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In questi tubi si generavano dei raggi the furono chiamati "raggi catodici"
poichè venivano emessi dal polo negativo (catodo) e si dirigevano verso il polo
positivo (anodo).
In questi tubi si generavano dei raggi the furono chiamati "raggi catodici"
poichè venivano emessi dal polo negativo (catodo) e si dirigevano verso il polo
positivo (anodo).
Passando attraverso i fori dell'anodo e di una piastra metallica che funzionano R. A. Millikan riuscì a misurare con notevole accuratezza la carica
da collimatori, un sottile fascio di raggi catodici si dirige verso il centro dello dell’elettrone:
schermo senza subire alcuna deviazione.
e = - 1.6 x 10-19 C
Applicando un campo magnetico uniforme perpendicolare alla direzione dei
raggi, il fascio subisce una deflessione poichè su un elettrone di massa m e
carica e, agisce una forza uguale ad Hev, dove H rappresenta l'intensità del Essendo noto il rapporto e/m determinato da Thomson fu possibile calcolare la
campo magnetico e v la velocità dell'elettrone. massa dell’elettrone:
In particolare l'elettrone percorre una traiettoria circolare con raggio di m = 9.1 x 10-31 kg
curvatura r che può essere misurato sperimentalmente dalla deviazione del
punto luminoso sullo schermo. m = 9.1 x 10-28 g
La forza dovuta al campo magnetico deve essere pari alla forza centrifuga
mv2/r
per cui:
Hev =mv2/r
Per tutti gli altri elementi si trovò che la massa atomica era maggiore della
somma delle masse dei rispettivi protoni ed elettroni. Questa differenza fu
e/m = -1.76 x 10-11 C/kg attribuita alla presenza nell'atomo di un altro tipo di particella, che fu scoperta
nel 1932 da J. Chadwick e che fu chiamata neutrone.
Tale particella risultò ovviamente priva di carica e con una massa quasi
uguale a quella del protone.
Scoperta dell’elettrone. Esperimenti di Thomson (II) Esperimenti di Millikan
Passando attraverso i fori dell'anodo e di una piastra metallica che funzionano R. A. Millikan riuscì a misurare con notevole accuratezza la carica
da collimatori, un sottile fascio di raggi catodici si dirige verso il centro dello dell’elettrone:
schermo senza subire alcuna deviazione.
e = - 1.6 x 10-19 C
Applicando un campo magnetico uniforme perpendicolare alla direzione dei
raggi, il fascio subisce una deflessione poichè su un elettrone di massa m e
carica e, agisce una forza uguale ad Hev, dove H rappresenta l'intensità del Essendo noto il rapporto e/m determinato da Thomson fu possibile calcolare la
campo magnetico e v la velocità dell'elettrone. massa dell’elettrone:
In particolare l'elettrone percorre una traiettoria circolare con raggio di m = 9.1 x 10-31 kg
curvatura r che può essere misurato sperimentalmente dalla deviazione del
punto luminoso sullo schermo. m = 9.1 x 10-28 g
La forza dovuta al campo magnetico deve essere pari alla forza centrifuga
mv2/r
per cui:
Hev =mv2/r
Per tutti gli altri elementi si trovò che la massa atomica era maggiore della
somma delle masse dei rispettivi protoni ed elettroni. Questa differenza fu
e/m = -1.76 x 10-11 C/kg attribuita alla presenza nell'atomo di un altro tipo di particella, che fu scoperta
nel 1932 da J. Chadwick e che fu chiamata neutrone.
Tale particella risultò ovviamente priva di carica e con una massa quasi
uguale a quella del protone.
Le altre particelle subatomiche (II) Esperimenti di Rutherford
E. Rutherford (1871-1936).
Fascio di particelle α (cariche positivamente) che colpiscono una sottile lamina di
Particella Massa Carica elettrica oro (o di platino): “nonostante la maggior parte delle particelle mantenesse la
(g) (C) traiettoria originale, alcune venivano fortemente deflesse o addirittura
rimbalzavano indietro.”
Elettrone 9,10938 x 10-28 -1,602 x 10-19
Modello per interpretare la costituzione dell’atomo: sfera uniforme di cariche Questo risultato era inaspettato poichè secondo il modello di Thomson la
positive nella quale gli elettroni si distribuiscono come “granelli di pepe in massa e la carica dovevano essere distribuite uniformemente all'interno degli
una balla di cotone” atomi del metallo.
E. Rutherford (1871-1936).
Fascio di particelle α (cariche positivamente) che colpiscono una sottile lamina di
Particella Massa Carica elettrica oro (o di platino): “nonostante la maggior parte delle particelle mantenesse la
(g) (C) traiettoria originale, alcune venivano fortemente deflesse o addirittura
rimbalzavano indietro.”
Elettrone 9,10938 x 10-28 -1,602 x 10-19
Modello per interpretare la costituzione dell’atomo: sfera uniforme di cariche Questo risultato era inaspettato poichè secondo il modello di Thomson la
positive nella quale gli elettroni si distribuiscono come “granelli di pepe in massa e la carica dovevano essere distribuite uniformemente all'interno degli
una balla di cotone” atomi del metallo.
Concetti validi del modello: ordine di grandezza delle dimensioni del nucleo
e dell'atomo.
Nel nucleo è contenuta praticamente tutta la massa Atomo Numero di massa (A) = numero dei nucleoni = numero di protoni + neutroni
dell'atomo, cioè i protoni ed i neutroni (questi ultimi
furono solo previsti da Rutherford) e le sue
dimensioni sono dell'ordine di 10-12 cm. La differenza A-Z rappresenta quindi il numero di neutroni contenuti nel
All'esterno del nucleo vi sono gli elettroni che nucleo.
occupano uno spazio che è circa 10.000 volte più
grande del nucleo.
L’atomo è “vuoto” Nuclìde: specie atomica caratterizzata da una specifica coppia di valori A e Z
In generale:
Concetti validi del modello: ordine di grandezza delle dimensioni del nucleo
e dell'atomo.
Nel nucleo è contenuta praticamente tutta la massa Atomo Numero di massa (A) = numero dei nucleoni = numero di protoni + neutroni
dell'atomo, cioè i protoni ed i neutroni (questi ultimi
furono solo previsti da Rutherford) e le sue
dimensioni sono dell'ordine di 10-12 cm. La differenza A-Z rappresenta quindi il numero di neutroni contenuti nel
All'esterno del nucleo vi sono gli elettroni che nucleo.
occupano uno spazio che è circa 10.000 volte più
grande del nucleo.
L’atomo è “vuoto” Nuclìde: specie atomica caratterizzata da una specifica coppia di valori A e Z
In generale:
Spettrometro di massa:
il raggio della traiettoria
dipende dal rapporto
carica/massa della
particella carica (generata
per allontanamento di un
elettrone): minore è il
rapporto, maggior il raggio
di curvatura, quindi masse
diverse vengono deflesse
con raggi diversi.
Elementi
Spettrometro di massa:
il raggio della traiettoria
dipende dal rapporto
carica/massa della
particella carica (generata
per allontanamento di un
elettrone): minore è il
rapporto, maggior il raggio
di curvatura, quindi masse
diverse vengono deflesse
con raggi diversi.
Elementi
La maggior parte delle nostre conoscenze sulla effettiva struttura degli atomi (e delle Lo spettro della luce: dalle onde radio ai raggi γ (diminuisce λ, cresce ν). Lo
molecole) proviene da esperimenti basati sull’interazione luce/materia.
spettro della luce visibile: dal rosso (λ = 7 × 10-5 cm) al violetto (4 × 10-5 cm).
Le grandezze the caratterizzano un'onda elettromagnetica: Quando una sostanza viene eccitata (per esempio per riscaldamento), essa
- la lunghezza d'onda, λ, che rappresenta la distanza tra due minimi o due massimi emette delle radiazioni che, fatte passare attaverso un prisma (deviazione a
successivi ed e espressa in unità di lunghezza (m, cm, nm, ecc.); seconda della λ) danno luogo ad uno spettro di emissione.
- la frequenza, ν, che rappresenta il numero di onde the passano per un punto in un
secondo (ossia il numero di vibrazioni nell'unita di tempo di un'onda di lunghezza d'onda
λ) ed è espressa in (tempo)-1. 1 s-1 = 1 Hertz (Hz)
La frequenza di un'onda dipende
da λ e dalla velocita di
propagazione dell'onda, v,
secondo la relazione:
ν = v/λ
La maggior parte delle nostre conoscenze sulla effettiva struttura degli atomi (e delle Lo spettro della luce: dalle onde radio ai raggi γ (diminuisce λ, cresce ν). Lo
molecole) proviene da esperimenti basati sull’interazione luce/materia.
spettro della luce visibile: dal rosso (λ = 7 × 10-5 cm) al violetto (4 × 10-5 cm).
Le grandezze the caratterizzano un'onda elettromagnetica: Quando una sostanza viene eccitata (per esempio per riscaldamento), essa
- la lunghezza d'onda, λ, che rappresenta la distanza tra due minimi o due massimi emette delle radiazioni che, fatte passare attaverso un prisma (deviazione a
successivi ed e espressa in unità di lunghezza (m, cm, nm, ecc.); seconda della λ) danno luogo ad uno spettro di emissione.
- la frequenza, ν, che rappresenta il numero di onde the passano per un punto in un
secondo (ossia il numero di vibrazioni nell'unita di tempo di un'onda di lunghezza d'onda
λ) ed è espressa in (tempo)-1. 1 s-1 = 1 Hertz (Hz)
La frequenza di un'onda dipende
da λ e dalla velocita di
propagazione dell'onda, v,
secondo la relazione:
ν = v/λ
Corpo nero: sostanza capace di assorbire tutte le radiazioni elettromagnetiche Per un’elettrone (m = 9.1 x 10-31 Kg; c = 3 x 108 ms-1; h = 6.62 x 10-34 J s):
Se un corpo nero viene riscaldato, esso emette delle radiazioni che sono il λ = 2.4 x 10-10 m
risultato delle vibrazioni degli atomi del corpo caldo, che si comportano come
degli oscillatori elementari. Se l’elettrone si comportasse come un'onda dovrebbe dar luogo a fenomeni
M. Planck (1858-1947): ipotesi che l'energia dei singoli oscillatori elementari non di diffrazione, come fa la luce quando incide su un reticolo.
fosse una grandezza continua ma discreta e che risultasse sempre multipla di Perchè ciò avvenga le distanze tra le fenditure del reticolo dovrebbero
un certo valore elementare non ulteriormente divisibile, hν (h = costante di essere paragonabili alla lunghezza d'onda associata all‘elettrone che è dello
Planck = 6,626 • 10-34 J• s): stesso ordine di grandezza delle distanze tra gli atomi nei cristalli.
E = hν Nel 1927 Davisson e Germer, ottenendo delle figure di interferenza in
Servendosi di questa ipotesi, Planck derivò un'equazione puramente empirica seguito alla diffrazione di un fascio di elettroni su un cristallo di nickel,
che soddisfaceva perfettamente i risultati sperimentali dell'emissione di confermarono l’ipotesi di de Broglie che la materia possiede sia proprietà
radiazione da parte del corpo nero. Alla quantità elementare di energia Planck corpuscolari che ondulatorie.
dette il nome di quantum, per cui la sua teoria prese il nome di teoria dei
quanti.
Spettri atomico dell’idrogeno
Il dualismo onda-particella
Il più semplice spettro atomico è quello dell'idrogeno.
Nel 1855, J. Balmer ricavò un'equazione che metteva in relazione le Nel 1924, il fisico francese L. de Broglie ipotizzò che le particelle materiali
lunghezze d'onda di quattro righe dello spettro dell'idrogeno (visibili ad potessero avere un comportamento dualistico, cioè potevano comportarsi
occhio nudo) con una serie di numeri interi: come corpuscoli o come onde a seconda delle condizioni sperimentali.
Corpo nero: sostanza capace di assorbire tutte le radiazioni elettromagnetiche Per un’elettrone (m = 9.1 x 10-31 Kg; c = 3 x 108 ms-1; h = 6.62 x 10-34 J s):
Se un corpo nero viene riscaldato, esso emette delle radiazioni che sono il λ = 2.4 x 10-10 m
risultato delle vibrazioni degli atomi del corpo caldo, che si comportano come
degli oscillatori elementari. Se l’elettrone si comportasse come un'onda dovrebbe dar luogo a fenomeni
M. Planck (1858-1947): ipotesi che l'energia dei singoli oscillatori elementari non di diffrazione, come fa la luce quando incide su un reticolo.
fosse una grandezza continua ma discreta e che risultasse sempre multipla di Perchè ciò avvenga le distanze tra le fenditure del reticolo dovrebbero
un certo valore elementare non ulteriormente divisibile, hν (h = costante di essere paragonabili alla lunghezza d'onda associata all‘elettrone che è dello
Planck = 6,626 • 10-34 J• s): stesso ordine di grandezza delle distanze tra gli atomi nei cristalli.
E = hν Nel 1927 Davisson e Germer, ottenendo delle figure di interferenza in
Servendosi di questa ipotesi, Planck derivò un'equazione puramente empirica seguito alla diffrazione di un fascio di elettroni su un cristallo di nickel,
che soddisfaceva perfettamente i risultati sperimentali dell'emissione di confermarono l’ipotesi di de Broglie che la materia possiede sia proprietà
radiazione da parte del corpo nero. Alla quantità elementare di energia Planck corpuscolari che ondulatorie.
dette il nome di quantum, per cui la sua teoria prese il nome di teoria dei
quanti.
Il dualismo onda-particella. Il fotone Il principio di indeterminazione (I)
Particelle associate alla luce: fotoni Per descrivere il moto di una particella occorre conoscere i valori della sua
posizione e della sua velocità in qualsiasi istante.
Massa associata ad un singolo fotone: m = h/λc Nel 1927, W. Heisenberg (1901-1976) dimostrò che non è possibile
determinare con sufficiente precisione contemporaneamente la posizione e
(λ = 300 nm o 3 x 10-7 m; c = 3 x 108 ms-1; h = 6.62 x 10-34 J s) la velocità di una particella, enunciando il cosiddetto principio di
m = 7.3 x 10-36 Kg indeterminazione la cui formulazione matematica è la seguente:
Se consideriamo un proiettile di fucile avente una massa di 30,0 g e che si Supponiamo che l'incertezza sulla posizione di un elettrone, Δx, sia pari a 0,1
muove con una velocità di 8,0 • 104 cm • s-1, applicando la relazione Å, cioe 10-9 cm. Ricordando che la massa dell'elettrone è circa 9 • 10-28 g,
generale λ = h/mv si ha: possiamo calcolare l'incertezza sulla sua velocità:
λ = 2.76 x 10-33 cm Δv ≥ h/4π • Δx • m ≥ 5.8 x 108 cm s-1
La lunghezza d'onda associata alla massa del proiettile in movimento è L'indeterminazione della posizione o della velocità di una particella diventa
talmente piccola da non poter essere misurata sperimentalmente! (Inoltre tanto più trascurabile quanto più grande è la sua massa, per cui alle particelle
non e possibile verificare sperimentalmente se essa dia luogo a fenomeni di macroscopiche (es. palla da tennis) è possibile applicare correttamente i
diffrazione). principi della meccanica classica
Quanto più grande e la massa della particella considerate, tanto più piccola Le conseguenze del principio di Heisenberg sono estremamente importanti
sarà la corrispondente lunghezza d'onda. per le particelle microscopiche.
In definitive possiamo concludere che, per particelle non appartenenti al Ad esempio, il Principio di indeterminazione implica che non ha senso
mondo microscopico, il comportamento microscopico non riveste particolare descrivere il comportamento dell'elettrone attorno al nucleo secondo
importanza ed il moto di tali particelle può essere descritto adeguatamente un modello classico, poichè non è possibile determinarne la traiettoria.
dalle leggi della meccanica classica (anche se in linea di principio non si può
escludere la natura ondulatoria anche per il moto di masse enormi come ad Occorre ricorrere, come vedremo, in seguito ad un altro modello the tenga
es. i pianeti) conto del fatto the l’elettrone si comporta anche come un'onda.
Il dualismo onda-particella. Il fotone Il principio di indeterminazione (I)
Particelle associate alla luce: fotoni Per descrivere il moto di una particella occorre conoscere i valori della sua
posizione e della sua velocità in qualsiasi istante.
Massa associata ad un singolo fotone: m = h/λc Nel 1927, W. Heisenberg (1901-1976) dimostrò che non è possibile
determinare con sufficiente precisione contemporaneamente la posizione e
(λ = 300 nm o 3 x 10-7 m; c = 3 x 108 ms-1; h = 6.62 x 10-34 J s) la velocità di una particella, enunciando il cosiddetto principio di
m = 7.3 x 10-36 Kg indeterminazione la cui formulazione matematica è la seguente:
Se consideriamo un proiettile di fucile avente una massa di 30,0 g e che si Supponiamo che l'incertezza sulla posizione di un elettrone, Δx, sia pari a 0,1
muove con una velocità di 8,0 • 104 cm • s-1, applicando la relazione Å, cioe 10-9 cm. Ricordando che la massa dell'elettrone è circa 9 • 10-28 g,
generale λ = h/mv si ha: possiamo calcolare l'incertezza sulla sua velocità:
λ = 2.76 x 10-33 cm Δv ≥ h/4π • Δx • m ≥ 5.8 x 108 cm s-1
La lunghezza d'onda associata alla massa del proiettile in movimento è L'indeterminazione della posizione o della velocità di una particella diventa
talmente piccola da non poter essere misurata sperimentalmente! (Inoltre tanto più trascurabile quanto più grande è la sua massa, per cui alle particelle
non e possibile verificare sperimentalmente se essa dia luogo a fenomeni di macroscopiche (es. palla da tennis) è possibile applicare correttamente i
diffrazione). principi della meccanica classica
Quanto più grande e la massa della particella considerate, tanto più piccola Le conseguenze del principio di Heisenberg sono estremamente importanti
sarà la corrispondente lunghezza d'onda. per le particelle microscopiche.
In definitive possiamo concludere che, per particelle non appartenenti al Ad esempio, il Principio di indeterminazione implica che non ha senso
mondo microscopico, il comportamento microscopico non riveste particolare descrivere il comportamento dell'elettrone attorno al nucleo secondo
importanza ed il moto di tali particelle può essere descritto adeguatamente un modello classico, poichè non è possibile determinarne la traiettoria.
dalle leggi della meccanica classica (anche se in linea di principio non si può
escludere la natura ondulatoria anche per il moto di masse enormi come ad Occorre ricorrere, come vedremo, in seguito ad un altro modello the tenga
es. i pianeti) conto del fatto the l’elettrone si comporta anche come un'onda.
Il modello atomico di Bohr e gli spettri atomici
Sulla base di questo modello Bohr calcolò i raggi e le energie delle orbite
permesse. In particolare per il raggio dell'orbita di più bassa energia detta
stato fondamentale, ottenne il valore di 53 pm
Bohr derivo un'espressione per i numeri d'onda delle linee spettrali
dell'idrogeno the aveva la stessa forma dell'equazione empirica di Rydberg ed
3. MODELLI ATOMICI PER ottenne un valore delta costante RH pari a 109737 cm-1 contro il valore
sperimentale di 109677,6 cm-1.
L’IDROGENO
L'esistenza degli spettri atomici a righe e molte altre proprietà dell'atomo non
erano spiegabili tramite i modelli atomici di Thomson o di Rutherford. Nel 1913 Presupposti della teoria 'planetaria' di Bohr: possono essere determinate
Niels Bohr, adattando il concetto della quantizzazione dell'energia al modello simultaneamente con precisione sia la posizione nello spazio (x) che la
classico di Rutherford, propose un nuovo modello atomico che permise di velocità (v) dell'elettrone.
ricavare esattamente i dati spettrali dell'atomo di idrogeno. Violazione del principio di indeterminazione (o di Heisenberg)
II modello scelto da Bohr per rappresentare l’atomo di idrogeno si basava sui
seguenti postulati:
- l’elettrone descrive delle orbite circolari, attorno al nucleo; Il modello di Bohr riesce a giustificare anche gli spettri dei sistemi
“idrogenoidi” ( es. He+) ma non quelli degli atomi polielettronici
- sono permesse solo quelle orbite per le quali il momento angolare
Anomalie in alcuni spettri spiegate da Sommerfield ammettendo orbite
dell'elettrone, mvr, e un multiplo intero di h/2π (m rappresenta la massa
dell'elettrone, v la sua velocità, r è il raggio dell'orbita ed h è la costante di ellittiche anziché circolari.
Planck); Tentativo di spiegare il comportamento dell’elettrone mescolando concetti
- l’elettrone non irradia quando si trova in un'orbita permessa (stato di fisica classica con concetti di fisica quantistica.
stazionario). Le emissioni di radiazioni avvengono soltanto se l'elettrone
passa da un'orbita più esterna ad una più interna permessa e la frequenza
della radiazione emessa si può ricavare tramite la relazione:
ν = (E2-E1)/h
Il modello atomico di Bohr e gli spettri atomici
Sulla base di questo modello Bohr calcolò i raggi e le energie delle orbite
permesse. In particolare per il raggio dell'orbita di più bassa energia detta
stato fondamentale, ottenne il valore di 53 pm
Bohr derivo un'espressione per i numeri d'onda delle linee spettrali
dell'idrogeno the aveva la stessa forma dell'equazione empirica di Rydberg ed
3. MODELLI ATOMICI PER ottenne un valore delta costante RH pari a 109737 cm-1 contro il valore
sperimentale di 109677,6 cm-1.
L’IDROGENO
L'esistenza degli spettri atomici a righe e molte altre proprietà dell'atomo non
erano spiegabili tramite i modelli atomici di Thomson o di Rutherford. Nel 1913 Presupposti della teoria 'planetaria' di Bohr: possono essere determinate
Niels Bohr, adattando il concetto della quantizzazione dell'energia al modello simultaneamente con precisione sia la posizione nello spazio (x) che la
classico di Rutherford, propose un nuovo modello atomico che permise di velocità (v) dell'elettrone.
ricavare esattamente i dati spettrali dell'atomo di idrogeno. Violazione del principio di indeterminazione (o di Heisenberg)
II modello scelto da Bohr per rappresentare l’atomo di idrogeno si basava sui
seguenti postulati:
- l’elettrone descrive delle orbite circolari, attorno al nucleo; Il modello di Bohr riesce a giustificare anche gli spettri dei sistemi
“idrogenoidi” ( es. He+) ma non quelli degli atomi polielettronici
- sono permesse solo quelle orbite per le quali il momento angolare
Anomalie in alcuni spettri spiegate da Sommerfield ammettendo orbite
dell'elettrone, mvr, e un multiplo intero di h/2π (m rappresenta la massa
dell'elettrone, v la sua velocità, r è il raggio dell'orbita ed h è la costante di ellittiche anziché circolari.
Planck); Tentativo di spiegare il comportamento dell’elettrone mescolando concetti
- l’elettrone non irradia quando si trova in un'orbita permessa (stato di fisica classica con concetti di fisica quantistica.
stazionario). Le emissioni di radiazioni avvengono soltanto se l'elettrone
passa da un'orbita più esterna ad una più interna permessa e la frequenza
della radiazione emessa si può ricavare tramite la relazione:
ν = (E2-E1)/h
Modello ondulatorio
Numeri quantici
Nel 1926, il fisico austriaco Erwin Schrödinger (1887-1961) propose
un modello ondulatorio per descrivere il comportamento dell’elettrone Per l’equazione associata ad un’onda stazionaria unidimensionale:
nell'atomo di idrogeno.
λ/2 = d/n n = 1,2,3…
Il moto di un'onda è descrivibile matematicamente tramite
un'equazione differenziale che viene chiamata equazione d'onda.
La risoluzione di questa equazione permette di ricavare l’ampiezza Il movimento “ondulatorio” dell’elettrone è in tre dimensioni.
dell'onda sia in funzione delle coordinate spaziali che in funzione del Le soluzioni accettabili per la corrispondente equazione d’onda derivano dalla
tempo. combinazione di tre costanti n, l, m (numeri quantici) legati tra loro da
Nel caso di un'onda stazionaria in alcuni punti l'ampiezza della relazioni ben definite
vibrazione è indipendente dal tempo. Esempio: la corda di una
chitarra; i punti della corda si muovono in alto in basso con
l’eccezione degli estremi vincolati. Modo fondamentale: la
Numero quantico principale: n = 1,2,3….∞
lunghezza d'onda λ è pari al doppio della lunghezza della corda, d
(massimo spostamento della corda al centro della corda stessa) Numero quantico secondario l = 0,1,2,…(n-1)
Altri modi di vibrazione bloccando la corda in altre posizioni Numero quantico magnetico m = -l…,-2,-1,0,1,2,…l
intermedie tra i due estremi: le vibrazioni sono "quantizzate“:
Orbitale 1s
r = distanza dal nucleo; a0= costante
Orbitale 1s
r = distanza dal nucleo; a0= costante
probabilità di trovare l'elettrone in questo guscio: 4πr2Ψ2 (funzione di Probabilità di distribuzione radiale per l'orbitale 2s: la probabilità si annulla
distribuzione radiale), dipende dalla distanza dal nucleo. per una distanza r1 dal nucleo.
Superfici nodali: superfici sferiche dove la probabilità è zero.
Rappresentazione degli orbitali atomici. Distribuzione radiale (II) La rappresentazione tridimensionale degli orbitali atomici
probabilità di trovare l'elettrone in questo guscio: 4πr2Ψ2 (funzione di Probabilità di distribuzione radiale per l'orbitale 2s: la probabilità si annulla
distribuzione radiale), dipende dalla distanza dal nucleo. per una distanza r1 dal nucleo.
Superfici nodali: superfici sferiche dove la probabilità è zero.
Rappresentazione degli orbitali atomici. Distribuzione radiale (II) La rappresentazione tridimensionale degli orbitali atomici
I tre orbitali p sono equivalenti tra loro ed isoenergetici Segno delle funzioni d’onda
I “segni” che identificano i lobi degli orbitali sono importanti nel momento in
cui si considerano le interazioni tra orbitali atomici di diversi atomi (vedi
formazione di legami).
Orbitali p Orbitali d
Per l = 1 si ottengono tre orbitali di tipo p, corrispondenti rispettivamente a Per l = 2 esistono cinque orbitali di tipo d: il numero quantico m può
valori di m pari a -1, 0 e +1. assumere cinque diversi valori (m = -2, -1, 0, +1,+2).
Gli orbitali di tipo p non hanno simmetria sferica e la loro distribuzione di La densità elettronica degli orbitali d dipende sia dalla distanza dal nucleo
probabilità dipende dalla direzione. In particolare ciascuno di essi risulta che dall'orientazione nello spazio.
simmetrico rispetto ad uno dei tre assi x, y e z, per cui vengono denominati
Due di questi orbitali si allungano lungo gli assi coordinati, mentre gli assi di
p x , py e p z
simmetria degli altri tre stanno nei piani e giacciono tra gli assi.
I tre orbitali p sono equivalenti tra loro ed isoenergetici Segno delle funzioni d’onda
I “segni” che identificano i lobi degli orbitali sono importanti nel momento in
cui si considerano le interazioni tra orbitali atomici di diversi atomi (vedi
formazione di legami).
Lo spin dell’elettrone. Numero quantico di spin Limiti dell’equazione di Schrödinger
Nel 1920 Stern e Gerlach, facendo passare un fascio di atomi di argento tra
Gli orbitali degli atomi idrogenoidi (es. He+) hanno la stessa forma degli
i poli di un magnete che creava un campo magnetico fortemente
orbitali dell’idrogeno ma la distribuzione di carica è più vicina al nucleo.
disuniforme, trovarono the il fascio collimato veniva sdoppiato in modo
simmetrico rispetto alla direzione originaria. Impossibile risoluzione dell'equazione di Schrödinger per gli atomi poli-
elettronici: occorre tenere conto non solo delle interazioni attrattive
L'intensità dei due fasci emergenti era la stessa indicando the ciascuno
nucleo/elettrone ma anche di quelle repulsive tra gli elettroni.
conteneva lo stesso numero di atomi. Per spiegare questo fenomeno
Goudsmit e Uhlenbeck nel 1925 ipotizzarono che l’elettrone durante la sua Metodi di approssimazione successiva forniscono funzioni d’onda analoghe
rotazione attorno al nucleo si comportasse come una trottola the durante la a quelle ottenute per gli atomi idrogenoidi
traslazione ruota su se stessa: questa proprietà fu chiamata spin
dell’elettrone.
La rotazione può avvenire sia in senso orario che in senso antiorario, i due
stati di spin elettronico sono specificati da un quarto numero quantico, detto
numero quantico magnetico di spin, ms, che può assumere soltanto i due
valori +1/2 e -1/2.
Simbologia della freccetta
Per l’idrogeno l’energia degli orbitali dipende solo dal numero quantico
principale. Orbitali con lo stesso valore di n hanno la stessa energia e si
dicono orbitali degeneri.
Negli atomi polielettronici la presenza di più elettroni attorno al nucleo altera
la sequenza: gli elettroni più interni “schermano” la carica nucleare.
L’energia degli orbitali dipende anche dal numero quantico
secondario.
5. ATOMI POLIELETTRONICI
Lo spin dell’elettrone. Numero quantico di spin Limiti dell’equazione di Schrödinger
Nel 1920 Stern e Gerlach, facendo passare un fascio di atomi di argento tra
Gli orbitali degli atomi idrogenoidi (es. He+) hanno la stessa forma degli
i poli di un magnete che creava un campo magnetico fortemente
orbitali dell’idrogeno ma la distribuzione di carica è più vicina al nucleo.
disuniforme, trovarono the il fascio collimato veniva sdoppiato in modo
simmetrico rispetto alla direzione originaria. Impossibile risoluzione dell'equazione di Schrödinger per gli atomi poli-
elettronici: occorre tenere conto non solo delle interazioni attrattive
L'intensità dei due fasci emergenti era la stessa indicando the ciascuno
nucleo/elettrone ma anche di quelle repulsive tra gli elettroni.
conteneva lo stesso numero di atomi. Per spiegare questo fenomeno
Goudsmit e Uhlenbeck nel 1925 ipotizzarono che l’elettrone durante la sua Metodi di approssimazione successiva forniscono funzioni d’onda analoghe
rotazione attorno al nucleo si comportasse come una trottola the durante la a quelle ottenute per gli atomi idrogenoidi
traslazione ruota su se stessa: questa proprietà fu chiamata spin
dell’elettrone.
La rotazione può avvenire sia in senso orario che in senso antiorario, i due
stati di spin elettronico sono specificati da un quarto numero quantico, detto
numero quantico magnetico di spin, ms, che può assumere soltanto i due
valori +1/2 e -1/2.
Simbologia della freccetta
Per l’idrogeno l’energia degli orbitali dipende solo dal numero quantico
principale. Orbitali con lo stesso valore di n hanno la stessa energia e si
dicono orbitali degeneri.
Negli atomi polielettronici la presenza di più elettroni attorno al nucleo altera
la sequenza: gli elettroni più interni “schermano” la carica nucleare.
L’energia degli orbitali dipende anche dal numero quantico
secondario.
5. ATOMI POLIELETTRONICI
Riempimento degli orbitali atomici
Carica nucleare effettiva
La conoscenza dei livelli energetici degli orbitali consente di ricavare la
La carica nucleare effettiva è minore della carica nucleare (Z): gli elettroni distribuzione elettronica di ogni specie atomica (nello stato fondamentale)
esterni sono soggetti ad un’attrazione del nucleo parzialmente schermato
dagli elettroni interni. “Aufbau Prinzip” o principio di costruzione: la configurazione elettronica di
un atomo polielettronico si può ottenere partendo dall’idrogeno e
A parità di numero quantico principale, gli elettroni in orbitali s “penetrano” aggiungendo via via un elettrone (e un protone) fino ad ottenere il numero
maggiormente (più vicini al nucleo) di elettroni in orbitali p o d. atomico desiderato.
Gli effetti congiunti di penetrazione e schermatura determinano la In pratica, dato un atomo, si riempiono i suoi orbitali con tutti i suoi elettroni,
differenziazione in energia degli orbitali. obbedendo a 3 regole.
Regole di riempimento:
1. Il Principio della minima energia (si riempiono prima gli orbitali ad
energia minore).
2. Il principio di esclusione o di PAULI (in un orbitale non possono stare più
di due elettroni e, quando vi stanno, si dispongono a spin opposto; forma
‘corretta’ del principio: due elettroni non possono essere descritti dalla
stessa quaterna di numeri quantici).
3. Il principio della massima molteplicità o regola di HUND (a parità di
energia, gli elettroni occupano il numero massimo di orbitali possibile,
disponendosi a spin parallelo).
Configurazione elettronica degli elementi (III) Proprietà chimiche degli elementi e loro periodicità
Alla fine del diciottesimo secolo, man mano che si scoprivano nuovi
elementi si notò che alcuni di essi presentavano proprietà e comportamenti
Esercizi simili. Ciò spinse i chimici a ricercare dei criteri per la classificazione
sistematica degli elementi
Configurazione elettronica degli elementi (III) Proprietà chimiche degli elementi e loro periodicità
Alla fine del diciottesimo secolo, man mano che si scoprivano nuovi
elementi si notò che alcuni di essi presentavano proprietà e comportamenti
Esercizi simili. Ciò spinse i chimici a ricercare dei criteri per la classificazione
sistematica degli elementi
Il sistema periodico è stato presentato negli anni sotto diverse forme. Lunghezza crescente dei periodi dovuta all’aumento del numero di orbitali
disponibili all’aumentare del numero quantico principale, n.
Attuale rappresentazione: Tavola Periodica
“Costruzione della Tavola Periodica: (i) si dispongono gli elementi, da Nei periodi 4 e 5 si ha il riempimento degli orbitali 3d e 4d (periodi lunghi):
sinistra a destra, in ordine di Z crescente, (ii) quando si incontra un gas serie di transizione
nobile si va a capo; (iii) si prosegue in modo tale da mettere uno sotto l'altro Nel periodo 6 oltre al riempimento degli orbitali 5d (terza serie di transizione)
gli elementi con la stessa configurazione elettronica esterna. si ha anche il riempimento dei 4f (prima serie di transizione interna o
Lantanidi o Terre rare)
7 righe: periodi Nel periodo 7 si ha il riempimento degli orbitali 5f (seconda serie di
transizione interna o Attinidi). Gli elementi con numero atomico maggiore di
18 colonne: gruppi; elementi con la stessa configurazione elettronica
92 (fino a 111) sono detti transuranici e non esistono in natura.
esterna e quindi con simili proprietà chimiche
La tabella periodica
Il sistema periodico è stato presentato negli anni sotto diverse forme. Lunghezza crescente dei periodi dovuta all’aumento del numero di orbitali
disponibili all’aumentare del numero quantico principale, n.
Attuale rappresentazione: Tavola Periodica
“Costruzione della Tavola Periodica: (i) si dispongono gli elementi, da Nei periodi 4 e 5 si ha il riempimento degli orbitali 3d e 4d (periodi lunghi):
sinistra a destra, in ordine di Z crescente, (ii) quando si incontra un gas serie di transizione
nobile si va a capo; (iii) si prosegue in modo tale da mettere uno sotto l'altro Nel periodo 6 oltre al riempimento degli orbitali 5d (terza serie di transizione)
gli elementi con la stessa configurazione elettronica esterna. si ha anche il riempimento dei 4f (prima serie di transizione interna o
Lantanidi o Terre rare)
7 righe: periodi Nel periodo 7 si ha il riempimento degli orbitali 5f (seconda serie di
transizione interna o Attinidi). Gli elementi con numero atomico maggiore di
18 colonne: gruppi; elementi con la stessa configurazione elettronica
92 (fino a 111) sono detti transuranici e non esistono in natura.
esterna e quindi con simili proprietà chimiche
Tavola periodica e configurazioni elettroniche
Struttura della tavola periodica. Gruppi
Gruppi: elementi con la stessa configurazione elettronica esterna e quindi Alcune configurazioni elettroniche
con simili proprietà chimiche. anomale (che non rispettano la
sequenza media dei sottolivelli).
Esempi:
Numerazione dei gruppi:
Cr, [Ar]3d54s1;
(i) numerazione IUPAC: da 1 (alcalini) a 18 (gas nobili). [IUPAC =
Cu, [Ar]3d104s1; Ni, [Ar]4s23d8;
International Union of Pure and Applied Chemistry].
Pd, [Kr]4d105s0 ;
(ii) numerazione tradizionale e ormai obsoleta: gruppi A e B.
Pt, [Xe]4f145d94s1.
Metalli e non-metalli
Tavola periodica e configurazioni elettroniche
Struttura della tavola periodica. Gruppi
Gruppi: elementi con la stessa configurazione elettronica esterna e quindi Alcune configurazioni elettroniche
con simili proprietà chimiche. anomale (che non rispettano la
sequenza media dei sottolivelli).
Esempi:
Numerazione dei gruppi:
Cr, [Ar]3d54s1;
(i) numerazione IUPAC: da 1 (alcalini) a 18 (gas nobili). [IUPAC =
Cu, [Ar]3d104s1; Ni, [Ar]4s23d8;
International Union of Pure and Applied Chemistry].
Pd, [Kr]4d105s0 ;
(ii) numerazione tradizionale e ormai obsoleta: gruppi A e B.
Pt, [Xe]4f145d94s1.
Metalli e non-metalli
Energia di ionizzazione Raggio atomico
I raggi atomici degli elementi possono essere determinati indirettamente da
Energia (o potenziale) di ionizzazione: energia necessaria per allontanare un
misure sperimentali (es. distanza tra i nuclei di due atomi uguali in solidi o
elettrone esterno a distanza infinita da un atomo isolato e allo stato gassoso:
molecole gassose)
A(g) → A+(g) + e-
Fornisce una misura della forza con cui l’elettrone è legato all’atomo. Per gli elementi dei gruppi
principali, i raggi atomici
aumentano dall’alto verso il
basso e diminuiscono da
sinistra verso destra:
-aumento del numero quantico
principale scendendo nel gruppo
(aumenta la distanza tra elettroni
esterni e nucleo)
- aumento della carica nucleare
lungo il periodo (maggiore
attrazione degli elettroni esterni
anche a parità di numero
quantico principale)
Affinità elettronica: energia liberata da un atomo neutro isolato e allo stato Elementi di transizione: solo piccole variazioni all’aumentare di Z: l’aumento
gassoso quando acquista un elettrone in uno degli orbitali vuoto o semivuoto: della carica nucleare è bilanciato in gran parte dall’effetto schermante degli
elettroni “d” che sono più interni rispetto agli elettroni “s”
A(g) + e- → A-(g)
Difficoltà di misure sperimentali; valori ottenuti in maniera indiretta.
Energia di ionizzazione Raggio atomico
I raggi atomici degli elementi possono essere determinati indirettamente da
Energia (o potenziale) di ionizzazione: energia necessaria per allontanare un
misure sperimentali (es. distanza tra i nuclei di due atomi uguali in solidi o
elettrone esterno a distanza infinita da un atomo isolato e allo stato gassoso:
molecole gassose)
A(g) → A+(g) + e-
Fornisce una misura della forza con cui l’elettrone è legato all’atomo. Per gli elementi dei gruppi
principali, i raggi atomici
aumentano dall’alto verso il
basso e diminuiscono da
sinistra verso destra:
-aumento del numero quantico
principale scendendo nel gruppo
(aumenta la distanza tra elettroni
esterni e nucleo)
- aumento della carica nucleare
lungo il periodo (maggiore
attrazione degli elettroni esterni
anche a parità di numero
quantico principale)
Affinità elettronica: energia liberata da un atomo neutro isolato e allo stato Elementi di transizione: solo piccole variazioni all’aumentare di Z: l’aumento
gassoso quando acquista un elettrone in uno degli orbitali vuoto o semivuoto: della carica nucleare è bilanciato in gran parte dall’effetto schermante degli
elettroni “d” che sono più interni rispetto agli elettroni “s”
A(g) + e- → A-(g)
Difficoltà di misure sperimentali; valori ottenuti in maniera indiretta.
Volume atomico Massa degli atomi
7. LA MASSA DEGLI ATOMI Prima scala di pesi atomici:idrogeno come riferimento (massa =1)
Convenzione dal 1961: riferimento costituito da 1/12 della massa del 12C.
Unità di massa atomica (uma) : 1 uma = 1/12 della massa del 12C
(= 1.66043 ± 0.00008 x 10-24 g).
Peso atomico relativo (par): massa del nuclide diviso per l'uma (il par è un
numero puro, non ha dimensioni). Il termine massa atomica relativa,
sebbene più idoneo per un numero puro non è mai stato adottato.
Peso atomico relativo di un elemento = par della miscela isotopica (=
media pesata dei par degli isotopi che contribuiscono a formare la miscela
isotopica).
Esempio: Mg 24.30 uma (24Mg 23,993 uma, 78.60%; 25Mg 24.994 uma, 10.11%; 26Mg 25.991
uma, 11.29%)
Volume atomico Massa degli atomi
7. LA MASSA DEGLI ATOMI Prima scala di pesi atomici:idrogeno come riferimento (massa =1)
Convenzione dal 1961: riferimento costituito da 1/12 della massa del 12C.
Unità di massa atomica (uma) : 1 uma = 1/12 della massa del 12C
(= 1.66043 ± 0.00008 x 10-24 g).
Peso atomico relativo (par): massa del nuclide diviso per l'uma (il par è un
numero puro, non ha dimensioni). Il termine massa atomica relativa,
sebbene più idoneo per un numero puro non è mai stato adottato.
Peso atomico relativo di un elemento = par della miscela isotopica (=
media pesata dei par degli isotopi che contribuiscono a formare la miscela
isotopica).
Esempio: Mg 24.30 uma (24Mg 23,993 uma, 78.60%; 25Mg 24.994 uma, 10.11%; 26Mg 25.991
uma, 11.29%)
Pesi atomici degli elementi Pesi molecolari
Elemento: costituito da atomi (isotòpi) aventi lo stesso numero atomico Z. Mole (mol): unità di misura SI (Sistema Internazionale delle unità di misura)
che esprime la quantità di sostanza.
Sostanza: porzione omogenea di materia che possiede una composizione
definita e costante. Definizione di mole: quantità di sostanza pari a quella contenuta in 12.000 g
Sostanze elementari (es. H2) e sostanze composte (es. H2O) o semplicemente di 12C.
composti. (Sostanze gassose, liquide e solide). Una mole contiene un numero di particelle (es. atomi, molecole) pari al
numero di atomi contenuti in 12.000 g di 12C.
Numero di AVOGADRO (N = 6.023 x 1023 mol–1, non è un numero puro, ma
Gli atomi dei vari elementi tendono a “raggrupparsi” (tranne poche eccezioni, una grandezza dimensionale, espressa in mol–1; dovremmo definirla, a
es. gas nobili) per formare sostanze elementari o composte. rigore: costante di Avogadro)
Quando gli atomi si raggruppano in gruppi discreti e definiti formano molecole
(es. H2, H2O, NH3).
In altri casi non si formano molecole discrete ma aggregati regolari (vedi oltre)
secondo rapporti comunque definiti (es NaCl). Esempi
Elemento: costituito da atomi (isotòpi) aventi lo stesso numero atomico Z. Mole (mol): unità di misura SI (Sistema Internazionale delle unità di misura)
che esprime la quantità di sostanza.
Sostanza: porzione omogenea di materia che possiede una composizione
definita e costante. Definizione di mole: quantità di sostanza pari a quella contenuta in 12.000 g
Sostanze elementari (es. H2) e sostanze composte (es. H2O) o semplicemente di 12C.
composti. (Sostanze gassose, liquide e solide). Una mole contiene un numero di particelle (es. atomi, molecole) pari al
numero di atomi contenuti in 12.000 g di 12C.
Numero di AVOGADRO (N = 6.023 x 1023 mol–1, non è un numero puro, ma
Gli atomi dei vari elementi tendono a “raggrupparsi” (tranne poche eccezioni, una grandezza dimensionale, espressa in mol–1; dovremmo definirla, a
es. gas nobili) per formare sostanze elementari o composte. rigore: costante di Avogadro)
Quando gli atomi si raggruppano in gruppi discreti e definiti formano molecole
(es. H2, H2O, NH3).
In altri casi non si formano molecole discrete ma aggregati regolari (vedi oltre)
secondo rapporti comunque definiti (es NaCl). Esempi
Perché gli atomi interagiscono formando i legami: due o più atomi si legano
I rapporti ponderali tra loro quando la sostanza che si forma ha un contenuto energetico
inferiore dell’insieme degli atomi isolati.
In altre parole si può dire che le interazioni tra gli atomi generano delle forze
Esempi di attrazione.
La mole (II)
Perché gli atomi interagiscono formando i legami: due o più atomi si legano
I rapporti ponderali tra loro quando la sostanza che si forma ha un contenuto energetico
inferiore dell’insieme degli atomi isolati.
In altre parole si può dire che le interazioni tra gli atomi generano delle forze
Esempi di attrazione.
Composti ionici Anioni
Esiste un gran numero di composti in cui le forze attrattive sono generate Formazione di anioni monoatomici a partire dagli elementi: affinità
semplicemente dall’attrazione elettrostatica tra specie con cariche opposte elettronica.
(ioni)
I composti ionici possono essere definiti come aggregati elettricamente
neutri costituiti da ioni positivi (cationi, es. atomi che hanno formalmente Configurazione elettronica tipo gas nobile.
perso un elettrone) e ioni negativi (anioni, es. atomi che hanno
formalmente acquistato un elettrone), tenuti insieme dalle interazioni
elettrostatiche tra le specie cariche (legame ionico). Nomenclatura: desinenza –uro: cloruro, solfuro, nitruro (N3-; invece N3- è
l’azoturo).
Il legame ha luogo perché le componenti attrattive (tra ioni di carica
opposta) prevalgono su quelle repulsive (tra ioni di stessa carica) Un'eccezione alla nomenclatura -uro: O2-, ossido.
Formazione dei cationi dagli elementi. Energie di ionizzazione successiva, Non-metalluro di metallo
In.(vedi proprietà periodiche)
NaCl: cloruro di sodio; MgF2: fluoruro di magnesio
Cationi con configurazione elettronica tipo gas nobile: es. Na+, Mg2+, Al3+:
[Ne]; K+, Ca2+, Sc3+: [Ar]. Nel caso di ioni degli elementi di transizione si possono usare le desinenze
-ico o –oso o la nomenclatura secondo IUPAC.
Nomenclatura: ione sodio, ione calcio, ione alluminio.
CuCl: cloruro rameoso o cloruro di rame(I)
Cationi dei metalli di transizione: es. Fe2+, Fe3+, Cu2+. Attenzione! Nella
…..
ionizzazione, i metalli di transizione perdono prima gli elettroni s: es. Cu+, CuCl2; cloruro rameico o cloruro di rame(II).
Zn2+: [Ar]3d10; Cu2+: [Ar]3d9. Mn2+: [Ar]3d5. FeS: ….., Fe2S3:……
I metalli del blocco p perdono prima gli elettroni s e p, il sottolivello completo
nd10 entra a far parte del nocciolo: es. Ga3+: [Ar]3d10.
Per chiarezza, nei composti si può scrivere ad esempio: FeIISO4,
Nomenclatura tradizionale: Fe2+, ione ferroso; Fe3+, ione ferrico. FeIII2(SO4)3.
Nomenclatura IUPAC: Fe2+, ione ferro(II), leggi ferro-due; Fe3+, ione
ferro(III) (notazione di Stock).
Composti ionici Anioni
Esiste un gran numero di composti in cui le forze attrattive sono generate Formazione di anioni monoatomici a partire dagli elementi: affinità
semplicemente dall’attrazione elettrostatica tra specie con cariche opposte elettronica.
(ioni)
I composti ionici possono essere definiti come aggregati elettricamente
neutri costituiti da ioni positivi (cationi, es. atomi che hanno formalmente Configurazione elettronica tipo gas nobile.
perso un elettrone) e ioni negativi (anioni, es. atomi che hanno
formalmente acquistato un elettrone), tenuti insieme dalle interazioni
elettrostatiche tra le specie cariche (legame ionico). Nomenclatura: desinenza –uro: cloruro, solfuro, nitruro (N3-; invece N3- è
l’azoturo).
Il legame ha luogo perché le componenti attrattive (tra ioni di carica
opposta) prevalgono su quelle repulsive (tra ioni di stessa carica) Un'eccezione alla nomenclatura -uro: O2-, ossido.
Formazione dei cationi dagli elementi. Energie di ionizzazione successiva, Non-metalluro di metallo
In.(vedi proprietà periodiche)
NaCl: cloruro di sodio; MgF2: fluoruro di magnesio
Cationi con configurazione elettronica tipo gas nobile: es. Na+, Mg2+, Al3+:
[Ne]; K+, Ca2+, Sc3+: [Ar]. Nel caso di ioni degli elementi di transizione si possono usare le desinenze
-ico o –oso o la nomenclatura secondo IUPAC.
Nomenclatura: ione sodio, ione calcio, ione alluminio.
CuCl: cloruro rameoso o cloruro di rame(I)
Cationi dei metalli di transizione: es. Fe2+, Fe3+, Cu2+. Attenzione! Nella
…..
ionizzazione, i metalli di transizione perdono prima gli elettroni s: es. Cu+, CuCl2; cloruro rameico o cloruro di rame(II).
Zn2+: [Ar]3d10; Cu2+: [Ar]3d9. Mn2+: [Ar]3d5. FeS: ….., Fe2S3:……
I metalli del blocco p perdono prima gli elettroni s e p, il sottolivello completo
nd10 entra a far parte del nocciolo: es. Ga3+: [Ar]3d10.
Per chiarezza, nei composti si può scrivere ad esempio: FeIISO4,
Nomenclatura tradizionale: Fe2+, ione ferroso; Fe3+, ione ferrico. FeIII2(SO4)3.
Nomenclatura IUPAC: Fe2+, ione ferro(II), leggi ferro-due; Fe3+, ione
ferro(III) (notazione di Stock).
Dimensioni degli ioni Geometria dei composti ionici
raggi atomici e raggi ionici:
Come è fatto un composto ionico: sfere positive e negative a stretto
un catione è sempre più piccolo del suo atomo, es. rNa = 1.86 Å, rNa+ = 1.02 Å contatto, disposte secondo un preciso ordine tridimensionale
(maggiore carica nucleare per elettrone)
un anione è sempre più grande del suo atomo, es. rF = 0.72, rF- = 1.33.
(minore carica nucleare per elettrone)
Calcolo dei valori limite di r+/r- compatibili con i diversi numeri di coordinazione (con il
teorema di Pitagora):
n = 8 (CsCl), nella situazione di massimo affollamento la diagonale del cubo d = 2r- +
2r+, il lato del cubo l = 2r- (gli anioni si toccano); d = l√3, da cui r+/r- = (√3 – 1) M = Costante di Madelung (talvolta indicata con A)
= 0.732; Assume valori maggiori di 1 e dipende dal numero di coordinazione dei singoli
n = 6 (NaCl), nella situazione di massimo affollamento la diagonale del quadrato = ioni
2r- + 2r+, il lato del quadrato l = 2r- (gli anioni si toccano). Da cui: r+/r- = (√2 – 1)
= 0.414.
Limiti del cosiddetto 'modello delle sfere dure' (i cationi d10 non sono sfere
dure).
L'Energia di Reticolo, Er (talvolta indicata con U), energia in gioco nel Determinazione dell'Energia di Reticolo dalla combinazione di valori
processo: M+(g) + X-(g) → MX(s) sperimentali
L’ Energia del Reticolo Ionico può essere calcolata secondo il modello
Buon accordo tra dati
puramente elettrostatico delle sfere dure (es. NaCl).
calcolati sperimentali e dati
ottenuti applicando il ciclo di
Born-Haber:
Si considerano i termini di
attrazione e di repulsione. NaCl (Er in KJ mol-1):
Calcolo dei valori limite di r+/r- compatibili con i diversi numeri di coordinazione (con il
teorema di Pitagora):
n = 8 (CsCl), nella situazione di massimo affollamento la diagonale del cubo d = 2r- +
2r+, il lato del cubo l = 2r- (gli anioni si toccano); d = l√3, da cui r+/r- = (√3 – 1) M = Costante di Madelung (talvolta indicata con A)
= 0.732; Assume valori maggiori di 1 e dipende dal numero di coordinazione dei singoli
n = 6 (NaCl), nella situazione di massimo affollamento la diagonale del quadrato = ioni
2r- + 2r+, il lato del quadrato l = 2r- (gli anioni si toccano). Da cui: r+/r- = (√2 – 1)
= 0.414.
Limiti del cosiddetto 'modello delle sfere dure' (i cationi d10 non sono sfere
dure).
L'Energia di Reticolo, Er (talvolta indicata con U), energia in gioco nel Determinazione dell'Energia di Reticolo dalla combinazione di valori
processo: M+(g) + X-(g) → MX(s) sperimentali
L’ Energia del Reticolo Ionico può essere calcolata secondo il modello
Buon accordo tra dati
puramente elettrostatico delle sfere dure (es. NaCl).
calcolati sperimentali e dati
ottenuti applicando il ciclo di
Born-Haber:
Si considerano i termini di
attrazione e di repulsione. NaCl (Er in KJ mol-1):
Le molecole
SCALA DI MOHS
Le molecole: aggregati di atomi tenuti insieme da legami covalenti.
•Teneri (si scalfiscono con l'unghia)
•1. Talco La formula minima (o bruta): esprime il rapporto tra gli elementi presenti
•2. Gesso nella molecola.
•Semi duri (si rigano con una punta d'acciaio)
La formula molecolare: esprime il numero di atomi effettivamente presenti
•3. Calcite
nella molecola.
•4. Fluorite
•5. Apatite Es. perossido di idrogeno (‘acqua ossigenata’: HO (formula minima) e H2O2
•Duri (non si rigano con la punta di acciaio) (formula molecolare); benzene: CH e C6H6; glucosio: CH2O e C6H12O6.
•6. Ortoclasio
•7. Quarzo
•8. Topazio
•9. Corindone
•10. Diamante
Energia di reticolo (II)
Le molecole
SCALA DI MOHS
Le molecole: aggregati di atomi tenuti insieme da legami covalenti.
•Teneri (si scalfiscono con l'unghia)
•1. Talco La formula minima (o bruta): esprime il rapporto tra gli elementi presenti
•2. Gesso nella molecola.
•Semi duri (si rigano con una punta d'acciaio)
La formula molecolare: esprime il numero di atomi effettivamente presenti
•3. Calcite
nella molecola.
•4. Fluorite
•5. Apatite Es. perossido di idrogeno (‘acqua ossigenata’: HO (formula minima) e H2O2
•Duri (non si rigano con la punta di acciaio) (formula molecolare); benzene: CH e C6H6; glucosio: CH2O e C6H12O6.
•6. Ortoclasio
•7. Quarzo
•8. Topazio
•9. Corindone
•10. Diamante
Il legame covalente Legami multipli
W..Kossel e G. N. Lewis, 1916: gli atomi tendono a combinarsi tra loro in Conseguenze della regola dell’ottetto: alcuni atomi condividono più di una
modo da raggiungere la configurazione elettronica di un gas nobile. coppia di elettroni.
Lewis: formazione di un legame tra due atomi mediante la condivisione di Esempi di legame doppio, O2, e legame triplo, N2.
una coppia di elettroni.
Langmuir, 1919: introduzione del termine legame covalente per indicare la
messa in condivisione di una o più coppie di elettroni tra atomi legati tra loro
(legame a coppia di elettroni) Determinazione della formula di struttura dalla formula molecolare.
Legame covalente omopolare (tra atomi uguali) Esempio delle molecole biatomiche: si contano le coppie di valenza, le si
dispongono in modo da far rispettare la regola dell'ottetto a tutti e due gli
Legame covalente eteropolare (tra atomi differenti) atomi della molecola (o dello ione):
es. CO, CN-, NO+, C22-, O22-.
La notazione di LEWIS: convenzione del puntino (. = un elettrone) e del Carica formale: carica che risulta su un atomo in una molecola, o ione
trattino (⎯ = una coppia di elettroni appaiati, cioè a spin opposto). poliatomico, quando si siano divisi 'equamente' gli elettroni di legame ossia
La formula di struttura. differenza tra gli elettroni esterni dell'elemento e elettroni assegnati all'atomo
nella molecola
Coppie elettroniche di legame e coppie di non-legame (o solitarie). Esempio
H2, Cl2, HCl
Le coppie di valenza = coppie di legame + coppie di non-legame = somma Cariche formali in O22-, CN–, NO+, C22-, CO.
degli elettroni di valenza (o esterni) degli atomi della molecola, diviso due. La somma delle cariche formali uguaglia la carica della specie molecolare.
Molecole biatomiche omonucleari (esempio H2, F2) ed eteronucleari
(esempio HF, HCl).
Molecole poliatomiche semplici: H2O, NH3, CH4
W..Kossel e G. N. Lewis, 1916: gli atomi tendono a combinarsi tra loro in Conseguenze della regola dell’ottetto: alcuni atomi condividono più di una
modo da raggiungere la configurazione elettronica di un gas nobile. coppia di elettroni.
Lewis: formazione di un legame tra due atomi mediante la condivisione di Esempi di legame doppio, O2, e legame triplo, N2.
una coppia di elettroni.
Langmuir, 1919: introduzione del termine legame covalente per indicare la
messa in condivisione di una o più coppie di elettroni tra atomi legati tra loro
(legame a coppia di elettroni) Determinazione della formula di struttura dalla formula molecolare.
Legame covalente omopolare (tra atomi uguali) Esempio delle molecole biatomiche: si contano le coppie di valenza, le si
dispongono in modo da far rispettare la regola dell'ottetto a tutti e due gli
Legame covalente eteropolare (tra atomi differenti) atomi della molecola (o dello ione):
es. CO, CN-, NO+, C22-, O22-.
La notazione di LEWIS: convenzione del puntino (. = un elettrone) e del Carica formale: carica che risulta su un atomo in una molecola, o ione
trattino (⎯ = una coppia di elettroni appaiati, cioè a spin opposto). poliatomico, quando si siano divisi 'equamente' gli elettroni di legame ossia
La formula di struttura. differenza tra gli elettroni esterni dell'elemento e elettroni assegnati all'atomo
nella molecola
Coppie elettroniche di legame e coppie di non-legame (o solitarie). Esempio
H2, Cl2, HCl
Le coppie di valenza = coppie di legame + coppie di non-legame = somma Cariche formali in O22-, CN–, NO+, C22-, CO.
degli elettroni di valenza (o esterni) degli atomi della molecola, diviso due. La somma delle cariche formali uguaglia la carica della specie molecolare.
Molecole biatomiche omonucleari (esempio H2, F2) ed eteronucleari
(esempio HF, HCl).
Molecole poliatomiche semplici: H2O, NH3, CH4
La lunghezza di legame, d, rappresenta la distanza tra i nuclei degli atomi La teoria del legame di valenza (VB), basata sulla trattazione di W. Heitler
coinvolti nel legame. e F. London (1927) e successivamente sviluppata da J. C. Slater e L.
Pauling, è una razionalizzazione, in termini di meccanica ondulatoria, del
additività delle lunghezze di legame: dA–B = (dA–A + dB–B)/2 = dA–A/2 + dB–B/2
concetto di legame inteso come condivisione di coppie elettroniche.
= rcov(A) + rcov(B);
La teoria VB consente una buona descrizione delle geometrie molecolari ma
rcov: raggio covalente; noti i raggi covalenti si possono calcolare con buona
è ancora poco adatto a fornire indicazioni quantitative sugli stati energetici
approssimazione le lunghezze di tutti i legami (semplici)
delle molecole.
Come regola generale, per la stessa coppia di atomi, il legame triplo è più
corto di quello doppio che è più corto di quello semplice.
L'energia di legame, D: definizione, D(X–X) = energia in gioco nel processo: Interazione tra due atomi di idrogeno:
sovrapposizione di orbitali s.
X2(g) → 2X(g)
Gli elettroni possono trovarsi dappertutto attorno
non additività delle energie di legame. ai due nuclei ma spendono maggior tempo tra i
due nuclei sfruttando maggiormente le
interazioni attrattive dei protoni
Energia dei legami semplice, doppio e triplo: es. F2, 155 kJ mol-1; O2, 498;
N2, 945; CO, 1072.
Proporzionalità inversa tra lunghezza ed energia di legame: es. C–C, d = Interazione tra due atomi di cloro:
1.54 Å, D = 348 kJ mol-1; C=C, 1.34, 612; C≡C, 1.20, 837. sovrapposizione di orbitali p
semioccupati
Limiti del modello (vedi oltre!)
diagramma D vs d.
Lunghezza di legame Valence bond
La lunghezza di legame, d, rappresenta la distanza tra i nuclei degli atomi La teoria del legame di valenza (VB), basata sulla trattazione di W. Heitler
coinvolti nel legame. e F. London (1927) e successivamente sviluppata da J. C. Slater e L.
Pauling, è una razionalizzazione, in termini di meccanica ondulatoria, del
additività delle lunghezze di legame: dA–B = (dA–A + dB–B)/2 = dA–A/2 + dB–B/2
concetto di legame inteso come condivisione di coppie elettroniche.
= rcov(A) + rcov(B);
La teoria VB consente una buona descrizione delle geometrie molecolari ma
rcov: raggio covalente; noti i raggi covalenti si possono calcolare con buona
è ancora poco adatto a fornire indicazioni quantitative sugli stati energetici
approssimazione le lunghezze di tutti i legami (semplici)
delle molecole.
Come regola generale, per la stessa coppia di atomi, il legame triplo è più
corto di quello doppio che è più corto di quello semplice.
L'energia di legame, D: definizione, D(X–X) = energia in gioco nel processo: Interazione tra due atomi di idrogeno:
sovrapposizione di orbitali s.
X2(g) → 2X(g)
Gli elettroni possono trovarsi dappertutto attorno
non additività delle energie di legame. ai due nuclei ma spendono maggior tempo tra i
due nuclei sfruttando maggiormente le
interazioni attrattive dei protoni
Energia dei legami semplice, doppio e triplo: es. F2, 155 kJ mol-1; O2, 498;
N2, 945; CO, 1072.
Proporzionalità inversa tra lunghezza ed energia di legame: es. C–C, d = Interazione tra due atomi di cloro:
1.54 Å, D = 348 kJ mol-1; C=C, 1.34, 612; C≡C, 1.20, 837. sovrapposizione di orbitali p
semioccupati
Limiti del modello (vedi oltre!)
diagramma D vs d.
Il legame covalente come sovrapposizione di orbitali atomici (II) Relazione tra entità della sovrapposizione degli orbitali ed energia
di legame
Interazione tra un atomo di idrogeno (orbitale 1s) e un atomo di cloro (orbitale
Più grande è la sovrapposizione
3p): formazione di HCl
degli orbitali, maggiore è l’energia di
(limiti del modello, vedi oltre!) legame.
S = ∫ΨAΨBdV
L’entità della sovrapposizione (S)
dipende dalla distanza internucleare
e dalle “dimensioni” relative degli
orbitali
Un legame s-p sarà mediamente √3
volte più forte di un s-s. Un px-px
anche 3 volte più forte di un s-s.
Le funzioni d’onda di orbitali p e d
Legame σ : sovrapposizione degli orbitali lungo l'asse internucleare possono assumere valori negativi e
positivi. Alcuni tipi di sovrapposizione
danno integrali = 0 (non si ha
legame)
Il legame covalente come sovrapposizione di orbitali atomici (III) Geometria delle molecole. Teoria VSEPR
S = ∫ΨAΨBdV
L’entità della sovrapposizione (S)
dipende dalla distanza internucleare
e dalle “dimensioni” relative degli
orbitali
Un legame s-p sarà mediamente √3
volte più forte di un s-s. Un px-px
anche 3 volte più forte di un s-s.
Le funzioni d’onda di orbitali p e d
Legame σ : sovrapposizione degli orbitali lungo l'asse internucleare possono assumere valori negativi e
positivi. Alcuni tipi di sovrapposizione
danno integrali = 0 (non si ha
legame)
Il legame covalente come sovrapposizione di orbitali atomici (III) Geometria delle molecole. Teoria VSEPR
(vi) La geometria della molecola AXlEm è determinata dal numero n di coppie Posizionamento delle coppie di
elettroniche (di legame e di non-legame; n = l + m) che si trovano attorno non legame nelle specie AX4E,
all'atomo centrale. Esse si disporranno nello spazio in modo da disturbarsi e (SF4), AX3E2 (BrF3), AX2E3
respingersi reciprocamente il meno possibile (XeF2, I3-)
Coppie solitarie nelle specie
ottaedriche AX4E2 (XeF4)
Geometria delle molecole. Teoria VSEPR (III) Teoria VSEPR. Deviazioni dalla geometria regolare
n = 2, geometria lineare: AX2 (BeCl2 gassoso); Le coppie di non-legame occupano un maggior volume e repellono di più di
quelle di legame: effetto sugli angoli di legame.
n = 3, geometria triangolare : AX3: (BF3), AX2E (SnCl2);
CH4 (angolo di legame: 109.5°), NH3 (107.3°), H2O (104.5°)
n = 4, geometria tetraedrica: AX4 (CH4, SiF4, BF4-, PCl4+), AX3E (NH3, PF3),
AX2E2 (H2O, SF2);
n = 5, bipiramide trigonale (posizioni equatoriali e posizioni assiali, le più
ingombranti coppie solitarie scelgono le più comode posizioni equatoriali):
AX5 (PF5), AX4E (SF4), AX3E2 (BrF3), AX2E3 (XeF2, I3-);
n = 6, geometria ottaedrica: AX6 (SF6), AX5E (BrF5), AX4E2 (XeF4).
(vi) La geometria della molecola AXlEm è determinata dal numero n di coppie Posizionamento delle coppie di
elettroniche (di legame e di non-legame; n = l + m) che si trovano attorno non legame nelle specie AX4E,
all'atomo centrale. Esse si disporranno nello spazio in modo da disturbarsi e (SF4), AX3E2 (BrF3), AX2E3
respingersi reciprocamente il meno possibile (XeF2, I3-)
Coppie solitarie nelle specie
ottaedriche AX4E2 (XeF4)
Geometria delle molecole. Teoria VSEPR (III) Teoria VSEPR. Deviazioni dalla geometria regolare
n = 2, geometria lineare: AX2 (BeCl2 gassoso); Le coppie di non-legame occupano un maggior volume e repellono di più di
quelle di legame: effetto sugli angoli di legame.
n = 3, geometria triangolare : AX3: (BF3), AX2E (SnCl2);
CH4 (angolo di legame: 109.5°), NH3 (107.3°), H2O (104.5°)
n = 4, geometria tetraedrica: AX4 (CH4, SiF4, BF4-, PCl4+), AX3E (NH3, PF3),
AX2E2 (H2O, SF2);
n = 5, bipiramide trigonale (posizioni equatoriali e posizioni assiali, le più
ingombranti coppie solitarie scelgono le più comode posizioni equatoriali):
AX5 (PF5), AX4E (SF4), AX3E2 (BrF3), AX2E3 (XeF2, I3-);
n = 6, geometria ottaedrica: AX6 (SF6), AX5E (BrF5), AX4E2 (XeF4).
L’applicazione di VSEPR genera incongruenza con la geometria degli orbitali sp (lineare; s, px),
atomici sp2 (triangolare; s, px, py),
Incongruenze anche rispetto al numero di legami sp3d (bipiramidale triangolare; s, px, py, pz,
formati dagli atomi per ottenere certe molecole dz2),
sp3d2 (ottaedrica; ; s, px, py, pz, dz2, dx2-y2).
Caso del metano
¾Combinazione di s, px, py, pz. L’ibridazione degli atomi periferici: es. F in BF3, o PF6: quattro coppie
elettroniche, ibridazione sp3.
¾Geometria tetraedrica.
¾Confronta con geometrie da VSEPR
Ibridazione (o ibridizzazione) degli orbitali atomici Altri orbitali ibridi
L’applicazione di VSEPR genera incongruenza con la geometria degli orbitali sp (lineare; s, px),
atomici sp2 (triangolare; s, px, py),
Incongruenze anche rispetto al numero di legami sp3d (bipiramidale triangolare; s, px, py, pz,
formati dagli atomi per ottenere certe molecole dz2),
sp3d2 (ottaedrica; ; s, px, py, pz, dz2, dx2-y2).
Caso del metano
¾Combinazione di s, px, py, pz. L’ibridazione degli atomi periferici: es. F in BF3, o PF6: quattro coppie
elettroniche, ibridazione sp3.
¾Geometria tetraedrica.
¾Confronta con geometrie da VSEPR
Ancora sulla regola dell’ottetto Principio di Elettroneutralità
Regola accessoria per gli atomi centrali dal 3° periodo in poi (che abbiano
Interpretazione della regola dell'ottetto sulla base dell'ibridazione degli orbitali orbitali d a disposizione.
atomici dell'atomo centrale: ogni atomo centrale tende a dare più legami
possibili: gli elementi del 2° periodo hanno a disposizione orbitali 2s e 2p, al Si cerca di ridurre il più possibile la carica formale sull’atomo centrale
massimo possono dare ibridazione sp3 ⇒ 4 coppie (8 elettroni) attorno (possibilmente a zero), facendo ‘saltare’ altre coppie di non-legame dagli
all’atomo centrale; da cui: la regola dell'ottetto vale a rigore per gli elementi ossigeni periferici a dare legami π per sovrapposizione tra orbitali d e p.
del 2° periodo (massima ibridazione possibile: sp3)
Gli atomi centrali del 3° periodo e oltre che hanno disponibili orbitali d di
energia accessibile, da impegnare nell'ibridazione, e possono sistemare
attorno a sé 5 e 6 coppie elettroniche (ibridazione sp3d e sp3d2):
“superamento dell’ottetto”. Es. PF5, SF4, SF6.
Perché non esistono NF5, OF4, OF6.
Es. SO3 (tre doppi legami, una sola formula di risonanza), SO2 (due doppi
legami, una sola formula), ClO4- (3 legami Cl=O e 1 legame Cl-O); SO42- (2
legami S=O, 2 legami S-O); PO43- (1 legame P=O, 3 legami P-O)
Regola accessoria per gli atomi centrali dal 3° periodo in poi (che abbiano
Interpretazione della regola dell'ottetto sulla base dell'ibridazione degli orbitali orbitali d a disposizione.
atomici dell'atomo centrale: ogni atomo centrale tende a dare più legami
possibili: gli elementi del 2° periodo hanno a disposizione orbitali 2s e 2p, al Si cerca di ridurre il più possibile la carica formale sull’atomo centrale
massimo possono dare ibridazione sp3 ⇒ 4 coppie (8 elettroni) attorno (possibilmente a zero), facendo ‘saltare’ altre coppie di non-legame dagli
all’atomo centrale; da cui: la regola dell'ottetto vale a rigore per gli elementi ossigeni periferici a dare legami π per sovrapposizione tra orbitali d e p.
del 2° periodo (massima ibridazione possibile: sp3)
Gli atomi centrali del 3° periodo e oltre che hanno disponibili orbitali d di
energia accessibile, da impegnare nell'ibridazione, e possono sistemare
attorno a sé 5 e 6 coppie elettroniche (ibridazione sp3d e sp3d2):
“superamento dell’ottetto”. Es. PF5, SF4, SF6.
Perché non esistono NF5, OF4, OF6.
Es. SO3 (tre doppi legami, una sola formula di risonanza), SO2 (due doppi
legami, una sola formula), ClO4- (3 legami Cl=O e 1 legame Cl-O); SO42- (2
legami S=O, 2 legami S-O); PO43- (1 legame P=O, 3 legami P-O)
Formaldeide CH2O Benzene, C6H6, formula limite con 6 carboni sp2 ai vertici di un esagono: 3
legami singoli C-C e tre legami doppi C=C alternati: d(C-C) = 1.40 Å (d(C-C)
= 1.54 Å; d(C=C) = 1.34 Å).
Formaldeide CH2O Benzene, C6H6, formula limite con 6 carboni sp2 ai vertici di un esagono: 3
legami singoli C-C e tre legami doppi C=C alternati: d(C-C) = 1.40 Å (d(C-C)
= 1.54 Å; d(C=C) = 1.34 Å).
Orbitali molecolari. Analogie con gli orbitali atomici LCAO per la specie H2+
Orbitali molecolari. Analogie con gli orbitali atomici LCAO per la specie H2+
Ψ− = Orbitale di antilegame Gli OM possono essere identificati anche dall’orbitale atomico da cui
derivano: σ(1s), σ*(1s)
I due elettroni si troveranno nell’OM di legame: guadagno energetico rispetto
ai due atomi isolati
Orbitale di antilegame:
concetto nuovo rispetto alla
teoria VB
Gli orbitali di antilegame si
indicano con un *: es. σ*, π* Superfici di isodensità elettronica
LCAO per la specie H2+. OM e probabilità
Orbitali di legame e di antilegame (II)
La probabilità di trovare l’elettrone in un certo punto dipende dal valore del
Energia degli orbitali di legame e antilegame.
quadrato della funzione d'onda in quel punto:
OM di legame si trova sempre ad energia più bassa degli OA da cui deriva,
Ψ+2 = [NcA (ΨA+ ΨB)]2 = N2cA2 [ΨA2+2ΨAΨB + ΨB 2]
quello di antilegame ad energia più alta.
Ψ−2 = [NcA (ΨA- ΨB)]2 = N2cA2 [ΨA2 - 2ΨAΨB + ΨB 2]
Ψ− = Orbitale di antilegame Gli OM possono essere identificati anche dall’orbitale atomico da cui
derivano: σ(1s), σ*(1s)
I due elettroni si troveranno nell’OM di legame: guadagno energetico rispetto
ai due atomi isolati
Orbitale di antilegame:
concetto nuovo rispetto alla
teoria VB
Gli orbitali di antilegame si
indicano con un *: es. σ*, π* Superfici di isodensità elettronica
OM nelle specie diatomiche del primo periodo. Ordine di legame Sequenza energetica dei livelli MO nelle molecole biatomiche omonucleari (I)
Un OM, come un OA può essere occupato da due elettroni con spin opposto. 1° caso: grande separazione di energia tra i sottolivelli atomici 2s e 2p: molecole
da O2 a Ne2. L’aumento della carica nucleare confina gli OA 2s più vicini al
Elettroni nell’orbitale di antilegame si oppongono alla formazione del legame.
nucleo.
Legame stabile: elettroni in OM di legame > elettroni in OM di antilegame. Sequenza dei livelli MO:
Ordine di legame: ½( e- in OM di legame – e- in OM di antilegame) σ (2s) < σ*(2s) < < π < π* < σ*(2p)
Molecole diatomiche omonucleari del secondo periodo Sequenza energetica dei livelli MO nelle molecole biatomiche omonucleari (II)
OM per Li2
OM nelle specie diatomiche del primo periodo. Ordine di legame Sequenza energetica dei livelli MO nelle molecole biatomiche omonucleari (I)
Un OM, come un OA può essere occupato da due elettroni con spin opposto. 1° caso: grande separazione di energia tra i sottolivelli atomici 2s e 2p: molecole
da O2 a Ne2. L’aumento della carica nucleare confina gli OA 2s più vicini al
Elettroni nell’orbitale di antilegame si oppongono alla formazione del legame.
nucleo.
Legame stabile: elettroni in OM di legame > elettroni in OM di antilegame. Sequenza dei livelli MO:
Ordine di legame: ½( e- in OM di legame – e- in OM di antilegame) σ (2s) < σ*(2s) < < π < π* < σ*(2p)
Molecole diatomiche omonucleari del secondo periodo Sequenza energetica dei livelli MO nelle molecole biatomiche omonucleari (II)
OM per Li2
Riempimento degli MO molecole biatomiche omonucleari Molecole biatomiche etero-nucleari.
N2
Riempimento degli MO per le molecole Li2, Per molecola biatomica generica A-B nella combinazione lineare di due
Be2, B2, C2, N2, O2, F2, Ne2: ordine di legame, orbitali atomici ΨA e ΨB :
stabilità, esistenza, proprietà magnetiche.
Ψ = N(cAΨA+ cBΨB)
Schema OM per Li2, Be2, B2, C2, N2 caso II;
i coefficienti cA e cB sono differenti.
per O2, F2, Ne2 caso I
Le molecole Be2 e Ne2: non possono esistere Per una buona combinazione degli OA:
Le molecole B2 e O2 sono paramagnetiche - energie paragonabili;
O2 - massima sovrapposizione
Le proprietà magnetiche non erano - stessa simmetria rispetto all’asse di legame
prevedibili con la teoria del legame di valenza
O2 (diossigeno): 1.21
O2- (superossido): 1.26 Molecole dispari (o radicali): NO (ordine di
legame 2.5, d = 1.15 Å)
O22- (perossido): 1.49.
Facile ossidazione di NO a NO+, ione
nitrosonio (ordine di legame 3, d = 1.06 Å).
Riempimento degli MO molecole biatomiche omonucleari Molecole biatomiche etero-nucleari.
N2
Riempimento degli MO per le molecole Li2, Per molecola biatomica generica A-B nella combinazione lineare di due
Be2, B2, C2, N2, O2, F2, Ne2: ordine di legame, orbitali atomici ΨA e ΨB :
stabilità, esistenza, proprietà magnetiche.
Ψ = N(cAΨA+ cBΨB)
Schema OM per Li2, Be2, B2, C2, N2 caso II;
i coefficienti cA e cB sono differenti.
per O2, F2, Ne2 caso I
Le molecole Be2 e Ne2: non possono esistere Per una buona combinazione degli OA:
Le molecole B2 e O2 sono paramagnetiche - energie paragonabili;
O2 - massima sovrapposizione
Le proprietà magnetiche non erano - stessa simmetria rispetto all’asse di legame
prevedibili con la teoria del legame di valenza
O2 (diossigeno): 1.21
O2- (superossido): 1.26 Molecole dispari (o radicali): NO (ordine di
legame 2.5, d = 1.15 Å)
O22- (perossido): 1.49.
Facile ossidazione di NO a NO+, ione
nitrosonio (ordine di legame 3, d = 1.06 Å).
La risonanza interpretata con gli orbitali molecolari Il legame π nel benzene
O3, ozono, molecola triatomica in cui i due legami ossigeno-ossigeno hanno la Benzene: tutti gli atomi di C sono ibridati sp2 (vedi capitolo precedente)
stessa lunghezza.
6 OA pz si combinano per dare 6 OM, 3 di legame e tre di antilegame. I 6
Teoria del legame di valenza: due formule limite di risonanza elettroni si dispongono nei tre OM di legame ad energia più bassa
Teoria OM:
Tutti gli atomi di O sono ibridati sp2. Tre OA pz si combinano per dare tre OM Delocalizzazione di 6 elettroni su tutta la molecola
di tipo π: legame, non-legame e anti-legame (energia crescente nell’ordine).
La risonanza interpretata con gli orbitali molecolari (II) Confronto legame ionico – legame covalente
O3, ozono: 7 coppie di sistemano negli OM derivanti dagli sp2, mentre le altre Il legame ionico è adirezionale e si estende a lunga distanza (secondo la
due coppie si sistemano negli OM π. legge di Coulomb
La coppia nell’OM di legame contribuisce a rafforzare il legame. Quella nell’ Il legame covalente è direzionale e si esaurisce alla breve distanza.
OM di non-legame è ininfluente.
Il legame ionico (U, diverse centinaia di kcal.mol-1) è mediamente più forte
Due elettroni si trovano in un orbitale che si estende sui 3 atomi: il concetto di del legame covalente [D(X⎯Y) al massimo 250 kcal mol-1].
elettroni “delocalizzati” invece della risonanza.
NO2- ione nitrito: situazione analoga a quella dell’ozono. Differenza di elettronegatività (vedi oltre) e parziale carattere ionico del
CO32-, ione carbonato: delocalizzazione su 4 atomi legame covalente.
La risonanza interpretata con gli orbitali molecolari Il legame π nel benzene
O3, ozono, molecola triatomica in cui i due legami ossigeno-ossigeno hanno la Benzene: tutti gli atomi di C sono ibridati sp2 (vedi capitolo precedente)
stessa lunghezza.
6 OA pz si combinano per dare 6 OM, 3 di legame e tre di antilegame. I 6
Teoria del legame di valenza: due formule limite di risonanza elettroni si dispongono nei tre OM di legame ad energia più bassa
Teoria OM:
Tutti gli atomi di O sono ibridati sp2. Tre OA pz si combinano per dare tre OM Delocalizzazione di 6 elettroni su tutta la molecola
di tipo π: legame, non-legame e anti-legame (energia crescente nell’ordine).
La risonanza interpretata con gli orbitali molecolari (II) Confronto legame ionico – legame covalente
O3, ozono: 7 coppie di sistemano negli OM derivanti dagli sp2, mentre le altre Il legame ionico è adirezionale e si estende a lunga distanza (secondo la
due coppie si sistemano negli OM π. legge di Coulomb
La coppia nell’OM di legame contribuisce a rafforzare il legame. Quella nell’ Il legame covalente è direzionale e si esaurisce alla breve distanza.
OM di non-legame è ininfluente.
Il legame ionico (U, diverse centinaia di kcal.mol-1) è mediamente più forte
Due elettroni si trovano in un orbitale che si estende sui 3 atomi: il concetto di del legame covalente [D(X⎯Y) al massimo 250 kcal mol-1].
elettroni “delocalizzati” invece della risonanza.
NO2- ione nitrito: situazione analoga a quella dell’ozono. Differenza di elettronegatività (vedi oltre) e parziale carattere ionico del
CO32-, ione carbonato: delocalizzazione su 4 atomi legame covalente.
Elettronegatività (II)
Scala di Pauling sulla base dei valori sperimentali delle energie di legame
11. ELETTRONEGATIVITÀ E
POLARITÀ DELLE MOLECOLE
Definizione qualitativa di elettronegatività: la capacità di un atomo in una I modelli usati per descrivere il legame covalente e il legame ionico rappresentano
molecola di attrarre a sé gli elettroni di legame. situazioni estreme.
Dipende dalla configurazione elettronica dell’atomo e dalle sue dimensioni. Legame covalente puro solo tra due atomi identici: gli elettroni sono distribuiti in
maniera simmetrica.
Non può essere misurata sperimentalmente.
Nelle molecole eteroatomiche gli elettroni di legame sono condivisi in maniera non
Scala di Mulliken: dai valori di potenziale di ionizzazione e di affinità elettronica: simmetrica: legame covalente polare.
χ = k(I + A)/2 Cariche parziali sugli atomi coinvolti nel legame
Limite: affinità elettronica difficile da determinare
Elettronegatività (II)
Scala di Pauling sulla base dei valori sperimentali delle energie di legame
11. ELETTRONEGATIVITÀ E
POLARITÀ DELLE MOLECOLE
Definizione qualitativa di elettronegatività: la capacità di un atomo in una I modelli usati per descrivere il legame covalente e il legame ionico rappresentano
molecola di attrarre a sé gli elettroni di legame. situazioni estreme.
Dipende dalla configurazione elettronica dell’atomo e dalle sue dimensioni. Legame covalente puro solo tra due atomi identici: gli elettroni sono distribuiti in
maniera simmetrica.
Non può essere misurata sperimentalmente.
Nelle molecole eteroatomiche gli elettroni di legame sono condivisi in maniera non
Scala di Mulliken: dai valori di potenziale di ionizzazione e di affinità elettronica: simmetrica: legame covalente polare.
χ = k(I + A)/2 Cariche parziali sugli atomi coinvolti nel legame
Limite: affinità elettronica difficile da determinare
Polarità di legame (II) Polarità delle molecole (II)
Polarizzazione del legame covalente come conseguenza della differenza di Dato un dipolo formato dalle cariche +q e –q poste alla distanza d, il momento
elettronegatività. dipolare è così definito:
μ=qxd
Calcolo della percentuale di carattere ionico a partire dalla differenza delle Unità di misura: Debye (D = 3.34 x 10-30 Cm)
elettronegatività (equazione empirica proposta da Pauling).
HF, HBr, HCl, HI: 60, 19, 11, 6% Momento dipolare di molecole polari biatomiche: correlazione con la differenza
di elettronegatività xA - xB.
La polarizzazione dei legami determina la presenza di cariche parziali sui diversi Previsione della polarità di molecole più che biatomiche che posseggono legami
atomi costituenti la molecola: dipolo elettrico. polarizzati: composizione dei vettori momento dipolare di ciascun legame.
La polarità delle molecole può essere misurata sperimentalmente: le molecole Molecole polari (H2O, 1.87 D; H2S, 1.10; PF3, 1.03; PCl3, 0.78; SO2, 1.60) o
polari in un campo elettrico tendono ad allinearsi nella direzione del campo. apolari (CO2, BF3, CF4, PF5, SF6, μ = 0) a seconda che il vettore risultante abbia
un valore finito o nullo.
Polarizzazione del legame covalente come conseguenza della differenza di Dato un dipolo formato dalle cariche +q e –q poste alla distanza d, il momento
elettronegatività. dipolare è così definito:
μ=qxd
Calcolo della percentuale di carattere ionico a partire dalla differenza delle Unità di misura: Debye (D = 3.34 x 10-30 Cm)
elettronegatività (equazione empirica proposta da Pauling).
HF, HBr, HCl, HI: 60, 19, 11, 6% Momento dipolare di molecole polari biatomiche: correlazione con la differenza
di elettronegatività xA - xB.
La polarizzazione dei legami determina la presenza di cariche parziali sui diversi Previsione della polarità di molecole più che biatomiche che posseggono legami
atomi costituenti la molecola: dipolo elettrico. polarizzati: composizione dei vettori momento dipolare di ciascun legame.
La polarità delle molecole può essere misurata sperimentalmente: le molecole Molecole polari (H2O, 1.87 D; H2S, 1.10; PF3, 1.03; PCl3, 0.78; SO2, 1.60) o
polari in un campo elettrico tendono ad allinearsi nella direzione del campo. apolari (CO2, BF3, CF4, PF5, SF6, μ = 0) a seconda che il vettore risultante abbia
un valore finito o nullo.
COVALENTI (vi) la somma dei numeri di ossidazione di tutti gli elementi di una formula
coincide con la carica della formula
COVALENTI (vi) la somma dei numeri di ossidazione di tutti gli elementi di una formula
coincide con la carica della formula
Stati di ossidazione medi (es. S2O32-) Scrittura della formula molecolare: dei due non-metalli si scrive per primo quello
che compare prima nella serie
2x + [3(-2)] = -2 x=2
Xe, Kr, B, Si, C, Sb, As, P, N, H, Te, Se, S, I, Br, Cl, O, F (1)
Stati di ossidazione frazionari (es. S4O62-).
La serie segue un ordine di elettronegatività crescente ma con alcune “inversioni”
4x + [6(-2)] = -2 x =2.5 (es C e N vengono prima di H anche se hanno elettronegatività più elevata, CH4,
NH3)
Quando, nel dubbio, conviene applicare la definizione: es. S2O82-. Il rapporto tra gli atomi degli elementi presenti nella formula si indicano con i
numeri al pedice dei simboli.
Esempi: XeF4, NH3, H2O, SF2, Cl2O, OF2, HCl
Stati di ossidazione degli elementi (considerazioni generali):
- lo stato di ossidazione massimo eguaglia il numero degli elettroni di esterni,
quindi coincide col numero del gruppo; Nomenclatura: non-metalluro di non-metallo. La IUPAC suggerisce di usare i
prefissi mono- (che solitamente si omette), di-, tri-, tetra-, etc per indicare il
- lo stato di ossidazione minimo è il complemento a 8 degli elettroni esterni, col numero di atomi dell’elemento che compaiono nella formula.
segno meno (es. N: +5, -3).
Es. OF2, difluoruro di ossigeno; Cl2O3, triossido di dicloro; HCl, cloruro di
idrogeno (!!)
Nomenclatura dei composti covalenti Nomenclatura dei composti dei non-metalli con l'ossigeno. Ossidi
Es. Cl2O7
Quando si ha a che fare con un composto è necessario dare ad esso un nome e
poterne scrivere una formula (come già visto per i composti ionici) nomenclatura IUPAC: eptossido di dicloro, ossido di cloro(VII)
Regole stabilite dalla IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) nomenclatura tradizionale: anidride perclorica
con lo scopo che formule e nomi siano comprensibili in tutto il mondo.
Per gli ossidi di non metalli si usava il termine “anidride”.
Esistono ancora molti nomi tradizionali.
Uso dei prefissi ipo- e per- e dei suffissi -osa e -ica
Calcolo del numero di ossidazione (II) Nomenclatura dei composti binari
Stati di ossidazione medi (es. S2O32-) Scrittura della formula molecolare: dei due non-metalli si scrive per primo quello
che compare prima nella serie
2x + [3(-2)] = -2 x=2
Xe, Kr, B, Si, C, Sb, As, P, N, H, Te, Se, S, I, Br, Cl, O, F (1)
Stati di ossidazione frazionari (es. S4O62-).
La serie segue un ordine di elettronegatività crescente ma con alcune “inversioni”
4x + [6(-2)] = -2 x =2.5 (es C e N vengono prima di H anche se hanno elettronegatività più elevata, CH4,
NH3)
Quando, nel dubbio, conviene applicare la definizione: es. S2O82-. Il rapporto tra gli atomi degli elementi presenti nella formula si indicano con i
numeri al pedice dei simboli.
Esempi: XeF4, NH3, H2O, SF2, Cl2O, OF2, HCl
Stati di ossidazione degli elementi (considerazioni generali):
- lo stato di ossidazione massimo eguaglia il numero degli elettroni di esterni,
quindi coincide col numero del gruppo; Nomenclatura: non-metalluro di non-metallo. La IUPAC suggerisce di usare i
prefissi mono- (che solitamente si omette), di-, tri-, tetra-, etc per indicare il
- lo stato di ossidazione minimo è il complemento a 8 degli elettroni esterni, col numero di atomi dell’elemento che compaiono nella formula.
segno meno (es. N: +5, -3).
Es. OF2, difluoruro di ossigeno; Cl2O3, triossido di dicloro; HCl, cloruro di
idrogeno (!!)
Nomenclatura dei composti covalenti Nomenclatura dei composti dei non-metalli con l'ossigeno. Ossidi
Es. Cl2O7
Quando si ha a che fare con un composto è necessario dare ad esso un nome e
poterne scrivere una formula (come già visto per i composti ionici) nomenclatura IUPAC: eptossido di dicloro, ossido di cloro(VII)
Regole stabilite dalla IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) nomenclatura tradizionale: anidride perclorica
con lo scopo che formule e nomi siano comprensibili in tutto il mondo.
Per gli ossidi di non metalli si usava il termine “anidride”.
Esistono ancora molti nomi tradizionali.
Uso dei prefissi ipo- e per- e dei suffissi -osa e -ica
Nomenclatura dei composti dei non-metalli con l'ossigeno. Ossoanioni
Nomenclatura dei composti dei non-metalli con l'ossigeno. Ossoacidi Variazioni di energia nelle reazioni chimiche
Per i composti ternari con ossigeno e idrogeno conosciuti come ossoacidi la Spesso le variazioni di energia che si verificano nel corso delle reazioni chimiche
IUPAC indica di usare la nomenclatura usata per l’anione corrispondente. hanno lo stesso o maggiore interesse pratico delle relazioni tra le masse.
Es. HClO4 Es. Le reazioni di combustione sono più interessanti per l’energia che rilasciano
che per i prodotti che si ottengono:
nomenclatura IUPAC: tetraossoclorato di idrogeno o clorato(VII) di idrogeno
CH4 + 2O2 Æ CO2 + 2 H2O + energia
nomenclatura tradizionale: acido perclorico
Uso dei prefissi ipo- e per- e dei suffissi -oso e –ico (esempi ossoacidi di N, S, Le reazioni chimiche assorbono o rilasciano energia spesso sotto forma di
Cl). calore.
Termochimica: studio della variazione di calore nelle reazioni chimiche.
La nomenclatura tradizionale spesso viene ancora usata più frequentemente di
quella proposta da IUPAC.
Reazioni esotermiche: avvengono con emissione di calore
Per ossoacisi o ossoanioni praticamente si usa solo la nomenclatura
L’energia totale dei prodotti è inferiore a quella dei reagenti; la differenza è
tradizionale
rilasciata all’ambiente esterno sotto forma di calore (- q).
Nomenclatura dei composti dei non-metalli con l'ossigeno. Ossoacidi Variazioni di energia nelle reazioni chimiche
Per i composti ternari con ossigeno e idrogeno conosciuti come ossoacidi la Spesso le variazioni di energia che si verificano nel corso delle reazioni chimiche
IUPAC indica di usare la nomenclatura usata per l’anione corrispondente. hanno lo stesso o maggiore interesse pratico delle relazioni tra le masse.
Es. HClO4 Es. Le reazioni di combustione sono più interessanti per l’energia che rilasciano
che per i prodotti che si ottengono:
nomenclatura IUPAC: tetraossoclorato di idrogeno o clorato(VII) di idrogeno
CH4 + 2O2 Æ CO2 + 2 H2O + energia
nomenclatura tradizionale: acido perclorico
Uso dei prefissi ipo- e per- e dei suffissi -oso e –ico (esempi ossoacidi di N, S, Le reazioni chimiche assorbono o rilasciano energia spesso sotto forma di
Cl). calore.
Termochimica: studio della variazione di calore nelle reazioni chimiche.
La nomenclatura tradizionale spesso viene ancora usata più frequentemente di
quella proposta da IUPAC.
Reazioni esotermiche: avvengono con emissione di calore
Per ossoacisi o ossoanioni praticamente si usa solo la nomenclatura
L’energia totale dei prodotti è inferiore a quella dei reagenti; la differenza è
tradizionale
rilasciata all’ambiente esterno sotto forma di calore (- q).
Anche la termochimica obbedisce alle leggi della termodinamica. Processi che si svolgono senza variazione di volume:
Anche la termochimica obbedisce alle leggi della termodinamica. Processi che si svolgono senza variazione di volume:
La maggior parte delle reazioni chimiche avviene ed è studiata in condizioni di I processi spontanei in linea di principio hanno luogo per diminuire l’energia di un
pressione costante, pertanto le variazioni di calore ad esse associate può essere sistema (es. una palla rotola verso il basso)
espressa in termini di variazioni di entalpia. La combustione del metano avviene spontaneamente e libera calore:
Per una generica reazione: CH4(g) +2O2(g) Æ CO2(g) + 2H2O(l) ΔH° = -890.4 kJ/mol
reagenti Æ prodotti Reazione esotermica e spontanea!
è possibile definire una variazione di entalpia o entalpia di reazione, ΔH: (Entalpia standard, ΔH°: determinata a condizioni “standard”, ovvero a 1 Atm e
25°C).
ΔH = H(prodotti) – H(reagenti)
Altri processi sebbene avvengano spontaneamente sono però endotermici, ossia
avvengono assorbendo calore.
ΔH > 0: calore assorbito dal sistema, processo endotermico Es. fusione del ghiaccio è spontanea sopra 0°C:
ΔH < 0: calore ceduto dal sistema, processo esotermico H2O(s) Æ H2O(l) ΔH° = 6.01 kJ/mol
Es. Il nitrato di ammonio si scioglie spontaneamente in acqua:
NH4NO3(s) Æ NH4+(aq) +NO3-(aq) ΔH° = 25 kJ/mol
La conoscenza delle variazioni di entalpia non è sufficiente a stabilire la
7 9
spontaneità delle reazioni
La maggior parte delle reazioni chimiche avviene ed è studiata in condizioni di I processi spontanei in linea di principio hanno luogo per diminuire l’energia di un
pressione costante, pertanto le variazioni di calore ad esse associate può essere sistema (es. una palla rotola verso il basso)
espressa in termini di variazioni di entalpia. La combustione del metano avviene spontaneamente e libera calore:
Per una generica reazione: CH4(g) +2O2(g) Æ CO2(g) + 2H2O(l) ΔH° = -890.4 kJ/mol
reagenti Æ prodotti Reazione esotermica e spontanea!
è possibile definire una variazione di entalpia o entalpia di reazione, ΔH: (Entalpia standard, ΔH°: determinata a condizioni “standard”, ovvero a 1 Atm e
25°C).
ΔH = H(prodotti) – H(reagenti)
Altri processi sebbene avvengano spontaneamente sono però endotermici, ossia
avvengono assorbendo calore.
ΔH > 0: calore assorbito dal sistema, processo endotermico Es. fusione del ghiaccio è spontanea sopra 0°C:
ΔH < 0: calore ceduto dal sistema, processo esotermico H2O(s) Æ H2O(l) ΔH° = 6.01 kJ/mol
Es. Il nitrato di ammonio si scioglie spontaneamente in acqua:
NH4NO3(s) Æ NH4+(aq) +NO3-(aq) ΔH° = 25 kJ/mol
La conoscenza delle variazioni di entalpia non è sufficiente a stabilire la
7 9
spontaneità delle reazioni
11
ΔG = ΔH –TΔS Interazioni deboli (1÷10 kcal mol-1) di natura elettrostatica che si instaurano tra
le molecole di sostanze covalenti
(a) interazioni dipolo permanente-dipolo permanente: si manifestano tra i dipoli
di molecole polari es. SO2-SO2;
12
Energia Libera
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ΔG = ΔH –TΔS Interazioni deboli (1÷10 kcal mol-1) di natura elettrostatica che si instaurano tra
le molecole di sostanze covalenti
(a) interazioni dipolo permanente-dipolo permanente: si manifestano tra i dipoli
di molecole polari es. SO2-SO2;
12
Forze di VAN DER WAALS (II) Interazione tra molecole e stato di aggregazione
(b) interazioni dipolo permanente-dipolo indotto: in una miscela di molecole Lo stato di aggregazione (gassoso, liquido, o solido) come risultato del bilancio
polari e non polari il campo elettrico di ogni singolo dipolo induce una tra l'energia cinetica delle molecole e l'energia delle attrazioni intermolecolari (le
“deformazione” nelle nuvole elettroniche di molecole apolari vicine. Formazione forze di VdW).
di dipoli indotti di natura “temporanea” che scompaiono all’allontanarsi delle
Ekin > EVdW ⇒ gas; Ekin ≅ EVdW ⇒ liquido; Ekin < EVdW ⇒ solido.
molecole polari perturbatrici (es. HF-Ar)
La facilità con cui si può ottenere un dipolo indotto da una molecola apolare si
dice polarizzabilità. Questa aumenta al crescere del numero di elettroni (quindi Es. i composti ionici sono solidi con punti di fusione elevati: forti interazioni
all’aumento di Z) elettrostatiche tra gli ioni.
Forze di VAN DER WAALS (III) Interazione tra molecole e stato di aggregazione
(b) interazioni dipolo permanente-dipolo indotto: in una miscela di molecole Lo stato di aggregazione (gassoso, liquido, o solido) come risultato del bilancio
polari e non polari il campo elettrico di ogni singolo dipolo induce una tra l'energia cinetica delle molecole e l'energia delle attrazioni intermolecolari (le
“deformazione” nelle nuvole elettroniche di molecole apolari vicine. Formazione forze di VdW).
di dipoli indotti di natura “temporanea” che scompaiono all’allontanarsi delle
Ekin > EVdW ⇒ gas; Ekin ≅ EVdW ⇒ liquido; Ekin < EVdW ⇒ solido.
molecole polari perturbatrici (es. HF-Ar)
La facilità con cui si può ottenere un dipolo indotto da una molecola apolare si
dice polarizzabilità. Questa aumenta al crescere del numero di elettroni (quindi Es. i composti ionici sono solidi con punti di fusione elevati: forti interazioni
all’aumento di Z) elettrostatiche tra gli ioni.
Forze di VAN DER WAALS (III) Interazione tra molecole e stato di aggregazione
Un caso particolare di interazione tra dipoli permanenti: X-H---Y (X, Y: atomi La vita come conseguenza inevitabile della tendenza delle sostanze a dare
fortemente elettronegativi, F, O, N). Es. NH3, H2O, HF: i legami O-H, N-H e F-H legame di idrogeno. La doppia elica del DNA. Interazioni a legame di idrogeno
sono fortemente polarizzati. tra le nucleobasi.
Un caso particolare di interazione tra dipoli permanenti: X-H---Y (X, Y: atomi La vita come conseguenza inevitabile della tendenza delle sostanze a dare
fortemente elettronegativi, F, O, N). Es. NH3, H2O, HF: i legami O-H, N-H e F-H legame di idrogeno. La doppia elica del DNA. Interazioni a legame di idrogeno
sono fortemente polarizzati. tra le nucleobasi.
I gas si presentano privi di forma o volume propri. Le molecole (o gli atomi nel Ricerca di un'equazione generale che descriva lo stato di un gas: V = f(T, P, n).
caso dei gas nobili) danno interazioni molto deboli e possono muoversi
L'equazione generale di stato dei gas ideali (o perfetti): PV = nRT.
liberamente in tutte le direzioni.
La costante universale dei gas
Variabili che definiscono lo stato di un gas: T, P, V, n. R = 0.08206 l atm K-1 mol-1 = 1.987 cal K-1 mol-1 = 8.31 J K-1 mol-1
Condizioni normali:
T0 = 273.15 K P0 = 1 Atm n = 1 mol
V0 = 22.414 l (volume di una mole di gas ideale)
LEGGI di Charles e Gay-Lussac La determinazione del Peso Molecolare delle sostanze gassose (o facilmente
gassificabili) attraverso l'impiego della legge dei gas
Relazione tra volume e temperatura a pressione costante
n = m(g)/PM(gmol-1).
Relazione tra pressione e temperatura a volume costante
PV = nRT = mRT/PM PM = mRT/PV
I gas si presentano privi di forma o volume propri. Le molecole (o gli atomi nel Ricerca di un'equazione generale che descriva lo stato di un gas: V = f(T, P, n).
caso dei gas nobili) danno interazioni molto deboli e possono muoversi
L'equazione generale di stato dei gas ideali (o perfetti): PV = nRT.
liberamente in tutte le direzioni.
La costante universale dei gas
Variabili che definiscono lo stato di un gas: T, P, V, n. R = 0.08206 l atm K-1 mol-1 = 1.987 cal K-1 mol-1 = 8.31 J K-1 mol-1
Condizioni normali:
T0 = 273.15 K P0 = 1 Atm n = 1 mol
V0 = 22.414 l (volume di una mole di gas ideale)
LEGGI di Charles e Gay-Lussac La determinazione del Peso Molecolare delle sostanze gassose (o facilmente
gassificabili) attraverso l'impiego della legge dei gas
Relazione tra volume e temperatura a pressione costante
n = m(g)/PM(gmol-1).
Relazione tra pressione e temperatura a volume costante
PV = nRT = mRT/PM PM = mRT/PV
Fattore di comprimibilità PV/RT. Per una mole di gas dovrebbe sempre essere = 1.
Per una mole di gas reale questo rapporto è normalmente diverso da 1.
Il comportamento di un gas si avvicina a quello ideale solo ad alte temperature e a
basse pressioni (interazioni intermolecolari pressoché nulle).
Equazioni “corrette” per i gas reali.
15. STATI DI AGGREGAZIONE:
I SOLIDI
Liquefazione
Curve isoterme p vs V. Le particelle che costituiscono una sostanza solida (atomi, ioni, molecole)
hanno tra loro interazioni forti per cui non sono libere di muoversi liberamente in
Temperatura critica Tc. tutte le direzioni (a differenza dallo stato gassoso)
Liquefazione della sostanza aeriforme
per compressione.
Solidi cristallini: Solidi amorfi:
Definizione di gas (T > Tc) e di vapore
Specifica struttura geometrica Struttura non ordinata
(T < Tc).
ordinata (reticolo cristallino)
Punto di fusione non definito
Relazione tra Tc e intensità delle
Punto di fusione definito (rammollimento)
interazioni intermolecolari, es: He, Tc
= - 268.9 °C; H2, - 239.9; N2, -147.0; Alcune proprietà dipendono dalla Le proprietà non dipendono dalla
O2, -118.5; CO2, 31.0; HCl, 51.4; NH3, direzione (anisotropia) direzione (isotropia)
132.5; HF, 188.0; H2O, 374.1; la serie
Esempi: composti ionici, metalli Esempi: vetri, materie plastiche
degli idrocarburi: metano, Tc = - 82.1;
etano, 32.2; propano, 96.8; n-
butano, 152.0.
Fattore di comprimibilità PV/RT. Per una mole di gas dovrebbe sempre essere = 1.
Per una mole di gas reale questo rapporto è normalmente diverso da 1.
Il comportamento di un gas si avvicina a quello ideale solo ad alte temperature e a
basse pressioni (interazioni intermolecolari pressoché nulle).
Equazioni “corrette” per i gas reali.
15. STATI DI AGGREGAZIONE:
I SOLIDI
Liquefazione
Curve isoterme p vs V. Le particelle che costituiscono una sostanza solida (atomi, ioni, molecole)
hanno tra loro interazioni forti per cui non sono libere di muoversi liberamente in
Temperatura critica Tc. tutte le direzioni (a differenza dallo stato gassoso)
Liquefazione della sostanza aeriforme
per compressione.
Solidi cristallini: Solidi amorfi:
Definizione di gas (T > Tc) e di vapore
Specifica struttura geometrica Struttura non ordinata
(T < Tc).
ordinata (reticolo cristallino)
Punto di fusione non definito
Relazione tra Tc e intensità delle
Punto di fusione definito (rammollimento)
interazioni intermolecolari, es: He, Tc
= - 268.9 °C; H2, - 239.9; N2, -147.0; Alcune proprietà dipendono dalla Le proprietà non dipendono dalla
O2, -118.5; CO2, 31.0; HCl, 51.4; NH3, direzione (anisotropia) direzione (isotropia)
132.5; HF, 188.0; H2O, 374.1; la serie
Esempi: composti ionici, metalli Esempi: vetri, materie plastiche
degli idrocarburi: metano, Tc = - 82.1;
etano, 32.2; propano, 96.8; n-
butano, 152.0.
Possono essere individuati solo 7 tipi di celle elementari a cui corrispondono 7 Solidi ionici (es. CsCl, CaCO3):
sistemi cristallini (o cristallografici).
interazione elettrostatica tra anioni e
cationi,
dipendenza della struttura dalle
dimensioni reciproche degli ioni
Possono essere individuati solo 7 tipi di celle elementari a cui corrispondono 7 Solidi ionici (es. CsCl, CaCO3):
sistemi cristallini (o cristallografici).
interazione elettrostatica tra anioni e
cationi,
dipendenza della struttura dalle
dimensioni reciproche degli ioni
Silice: il silicio è
ibridato sp3 ed è
legato a 4 atomi di
ossigeno in un
La molecola inizialmente aveva il nome di soccerene, da soccer, vista la
reticolo infinito (la
somiglianza della sua struttura con quella di un pallone da calcio.
formula minima SiO2
indica il rapporto Gli atomi di carbonio si dispongono infatti ai vertici di un particolare poliedro
stechiometrico) semiregolare: l'icosaedro troncato.
Si tratta di uno dei 13 solidi archimedei, le cui facce sono esagoni e pentagoni.
due forme allotropiche del carbonio: Il nome attuale è stato dato in onore di Richard Buckminster Fuller, architetto
celebre per aver diffuso la cupola geodetica con la forma dello stesso poliedro.
diamante, C sp3, elevata durezza (10 nella scala di MOHS), isolante, d =
3.51 g cm-3 ;
grafite, C sp2, struttura a strati, bassa durezza (0.5 nella scala di MOHS),
sfaldabilità, potere lubrificante, conducibilità elettrica anisotropica (nel piano
xy), d = 2.22 g cm-3.
Silice: il silicio è
ibridato sp3 ed è
legato a 4 atomi di
ossigeno in un
La molecola inizialmente aveva il nome di soccerene, da soccer, vista la
reticolo infinito (la
somiglianza della sua struttura con quella di un pallone da calcio.
formula minima SiO2
indica il rapporto Gli atomi di carbonio si dispongono infatti ai vertici di un particolare poliedro
stechiometrico) semiregolare: l'icosaedro troncato.
Si tratta di uno dei 13 solidi archimedei, le cui facce sono esagoni e pentagoni.
due forme allotropiche del carbonio: Il nome attuale è stato dato in onore di Richard Buckminster Fuller, architetto
celebre per aver diffuso la cupola geodetica con la forma dello stesso poliedro.
diamante, C sp3, elevata durezza (10 nella scala di MOHS), isolante, d =
3.51 g cm-3 ;
grafite, C sp2, struttura a strati, bassa durezza (0.5 nella scala di MOHS),
sfaldabilità, potere lubrificante, conducibilità elettrica anisotropica (nel piano
xy), d = 2.22 g cm-3.
Il legame metallico
Solidi molecolari
Interpretazione MO per descrivere il legame nei metalli: la teoria delle bande.
Solidi molecolari : es. I2, H2O,
Es. Na, diagramma energetico dei livelli, σ e σ*, per un numero crescente di
Nel reticolo cristallino sono presenti
atomi di sodio (da 2 a N): formazione di bande.
molecole legate da interazioni deboli (WAN
DER WAALS, legame a idrogeno)
bassa energia di reticolo, moderata stabilità,
proprietà isolanti.
Solidi covalenti. SiC Solidi metallici
Il carborundum, o carburo di silicio, è una sostanza cristallina seconda per
Reticoli molto “compatti” (cubico, esagonale) in cui l’atomo centrale è
durezza solo al diamante (9 o più nella scala di Mohs).
circondato da 8 o 12 atomi immediatamente vicini.
Carborundum è il nome d'uso dato alla sostanza dal marchio di fabbrica
Elevata conducibilità elettrica e altre proprietà tipiche dei metalli (lucentezza,
inglese Carborundum, che per primo lo ha commercializzato. Viene preparato
malleabilità, etc)
industrialmente in forno elettrico, riscaldando a temperature di circa 2000°C
una miscela di sabbia quarzosa e coke granulato
Tipo di interazione?
Molte proprietà fisiche sono spegabili dalle particolari interazioni che legano
Questa analogia strutturale gli atomi degli elementi metallici.
ne spiega l'elevata durezza e
l'inalterabilità fino a
temperature superiori a Il legame metallico
2000°C. Descrizione qualitativa: reticolo dei cationi metallici immerso in un "mare" di
Il carborundum viene elettroni che sono liberi di muoversi in tutto il cristallo (gas di Fermi).
utilizzato come materiale
abrasivo e refrattario nel
rivestimento di forni e piastre
o per affilare coltelli e lame.
Il legame metallico
Solidi molecolari
Interpretazione MO per descrivere il legame nei metalli: la teoria delle bande.
Solidi molecolari : es. I2, H2O,
Es. Na, diagramma energetico dei livelli, σ e σ*, per un numero crescente di
Nel reticolo cristallino sono presenti
atomi di sodio (da 2 a N): formazione di bande.
molecole legate da interazioni deboli (WAN
DER WAALS, legame a idrogeno)
bassa energia di reticolo, moderata stabilità,
proprietà isolanti.
Legame metallico e proprietà dei metalli Metalli, isolanti, semiconduttori
Conducibilità elettrica elevata: gli elettroni possono migrare facilmente da Il modello delle bande può essere applicato a tutti i solidi cristallini. Le proprietà
una parte all’altra del solido sotto l’azione di un campo elettrico. di conduzione sono determinate dal “gap” tra le bande e dalla distribuzione
degli elettroni
Gli elettroni possono passare da orbitali pieni a orbitali vuoti per piccoli input
di energia.
Conducibilità dovuta sia agli elettroni negli orbitali ad energia maggiore che
alle “buche” negli orbitali ad energia minore
Livello di Fermi: più alto livello occupato a 0 K La conducibilità di un semiconduttore (es. Si) aumenta con la temperatura
Le differenze di energie tra i livelli sono molto piccole: possibilità di assorbire Nei semiconduttori cosiddetti intrinseci, gli elettroni possono passare nella
le radiazioni visibili incidenti (di qualsiasi λ) passando a livelli eccitati e banda di conduzione per riscaldamento (termoconduzione) o per effetto di
riemissione dell’energia luminosa ritornando a livelli con più bassa energia. una radiazione (fotoconduzione).
Opacità anche in strati molto sottili e potere riflettente Conduzione mediante elettroni e “buche” o “lacune”
Conducibilità elettrica elevata: gli elettroni possono migrare facilmente da Il modello delle bande può essere applicato a tutti i solidi cristallini. Le proprietà
una parte all’altra del solido sotto l’azione di un campo elettrico. di conduzione sono determinate dal “gap” tra le bande e dalla distribuzione
degli elettroni
Gli elettroni possono passare da orbitali pieni a orbitali vuoti per piccoli input
di energia.
Conducibilità dovuta sia agli elettroni negli orbitali ad energia maggiore che
alle “buche” negli orbitali ad energia minore
Livello di Fermi: più alto livello occupato a 0 K La conducibilità di un semiconduttore (es. Si) aumenta con la temperatura
Le differenze di energie tra i livelli sono molto piccole: possibilità di assorbire Nei semiconduttori cosiddetti intrinseci, gli elettroni possono passare nella
le radiazioni visibili incidenti (di qualsiasi λ) passando a livelli eccitati e banda di conduzione per riscaldamento (termoconduzione) o per effetto di
riemissione dell’energia luminosa ritornando a livelli con più bassa energia. una radiazione (fotoconduzione).
Opacità anche in strati molto sottili e potere riflettente Conduzione mediante elettroni e “buche” o “lacune”
La superficie presenta caratteristiche differenti dalla massa: le forze Pressione (o tensione) di vapore (p = pressione esercitata dal vapore saturo).
intermolecolari che agiscono sulle particelle non sono bilanciate. Dipendenza della tensione di vapore dalla temperatura
Ebollizione
Temperatura di ebollizione (p.eb.) e interazioni molecolari (es. p.eb. degli idruri
La risultante di forze residue dà origine alla tensione superficiale. Tendenza dei gruppi XIV-XVII e della serie: acqua 100°C, alcole etilico, C2H5OH, 78.3°C,
delle superfici a diventare le più piccole possibili: le gocce tedono ad assumere etere dietilico, (C2H5)2O, 34.6°C; v. legame di idrogeno)
la forma sferica che a parità di volume presenta la superficie minore Purificazione delle sostanze per distillazione. Distillazione a pressione ordinaria
e a pressione ridotta.
Evaporazione Le soluzioni
Passaggio di stato da liquido a vapore. Miscele omogenee costituite da almeno due componenti.
Soluzioni gassose, liquide e solide: esempi: aria, acqua zuccherata, leghe
metalliche.
Solvente (componente maggioritario) e soluto.
Un esempio di soluzioni molto diffuse: le soluzioni acquose (H2O come
solvente)
Ebollizione
I liquidi: tensione superficiale Evaporazione (II)
La superficie presenta caratteristiche differenti dalla massa: le forze Pressione (o tensione) di vapore (p = pressione esercitata dal vapore saturo).
intermolecolari che agiscono sulle particelle non sono bilanciate. Dipendenza della tensione di vapore dalla temperatura
Ebollizione
Temperatura di ebollizione (p.eb.) e interazioni molecolari (es. p.eb. degli idruri
La risultante di forze residue dà origine alla tensione superficiale. Tendenza dei gruppi XIV-XVII e della serie: acqua 100°C, alcole etilico, C2H5OH, 78.3°C,
delle superfici a diventare le più piccole possibili: le gocce tedono ad assumere etere dietilico, (C2H5)2O, 34.6°C; v. legame di idrogeno)
la forma sferica che a parità di volume presenta la superficie minore Purificazione delle sostanze per distillazione. Distillazione a pressione ordinaria
e a pressione ridotta.
Evaporazione Le soluzioni
Passaggio di stato da liquido a vapore. Miscele omogenee costituite da almeno due componenti.
Soluzioni gassose, liquide e solide: esempi: aria, acqua zuccherata, leghe
metalliche.
Solvente (componente maggioritario) e soluto.
Un esempio di soluzioni molto diffuse: le soluzioni acquose (H2O come
solvente)
Ebollizione
La concentrazione Solubilità. Aspetti energetici
Un modo per esprimere le quantità relative di solvente e soluto/i: la Perché si formano le soluzioni?
concentrazione.
Bilancio energetico del processo: l'energia spesa per la disaggregazione del
Concentrazioni di uso corrente per le soluzioni liquide. solvente e del soluto (effetto endotermico); l'energia liberata per le interazioni
Concentrazione Molare, Molarità: M: mol di soluto per dm3 di soluzione, soluto-solvente (effetto esotermico).
mol dm-3 ≅ mol l-1 In alcuni casi (es. KCl) anche se il bilancio termico sembra sfavorevole, la
Indicazione di concentrazione molare di una specie: es [Na+] dissoluzione è comunque spontanea.
Molalità, m: mol di soluto per kg di solvente, mol kg-1,
La frazione molare in un sistema a componenti A e B: χA = nA/(nA + nB); 0<nA<1.
Es. La solubilità di CuCl2 è 70.6g/100mL di acqua. Se aggiungo 100 g di solido a Un termine energetico sempre favorevole: l'aumento del disordine del sistema.
100 mL di acqua, 29.4g resteranno indisciolti. l'equazione di GIBBS-HELMHOLTZ, ΔG° = ΔH° - TΔS°.
L'energia chimica (o energia libera) come somma di due contributi: il contributo
termico (entalpia) e il contributo ordine/disordine (entropia).
La concentrazione Solubilità. Aspetti energetici
Un modo per esprimere le quantità relative di solvente e soluto/i: la Perché si formano le soluzioni?
concentrazione.
Bilancio energetico del processo: l'energia spesa per la disaggregazione del
Concentrazioni di uso corrente per le soluzioni liquide. solvente e del soluto (effetto endotermico); l'energia liberata per le interazioni
Concentrazione Molare, Molarità: M: mol di soluto per dm3 di soluzione, soluto-solvente (effetto esotermico).
mol dm-3 ≅ mol l-1 In alcuni casi (es. KCl) anche se il bilancio termico sembra sfavorevole, la
Indicazione di concentrazione molare di una specie: es [Na+] dissoluzione è comunque spontanea.
Molalità, m: mol di soluto per kg di solvente, mol kg-1,
La frazione molare in un sistema a componenti A e B: χA = nA/(nA + nB); 0<nA<1.
Es. La solubilità di CuCl2 è 70.6g/100mL di acqua. Se aggiungo 100 g di solido a Un termine energetico sempre favorevole: l'aumento del disordine del sistema.
100 mL di acqua, 29.4g resteranno indisciolti. l'equazione di GIBBS-HELMHOLTZ, ΔG° = ΔH° - TΔS°.
L'energia chimica (o energia libera) come somma di due contributi: il contributo
termico (entalpia) e il contributo ordine/disordine (entropia).
Solubilità di composti ionici. Curve di solubilità Solubilità. Polarità del solvente (II)
Dissoluzione a-termica di NaCl (la solubilità varia pochissimo al variare della T):
il contributo fortemente endotermico della disaggregazione del soluto e del
solvente è compensato dal contributo fortemente esotermico dell'interazione
soluto-solvente; decide l'entropia di mescolamento.
Dissoluzione a-termica di NaCl (la solubilità varia pochissimo al variare della T):
il contributo fortemente endotermico della disaggregazione del soluto e del
solvente è compensato dal contributo fortemente esotermico dell'interazione
soluto-solvente; decide l'entropia di mescolamento.
A + B → prodotti
La reazione
Equazione cinetica di una reazione o legge di velocità. v = k [A]x[B]y.
2N2O5 → 4NO2 + O2
La costante di velocità, k, rappresenta la velocità iniziale della reazione quando
è del I ordine (in contrasto con la stechiometria):
i reagenti hanno concentrazione unitaria.
1° stadio (lento, RDS): N2O5 → NO3 + NO2 (I ordine);
Ordine di reazione rispetto a un singolo reagente ( o parziale) = x, y
2° stadio (veloce): 2NO3 → 2NO2 + O2.
Ordine di reazione (complessivo) = (x+y).
L'ordine di reazione si ricava solo dall'esperimento e non dalla stechiometria
della reazione.
A + B → prodotti
La reazione
Equazione cinetica di una reazione o legge di velocità. v = k [A]x[B]y.
2N2O5 → 4NO2 + O2
La costante di velocità, k, rappresenta la velocità iniziale della reazione quando
è del I ordine (in contrasto con la stechiometria):
i reagenti hanno concentrazione unitaria.
1° stadio (lento, RDS): N2O5 → NO3 + NO2 (I ordine);
Ordine di reazione rispetto a un singolo reagente ( o parziale) = x, y
2° stadio (veloce): 2NO3 → 2NO2 + O2.
Ordine di reazione (complessivo) = (x+y).
L'ordine di reazione si ricava solo dall'esperimento e non dalla stechiometria
della reazione.
Es. 2HI → H2 + I2
Es. 2HI → H2 + I2
Catalizzatori: sostanze che aggiunte in quantità molto piccola nella miscela di Catalizzatore e reagenti sono nella stessa fase. Esempio
reazione ne accelerano il decorso;
2SO2 + O2 → 2SO3
il catalizzatore non partecipa alla stechiometria della reazione, alla fine viene
reazione lenta ma viene accelerata per aggiunta di NO
restituito inalterato.
La catalisi vista in base al diagramma di reazione: il catalizzatore "abbassa"
l'energia di attivazione.
Catalizzatori: sostanze che aggiunte in quantità molto piccola nella miscela di Catalizzatore e reagenti sono nella stessa fase. Esempio
reazione ne accelerano il decorso;
2SO2 + O2 → 2SO3
il catalizzatore non partecipa alla stechiometria della reazione, alla fine viene
reazione lenta ma viene accelerata per aggiunta di NO
restituito inalterato.
La catalisi vista in base al diagramma di reazione: il catalizzatore "abbassa"
l'energia di attivazione.
N(ad) + H(ad) → NH(ad) NH(ad) +H(ad) → NH2(ad) NH2(ad) + H(ad) → NH3(ad) → NH3(g)
Marmitte catalitiche
Catalisi enzimatica
N(ad) + H(ad) → NH(ad) NH(ad) +H(ad) → NH2(ad) NH2(ad) + H(ad) → NH3(ad) → NH3(g)
Marmitte catalitiche
Catalisi enzimatica
Stato di equilibrio (dinamico): la velocità della reazione inversa (vi) eguaglia Esempio: H2 + I2 ' 2HI
quella della reazione diretta (vd).
(reazione diretta e inversa del
Diagramma delle velocità diretta e inversa contro tempo. secondo ordine)
Il simbolo di equilibrio: doppia freccia: ' K = [HI]2/[H2][I2]
Stato di equilibrio (dinamico): la velocità della reazione inversa (vi) eguaglia Esempio: H2 + I2 ' 2HI
quella della reazione diretta (vd).
(reazione diretta e inversa del
Diagramma delle velocità diretta e inversa contro tempo. secondo ordine)
Il simbolo di equilibrio: doppia freccia: ' K = [HI]2/[H2][I2]
Dipendenza di K dalla temperatura: K come rapporto di costanti cinetiche: Decomposizione a 300°C del pentacloruro di fosforo (equilibrio in fase gas):
vd
R P PCl5, 4 mol; Cl2, 2 mol; Volume = 2l; K(573K) = 4.7•10-2
vi
Determinare la concentrazione delle 3 specie all’equilibrio
R = reagenti; P = prodotti
[PCl5] = (4-x)/2 M [PCl3] = x/2.0 M [Cl2] = (2+x)/2 M
ΔH > 0 (processo endotermico): CA = complesso attivato K = [(x/2)(2+x)/2]/[(4-x)/2] = 4.7•10-2
K aumenta all’aumentare di T
x2+2.1x-0.38=0 x1=0.17 x2=-1.77 (non accettabile)
[PCl5] = (4.00-0.17)/2.00 M = 1.91M [PCl3] = 0.17/2.00 = 0.08M
[Cl2] = (2.00+0.17)/2.00M = 1.09M
Determinazione sperimentale di una costante di equilibrio Utilizzo della costante di equilibrio
Come si determina sperimentalmente la costante di un equilibrio; grandezza
A che serve conoscere la costante di equilibrio.
osservabile: la concentrazione delle specie presenti all'equilibrio.
Il valore di K indica se una determinata reazione (ad una data T) è spostata
verso la formazione dei prodotti o meno
Se sono note le concentrazioni di alcune specie all’equilibrio, possono essere
determinate le concentrazioni delle altre specie.
Se si conoscono K e le concentrazioni iniziali, si possono ricavare le
concentrazioni delle specie all’equilibrio
ESEMPI
Dipendenza di K dalla temperatura: K come rapporto di costanti cinetiche: Decomposizione a 300°C del pentacloruro di fosforo (equilibrio in fase gas):
vd
R P PCl5, 4 mol; Cl2, 2 mol; Volume = 2l; K(573K) = 4.7•10-2
vi
Determinare la concentrazione delle 3 specie all’equilibrio
R = reagenti; P = prodotti
[PCl5] = (4-x)/2 M [PCl3] = x/2.0 M [Cl2] = (2+x)/2 M
ΔH > 0 (processo endotermico): CA = complesso attivato K = [(x/2)(2+x)/2]/[(4-x)/2] = 4.7•10-2
K aumenta all’aumentare di T
x2+2.1x-0.38=0 x1=0.17 x2=-1.77 (non accettabile)
[PCl5] = (4.00-0.17)/2.00 M = 1.91M [PCl3] = 0.17/2.00 = 0.08M
[Cl2] = (2.00+0.17)/2.00M = 1.09M
Perturbazione di un equilibrio chimico. Principio di Le Chatelier Variazione della concentrazione. Esempio
Traduzione in termini chimici del 'principio di azione e reazione': ad ogni Reazione all’equilibrio: reagente A: 2 mol; reagente B: 2 mol; prodottoC: 4
perturbazione esercitata dall'esterno (variazione di concentrazione, di mol; Volume = 1l.
temperatura o di pressione), l'equilibrio reagisce spostandosi in modo tale da Determinare K e le nuove concentrazioni all’equilibrio dopo l’aggiunta di 1
minimizzare l'effetto della perturbazione. mole di A
Principio di Le Chatelier A + B ' C
Moli iniziali 2.0 2.0 4.0
Moli all’equilibrio 3.0 - x 2.0 -x 4.0 +x
K = 1.0
All’equilibrio:
K = {(4+x)/1}/ {(3-x)/1} • {(2-x)/1} = 1
X2-6x+2=0 x1=0.35 x2=5.6 (non accettabile)
[A] = (3.00-0.35)/1.00 M = 2.65M [B] = (2.00-0.35)/1.00 M = 1.65M
Perturbazione di un equilibrio chimico. Variazione della concentrazione Perturbazione di un equilibrio chimico. Variazione di volume (o di pressione)
Se la concentrazione di un reagente o di un prodotto vengono modificate Per gli equilibri in fase gassosa: una diminuzione di volume (equivalente a un
rispetto al valore di equilibrio, il sistema evolve verso una nuova situazione di aumento della pressione) fa spostare l'equilibrio dalla parte in cui ci sono
equilibrio in modo da mantenere il quoziente delle concentrazioni = K meno molecole:
es. l'aumento della concentrazione dei reagenti favorisce la formazione dei N2 + 3H2 ' 2NH3
prodotti (azione di massa).
La composizione della miscela all‘equilibrio cambia diminuendo il numero di
La K di equilibrio resta invariata!! molecole gassose come risposta alla sollecitazione esterna.
ESEMPI La K di equilibrio resta invariata!!
Il caso dei prodotti che sfuggono al sistema in equilibrio e provocano Effetto contrario nel caso in cui V aumenti (o P diminuisca): l‘equilibrio si
spostamento quantitativo a destra: formazione di gas o di precipitati. sposta verso i reagenti.
Esempio: decomposizione del carbonato di calcio
Traduzione in termini chimici del 'principio di azione e reazione': ad ogni Reazione all’equilibrio: reagente A: 2 mol; reagente B: 2 mol; prodottoC: 4
perturbazione esercitata dall'esterno (variazione di concentrazione, di mol; Volume = 1l.
temperatura o di pressione), l'equilibrio reagisce spostandosi in modo tale da Determinare K e le nuove concentrazioni all’equilibrio dopo l’aggiunta di 1
minimizzare l'effetto della perturbazione. mole di A
Principio di Le Chatelier A + B ' C
Moli iniziali 2.0 2.0 4.0
Moli all’equilibrio 3.0 - x 2.0 -x 4.0 +x
K = 1.0
All’equilibrio:
K = {(4+x)/1}/ {(3-x)/1} • {(2-x)/1} = 1
X2-6x+2=0 x1=0.35 x2=5.6 (non accettabile)
[A] = (3.00-0.35)/1.00 M = 2.65M [B] = (2.00-0.35)/1.00 M = 1.65M
Perturbazione di un equilibrio chimico. Variazione della concentrazione Perturbazione di un equilibrio chimico. Variazione di volume (o di pressione)
Se la concentrazione di un reagente o di un prodotto vengono modificate Per gli equilibri in fase gassosa: una diminuzione di volume (equivalente a un
rispetto al valore di equilibrio, il sistema evolve verso una nuova situazione di aumento della pressione) fa spostare l'equilibrio dalla parte in cui ci sono
equilibrio in modo da mantenere il quoziente delle concentrazioni = K meno molecole:
es. l'aumento della concentrazione dei reagenti favorisce la formazione dei N2 + 3H2 ' 2NH3
prodotti (azione di massa).
La composizione della miscela all‘equilibrio cambia diminuendo il numero di
La K di equilibrio resta invariata!! molecole gassose come risposta alla sollecitazione esterna.
ESEMPI La K di equilibrio resta invariata!!
Il caso dei prodotti che sfuggono al sistema in equilibrio e provocano Effetto contrario nel caso in cui V aumenti (o P diminuisca): l‘equilibrio si
spostamento quantitativo a destra: formazione di gas o di precipitati. sposta verso i reagenti.
Esempio: decomposizione del carbonato di calcio
Processo Haber-Bosch
Equilibri nei sistemi eterogenei
Il paradosso della sintesi dell'ammoniaca: N2 + 3H2 ' 2NH3
Equilibri eterogenei: non tutti i componenti si trovano nella stessa fase.
La reazione è esotermica ed è spostata verso i prodotti (K = 3.5 *108 a 25°C) ma Le concentrazioni di solidi e liquidi puri non compaiono nella costante
industrialmente viene condotta ad alte T (fino a 800°C).
Esempio: decomposizione del cloruro di ammonio (solido)
La velocità di reazione è molto bassa a 25°C: la temperatura è alzata per NH4Cl ' NH3 + HCl
aumentare la velocità con cui si raggiunge l’equilibrio (v. equazione di Arrhenius) K’ = [NH3][HCl]/ [NH4Cl ] [NH4Cl ] = costante
anche se K diminuisce moltissimo (K = 0.16 a 450°C) all’aumentare della T.
K’*[NH4Cl ] = [NH3][HCl] = K
La reazione si conduce ad alta pressione: K non viene modificata ma la quantità
di ammoniaca all’equilibrio viene aumentata
Esempio: decomposizione del carbonato di calcio (solido)
Uso di un catalizzatore per aumentare ulteriormente la velocità con cui si K e Kp
raggiunge l’equilibrio
Processo Haber-Bosch
Equilibri nei sistemi eterogenei
Il paradosso della sintesi dell'ammoniaca: N2 + 3H2 ' 2NH3
Equilibri eterogenei: non tutti i componenti si trovano nella stessa fase.
La reazione è esotermica ed è spostata verso i prodotti (K = 3.5 *108 a 25°C) ma Le concentrazioni di solidi e liquidi puri non compaiono nella costante
industrialmente viene condotta ad alte T (fino a 800°C).
Esempio: decomposizione del cloruro di ammonio (solido)
La velocità di reazione è molto bassa a 25°C: la temperatura è alzata per NH4Cl ' NH3 + HCl
aumentare la velocità con cui si raggiunge l’equilibrio (v. equazione di Arrhenius) K’ = [NH3][HCl]/ [NH4Cl ] [NH4Cl ] = costante
anche se K diminuisce moltissimo (K = 0.16 a 450°C) all’aumentare della T.
K’*[NH4Cl ] = [NH3][HCl] = K
La reazione si conduce ad alta pressione: K non viene modificata ma la quantità
di ammoniaca all’equilibrio viene aumentata
Esempio: decomposizione del carbonato di calcio (solido)
Uso di un catalizzatore per aumentare ulteriormente la velocità con cui si K e Kp
raggiunge l’equilibrio
L'acqua (contenente idrogenocarbonato di calcio) che fuoriesce da una fessura della volta di una grotta forma delle
Unicità dell'acqua come solvente (legame a ponte di idrogeno, elevate Concetti di acidità e basicità tradizionali legati a sensazioni personali.
costante dielettrica e capacità termica). Sostanze acide (dal latino acidus): sapore aspro (aceto, frutti acerbi etc);
Le interazioni col soluto. Idratazione delle molecole e degli ioni in acqua. producono idrogeno per reazione con i metalli.
Aquaioni. Idratazione dei cationi: es. Fe2+(aq), [FeII(H2O)6]2+; Sostanze basiche o alcaline (dall’arabo al-qali = cenere, potassa): sapore
Prima e seconda sfera di idratazione. amaro, viscide al tatto; fanno diminuire o annullano il comportamento degli
acidi.
Idratazione dello ione H+; lo ione ossonio, H3O+
Neutralizzazione reciproca delle proprietà.
(2) le reazioni di trasferimento di elettroni (o di ossidazione e riduzione). una base è una sostanza che contiene lo ione OH- e lo libera in acqua:
BOH → B+ + OH- (es. NaOH, KOH)
L'acqua (contenente idrogenocarbonato di calcio) che fuoriesce da una fessura della volta di una grotta forma delle
Unicità dell'acqua come solvente (legame a ponte di idrogeno, elevate Concetti di acidità e basicità tradizionali legati a sensazioni personali.
costante dielettrica e capacità termica). Sostanze acide (dal latino acidus): sapore aspro (aceto, frutti acerbi etc);
Le interazioni col soluto. Idratazione delle molecole e degli ioni in acqua. producono idrogeno per reazione con i metalli.
Aquaioni. Idratazione dei cationi: es. Fe2+(aq), [FeII(H2O)6]2+; Sostanze basiche o alcaline (dall’arabo al-qali = cenere, potassa): sapore
Prima e seconda sfera di idratazione. amaro, viscide al tatto; fanno diminuire o annullano il comportamento degli
acidi.
Idratazione dello ione H+; lo ione ossonio, H3O+
Neutralizzazione reciproca delle proprietà.
(2) le reazioni di trasferimento di elettroni (o di ossidazione e riduzione). una base è una sostanza che contiene lo ione OH- e lo libera in acqua:
BOH → B+ + OH- (es. NaOH, KOH)
Insufficienza del modello di ARRHENIUS: es. comportamento basico di NH3 e Gli equilibri acido-base sono spostati a destra o sinistra a seconda della “forza”
Na2CO3. dell’acido e della base coinvolti
Valutazione della forza degli acidi e delle basi.
La teoria di BRØNSTED-LOWRY (1923).
Costante di acidità:
Un acido, HA, è una sostanza capace di trasferire un protone ad una sostanza
detta base, B. HA + H2O ' A- + H3O+
Una base, B, è una sostanza capace di accettare un protone da un acido HA. K’a = [A-][H3O+]/[HA][H2O] [H2O] = cost
HA + B → A- + BH+ Ka = [A-][H3O+]/[HA]
Le reazioni acido-base come trasferimento di un protone dall'acido alla base. Acidi deboli: caratterizzati da valori di Ka <<1 (equilibrio spostato verso i
Es.: NH3(g)+ HCl(g) ' [NH4+, Cl-](s); reagenti)
CO32- + HNO3 ' HCO3- + NO3-. Esempi: HF (Ka = 7.0 x 10-4); HNO2 (4.5 x 10-4); CH3COOH (1.8 x 10-5);
HCN (4.0 x 10-10)
Definizione, secondo BRØNSTED, di acido e base in soluzione acquosa. Classifica degli acidi dall’alto in basso in ordine di forza decrescente.
acido: sostanza capace di trasferire un protone all'acqua (fa comportare l'acqua L'acido di forza limite superiore, H3O+, Ka = 1.
da base), H3O++ H2O ' H2O +H3O+
HA + H2O ' A- + H3O+
base: sostanza capace di strappare un protone all'acqua (costringe l'acqua a Acidi forti : sostanze che in acqua formano quantitativamente (100%) H3O+ ('fuori
comportarsi da acido). classifica‘, Ka >>1 e non si può determinare)
B + H2O ' BH+ + OH-. Acidi forti tradizionali (es. HClO4, HCl, HNO3, HBF4)
L'acqua si può comportare come acido e come base (comportamento anfòtero).
Es. HCl + H2O ' Cl- + H3O+
NH3 + H2O ' NH4+ + OH-.
Acidi e basi secondo Brønsted e Lowry Equilibri acido-base in soluzione acquosa. Costante di acidità
Insufficienza del modello di ARRHENIUS: es. comportamento basico di NH3 e Gli equilibri acido-base sono spostati a destra o sinistra a seconda della “forza”
Na2CO3. dell’acido e della base coinvolti
Valutazione della forza degli acidi e delle basi.
La teoria di BRØNSTED-LOWRY (1923).
Costante di acidità:
Un acido, HA, è una sostanza capace di trasferire un protone ad una sostanza
detta base, B. HA + H2O ' A- + H3O+
Una base, B, è una sostanza capace di accettare un protone da un acido HA. K’a = [A-][H3O+]/[HA][H2O] [H2O] = cost
HA + B → A- + BH+ Ka = [A-][H3O+]/[HA]
Le reazioni acido-base come trasferimento di un protone dall'acido alla base. Acidi deboli: caratterizzati da valori di Ka <<1 (equilibrio spostato verso i
Es.: NH3(g)+ HCl(g) ' [NH4+, Cl-](s); reagenti)
CO32- + HNO3 ' HCO3- + NO3-. Esempi: HF (Ka = 7.0 x 10-4); HNO2 (4.5 x 10-4); CH3COOH (1.8 x 10-5);
HCN (4.0 x 10-10)
Definizione, secondo BRØNSTED, di acido e base in soluzione acquosa. Classifica degli acidi dall’alto in basso in ordine di forza decrescente.
acido: sostanza capace di trasferire un protone all'acqua (fa comportare l'acqua L'acido di forza limite superiore, H3O+, Ka = 1.
da base), H3O++ H2O ' H2O +H3O+
HA + H2O ' A- + H3O+
base: sostanza capace di strappare un protone all'acqua (costringe l'acqua a Acidi forti : sostanze che in acqua formano quantitativamente (100%) H3O+ ('fuori
comportarsi da acido). classifica‘, Ka >>1 e non si può determinare)
B + H2O ' BH+ + OH-. Acidi forti tradizionali (es. HClO4, HCl, HNO3, HBF4)
L'acqua si può comportare come acido e come base (comportamento anfòtero).
Es. HCl + H2O ' Cl- + H3O+
NH3 + H2O ' NH4+ + OH-.
Costante di basicità Autoionizzazione dell'acqua
Analogamente agli acidi, la forza di una base può essere valutata dalla costante La reazione di BRØNSTED tra l'acido H2O e la base H2O:
di basicità, Kb H2O + H2O ' H3O+ +OH-
B + H2O ' BH+ + OH- Equilibrio detto di autoionizzazione dell'acqua.
K’b = [BH+][OH-]/[B][H2O] [H2O] = cost Kw = [H3O+ ] [OH-] = 10-14 (a 25 °C) (Prodotto ionico dell'acqua)
Kb = [BH+][OH-]/[B]
Maggiore è la Kb maggiore è la “forza” della base. Relazione tra Ka di un acido e Kb della sua base coniugata:
HA + H2O ' A- + H3O+ Ka = [A-][H3O+]/[HA]
A- + H2O ' HA + OH- Kb = [HA][OH-]/[A-]
Kb = [HA][OH-][H3O+]/[A-][H3O+] = Kw/Ka
Ka x Kb = Kw
Esempi:
HF (Ka = 6.7 x 10-4) e F- (Kb = 1.5 x 10-11)
NH3 (Kb = 1.8 x 10-5) e NH4+ (Ka = 5.7 x 10-10)
NH3 + H2O ' NH4+ + OH- Kb = 1.8 x 10-5 HCLO4, ClO4-, Cl-,
>>1 < 10-14
HCl, HNO3 NO3-, etc
F- + H2O ' HF + OH- Kb = 1.5 x 10-11
1.0 H3O+ H2O 10-14
Maggiore è la Kb maggiore è la “forza” della base.
. .
Classifica delle basi dal basso in alto in ordine di forza decrescente. . .
La base di forza limite superiore: OH-, Kb = 1. . .
. .
OH -+ H2O ' H2O +OH-
10-14 H2O OH- 1.0
Analogamente agli acidi, la forza di una base può essere valutata dalla costante La reazione di BRØNSTED tra l'acido H2O e la base H2O:
di basicità, Kb H2O + H2O ' H3O+ +OH-
B + H2O ' BH+ + OH- Equilibrio detto di autoionizzazione dell'acqua.
K’b = [BH+][OH-]/[B][H2O] [H2O] = cost Kw = [H3O+ ] [OH-] = 10-14 (a 25 °C) (Prodotto ionico dell'acqua)
Kb = [BH+][OH-]/[B]
Maggiore è la Kb maggiore è la “forza” della base. Relazione tra Ka di un acido e Kb della sua base coniugata:
HA + H2O ' A- + H3O+ Ka = [A-][H3O+]/[HA]
A- + H2O ' HA + OH- Kb = [HA][OH-]/[A-]
Kb = [HA][OH-][H3O+]/[A-][H3O+] = Kw/Ka
Ka x Kb = Kw
Esempi:
HF (Ka = 6.7 x 10-4) e F- (Kb = 1.5 x 10-11)
NH3 (Kb = 1.8 x 10-5) e NH4+ (Ka = 5.7 x 10-10)
NH3 + H2O ' NH4+ + OH- Kb = 1.8 x 10-5 HCLO4, ClO4-, Cl-,
>>1 < 10-14
HCl, HNO3 NO3-, etc
F- + H2O ' HF + OH- Kb = 1.5 x 10-11
1.0 H3O+ H2O 10-14
Maggiore è la Kb maggiore è la “forza” della base.
. .
Classifica delle basi dal basso in alto in ordine di forza decrescente. . .
La base di forza limite superiore: OH-, Kb = 1. . .
. .
OH -+ H2O ' H2O +OH-
10-14 H2O OH- 1.0
Acidi poliprotici e basi poliacide Reazioni tra acidi e basi (reazioni di neutralizzazione)
Acidi poliprotici: sostanze capaci di trasferire più di un protone (diprotici es. Calcolo della costante di equilibrio delle reazioni di neutralizzazione, KN, a partire
H2CO3, H2SO4; triprotici es H3PO4,). dai valori di Ka e Kb;
Dissociazione graduale in più stadi: equilibri di dissociazione successivi (i) acido forte + base forte:
caratterizzati da più costanti acide (Ka1,Ka2,Ka3,...Kan)
H3O++OH - ' 2H2O KN = 1/Kw= 1014
es. H3PO4: Ka1 = 7.5 x 10-3, Ka2 = 6.0 x l0-8, Ka3 = 4.4 x 10-13.
(ii) acido debole + base forte:
Perché Ka1>Ka2>Ka3: effetto elettrostatico
HA + OH- ' A- + H2O
KN = [A-]/[HA][OH-] = [A-] [H3O+]/[HA][OH-][H3O+] = Ka/Kw (sempre >1)
Basi poli-acide: es. PO43-, CO32-.
Costanti di basicità graduale e loro decremento per effetto elettrostatico
Esempio:
CH3COOH + OH-
Forza di acidi e struttura Acidità degli aquaioni metallici
Acidi poliprotici e basi poliacide Reazioni tra acidi e basi (reazioni di neutralizzazione)
Acidi poliprotici: sostanze capaci di trasferire più di un protone (diprotici es. Calcolo della costante di equilibrio delle reazioni di neutralizzazione, KN, a partire
H2CO3, H2SO4; triprotici es H3PO4,). dai valori di Ka e Kb;
Dissociazione graduale in più stadi: equilibri di dissociazione successivi (i) acido forte + base forte:
caratterizzati da più costanti acide (Ka1,Ka2,Ka3,...Kan)
H3O++OH - ' 2H2O KN = 1/Kw= 1014
es. H3PO4: Ka1 = 7.5 x 10-3, Ka2 = 6.0 x l0-8, Ka3 = 4.4 x 10-13.
(ii) acido debole + base forte:
Perché Ka1>Ka2>Ka3: effetto elettrostatico
HA + OH- ' A- + H2O
KN = [A-]/[HA][OH-] = [A-] [H3O+]/[HA][OH-][H3O+] = Ka/Kw (sempre >1)
Basi poli-acide: es. PO43-, CO32-.
Costanti di basicità graduale e loro decremento per effetto elettrostatico
Esempio:
CH3COOH + OH-
Reazioni tra acidi e basi (reazioni di neutralizzazione) II Ancora sul pH
(iii) acido forte + base debole: Definizione operazionale del pH (v. misura del pH mediante un pH-metro).
H3O+ + B ' BH+ + H2O Scala del pH (a rigore, da 2 a 12, intervallo nel quale la misura del pH è
riproducibile; in questo intervallo, pH = – log[H+]).
KN = [BH+]/[B][H3O+] = [BH+][OH-]/[B][H3O+][OH-] = Kb/Kw (sempre >1)
Soluzione neutre (pH = 7), acide (pH < 7), basiche, o alcaline (pH > 7).
Esempio:
NH3 + H3O+
(iii) acido forte + base debole: Definizione operazionale del pH (v. misura del pH mediante un pH-metro).
H3O+ + B ' BH+ + H2O Scala del pH (a rigore, da 2 a 12, intervallo nel quale la misura del pH è
riproducibile; in questo intervallo, pH = – log[H+]).
KN = [BH+]/[B][H3O+] = [BH+][OH-]/[B][H3O+][OH-] = Kb/Kw (sempre >1)
Soluzione neutre (pH = 7), acide (pH < 7), basiche, o alcaline (pH > 7).
Esempio:
NH3 + H3O+
Acidi deboli e basi deboli Soluzione tampone (1 litro) formata da acido formico (HCOOH, Ka = 2.1 x 10-4)
0.250M e formiato di sodio 0.350 M.
Nel caso di un acido debole: HA + H2O ' A- + H3O+
Calcolare il pH della soluzione tampone.
Moli iniziali Ca Calcolare il pH dopo l’aggiunta di 0.013 moli di HCl
Moli all’equilibrio Ca - x x x
Soluzioni acquose contenenti una miscela di un acido debole e della sua base Insufficienza del modello di BRØNSTED:
coniugata (o viceversa)
es. SO2(g) + OH–(aq)
Ka = [A-][H3O+]/[HA]
CaO(s) + CO2(g).
[H3O+] = Ka[HA]/[A-] = Ka Ca/Cb pH = pKa + logCb/Ca
Acidi deboli e basi deboli Soluzione tampone (1 litro) formata da acido formico (HCOOH, Ka = 2.1 x 10-4)
0.250M e formiato di sodio 0.350 M.
Nel caso di un acido debole: HA + H2O ' A- + H3O+
Calcolare il pH della soluzione tampone.
Moli iniziali Ca Calcolare il pH dopo l’aggiunta di 0.013 moli di HCl
Moli all’equilibrio Ca - x x x
Soluzioni acquose contenenti una miscela di un acido debole e della sua base Insufficienza del modello di BRØNSTED:
coniugata (o viceversa)
es. SO2(g) + OH–(aq)
Ka = [A-][H3O+]/[HA]
CaO(s) + CO2(g).
[H3O+] = Ka[HA]/[A-] = Ka Ca/Cb pH = pKa + logCb/Ca
La reazione tra un acido e una base di Lewis forma un addotto acido-base o Gli ioni dei metalli d come acidi di LEWIS, capaci di coordinare (ordinare attorno a
composto di addizione. sé) n molecole di base (n, numero di coordinazione = 2, 4, 6).
es: BF3 + NH3; BF3 + F-; H+ + OH-; BF3 + (C2H5)2O; PF5 + F-; I2 + I-; I2 + C6H6. Es. [Ni(NH3)6]2+.
Natura e meccanismo delle reazioni acido-base di LEWIS: Il simbolo [ ].
Acido: specie che possiede un orbitale vuoto di energia accessibile, dove Linguaggio della chimica di coordinazione: acido ⇒ centro metallico; base ⇒
accomodare la coppia solitaria della base (orbitali s: H+; p: BF3; d: PF5); legante.
re-ibridizzazione del sito acido e riarrangiamento strutturale.
Leganti ed atomi donatori. Leganti contenenti N come atomo donatore: NH3,
Le 'anidridi' come acidi LEWIS: CO2 + O2-, SO2 + OH-. piridina (C5H5N, py). O: H2O, OH-.
L'acido distoglie un orbitale p impegnato in un legame π e lo impiega per dar Gli alogenuri come leganti.
luogo ad una ibridazione superiore: un orbitale ibrido viene messo a disposizione
Complessi metallici cationici, es. [CoIII(NH3)6]3+, e anionici, [CuIICl4]2-,
della coppia della base
Costante di formazione (o di stabilità) dei complessi
CO2/CO32-, da sp a sp2
SO2/SO32-, da sp2 a sp3
Il bilanciamento di una reazione acido-base richiede solo un’osservazione attenta Sali solubili e insolubili (o meglio: sali più o meno solubili). Vedi solubilità e
dell’equazione e l’applicazione di regole elementari: soluzioni sature.
- bilanciamento degli elementi che compaiono nelle coppie coniugate acido/base L'equilibrio di dissoluzione di un composto ionico (es. un sale);
- bilanciamento di H e O MA(s) ' M+(aq) + A-(aq)
- moltiplicare per opportuni fattori per evitare coefficienti frazionari K = [M+][A-]/[MX]
K [MA] = [M+][A-] (prodotto di solubilità)
ESEMPI: Ca(OH)2 + H3PO4; Al2O3 + HClO4 Kps. = [M+][A-]
Equilibri in soluzione acquosa (forma ionica) Più in generale per un composto ionico MxAy
MxAy(s) ' xMy+(aq) + yAx-(aq)
ESEMPI: Al2O3 + HClO4 ===> Al2O3 + H+ Kps. = [My+]x[Ax-]y
La reazione tra un acido e una base di Lewis forma un addotto acido-base o Gli ioni dei metalli d come acidi di LEWIS, capaci di coordinare (ordinare attorno a
composto di addizione. sé) n molecole di base (n, numero di coordinazione = 2, 4, 6).
es: BF3 + NH3; BF3 + F-; H+ + OH-; BF3 + (C2H5)2O; PF5 + F-; I2 + I-; I2 + C6H6. Es. [Ni(NH3)6]2+.
Natura e meccanismo delle reazioni acido-base di LEWIS: Il simbolo [ ].
Acido: specie che possiede un orbitale vuoto di energia accessibile, dove Linguaggio della chimica di coordinazione: acido ⇒ centro metallico; base ⇒
accomodare la coppia solitaria della base (orbitali s: H+; p: BF3; d: PF5); legante.
re-ibridizzazione del sito acido e riarrangiamento strutturale.
Leganti ed atomi donatori. Leganti contenenti N come atomo donatore: NH3,
Le 'anidridi' come acidi LEWIS: CO2 + O2-, SO2 + OH-. piridina (C5H5N, py). O: H2O, OH-.
L'acido distoglie un orbitale p impegnato in un legame π e lo impiega per dar Gli alogenuri come leganti.
luogo ad una ibridazione superiore: un orbitale ibrido viene messo a disposizione
Complessi metallici cationici, es. [CoIII(NH3)6]3+, e anionici, [CuIICl4]2-,
della coppia della base
Costante di formazione (o di stabilità) dei complessi
CO2/CO32-, da sp a sp2
SO2/SO32-, da sp2 a sp3
Il bilanciamento di una reazione acido-base richiede solo un’osservazione attenta Sali solubili e insolubili (o meglio: sali più o meno solubili). Vedi solubilità e
dell’equazione e l’applicazione di regole elementari: soluzioni sature.
- bilanciamento degli elementi che compaiono nelle coppie coniugate acido/base L'equilibrio di dissoluzione di un composto ionico (es. un sale);
- bilanciamento di H e O MA(s) ' M+(aq) + A-(aq)
- moltiplicare per opportuni fattori per evitare coefficienti frazionari K = [M+][A-]/[MX]
K [MA] = [M+][A-] (prodotto di solubilità)
ESEMPI: Ca(OH)2 + H3PO4; Al2O3 + HClO4 Kps. = [M+][A-]
Equilibri in soluzione acquosa (forma ionica) Più in generale per un composto ionico MxAy
MxAy(s) ' xMy+(aq) + yAx-(aq)
ESEMPI: Al2O3 + HClO4 ===> Al2O3 + H+ Kps. = [My+]x[Ax-]y
Considerazioni su CaCO3
Relazione tra prodotto di solubilità, Kps, e solubilità molare, S Previsione della precipitazione di un sale (quando il prodotto delle concentrazioni
di uno dei sali 'potenzialmente' presenti in soluzione supera il valore del Kps).
Es. CaSO4 Kps = [Ca2+][SO42-] = 2.4 x 10-5
Es.:
S = [Ca2+] = [SO42-] Kps = S2
0.5 l di AgNO3(aq) 0.2M + 0.5 l di NaCl(aq). 0.2M ===> 1litro soluzione 0.1M per tutti
S = √ Kps ≈ 5 x 10-3
gli ioni
[Ag+][Cl-] = 0.1 x 0.1 = 10-2
Es. CaF2 Kps = [Ca2+][F-]2 = 3.2 x 10-11
Kps = 10-10
S = [Ca2+] = [F-] Kps = S x (2S)2
Si avrà precipitazione fino a raggiungere valori di concentrazione che consentano
S = (Kps /4)1/3 di rispettare il Kps
Per una corretta valutazione del grado di solubilità di composti ionici poco solubili Es. Na2SO4(aq) + BaCl2(aq); Precipitazione di BaSO4
occorre confrontare il valore di S e non il Kps
Per i composti ionici molto solubili non vengono riportati valori di Kps anche se
sono tabulate le solubilità
Prodotto di solubilità Effetto dello ione a comune
Considerazioni su CaCO3
Relazione tra prodotto di solubilità, Kps, e solubilità molare, S Previsione della precipitazione di un sale (quando il prodotto delle concentrazioni
di uno dei sali 'potenzialmente' presenti in soluzione supera il valore del Kps).
Es. CaSO4 Kps = [Ca2+][SO42-] = 2.4 x 10-5
Es.:
S = [Ca2+] = [SO42-] Kps = S2
0.5 l di AgNO3(aq) 0.2M + 0.5 l di NaCl(aq). 0.2M ===> 1litro soluzione 0.1M per tutti
S = √ Kps ≈ 5 x 10-3
gli ioni
[Ag+][Cl-] = 0.1 x 0.1 = 10-2
Es. CaF2 Kps = [Ca2+][F-]2 = 3.2 x 10-11
Kps = 10-10
S = [Ca2+] = [F-] Kps = S x (2S)2
Si avrà precipitazione fino a raggiungere valori di concentrazione che consentano
S = (Kps /4)1/3 di rispettare il Kps
Per una corretta valutazione del grado di solubilità di composti ionici poco solubili Es. Na2SO4(aq) + BaCl2(aq); Precipitazione di BaSO4
occorre confrontare il valore di S e non il Kps
Per i composti ionici molto solubili non vengono riportati valori di Kps anche se
sono tabulate le solubilità
Solubilizzazione dei precipitati ionici Reazioni di trasferimento di elettroni
Se uno degli ioni presenti nell'equilibrio di dissoluzione di un sale poco solubile Reazioni di ossido-riduzione o processi redox.
viene coinvolto in un ulteriore equilibrio (principio di LE CHATELIER) si può avere Reazioni con trasferimento netto di elettroni da una specie all'altra:
un aumento della solubilità o una completa solubilizzazione.
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
(i) l'anione è una base di BRØNSTED ⇒ si aggiunge acido forte,
Ogni ione ferro(III) acquista 1 elettrone e lo ione stagno(II) cede due elettroni.
es.: Mg(OH)2 + 2H+ ' 2H2O + Mg2+
Ce4+ + Fe2+ ' Ce3+ + Fe3+
KS = [Mg2+]/[H+]2 = Mg2+][OH-]2/[H+]2 [OH-]2 = Kps/Kw2
Lo ione ferro(II) cede 1 elettrone e lo ione cerio(IV) acquista un elettrone.
(ii) il catione forma complessi stabili con un legante L ⇒ si aggiunge L; es.: AgCl(s)
+ 2NH3(aq); Ni(OH)2(s) + 4CN-(aq);
ESEMPI
Solubilizzazione dei precipitati ionici Reazioni di trasferimento di elettroni
Se uno degli ioni presenti nell'equilibrio di dissoluzione di un sale poco solubile Reazioni di ossido-riduzione o processi redox.
viene coinvolto in un ulteriore equilibrio (principio di LE CHATELIER) si può avere Reazioni con trasferimento netto di elettroni da una specie all'altra:
un aumento della solubilità o una completa solubilizzazione.
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
(i) l'anione è una base di BRØNSTED ⇒ si aggiunge acido forte,
Ogni ione ferro(III) acquista 1 elettrone e lo ione stagno(II) cede due elettroni.
es.: Mg(OH)2 + 2H+ ' 2H2O + Mg2+
Ce4+ + Fe2+ ' Ce3+ + Fe3+
KS = [Mg2+]/[H+]2 = Mg2+][OH-]2/[H+]2 [OH-]2 = Kps/Kw2
Lo ione ferro(II) cede 1 elettrone e lo ione cerio(IV) acquista un elettrone.
(ii) il catione forma complessi stabili con un legante L ⇒ si aggiunge L; es.: AgCl(s)
+ 2NH3(aq); Ni(OH)2(s) + 4CN-(aq);
ESEMPI
Semireazioni di ossidazione e riduzione Bilancio delle reazioni di ossido-riduzione
Separazione, che non è solo formale, di una reazione di ossido-riduzione in due a) Individuare gli elementi che variano il numero di ossidazione e le coppie
semi-reazioni, di ossidazione (perdita di elettroni) e di riduzione (acquisto di redox
elettroni:
b) Calcolare il numero di elettroni acquistati o ceduti dalle due coppie
c) Scrivere le due semireazioni bilanciando se necessario le cariche con H+
Semireazione di ossidazione: Sn2+ ' Sn4+ +2e- (reazioni in ambiente acido) o con OH- (reazioni in ambiente basico) e
aggiungendo molecole di H2O per il bilancio di H e O
Semireazione di riduzione: __2Fe3+ + 2e- ' 2Fe2+______
d) Sommare membro a membro le due semireazioni, semplificando se
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
necessario i termini simili
ESEMPI
Separazione, che non è solo formale, di una reazione di ossido-riduzione in due a) Individuare gli elementi che variano il numero di ossidazione e le coppie
semi-reazioni, di ossidazione (perdita di elettroni) e di riduzione (acquisto di redox
elettroni:
b) Calcolare il numero di elettroni acquistati o ceduti dalle due coppie
c) Scrivere le due semireazioni bilanciando se necessario le cariche con H+
Semireazione di ossidazione: Sn2+ ' Sn4+ +2e- (reazioni in ambiente acido) o con OH- (reazioni in ambiente basico) e
aggiungendo molecole di H2O per il bilancio di H e O
Semireazione di riduzione: __2Fe3+ + 2e- ' 2Fe2+______
d) Sommare membro a membro le due semireazioni, semplificando se
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
necessario i termini simili
ESEMPI
Una generica reazione redox può avvenire mescolando i due reagenti Processi in cui l'elettrodo non è solo un supporto per il trasferimento di elettroni,
(ossidante e riducente) in soluzione. Es: ma è coinvolto nella reazione. Es.: reazione:
Ox1 + Red2 ' Red1 + Ox2 Cu2+ + Zn(s) ' Cu(s) + Zn2+
La stessa reazione può avvenire scomponendola materialmente nelle due Cu2+ + 2e- ' Cu
semireazioni in modo che il trasferimento di elettroni avvenga non in soluzione
Zn ' Zn2+ +2e-
ma mediante un filo conduttore.
pila di VOLTA (1800)
Per una reazione in cui tutte le specie sono in soluzione gli elettrodi (anodo: Diagramma simbolico di una cella secondo le convenzioni IUPAC
dove avviene l’ossidazione; catodo: dove avviene la riduzione) sono
Es: per la reazione:
semplicemente delle barrette di metallo (Pt)
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
Es: per la reazione:
Pt(s)|Sn2+(aq),Sn4+(aq)||Fe3+(aq),Fe2+(aq)|Pt(s)
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
Ponte salino: (||)
Disegno CELLA
Nel caso di elettrodi che intervengono nel processo:
Zn(s)|Zn2+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s)
Ponte salino: tubo a U contenente un elettrolita bloccato in un gel vegetale
(agar agar)
Nel caso di gas
Analogamente si può schematizzare la cella per la reazione: Ce4+ + Fe2+ Pt(s)|H2(g)| H+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s)
Una generica reazione redox può avvenire mescolando i due reagenti Processi in cui l'elettrodo non è solo un supporto per il trasferimento di elettroni,
(ossidante e riducente) in soluzione. Es: ma è coinvolto nella reazione. Es.: reazione:
Ox1 + Red2 ' Red1 + Ox2 Cu2+ + Zn(s) ' Cu(s) + Zn2+
La stessa reazione può avvenire scomponendola materialmente nelle due Cu2+ + 2e- ' Cu
semireazioni in modo che il trasferimento di elettroni avvenga non in soluzione
Zn ' Zn2+ +2e-
ma mediante un filo conduttore.
pila di VOLTA (1800)
Per una reazione in cui tutte le specie sono in soluzione gli elettrodi (anodo: Diagramma simbolico di una cella secondo le convenzioni IUPAC
dove avviene l’ossidazione; catodo: dove avviene la riduzione) sono
Es: per la reazione:
semplicemente delle barrette di metallo (Pt)
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
Es: per la reazione:
Pt(s)|Sn2+(aq),Sn4+(aq)||Fe3+(aq),Fe2+(aq)|Pt(s)
2Fe3+ + Sn2+ ' 2Fe2+ + Sn4+
Ponte salino: (||)
Disegno CELLA
Nel caso di elettrodi che intervengono nel processo:
Zn(s)|Zn2+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s)
Ponte salino: tubo a U contenente un elettrolita bloccato in un gel vegetale
(agar agar)
Nel caso di gas
Analogamente si può schematizzare la cella per la reazione: Ce4+ + Fe2+ Pt(s)|H2(g)| H+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s)
Nella cella Zn(s)|Zn2+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s) gli elettroni vanno dall’elettrodo di zinco Lo semicella (elettrodo) normale ad idrogeno (Normal
(anodo) a quello di rame (catodo) Hydrogen Electrode, NHE): platino 'platinato', acido
forte 1 M, p(H2) = 1 Atm.
Se si costruisce una cella analoga utilizzando Ag e Cu gli elettroni vanno dal
rame all’argento, ossia:
Cu(s)|Cu2+(aq)||Ag+(aq)|Ag(s) 2H+ + 2e- ' H2
Condizioni Normali: la semicella contiene tutte le specie coinvolte nella Determinazione di E° di tutte le altre semi-reazioni/semicelle contro NHE.
semireazione Ox, Red, H+, a concentrazione 1 M; T = 25°C (nel caso in cui un
componente sia gassoso p = 1Atm)
Potenziale normale di una cella voltaica (o pila): ΔE° (ΔE misurato nelle
condizioni normali)
ΔE° = E°catodo- E°anodo
Nella cella Zn(s)|Zn2+(aq)||Cu2+(aq)|Cu(s) gli elettroni vanno dall’elettrodo di zinco Lo semicella (elettrodo) normale ad idrogeno (Normal
(anodo) a quello di rame (catodo) Hydrogen Electrode, NHE): platino 'platinato', acido
forte 1 M, p(H2) = 1 Atm.
Se si costruisce una cella analoga utilizzando Ag e Cu gli elettroni vanno dal
rame all’argento, ossia:
Cu(s)|Cu2+(aq)||Ag+(aq)|Ag(s) 2H+ + 2e- ' H2
Condizioni Normali: la semicella contiene tutte le specie coinvolte nella Determinazione di E° di tutte le altre semi-reazioni/semicelle contro NHE.
semireazione Ox, Red, H+, a concentrazione 1 M; T = 25°C (nel caso in cui un
componente sia gassoso p = 1Atm)
Potenziale normale di una cella voltaica (o pila): ΔE° (ΔE misurato nelle
condizioni normali)
ΔE° = E°catodo- E°anodo
(a) Fe3+ + e- ' Fe2+ (E° = 0.77 V); Fe2+ + 2e- ' Fe (E° = -0.45 V)
Fe3+ e Fe comproporzionano.
(c) Cu2+ + e- ' Cu+ (E° = 0.15 V); Cu+ + e- ' Cu (E° = 0.52 V)
Cu+ disproporziona.
(a) Fe3+ + e- ' Fe2+ (E° = 0.77 V); Fe2+ + 2e- ' Fe (E° = -0.45 V)
Fe3+ e Fe comproporzionano.
(c) Cu2+ + e- ' Cu+ (E° = 0.15 V); Cu+ + e- ' Cu (E° = 0.52 V)
Cu+ disproporziona.
21. ELETTROCHIMICA
Quando [Cu+] = 1M; [Cu2+] = 0.1M :
E = E° - 0.059 log1/0.1 = 0.153V – (0.030 log10)V = 0.123V
L’equilibrio è meno spostato a destra rispetto alle condizioni normali
Potenziale d'elettrodo e concentrazione. L'equazione di NERNST Potenziale d'elettrodo ed acidità della soluzione
Il potenziale normale, E°, rappresenta il potenziale di una semicella a condizioni Semireazioni in cui sia coinvolta la specie H+.
normali
2H+ + 2e- ' H2 E = E° - 0.059/2 logP(H2)/[H+]2 se P = 1Atm:
I potenziali di semicella (non in condizioni normali) dipendono dalla
E = 0V – 0.059/2 log 1/[H+]2 = 0.059log[H+] = – 0.059pH
concentrazione delle specie presenti nella semi-reazione e dalla temperatura.
Per una generica reazione coinvolgente H+:
Ox + ne- ' Red Ox + ne- + mH+ ' Red + m/2H2O
Equazione di NERNST: E = E° - (RT)/(nF)lnQ E = E° - (0.059/n)log[Red]/[Ox][H+]m
(R = costante dei gas = 8.31J/Kmol; T = temperatura (K)
n = numero di elettroni in gioco; F = costante di Faraday
= 9.65 x 104C/mol; Q = quoziente delle concentrazioni Esempi
della semi-reazione); H2O2+ 2e- + 2H+ ' 2H2O
a 25°C diventa: E = E° - 0.059/2 log(1/[H2O2][H+]2) = 1.77 + 0.059/2 log[H2O2] + 0.059 log[H+]
E = E° - (0.05916/n)log([Red]/[Ox]) Se [H2O2] = 1M : E = E° - 0.059pH
Walther Nernst, 1864-1941 il potenziale di riduzione (il potere ossidante) decresce linearmente col pH, con
Per la semireazione: Cu2+ + e- ' Cu+ Nobel per la Chimica 1920 pendenza (m/n)59 mV pH-1 (m = coefficiente degli ioni H+ nella semi-reazione).
21. ELETTROCHIMICA
Quando [Cu+] = 1M; [Cu2+] = 0.1M :
E = E° - 0.059 log1/0.1 = 0.153V – (0.030 log10)V = 0.123V
L’equilibrio è meno spostato a destra rispetto alle condizioni normali
Potenziale d'elettrodo e concentrazione. L'equazione di NERNST Potenziale d'elettrodo ed acidità della soluzione
Il potenziale normale, E°, rappresenta il potenziale di una semicella a condizioni Semireazioni in cui sia coinvolta la specie H+.
normali
2H+ + 2e- ' H2 E = E° - 0.059/2 logP(H2)/[H+]2 se P = 1Atm:
I potenziali di semicella (non in condizioni normali) dipendono dalla
E = 0V – 0.059/2 log 1/[H+]2 = 0.059log[H+] = – 0.059pH
concentrazione delle specie presenti nella semi-reazione e dalla temperatura.
Per una generica reazione coinvolgente H+:
Ox + ne- ' Red Ox + ne- + mH+ ' Red + m/2H2O
Equazione di NERNST: E = E° - (RT)/(nF)lnQ E = E° - (0.059/n)log[Red]/[Ox][H+]m
(R = costante dei gas = 8.31J/Kmol; T = temperatura (K)
n = numero di elettroni in gioco; F = costante di Faraday
= 9.65 x 104C/mol; Q = quoziente delle concentrazioni Esempi
della semi-reazione); H2O2+ 2e- + 2H+ ' 2H2O
a 25°C diventa: E = E° - 0.059/2 log(1/[H2O2][H+]2) = 1.77 + 0.059/2 log[H2O2] + 0.059 log[H+]
E = E° - (0.05916/n)log([Red]/[Ox]) Se [H2O2] = 1M : E = E° - 0.059pH
Walther Nernst, 1864-1941 il potenziale di riduzione (il potere ossidante) decresce linearmente col pH, con
Per la semireazione: Cu2+ + e- ' Cu+ Nobel per la Chimica 1920 pendenza (m/n)59 mV pH-1 (m = coefficiente degli ioni H+ nella semi-reazione).
MnO4- + 5e- + 8H+ ' Mn2+ + 4H2O Variazione del potenziale normale di riduzione in presenza di un complesso
metallico. Es.:
E = E° - 0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8)
Au+ + e- ' Au E° = 1.68 V
Se [Mn2+] = [MnO4-] = 1M : E = E° + 0.059/5 log[H+]8 = E° - 8/5(0.059)pH
In presenza di ione cianuro si forma un complesso:
Au+ + 2CN- ' [Au(CN)2]- Kf = [[Au(CN)2]- ]/[Au+] [CN-]2 = 1039
NO3-, H+/NO
calcolo del potenziale associato alla semi-reazione:
Il potenziale di riduzione (il potere ossidante) decresce linearmente col pH, con [Au(CN)2]- + e- ' Au + 2CN- E° = - 0.27 V
pendenza -(m/n)59 mV (m = coefficiente degli ioni H+ nella semi-reazione; (ossidazione dell'oro da parte del diossigeno in soluzione di cianuro).
n = numero di elettroni scambiati).
L'acqua come ossidante: 2H+ + 2e- ' H2 (oppure 2H2O + 2e- ' H2 + 2OH-)
E = 0.00 - 0.059pH.
MnO4- + 5e- + 8H+ ' Mn2+ + 4H2O Variazione del potenziale normale di riduzione in presenza di un complesso
metallico. Es.:
E = E° - 0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8)
Au+ + e- ' Au E° = 1.68 V
Se [Mn2+] = [MnO4-] = 1M : E = E° + 0.059/5 log[H+]8 = E° - 8/5(0.059)pH
In presenza di ione cianuro si forma un complesso:
Au+ + 2CN- ' [Au(CN)2]- Kf = [[Au(CN)2]- ]/[Au+] [CN-]2 = 1039
NO3-, H+/NO
calcolo del potenziale associato alla semi-reazione:
Il potenziale di riduzione (il potere ossidante) decresce linearmente col pH, con [Au(CN)2]- + e- ' Au + 2CN- E° = - 0.27 V
pendenza -(m/n)59 mV (m = coefficiente degli ioni H+ nella semi-reazione; (ossidazione dell'oro da parte del diossigeno in soluzione di cianuro).
n = numero di elettroni scambiati).
L'acqua come ossidante: 2H+ + 2e- ' H2 (oppure 2H2O + 2e- ' H2 + 2OH-)
E = 0.00 - 0.059pH.
La costante di equilibrio di una reazione redox può essere determinata dal valore Generazione di una ddp per opposizione di due semicelle della stessa natura,
di ΔE° della cella corrispondente. ma di differente concentrazione.
Es. MnO4- + 5Fe2+ + 8H+ ' Mn2+ + 5Fe2+ + 4H2O Es.: Cu|Cu2+(0.1M)||Cu2+(1M)|Cu; ΔE = 29.5 mV.
E(MnO4-/Mn2+) = E°-0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) stessa semireazione possibile per entrambe le semicelle:
E(Fe3+/Fe2+) = E° - 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) Cu2+ + 2e- ' Cu E0 = 0.34V
ΔE = E(cat) – E(an) = E°(MnO4-/Mn2+) -0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) EAn = E° - 0.059/2 log(1/0.1) = E° - 0.0295
-E°(Fe3+/Fe2+) + 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) ECat = E° - 0.059/2 log1 = E°
ΔE = ECat – EAn = E° – E° + 0.0295 = 29.5 mV
Quando la cella smette di funzionare (non passa più corrente perchè le specie
nelle due semicelle hanno raggiunto uno stato di equilibrio): ΔE = 0
E°(MnO4-/Mn2+)-0.059/5log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) = E°(Fe3+/Fe2+)-0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) Nelle celle a concentrazione la riduzione avviene nella semicella a
concentrazione maggiore (catodo), l’ossidazione in quella a concentrazione
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) - 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) minore
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5 log([Mn2+][Fe3+]5/[MnO4-] [Fe2+]5[H+]8) Applicazioni analitiche: determinazione della concentrazione di una specie
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5 logK redox attiva (es. Cu2+) dal potenziale d'elettrodo associato alla sua semi-
reazione. Disegno dell'esperimento per la misura potenziometrica della
logK = (1.51-0.77)5⁄0.059 = 62.6 !!! (reazione completamente spostata a dx) concentrazione, C: semicella (elettrodo) di misura, E = f(C), e semicella
(elettrodo) di riferimento, E = cost.
Per una generica reazione redox: Il principio delle celle a concentrazione viene
utilizzato per misurare la concentrazione di ioni
Ox1 + Red2 ' Red1 + Ox2
H +.
ΔE° = (0.059 ⁄n) logK o, più in generale:
Elettrodo a vetro: semicella costituita da un
ΔE° = (RT⁄nF)lnK bulbo di vetro permeabile (agli ioni H+)
contenente una soluzione a [H+] nota e costante
(tampone) e da un elettrodo. Quando è immerso
E’ possibile inoltre dimostrare che per processi all’equilibrio: in una soluzione a [H+] ignota il suo potenziale
sarà:
ΔG° = - nFΔE° ΔG° = - RTlnK
E = A – 0.059pH (A è una costante caratteristica
legata ai materiali, alla concentrazione di H+ nel
Riassumendo, per una reazione redox: bulbo, etc)
Per la misura si immerge nella soluzione a pH
Reazione diretta ΔG° K ΔE°
ignoto e si collega ad un elettrodo di riferimento
favorita negativo >1 positivo (potenziale noto e costante):
equilibrio 0 1 0 ΔE = Eref – A + 0.059pH da cui si risale al pH
sfavorita positivo <1 negativo
Elettrodi a membrana
Potenziali d'elettrodo e costante di equilibrio Pile a concentrazione
La costante di equilibrio di una reazione redox può essere determinata dal valore Generazione di una ddp per opposizione di due semicelle della stessa natura,
di ΔE° della cella corrispondente. ma di differente concentrazione.
Es. MnO4- + 5Fe2+ + 8H+ ' Mn2+ + 5Fe2+ + 4H2O Es.: Cu|Cu2+(0.1M)||Cu2+(1M)|Cu; ΔE = 29.5 mV.
E(MnO4-/Mn2+) = E°-0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) stessa semireazione possibile per entrambe le semicelle:
E(Fe3+/Fe2+) = E° - 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) Cu2+ + 2e- ' Cu E0 = 0.34V
ΔE = E(cat) – E(an) = E°(MnO4-/Mn2+) -0.059/5 log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) EAn = E° - 0.059/2 log(1/0.1) = E° - 0.0295
-E°(Fe3+/Fe2+) + 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) ECat = E° - 0.059/2 log1 = E°
ΔE = ECat – EAn = E° – E° + 0.0295 = 29.5 mV
Quando la cella smette di funzionare (non passa più corrente perchè le specie
nelle due semicelle hanno raggiunto uno stato di equilibrio): ΔE = 0
E°(MnO4-/Mn2+)-0.059/5log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) = E°(Fe3+/Fe2+)-0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) Nelle celle a concentrazione la riduzione avviene nella semicella a
concentrazione maggiore (catodo), l’ossidazione in quella a concentrazione
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5log([Mn2+]/[MnO4-][H+]8) - 0.059 log([Fe2+]/[Fe3+]) minore
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5 log([Mn2+][Fe3+]5/[MnO4-] [Fe2+]5[H+]8) Applicazioni analitiche: determinazione della concentrazione di una specie
E°(MnO4-/Mn2+)-E°(Fe3+/Fe2+) = 0.059/5 logK redox attiva (es. Cu2+) dal potenziale d'elettrodo associato alla sua semi-
reazione. Disegno dell'esperimento per la misura potenziometrica della
logK = (1.51-0.77)5⁄0.059 = 62.6 !!! (reazione completamente spostata a dx) concentrazione, C: semicella (elettrodo) di misura, E = f(C), e semicella
(elettrodo) di riferimento, E = cost.
Per una generica reazione redox: Il principio delle celle a concentrazione viene
utilizzato per misurare la concentrazione di ioni
Ox1 + Red2 ' Red1 + Ox2
H +.
ΔE° = (0.059 ⁄n) logK o, più in generale:
Elettrodo a vetro: semicella costituita da un
ΔE° = (RT⁄nF)lnK bulbo di vetro permeabile (agli ioni H+)
contenente una soluzione a [H+] nota e costante
(tampone) e da un elettrodo. Quando è immerso
E’ possibile inoltre dimostrare che per processi all’equilibrio: in una soluzione a [H+] ignota il suo potenziale
sarà:
ΔG° = - nFΔE° ΔG° = - RTlnK
E = A – 0.059pH (A è una costante caratteristica
legata ai materiali, alla concentrazione di H+ nel
Riassumendo, per una reazione redox: bulbo, etc)
Per la misura si immerge nella soluzione a pH
Reazione diretta ΔG° K ΔE°
ignoto e si collega ad un elettrodo di riferimento
favorita negativo >1 positivo (potenziale noto e costante):
equilibrio 0 1 0 ΔE = Eref – A + 0.059pH da cui si risale al pH
sfavorita positivo <1 negativo
Elettrodi a membrana
Misura potenziometrica del pH Pila a secco o LeClanchè
Definizione di pH ⇒ definizione dell'esperimento di misura del pH ⇒ pHmetro Cella voltaica inventata da george LeClanchè nel 1866
(leggi piaccàmetro) = pila a concentrazione a idrogeno
Cella contenente una pasta costituita da NH4Cl, ZnCl2 e MnO2
Intervallo di riproducibilità dell'esperimento: pH = 2÷12 (solo in questo intervallo
Anodo: Zinco (involucro della cella), semireazione Zn ' Zn2+ + 2e-
pH ≅ -log[H+]).
Catodo: Grafite (al centro della cella), semireazione 2NH4+ + 2e- ' 2NH3 + H2
Elettrodo di misura: l'elettrodo a vetro (Ag/AgCl/soluzione di acido
forte / membrana di vetro), risposta nernstiana rispetto a [H+] (= dipendenza Per evitare l’accumulo di idrogeno gassoso:
lineare del potenziale rispetto al pH)
2MnO2 + H2 ' Mn2O3 + H2O
Taratura dell'elettrodo a vetro con soluzioni a pH noto.
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.6V):
Zn + 2MnO2 + 2NH4+ ' Zn2+ + Mn2O3 + H2O + 2NH3
NH3 si combina con gli ioni Zn2+:
Zn2+ + 4NH3 ' [Zn(NH3)4]2+
Caratteristiche: il potenziale di
cella è più stabile perchè non si
formano composti gassosi e non
ci sono fenomeni di corrosione.
Misura potenziometrica del pH Pila a secco o LeClanchè
Definizione di pH ⇒ definizione dell'esperimento di misura del pH ⇒ pHmetro Cella voltaica inventata da george LeClanchè nel 1866
(leggi piaccàmetro) = pila a concentrazione a idrogeno
Cella contenente una pasta costituita da NH4Cl, ZnCl2 e MnO2
Intervallo di riproducibilità dell'esperimento: pH = 2÷12 (solo in questo intervallo
Anodo: Zinco (involucro della cella), semireazione Zn ' Zn2+ + 2e-
pH ≅ -log[H+]).
Catodo: Grafite (al centro della cella), semireazione 2NH4+ + 2e- ' 2NH3 + H2
Elettrodo di misura: l'elettrodo a vetro (Ag/AgCl/soluzione di acido
forte / membrana di vetro), risposta nernstiana rispetto a [H+] (= dipendenza Per evitare l’accumulo di idrogeno gassoso:
lineare del potenziale rispetto al pH)
2MnO2 + H2 ' Mn2O3 + H2O
Taratura dell'elettrodo a vetro con soluzioni a pH noto.
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.6V):
Zn + 2MnO2 + 2NH4+ ' Zn2+ + Mn2O3 + H2O + 2NH3
NH3 si combina con gli ioni Zn2+:
Zn2+ + 4NH3 ' [Zn(NH3)4]2+
Caratteristiche: il potenziale di
cella è più stabile perchè non si
formano composti gassosi e non
ci sono fenomeni di corrosione.
Pila alcalina o Ruben-Mallory (a “bottone”) Pila al litio-iodio (elettrolita solido)
Cella di piccole dimensioni e di lunga durata (pacemaker) costituita da un disco
Pila di piccole dimensioni (orologi, piccoli apparecchi) costituita da: di litio e da un disco di iodio impastato a grafite, separati da uno strato di LiI.
Anodo: dischetto di zinco in polvere compressa a contatto con KOH, I componenti sono contenuti in un cilindro a tenuta d’aria per evitare l’effetto
semireazione: Zn + 2OH- ' Zn(OH)2 + 2e- dell’ossigeno sul litio.
Catodo: pasta compressa costituita da C (grafite), Hg e HgO, semireazione: Anodo: dischetto di Li, semireazione: 2Li ' 2Li+ + 2e-
HgO + H2O + 2e- ' Hg + 2OH- Catodo: pasta costituita da C (grafite) e I2, semireazione: I2 + 2e- ' 2I-
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.35V): Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 2.8V):
Anodo: dischetto di zinco in polvere compressa a contatto con KOH, I componenti sono contenuti in un cilindro a tenuta d’aria per evitare l’effetto
semireazione: Zn + 2OH- ' Zn(OH)2 + 2e- dell’ossigeno sul litio.
Catodo: pasta compressa costituita da C (grafite), Hg e HgO, semireazione: Anodo: dischetto di Li, semireazione: 2Li ' 2Li+ + 2e-
HgO + H2O + 2e- ' Hg + 2OH- Catodo: pasta costituita da C (grafite) e I2, semireazione: I2 + 2e- ' 2I-
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.35V): Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 2.8V):
La cella voltaica “a piombo” ha un ΔE di circa 2.2V anche se mediamente Cella analoga a quella Ferro/Nichel
durante il funzionamento darantisce una ddp di circa 2.0V. Anodo: Cd, semireazione: Cd + 2OH- ' Cd(OH)2 + 2e-
Per gli autoveicoli si utilizzano batterie costituite da 6 celle collegate in serie Catodo:, NiO(OH) , semireazione: 2NiO(OH) + 2H2O + 2e- ' 2Ni(OH)2 + 2OH-
che forniscono una ddp di circa 12V (oppure da 12 celle per le batterie da
24V).
Caratteristiche degli accumulatori: Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.2V) :
- Segnalazione dello stato di carica della batteria: durante il funzionamento si Cd + 2NiO(OH) + 2H2O ' Cd(OH)2 + 2Ni(OH)2
consuma acido solforico e si produce acqua (vedi reazione); diminuzione della
densità della soluzione acida.
Batterie solitamente usate in piccoli
- Vita limitata della batteria: nei processi di scarica e ricarica la superfice degli apparecchi (es. telefoni portatili). Rispetto
elettrodi viene modificata (es al catodo PbO2 si trasforma in PbSO4 e alle batterie Ferro/Nichel si scaricano più
viceversa; a tempi lunghi granuli di questi materiali si staccano accumulandosi lentamente se non utilizzate.
progressivamente sul fondo.
Problemi di smaltimento: il Cd è molto
- Formazione di gas negli (elementi): una ricarica utilizzando una ddp maggiore tossico.
di 2.2V favorisce anche reazioni di riduzione e ossidazione dell’acqua agli
elettrodi con formazione di H2 e O2 ; la formazione dei gas agli elettrodi Tendono ad essere sostituite da altre celle
favorisce il disgregamento degli stessi ed accorcia la vita della batteria. che non contengono Cd (ed
Nichel/metalloidruro)
Anodo: C, semireazione:
Catodo:, Ni(OH)3 , semireazione: 2Ni(OH)3 + 2e- ' 2Ni(OH)2 + 2OH- 2H2 + 4OH-' 4H2O + 4e-
Catodo: C, semireazione:
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.2V) : O2 + 2H2O + 4e- ' 4OH-
Fe + 2Ni(OH)3 ' Fe(OH)2 + 2Ni(OH)2 Reazione complessiva di scarica:
2H2 + O2 ' 2H2O
Accumulatore più solido e maneggevole di quello a Pb. Può essere ricaricato
rapidamente ma è superato da altri accumulatori più moderni.
Accumulatore a piombo e batterie per autoveicoli Pile reversibili: accumulatore alcalino al Cadmio/Nichel
La cella voltaica “a piombo” ha un ΔE di circa 2.2V anche se mediamente Cella analoga a quella Ferro/Nichel
durante il funzionamento darantisce una ddp di circa 2.0V. Anodo: Cd, semireazione: Cd + 2OH- ' Cd(OH)2 + 2e-
Per gli autoveicoli si utilizzano batterie costituite da 6 celle collegate in serie Catodo:, NiO(OH) , semireazione: 2NiO(OH) + 2H2O + 2e- ' 2Ni(OH)2 + 2OH-
che forniscono una ddp di circa 12V (oppure da 12 celle per le batterie da
24V).
Caratteristiche degli accumulatori: Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.2V) :
- Segnalazione dello stato di carica della batteria: durante il funzionamento si Cd + 2NiO(OH) + 2H2O ' Cd(OH)2 + 2Ni(OH)2
consuma acido solforico e si produce acqua (vedi reazione); diminuzione della
densità della soluzione acida.
Batterie solitamente usate in piccoli
- Vita limitata della batteria: nei processi di scarica e ricarica la superfice degli apparecchi (es. telefoni portatili). Rispetto
elettrodi viene modificata (es al catodo PbO2 si trasforma in PbSO4 e alle batterie Ferro/Nichel si scaricano più
viceversa; a tempi lunghi granuli di questi materiali si staccano accumulandosi lentamente se non utilizzate.
progressivamente sul fondo.
Problemi di smaltimento: il Cd è molto
- Formazione di gas negli (elementi): una ricarica utilizzando una ddp maggiore tossico.
di 2.2V favorisce anche reazioni di riduzione e ossidazione dell’acqua agli
elettrodi con formazione di H2 e O2 ; la formazione dei gas agli elettrodi Tendono ad essere sostituite da altre celle
favorisce il disgregamento degli stessi ed accorcia la vita della batteria. che non contengono Cd (ed
Nichel/metalloidruro)
Anodo: C, semireazione:
Catodo:, Ni(OH)3 , semireazione: 2Ni(OH)3 + 2e- ' 2Ni(OH)2 + 2OH- 2H2 + 4OH-' 4H2O + 4e-
Catodo: C, semireazione:
Reazione complessiva di scarica (ΔE ≈ 1.2V) : O2 + 2H2O + 4e- ' 4OH-
Fe + 2Ni(OH)3 ' Fe(OH)2 + 2Ni(OH)2 Reazione complessiva di scarica:
2H2 + O2 ' 2H2O
Accumulatore più solido e maneggevole di quello a Pb. Può essere ricaricato
rapidamente ma è superato da altri accumulatori più moderni.
Pile a combustibile: applicazioni Protezione dei materiali ferrosi dalla corrosione
Pile a combustibile di uso pratico sono state sviluppate dapprima per applicazioni Protezione mediante film protettivi che riducano il contatto con l’acqua (vernici)
nelle missioni spaziali (Gemini, Apollo, Space Shuttle).
Copertura uniforme della superficie di ferro con un metallo più “nobile” (es.
Anodo e catodo sono separati da una membrana che consente ai protoni prodotti stagno nel caso delle “latte”). Eventuali imperfezioni nella copertura determinano
all’anodo di reagire con gli ioni idrossido prodotti al catodo. fenomeni di corrosione localizzata alla superficie di ferro esposta.
Anodo: 2H2 ' 4H+ + 4e- Catodo: O2 + 2H2O + 4e- ' 4OH- Copertura con un metallo più facilmente ossidabile. Copertura, anche incompleta
con Zn (E° = - 0.76 V), che si comporta da 'anodo solubile‘. Il ferro si comporta
Reazione complessiva: 2H2 + O2 ' 2H2O
da catodo per la riduzione dell’ossigeno.
Es. Ferro zincato, filo di ferro.
ddp = 0.9V
Utilizzo di “anodi sacrificali”. Metodo analogo alla zincatura ma utilizzato per
T = 70-140°C grossi manufatti quali tubature interrate o chiglie delle navi che vengono collegati
a metalli più facilmente ossidabili (es. Mg) e possibilmente meno costosi (rottami
L’acqua che si forma è
di ferro).
utilizzata dagli astronauti
Applicazioni in altri
campi: es. autoveicoli
La quantità di sostanza prodotta ad ogni elettrodo è direttamente proporzionale La Chimica Inorganica tradizionalmente studia le proprietà degli elementi e dei
alla quantità di carica passata attraverso la cella. (Legge di Faraday) loro composti.
Per ciascun elemento si considerano: presenza in natura, preparazione, reazioni
Il Faraday (F): quantità di carica elettrica associata a 1 mol di elettroni (→ caratteristiche, composti formati (es. con ossigeno e con idrogeno) loro proprietà
96 485 C). ed utilizzi.
Si considerano solitamente gli elementi dello stesso gruppo esaminando
similitudini e differenze nelle caratteristiche.
Es
Gruppo 1: metalli alcalini
Gruppo 2: metalli alcalino-terrosi
Gruppo 13: Boro, Alluminio, etc
Gruppo 14: (Carbonio), Silicio, etc
etc
La quantità di sostanza prodotta ad ogni elettrodo è direttamente proporzionale La Chimica Inorganica tradizionalmente studia le proprietà degli elementi e dei
alla quantità di carica passata attraverso la cella. (Legge di Faraday) loro composti.
Per ciascun elemento si considerano: presenza in natura, preparazione, reazioni
Il Faraday (F): quantità di carica elettrica associata a 1 mol di elettroni (→ caratteristiche, composti formati (es. con ossigeno e con idrogeno) loro proprietà
96 485 C). ed utilizzi.
Si considerano solitamente gli elementi dello stesso gruppo esaminando
similitudini e differenze nelle caratteristiche.
Es
Gruppo 1: metalli alcalini
Gruppo 2: metalli alcalino-terrosi
Gruppo 13: Boro, Alluminio, etc
Gruppo 14: (Carbonio), Silicio, etc
etc
Configurazione elettronica: ns2np2. Carburi. Carburi ionici. C4-, metanuro, Be2C, Al4C3; C22-, acetiluro, |C≡C|, CaC2;
reazioni con H2O → CH4, C2H2.
Differenze tra il primo elemento del gruppo ed i congeneri:
Alogenuri e ossoalogenuri. CF4, gas; CCl4, liquido, p.eb. 76°C, classico
1. solo C dà legami pπ-pπ: (i) solo C possiede la forma 'grafite', Si e gli altri solo
solvente apolare; CBr4 e CI4, solidi. COCl2, cloruro di carbonile (o fosgene), sp2,
la forma 'diamante'; (ii) CO2, gas fatto di molecole discrete, SiO2 e GeO2,
>C=O, legame π localizzato, gas tossico.
polimeri a ponti di ossigeno, ibridazione sp3; (iii) catenazione degli idruri di C e
Si, es C2H6 e Si2H6, ma solo C dà composti insaturi (H2C=CH2, etilene, Ossidi
ibridazione sp2, e HC≡CH, acetilene, ibridazione sp).
CO, ossido di carbonio, formula di struttura, ⏐C≡O⏐, carica formale negativa sul
2. Si e congeneri possono impiegare gli orbitali d: (i) ibridazione sp3d2, es. SiF62-; carbonio, stato di ossidazione di C (+2); schema MO; gas tossico.
3. Scendendo nel gruppo, si manifestano e si accentuano le proprietà metalliche: Sintesi industriale: reazione del "gas d'acqua": C(s) + H2O(g) → H2 + CO; si forma
(i) stato elementare: C, grafite e diamante; Si e Ge, solo forma diamante; Sn: dalla combustione di C o composti carboniosi in difetto di ossigeno: C + 1/2O2 →
forma diamante (Sn α, grigio) e forma metallica (Sn β, bianco); Pb, metallo, CO.
struttura cubica compatta; (ii) scendendo nel gruppo si stabilizza lo stato di
CO2, diossido di carbonio, anidride carbonica, rappresentazione di risonanza,
ossidazione +2: SnII, PbII.
ibridazione sp del carbonio. Sintesi industriale: sottoprodotto della
decomposizione termica della calcite: CaCO3(s) ' CaO(s) + CO2(g).
Configurazione elettronica: ns2np2. Carburi. Carburi ionici. C4-, metanuro, Be2C, Al4C3; C22-, acetiluro, |C≡C|, CaC2;
reazioni con H2O → CH4, C2H2.
Differenze tra il primo elemento del gruppo ed i congeneri:
Alogenuri e ossoalogenuri. CF4, gas; CCl4, liquido, p.eb. 76°C, classico
1. solo C dà legami pπ-pπ: (i) solo C possiede la forma 'grafite', Si e gli altri solo
solvente apolare; CBr4 e CI4, solidi. COCl2, cloruro di carbonile (o fosgene), sp2,
la forma 'diamante'; (ii) CO2, gas fatto di molecole discrete, SiO2 e GeO2,
>C=O, legame π localizzato, gas tossico.
polimeri a ponti di ossigeno, ibridazione sp3; (iii) catenazione degli idruri di C e
Si, es C2H6 e Si2H6, ma solo C dà composti insaturi (H2C=CH2, etilene, Ossidi
ibridazione sp2, e HC≡CH, acetilene, ibridazione sp).
CO, ossido di carbonio, formula di struttura, ⏐C≡O⏐, carica formale negativa sul
2. Si e congeneri possono impiegare gli orbitali d: (i) ibridazione sp3d2, es. SiF62-; carbonio, stato di ossidazione di C (+2); schema MO; gas tossico.
3. Scendendo nel gruppo, si manifestano e si accentuano le proprietà metalliche: Sintesi industriale: reazione del "gas d'acqua": C(s) + H2O(g) → H2 + CO; si forma
(i) stato elementare: C, grafite e diamante; Si e Ge, solo forma diamante; Sn: dalla combustione di C o composti carboniosi in difetto di ossigeno: C + 1/2O2 →
forma diamante (Sn α, grigio) e forma metallica (Sn β, bianco); Pb, metallo, CO.
struttura cubica compatta; (ii) scendendo nel gruppo si stabilizza lo stato di
CO2, diossido di carbonio, anidride carbonica, rappresentazione di risonanza,
ossidazione +2: SnII, PbII.
ibridazione sp del carbonio. Sintesi industriale: sottoprodotto della
decomposizione termica della calcite: CaCO3(s) ' CaO(s) + CO2(g).
"La caratteristica pressochè unica del carbonio di dare lunghe catene è alla base
dello sviluppo di una intera branca della chimica dedicata essenzialmente ad un
solo elemento.“
Gli elementi dello stesso gruppo del C (specialmente Si) tendono a dare lo stesso
fenomeno sia pure in misura molto ridotta
Silicio Il vetro
Si: [Ne]4s24p2. Il silicio ha nove isotopi, con peso atomico che varia tra 25 e 33. Il In senso fisico il vetro è un materiale solido amorfo, solitamente prodottosi
28Si (l'isotopo più abbondante, con il 92.23%), il 29Si (4.67%), e il 30Si (3.1%) sono
quando un materiale viscoso viene solidificato rapidamente, in modo tale che non
stabili. abbia il tempo di formare una regolare struttura cristallina. Un esempio si ha
Il silicio costituisce il 28% della crosta terrestre (silice e silicati). versando dello zucchero fuso su una superficie fredda.
Estrazione: SiO2 + 2C → Si + 2CO.
Il vetro di uso comune è costituito da silicati non cristallini (struttura amorfa).
L'uso del silicio nell’elettronica richiede una purezza più elevata di quella fornita dal
Questo materiale non fonde ad una precisa temperatura ma è caratterizzato da
silicio di grado metallurgico. Storicamente sono stati usati un numero di metodi
una “temperatura di transizione vetrosa”, Tg.
diversi per produrre silicio ad alta purezza
Il vetro si ottiene dalla fusione di silice in presenza di altri materiali come Na2CO3
Purificazione:
e CaCO3 (che abbassano il punto di fusione e “stabilizzano la struttura risultante)
- raffinamento a zona, zone refining che ad alta temperatura si trasformano nei rispettivi ossidi.
- Si +2Cl2 → SiCl4 (liquido purificabile per distillazione, P.Eb. 57°C) Vedi la leggenda sulla scoperta del vetro
- SiCl4 + 2Zn → Si + 2ZnCl2 (950°C , processo DuPont)
- 2HSiCl3 → Si + 2HCl + SiCl4 (1150°C, processo Siemens)
Il silicio prodotto da processi simili ha un livello
di impurità pari a 1 parte per miliardo o inferiore.
Struttura tipo diamante.
Composti del Carbonio (II) Composti del Silicio. Silice
SiO2, diossido di silìcio (sìlice): solido covalente, unità tetraedriche SiO4 con
Tendenza del carbonio alla concatenazione ⇒ Chimica Organica.
ponti a ossigeno.
"La caratteristica pressochè unica del carbonio di dare lunghe catene è alla base
dello sviluppo di una intera branca della chimica dedicata essenzialmente ad un
solo elemento.“
Gli elementi dello stesso gruppo del C (specialmente Si) tendono a dare lo stesso
fenomeno sia pure in misura molto ridotta
Silicio Il vetro
Si: [Ne]4s24p2. Il silicio ha nove isotopi, con peso atomico che varia tra 25 e 33. Il In senso fisico il vetro è un materiale solido amorfo, solitamente prodottosi
28Si (l'isotopo più abbondante, con il 92.23%), il 29Si (4.67%), e il 30Si (3.1%) sono
quando un materiale viscoso viene solidificato rapidamente, in modo tale che non
stabili. abbia il tempo di formare una regolare struttura cristallina. Un esempio si ha
Il silicio costituisce il 28% della crosta terrestre (silice e silicati). versando dello zucchero fuso su una superficie fredda.
Estrazione: SiO2 + 2C → Si + 2CO.
Il vetro di uso comune è costituito da silicati non cristallini (struttura amorfa).
L'uso del silicio nell’elettronica richiede una purezza più elevata di quella fornita dal
Questo materiale non fonde ad una precisa temperatura ma è caratterizzato da
silicio di grado metallurgico. Storicamente sono stati usati un numero di metodi
una “temperatura di transizione vetrosa”, Tg.
diversi per produrre silicio ad alta purezza
Il vetro si ottiene dalla fusione di silice in presenza di altri materiali come Na2CO3
Purificazione:
e CaCO3 (che abbassano il punto di fusione e “stabilizzano la struttura risultante)
- raffinamento a zona, zone refining che ad alta temperatura si trasformano nei rispettivi ossidi.
- Si +2Cl2 → SiCl4 (liquido purificabile per distillazione, P.Eb. 57°C) Vedi la leggenda sulla scoperta del vetro
- SiCl4 + 2Zn → Si + 2ZnCl2 (950°C , processo DuPont)
- 2HSiCl3 → Si + 2HCl + SiCl4 (1150°C, processo Siemens)
Il silicio prodotto da processi simili ha un livello
di impurità pari a 1 parte per miliardo o inferiore.
Struttura tipo diamante.
Il vetro (II) Silicati ciclici
A seconda della natura e dalle proporzioni degli ossidi utilizzati (SiO2, B2O3,
alcalini e alcalino-terrosi) si ottengono vetri con caratteristiche diverse Silicati ciclici o metasilicati: (SiO3)n2n-
I vetri silicatici sono strutturalmente costituiti da un reticolo nel quale atomi di Esempi: berillo, smeraldo Be3Al2(Si6O18)
silicio e di ossigeno sono legati tra loro da forti legami chimici covalenti. Altri
elementi interrompono la continuità del reticolo (per questo sono detti
modificatori) creando legami di tipo ionico.
Anfiboli: silicati a catena doppia; formula generale più comune (Si4O11)n6n-. Esempi:
Disilicati o pirosilicati: Si2O76-: asbesto, amianto
Anfiboli: silicati a catena doppia; formula generale più comune (Si4O11)n6n-. Esempi:
Disilicati o pirosilicati: Si2O76-: asbesto, amianto
Ortoclasio, KAlSi3O8
Altri componenti delle argille in quantità variabili sono quarzo, mica (sabbia), ossidi di
ferro, carbonato di calcio, gesso.
Gli ossidi di ferro impartiscono le classiche colorazioni delle argille: giallo-rosso Fe2O3,
grigio-verde, FeO.
Le argille costituite da caolino molto puro sono praticamente bianche.
Il termine Caolino deriva dal cinese “kao-ling” che significa cima alta delle montagne. In origine
era il nome della montagna da cui si estraeva il materiale.
Il Caolino fu introdotto in Europa dal prete gesuita d’Entrecolles che si era recato in Cina nel
Talco della Val Germanasca con cristalli di
XVIII secolo per scoprire i segreti della fabbricazione della porcellana.
pirite
Silicati lineari. Pericolosità Silicati tridimensionali
Se il reticolo non contiene ioni metallici si ottiene il quarzo; generalmente
Anfiboli e pirosseni si scindono facilmente formando fibre (minerali fibrosi). Problemi alluminosilicati; la sostituzione di una parte degli atomi di silicio con
sanitari. alluminio comporta la formazione di un reticolo tridimensionale (es. con
formula minima AlSi3O8-) infinito in cui trovano posto cationi metallici quali
Na+, K+, Ca2+, Ba2+.
Esempio: feldspati (ortoclasi e plagioclasi).
Ortoclasio, KAlSi3O8
Altri componenti delle argille in quantità variabili sono quarzo, mica (sabbia), ossidi di
ferro, carbonato di calcio, gesso.
Gli ossidi di ferro impartiscono le classiche colorazioni delle argille: giallo-rosso Fe2O3,
grigio-verde, FeO.
Le argille costituite da caolino molto puro sono praticamente bianche.
Il termine Caolino deriva dal cinese “kao-ling” che significa cima alta delle montagne. In origine
era il nome della montagna da cui si estraeva il materiale.
Il Caolino fu introdotto in Europa dal prete gesuita d’Entrecolles che si era recato in Cina nel
Talco della Val Germanasca con cristalli di
XVIII secolo per scoprire i segreti della fabbricazione della porcellana.
pirite
Le argille (II)
Alcuni particolari tipi di argilla sono in grado di trattenere anche ioni positivi (es.
zeoliti) e trovano diverse applicazioni (es. addolcimento di acque).
NH4OCN → NH2CONH2
Alcuni particolari tipi di argilla sono in grado di trattenere anche ioni positivi (es.
zeoliti) e trovano diverse applicazioni (es. addolcimento di acque).
NH4OCN → NH2CONH2
I composti che costituiscono gli organismi viventi e su cui è basata la vita stessa C3H8 propano
sono a base di carbonio. C4H10 butano
Alifatici Aromatici
I composti che costituiscono gli organismi viventi e su cui è basata la vita stessa C3H8 propano
sono a base di carbonio. C4H10 butano
Alifatici Aromatici
3) nominare le ramificazioni in modo analogo alla catena da sinistra a destra: 2,2,4 --> ok
principale, sostituendo però il suffisso -ano con il suffisso -il da destra a sinistra: 2,4,4 --> no
(pertanto 1: metil, 2:etil, 3: propil, etc... RADICALI)
raggruppare le ramificazioni in ordine alfabetico e, qualora ne
compaia più di una di un tipo nella formula, indicarne la
molteplicità tramite l'opportuno prefisso (di-, tri-, tetra-, etc...)
Gli alcani, soprattutto i più leggeri, vengono largamente impiegati come carburanti Il numero di ottano è un indice della resistenza alla detonazione (o "caratteristica
(gas metano, GPL, benzine, kerosene, etc) antidetonante") di un carburante.
La scala dei valori varia da 0 a oltre 100; per convenzione si attribuisce a eptano un
n° di ottano pari a 0 e all‘isottano (2,4,4-trimetilpentano) un numero di ottano pari a
100. Il n° di ottano è maggiore per gli alcani ramificati e per gli idrocarburi aromatici
(es. benzene: n° di ottano > 100). Composti contenenti ossigeno (es. etanolo,110;
MTBE, 118) hanno n° di ottano elevato (agenti antidetonanti).
3) nominare le ramificazioni in modo analogo alla catena da sinistra a destra: 2,2,4 --> ok
principale, sostituendo però il suffisso -ano con il suffisso -il da destra a sinistra: 2,4,4 --> no
(pertanto 1: metil, 2:etil, 3: propil, etc... RADICALI)
raggruppare le ramificazioni in ordine alfabetico e, qualora ne
compaia più di una di un tipo nella formula, indicarne la
molteplicità tramite l'opportuno prefisso (di-, tri-, tetra-, etc...)
Gli alcani, soprattutto i più leggeri, vengono largamente impiegati come carburanti Il numero di ottano è un indice della resistenza alla detonazione (o "caratteristica
(gas metano, GPL, benzine, kerosene, etc) antidetonante") di un carburante.
La scala dei valori varia da 0 a oltre 100; per convenzione si attribuisce a eptano un
n° di ottano pari a 0 e all‘isottano (2,4,4-trimetilpentano) un numero di ottano pari a
100. Il n° di ottano è maggiore per gli alcani ramificati e per gli idrocarburi aromatici
(es. benzene: n° di ottano > 100). Composti contenenti ossigeno (es. etanolo,110;
MTBE, 118) hanno n° di ottano elevato (agenti antidetonanti).
Cicloesano, C6H12
Rigidità o flessibilità degli anelli (es. Struttura a sedia o a barca per il cicloesano)
Alcheni Alchini
Composti aventi formula generale CnH2n Composti aventi formula generale CnH2n-2
Contengono almeno un doppio legame C=C Contengono almeno un triplo legame C≡C
Nomenclatura: come per gli alcani ma con il suffisso –ene: Nomenclatura: come per gli alcani ma con il suffisso –ino:
Cicloesano, C6H12
Rigidità o flessibilità degli anelli (es. Struttura a sedia o a barca per il cicloesano)
Alcheni Alchini
Composti aventi formula generale CnH2n Composti aventi formula generale CnH2n-2
Contengono almeno un doppio legame C=C Contengono almeno un triplo legame C≡C
Nomenclatura: come per gli alcani ma con il suffisso –ene: Nomenclatura: come per gli alcani ma con il suffisso –ino:
Chetoni: >C=O
nomenclatura, suffisso –one al nome dell’idrocarburo: es. propanone (acetone),
butanone, 2-pentanone e 3-pentanone.
Un atomo di carbonio non terminale è è ibridato sp2 e forma un legame π con
l’ossigeno
Idrocarburi aromatici Alcoli ed eteri
La parola “aromatico” identificava originariamente composti di odore “gradevole”. ALCOLI: gruppo –OH
Attualmente viene usata per descrivere il benzene, I suoi derivati e composti di nomenclatura, suffisso –olo al nome dell’idrocarburo: es. Metanolo, etanolo, 1-
caratteristiche simili. propanolo e 2-propanolo
Strutture cicliche con legami π “delocalizzati” (simbolo dell’aromaticità) Miscibilità completa in acqua fino al propanolo.
Possibilità di formare legami idrogeno (alto P.Eb.)
C6H6 benzene (vedi schema OM)
C7H8 toluene (metilbenzene)
C10H8 naftalene
etc ETERI: C-O-C
Nomenclatura: dimetiletere, dietiletere, etil-metiletere, etc
Non miscibili con acqua. Bassi P.Eb.
Chetoni: >C=O
nomenclatura, suffisso –one al nome dell’idrocarburo: es. propanone (acetone),
butanone, 2-pentanone e 3-pentanone.
Un atomo di carbonio non terminale è è ibridato sp2 e forma un legame π con
l’ossigeno
Acidi carbossilici ed esteri Idrolisi dei grassi e saponi
ACIDI CARBOSSILICI: gruppo –COOH Gli esteri della glicerina, contenuti nella gran parte dei grassi e degli olii naturali
reagiscono in acqua basica liberando glicerina e gli acidi grassi sotto forma di ioni
nomenclatura, suffisso –oico al nome dell’idrocarburo preceduto dalla parola
carbossilato (si ottengono solitamente sali di sodio o di potassio a seconda della
“acido”: es. Acido metanoico (formico), etanoico (acetico), propanoico, etc
base impiegata)
Il carbonio terminale è ibridato sp2 e forma un doppio legame con un ossigeno e un
legame semplice con OH. Saponificazione
Sono acidi deboli e formano ioni “carbossilato” e composti ionici (es. formiato,
Detergenti
acetato, propionato, etc. di sodio, potassio, etc.)
ESTERI: -COO-C
Composti formati da un acido carbossilico e un alcole, es. da acido acetico e
metanolo : CH3COOCH3 (acetato di metile)
nomenclatura, suffisso –ato invece di –oico per l’acido, seguito dal nome del
“radicale” (suffisso –ile)
Es: acetato di etile, propionato di butile, etc
ESTERI: -COO-C
Composti formati da un acido carbossilico e un alcole, es. da acido acetico e
metanolo : CH3COOCH3 (acetato di metile)
nomenclatura, suffisso –ato invece di –oico per l’acido, seguito dal nome del
“radicale” (suffisso –ile)
Es: acetato di etile, propionato di butile, etc
Le materie plastiche sono costituite da una grande varietà di composti polimerici Ogni organismo vivente è in grado di sintetizzare
costituiti da catene costituite prevalentemente da atomi di carbonio. proteine utilizzando una varietà più o meno grande
di aminoacidi (20 nel caso dell'uomo).
Molti materiali di origine vegetale sono di natura macromolecolare (es. Legno,
gomma naturale, cotone, etc) Grazie alla presenza dei legami ammidici e agli
altri gruppi funzionali sui singoli amminoacidi
Specie macromolecolari (es. proteine) sono materiale costitutivo degli organismi (amminici, carbossilici, alcolici, etc) le proteine
viventi e sono coinvolte nei principali processi biologici. sono in grado di formare numerosi legami a
idrogeno e di interagire pertanto anche con l'acqua
Polimeri di condensazione:
Poliesteri (es. PET)
Poliammidi (es. Nylon-6,6)
Polimeri Biopolimeri. Amminoacidi e proteine
Un polimero è una molecola di grandi dimensioni (macromolecola) e di elevato peso Le proteine sono polimeri naturali costituiti da
molecolare, formata idealmente da molte molecole di piccole dimensioni amminoacidi legati tra loro mediante legami
(monomeri). amidici coinvolgenti i loro gruppi amminici e
I composti polimerici sia di origine naturale che sintetica sono molto diffusi. carbossilici (legami peptidici).
Le materie plastiche sono costituite da una grande varietà di composti polimerici Ogni organismo vivente è in grado di sintetizzare
costituiti da catene costituite prevalentemente da atomi di carbonio. proteine utilizzando una varietà più o meno grande
di aminoacidi (20 nel caso dell'uomo).
Molti materiali di origine vegetale sono di natura macromolecolare (es. Legno,
gomma naturale, cotone, etc) Grazie alla presenza dei legami ammidici e agli
altri gruppi funzionali sui singoli amminoacidi
Specie macromolecolari (es. proteine) sono materiale costitutivo degli organismi (amminici, carbossilici, alcolici, etc) le proteine
viventi e sono coinvolte nei principali processi biologici. sono in grado di formare numerosi legami a
idrogeno e di interagire pertanto anche con l'acqua
Polimeri di condensazione:
Poliesteri (es. PET)
Poliammidi (es. Nylon-6,6)