche della Grande Quaresima si
bizantino comincia il primo settembre celebra la Divina Liturgia di S. Giovan-
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ni Crisostomo anziché quella dei Pre- coloro che non hanno potuto parteci-
santificati in uso negli altri giorni. pare all'Eucaristia (ammalati, ecc.).
Nella tradizione antica, seguita tuttora antifona ἀντίφωνον Versetti di salmo
dai Russi, essa non viene mai spostata intercalati da ritornelli.
neanche se coincida con il Venerdì od antikaniskon ἀντικάνισκον Paga-
il Sabato Santo o la stessa Pasqua v. ky- mento in denaro in sostituzione del ka-
riopascha. Il typikon del monastero del niskion.
SS.mo Salvatore a Messina prescriveva antimìnsion ἀντιμήνσιον (al posto
anzi che in questo caso venissero pro- della mensa) Rettangolo di stoffa su
clamate le letture dell'apostolos e del cui è dipinta la deposizione di Cristo
Vangelo di entrambe le feste. nel sepolcro e ai cui angoli sono cucite
Il Typikon costantinopolitano del 1838 reliquie. È consacrato solennemente dal
ha modificato l'antica usanza dispo- Vescovo che ne firma la dichiarazione
nendo che in questi casi la festa venga scritta sullo stesso, ed assegnato ad
spostata al secondo giorno della setti- una chiesa od un sacerdote. È conser-
mana luminosa. Si noti che con l'ado- vato ripiegato all'interno dell'ilitòn e
zione del calendario giuliano riforma- posto sull'altare al di sotto del Vange-
to adottato dai greci, questa coinciden- lo. Viene spiegato durante il canto del-
za non è più possibile, mentre lo è tut- l'inno cherubico e su di esso vengono
tora per le Chiese che seguono il calen- posti i Doni nella parte centrale della
dario gregoriano. Divina Liturgia; è ripiegato dopo la di-
E' consentito mangiare pesce. stribuzione della Eucarestia. Come
anoixia ἀνοίξια Apertura al pubblico dice il nome (in luogo della mensa) era
di una chiesa. vd. enkenia. originariamente utilizzato come altare
anthologhion ἀνϑολόγιον è una pub- portatile e non poteva essere usato sul-
blicazione che cerca di comprendere la l'altare consacrato. È attualmente con-
maggior parte dei testi delle officiature siderato corrispondente alla pietra sa-
quotidiane. In genere include parti del- cra dell'altare latino. La firma del ve-
l'orologhion, dell'Octoechos, di Triodion, scovo consacrante è garanzia di comu-
Pentecostarion e Minea. Non include le nione nella vera fede e ricorda la giuri-
Divine Liturgie. sdizione episcopale.
antìdoron ἀντίδωρον (in luogo dei do- antimitatikion Pagamento per evitare
ni) Pane benedetto subito dopo la con- l'obbligo di alloggio delle truppe.
sacrazione; viene distribuito ai fedeli al antipàscha ἀντιπάσχα Domenica do-
termine della Liturgia. Originariamen- po Pasqua, o seconda domenica di Pa-
te era destinato ai fedeli che non pote- squa.
vano fare la Comunione, ora viene di- Antiphonitìs ἀντιφωνητής (letteral-
stribuito a tutti. Viene portato a casa a mente "colui che risponde," anche "il
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garante") Appellativo di Cristo per mangiare carne prima dell’inizio della
aver dato la sua vita per l’umanità. Grande Quaresima
Antiphonitria ἀντιφωνήτρια (lette- apocrisàrio ἀποκρισάριος Rappresen-
ralmente "colei che risponde") Appel- tante permanente di un patriarca pres-
lativo della Vergine che sottolinea il so il papa od altro patriarca.
suo ruolo di intercessione. apòdipno ἀπόδειπνον Compieta, una
Anziano o Antico dei giorni ὁ παλαι- delle ore canoniche. Si recita la sera
ὸς τῶν ἡμερῶν "Tipo" iconografico. È dopo cena. Il Grande apodipno si cele-
in Daniele (7,9) "il suo vestito era candido bra la sera del lunedì, martedì, merco-
come neve e come lana pura erano i capelli ledì e giovedì della santa e grande qua-
della sua testa" un appellativo del Mes- resima, il piccolo nelle altre occasioni.
sia. Talvolta la figura di Cristo con bar- apòdosis ἀπόδοσις Giorno che con-
ba e capelli bianchi è triplicata a rap- clude la meteorthia in cui si richiamano
presentare la Ss.ma Trinità. nell'officiatura i testi della festa.
aplekton ἄπληκτον Obbligo di allog- apoftegmi dei Padri Raccolta intitolata
gio per le truppe. propriamente Μέγα λειμωνάριον
apochorismos αποχωρισμός (separa- “Grande Giardino” di circa 2000 detti
zione) Sanzione ecclesiastica. Può ave- memorabili dei Padri del Deserto con-
re due gradi: sistenti sovente in un aneddoto o in
• Sospensione (apochorismos mikros): una domanda da parte del discepolo e
esclusione per un determinato pe- la risposta dell’anziano.
riodo di tempo dal sacramento del- apokukulismo ἀποκουκουλισμός So-
la Eucaristia. lenne deposizione del kukulion da par-
• Deposizione (panteles apochorismos): te del monaco megaloschimo nell'ot-
con la sospensione da tutte le fun- tavo giorno dalla professione.
zioni sacerdotali. apòlysis ἀπόλυσις Formula recitata
apokarsis ἀπόκαρσις Tonsura, si com- dal celebrante con cui viene sciolta l'as-
pie tagliando 4 ciocche di capelli in for- semblea al termine della Divina Litur-
ma di croce. gia o di una akolutìa.
apokathìlosis ἀποκαϑήλωσις Deposi- apolytìkion ἀπολυτίκιον Inno rela-
zione dalla Croce 1) rito dell'orthros tivo alla festa o al periodo liturgico can-
del Grande e Santo Venerdì 2) icona tato alla fine - apolysis - dell'officiatura
che rappresenta la scena. o al momento del piccolo isodos. Con-
apokomvion ὰποκόμβιον Borsa ceri- tiene il significato della festa o l'elogio
moniale portata dall'imperatore per le del santo celebrato e si conclude con
elemosine cerimoniali. una domanda di intercessione.
apokreo ἀπόκρεω Domenica di Car- apomìrismo ἀπομύρισμα Santifica-
nevale, ultimo giorno in cui si può zione dell'acqua mediante l'immersio-
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ne di reliquie, per contatto con qualcosa fchion e porta la croce pettorale. Durante
di sacro. Indica anche l'acqua stessa. le funzioni può usare la croce e l'epigo-
apòsticha ἀπόστιχα Tropari intercalati nation.
con versetti salmici cantati alla fine archistratega Comandante delle ar-
dell'esperinos e dell'orthros feriale. mate celesti. Titolo dell'arcangelo Mi-
apostolika La serie di icone raffiguran- chele.
ti Cristo e gli Apostoli nell'epistilio del- archondariki αρχονταρίκι Zona del
l'iconostasi. monastero riservata agli ospiti.
apostolikon schema Rango monastico archondaris αρχοντάρης In un mona-
intermedio tra martiri ed angeli. stero il monaco addetto all'ospitalità.
apostolnik vd. epimandylion arconte ἄρχων Dal nome della princi-
apòstolos ἀποστόλος 1) Lettura tratta pale magistratura ateniese, titolo con-
da una lettera di un apostolo, o nel pe- ferito ad alcuni dignitari, laici ed eccle-
riodo pasquale, dagli Atti degli Apo- siastici del Patriarcato Ecumenico.
stoli. 2) Il libro contenente le pericopi artoclasìa ἀρτοκλασία Akolutìa consi-
stesse per le varie occasioni. stente nella benedizione di cinque pa-
aravona ἀρραβών (pegno matrimo- ni, grano, vino ed olio compiuta in o-
niale) Rito del fidanzamento. nore di un santo particolarmente im-
arcidiacono ἀρχιδιάκονος Diacono portante.
che usualmente presta servizio con un artofòrio ἀρτοφόριον Custodia del-
Metropolita o Patriarca. Protodiacono. l'Eucarestia in forma di tabernacolo
archieratikòn ἀρχιερατικον Libro li- posto sull'altare o di colomba penden-
turgico che contiene le officiature pro- te dal ciborio.
prie del Vescovo quali ordinazioni, artos pasquale Ἄρτος Pane benedetto
consacrazioni di antiminsion... al termine della Liturgia pasquale, re-
archimandrìta ἀρχιμανδρίτης Pro- sta esposto su un analoghion per tutta la
priamente superiore di un grande mo- settimana, viene spezzato e distribuito
nastero, egumeno, in questo senso è l'e- nel sabato luminoso.
quivalente dell'abate latino. Il titolo di asmaticòn ᾀσματικóν Libro conte-
archimandrita - onorario - viene confe- nente i canti della Liturgia e delle ore
rito dal vescovo o patriarca, come rico- propri del coro, contrapposto al psalti-
noscimento, anche a sacerdoti secolari kon che contiene le parti per il solista.
non sposati, analogamente al titolo di asmaticòs, ufficio ἀκολουϑία ᾀσματι-
monsignore usato dalla Chiesa latina. κή è l'antica ufficiatura propria delle
È titolo proprio della Chiesa bizantina cattedrali contrapposta a quella mona-
e pertanto non dovrebbe mai essere stica che ha finito con il prevalere.
concesso a sacerdoti di altro rito. In- aspasmòs ἀσπασμός L'abbraccio di
dossa il kalimafchion con l'epanokalima- pace della notte di Pasqua e durante la
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Divina Liturgia prima della professione conservato nel Protaton a Karyes sul
di fede. Esprime la riconciliazione di Monte Athos.
tutti. àxios ἄξιος (è degno) Parola detta o
asterìskos ἀστερίσκος (piccola stella) cantata tre volte dall’ordinante e dal
Strumento liturgico composto da un popolo durante l’ordinazione di un
doppio archetto metallico con una stel- diacono, di un sacerdote o di un ve-
la appesa al centro posto sul diskos per scovo.
tenere i veli lontano dai Doni. Talvolta
l'asteriskos può essere a forma di ca- B
lotta e unito al diskocallima. battesimale, veste ὁ χιτών φωτεινός,
autocefalìa αὐτοκεφαλία Termine ἡ φωτοειδ ὴ ς στολή La veste fatta in-
giuridico per indicare la completa in- dossare al neobattezzato immediata-
dipendenza di una Chiesa ortodossa, mente dopo l’immersione battesimale.
retta da un santo Sinodo che ne elegge Nel mondo ortodosso è considerata sa-
il Pastore supremo, il quale non riceve cra e deve essere conservata con cura o
conferma da altra autorità. Tutte le distrutta con il fuoco.
Chiese patriarcali sono autocefale, ed battesimo βαπτισμός Primo sacra-
anche alcune rette da arcivescovi, co- mento dell'iniziazione cristiana. Per
me la Chiesa di Grecia. vd. anche auto- questo motivo il rito si svolge nel nar-
nomia. tece, ricordo dell'usanza dei primi se-
autodespotos αὐτοδέσποτος (che si coli in cui il battistero era un edificio
governa da sé) Monastero indipen- separato dalla chiesa. La Chiesa bizan-
dente contrapposto a idiodespotos. tina amministra il Battesimo per im-
autonomia Condizione di una Chiesa mersione, nella kolimvithra, con acqua
ortodossa, retta in maniera indipen- appositamente benedetta nel contesto
dente da un Pastore il quale viene no- stesso della cerimonia. Secondo la
minato o confermato da un’autorità prassi, antichissima, il Battesimo viene
superiore – in genere un patriarca – immediatamente seguito dal rito della
esterna ad essa. Confermazione e dall'amministrazione
àvaton ἄβατον Divieto di accesso agli dell'Eucarestia.
ambienti di un monastero maschile o battesimo della Croce Immersione
femminile per i membri dell’altro ses- della croce nell'acqua durante la cele-
so. Clausura brazione del grande aghiasmos nel
axion estin Ἄξιον ἐστίν “Tipo” di ico- giorno della Teofania.
na mariana che prende il nome dall’in- battistero φωτιστήριον Luogo ove è
cipit del megalinario della Divina Li- posto il fonte battesimale (kolinvìtra).
turgia di S. Giovanni Crisostomo. Il Quando questo non è collocato in un
prototipo risalente al settimo secolo è edificio apposito, viene posto nel nar-
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tece. stati considerati bisestili soltanto gli
beatissimo appellativo onorifico dei anni secolari divisibili per 400. Questa
Patriarchi (per i quali si usa anche l'ap- riforma accolta immediatamente sol-
pellativo Santità) e di alcuni Arcive- tanto nei paesi cattolici, incontrò negli
scovi maggiori. Sua Beatitudine NN. altri paesi resistenze per motivi politici
bema v. Vima. e religiosi, venendo adottata nei paesi
bikion βικίον v. rantistirion ortodossi, ai fini civili, soltanto all’ini-
blachernitissa βλαχερνίτισσα Rap- zio del XX sec. I fedeli di rito bizantino
presentazione di Maria orante, prende in Italia seguono il calendario grego-
nome dalla chiesa detta di Blacherne in riano sia per le feste fisse che per quelle
Costantinopoli. mobili, legate alla Pasqua. Le Chiese di
blàttion βλάττιον Drappo che ricopre Costantinopoli, Grecia, Romania, e
e decora l'analoghion per la lettura del quelle ad esse collegate, usano il calen-
Vangelo. dario gregoriano (più propriamente
brefocratusa βρεφοκρατοῡσα (Colei un calendario giuliano riformato, mol-
che regge il Bambino). Tipo di icona to prossimo a quello gregoriano) per le
mariana. feste fisse, mentre seguono quello giu-
liano per la determinazione della data
C della Pasqua. La Chiesa di Russia usa
calendario giuliano Il calendario se- il calendario giuliano non soltanto per
condo la riforma promulgata nel 46 le feste mobili, ma anche per le feste
A.C. da Giulio Cesare. Vedi anche la fisse, celebrando così il Natale nel gior-
voce seguente. no che per lo stesso calendario civile
calendario gregoriano Il calendario giu- russo (l'adozione del calendario grego-
liano è di undici minuti più lungo del riano fu uno dei primi atti del governo
calendario astronomico; ciò determina rivoluzionario nell'ottobre del 1917) ri-
uno scostamento di tre giorni ogni 400 sulta essere il 7 gennaio. Le comunità
anni. Nel XVI secolo questa differenza cattoliche che risiedono in paesi a mag-
era giunta a 10 giorni, per cui l'equino- gioranza ortodossa sono autorizzate,
zio di primavera, base per il calcolo in spirito ecumenico, a celebrare la Pa-
della data di Pasqua cadeva l'11 marzo squa in coincidenza con quella della
anziché il 21. Per rimediare a ciò nel maggioranza della popolazione.
1582 Gregorio XIII promulgò (dopo un calofonico, stile Modalità di canto par-
tentativo di accordo con il patriarca di ticolarmente ornata.
Costantinopoli) una riforma del calen- calògero καλόγερος (bel vecchio) Ap-
dario che prese il suo nome, soppri- pellativo tradizionalmente usato per
mendo dieci giorni dal calendario e di- indicare un monaco.
sponendo che per il futuro sarebbero calvario Immagine di Cristo crocifisso
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affiancato da Maria e Giovanni vd. catecùmeno κατηχούμενος Colui che
lypira. È di norma posto sulla sommità riceve la prima istruzione cristiana - ca-
dell’iconostasi sì da poter essere vista techesi - per ricevere il Battesimo. È det-
da ogni punto della chiesa. ta liturgia dei catecumeni la prima par-
canonàrca κανονάρχης Il solista inca- te della Divina Liturgia sino al grande
ricato di suggerire ai cantori le parole isodos, perché era l'unica parte del rito
degli inni e la melodia su cui modu- cui fosse loro consentito di assistere.
larli. cenobìtico κοινόβιον Monastero i cui
cànone κανών 1) Composizione inno- monaci fanno vita in comune, svol-
grafica composta di nove odi, o più gendo ciascuno i compiti affidatigli
spesso di otto - nel qual caso a mancare per l'andamento della casa, e riunen-
è la II, ogni ode preceduta da un irmo è dosi per le officiature e la consuma-
composta di più tropari. 2) Disposi- zione dei pasti. È retto da un egumeno
zione di carattere disciplinare od orga- o archimandrita eletto di norma a vita.
nizzativa di un Concilio. ceroferàri λαμπαδοῡχος Portatori di
cantaro vd. fiala ceri o lampade durante il grande e il
canto liturgico Ogni azione della Chie- piccolo isodos e le processioni.
sa bizantina è accompagnata dal canto ceromàstice κηρομαστίχη Miscela di
sia dei celebranti che del popolo o dei mastice, cera, polvere di marmo, in-
cantori. Il canto bizantino è sempre censo, mirra, aloe ed altre sostanze,
monodico, essendo bandita ogni forma utilizzata nella cerimonia di consacra-
di polifonia come l'uso di qualsiasi zione di un altare, per fissare la tavola
strumento musicale. La voce del canto- alle colonnine che la sostengono.
re è sostenuta soltanto dall'ison. Carat- chalkopratissa χαλκοπράτισσα vd.
teristica del canto liturgico bizantino è aghiosoritissa.
l'alternarsi di due cori durante le offi- charistikarios χαριστικάριος Laico
ciature. Tale tradizione ha origine dal cui è affidata l’amministrazione di un
cerimoniale della corte imperiale di Bi- monastero.
sanzio le cui cerimonie erano scandite chartularios χαρτουλάριος Archivista
e sottolineate dagli inni ed acclama- cheretismì χαιρετισμοί Le varie stan-
zioni dei cori delle due fazioni degli ze dell’inno akathistos, così chiamate
Azzurri e dei Verdi. per la continua ripetizione del saluto
cartofilàce χαρτοφύλαξ Dignitario ec- angelico chere (gioisci).
clesiastico, archivista del patriarcato o chernivòxeston χερνιβόξεστον Broc-
dell'eparchia. ca e bacile usati per il lavacro delle ma-
catechèsi κατήχησις Insegnamento ni del Vescovo durante la Liturgia
orale che si dava a coloro che si prepa- Pontificale.
ravano al Battesimo, ai catecumeni. cherùbico, inno v. Cherubikon.
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cherubikòn χερουβικὸς ὕμνος Inno chirotonìa χειροτονία L’imposizione
risalente al VI secolo cantato al mo- delle mani da parte del Vescovo nel
mento del grande isodos che inizia con conferimento degli ordini sacri.
le parole “Noi che misticamente rappre- chirotesìa χειροϑεσία L’imposizione
sentiamo i Cherubini…”. Il sabato santo delle mani da parte del Vescovo nel
santo e nella Liturgia dell'encenia que- conferimento di una dignità che non
sto inno viene sostituito dall'altro : sia l’ordine sacro.
"Resti muta ogni umana carne..." chiton χιτών Tunica indossata sotto
chiesa ναός, ἐκκλησία La costruzione l’imation od il maphorion.
della chiesa è decisa dal vescovo in ba- choneftìrion χωνευτήριον Vasca, si-
se alle esigenze di culto della popola- tuata in genere presso la protesi, usata
zione ed è da lui inaugurata dopo la per versare l’acqua usata per il Batte-
consacrazione dell'altare con il myron. simo o per il lavaggio degli oggetti sa-
La chiesa deve essere orientata in ma- cri.
niera tale che durante la preghiera il choros o kyklos χορός Larga struttura
sacerdote ed i fedeli siano rivolti ad circolare o poligonale pendente dalla
oriente, donde proviene il Salvatore, volta della chiesa e che sostiene nume-
vero sole del cristiano. In una chiesa si rose lampade.
eleva un solo altare, perché uno è il po- chorostasìa vd. corostasia.
polo di Dio. Le parti della chiesa sono chrismon χρισμόν Monogramma co-
il pronao, o esonartece, il nartece, la na- stantiniano, le prime due lettere greche
vata, l'abside che include il vima. Alcune del nome di Cristo X e P intrecciate.
di queste parti possono mancare, ma chyma χύμα Maniera monotona e con-
ciò non rende impossibile la celebra- tinua di leggere un testo, es. il tetrae-
zione del culto. La tradizione ha codi- vangelio.
ficato la decorazione delle varie parti cibòrio κιβόριον 1) Piccola cupola sor-
del tempio, realizzata con mosaici ed retta da quattro colonne (simbolo degli
affreschi. Le statue non hanno mai tro- evangelisti) che copre l'altare. Dal suo
vato posto nelle chiese bizantine, es- centro pende l'artoforio se a forma di
sendo limitato l'uso della scultura a colomba. 2) Contenitore in cui sono ri-
fregi e capitelli. poste le reliquie sotto l'Altare (Simeone
chiesa, grande ἡ μεγάλη ἐκκλησία di Tess. PG 342 b).
vd. grande chiesa. cicli liturgici L'officiatura bizantina è
chirògrafo del peccato testo, di norma determinata dal sovrapporsi ed intrec-
in forma di rotolo, che elenca i peccati ciarsi di tre cicli temporali:
dell’umanità recato in mano nelle ico- • Ciclo delle feste mobili. Ha come
ne da Cristo o più di rado dalla Ver- base la Pasqua ed è costituito dalle
gine. feste che da essa dipendono.
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• Ciclo delle feste fisse. È quello delle celebrazione da parte di più sacerdoti.
feste che ricorrono a data fissa. Ha Durante la celebrazione i vari concele-
inizio il primo settembre. branti si dispongono attorno all'altare
• Ciclo settimanale. La settimana bi- alternativamente a destra e sinistra del
zantina inizia con la domenica, il primo celebrante in ordine decrescente
giorno della Resurrezione del Si- di rango ed età.
gnore, il primo dopo il sabato. Il lu- confermazione χρίσμα Nella Chiesa
nedì è dedicato agli Angeli. Il mar- bizantina la Confermazione viene am-
tedì è consacrato a S. Giovanni Bat- ministrata dal parroco, o da un sacer-
tista. Il mercoledì (in cui si ricorda dote da lui delegato, con il myron con-
il tradimento di Giuda) ed il ve- sacrato dal vescovo, immediatamente
nerdì (ricordo della Passione) sono dopo il conferimento del Battesimo nel
giorni di penitenza e digiuno per contesto della stessa cerimonia.
tutto l'anno. Il giovedì è consacrato confessione L’atto di riconoscimento e
agli Apostoli. Il sabato è destinato confessione dei propri peccati da parte
in particolare alla preghiera per i di un individuo davanti a Dio, alla pre-
defunti. senza di un sacerdote (pneumatikos) a
clamide χλαμύς Lungo mantello, di ciò autorizzato che assegna l’epitimia.
solito fissato sulla spalla sinistra con Di norma ha luogo davanti ad una
una fibula. icona di Cristo. Il rituale prevede due
colomba eucaristica v. artoforio. forme per la sua celebrazione: indivi-
colori liturgici La Chiesa bizantina duale e comunitaria. La confessione è
non ha la dettagliata simbologia dei co- sempre segreta ed individuale, l’asso-
lori propria della Chiesa latina. Si fa di- luzione può essere comunitaria.
stinzione tra colori luminosi (chiari) corepiscopo χωρεπίσκοπος Vescovo
utilizzati normalmente e colori scuri: con autorità sui territori circostanti
blu od anche nero utilizzati nella Gran- una città, vescovo ausiliare.
de settimana e nelle funzioni funebri. corona Corona di metallo o di stoffa ad
A seconda della tonalità il rosso può imitazione di fiori di limone, con la
essere considerato luminoso o scuro. quale il Sacerdote incorona gli sposi
In linea di principio vale la consuetu- durante il sacramento del Matrimonio.
dine di utilizzare nelle grandi feste i La corona è bianca in segno di purezza
paramenti migliori disponibili. Alcune e rappresenta il potere degli sposi, co-
Chiese anche ortodosse hanno intro- me re e regina della loro casa. La co-
dotto regole sull'uso dei colori a somi- rona è formalmente deposta con una
glianza della Chiesa latina. apposita cerimonia dopo otto giorni.
concelebrazione Prassi consueta della corostasìa χοροστασία L'assistere del
chiesa bizantina è sempre stata la con- Vescovo od altro dignitario ad una
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funzione liturgica stando “in mezzo al ciprete. In Russia per un privilegio
coro”, in realtà al trono esterno od altro concesso dallo zar Nicola II è portata
seggio distinto, quando non presiede da tutti i sacerdoti. I vescovi portano
la celebrazione all'altare. l'enkolpion e la croce pettorale, i patriar-
crisma χρίσμα olio comune benedetto chi due enkolpion e la croce.
dal sacerdote per le unzioni prebattesi- croce processionale Croce montata su
mali. Non deve essere confuso con il di un'asta e portata nelle processioni
myron. assieme agli esapterigi ed alle lam-
Cristo gran sacerdote "tipo" di icona: il pade.
Salvatore appare vestito di abiti ponti- croce di santificazione Piccola Croce -
ficali con la corona. Viene posta so- 20 - 30 cm. di altezza - di legno scolpito
vente sul dossale del trono episcopale. o metallo dotata di piedistallo
croce σταυρός La croce bizantina ha in cucchiaino λαβίς Piccolo cucchiaio u-
genere i due bracci disuguali, quello sato per distribuire l'Eucarestia ai fe-
orizzontale più corto del verticale. deli, vd. lavìs.
Nell'ambiente slavo reca altri due cupola Di origine romana, simbolo
bracci trasversali: uno corto orizzon- della volta celeste, la cupola copre la
tale, al disopra di quello principale, parte centrale della chiesa. È decorata
rappresenta il cartello su cui secondo il di norma con l'immagine di Cristo pan-
Vangelo Pilato fece porre la scritta tocrator.
«Gesù Nazareno Re dei Giudei»; l'al-
tro, presso il piede della croce, obliquo D
deriva da un errore di interpretazione dèisis δέησις (supplica) Raffigurazio-
da parte degli artisti slavi, della rap- ne di Cristo fiancheggiato dalle figure
presentazione prospettica della tavo- in genere di Maria SS.ma e dell'apo-
letta orizzontale su cui in alcuni casi fi- stolo Giovanni o del Precursore o di al-
gurano inchiodati i piedi del Cristo. tri santi. Spesso si aggiunge quella del
croce benedizionale Σταυρός εὐλο- fondatore della chiesa o del monastero
γίας Piccola croce - 20-30 cm. di altezza o del committente dell'opera. Prende il
- usata dal vescovo durante le proces- nome di grande deisis quando vi si ag-
sioni e la Liturgia per benedire il po- giungono altri santi, anche dipinti su
polo. Viene usata, quando non se ne tavole separate.
utilizzi una apposita contenente reli- dekanikion δεκανίκιον Bastone pa-
quie, al termine del grande aghiasmos storale, anche semplicemente bastone
per il battesimo della Croce. concesso ai monaci per appoggiarsi
croce pettorale Croce appesa ad una durante le più lunghe officiature.
catena portata al collo sull'abito o sui despòtica (festa) Festa del Signore.
paramenti dall'archimandrita e dall'ar- Nell'anno liturgico le feste despotiche
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commemorano uno dei Misteri della destra che serve ai celebranti per in-
Redenzione: dossare i paramenti.
• Circoncisione, 1 gennaio. diapsalma διάψαλμα Pausa durante
• Teofania , 6 gennaio. la recita di un salmo.
• Hypapantì , 2 febbraio. diastyla διάστυλον Barriera costituita
• Domenica delle Palme. da un architrave sostenuto da colonne,
• Annunciazione , 25 marzo. forma primitiva di iconostasi.
• Pasqua. diatàxis v. Taxis.
• Ascensione. dikìrio e trikìrio o dìkiron e trìkiron
• Pentecoste. δικήριον o δίκηρον e τρικήριον o τρί-
• Trasfigurazione, 6 agosto. κηρον anche δικηροτρίκηρα Due can-
• Esaltaz. della Ss.ma Croce, 14 set- delieri portanti rispettivamente due e
tembre. tre candele incrociate e legate con un
• Natale, 25 dicembre. nastro. Vengono usati dal Vescovo per
despotiche, icone Sono così denomi- la benedizione dei fedeli durante la Di-
nate le icone del primo ordine dell’ico- vina Liturgia con la formula: «Signore,
nostasi: quella di Cristo immediata- Signore, riguarda dal cielo e vedi, visita
mente a destra della porta bella, della questa vigna, e fa che essa prosperi perché
Theotokos a sinistra, di S. Giovanni la tua destra l'ha piantata». Simboleg-
Battista e del santo titolare della chiesa giano il primo le due nature, umana e
rispettivamente a destra e sinistra. divina del Cristo, l'altro le tre persone
despotikòn δεσποτικόν vd. Trono. della SS.ma Trinità.
deutereuon δευτερεύων 1) Vicario digiuno Astensione dal cibo. La Chie-
parrocchiale. 2) Coadiutore dell'egu- sa bizantina osserva il digiuno totale il
meno. Venerdì Santo. Nella Grande Quaresi-
dexiocratousa δεξιοκρατούσα (che a ma, nella quaresima di Natale e nei mer-
destra ha la potenza) Icona della Theo- coledì e venerdì di tutto l'anno e il 14
tokos in cui questa sorregge il Bambino settembre, festa dell'Esaltazione della
con il braccio destro anziché con il si- Croce, il digiuno è limitato all'effettua-
nistro come di consueto. zione di un solo pasto giornaliero, la
dhiamonitirion διαμονητηρίον Per- sera dopo l'esperinos.
messo di ingresso e soggiorno per vi- dikaiodosia δικαιοδοσία I diritti e l’a-
sita nel territorio del Monte Athos, ha utorità di un Vescovo sulla propria di-
di norma validità di 3 giorni. ocesi.
diakonikà διακονικά litania diaco- dikaiofilace δικαιοφύλαξ Officiale
nale. patriarcale che funge da giudice nelle
diakonikòn διακονικόν All'interno cause di natura ecclesiastica.
del Vima, locale o piccolo altare sulla dikaios δικαῑος Priore di una skiti.
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diskelion δισκέλιον Leggio costituito Grande Quaresima (ad eccezione
da due telai incernierati a forma di X. della Domenica delle Palme), il pri-
diskokàlymma e deuterokàlymma (o mo gennaio (festa di S. Basilio di Ce-
poterokalymma) I due veli che co- sarea), il Giovedì ed il Sabato Santo,
prono rispettivamente il diskos ed il ca- la vigilia di Natale e della Teofania
lice. Generalmente kalimma vd (in questi due ultimi casi, se è sa-
dìskos δίσκος Patena più ampia di bato o domenica si celebra la Litur-
quella latina e di solito sorretta da una gia di S. Giovanni Crisostomo e
base, su di essa vengono posti l'Amnos quella di S. Basilio è spostata al
e le altre particole, l'asteriskos ed i veli. giorno della Festa).
dittici δίπτυχον 1) Lista di nomi di • c) La Chiesa bizantina ha in uso
vivi e defunti scritta su una tavoletta come quella latina la Liturgia detta
od un cartoncino per la commemora- di S. Gregorio o dei Presantificati.
zione nella Liturgia. 2) L’elenco uffi- Non si tratta di una vera Liturgia
ciale dei nomi dei capi delle Chiese in eucaristica, ma di una akoluthia in
comunione ecclesiastica letto dai con- cui vengono distribuiti i Sacri Doni
celebranti di una Liturgia celebrata da consacrati nella Liturgia domeni-
un Vescovo. cale precedente, perciò Liturgia dei
divambulos διβάμβουλον Candela- Presantificati. Viene celebrata i
bro che si reca e pone davanti al pa- mercoledì e venerdì della grande
triarca nelle funzioni liturgiche. Deriva Quaresima ed i primi tre giorni della
dal cerimoniale imperiale ove simbo- Grande e Santa Settimana.
leggiava i poteri spirituale e temporale • d) Un'altra liturgia eucaristica è la
propri dell’imperatore bizantino. Liturgia di S. Giacomo il fratello del
Divina Liturgia ϑεία Λειτουργία No- Signore, antica Liturgia della Chie-
me che nella Chiesa bizantina assume sa di Gerusalemme. Essa ha strut-
la celebrazione eucaristica. Le Divine tura propria. In alcune chiese, tra
Liturgie in uso nella Chiesa Bizantina cui quella romana di S. Atanasio,
sono: viene celebrata in occasione della
• Divina Liturgia di S. Giovanni Cri- festa del Santo il 23 ottobre, in
sostomo, di origine antiochena e di molte chiese ortodosse è celebrata
uso normale. nella domenica dopo Natale.
• b) Divina Liturgia di S. Basilio, più • e) Divina Liturgia di S. Marco, pro-
antica della precedente, da cui si pria della Chiesa di Alessandria at-
differenzia soltanto per l'anafora ed testata in manoscritti del XII - XIII
alcune altre preghiere. Secondo il sec.; non viene usata.
Typikon è previsto che sia celebrata • f) Nell'Italia meridionale nel pas-
dieci volte l'anno: le domeniche della sato è stata inoltre usata la cosid-
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detta Liturgia di S. Pietro, tradu- nostasi.
zione greca ed adattamento del ca- dogmatikon δογματικόν theotokion
none romano. cantato nei Grandi Vespri. È così defi-
docheiarios δοχειάριος Tesoriere o nito in quanto contiene abitualmente
cellario in un monastero. una concisa presentazione del dogma
dodekaorton δωδεκάορτον v. dodici fe- dell'Incarnazione.
ste. domenica Giorno del Signore, giorno
dodici feste La tradizione bizantina ha in cui è risorto Gesù Cristo. La celebra-
fissato un elenco delle dodici feste più zione della domenica con i suoi testi,
importanti dell'anno liturgico, sono: anastasima, ha la prevalenza sulle feste
• 8 settembre, Natività della Madre teomitoriche ed aghiasmiche, e non scom-
di Dio. pare del tutto neanche dinanzi alle fe-
• 14 settembre, Esaltazione della Cro- ste despotiche. Alcune domeniche han-
ce. no un nome proprio: Domenica di Car-
• 21 novembre, Presentazione di Ma- nevale, Domenica delle Palme, Antipa-
ria al Tempio. sca…; quelle dopo la Pasqua prendono
• 25 dicembre, Natale. nome dal brano evangelico letto nella
• 6 gennaio, Teofania. Liturgia: delle Mirofore, del cieco na-
• 2 febbraio, Hypapantì. to… Altre sono legate a commemora-
• 25 marzo, Annunciazione. zioni particolari: dei progenitori del Si-
• 24 giugno, Natività di S. Giovanni gnore, dei Santi Padri. La festa dell'E-
Battista. saltazione della Croce, il Natale e la
• 29 giugno, Santi Pietro e Paolo. Teofania sono precedute e seguite da
• 6 agosto, Trasfigurazione. una domenica di preparazione e una di
• 15 agosto, Dormizione della Madre commemorazione.
di Dio. domestikòs δομέστικος Solista in un
• 29 agosto, Decapitazione di S. Gio- coro.
vanni Battista. doni, sacri Il pane ed il vino per la ce-
• Domenica delle Palme. lebrazione eucaristica.
• Ascensione. dormizione κοίμησις Festa teomitorica,
• Pentecoste. che commemora il 15 agosto il transito
L'icona “delle dodici feste” include in di Maria SS.ma dalla terra al cielo. L'i-
riquadri separati la rappresentazione cona della festa raffigura la Vergine
tradizionale di tutte queste feste. Icone Maria sul letto di morte circondata dai
raffiguranti 12 feste, pur con qualche Discepoli, in piedi al centro della scena
variante, ma mantenendo fisso il nu- il Salvatore accoglie l'anima della Ma-
mero, costituiscono una delle rappre- dre in forma di infante.
sentazioni canoniche proprie delle ico- dossologìa δοξολογία Inno di glorifi-
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cazione. Vi sono una Piccola ed una ortodosso e in alcune comunità cattoli-
Grande Dossologia, ambedue incen- che viene anche amministrato a tutti i
trate sull’ inno angelico «Gloria a Dio fedeli il grande e santo mercoledì.
nel più alto dei cieli…». Fanno parte en- efchològhion εὐχολόγιον più comu-
trambe dell'orthros: la Grande è riser- nemente euchològhion.
vata alle feste, mentre la Piccola viene efimèrio ἐφημέριος v. Ebdomadario. Il
utilizzata negli altri giorni e nell'apodi- sacerdote incaricato di una parrocchia,
pnon. parroco.
doxastikòn δοξαστικόν Tropario che si efimnio ἐφύμνιον Breve ritornello ri-
recita dopo la dossologia, cioè dopo le petuto dopo ogni versetto di un salmo.
parole Gloria al Padre… eforìa ἐφορεία La custodia o patrona-
dryphakta Barriera di separazione tra to di un monastero affidata ad un laico
navata e Santuario, forma primitiva di (eforo).
iconostasi. egùmeno o igùmeno ἡγούμενος Su-
periore di un monastero. Il femminile
E egumenissa indica la figura corrispon-
ebdomadàrio ἑβδομαδάριος Chi è in- dente in un monastero femminile.
caricato settimanalmente di una fun- eidolon εἴδωλον (immagine) Il termi-
zione. Lo ieromonaco incaricato setti- ne è usato per indicare, oltre che le im-
manalmente delle officiature. magini degli dei pagani in contrappo-
ecclesiàrca ἐκκλησιάρχης Nei mona- sizione alle icone cristiane, l'immagine
steri il monaco incaricato della cura di dell'anima della Theotokos che appare
tutto ciò che concerne il servizio divi- nell'icona della Dormizione.
no; capo sacrista. ekfònesi ἐκφώνησις Conclusione ad
ecclisiasmos ἐκκλησιασμός È il rito alta voce delle preghiere sacerdotali
con cui una persona viene offerta a recitate sommessamente (μυστικως) .
Dio, se è già battezzata è una riconfer- ekklisìa ἐκκλησία Navetta per l'incen-
ma, altrimenti un anticipo. Talvolta si so. In alcuni luoghi nelle grandi occa-
confonde con l'imposizione del nome. sioni si usa una lussuosa navetta di
economia οἰκονομία In ambito giuri- grandi dimensioni a forma di piccolo
dico: rispetto dello spirito della legge, tempio che il diacono regge durante le
contrapposto a acribia. incensazioni, utilizzando un velo, sulla
efchèleon εὐχέλαιον Sacramento del- spalla sinistra.
l'olio santo per gli ammalati. La forma ektenìa ἐκτενής Preghiera «insisten-
normale prevede l'intervento di 7 sa- te» serie di invocazioni recitate dal dia-
cerdoti, ma ne esiste una forma breve cono dopo la lettura del Vangelo ed in-
da celebrare in caso di urgenza da tervallate dal canto del Kyrie eleison da
parte di un solo sacerdote. In ambito parte del popolo.
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eleftherotria ἐλευϑερώτρια (libera- indica l'inaugurazione di una chiesa,
trice) “Tipo" di icona mariana. ovvero la sua apertura al pubblico
eleusa ἐλεοῦσα Misericordiosa, appel- (anoixia), alla vera e propria consacra-
lativo della Vergine. Icona della Madre zione si riferiscono i termini kathierosis
di Dio che tiene il Figlio sul braccio e o kathaghiasi.
verso cui si china in un gesto di tene- encheirion ἐγχϵίριον 1) Drappo rica-
rezza. Il Figlio tocca la Madre con la mato posto sotto una icona, podea. 2)
gota e circonda il suo collo o una spalla Fazzoletto anticamente a disposizione
con il braccio. Secondo alcuni studiosi del celebrante per asciugarsi le mani e
si differenzia dalla Glycofiolusa perché portato appeso alla cintura sul fianco
in questa il Bambino tocca il mento destro. Dalla sua stilizzazione sarebbe
della Madre. In ambito russo prende il derivato secondo alcuni l'epigonation.
nome di Madre di Dio dellla Tenerez- endite v. ependite.
za. Al “tipo” della Theotokos Eleusa endonartèce v. Nartece.
appartiene la Madonna del Buon Con- eni αἶνοι Inno di lode contenente la
siglio di Genazzano. frase “Lodate il Signore”
èmbolos ἔμβολος Portico situato ad enkleistos ἔγκλειστος Monaco che
un lato della chiesa, da non confondere trascorre per ascetismo l'intera esisten-
con l’esonartece. Corrisponde al deam- za od un periodo della propria vita re-
bulatorio delle chiese occidentali. cluso in una cella.
Emmanuele Tipo iconografico di Cri- enkòlpion ἐγκόλπιον Piccola icona
sto bambino o giovane, quindi senza della Madre di Dio a forma di meda-
barba. glione portata sul petto dal Vescovo. Il
enarxis ἔναρξις Parte iniziale della Di- Metropolita o il Capo di una Chiesa
vina Liturgia: comprende la grande in- portano durante le funzioni liturgiche
censazione, la benedizione iniziale, le anche un secondo medaglione raffigu-
litanie, le antifone, il piccolo introito, il rante Cristo. v. anche panaghia e croce
Trisagion. pettorale.
enkènia ἐγκαίνια Consacrazione della enkòmia ἐγκώμια Elogio funebre ri-
chiesa. La ricorrenza annuale è cele- preso dalla tradizione popolare greca.
brata con riti analoghi a quelli della Nella liturgia del grande e santo sabato
prima inaugurazione. È una ricorrenza (celebrata il venerdi sera) sono tre sta-
di particolare importanza, tanto che gli sis di versi poetici in cui si riflette sulla
antichi canoni vietavano di consacrare morte e sepoltura di Cristo. Propria-
una chiesa nel giorno della commemo- mente sono 176, quanti i versetti del
razione del Santo cui era dedicata, per salmo 118 a cui andrebbero interval-
evitare che le due ricorrenze annuali lati. In realtà tale pratica è attualmente
coincidessero. Propriamente il termine seguita soltanto nei monasteri e in
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qualche cattedrale; nell’uso comune ne ependousis Rivestimento d'icona,
vengono cantati solo alcuni, pur rispet- thringion
tando la suddivisione nelle tre stasis ependìte ἐπενδύτης Tovaglia superio-
proprie del salmo. Vedi anche epitafios re dell'altare, riccamente decorata è
thrinos. Modernamente sono state rea- simbolo della gloria che circonda la Di-
lizzate composizioni analoghe dedi- vinità.
cate alla Vergine, utilizzate in occa- epìclesi ἐπίκλησις (invocazione) 1) In-
sione della Dormizione. vocazione liturgica in cui si prega che
enòrdhinos ἐνόρδινος Appellativo venga (oppure che Dio Padre mandi)
delle domeniche dopo la Pentecoste. lo Spirito Santo per compiere una be-
enoria ἐκκλησία ἐνοριακή Parrocchia nedizione o consacrazione. 2) Termine
o cura parrocchiale affidata ad un sa- tecnico per indicare l'invocazione a
cerdote parroco. Propriamente unità Dio che mandi lo Spirito Santo per tra-
amministrativa ecclesiastica che com- sformare il pane ed il vino nel Corpo e
prende un gruppo di parrocchie in uno Sangue di Cristo durante l'anafora.
o più villaggi, dipendente da un gran- epìdosi ἐπίδοσις Concessione di una
de centro ecclesiastico (vescovato o istituzione ecclesiastica da un’autorità
metropoli). ad un’altra.
éntalma ἔνταλμα (raccomandazione) Epifanìa ἐπιφάνεια v. Teofania.
Prescrizione del patriarca o del ve- epifitis ἐπιφοίτησις Infusione, pre-
scovo ad un delegato su un argomento senza dello Spirito santo invocata dal
determinato. sacerdote sull'acqua e sull'olio del bat-
eortodromion ἑορτοδρόμιον Pubbli- tesimo
cazione contenente commenti ai cano- epigonàtion ἐπιγονάτιον Paramento
ni delle feste del Signore e della Madre del vescovo o di un dignitario ecclesia-
di Dio. stico, a forma romboidale appeso tra-
eortologhion ἑορτολόγιον Libro con- mite un nastro, e portato all'altezza del
tenente l’elenco delle feste accompa- ginocchio, da cui il nome. Anticamente
gnato da brevi biografie dei santi com- costituiva la borsa in cui il vescovo
memorati conservava il testo dell'omelia. Porta
eothinòn ἑωϑινόν (del mattino) Stikirà spesso ricamata una spada, simbolo
alle lodi della domenica. della forza della parola.
epanokalymàfchion ἐπανωκαλυμ- epimandylion Velo che copre comple-
μαύχιον Velo derivante dal cappuccio, tamente il capo e le spalle lasciando
portato sul calymafchion a formare un scoperto il volto. È portato dalle mona-
tutt'uno. È simbolo di verginità. che che lo ricevono quando vengono
eparchìa ἐπαρχία Diocesi di rito bi- accettate come novizie.
zantino. epimanìkia ἐπιμανίκια Indumenti li-
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turgici, sorta di manicotti usati per rac- logo con l'immagine della Theotokos
cogliere le ampie maniche degli abiti li- per la festa della Dormizione.
turgici. Sono simbolo di potenza come epitàfios thrinos ἐπιτάφιος ϑρῆνος
si desume dalle preghiere recitate nel- Akoluthia del venerdì santo, in effetti
l'indossarli. parte dell'ortros del sabato santo. Il te-
epirritàrio ἐπιρριπτάριον v. Epano- ma centrale è la sepoltura di Cristo che
kalymafchion. culmina nel canto degli enkomia, il
epistasìa ἡ ἱερὰ ἐπιστασία Organismo pianto di Maria, delle Mirofore e del-
costituito da quattro membri, detti epi- l'intera umanità di fronte alla tomba di
stati, eletti dai rappresentanti dei venti Cristo.
monasteri della confederazione del epitimìa ἐπιϑυμία (soddisfazione) Pe-
monte Athos. Detiene il potere esecu- nitenza sacramentale assegnata dal
tivo e giudiziario nel territorio della confessore al penitente.
Sacra Montagna. È presieduta da uno epitiritìs ἐπιτηρητής Monaco incari-
degli epistati, eletto per cinque anni, cato di mantenere l’ordine.
detto protos. epitrachìlion ἐπιτραχήλιον (da collo)
epistemonarca Colui in un monastero Stola sacerdotale, costituita da una lar-
cui è affidata la disciplina e l'osservan- ga striscia di tessuto, piegata ad U e cu-
za delle regole. cita lungo il bordo interno; girata at-
epistêthios da ἐπὶτòστῆϑος του Ἰη- torno al collo giunge sino ai piedi. È
σοῡ (colui che ha riposato sul petto di adorna di croci e termina con una fran-
Gesù) Appellativo di S. Giovanni il gia. Simboleggia la grazia di Dio pro-
Teologo (Evangelista) (Gv 13, 23.25) fusa sul ministro nell'esercizio delle
epistilio ἐπιστύλιον Architrave del sue funzioni. Viene usata sullo sticha-
templon decorato con più icone o in al- rion, con gli altri paramenti durante la
cuni casi con un’unica icona di forma Divina Liturgia, o direttamente sul ra-
allungata. son quando consentito per alcune ako-
epitàfios ἐπιτάφιος Drappo su cui è lutie e per le processioni. È simbolo
ricamata o dipinta l'immagine di Cri- eminentemente sacerdotale. Il sacer-
sto nel sepolcro. Il venerdì santo, dopo dote deve sempre esserne rivestito
il rito della deposizione dalla Croce è quando presiede un’orazione pubbli-
deposto nel taphos per la venerazione ca. Secondo Simeone di Tessalonica,
da parte dei fedeli; successivamente è essa è talmente indispensabile che
prelevato e portato in processione per qualora il sacerdote non ne disponga,
le vie del luogo. Al rientro in chiesa prima di presiedere qualsiasi funzione
viene deposto sull'altare ove rimane si- liturgica deve benedire un pezzo di
no all'esperinos dell'Ascensione. In ta- stoffa od una corda e porsela a modo
luni luoghi viene usato un drappo ana- di essa. (responsa ad Gabrielem Penta-
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politanum, questio XVII PG. 155, 870a) l’inizio del giorno liturgico, per cui
epitropìa ἐπιτροπία Consiglio parroc- l’espressione ad es “vespro della do-
chiale o diocesano i cui membri laici menica” indica quello celebrato il sa-
(epìtropi) provvedono all’amministra- bato sera.
zione della parrocchia o della diocesi etimasìa ἡ ἑτοιμασία τοῦ ϑρόνου
ermineia ἑρμηνεία generico manuale (l'apprestamento del trono) Raffigura-
che descrive le regole per la pittura zione di un trono vuoto, sormontato
delle icone. La più famosa, di Dionisio da una croce anch'essa vuota e sovente
di Furnà, è dell’inizio del XVIII sec. gemmata ed a volte da un agnello. Sta
esaptèrigi ἑξαπτέρυγα Flabelli rap- a significare l'invisibile presenza della
presentanti i serafini con sei ali portati divinità, ed allude forse anche all'at-
nelle processioni. tesa del Giudizio Universale.
esàrca ἔξαρχος Colui che regge un étisis αἴτησις Domande che comple-
esarcato. Anche delegato speciale del tano la synaptì.
Patriarca o del Vescovo, pure come ti- etnomartire Chi ha testimoniato la
tolo onorifico. propria fede durante le lotte di libera-
esarcàto È una frazione del popolo di zione della Grecia dal dominio turco.
Dio che per speciali circostanze, non eucheleon Più propriamente efcheleon
viene eretta in eparchia. vd.
esasàlmo ἑξάψαλμος vd. exapsalmos euchològhion εὐχολόγιον Libro litur-
esicàsmo (da ἡσυχάζω vivere in quie- gico contenente i riti di amministra-
te) Movimento ascetico-mistico assai zione di tutti i sacramenti e akolutie mi-
diffuso nel monachesimo bizantino, nori.
portato a sistemazione da Gregorio Pa- evangeliàrio εὐαγγέλιον Libro conte-
lamas nel XIV secolo. nente le pericopi degli Evangeli lette
esychasterion vd. isychastirion durante la Divina Liturgia e nelle altre
esomonitis Monaco interno. Monaco occasioni. Il libro degli Evangeli, pa-
che risiede all’interno di un monastero rola di Dio, al di fuori della Liturgia è
ed ivi riceve i mezzi di sostentamento. sempre conservato sull'antiminsion sul-
esonartèce ἐξωνάρϑηξ Portico ante- l'altare. L'evangeliario secondo l'uso
riore esterno della chiesa. greco contiene le pericopi giornaliere,
esperinòs ἑσπερινός Vespro, officia- riportate secondo l'anno liturgico;
tura della sera. Viene celebrato quoti- quello russo contiene invece la reda-
dianamente nei monasteri. Nelle chie- zione continua dei testi con l'indica-
se parrocchiali, se non lo si celebra zione delle pericopi.
quotidianamente, è limitato soltanto al evergetis εὐεργέτης Benefattrice, ap-
sabato ed alle vigilie delle feste. L’espe- pellativo della Madre di Dio.
rinos, celebrato dopo le 17/18, segna evloghìa εὐλογία 1) Benedizione da
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parte di un vescovo o un sacerdote di sato dalle monache.
una persona o cosa compiuto con un felònion φαιλώνιον Paramento sacer-
segno di croce e pronunziando una dotale a forma di campana con un foro
breve formula. 2) Ampolla contenente per infilarvi la testa, corrisponde alla
olio od altra sostanza benedetta prove- casula latina. Il sacerdote per avere li-
niente da un luogo di pellegrinaggio. bere le mani ritira il felonion sugli
3) v. Antidoron. avambracci, salvo che le rubriche non
evloghitària εὐλογητάρια Tropari in- prescrivano il contrario. In alcuni rami
tercalati dal ritornello “Benedetto sei del rito bizantino ha subito dei sensi-
tu, Signore.insegnami i tuoi decreti” bili tagli sul davanti. È simbolo della
(Sal 118,12). Possono essere dedicati ai giustizia di cui deve essere rivestito il
defunti od alla Resurrezione, detti ana- sacerdote.
stasima. festa Commemorazione annuale a
evodia εὐωδία Fragranza che emana data fissa o mobile di un Mistero della
dalle ossa di un santo. Redenzione - festa despotica - o di un
exapostilàrion ἐξαποστειλάριον Tro- avvenimento relativo alla Madre di
pario cantato dopo la 9a ode del canone. Dio - festa teomitorica - o di un santo -
exapsalmos ἑξάψαλμος Gruppo di sei festa aghiasmica. Le feste despotiche e
salmi cantati all'orthros. Un altro grup- teomitoriche sono precedute e seguite
po di sei salmi viene cantato all'apodi- da un periodo di preparazione ed uno
pno grande (non quello abituale detto di continuazione detti rispettivamente
piccolo); ed altri sei al mesoniktikon del proeorthia e meteorthia. Secondo Sime-
sabato. one di Tessalonica † 1429, - che riporta
exaptèrigi vd. esapterigi l'opinione corrente al suo tempo - le fe-
exoecclisia Chiesa privata. ste dell'anno liturgico non sono sem-
exodiastikon ἐξοδιαστικόν Libro li- plici anniversari, ma rinnovano nelle
turgico contenente le officiature fune- anime dei fedeli, ciascuna secondo il
bri. Da exodios che riguarda la par- suo oggetto, effetti analoghi alla loro
tenza; exodion è il trasporto del cada- natura.
vere del defunto dalla sua casa all'ul- festa delle luci φωτα Appellativo del-
tima dimora. la Teofania.
exomonitis Monaco esterno, non resi- festale, lettera La lettera con cui il pa-
dente in un monastero, ma che riceve triarca di Alessandria, per decisione
da esso il sostentamento. del concilio di Nicea, comunicava agli
exòrason v. rason altri Vescovi la data della successiva
Pasqua.
F fiàla φιάλη Fontana posta davanti alla
fakiòlion φακιόλιον Copricapo indos- chiesa; è la vasca posta nell'atrio - para-
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diso - delle antiche basiliche cristiane e fotagogàrion φωταγωγικόν Inno can-
destinata alle abluzioni. È utilizzata tato al posto dell'exapostilarion nei gior-
per il grande aghiasmos. ni di digiuno.
filocalìa φιλοκαλία (amore per il bel-
lo) Antologia di scritti ascetici di autori G
vari - oltre 30 - da S. Antonio a Grego- galaktotrofousa γαλακτοτροφοῡσα
rio Palamas, raccolta e pubblicata da Icona della Madre di Dio che allatta il
Nicodemo Agiorita nel 1788. È dopo la Bambino.
Bibbia il testo fondamentale del mona- gazophylàkion γαζοφυλάκιον am-
chesimo atonita. biente destinato al deposito delle of-
filocristo φιλοχριστος Amante di Cri- ferte dei fedeli.
sto, appellativo di pio laico. geronte γέρων (anziano) Superiore di
filoxenia φιλοξενία Ospitalità, filoxe- una kellion. Anche genericamente ap-
nia di Abramo vd. Trinità, icona della pellativo per un monaco anziano e sti-
SS.ma mato.
fimi φήμη Acclamazione cantata in gileko γιλέκο vd. kontorasson.
chiesa durante la Divina Liturgia, subi- glykophilousa γλυκοφιλοῡσα icona
to prima dell'Apostolos, in onore del della Madre di Dio recante sul braccio
Patriarca o del Vescovo Ordinario il Bambino verso cui china il capo in un
quando questi celebra personalmente. gesto di tenerezza. Vd Eleousa.
Contiene la titolatura ufficiale del Ge- golgota vd. calvario.
rarca. I vescovi privi di giurisdizione gonyklisìa γονυκλισία Akoluthia di in-
propria, come gli Ausiliari, non hanno vocazione recitata alla sera del giorno
fimi. Non deve essere confusa con il po- di Pentecoste (vespro del lunedì); ove
lychronion. A titolo di esempio si cita la questo non è in uso viene celebrata al
fimi del Patriarca melkita: «NN., il san- termine della Divina Liturgia il giorno
tissimo, beatissimo, più venerabile nostro di Pentecoste. Come dice il nome «gi-
capo e signore; Patriarca della grande città nocchi piegati» viene recitata in ginoc-
di Antiochia, di Alessandria e di Gerusa- chio. Poiché l'esperinos in questione è
lemme, di Cilicia, di Siria e Iberia, d'Ara- celebrato alla sera è già tecnicamente
bia, della Mesopotamia e della Pentapoli, lunedì, quindi non è infranta la proibi-
dell'Etiopia, di tutto l'Egitto e di tutto l'O- zione di inginocchiarsi di domenica.
riente, Padre dei Padri, Pastore dei Pastori, gorgoepikoos γοργοεπήκοος (Colei
Pontefice di Pontefici e tredicesimo aposto- che esaudisce con prontezza) Appella-
lo! Molti anni, Signore! Molti anni, Si- tivo della Madre di Dio e tipo di icona.
gnore! Molti anni, Signore!» grande chiesa ἡ μεγάλη ἐκκλησία 1)
fonte di vita πηγὴ τῆς ζωῆς Tipo di Originariamente appellativo della
icona della Vergine. chiesa di s. Sofia a Costantinopoli il cui
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typikon, sia pur riformato, è ancora in immagini e lampade che nelle chiese
uso. 2) La “grande chiesa di Cristo” è più antiche sia d'occidente che d'o-
la chiesa patriarcale in Costantinopoli riente svolgeva la stessa funzione. Ne
centro della vita amministrativa e li- restano esempi tra l'altro nella basilica
turgica. di S. Marco a Venezia ed in alcune
grande umiltà (o umiliazione) ἄκρα chiese romane; si ha memoria inoltre
ταπείνωσις Tipo d’icona rappresen- di quella esistente nella basilica costan-
tante il Cristo morto in posizione eretta tiniana di S. Pietro in Vaticano. Con il
nel sepolcro. passare del tempo mentre in occidente
si riduceva ad una balaustra di distin-
H zione del presbiterio, in oriente si in-
grandiva sino a trasformarsi in una pa-
I rete. Nel corso del tempo inoltre se ne
IC XC NIKA abbreviazione di Ἰησοῦς definiva l'impianto iconografico. At-
Χριστὸς νικᾱ – Gesù Cristo vince – tualmente a destra della porta centrale
scritta che appare su icone o simboli. si trova sempre l'immagine del Salva-
icòna εἰκών Immagine sacra raffigu- tore, mentre a sinistra c'è quella della
rante un Mistero della Redenzione o Madre di Dio. A queste due icone fon-
un santo. Le caratteristiche della rap- damentali si affiancano in genere a de-
presentazione sono rigorosamente co- stra e sinistra rispettivamente l'icona
dificate e all'autore, l'iconografo, è la- del Precursore e quella del santo titolare
sciata soltanto la scelta del soggetto - della chiesa. Al di sopra la serie delle
anch'esso del resto obbligato come nel immagini dei dodici Apostoli o delle
caso delle iconostasi - e l'esecuzione tec- dodici feste. Al culmine si trova l'imma-
nica. Il vero iconografo si prepara all'o- gine di Cristo crocifisso affiancato da
pera con il digiuno e la preghiera e l'i- Maria e da S. Giovanni Evangelista,
cona è per ciò stessa benedetta. L'i- oppure la rappresentazione dell'Ul-
cona, «finestra aperta sul Cielo», ha un tima Cena. I due battenti della porta
ruolo centrale nella liturgia bizantina. centrale recano la rappresentazione
Il nome del santo o dell’avvenimento dell'Annunciazione, mentre le due por-
in essa rappresentato ne costituisce te minori portano sovente l'immagine
parte integrante e non deve mai man- di due angeli. Nelle iconostasi partico-
care. larmente grandi e ricche, in specie in
iconòstasi εἰκονοστάσιον Parete di di- Russia, gli ordini di icone sovrapposte
stinzione del Vima dalla navata. È deco- possono divenire tre o quattro, inclu-
rata da icone da cui il nome. Prende ori- dendo gli evangelisti ed altri santi.
gine dalla pergula, architrave soste- Nella iconostasi si aprono tre porte:
nuto da colonne e da cui pendevano quella centrale o porta santa è normal-
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mente chiusa da una porta a due bat- katholicon (la chiesa di tutti) in cui i
tenti ed al di fuori della Liturgia è ri- componenti si raccolgono soltanto per
servata al vescovo, durante la Liturgia l'ufficiatura domenicale e delle grandi
ai celebranti. Il diacono quando previ- feste.
sto esce dalla porta di sinistra o setten- ieratikòn ἱερατικόν Libro liturgico
trionale, e rientra da quella di destra o contenente i testi delle Divine Liturgie
meridionale. Secondo S. Gregorio di di S. Giovanni Crisostomo, S. Basilio,
Nazianzo è simbolo della distinzione dei Presantificati, e le parti del sacer-
tra cielo e terra. La tenda che normal- dote e del diacono del esperinos e del
mente chiude la porta centrale - katape- orthros. È anche detto liturghikon.
tasma – e che viene aperta soltanto du- ierodiacono ἱεροδιάκονος Monaco
rante le celebrazioni liturgiche mentre che ha ricevuto l'ordinazione diacona-
resta aperta il giorno di Pasqua e l'in- le.
tera settimana seguente ad indicare ieromartire ἱερομάρτυς Martire che
che Gesù risorto ha aperto le porte del aveva ricevuto un ordine sacro.
Cielo - simboleggia l'impenetrabilità ieromnemone ἱερομνήμων Dignitario
del mistero divino. patriarcale incaricato di indicare al Pa-
ìchos ἦχος (tono) Tonalità o modo di triarca le orazioni e le formule che deve
canto secondo cui vengono eseguiti i recitare.
salmi e gli inni. Esistono otto diversi ieromònaco ἱερομόναχος Monaco che
toni utilizzati ciascuno durante un'in- ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale.
tera settimana per cantare i pezzi che Nei monasteri bizantini l'ordinazione
non siano dotati di melodia propria. I diaconale o sacerdotale non è automa-
toni si susseguono l'un l'altro a partire tica al raggiungimento di un certo li-
dalla domenica di Pasqua. Sono rac- vello di cultura, pietà od anzianità, ma
colti in un libro chiamato oktoichos. è essenzialmente legata alle esigenze
idiòmelo ἰδιόμελον Tropario dotato di di culto della comunità. L'egumeno può
melodia propria che non è utilizzata non essere sacerdote.
per il canto di altri brani. igùmeno v. Egumeno.
idiorrìtmico ἰδιόρρυϑμος Monastero i ikokyra οἰκοκυρά (padrona di casa)
cui monaci vivono ciascuno per conto Appellativo della Madre di Dio e tipo
proprio, con le risorse procurate da di icona
ciascuno e per gli ammalati fornite dal ìkos οἶκος Stanza, strofa che segue il
monastero. Possono acquistare beni e kontakion.
lasciarli in eredità a chi vogliono. Vi- ilitòn εἰλητόν Velo in cui è ripiegato
vono sotto l'autorità di un superiore, in ed avvolto l' antiminsion, corrisponde
abitazioni autonome dette kalive, rac- al corporale latino.
colte attorno ad una chiesa centrale, il illuminazione φωτισμός Altro nome
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del Battesimo. φος Dignitario patriarcale incaricato di
imation ἱμάτιον Veste bizantina por- collocare secondo il loro ordine e la
tata sopra la tunica. È costituita da un loro dignità i partecipanti alle grandi
rettangolo di stoffa fatto passare sulla funzioni.
spalla sinistra ed avvolta attorno al irinikà εἰρηνικά Grande synaptì, ha
corpo. L’imation che nelle icone avvol- questo nome perché inizia con la frase
ge la figura di Cristo, è di norma di co- «preghiamo in pace il Signore». È detta
lore azzurro, simbolo della Sua natura anche diakonikà in quanto recitata dal
divina. diacono.
imerològhion ἡμερολόγιον Pubblica- ìrmo εἱρμός Primo della serie di tropari
zione a carattere annuale in cui sono che compongono ciascuna delle odi del
fornite giorno per giorno indicazioni canone. Tropario tipo su cui sono com-
sulle modalità da osservare nell'offi- posti gli altri come numero di sillabe
ciatura secondo il typikon del luogo. ed accentuazione, quindi anche per il
incensiere ϑυμιατήριον Piccolo bra- canto.
ciere sospeso a catenelle e con un co- irmologica µέλος εἱρμολογικόν Mo-
perchio scorrevole lungo di esse; alle dalità di canto in stile sillabico, ese-
catenelle sono fissati dei sonagli (in ge- guita con rapidità. Ogni sillaba è can-
nere 12) che ricordano il messaggio de- tata su una o due note.
gli apostoli. È usato dal diacono e dal irmologhion εἱρμολόγιον Libro litur-
sacerdote per incensare. Le incensa- gico con o senza notazioni musicali
zioni possono avere un duplice signifi- contenente irmi.
cato: purificatorio - incensazione della isapostolos ἰσαπόστολος Eguale agli
chiesa e del popolo - o di venerazione apostoli, appellativo di alcuni santi.
- incensazione dell'altare, dei Sacri Do- isodikòn εἰσοδικόν Versetto cantato
ni, dell' evangeliario, delle icone. dai celebranti durante il piccolo isodos.
indizióne ἴνδικτος Periodo di quindici Le feste principali hanno isodikon pro-
anni avente inizio il primo settembre pri.
in uso nell'impero bizantino a scopi fi- ìsodos εἴσοδος Ingresso 1) Il piccolo
scali. La rilevazione dell'imponibile ef- isodos viene compiuto dai celebranti
fettuata in base ad un censimento in- che uscendo dalla porta di sinistra del-
detto il primo anno veniva considerata l'iconostasi avanzano nella navata re-
come base immutabile per gli anni suc- cando il libro del Vangelo (il Vangelo
cessivi. portato in mezzo al popolo) mentre il
ingresso (grande e piccolo) v. Isodos. popolo canta l'apolytìkion del tono. Al
ipodiacono ὑποδιάκονος Suddiacono, termine i celebranti cantando l'isodikon
secondo degli ordini minori. rientrano dalla porta santa. Nel caso di
ipomnimatografo ὑπομνηματογρα- liturgia pontificale i celebranti prima
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di rientrare nel vima si recano al trono kalymàfchion καλυμμαύχιον Copri-
in cui sino a quel momento si è tratte- capo cilindrico portato da tutto il clero
nuto il Vescovo e con lui tornano nel greco anche durante alcune funzioni.
santuario. Nel caso che pur non trattan- Quello del clero degli ordini minori e
dosi di pontificale solenne la Liturgia dei novizi è semplicemente cilindrico e
sia celebrata da un vescovo, questi non più basso ed è propriamente chiamato
partecipa alla processione, ma attende skufos. Quello del diacono e del sacer-
alla porta santa. 2) Il grande isodos dote ha una piccola tesa in alto. I mo-
viene compiuto con le medesime mo- naci e i sacerdoti secolari che sono in-
dalità. Vengono portati in processione signiti di qualche dignità vi sovrap-
i Doni dalla protesi all'altare mentre il pongono un velo chiamato epanokaly-
coro canta l'inno cherubico. mafchion o epirritario formando un tut-
isochiria ισοκυρία Parità di valore, di t'uno. Poiché di norma i vescovi veni-
autorità, della Scrittura e della Tradi- vano scelti in oriente tra i monaci, tale
zione. copricapo è usato abitualmente in que-
ìson ἴσον Nel canto liturgico, sorta di sta forma anche dal vescovo. Il velo è
pedale musicale, nota grave che si pro- di colore nero per tutti, soltanto in Rus-
lunga sotto una serie di accordi, come sia i metropoliti ne usano uno bianco
forma di accompagnamento e soste- ornato di croci o di altri emblemi.
gno della voce del solista. kalyva καλύβα Residenza monastica,
isychastirion ἡσυχαστήριον Piccola in genere piccola, talvolta con una cap-
capanna o semplice grotta presso un pella, dipendente o meno da una skiti.
monastero in cui si ritira un monaco kamelauchion καμηλαύχιον Lo stes-
alla ricerca di maggior ascetismo. so che kalymàfchion forse per attrazione
ithmos ἠϑμὸς coperchio o passino di dalla parola “cammello”, con la cui la-
metallo per il calice della comunione. na era talvolta fatto.
kanion vd. bikion. Anche mazzetto di
K basilico od altra erba a foglia piccola
kalimma κάλυμμα Ciascuno dei veli usata per aspergere il 6 gennaio ed in
che coprono il diskos ed il calice, rispet- altre occasioni.
tivamente πρῶτον e δεύτερον κάλυμ- kanìskion κανίσκιον Donazione per
μα. Anche il piccolo tovagliolo di lino l’ammissione in un monastero.
o cotone generalmente rosso che serve kanonàrion κανονάριον v. Typikon, si-
a purificare i vasi sacri dopo l'uso e du- nassario.
rante la distribuzione dell'Eucarestia, kanonikòn κανονικὸν Tassa imposta
ad evitare che particelle di pane o goc- ad un monastero o ai laici per il man-
ce di vino cadano al suolo. tenimento del Vescovo locale.
kallofonica v. papadica kanstrision κανστρί σιος Dignitario
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patriarcale incaricato di vestire il Pa- sentito assistere alla Liturgia.
triarca e di occuparsi dell'incensiere. kathaghiasi καθαγίαση lo stesso che
kardiotissa καρδιώτισσα "Tipo" di kathierosis.
icona mariana, variante dell'Eleusa. kathierosis καϑιέρωσις Consacrazio-
katanyxis κατάνυξις Nella spiritua- ne con il myron (di una chiesa o dell'an-
lità, il dolore nel cuore per la dolcezza timinsion).
dell'amore di Dio e del prossimo e pro- kathigumenos καϑηγούμενος Un
fonda umiltà. egumeno che ha ricevuto gli ordini sa-
katàpemptos κατάπεμπτος Ospite in- cri.
viato in un monastero da un’autorità kàthisma κάϑισμα 1) Ciascuna delle
esterna. 20 sezione in cui è diviso il salterio, cia-
katapetasma καταπέτασμα Velo. Nei scuna è suddivisa a sua volta in 3 stasi.
Vangeli indica il Velo del Tempio (la numerazione è quella dei LXX)
squarciatosi alla morte di Cristo. Con • káthisma 1 salmi 1-3, 4-6, 7-8
questo nome viene indicata sia la tenda • káthisma 2 salmi 9-10, 11-13, 14-16
che chiude il Santuario, che quella uti- • káthisma 3 salmi 17, 18-20, 21-23
lizzata per coprire icone scoperte solo • káthisma 4 salmi 24-26, 27-29, 30-31
in particolari occasioni. • káthisma 5 salmi 32-33, 34-35, 36
katasàrkion κατασάρκιον Tovaglia • káthisma 6 salmi 37-39, 40-42, 43-45
inferiore dell'altare, bianca simboleggia • káthisma 7 salmi 46-48, 49-50, 51-54
il sudario in cui fu avvolto il corpo di • káthisma 8 salmi 55-57, 58-60, 61-63
Cristo. • káthisma 9 salmi 64-66, 67, 68-69
katàthesis κατάϑεσις (deposizione) 1) • káthisma 10 salmi 70-71, 72-73, 74-
Deposizione delle reliquie in un appo- 76
sito loculo nell'altare durante la sua • káthisma 11 salmi 77, 78-80, 81-84
consacrazione. 2) Commemorazione • káthisma 12 salmi 85-87, 88, 89-90
della deposizione della veste e della • káthisma 13 salmi 91-93, 94-96, 97-
cintura della Madre di Dio. Ricorrono 100
rispettivamente il 2 luglio ed il 31 ago- • káthisma 14 salmi 101-102, 103, 104
sto. Sono entrambe feste teomitoriche. • káthisma 15 salmi 105, 106, 107-108
katavasìa καταβασία Irmo della festa • káthisma 16 salmi 109-111, 112-114,
successiva che sostituisce l'ultimo tro- 115-117
pario - theotokion - di un canone. • káthisma 17 salmo 118 vrs 1-72, 73-
katechoumena o katechoumeneia 131, 132-176
Galleria posta al disopra delle navate • káthisma 18 salmo 119-123, 124-
laterali di una chiesa. Anche il nartece 128, 129-133
perché in esso sostavano i catecumeni • káthisma 19 salmo 134-136, 137-
ed i peccatori pubblici cui non era con- 139, 140-142
30
• káthisma 20 salmo 143-145, 146- nanze di un monastero cenobitico che
147, 148-150 visita periodicamente per la partecipa-
2) Tropario cantato seduti dopo una sal- zione al culto e per ricevere le provvi-
modia notturna. Sinonimo di sticholo- ste settimanali.
gia. 3) Sedile: kathismata sono gli stalli kentimata κεντήματα 1) Segno che
del coro utilizzati dai monaci in un precede il nome di un giorno nel calen-
monastero. 4) Piccola abitazione, in ge- dario monastico, indicante che si tratta
nere vicina ad un monastero, in cui un di una festa minore od uno per il quale
monaco vive da solo. è prescritto il digiuno. 2) segno di no-
katholikòn καϑολικόν La chiesa cen- tazione musicale.
trale di un monastero, in genere posta kerigma κήρυγμα Proclamazione e
al centro dello stesso complesso mona- predicazione della parola di Dio alla
stico. È il luogo ove si raduna tutta in- maniera degli Apostoli, centrate prin-
tera la comunità monastica per la pre- cipalmente sulla figura di Cristo e sul
ghiera liturgica. concetto di salvazione.
katzìo κατζίο Piccolo braciere munito kìmisis κοίμησις v. Dormizione.
di coperchio e con manico orizzontale kinklis κιγκλίς Cancellata di separa-
usato durante la Settimana Santa in zione tra la navata ed il presbiterio,
luogo dell'incensiere. forma primitiva di iconostasi.
kaviotia καβιώτης Monaco girovago. kinonikòn κοινωνικόν Versetto can-
kazranion Parola di origine turca. Ba- tato durante la comunione, varia con i
stone di legno con impugnatura in ge- giorni della settimana. Le principali fe-
nere di metallo usato dal vescovo per ste ne hanno uno proprio.
appoggiarsi e come insegna. È usato al kirostatis κηροστάτις Grande cande-
di fuori della chiesa e nelle funzioni in labro con un grosso cero al centro cir-
cui non officia pontificalmente, e per- condato da candele più piccole, posto
tanto non usa il pastorale. dinanzi alle icone del Salvatore e della
kecharitomène κεχαριτωμένη Epiteto Vergine dell’iconostasi. È sempre ac-
della Madre di Dio, “piena di grazia”. ceso durante le cerimonie religiose.
kekryphalos κεκρύϕαλος Soggolo Simboleggia la colonna di fuoco che
portato dalla Vergine o da una santa accompagnò gli Ebrei verso la terra
sotto il maforion. promessa.
kellìon κελλίον Spaziosa abitazione kliros κλῆρος Spazio della navata ai
monastica, con una piccola cappella, lati dell'iconostasi riservato al coro.
abitata da tre o più monaci semindi- klìtos κλίτος Navata laterale di una
pendenti che coltivano la terra chiesa.
kelliòtis κελλιώτης Monaco che vive koinonìa o kinonia κοινωνία Comu-
da solo o con un compagno nelle vici- nione
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kolinvìtra κολυμβήϑρα Fonte usata l'irmo. 2) Ritornello dopo la sesta ode
per il Battesimo per immersione, prassi del canone del orthros. 3) Ritornello del-
normale nella Chiesa bizantina. È l'akathistos. 4) Ultimo della serie di tro-
usata anche per la benedizione delle pari cantati al piccolo isodos.
acque nel grande aghiasmos della Teofa- kontòn o kontorasson κοντόρασον
nia. Abitualmente si trova nel nartece. Sopravveste corta, senza maniche, por-
kòliva κόλιβα Grano bollito mescolato tata sull’andirìon e sotto il rasos.
con farina abbrustolita, condito con kosmosotìra ἡ Παναγία Κοσμοσώτη-
zucchero, cannella, misto a chicchi di ρα Appellativo della Madre di Dio,
uva passa, mandorle, confetti, erbe o- “Salvatrice del mondo”.
dorifere ed altro, benedetto durante il kratima κράτημα Unità melodica in-
trisaghio necrosimo in commemorazio- dipendente usata per prolungare un
ne di un defunto o per celebrare un inno e consistente di teretismata.
santo. Il frumento è simbolo del corpo kritato Seconda stola portata sopra gli
umano destinato a risorgere dopo la altri paramenti dal Patriarca di Ales-
corruzione e la polvere del sepolcro sandria. L'uso risale ad un privilegio
«Se il grano di frumento caduto in terra concesso, assieme all'appellativo di
non muore, non potrà produrre alcun "Giudice dell'universo", a Teofilo II
frutto.» (Giov. XII,24). I confetti e le (1010-1020) per aver risolto una con-
piante odorifere ricordano le buone troversia tra l'imperatore Basilio II ed
azioni del defunto. La Chiesa comme- il patriarca Sergio II.
mora tutti i defunti, oltre che generica- ktìtor κτίτωρ Fondatore di un mona-
mente ogni sabato, particolarmente il stero o di una chiesa, cui sovente asse-
sabato prima della Domenica di Car- gna il typikon.
nevale e la vigilia di Pentecoste. kukulion ϰουϰούλλιον 1) Cappuccio
kolovion κολόβιον Tunica senza ma- portato dal monaco megaloschimo.
niche o con maniche corte portata anti- Simboleggia l'elmo della salute e ram-
camente dai monaci. In alcuni casi ri- menta la purità e l'umiltà della vita
veste Cristo sulla croce. monastica. 2) Proemio che introduce il
komvoschìnio κομβοσχοίνιον Sorta kontakion.
di rosario di cento nodi, divisi da gra- kuvuklion κουβούκλιον vd. tàphos.
nelli più grandi e con un'appendice di kykkotissa ϑεοτόκος Κυκκώτισσα
altri tre granelli da cui pende una cro- "Tipo" di icona mariana derivato da un
cetta. È usato dai monaci per contare le celebre originale conservato nel mona-
metanie ed i kyrie eleison. stero Kykkou a Cipro.
kontàkion κοντάκιον 1) Anticamente kyriakodromion κυριακοδρόμιον
serie di tropari composti in occasione Pubblicazione contenente i brani del
della festa di un santo preceduti dal- nuovo testamento delle domeniche e le
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relative omelie. lampada inestinguibile ἀκοίμητον
kyriakon κυριακόν Chiesa centrale di φῶς Lampada accesa dal Vescovo al-
una skiti l'atto della inaugurazione della chiesa e
Kyrie elèison κύριε ἐλέησον (Signore che non deve mai spegnersi; è posta
pietà) Risposta dei fedeli o del coro alle dietro l'altare e da essa viene acceso la
litanie diaconali. Una serie di kyrie elei- notte di Pasqua il cero pasquale da cui
son, in genere 3, 12 o 40, sino a giun- ogni fedele accende la propria candela.
gere ai 500, cento per ogni elevazione lampadarios λαμπαδάριος Direttore
nell'akoluthia dell'Esaltazione della del coro di sinistra nella chiesa, vd.
Croce può essere recitata isolatamente. canto liturgico.
kyriopascha La coincidenza rara, ma lampaduco λαμπαδοῡχος v. ceroferari
possibile, della festività dell'Annuncia- lancia λόγχη Coltello a doppio taglio,
zione con la Pasqua. I typikon danno a forma appunto di lancia, utilizzato
istruzioni specifiche per l'ufficiatura. È durante la proskomidìa per tagliare il
considerato un giorno particolarmente Pane. Simboleggia la lancia che trafisse
benedetto; in particolare per la Grecia il costato di Cristo.
la kyriopascha del 1821 segnò l'indi- laosynaktis λαοσυνάκτης Officiale
pendenza dall'Impero ottomano. Si monastico incaricato di mantenere
noti che nelle Chiese che hanno adot- l’ordine in chiesa.
tato il cosiddetto calendario giuliano laura o lavra λαύρα Monastero princi-
riformato essa non è più possibile. pale con vari monasteri dipendenti.
Questa è una delle critiche rivolte dai Celebri la laura di S. Saba a Gerusa-
vetero-calendaristi a coloro che hanno lemme e la «Grande Laura» sul monte
adottato tale calendario. Athos.
kyriotissa κυριώτισσα (Signora) Ap- lavìs λαβίς Cucchiaino utilizzato per
pellativo mariano e "tipo" di icona raf- distribuire la Comunione.
figurante la Madre di Dio seduta in lettore ἀναγνώστης 1) Propriamente
trono con il Bambino in braccio. chi ha ricevuto il primo degli ordini
minori. 2) La persona incaricata di leg-
L gere, cantare e rispondere durante i
labron vd. fiala. servizi liturgici.
ladopano λαδόπανον Asciugatoio di libri liturgici I principali e più comuni
lino bianco per avvolgere il bambino libri liturgici della chiesa bizantina
dopo il Battesimo. Viene conservato sono: L'Evangeliario, l'apostolos, lo psal-
come la veste battesimale. tirion, lo ieratikon o liturghikon, l'archie-
lamna λάμνα Lampada posta davanti ratikon, l'euchologhion, l'orologhion, il
ad una icona, di norma sospesa tramite pentikostarion, l'oktoichos, il triodion, i
catenelle ad un braccio metallico. minea, il prophetologhion, il typikon.
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lipsanoteca da λείψανον (reliquia) e
ϑήκη (custodia) Cassa destinata a con- M
tenere reliquie. Madre di Dio della passione "Tipo" di
litania λιτανεία (da litì, processione, icona. La vergine reca in braccio il
perché anticamente cantata durante le Bambino, ed è affiancata nella parte al-
processioni). Serie di intercessioni pro- ta dell’icona, da due angeli che recano
poste dal diacono o dal sacerdote cui il i simboli della passione. Amolyntos
popolo risponde «Kyrie eleison» (Si- maforion μαφόριον Manto femminile
gnore pietà), o «parascu Kyrie» (con- indossato a Bisanzio sopra la tunica
cedi o Signore). Vedi anche: ektenis, iri- (chiton) e che copre il capo. Nelle icone
nikà, diakonikà. il maforion della Theotokos è ornato con
litì λιτή 1) Processione. 2) nartece in- tre stelle (una delle quali può essere
terno. nascosta dal Bambino) a significare la
litòs λιτός Pronunciare un testo in ma- perpetua verginità: prima, durante e
niera più semplice. Contrapposto a dopo il parto.
psaltikos. magulìkion μαγουλίκιον Copricapo
liturgikòn λειτουργικόν v. Ieratikon. di monaca
lòdi αἶνοι Salmi facenti parte della fine makarismì μακαρισμοί Enunciazione
dell'orthros, sempre seguiti dalla gran- delle beatitudini secondo Matteo (5,3-
de dossologia. 12), typikà. Nella Divina Liturgia a volte
lucernàrio λυχνικόν Vespro, propria- si cantano in luogo delle antifone.
mente accensione delle luci al tramon- maktron μάκτρον Tovaglietta di co-
to del sole. Viene cantato il «Fos ila- lore rosso posta sul calice al disotto dei
ron» (luce gioiosa) indirizzato a Cristo veli e utilizzata durante la Comunione
luce delle genti. Esperinos, lychnikon. e per asciugare il calice.
lunedì puro καϑαρά δευτέρα Lunedì mandìas μανδύας Ampio mantello
successivo alla Domenica dei Latticini, senza maniche aperto sul davanti ed
segna l'inizio della Grande Quaresima. unito soltanto sotto il mento e all'al-
lychnikòn v. Esperinos e lucernario. tezza dei piedi. Di seta nera è proprio
lypira λυπηρά Piccole icone della Ver- dei monaci megaloschimi e viene por-
gine e di S. Giovanni Battista fiancheg- tato soltanto in chiesa da chi è investito
gianti la Crocifissione posta alla som- di qualche dignità. Ricoprendo tutto il
mità dell’iconostasi corpo significa che il monaco è conte-
lysis λύσις documento emesso dalla nuto in esso come una tomba, mentre
cancelleria imperiale o patriarcale in ri- la sua ampiezza simboleggia le ali de-
sposta ad una petizione gli angeli, per cui viene detto “abito
angelico”. La mandias di seta paonaz-
za è propria del Vescovo che la indossa
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per assistere ad una celebrazione litur- martyrion μαρτύριον Edificio eretto
gica senza parteciparvi, oppure al suo sul luogo del martirio di un santo.
ingresso solenne in chiesa per recarsi mathema μάϑημα Composizione mu-
all'altare per la vestizione liturgica. Re- sicale nella quale stichirà idiomela sono
ca sul davanti all'altezza del petto e dei intervallati da kratema e cantati in stile
piedi quattro icone ricamate dette po- ornato detto calofonico
ma, ed è ornata da quattro strisce dette megalinàrio μεγαλυνάριον Inno alla
potami. Nell'uso russo il colore della Madre di Dio cantato durante la Divina
mandias cambia secondo il grado epi- Liturgia subito dopo la consacrazione.
scopale: Vescovo, Arcivescovo, Metro- Le grandi feste hanno un megalinario
polita; la mandias del Patriarca è ver- proprio.
de. megalion Libro dei Vangeli, Evange-
mandìlion μανδήλιον (asciugamano) liario.
1) Icona del Santo Volto, proveniente megalomàrtire μεγαλομάρτυς Gran-
da Edessa, secondo la tradizione di- de martire, appellativo di alcuni mar-
pinta da S. Luca, o achiropita (non di- tiri particolarmente venerati come S.
pinta da mano umana). "Tipo" d'icona. Demetrio, S. Giorgio, S.ta Eufemia.
2) ciascuno dei due tovaglioli che si av- megalòschimo μεγαλόσχημος Mona-
volgono attorno alle braccia per chiu- co che ha raggiunto il terzo ed ultimo
dere il sabanon. stato della vita monastica (del grande
manuali di pittura Raccolte indicanti il abito) v. analavo.
modo di dipingere le icone. La tradizio- melismatica v. papadica
ne greca conosce due manuali, quello melismos μελισμός 1) Frazione del
del monaco attonita Dionisio da Furnà pane consacrato. 2) Rappresentazione
(sec. XVII) chiamato “Ermeneutica del- di Gesù infante, coricato sull'altare e
la pittura” e quello di Foti Kontoglou coperto dai veli liturgici. Simbolizza
intitolato “Ekphrasis tes orthodoxou realisticamente la transustanziazione
eikonographias”, o “Trattato di icono- del pane e del vino. È un'iconografia
grafia ortodossa”. nata al termine del XII sec.
manualion μανουάλιον 1) kerostates 2) mesonyktikon μεσονυκτικόν L'uffi-
grosso candeliere usato per l’accompa- cio di mezzanotte; viene celebrato nor-
gnamento del piccolo e grande Ingres- malmente soltanto nei monasteri. Po-
so. polarmente noto il mesonyktikon del
margarita μαργαρίτης (perla) Parti- lunedì santo, che nelle parrocchie si ce-
cella di pane consacrato e distribuita in lebra dopo l'imbrunire della domenica
comunione ai fedeli. delle Palme. È noto e celebre l'inno che
martyrikòn μαρτυρικόν Stikirà in ono- si canta in questo giorno: «Ecco lo Sposo
re di un martire. arriva nel mezzo della notte…».
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merides αἱ μερίδες particelle di pane ta nella lingua e secondo gli usi della
estratte dalla prosfora e disposte sul propria Chiesa a beneficio dei propri
disco in memoria di vivi e defunti. connazionali in territorio estero.
meros μέρος Navata laterale di una metropolìta μητροπολίτης Dignitario
chiesa. ecclesiastico a capo della metropolìa.
mesopentikostì μεσοπεντηκοστή In alcune Chiese il metropolita è supe-
Mercoledì di mezza Pentecoste, 25° riore all'arcivescovo, in altre, quali la
giorno dopo Pasqua, l'officiatura uni- Chiesa di Grecia, si verifica il contrario.
sce le due Feste. L'icona relativa raffi- micròschimo μικρόσχημος Monaco al
gura Gesù fanciullo assiso nel Tempio secondo livello della vita monastica
tra i dottori. (del piccolo abito)
mesorion μεσώριον Ore intermedia minèo μηναῖον Libro liturgico conte-
recitata in alcuni giorni dopo ciascuna nente giorno per giorno indicazione
delle quattro ore liturgiche. dei santi e degli avvenimenti comme-
metània μετάνοια Inchino del capo e morati, con una breve biografia o nar-
del busto (piccola metania) od inchino razione storica, e i testi liturgici propri.
completo sino a terra (grande metania) In volumi mensili ha inizio con il mese
accompagnato dal segno della croce e di settembre.
dalla formula «O Dio, abbi pietà di me mirofòre μυροφόροι Appellativo con
peccatore». cui vengono indicate le pie donne che
metatòrion μετατώριον Ambiente an- dopo la sepoltura si recarono al sepol-
nesso alla chiesa per la conservazione cro di Cristo per imbalsamarlo. Danno
degli arredi, sagrestia. nome alla seconda domenica dopo Pa-
meteorzìa μεϑέορτα Periodo succes- squa.
sivo ad una festa della quale si fa men- mirovlita μυροβλύτης Santo il cui cor-
zione nell'officiatura. Corrisponde al- po o la cui icona stillano olio profuma-
l'ottava latina, ma, poiché non è am- to, ad es. S. Demetrio e Santa Teodora
messa la coincidenza di più meteorthie di Tessalonica
o di una meteorthia con una proeorthia, mitaton μιτᾶτον Obbligo di alloggio
è di durata variabile. È conclusa dall'a- per le truppe.
podosis. mìtria μίτρα Copricapo liturgico del
metochion μετόχιον 1) Piccolo mona- vescovo a forma di corona cilindrica o
stero dipendente da un altro più gran- quadrilobata decorata con piccole icone
de; chiesa parrocchiale officiata da mo- e sovrastata da una croce. La mitria
naci. 2) Rappresentanza ecclesiastica non era usata al tempo di Balsamone,
di una Chiesa autocefala o autonoma secolo XII, né a quello di Simeone di
al di fuori del proprio territorio. È co- Tessalonica †1429, secondo il quale
stituita in genere da una chiesa officia- tutti, sacerdoti e vescovi, ad eccezione
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del Papa di Roma e di quello di Ales- ciata della chiesa ed endonartece, in-
sandria, celebravano a capo scoperto. terno, in cui abitualmente sono posti il
(responsa ad Gabrielem Pentapolitanum, fonte battesimale ed il proskinitarion
quaestio XX PG 155, 872c) con l'icona del Santo titolare della chie-
mnistìa μνηστεία Rito del fidanza- sa ed in cui si dovrebbero svolgere al-
mento. cune akolutie. Dall'endonartece si acce-
monophonarios μονοφωνάρης Solisti de alla navata attraverso la porta reale
del coro. navata ναός È nella chiesa lo spazio
monydrion μονύδριον Piccola dipen- racchiuso tra il nartece, o la porta d'in-
denza di un monastero, di rango più gresso ove questo manchi, ed il vima e
basso del metochion. in cui sostano i fedeli. Può essere fian-
mùsa μοῦσα Piccola spugna pressata cheggiata da altre navate minori da cui
che viene adoperata per riunire le par- è separata dalle colonne che sosten-
ticole sul diskos ed immetterle nel calice gono il tetto. Si accede alla navata dalla
dopo la comunione dei fedeli. porta preziosa o da quella regale. Sulla si-
myron μύρον 1) Olio addizionato di nistra, appoggiato in genere ad una
aromi, usato per la Confermazione, la delle colonne si erge l'ambone da cui
consacrazione degli altari e degli anti- viene proclamato il Vangelo. A destra
minsi. È consacrato dal Capo della trova posto il proskinitarion. Più avanti
Chiesa assistito dagli altri ordinari in sorgono gli stalli per il coro ed il trono
segno di comunione ecclesiale, il nuo- esterno del vescovo. La navata si eleva
vo myron è aggiunto al vecchio in se- quindi con il solea e termina con l'icono-
gno di continuità. Nelle comunità più stasi che la distingue dal vima. L'intera
piccole è consacrato dal vescovo per navata, se la chiesa è a pianta centrale,
tutte le parrocchie. Attualmente a Co- o la sua parte terminale può essere co-
stantinopoli la cerimonia, molto com- perta da una cupola. Le pareti della na-
plessa e dalla durata di molti giorni, è vata sono tradizionalmente coperte di
celebrata quando ve ne sia la necessità affreschi o mosaici raffiguranti scene
a distanza di anni. Non deve essere del Vecchio e del Nuovo Testamento.
confuso con il crisma vd. 2) Liquido nenanismo νενανισμός vd. Teretisma-
oleoso profumato che emana dalle os- ta.
sa di un santo. neomartire Chi ha testimoniato con la
myrotèca η μυροϑήκη, το μυροδο- vita la propria fede dopo il periodo
χεῑον vaso contenitore del myron delle grandi persecuzioni dei primi se-
coli del cristianesimo.
N nimbo Nelle icone, cerchio luminoso
nartece νάρϑηξ Portico della chiesa. È attorno al capo di Cristo o della Vergi-
distinto in esonartece esterno alla fac- ne o dei santi. Il nimbo che circonda la
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testa del Salvatore reca una croce e le posta da più tropari.
lettere Ο ΩΝ - colui che sono – (Esodo odigìtria ὁδηγήτρια (Colei che indica
3,13-14) la via) Rappresentazione tradizionale
nikopòia ἡ νικοποιός (che porta la vit- della Madre di Dio, in piedi con il capo
toria) Rappresentazione tradizionale coperto da un lembo del mantello e
della Madre di Dio assisa in trono su con il Bambino sul braccio sinistro, con
ricchi cuscini col Bambino seduto sulle la mano indicante Gesù Cristo, Via,
ginocchia di faccia. Ha tale nome per- Verità e Vita. Probabilmente dal mona-
ché accompagnava l’esercito bizantino stero di Hodegon in Costantinopoli in
in battaglia. cui era conservato il dipinto attribuito
nimfeion νυμφαῖον vd. fiala. a S. Luca.
niptikon νηπτικόν Libro sulla vigilan- oikos οἶκος Stanza di inno liturgico.
za spirituale. oktòichos ὀκτώηχος 1) Libro liturgico
niptìr νιπτήρ Lavanda dei piedi il gio- contenente le officiature delle domeni-
vedì santo. È usanza di origine geroso- che del periodo dalla fine del pentiko-
limitana. starion all'inizio del triodion. L’unione
nome aggiunto Nome facoltativo che dell’oktoichos e del paraklitikì viene tal-
accompagna la scritta IC XC su alcune volta denominata grande oktòichos. 2)
icone, voluto dal committente o dall’i- Successione degli otto toni melodici
conografo per mettere in rilievo un at- usati per il canto liturgico.
tributo di Cristo sotto cui si vuole ve- omofòrion ὠμοφόριον Veste liturgica
nerarlo. propria del vescovo, consiste in una fa-
nomofilace νομοφύλαξ funzionario scia larga circa 25 cm. trapunta di croci
ecclesiastico incaricato di custodire il recante l'immagine di un agnello o l'ef-
testo delle leggi ed interpretarle. fige del Redentore. Viene indossato sul
nomokanon νομοκανών Libro conte- sakkos o sul felonion, girato intorno al
nente gli atti dei santi sinodi, leggi ca- collo in modo che le due estremità
noniche e civili. scendano dalla spalla sinistra rispetti-
vamente davanti e dietro. Oltre al
O grande esiste un piccolo omoforion si-
ΟΒΣΛΤΔΞΣ Sigla dell'espressione: Ὁ mile ad una corta stola. È analogo al
Βασιλεὺς Της Δόξης (Il Re della glo- pallium degli arcivescovi latini. Allude
ria) tratta dal Salmo 24 ed usata da S. alla natura umana, decaduta e riabili-
Paolo ad indicare il Salvatore. Appare tata da Cristo. Il vescovo indossa il
sul cartiglio della croce ed in altre ico- grande omoforion all'inizio della Divi-
ne della Passione. na Liturgia, lo depone in segno di
ode ᾠδἠ Una delle nove parti in cui è umiltà prima della lettura del Vangelo
suddiviso un canone, a sua volta com- e lo sostituisce con il piccolo dopo la
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lettura. Per metonimia: giurisdizione • Ora prima (6.00) Ringraziamento
episcopale, es: essere sotto l’omoforion per la nuova alba e preghiera per
di NN. Vd. anche maforion. un giorno senza peccato.
opistàmvonos ὀπισϑάμβωνος Pre- • Ora terza (9.00) Si ricorda la discesa
ghiera che viene recitata dal sacerdote dello Spirito Santo nella Pentecoste.
dopo la distribuzione dell'Eucarestia • Ora sesta (12.00) ricordo della Cro-
fuori dal vima. È una preghiera conclu- cifissione.
siva della celebrazione eucaristica. Le • Ora nona (15.00) ricordo della mor-
akolutie non strettamente connesse con te di Cristo.
la Divina Liturgia quali le sacre ordina- • Esperinos.
zioni, o con l'orthros, (es. la Benedizio- • Apodipno.
ne delle Palme) vengono eventual- ore grandi o reali Αἱ Μεγάλαι Ὧραι
mente inserite a questo punto, dopo la officiatura celebrata la vigilia dell’Epi-
risposta del coro «Ii to ònoma Kirìu», fania, il Venerdì Santo e la vigilia di
quando le si voglia celebrare unite alla Natale. Hanno questo nome perché a
Liturgia, tra queste ad esempio il Costantinopoli era uso che vi assistesse
grande aghiasmos ed il trisaghio necro- l'imperatore.
simo. orfanòtrofo ὀρφανοτρόφος Funziona-
oràrion ὠράριον Stola diaconale costi- rio incaricato della direzione del prin-
tuita da una larga fascia appuntata sul- cipale ospizio di Costantinopoli, in se-
la spalla sinistra e che viene fatta scen- guito semplice titolo onorifico
dere davanti e dietro, spesso dopo oriente, verso l' πρός ἀνατολάς Dire-
averla passata sotto l'ascella destra. zione verso l'oriente, coincidente con
Ornata di croci porta scritto per tre vol- quella del santuario per chi è all'interno
te «aghios», santo. Abitualmente il dia- della chiesa, in quanto questa è orien-
cono ne tiene l'estremità anteriore nel- tata in maniera tale che il sacerdote ed
la mano destra. Durante la Comunione i fedeli pregando siano rivolti ad orien-
viene cinto in modo da incrociarsi sulla te. In questa direzione la Croce è ri-
schiena e sul petto. Almeno sino al volta e sollevata la prima volta nella fe-
tempo di Simeone di Tessalonica ve- sta dell'Esaltazione della Croce il 14 se-
niva portato soltanto sulla spalla sini- ttembre ed a oriente è rivolto il battez-
stra come appare in antiche icone. zando quando gli si chiede di «Aderire
ore ὥραι I momenti della giornata sta- a Cristo».
biliti per la recita delle varie officia- oro L’oro costituisce il fondo di tutte le
ture. La loro recita è legata al tempo icone. Simboleggia la luce del cielo
reale della giornata sono: dove il sole non tramonta mai.
• Mesoniktikon. orològhion ὡρολόγιον Il libro delle
• Orthros. ore, libro liturgico contenente le parti
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invariabili delle officiature più consue- turgico contenente le omelie ed i rac-
te e le preghiere assegnate a ciascun conti agiografici la cui lettura è previ-
giorno. sta dall'officiatura o nel refettorio.
oros ὅρος Definizione di carattere dog- pannychìs παννυχίς Veglia funebre.
matico emanata da un Concilio, con- pantanassa παντάνασσα (Signora
trapposto a canone, di carattere disci- dell'universo) Appellativo della Ma-
plinare. dre di Dio e "tipo" di icona.
òrthros ὄρϑρος Officiatura dell'auro- pantokràtor παντοκράτωρ Attributo
ra, mattutino. di Cristo quale Signore del mondo. Il
osmogenesi L'emanazione di profumo busto di Cristo Pantokrator solenne-
dai resti di un santo. mente benedicente campeggia nella
cupola di ogni chiesa bizantina decorata
P secondo i canoni.
palaision Rivestimento d'icona, thrin- papadica µέλος παπαδικὸν Modalità
gion di canto particolarmente solenne e or-
palme βαΐα Rami benedetti e distribui- nata in cui ogni sillaba del testo è can-
ti la domenica delle Palme κυριακὴ tata su parecchie note.
τὃν βαΐων. papàs παπάς Padre, termine di rispet-
panachrantos πανάχραντος (tutta pu- to con cui ci si rivolge ad un Sacerdote.
ra, immacolata) Appellativo della Ma- Il termine italiano Papa, che ha la stes-
dre di Dio. sa origine, viene utilizzato soltanto per
panaghìa παναγία (tuttasanta) 1) Ap- il Vescovo di Roma e per il Patriarca di
pellativo della Madre di Dio. 2) Il me- Alessandria.
daglione contenente una icona della paràklisis παράκλησις (Invocazione,
stessa portata al collo dal vescovo, en- consolazione) Akoluthia di supplica;
kolpion. 3) La prosfora di forma triango- dedicata alla Madre di Dio. Ve ne sono
lare consacrata in onore di Maria due, la grande - Grande canone para-
SS.ma. 4) Pezzo di pane di forma trian- cletico - viene cantata nella quaresima
golare che viene benedetto ed elevato della Dormizione, la piccola viene can-
alla vista di tutti i fedeli per richiamare tata in ogni periodo dell'anno su ri-
la benedizione e l'assistenza della Ma- chiesta di fedeli o quando le circostan-
dre di Dio in alcune circostanze. ze lo richiedano. In alcune comunità si
panaghiarion παναγιάριον Piatto per recita quotidianamente.
l'elevazione della panaghia (4). paraklitikì παρακλητική Libro liturgi-
panighyris πανήγυρις Sagra, fiera or- co contenente le officiature dei giorni
ganizzata in occasione della festa di un feriali del periodo che va dalla domeni-
Santo. ca dopo Pentecoste all'inizio del triodi-
panighyrikon πανηγυρικόν Libro li- on; le officiature domenicali di tale pe-
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riodo sono invece contenute nell'oktoi- μία Testi tratti dall’A. T. che conten-
chos. Viene usato anche in altri periodi gono profezie e riferimenti alla Festa
perché contiene alcune formule di uso celebrata. Mentre i soliti vespri della
quasi quotidiano. domenica non includono le lezioni,
paramandìa παραμανδύας Pezzo di nelle delle feste di Cristo, della Madre
stoffa di forma quadrata su cui è rica- di Dio e di alcuni santi, vengono gene-
mata una croce con gli strumenti della ralmente lette fino a tre paremi. Alla
passione ed alcune iscrizioni portato vigilia di Natale vengono lette otto pa-
sotto la tunica. Delle due pezze eguali, remi, l'Epifania 13 e il Sabato santo 15.
portate una davanti e l’altra dietro le Nelle feste degli apostoli vengono so-
spalle, quella anteriore è attualmente stituite con letture dell'Apostolo.
sostituita da una piccola croce in legno pastophoria παστοφόριον Locali ac-
portata sotto la tunica. Di uso relativa- cessori fiancheggianti l'area dell'altare,
mente recente, è il piccolo abito, forma destinati rispettivamente a protesi e
ridotta di analavo, propria del micro- diakonikon quando questi sono in locali
schimo. separati.
paramonia παραμονή Vigilia, giorno pastorale ποιμαντικὴ ῥαβδος Bastone
di preparazione ad una Festa. usato dal vescovo nelle funzioni litur-
parapètasma παραπέτασμα v. katape- giche. Più corto di quello latino termi-
tasma. na in alto con una traversa formata da
parastàsimon παραστάσιμον Officio due serpenti - a volte sormontati da
funebre, funerale una piccola croce - fronteggiantisi, vol-
parathronos παράϑρονον Seggio di- ti verso l'alto, allusione alla prudenza
stinto presso il despoticon usato dal Ve- con cui il pastore deve guidare il suo
scovo nelle cerimonie non pontificali. gregge. Le parole con cui viene conse-
A Costantinopoli viene chiamato an- gnato nella cerimonia dell'ordina-
che gedekion zione: «Ricevi il Bastone (Pastorale) per
parekklesion o parekklesia παρεκ- pascere il gregge di Cristo a te affidato; per
κλήσιον 1) Cappella fiancheggiante il i fedeli che ti sono soggetti sia di appoggio
santuario od il nartece, sovente con e sostegno; per i disobbedienti e i riottosi,
funzioni funerarie. Esempi celebri so- invece, usalo come bastone di correzione e
no quelli della chiesa della Pammaka- di punizione.» ne esprimono il signifi-
ristos (Fethiye Camii) e del monastero cato. Il pastorale usato eventualmente
di Chora (Kariye Camii) 2) Cappella dall'archimandrita che ne abbia diritto,
annessa ad una cella individuali o una reca i serpenti volti verso il basso, ad
skiti, dove i monaci recitano l’officio indicare che la sua potestà è limitata al
quotidiano. territorio del monastero.
paremi o parimia o paroemia παροι- paterikon πατερικόν Raccolta di sen-
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tenze dei santi Padri del monachesimo pheme φήμη più correttamente vd.
letto nel refettorio dei monaci durante fimi
la Grande Quaresima. pidàlion πηδάλιον (timone) È la rac-
pateritsa πατερίτσα Bastone pastora- colta delle leggi ecclesiastiche sancite
le. dai sinodi ecumenici e locali compilata
patriarca πατριάρχης Capo di una da Nicodemo l'Hagiorita e pubblicata
delle maggiori circoscrizioni ecclesia- nel 1800.
stiche. Originariamente metropolita pittakion πιττάκιον Documento e-
delle principali città dell'impero: nel- messo dalla cancelleria imperiale o pa-
l'ordine Roma, Alessandria, Antiochia triarcale.
e Costantinopoli cui si aggiunse in se- pixòmilon Artoforio a forma di mela
guito Gerusalemme. La Chiesa catto- per la conservazione dell'Eucarestia.
lica ha mantenuto per l'Oriente questo platitèra πλατυτέρα (Più ampia dei
numero, creando invece i patriarchi la- cieli perché ha contenuto il Signore)
tini d'onore, mentre nella Chiesa orto- Rappresentazione tradizionale di Ma-
dossa sono sorti successivamente i pa- ria come orante con un medaglione sul
triarcati di Mosca, Romania, Bulgaria, petto con l'immagine del Salvatore.
Serbia, ecc. Il patriarca, eletto dal santo plirotika πληρωτικά Petizione recita-
Sinodo, governa assieme a questo la ta dal Diacono cui il popolo risponde:
Chiesa affidatagli. Concedi o Signore.
pentikostàrion πεντηκοστάριον 1) pnevmaticòs πνευματικός Sacerdote
Periodo dell'anno liturgico che va dal autorizzato a ricevere confessioni.
giorno di Pasqua alla meteortia di Pen- podea ποδέα Velo appeso direttamen-
tecoste. 2) Il libro contenente le officia- te sotto una icona ed abitualmente re-
ture del periodo detto anche triodion cante una ripetizione dello stesso tema
charmosinon (di gioia). iconografico. v katapesmata
peribleptos περίβλεπτος (ammirabi- polychrònion πολυχρόνιον (molti an-
le) Appellativo della Madre di Dio e ni) Inno augurale cantato all'apolysis
tipo di icona della Divina Liturgia in onore del ve-
perìcope περικοπή Breve brano estrat- scovo od altro dignitario celebrante.
to da un Vangelo od epistola. Non è di uso strettamente liturgico e
peristera περιστερά Artoforio in for- può essere cantato anche in altre circo-
ma di colomba. stanze al di fuori della chiesa. Non de-
peristèrion περιστέριον Ciborio di di- ve essere confuso con la fimi.
mensioni ridotte, le cui colonne pog- polyèleos πολυέλεος 1) Salmo 135
giano sui quattro angoli dell’altare. Da cantato all'orthros delle grandi feste del
esso pende la colomba eucaristica (pe- Signore e dei Santi. Cantato a volte an-
ristera). che in altre circostanze a scopo devo-
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zionale. 2) Grande lampadario a più episcopale. Sono simbolo dei quattro
luci che pende dalla volta della navata. fiumi dell'Eden.
3) Attributo di Cristo come Dio di Mi- potirokalymna Velo per il calice.
sericordia potirion ποτήριον 1) Calice utilizzato
polykandilo πολυκάνδηλο Sostegno per la celebrazione della Divina litur-
metallico per candele o piccole lam- gia. 2) Coppa speciale nella quale il Sa-
pade. cerdote nel sacramento del Matrimo-
polystàvrion πολυσταύριον Felonion nio benedice il vino che debbono bere
decorato con croci usato dal vescovo o gli sposi.
dall'archimandrita. La prima raffigura- praxapostolos πραξαπόστολος Ma-
zione risale all' XI sec. v. sakkos. noscritto o libro contenente gli atti de-
poma Ciascuno dei quattro riquadri di gli Apostoli, le Epistole di S. Paolo e le
stoffa riccamente decorati con croci od Epistole Cattoliche.
immagini degli Evangelisti che ornano precursore πρόδρομος (colui che corre
la mandias episcopale. nell'uso russo i avanti) Appellativo di S. Giovanni Bat-
riquadri inferiori recano le iniziali del tista come colui che ha aperto la strada
Vescovo. al Signore. L’icona rappresenta il santo
porta bella πύλη ὡραία Porta centrale alato, vestito di una tunica di pelle di
dell’iconostasi. pecora coperta dall’imation; a ricordo
porta imperiale La porta centrale che della decapitazione subìta una secon-
dal nartece immette nella navata, in da testa appare su di un vassoio.
quanto a Bisanzio riservata all’impera- presantificati προηγιασμένα v. Di-
tore. vina Liturgia dei Presantificati.
porta santa ἁγία ϑύρα La porta dell'i- presbeìa πρεσβεία Officio in onore
conostasi che dà accesso al vima. della Madre di Dio celebrato il venerdì
porte reali πύλαι βασιλικαί Le porta in luogo dell'apodipno.
attraverso cui si accede dal nartece alla proeòrtion προέορτιον Vigilia di una
navata. In questa accezione è usata da festa.
Simeone di Tessalonica, alcuni indica- proeòrzia προεόρτια Periodo di pre-
no con questo nome la porta bella o parazione ad una festa despotica o teomi-
santa. torica, di durata variabile: il Natale ha
portaitissa Πορταΐτισσα (Portinaia) cinque giorni di preparazione, la Teofa-
Icona mariana del tipo dell'Odighitria nia ne ha quattro, le altre feste uno. La
posta all’entrata del monastero atho- proeorthia non prevede obbligo di di-
nita di Iviron. In ambito russo è cono- giuno, ad eccezione della vigilia di Na-
sciuta come Ivironskaya. tale e della Teofania.
potami ποταμοί Strisce che ornano la proestòs προεστώς Colui che presiede
mandias, anticamente anche lo sticarion l'assemblea liturgica.
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proghiasmèna προηγιασμένα Divina giorno e tutti i santi, ed infine S. Gio-
Liturgia dei Presantificati. vanni Crisostomo o S. Basilio, a se-
proigumenos προηγούμενος Egume- conda della Liturgia celebrata. Un'altra
no emerito. serie di particole è posta sul diskos de-
proimiakòs προοιμιακός Salmo con dicata a tutto l'episcopato, in partico-
cui ha inizio l'esperinos. lare al vescovo del luogo, ai sacerdoti e
proistamenos προϊστάμενος Decano, ai diaconi. Altre particole sono dedi-
il sacerdote più anziano di una catte- cate alle persone vive e defunte che il
drale o di una parrocchia. Rettore. celebrante vuole ricordare. Qualora la
prokìmenon προκείμενον Versetti Liturgia sia celebrata dal vescovo, que-
cantati dal lettore prima della lettura sti completa la protesi iniziata da un
dell'Apostolos. sacerdote subito prima del grande iso-
pronao πρόναος Vestibolo aperto da- dos con le commemorazioni che desi-
vanti la chiesa. dera. In alcune comunità i fedeli so-
prophitologhion προφητολόγιον li- gliono chiedere la commemorazione di
bro liturgico contenente i brani del- altri vivi e defunti scrivendone il nome
l'Antico Testamento letti nel Vespro e su fogli di carta e ponendovi insieme
nelle altre funzioni. Non contiene i sal- altre particelle di pane che vengono
mi. portate all'altare della protesi prima
pròsfore Offerte. Il pane destinato alla del grande ingresso.
consacrazione viene tagliato prima proskomidia προσκομιδή Protesi.
della Divina Liturgia, durante la protesi, proskynima προσκύνημα Sinonimo
da una forma, preparata possibilmente di metania, più propriamente riverenza
per questo scopo, recante incisa con fatta fatta con il capo verso i cori o le
uno stampino apposito una croce con- persone.
tornata dalla scritta ΙΣ ΧΣ ΝΙ ΚΑ Ἰη- proskynisis πρσκύνησις (inchino) La
σοῦς Χριστός νικᾶ (Gesù Cristo vin- metania fatta in venerazione della
ce). Il sacerdote taglia da questa pa- Croce o di reliquie dei santi.
gnotta una particola più grande, l'Am- proskynitàrion προσκυνητάριον Leg-
nos, l'agnello, contenente la croce, e la gio o piccolo pulpito collocato davanti
depone sul diskos, quindi vi pone la pa- all'iconostasi su cui è esposta alla vene-
naghia di forma triangolare, dedicata razione dei fedeli l'icona del periodo o
alla Madre di Dio. Aggiunge poi altre della festa. Un altro proskinitarion col-
nove particole in tre serie ricordando locato nell'endonartece o all'inizio della
gli angeli, i profeti, gli apostoli, i santi navata, talvolta coperto da un baldac-
Padri, i martiri, i santi monaci, i tauma- chino, ospita l'icona del Santo o del Mi-
turghi ed anargiri, i SS. Gioacchino ed stero cui è dedicata la chiesa.
Anna col santo della chiesa e quello del proskynitis προσκυνητής Pellegrino.
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prosmonario προσμονάριος Custode del coro di destra nella chiesa vd. canto
della chiesa, sacrestano. liturgico
prosòmia προσόμοια Stikirà cantato protosincèllo πρωτοσύγκελλος Pri-
secondo la melodia di un idiomelo. mo dei sincelli. Vicario generale del pa-
pròtesi πρόϑεσις 1) Parte preparatoria triarca o del vescovo.
della Divina Liturgia in cui il sacerdote psaltikon ψαλτικόν Libro o mano-
su un altarino laterale prepara i Sacri scritto contenente le parti per il cantore
Doni, disponendo il pane opportuna- solista. Contiene i prokimena, versi dei
mente tagliato (v. prosfore) sul diskos e tropari, Alleluia, hypakoi, kontakia per
versando il vino nel calice e ricoprendo l'anno liturgico e spesso l'inno Akathi-
il tutto con i veli. Durante questa parte stos.
il coro canta la grande dossologia. 2) Ha psaltikòs ψαλτικός Modo di cantare
questo nome anche l'altarino nel vima più solenne, contrapposto a litos.
a sinistra dell'altare su cui si svolge tale psaltìrion ψαλτήριον Libro liturgico
cerimonia. Deve essere coperto da una contenente i 150 salmi, divisi in kathi-
tovaglia. Su di esso al termine della di- smi secondo le esigenze liturgiche.
stribuzione dell'Eucarestia vengono ri- psicosàbbato ψυχοσάββατον Sabato
portati i Doni in attesa della completa dei defunti. Sabato precedente la do-
consumazione da parte del diacono o menica di Pentecoste, dedicato alla
del sacerdote. commemorazione dei defunti. I defun-
protòclito πρωτόκλητος Appellativo ti vengono commemorati in partico-
dell'apostolo Andrea in quanto primo lare anche il sabato della seconda setti-
ad essere chiamato dal Signore. mana di preparazione alla grande Qua-
protocorifèo πρωτοκορυφαῑος (colui resima.
che sta a capo) Capo dell'antico coro purificatorio v. Kallima
della tragedia greca. Corifei, appellati- psychosostes ψυχοσώστης Salvatore
vo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. delle anime. Nome aggiunto di una ico-
L'icona dei Corifei rappresenta i Santi na di Cristo proveniente da una chiesa
come fondamento e sostegno della di Costantinopoli con il medesimo no-
Chiesa. me.
protodiacono πρωτοδιάκονος Lo stes- pyle tenda, a volte ricamata, che chiu-
so che arcidiacono. Taluni distinguono de la porta santa o centrale dell’icono-
l'arcidiacono celibe, dal protodiacono stasi.
coniugato.
protopapàs πρωτοπαπάς Arciprete. Q
protopresbìtero πρωτοπρεσβύτερος quaresima τεσσαρακοστή Periodo di
Arciprete. penitenza di durata variabile in prepa-
protopsaltis πρωτοψάλτης Direttore razione di una grande festa. La Chiesa
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Bizantina conosce: rasòforo ῥασοφόρος Monaco al primo
• La Grande Quaresima (ἡ μεγάλη grado della vita monastica; non è ne-
τεσσαρακοστή ) che va dal lunedì cessariamente un novizio, in quanto
successivo alla domenica dei latti- un monaco può restare rasoforo per
cini al sabato di Lazzaro. La dome- tutta la vita. Il rasoforo può diventare
nica viene celebrata la Divina Litur- egumeno, i vescovi sono di norma scelti
gia di S. Basilio, il mercoledì ed il tra questi e più raramente tra i megalo-
venerdì la Liturgia dei Presantifi- schimi.
cati, il sabato la Liturgia di S. Gio- ràson o exòrason ἐξώρασον Mantello
vanni Crisostomo; gli altri giorni di colore nero, aperto sul davanti e con
sono aliturgici; il venerdì si canta larghe maniche, allacciato solo al collo.
l'akathistos. È portato dal clero secolare e dai mo-
• La Quaresima degli Apostoli (τῶν naci sopra la tunica. Nell'uso greco è
ἁγίων ἀποστόλων ), in preparazio- sempre nero. Simboleggia la prote-
ne alla festività degli apostoli Pietro zione divina e la purità dei costumi.
e Paolo del 29 giugno e dei dodici ravdhos ράβδος Bastone pastorale.
Apostoli il giorno seguente. Ha ini- reliquie λείψανα Il corpo o parte del
zio il lunedì successivo alla dome- corpo, cose portate addosso o usate da
nica di tutti i Santi (domenica dopo un santo. Sono venerate come le icone,
Pentecoste) e termina il 28 giugno. ricordano il santo.
• La Quaresima della Dormizione di reuchliniana, pronunzia Dal nome
Maria (νηστεία τῆς ϑεοτόκου ) in dell’umanista Johannes Reuchlin
preparazione di tale festa, ha inizio (1455-1522) che la propugnò; era la
il primo agosto. pronunzia in uso a Bisanzio in epoca
• La Quaresima di Natale (τῶν Χρι- medioevale che è tuttora utilizzata per
στουγέννων ) che inizia quaranta i testi liturgici bizantini. Era probabil-
giorni prima di tale festa, il 15 no- mente già usata in età ellenistica.
vembre. Talora viene detta di S. Fi- rhodostagma ροδόσταγμα Acqua di
lippo perché ha inizio nel giorno rose usata per aspergere i fedeli e gli
della festa del Santo. oggetti in determinate cerimonie.
Quinisesto v. trullano, concilio ripìdia ῥιπίδιον Flabelli, posti abitual-
mente sull'altare vengono agitati dal
R diacono sui Doni durante l'anafora vd.
rantistirion ραντιστήρι Piccola fiasca anche esapterigi.
di metallo e con imboccatura molto rinnovamente, settimana del Ἑβδο-
stretta chiusa con un tappo con un foro μάς τῆς Διακαινησίμου È quella che
finissimo usata per le aspersioni con va dal giorno di Pasqua al sabato suc-
rhodostagma. cessivo, lo stesso che settimana lumino-
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sa. ria, Iraq, Iran, Malabar (malanka-
rito L'insieme di consuetudini, testi, resi). I maroniti del Libano hanno
istruzioni liturgiche, tradizioni musi- introdotto usanze di origine occi-
cali, norme giuridiche, spiritualità, teo- dentale.
logia, che informano il modo di essere • Rito armeno, usato in Armenia.
cristiani di una frazione del popolo di I vari riti orientali, tuttora fiorenti,
Dio. La diversità dei riti in uso nelle sono usati indistintamente da cattolici
Chiese cristiane è derivata dal cristal- ed ortodossi, e si sono diffusi con il
lizzarsi delle diversità nella celebra- tempo al di fuori dei territori di ori-
zione del culto sorte nei primi secoli gine.
del cristianesimo per motivi geografici
ed etnici. I riti sono distinti in occiden- S
tali ed orientali. sabato di Lazzaro Il sabato che pre-
Gli occidentali sono: cede la domenica delle palme.
• Rito romano, diffuso da Roma in sacellario σακελλάριος Economo.
tutto l'occidente. sagrestano κανδηλανάπτης Colui che
• Rito ambrosiano, usato nella dio- è addetto alla custodia e pulizia del
cesi di Milano. tempio e delle cose sacre.
• Rito gallicano, usato anticamente in sàkkos σάκκος Veste liturgica vesco-
Francia, Spagna e nord Europa ed vile consistente in una corta tunica con
in gran parte sostituito da quello maniche anch'esse corte, sontuosa-
romano per iniziativa di Carlo Ma- mente ornata ed aperta sui fianchi, che
gno, rimasto in alcune diocesi sino vengono chiusi con dei fiocchi, ornati a
al XIX secolo. volte di sonagli. Deriva dalla tunica
• Rito mozarabico usato dai cristiani degli imperatori bizantini che inizial-
spagnoli sotto la dominazione ara- mente la concessero ai patriarchi. Dopo
ba, reintrodotto nel XVI sec. e tut- la caduta dell'impero fu progressiva-
tora conservato in una cappella del- mente adottata da tutti i vescovi, che la
la cattedrale di Toledo. usano nei solenni pontificali in luogo
I riti orientali sono: del felonion. Il nome allude ad un abito
• Rito bizantino, nei suoi diversi ra- di penitenza, raffigura lo straccio di
mi, greco, slavo, arabo (melkita) porpora posto sulle spalle del Salvato-
che si distinguono per la lingua ed re. Simeone di Tessalonica a metà del
alcune usanze particolari. XV sec. attribuiva il sakkos come di-
• Rito copto, usato in Egitto ed in Eti- stintivo ai patriarchi ed ai maggiori
opia. metropoliti, il polystavrion ai rimanenti
• Riti siriaci, usato nel territorio del- metropoliti ed il solo omoforion portato
l'antico patriarcato di Antiochia: Si- sul felonion ai semplici vescovi. (Re-
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sponsa ad Gabrielem Pentapolitanum tedì è consacrato a S. Giovanni Battista.
quaestio XIX PG 155, 871d -872b) Il mercoledì (in cui si ricorda il tradi-
saltèrio ψαλτήριον Libro contenente i mento di Giuda) ed il venerdì (ricordo
salmi, psaltirion. della Passione) sono giorni di peni-
santuario ἱερατείον In una chiesa bi- tenza e digiuno per tutto l'anno. Il gio-
zantina la zona dell'altare racchiusa tra vedì è consacrato agli Apostoli. Il sa-
l'iconostasi e l'abside. Vima. bato è destinato in particolare alla pre-
sarantismos σαραντισμός Akoluthia ghiera per i defunti.
di rendimento di grazie e benedizione settimana luminosa o del rinnova-
di una donna il quarantesimo giorno mento διακαινήσιμος ἑβδομάς La set-
dopo il parto timana dopo Pasqua.
savanon σάβανον Grembiale indos- sìmandro o simantirion σήμανδρον o
sato dal Vescovo per proteggere i pa- συμαντήριον Barra di ferro o di legno
ramenti nel corso di alcune cerimonie: percossa con un martello usata nei mo-
lavanda dei piedi del Giovedì santo e nasteri in luogo delle campane, appar-
Consacrazione di un altare. Di colore se a Costantinopoli soltanto nel X sec.
bianco simboleggia la sindone che av- Ne esistono due versioni. Un grande
volse il corpo di Cristo. Le rubriche simandro, sospeso ad un traliccio e
usano lo stesso nome per indicare il ve- percosso con un maglio per segnalare
stito che il neofito deve indossare dopo gli esperinos, gli orthros e le altre officia-
il Battesimo. ture importanti, ed un piccolo siman-
schimatològhion σχηματολόγιον Li- dro, talanton, portato a spalla per il
bro liturgico contenente le akolutie ri- monastero per segnare le ore minori. Il
guardanti le diverse professioni reli- suono del simandro accompagna la Li-
giose. turgia pasquale scandendo la lettura
settimana ἑβδομάς La settimana bi- del Vangelo.
zantina inizia normalmente con il ve- sinassàrio συναξάριον Sinonimo di
spro della domenica, in pratica verso le typikon e di kanonarion di tutto l'anno.
ore 17/18 del sabato e termina dopo Contiene le vite dei santi per ogni gior-
l’ora nona del sabato successivo; la do- no dell’anno.
menica è quindi il primo giorno della sinàssi σύναξις 1) Commemorazione
settimana. Nel periodo pre-pasquale e di alcuni santi, celebrata nel giorno
pasquale inizia invece con il vespro del successivo a quello di una festa impor-
lunedì, la domenica sera, e termina do- tante di cui sono stati coprotagonisti,
po l’ora nona della domenica. La do- ad esempio la festa del Precursore cele-
menica è il giorno della Resurrezione brata il 7 gennaio, quella di Gabriele il
del Signore, il primo dopo il sabato. Il 26 marzo, ecc..: 2) Riunione, assemblea
lunedì è dedicato agli Angeli. Il mar- sincello σύγκελλος (che occupa la me-
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desima cella) Religioso addetto alla gno di croce fatto dal vescovo istallan-
persona del patriarca o del vescovo co- te sul capo del nuovo superiore di una
me segretario. vd. anche protosincello. istituzione. Lo stesso rito compiuto dal
sinodo, santo ἱερά σύνοδος Organi- superiore nell’insediamento degli altri
smo permanente, formato dai metropo- officiali monastici.
liti e vescovi, che regge assieme al pa- stàlli v. stasidion
triarca una Chiesa bizantina. stasidion στασίδια Sedili per il coro ed
sitèrésion σιτηρέσιον v. adelphata. An- il clero che non partecipa attivamente
che il cibo quotidiano del soldato o la all'azione liturgica situati nell'estremi-
sua monetarizzazione. tà superiore della navata centrale.
skaramangion σκαραμάγγιον Drap- stàsis στάσις (stazione) Nelle proces-
po usato come copertura dell’altare al sioni, stazione con preghiere d'inter-
di fuori delle celebrazioni liturgiche. cessione. Interruzione della recita di
skepi σκέπη Copricapo usato dalle salmi o inni con la piccola litania.
monache. stavroforo σταυρoφόρος Monaco mi-
skìti σκήτη Asceterio, il complesso co- croschimo, dalla croce di legno che ri-
stituito da un monastero e dalle case ceve il giorno della sua professione.
minori, in cui abitano due o tre monaci, stavropegìaco σταυροπηγιακόν Nel
che ne dipendono; può essere di tipo diritto ecclesiastico bizantino, mona-
cenobitico o idiorritmico. stero dipendente direttamente dal pa-
skevofilàce σκευοφύλαξ Monaco in- triarca. In Oriente il monastero di nor-
caricato della custodia dei vasi sacri e ma dipende dal Vescovo nel cui terri-
delle reliquie. torio sorge; se per uno speciale privile-
skevofilakion σκευοφυλάκιον Locale gio è sotto la diretta giurisdizione del
a destra dell’altare adibito alla conser- patriarca viene detto stavropegiaco
vazione di vesti ed arredi liturgici. perché questi vi «pianta la croce».
skimbodion σκιμπóδιον Trono senza stavropegio σταυροπήγιον Cerimo-
schienale. nia di piantare una croce nel luogo do-
skùfos σκοῦφος Copricapo cilindrico ve sorgerà una chiesa. Assieme alla be-
portato dal clero inferiore, o anche, in nedizione delle fondamenta costitui-
altra forma, da quello superiore in oc- sce il cerimoniale della fondazione che
casioni informali. spetta al Vescovo del luogo.
solèa σολέας Gradino da cui si eleva stàvrosis σταύρωσις Grande croce sa-
l'iconostasi. Da esso il sacerdote pro- gomata su cui è dipinta l'immagine del
clama il Vangelo, distribuisce l'Eucare- Cristo crocifisso, generalmente accom-
stia ai fedeli ed amministra le benedi- pagnata dalle figure di Maria SS.ma e
zioni durante la Liturgia. dell'apostolo Giovanni vd. lypira. È po-
sphraghis σφραγίς Benedizione, se- sta al culmine dell'iconostasi - in alter-
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nativa alla scena dell'Ultima Cena - o si stìchos στίχος (linea, per estensione
eleva dietro l'altare. verso poetico) 1) Versetto di salmo o di
stavrotheotokìon σταυροϑεοτοκιον ode. 2) Striscia verticale che nelle icone
Tropario che associa la Madre di Dio al orna la tunica di Cristo scendendo dal-
mistero della Croce. la spalla destra sino all’orlo.
stefanoma στεφάνωμα (incoronazio- stola v. epitrachìlion.
ne) Rito del Matrimonio. studìti στουδίται Monaci del grande
stichàrion στιχάριον Abito liturgico di monastero costantinopolitano dello
tutti i sacri ministri. Vi sono due tipi di Stùdion fondato nel 468 circa dal con-
sticharion. Quello diaconale, è costitui- sole Studios, ma riformati da S. Teodo-
to da una larga tunica di tessuto ornato ro. Praticavano in maniera attiva le o-
con maniche larghe e corte. Lo sticha- pere di misericordia mantenendo
rion sacerdotale è più aderente al cor- ospedali ed ospizi per inabili, e cura-
po, con maniche più lunghe e strette. È vano la copiatura dei manoscritti. Il
di tessuto liscio di cotone, lino o seta, monastero fu distrutto ed i monaci di-
in origine di colore bianco ora anche spersi dopo la conquista mussulmana
colorato, e termina con una balza rica- della città. Un ordine di monaci studiti
mata. Entrambi simboleggiano la pu- è stato creato nel XIX secolo tra i Ru-
rezza e l'allegrezza spirituale di cui teni.
deve essere ripiena l'anima del mini- synaptì συναπτή Serie di invocazioni
stro di Dio. È portato, nella forma ana- recitate una di seguito all'altra dal dia-
loga a quella diaconale, anche dagli ac- cono od in sua assenza dal sacerdote.
coliti e suddiaconi. Le synapti sono due, la grande od iri-
stichiarica µέλος στιχηραρικὸν Mo- nikà, perché inizia con le parole «In pace
dalità di canto più ornata della irmolo- preghiamo il Signore…», posta all'inizio
gica, ma meno della papadica. Ogni sil- della Divina Liturgia, ed una piccola di
laba è cantata su due o tre note od an- sole tre invocazioni.
che più. synekdimos συνέκδημος Libro di pre-
stichirà στιχηρόν Versetti, o ritornelli ghiere della Chiesa Ortodossa per la
di poesia liturgica intercalati tra ver- devozione personale, ne esistono di-
setti dei salmi. verse redazioni.
stichirarion στιχηράριον Libro o ma- syngeneia συγγένεια (affinità) Il rap-
noscritto che contiene gli stichira di porto spirituale esistente tra un indivi-
tutto l'anno liturgico. duo e parenti del suo coniuge, o più in
stichologhìa στιχολογία La salmodia particolare tra padrini e figliocci. La
del salterio per kathisma o per salmi, Chiesa ortodossa considera affinità un
versetto dopo versetto. Sinonimo di ka- impedimento al matrimonio.
thisma. synodeia συνοδεία Gruppo di monaci
50
viventi sotto la guida di un anziano o scensione. È anche detto kuvuklion.
padre spirituale in una kalyve o skiti. tassiàrca ταξιάρχης 1) Nei monasteri
synodicòn συνοδικόν 1) Lettera, de- chi è preposto a regolare l'ordine delle
creto od altro documento emanato da sacre funzioni. 2) Appellativo degli ar-
un Sinodo, particolarmente il decreto cangeli Gabriele e Michele in quanto
di nomina di un officiale ecclesistico. 2) comandanti delle schiere angeliche
Nella prima domenica di Quaresima, fe- taumaturgo ϑαυματουργός Titolo u-
sta dell'Ortodossia - in cui si comme- sato per molti santi distintisi per i loro
mora il ripristino del culto delle imma- miracoli
gini sancito dal concilio di Costantino- tàxis τάξις 1) Insieme di rubriche, ov-
poli nell'842 - proclamazione di orto- vero istruzioni per le officiature, pre-
dossia recitata dal celebrante al termi- scrizione liturgica od anche il libro che
ne della processione con le icone. 3) let- le contiene, diataxis. 2) syntagmation
tera di professione di fede che ogni pa- templon τέμπλον Architrave sorretto
triarca neoeletto invia agli altri patriar- da colonne, forma primitiva di icono-
chi. stasi.
syntagmation συνταγμάτιον Testo tempo, prendere il Chiedere il per-
che nelle Chiese Bizantine indica il ran- messo, il sacerdote al vescovo o il dia-
go di ogni Vescovo, determinato dalla cono al sacerdote, per compiere un'a-
sede che occupa e non dall'anzianità di zione liturgica.
nomina. teofanìa ϑεοφάνεια (manifestazione
synthronon σύνϑρονον Seggi per il di Dio) Festa despotica che ricorre il 6
clero concelebrante posti nell'abside a gennaio, una delle maggiori e più sen-
fianco del trono episcopale. tite feste dell'anno liturgico. Comme-
systatikon συστατικόν Lettere com- mora il battesimo di Gesù nel Giorda-
mendatizie concesse ad un sacerdote no ad opera del Precursore. In questo
dal suo Vescovo. giorno viene celebrato il grande aghia-
smos. È detta anche Epifania o festa delle
T Luci.
tabernacolo v. Artoforio. teomitòrica (festa) ϑεομητορικαί ἑορ-
tàlanton simandro portatile di legno. ταί Nell'anno liturgico si dicono teomi-
tàphos τάφος (Sepolcro). Tavolo co- toriche le feste che commemorano e-
perto da baldacchino, e ornato con venti della vita di Maria SS.ma, sono:
stoffe, fiori e luci in cui il Venerdì della • Natività di Maria, 8 settembre.
Grande e Santa Settimana viene depo- • Presentazione al tempio, 21 novem-
sto l'epitafios. Il «sepolcro» vuoto su cui bre.
viene deposto il libro dei Vangeli ri- • Concezione di Maria, 9 dicembre.
mane esposto fino alla vigilia dell'A- • Maternità, 26 dicembre.
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• Deposizione della veste, 2 luglio. apertura al pubblico, distinta dalla
• Deposizione della cintura, 31 ago- consacrazione del suo altare vd enkenia
sto. e anoixia.
teretismata τερερισμὸς Sillabe prive thysiastìrion ϑυσιαστήριον Altare.
di significato usate per prolungare il tono v. Ikos.
canto di un inno. Vd. kratima Tre Gerarchi I santi Basilio il grande,
teston Vaso utilizzato per il lavaggio Gregorio di Nazianzo e Giovanni Cri-
dell’altare il Giovedì Santo e per il la- sostomo celebrati insieme il 30 gennaio
vaggio dei veli sacri. come Maestri e Padri della Chiesa.
tetraevangèlio τετραευαγγέλιον I trapeza τράπεζα 1) Refettorio mona-
quattro evangeli letti tutti di seguito stico. 2) Αγία Τράπεζα è l’altare
alle Ore dei primi quattro giorni della trapezophorion τραπεζόφορον Tova-
Settimana Santa. glia superiore dell'altare. v. ependite
tetrapòdio τετραπόδιον Tavolino a treni v. epitàfios thrinos.
quattro gambe usato nelle più diverse triadikà τριαδικά Inno seguente l'alle-
akolutie per sostenere oggetti o libri. luia dell'inizio dell'orthros dei giorni fe-
thalassìdion ϑαλασσίδιον recipiente riali e rimpiazzante l'apolytikion del
sotto l’altare o nel santuario in cui vie- giorno.
ne versata l’acqua usata per il lavaggio tricerio v. Dicerio.
dell’altare o per il battesimo tricherusa τριχεροῡσα (dalle tre mani)
theotokìon ϑεοτοκίον Tropario o sti- Variante iconografica dell’Hodigitria.
kirà in onore della Madre di Dio. Secondo una biografia S. Giovanni Da-
theotòkos ϑεοτόκος Madre di Dio, ap- masceno avrebbe avuto risanata la ma-
pellativo conferito a Maria dal Concilio no fattagli tagliare dall’imperatore Le-
di Efeso nel 431 usato abitualmente one III, grazie alle preghiere davanti
nella Chiesa bizantina. In genere ac- all’icona della Madre di Dio. A seguito
compagnato dall'attributo iperaghìa, di ciò Giovanni avrebbe fissato sul-
santissima. l’icona una mano d’argento.
thermarion ϑερμάριον Recipiente per trichokuria τριχοκουρία Tonsura, ta-
contenere lo zeon. glio dei capelli in forma di croce come
thringion ϑριγγίον Rivestimento, in dedizione a Dio del neobattezzato
genere d'argento, donato ad una icona Trinità, icona della SS.ma L'icona raf-
in segno di ringraziamento e pietà. È figura tre angeli seduti attorno ad una
più noto il termine russo "riza" tavola apparecchiata per il pasto. Sono
thymiatìrion ϑυμιατήριον Incensiere. i tre visitatori di Abramo (Gen. 18,1).
thyranoixia ϑυρανοίξια (apertura del- L'esempio più antico risale alla metà
le porte) Inaugurazione di una chiesa. del IV sec. e si trova nelle catacombe
Il termine indica propriamente la sua della via Latina. Celeberrima la rap-
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presentazione di A. Rublëv. Quando ore di terza e sesta unite insieme in una
nella scena appaiono altri personaggi - unica officiatura durante la Grande
Abramo e Sara - viene più propria- Quaresima.
mente definita Ospitalità (filoxenia) di trono ἡ ἄνω καϑέδρα 1) Seggio del ve-
Abramo. scovo durante le Liturgie pontificali, si
triòdion τριῴδιον 1) Canone di tre odi. trova dietro l'altare al centro dell'abside
2) Periodo di dieci settimane le cui pri- elevato su alcuni gradini. Un altro tro-
me quattro (domenica del fariseo e del no (despoticon o archieraticós thronos)
pubblicano, domenica del figliol pro- posto nel lato destro della navata cen-
digo, domenica di carnevale e dome- trale, coperto da baldacchino e sopre-
nica dei latticini) sono di graduale pre- levato di due o tre gradini è utilizzato
parazione al digiuno della grande Qua- dal Vescovo quando assiste a un rito
resima. 3) Libro contenente le officia- senza celebrare. Un altro seggio mobile
ture del periodo, detto anche triodion viene posto al centro della navata ed è
kataniktikòn (di compunzione). utilizzato nella prima parte della Litur-
triodion charmosinon Τριῴδιον χαρ- gia pontificale. Al disopra del seggio
μόσυνον vd. pentikostarion. fisso di norma è posta una icona di Cri-
trisàghion τρισάγιον Antichissimo in- sto Gran Sacerdote e Re dei Re. 2) No-
no cantato al concilio di Calcedonia nel me talvolta usato per l'antiminsion.
451 e tuttora in uso nell'officiatura an- tropario τροπάριον Inno, breve com-
che al di fuori della Divina Liturgia. posizione poetica facente parte dell’ode
«Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, di un canone o altro.
abbi di noi pietà.» trullano, concilio Il 6° concilio ecume-
trisàghio nekròsimo τρισάγιον νε- nico ha preso il nome dalla sala del pa-
κρώσιμον Akoluthia celebrata in com- lazzo imperiale detta del trullo (cu-
memorazione e suffragio di un defun- pola) in cui si è tenuto nel 680 a Costan-
to il 3°, 9°, 40° giorno dalla morte e nei tinopoli. Ha preso lo stesso nome un
successivi anniversari, in cui si benedi- successivo concilio locale, detto anche
cono e distribuiscono i koliva. Può es- quinisesto, svoltosi nel 692 che ha det-
sere richiesto dai fedeli ogni volta che tato norme per il culto divino ed il
lo desiderano in commemorazione dei canto liturgico che sono tuttora osser-
propri cari. non può essere celebrato vate dalla Chiesa bizantina.
nelle feste despotiche, dal sabato di Laz- tunica ἐσώρασον Veste portata da tut-
zaro sino al sabato di S. Tomaso e nella to il clero; generalmente di colore nero,
festa della Dormizione. può essere anche grigia, turchina o di
triskelion τρισκέλιον Sostegno per l'e- altro colore. vd. Andirion. È simbolo di
sposizione di un'icona. allegrezza e giustizia.
trithekti τριϑέκτη Nome dato alle due Tutti i Santi La Chiesa Bizantina com-
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memora tutti i Santi di cui non si cono- tenelle come ornamento di chiese; sim-
sce il nome collettivamente la dome- boleggiano la cura di Dio per il Suo po-
nica dopo Pentecoste. polo.
typikà τυπικά 1) Breve ufficiatura in-
serita tra l'ora sesta e la nona, composta V
principalmente dai salmi 102 e 145 e vactiria βακτηηρία Bastone pastorale.
dai makarismì. In determinati giorni e vasi sacri Il calice, il diskos, l'asteriskos,
festività possono sostituire le antifone la lancia ed il cucchiaino. Nel rito bizan-
della Divina Liturgia. 2) In alcune Chie- tino i vasi sacri non vengono consa-
se prende questo nome una officiatura crati con una cerimonia apposita, ma
ricalcata sulla struttura della Divina vengono resi tali per contatto con i Sa-
Liturgia, ovviamente senza la Consa- cri Doni al primo utilizzo.
crazione, che può essere guidata da un veli (santi) I veli che coprono il diskos
diacono, un lettore o addirittura un la- ed il calice: kalimma
ico stimato e che viene celebrata quan- velo (monastico) Epanocalymafchion.
do non sia disponibile un sacerdote. Se vespro v. Esperinos.
è condotta da un diacono può avere veste luminosa ὁ χιτὼν φωτεινός o ἡ
luogo la distribuzione dell'Eucarestia φωτοειδὴς στολή È la veste bianca di
consacrata in una Liturgia precedente. cui è rivestito il neobattezzato, segno
L'uso non è universalmente accettato. della luce della grazia.
typikòn τυπικόν 1) “Regola” di un vesti liturgiche Nella celebrazione del-
monastero. Di norma imposto dal fon- la Divina Liturgia ed in alcune akolutie
datore, governa i più minuti partico- maggiori il sacerdote indossa nell'or-
lari della vita dei monaci e delle officia- dine: sticharion, epitrachilion, zonì, se ne
ture liturgiche. 2) Libro liturgico conte- ha diritto epigonation, quindi epimaniki
nente le indicazioni per le sacre officia- e da ultimo il felonion. Nel mattutino,
ture, o genericamente l'insieme delle nel vespro ed in alcune altre akolutie il
istruzioni relative. La Chiesa di Co- sacerdote indossa solo l'epitrakilion e il
stantinopoli e quelle di tradizione gre- felonion. In altri casi è previsto il solo
ca, ad eccezione dei monasteri dell'A- epitrachilion sul rason. Il vescovo in-
thos, utilizzano il Typikon detto della dossa in luogo del felonion il sakkos
"Grande Chiesa" che risale alla riforma quindi l'omoforion, la mitria e l'encol-
liturgica del 1838, la Chiesa russa e pion. Il vescovo può anche decidere di
quelle ad essa collegate utilizzano un celebrare la Divina Liturgia indossan-
diverso Typikon di origine sabaitica. do il felonion su cui sovrappone l'omo-
forion. Il diacono indossa lo sticharion
U gli epimanikia e l'orarion.
uova di struzzo, Vengono appese a ca- vigilia παραμονή Giorno precedente
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una importante festa despotica o teomito- lare e perciò in piedi.
rica, anche proeortion. ypogonàtion ὑπογονάτιον v. Epigona-
vìma βήμα (tribunale, da salire poiché tion.
al tribunale si saliva) È la zona del pre- ypapantì ὑπαπαντή Dal greco «incon-
sbiterio, oltre l'iconostasi, al cui centro tro» commemorazione dell'incontro di
sorge l'altare. Vi trovano posto anche Gesù con il suo popolo rappresentato
l'altare della protesi ed il diaconikon. È da Simeone. Ricorre il 2 febbraio, e cor-
riservata al clero ed i laici non vi pos- risponde alla festa della Purificazione
sono entrare senza valido motivo. Ter- latina. È festa despotica.
mina di norma in un abside, al cui cen- yphasma ὕφασμα Stoffa con l’imma-
tro nella chiesa cattedrale sorge il trono gine o semplicemente il nome di uno
del vescovo, affiancato dal synthronon degli Evangelisti posto ad ognuno de-
per gli altri celebranti. È detto anche gli angoli dell’altare al momento della
santuario. consacrazione sotto la katasarkion.
vimataris βηματάρης Sacrestano. ypertimos ὑπέρτιμος (molto onore-
vimitarissa βηματάρησσα Icona ma- vole) Titolo onorario di un metropolita.
riana miracolosa del "tipo" di odigitria
conservata nel monastero di Vatopedi. Z
È detta anche Ktitorissa. zèon ζέον Un piccolo recipiente e l'ac-
vita angelica ἀγγελικός βίος Lo stato qua bollente in esso contenuta che vie-
monastico. ne versata nel calice prima della comu-
nione. Simboleggia l'ardore dello Spi-
X rito Santo comunicato ai fedeli con la
xeniteia o xenia ξενιτεία Forma di a- partecipazione al banchetto eucari-
scesi consistente nel vivere in una loca- stico.
lità straniera di cui non si conoscono la zòni ζώνη Cintura costituita da una
lingua e le usanze. È probabilmente stretta fascia di tessuto per sostenere lo
derivata da xenia la fondazione del- sticharion. Simboleggia la fortezza e la
l'abbazia di Grottaferrata da parte di S. purezza. 2) Fascia di tela nera per il
Nilo. clero secolare e di cuoio per i monaci
xerofagia ξηροφαγία Pratica ascetica per stringere le veste alla vita. In al-
consistente nel nutrirsi di cibi secchi, cune Chiese gli alti dignitari usano so-
astenendosi dalle bevande. vente una fascia viola o rossa. La cin-
tura del monaco è di pelle di animale
Y morto per ricordargli la rinunzia al
ypakoï ὑπακοὴ Tropario dei kathismi mondo e la caducità delle cose terrene.
utilizzato la domenica e in alcune feste La cintura simboleggia la mortifica-
da ascoltare con “attenzione” partico- zione delle passione e la prontezza al
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servizio di Dio e del prossimo.
zostikon ζωστικό vd. anderìon

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