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le cinque neoplasie maligne più diffuse tra la popolazione italiana sono state:

 Neoplasia mammaria (14%);

 Neoplasia del colon-retto (13%);

 Neoplasia del polmone (11%);

 Neoplasia della prostata (10%);

 Neoplasia della vescica (8%).

PREVENZIONE PRIMARIA DEL TUMORE


La Prevenzione del tumore Primaria è la forma classica e principale di prevenzione: si focalizza
sull'adozione di comportamenti e stili di vita in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una
malattia o di un evento sfavorevole. 
L'obiettivo della prevenzione primaria dei tumori è quello di ridurre - o meglio evitare - l'adozione di
comportamenti che rappresentano fattori di rischio e comporterebbero quindi l'insorgenza di tumori. Per
prevenzione primaria dei tumori, quindi si intende uno stile di vita sano che comprende un'alimentazione
antitumorale, attività fisica ed evitare il fumo. Per prevenzione primaria si intendono anche i vaccini su
determinati virus che aumentano il rischio di cancro come quello per il papilloma virus (tumore alla cervice
uterina) o per l'epatite B (tumore allo stomaco).
 
PREVENZIONE SECONDARIA DEL TUMORE
La prevenzione secondaria (screening oncologico) si riferisce alla diagnosi tempestiva di una patologia,
che permette di intervenire precocemente sulla stessa, ma non evitando o riducendo la probabilità della
sua comparsa. La precocità di intervento aumenta le opportunità terapeutiche, migliorandone la
progressione e riducendo gli effetti negativi.
Sostanzialmente si tratta di individuare il tumore tra l'insorgenza biologica dello stesso e la manifestazione
dei primi sintomi. Lo screening oncologico è previsto per tumori come quello alla mammella, alla cervice
uterina, alla prostata e al colon-retto. 
Lo strumento della prevenzione secondaria è quindi la diagnosi precoce, strumento che non può essere
utilizzato per tutti i tipi di cancro ma che ha un ruolo fondamentale nella cura della malattia.
 
PREVENZIONE TERZIARIA DEL TUMORE
La Prevenzione Terziaria è relativa non tanto alla prevenzione della malattia in sé, quanto ai suoi esiti più
complessi. La prevenzione in questo caso è quella delle complicanze, delle probabilità di recidive di una
pregressa malattia. E’ quindi legata al controllo delle terapie e della loro corretta assunzione, nonchè alla
gestione dei deficit e delle disabilità funzionali consequenziali ad uno stato patologico o disfunzionale.
La prevenzione terziaria del tumore ha anche lo scopo e la finalità di reintegrare - dove necessario - il
paziente in famiglia e nella società. Si intende quindi un completo accompagnamento del paziente
nell'uscita dalla malattia e nell'adozione di uno stile di vita orientato alla gestione della fase post tumorale.
Parlando di prevenzione individuale ovviamente si affida una grande parte di responsabilità all’auto-
prevenzione, poiché ciascuno può fare molto per se stesso, poiché conosce molti aspetti essenziali alla
prevenzione stessa.
La prevenzione del tumore collettiva prevede interventi finalizzati ad affrontare problematiche sanitarie di
rilievo quali-quantitativo, con interventi rivolti sia alla persona (come screening, vaccinazioni, educazione
sanitaria), sia agli ambienti di vita e di lavoro (come controlli nel settore alimentare, delle acque potabili,
prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali).
L'esame clinico ha inizio con l'anamnesi, con la raccolta delle informazioni dalla paziente su pregressi
interventi chirurgici, eventuale familiarità, numero di gravidanze, allattamento, assunzione di farmaci, altre
patologie concomitanti o pregresse. Il periodo migliore per una visita senologica è1-2 settimane dopo il
ciclo mestruale.
L'esame clinico prosegue con l'ispezione di entrambe le mammelle, valutando eventuali asimmetrie, colore
della pelle, retrazioni della cute e del capezzolo ed eventuali secrezioni dal capezzolo stesso. Talvolta
eventuali ulcerazioni o eczemi sul capezzolo possono orientare verso una malattia di Paget.
Quindi con la paziente in piedi o seduta, si fanno alzare leggermente le braccia per poter passare alla
palpazione dei quadranti delle mammelle, per valutare se ci siano eventuali noduli e neoformazioni e se
presenti descriverne la consistenza, dimensioni e rapporti col tessuto circostante
Quindi si passa ad esaminare le regioni ascellari per valutare presenza di linfonodi. E qualora siano
palpabili è necessario descrivere localizzazioni, dimensioni e consistenza.
Va tenuto conto che nel 37% le donne presentano linfonodi in sede ascellari in condizioni normali
pregresse linfoadeniti infiammatorie conseguenti a cerette o depilazioni ascellari.
In caso di sospetto Carcinoma del seno lo specialista, dopo aver eseguito una visita approfondita che
permetta di definire la corretta anamnesi del paziente, può procedere con una serie di esami come:
 Mammografia (per microcalcificazioni sospette)
 Ecografia mammaria
 Risonanza magnetica (RM)
Inoltre, il medico può prescrivere una biopsia per permettere un esame citologico o microistologico.
Eventualmente è possibile ricorrere alla biopsia liquida, chiamata anche lavaggio dei dotti.
Al fine di poter individuare prontamente un eventuale Tumore alla mammella, è bene che tutti i soggetti, in
particolar modo quelli di sesso femminile, eseguano periodicamente l’autopalpazione del seno.
Sia la prognosi che il trattamento dei Tumori della mammella possono variare in base alla stadiazione della
neoplasia al momento della diagnosi. Il Carcinoma della mammella viene classificato in cinque stadi
differenti:
 Stadio 0, chiamato anche Carcinoma in situ:
 Carcinoma lobulare in situ: non aggressivo, ma potenziale fattore di rischio per neoplasie maligne
 Carcinoma duttale in situ (DCIS): forma precancerosa che aumenta il rischio di cancro nello stesso
seno
 Stadio I: fase iniziale con massa inferiore a 2 centimetri di diametro e senza coinvolgimento di
linfonodi
 Stadio II: fase iniziale con massa inferiore a 2 centimetri di diametro e coinvolgimento di linfonodi
oppure massa superiore a 2 centimetri senza coinvolgimento di linfonodi
 Stadio III: massa localmente avanzata di dimensioni variabili con coinvolgimento di linfonodi oppure
di tessuti in prossimità del seno
 Stadio IV: tumore già in fase di metastasi

La Risonanza della mammella consta di tre fasi: l’acquisizione delle immagini, il post processing e la
refertazione. La risonanza magnetica mammaria (RMM) permette infatti di identificare i noduli tumorali
maligni in quanto questi sono diversamente vascolarizzati (perfusi dal sangue) rispetto al normale tessuto
mammario e ai noduli benigni. Questo consente di identificare e caratterizzare il tumore mammario quando
è ancora di piccole dimensioni e, magari, non visualizzabile attraverso mammografia ed ecografia.
Queste le indicazioni principali per l’esame di risonanza magnetica mammaria (RMM) secondo le linee
guida definite della letteratura medico scientifica internazionale:
 donne a elevato rischio genetico-familiare per carcinoma mammario;
 ricerca di carcinoma primitivo occulto metastatico di sospetta origine mammaria, con esami
tradizionali negativi;
 ricerca di multicentricità, multifocalità, bilateralità, in caso di neoplasie già diagnosticate con
tecniche tradizionali e candidate a chirurgia conservativa (quadrantectomia);
 valutazione di neoplasie mammarie trattate con chemioterapia neoadiuvante;
 follow up dopo chirurgia conservativa, per discriminare tra recidiva o tessuto cicatriziale;
 valutazione di donne con protesi;
 discrepanza tra indagini e/o difficoltosa interpretazione di indagini diagnostiche tradizionali
(ecografia e mammografia).
Vantaggi della biopsia percutanea: minor numero di biopsie chirurgiche diagnostiche, no estemporanea,
durante intervento chirurgico, minor costi, minor tempo diagnostico, assenza di cicatrici interne ed
esterne.

La radioterapia stereotassica corporea (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una innovativa tecnica
radioterapica non invasiva che permette di inviare una elevata dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale
con estrema accuratezza e precisione, provocandone la morte cellulare (necrosi). Tale tecnica viene eseguita in
regime ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia, il paziente non è in nessun momento radioattivo e può
proseguire la sua normale vita familiare. Viene effettuata una seduta quotidiana, indolore. Generalmente un ciclo è
composto da 1 a 6 sedute.

Stereotassi: Procedimento chirurgico che consente di raggiungere con elettrodi o con sonde determinati punti
dell’encefalo attraverso fori di trapano praticati nel cranio. La direzione e la profondità dell’elettrodo o
della sonda nel cervello sono determinate da calcoli matematici che vengono eseguiti dall’operatore utilizzando
punti di riferimento ricercati su radiografie, eseguite all’atto dell’intervento e che mettono in evidenza i ventricoli
cerebrali. Le tecniche stereotassiche trovano impiego per esempio per la registrazione di potenziali d’azione da zone
molto circoscritte del sistema nervoso centrale (per es. nell’animale da esperimento, o per lo studio dell’epilessia),
per l’infissione di radioisotopi (per la cura di tumori cerebrali), o quando si voglia ottenere la distruzione selettiva di
determinate strutture nervose (per es. nel trattamento di alcune sindromi dolorose, del morbo di Parkinson).La
metodica stereotassica viene impiegata anche per la localizzazione e centratura di lesioni tumorali non palpabili
della mammella allo scopo di facilitare il chirurgo nella successiva fase operatoria.

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