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1.

Concetti Fondamentali:
1.1 Fluidi come continui:

I fluidi sono sostanze composte da molecole. Lo spazio tra di esse è occupato da


aria. Dunque per poter agevolare lo studio dei fluidi, si suppone che essi siano
considerabili come corpi continui. Questo significa che le proprietà intensive dei
fluidi (come densità, pressione, temperatura) varino con continuità da un punto ad
un altro. Per quale motivo è possibile sfruttare questa ipotesi?
Per la maggior parte dei problemi pratici, la minima scala di osservazione è
enormemente maggiore di quella molecolare, sicché ogni (piccolo) volume di
interesse contiene un grandissimo numero di molecole; associando a tale volume
opportune caratteristiche medie della materia contenuta, le proprietà così definite
variano con continuità nello spazio ed al variare delle dimensioni del volume
medesimo. Un’applicazione di questa ipotesi ci permette di interpretare la
definizione di densità:
Densità Media = = ⟹ ≡ lim

In termini di coordinate cartesiane è scrivibile come:

= , , ,

1.2 Linea di Corrente (Streamline) VS di Fumo (Streakline) VS di Percorso


(Pathline):

Velocità = #$ = #$ , , , = %&̂ + )*̂ + +,-


Simbologia:

- Una linea di corrente di un dominio fluido in movimento è il luogo dei punti


tali che il vettore velocità della particella fluida è tangente alla curva stessa:

. ) ,
=
. % ,

- Una linea di fumo è costituita da tutte le particelle fluide che sono passate
precedentemente in uno stesso punto dello spazio:

/ = , /, /, / ; / = , /, /, /

1
- Una linea di percorso è il luogo dei punti occupati da una stessa particella nel

. .
suo movimento:
= % , , ; =) , ,
. .

1.3 Campo tensoriale:

Le forze agenti su un fluido sono di tue tipologie: superficiali (attrito, pressione) e di


volume (gravitazionali ed elettromagnetiche). Le forze superficiali sono causate dalle
tensioni:

Sia 1$ una porzione di superficie in


un punto 2 del fluido, orientata dal
versore 3#$. La forza 4$ agente su 1$
può essere scomposta in: 45 e 46 .

Definiamo dunque:

45
9Sforzo Normale = ?5 = lim
@A →B 15
8Sforzo di Taglio = E = lim 46
7 5
@A →B 15

Se ci poniamo in un sistema ortogonale , , , la tensione in un punto è data da:

?GG EGH EGI


? = FEHG ?HH EHI J
EIG EIH ?II

dove, per esempio, nel caso dell’asse :

45
9?GG = lim
K @L →B 1G
K 4H
EGH = lim
8 @L →B 1G
K
K E = lim 4I
7 GI @L →B 1G

2
1.4 Viscosità:

In un fluido le tensioni sono dovute alla viscosità. Considero il caso di due lastre
piane con un fluido in quiete:

Applico una forza 4G alla lastra superiore, poiché il fluido si muova con % costante.
Lo scorrimento relativo provoca uno sforzo di taglio:

4G
EHG = lim
@M →B 1H

Inoltre ho:

N = %∙. P %
Q → =
N= ∙ P

Lo sforzo di taglio EGH produce: S= U ; ci si chiede dunque che relazione ci sia


R T
H 6
fra di essi.

1.5 Fluidi Newtoniani:

.%
Legge di proporzionalità: EGH ∝
.

La costante di proporzionalità è Z: viscosità dinamica [ `


\∙]
^_

.%
EGH = Z
.

A volte si sfrutta a: viscosità cinematica [ `


^_
]

3
1.6 Fluidi non Newtoniani:

I fluidi non Newtoniani sono quelli in cui la tensione a taglio non è direttamente
proporzionale al grado di deformazione. La legge di questi fluidi è:

.% 5 3 = Indice di scorrimento
EGH = , b c d
. , = Indice di consistenza

Che può essere riscritta come:

.% 5 .% 5gh .% .%
EGH = ,b c = ,f f ∙ = i η = Viscosità apparente
. . . .

sotto un certo E. Il corrispondente modello di taglio è:


I Bingham sono fluidi che comportano come solidi

.%
EHG = EH + Zk
.

1.7 Classificazione dei fluidi:

Le forze viscose si possono considerare o


meno, rispetto a quelle di pressione,
valutando il numero di Reynolds:

+n
lm =
Z

che è il rapporto tra le forze di inerzia e


quelle viscose.

o lm elevato, effetti d’inerzia dominanti.


o lm basso, effetti viscosi dominanti.

4
Consideriamo un fluido non viscoso ed incomprimibile:

Le linee di corrente sono simmetriche. Poiché il flusso di massa attraverso due linee

viceversa. In prossimità dei punti 1 e 2 abbiamo velocità basse, al contrario in p


di corrente è costante, dovunque esse si aprano, la velocità deve decrescere, e

sono elevate. I punti 1 e 2 sono detti di ristagno (il fluido si ferma).

Dal teorema di Bernoulli si ricava:

1
.r = o+.+

Quest’equazione evidenza la relazione inversa fra pressione e velocità. Poiché il

Abbiamo assunto lm elevato 4 ∙ 10u , per dire che l’attrito è trascurabile.


fluido non è viscoso, non ho resistenza dovuta all’attrito. Questo è irrealistico.

Ci chiediamo come si possa collegare quest’assunzione con la realtà: la condizione di

viscosa ci dirà che la velocità è elevata in p.


no – slip richiede che la velocità sia nulla ovunque sulla superficie, ma la teoria non

Prandtl ipotizzò che, anche se l’attrito è


trascurabile, in generale per un alto numero
di Reynolds, esiste sempre uno strato limite,
nel quale l’attrito è significante e, su tutto il
suo spessore, la velocità aumenta
rapidamente da zero al valore non viscoso,
che la teoria dei fluidi non viscosi ha
predetto. Nello strato limite abbiamo attrito
e quindi resistenza!

punto v (detto di separazione) le particelle del


Comunemente accade che si forma una scia; nel

fluido sono spinte fuori e causano una scia.

Tornando al caso non viscoso, le particelle da p a 2 vanno da una zona di bassa ad


alta pressione. Questo gradiente di pressione contrario, costringe le particelle ad
andare giù. Se adesso aggiungiamo che le particelle si muovono in uno strato limite

5
di attrito che rallenta il fluido, le particelle possono essere portate a fermarsi ed in
seguito portate via dalle particelle che seguono, formando una scia. Essa sarà
sempre in bassa pressione e la parte frontale della sfera sempre in alta pressione.
Quindi la sfera avrà una discreta resistenza di pressione anche detta resistenza di
forma.

Ricapitolando:

I motivi della separazione sono due: l’attrito dello strato limite, che scorre sotto le
particelle ed il gradiente di pressione contrario. Se facciamo la sfera a forma di
goccia, la pressione aumenterà lentamente a tal punto che le particelle non sono
costrette a separarsi dall’oggetto fino quasi a raggiungere la fine dell’oggetto. Si
nota che la scia è molto più piccola (la pressione non è bassa quanto prima)
portando ad avere una resistenza di pressione minore. L’unico effetto negativo è
l’aumento di area che porta ad attrito.

6
2. Idrostatica:
2.1 L’equazione di base dell’idrostatica:

L’obiettivo di questo paragrafo è ottenere un’equazione per calcolare il campo della


pressione in un fluido statico. Dedurremo questo dall’esperienza quotidiana, cioè
che la pressione aumenta con la profondità.

Per fare questo

legge di Newton w4$ = xy


applichiamo la seconda

ad un elemento

massa: . = . e
infinitesimo di fluido di

volume: . = . . .

Su di esso agiranno forze di volume e forze di superficie.

- Forze di Volume (gravitazionale):

.4$z = {$. = {$ . = {$ . . .

- Forze di Superficie:

quelle di pressione. La pressione è un campo scalare, | = | , , . Sia | la


Nella statica non ci sono tensioni di taglio e quindi, le uniche forze di superficie sono

pressione sul baricentro }, per determinare la pressione sulle facce si sfrutta la serie
di Taylor, la pressione sulle facce sinistra e destra vale:

9 | = | + •| o =|+
•| .
bo c = | o
•| .
K ~ • ~
• 2 • 2
8| = | + •| o =|+
•| .
b+ c = | +
•| .
K • • •
• 2 • 2
7

Dunque la forza di pressione è data dal prodotto della quantità di pressione e l’area
su cui agisce ed il versore, che ne indica la direzione:

7
9.4$ H = ƒ| + •| bo . c„ . . *̂
K ‚,~ • 2
8 •| .
K.4$‚,• = ƒ| + b c„ . . o*̂
H

7 • 2

Per le altre facce si ottengono gli stessi risultati, così combinando tutte le forze
agenti sull’elementino, si ha:

•| . •| .
.4$‚ = b| o c . . &̂ + b| + c . . o&̂ +
• 2 • 2
•| . •| .
+ b| o c . . *̂ + b| + c . . o*̂ +
• 2 • 2
•| . •| .
+ b| o c . . w,-y + b| + c . . wo,-y
• 2 • 2

Si ottiene:

•| •| •|
.4$‚ = o b &̂ + *̂ + ,-c . . . = o…
#$|. . .
• • •

Nel calcolo della forza quello che conta è la variazione di pressione.

La forza totale agente sul fluido è:

.4$ = .4$z + .4$‚ = w{$ o …


#$|y. . . = w{$ o …
#$|y.

Per una particella di fluido la seconda legge di Newton dà che: 4$ = x$. = x$ . .


Per un fluido statico vale: x$ = 0, quindi:

.4$
= x$ = 0
.

Pertanto si ha che:

.4$
#$|yK̂
= w{$ o …
. #$|y = 0
w{$ o …
.4$ ‡
= x$ = 0 K
. †

8
Quest’equazione scritta in componenti vale:

•|
9Direzione lungo : o + {G = 0
K •
K •|
Direzione lungo : o + {H = 0
8 •
K
K •|
7 Direzione lungo : o + {I = 0

coincidente con la direzione di {$, ma con verso opposto:


Se consideriamo un sistema cartesiano con asse vericale ed ascendente,

•|
o = 0
• K̂
•| K .|
o = 0 | = | ⟹ = o { = oŠ Peso specifico
• ‡ .
•| K
K
o o {I = 0†

Resitrizioni:

- Fluido in condizioni statiche.


- La gavità è l’unica forza di volume.
- L’asse è verticale ed ascendente.

2.2 Legge di Stevino:

Se supponiamo che:

.| = o {. k I
= costanteJ ⟹ Œ .| = o Œ {. ⟹ | o |/ = o { o /
{ = costante k• I•

Poniamo il sistema sulla


superficie libera. Si ottiene
la legge di Stevino:

| o |/ = {ℎ

9
2.3 Forza idrostatica su una superficie piana sommersa:

Dopo aver determinato come la pressione varia in un fluido statico, possiamo


esaminare la forza su una superficie sommersa in un liquido.

Se il fluido è in equilibrio non ho


tensioni di taglio; la forza idrostatica
su ogni elementino di superficie è
ortogonale ad esso. La forza di

.1 = . . è:
pressione su un elementino di area:

.4 = |.1

La risultante delle forze agenti sulla superficie si trova sommando tutti i contributi.
Dato che sono tutte perpendicolari, il modulo della risultante è:

4• = Œ .1 = Œ |/ + {ℎ .1 = Œ |/ + { sin • .1
@ @ @

= |/ Œ .1 + |{ sin • Œ .1 = |/ 1 + |{ sin • •1
@ @

•1 = Momento statico sull‘ asse , dove • è la coordinata del baricentro dell‘ area 1.

Dunque:

| = Pressione assoluta rispetto


4• = |/ + |{ℎ• 1 ⟹ 4• = |• 1 S • U
al baricentro dell‘ area 1

Per trovare il punto di applicazione ‘ , ′ eguaglio il momento della risultante


delle forze con il momento dovuto al campo delle forze di pressione:


4• = Œ | .1 = Œ |/ + {ℎ .1 = Œ |/ + {ℎ .1 =
@ @ @

=Œ |/ + —
{ sin • .1 = |/ Œ .1 + { sin • Œ —
.1 =
@ @ @
= |/ • + { sin • w˜G™ G™ + •— 1y
= |/ • 1 + { sin • ˜G™G™ + { sin • •— 1 =
= • ∙ |/ + { sin • • 1 + { sin • ˜G™ G™ = • 4• + { sin • ˜G™G™

10
˜G™ G™
Si ottiene quindi che:

= • + { sin •
4•

possiamo usare quest’ultima equaziona con |/ trascurabile nel calcolo della forza
Se abbiamo la stessa pressione ambiente agente sull’altro lato della supercie

netta: 4• = |•š›šœ 1 = {ℎ• 1 = { • sin • 1. Ed otteniamo che:

˜G™G™

= • +
1 •

In ogni caso ‘
> • (ha senso perché la pressione sarà sempre maggiore più in
basso).

Un’analisi simile può essere fatta per calcolare ‘ , la posizione della forza sulla
lastra. Prendendo la somma dei momenti delle forze infinetesimali .4 lungo l’asse
noi otteniamo:

4• = Œ | .1
@

Possiamo esprire | come una funzione di (come si è visto prima):


4• = Œ | .1 = Œ |/ + {ℎ .1 = Œ |/ + { sin • .1 =
@ @ @

= |/ Œ .1 + { sin • Œ .1 =
@ @
= |/ • + { sin • w˜G™ H™ + • • 1y =
= |/ • 1 + { sin • ˜G™G™ + { sin • •— 1 =
= • ∙ |/ + { sin • • 1 + { sin • ˜G™ H™ = • 4• + { sin • ˜G™ H™

˜G™ H™
Quindi:

= • + { sin •
4•

possiamo sfruttare l’equazione soprascritta con |/ trascurabile nel calcolo della


Se abbiamo pressione ambiente agente anche sull’altro lato della superifcie

forza netta: 4• = |•š›šœ 1 = {ℎ• 1 = { • sin • 1. Ed otteniamo che:

˜G™H™

= • +
1 •
11
Ricapitolando:

4• = |/ + |{ℎ• 1 , ℎ• = • sin •
9
K ‘ = + ˜G™G™

1 •
8 ˜
K ‘ = • + G™H™
7 1 •

Esempio:

- Spessore = 5
- Determinare: 4•

Equazioni che goverano il sistema:

| = |/ + {ℎ
9
K 4• = Œ | .1
K

8i 4• = Œ i| .1

K
@

K ‘ 4 = Œ | .1
7

@

Ho pressione atmosferica da entrambi i lati, lavoro con:

| = |Ÿ o |/ = {ℎ

Usando i per ottenere le espressioni per ℎ e .1, si ha:

ℎ = v + i sin 30° , .1 = .i ∙ +

Applicando queste equazioni all’equazione governante per la forza risultante:

12
~
4• = Œ { v + i sin 30° .1 = Œ { v + i sin 30° + .i
@ B
1 1
= {vn+ + { sin 30° +n— = {n+ bv + sin 30° nc = 58 ,£
2 2

Per la posizione della forza, calcoliamo i‘ (la distanza dal bordo più in alto della
lastra):

i‘ 4• = Œ i| .1
@
Quindi:

1 1 ~ {+ ~
i = Πi| .1 = Πi|+ .i =

Œ i v + sin 30° .i
4• @ 4• B 4• B
{+ vi— i¥ {+ vn— n¥
~
= ¤ + sin 30°¦ = ¤ + sin 30°¦ = 2,22
4• 2 3 B
4• 2 3

Inoltre si ha:

9 v
K

= + i‘ = 6,22
sin 30°
8 1 1 + + +
K

= Π| .1 = Π| .1 = Π| .1 = = 2,5
7 4• @ 4• @ 2 24• @ 2

2.4 Forza idrostatica su una superficie curva sommersa:

Per le superfici curve, bisognerà nuovamente


derivare le espressioni per la forza risultante
dall’integrazione della distribuzione della pressione
sulla superficie. La forza di pressione è normale alla
superfcie in ogni punto, ma gli elementi delle aree
infinitesimali puntano in direzioni variabili a causa

invece di integrare per ogni elementino .1 bisogna


della curvatura della superficie. Questo significa che

integrare per ogni elemento del vettore .1$.

La forza di pressione agente sull’elemento di area .1$ è data da: .4$ = o|.1$, dove il

dell’area. La forza risultante è data da: 4$• = o ¨ | .1$


segno meno indica che la forza agisce sull’area, in direzione opposta alla normale
@

13
Possiamo scrivere che: 4$• = 4•L &̂ + 4•M *̂ + 4•© ,-.

Per valutare la componente della forza nella direzione data, consideriamo il

prodotto scalare di ciascuno lato dell’equazione soprascritta con il versore &̂ dà:
prodotto scalare della forza con il versore nella direzione data, ad esemprio il

4•L = 4$• ∙ &̂ = Œ .4$ ∙ &̂ = o Œ | .1$ ∙ &̂ = o Œ | .1G


@ @L

dove .1G è la proiezione di .1$ sul piano perpendicolare all’asse ed il segno meno
indica che la componente della forza risultante è nella direzione negativa alle .

In generale, il modulo della

nella direzione N è data da:


componte della forza risultante

4•ª = Œ | .1«

Quest’equazione è utilizzabile per forze orizzontali: 4•L e 4•M . Si ha l’interessante


risultato che la forza orizzontale e le sue posizioni sono gli stessi per una superficie
di un piano verticale immaginario della stessa area proiettato. Inoltre dalla figura si
può calcolare la componente verticale della forza: con la pressione atmosferica sulla
superficie libera e sull’altro lato della superficie curvata la forza netta verticale sarà
ugale al peso del fluido diretto lungo la superficie. Si può vedere questo sfruttando:
4•ª = ¨@ | .1« e determinado il modulo della componente verticale della forza
ª
risultante, ottenendo:
4•© = 4 = Œ | .1I
sfruttando: | = {ℎ, si ha che:

4 = Œ {ℎ .1¬ = Œ { .

dove {ℎ.1I = {. è il peso di un cilindro differenziale di liquido lungo


l’elemento dell’area superficie, .1I , che si estende di una distanza ℎ dalla superficie
curva alla superficie libera. La componente verticale della forza risultante è ottenuta
dall’integrale sull’intera superficei sommersa, così:
14
4 =Œ {ℎ .1I = Œ { . = {

Riassumendo, per una superfice curva, possiamo usare due semplici formule per
calcolare le componenti della forza orizziontale e verticale a causa del solo fluido:

4- = |• 1 e 4 = {

dove |• e 1 sono la pressione al centro e l’area del piano verticale della stessa area
proiettata, e è il volume del fluido lungo la superfcie curva.

2.5 Buoyancy e Stabilità:

Se un corpo è immerso in un fluido o galleggia sulla superficie, il campo delle forze


verticali dovute alla pressione del liquido è detto Buoyancy (galleggiamento).

Consideriamo un corpo
completamente immerso in acqua.
La forza verticale sul corpo a causa
della pressione idrostatica può
essere trovata più facilmente dalla
considerazione di un volume

Sfruttiamo l’equazione di Stevino per calcolare la pressione | alla profondità ℎ nel


cilindrico simile a quello in figura.

| = |/ + {ℎ
liquido:

La foza di pressione netta sull’elemento verticale vale:

.4I = |/ + {ℎ— .1 o |/ + {ℎh .1 = { ℎ— o ℎh .1

Ma: ℎ— o ℎh .1 = . , il volume dell’elemento, quindi:

4I = Π.4I = Π{. = {

dove è il volume del corpo. Quindi concludiamo che per un corpo sommerso la
forza di galleggiamento del fluido è uguale al peso del fluido spostato:

4®R/HŸ5•H = {

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La posizione della linea di azione della forza di galleggiamento determina la stabilità:

- Nel caso a sinistra, la


coppia tende a
raddrizzarlo.
- Nel caso a destra, la
coppia tende a
rovesciarlo.

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3. Equazioni di base in forma integrale per un volume di
controllo:

3.1 Leggi di base per un sistema:

- Conservazione della Massa:


f = 0, dove: ¯ = Œ . =Œ .
. °±°²³´µ ´µ°°µ ¶·¸¹´³

- Seconda Legge di Newton:

.+
##$ .º#$ #$

4$ = x$ = = » → 4$ = » #$ = Œ
dove: º +
##$ . =Π+
##$ .
. . °±°²³´µ . °±°²³´µ ´µ°°µ ¶·¸¹´³

- Conservazione della Momento Angolare:

##$

2$ = » ##$°±°²³´µ = Œ
, dove: ¯ ¼$ +
##$ . =Œ ¼$ +
##$ .
. °±°²³´µ ´µ°°µ ¶·¸¹´³

- Primo Principio della Termodinamica:


º o ½ = .¾ ⟹ º¿ o ½¿ = f
. °±°²³´µ

)—
dove:

¾=Œ m . =Œ m . ¤m = % + + { ¦
À °±°²³´µ °±°²³´µ 2

- Secondo Principio della Termodinamica:

º .Á 1
.Á  ⇒ f  º¿ , dove: Á°±°²³´µ = Œ Å . =Œ Å .
à . °±°²³´µ à ´µ°°µ ¶·¸¹´³

3.2. Relazione tra sistemi di derivate e la formulazione del volume di


controllo:

#$ , 2$, ¾, Á. Mentre con i


Adesso utilizzeremo il simbolo £ per rappresentare: ¯, º
indicheremo le rispettive proprietà intensive.

17
Quindi si ha:

£ = ¯ Åm i = 1
9
K£ = º#$ Åm i = +
##$
£°±°²³´µ = Œ i . = Œ i . ⇒ £ = 2$ Åm i = ¼$ + ##$
8
K £ = ¾ Åm i = m
´µ°°µ

7£ = Á Åm i = Å

Come possiamo ricavare una


descrizione del volume di controllo
da una descrizione del sistema di
flusso? Nell’immagine a sinistra,
consideriamo una parte del fluido

di tempo Δ il sistema si troverà in


(dipinta di blu). Dopo un intervallo

una nuova posizione, quindi


possiamo applicare le leggi
discusse precedentemente per
l’elemento di fluido.

Dalla definizione di derivata, il tasso di variazione di £°±°²³´µ vale:

.£ £] |6•É∆6 o £] |6•
f = lim
. °±°²³´µ ∆6 → B ∆

Come si evince dalla figura precedente si ha che:

£] |6•É∆6 = £ÊÊ + £ÊÊÊ 6• É∆6 = £Ë o £Ê + £ÊÊÊ 6• É∆6 e £] |6• = £Ë 6•

Sostituendo, si ha:

.£ £Ë o £Ê + £ÊÊÊ o £Ë
f = lim
6• É∆6 6•
. °±°²³´µ ∆6 → B ∆

Dal momento che il limite di una somma è uguale alla somma dei limiti, si ha:

.£ £Ë o £Ë £ÊÊÊ 6•É∆6 £Ê 6•É∆6


f = lim + lim o lim
6• É∆6 6•
. °±°²³´µ ∆6 → B ∆ ∆6 → B ∆ ∆6 → B ∆

18
Bisogna valutare i 3 termini:

£Ë o £Ë •£Ë •
① lim = = Œ i .
6• É∆6 6•
∆6 → B ∆ • • Ë

② lim
\ÎÎÎ Ï• Ð∆Ï
∆6 → B ∆6
: Per valutare questo termine, dobbiamo sviluppare un’espressione
per: £ÊÊÊ 6•É∆6 , guardando la vista ingrandita di una tipica sotto – regione
(sottoregione 3 ), della regione ˜˜˜. L'elemento vettore area .1$ della superficie di
controllo ha modulo .1, e la sua direzione è la normale esterna all’area
##$, sarà inclinato di un angolo P
dell’elemento. In generale, il vettore velocità +
rispetto a .1$.

Per questa sotto – regione, abbiamo:

. £ÊÊÊ 6• É∆6 = i . 6• É∆6

volume . di un elemento cilindrico. La


Dobbiamo ottenere un’espressione per il

da ΔN$ = +##$Δ . Il volume di un cilindro


lunghezza del vettore del cilindro è data

prismatico, la cui area .1$ è inclinata di un


angolo P rispetto alla lunghezza ΔN$, vale:
. = ΔN.1 cos P = ΔN$ ∙ .1$ = + ##$ ∙ .1$∆ ,
dunque per la sottoregione 3 si può

. £ÊÊÊ 6•É∆6 = i + ##$ ∙ .1$∆


scrivere:

Per l’intera regione 3 , possiamo integrare ed ottenere il termine ②:

£ÊÊÊ 6•É∆6 ∮Ë‚ .£ÊÊÊ ##$ ∙ .1$∆


∮Ë‚ i +
i+ #$
##$ ∙ .1
6• É∆6
lim = lim ÎÎÎ
= lim ÎÎÎ

∆6 → B ∆ ∆6 → B ∆ ∆6 → B ∆ 2Á˜˜˜

③ Possiamo ripetere gli stessi passaggi per la sottoregione 1 della regione ˜ ed

£Ê 6•É∆6
ottenere:

lim = oÒ i + #$
##$ ∙ .1
∆6 → B ∆ 2Á˜

19
Nota Bene: Per la sottoregione 1 , il vettore velocità agisce verso il volume di
controllo, ma la normale all’area punta sempre (per convenzione) verso l’esterno (di un
angolo P > U, dunque il prodotto scalare è negativo.
Ô

Il concetto del segno del prodotto


scalare è illustrato nella figura a

x Caso generale di un ingresso od


sinistra:

Õ Una velocità parallela alla


uscita.

Ö Una velocità in ingresso


superfice normale.

parallela alla superficie normale.

Dunque alla fine otteniamo che:

.£ •
f = Œ i . + Ò i +##$ ∙ .1$ + Ò ##$ ∙ .1$
i+
. °±°²³´µ • Ë Ë‚Î Ë‚ÎÎÎ

Gli ultimi due integrali possono essere combinati, dal momento che: 2ÁÊ e 2ÁÊÊÊ
costituiscono l’intera superficie di controllo:

.£ •
f = Œ i . + Ò i+##$ ∙ .1$
. °±°²³´µ • Ë Ë‚

una qualsiasi proprietà estensiva £ di un sistema in una formulazione equivalente,


Ora abbiamo una formula che possiamo usare per convertire il tasso di variazione di

con l'utilizzo di un volume di controllo. Discutiamo il significato di ciascun termine:

① Ø : Tasso di variazione della proprietà estensiva £.


×\
×6 °±°²³´µ

② ¨Ë i . : Tasso di variazione della quantità della proprietà £ nel volume di


Ù
Ù6
controllo.

##$ ∙ .1$: Variazione del flusso di £ attraverso la superficie di controllo.


③ ∮Ë‚ i+

Siamo adesso in grado di combinare le leggi fisiche con l’equazione soprascritta per
ottenere alcune utili equazioni del volume di controllo.

20
1. Conservazione della Massa:

.¯ ¨ . ¨ .
f = ´µ°°µ = ¶·¸¹´³ =0
. °±°²³´µ . . K̂
.¯ •
.£ • = Œ . + Ò ##$ ∙ .1$ = 0
+
f = Œ i . + Ò i + ##$ ∙ .1$ ‡ . • Ë Ë‚
. °±°²³´µ • Ë Ë‚ K
¯ = £ e i = 1 †

L’equazione ottenuta si chiama equazione di continuità, casi particolari:

1.1. Fluidi incomprimibili, = costante:

• •
Œ . + Ò + ##$ ∙ .1$ = 0 → +Ò + ##$ ∙ .1$ = 0
• Ë Ë‚ • Ë‚

= 0:
1.2. Regime stazionario (volume di controllo indeformabile di dimensione e
Ù
Ù6
forma fissa),

##$ ∙ .1$ = 0
Ò +
Ë‚

1.3. Velocità uniforme a ciascun ingresso ed uscita:

##$ ∙ .1$ = 0
Ú +
Ë‚

1.4. Portata Volumetrica:

##$ ∙ .1$
¿ =Œ +
@
1.5. Velocità media:

¿ 1
+
##$^ = = ##$ ∙ .1$
Π+
1 1 @

21
2. Seconda Legge di Newton:

#$
.º ¨ +
##$ . ¨¶·¸¹´³ + ##$ .
4$ = » = ´µ°°µ =
. °±°²³´µ . . K̂
K #$
Forza Risultante: 4$ = 4$z ¶·¸¹´³ + 4$‚ °¹Ý³Þ߱౳ .º »

= Œ +##$ . + Ò + ##$ ∙ .1$
##$ +
.£ • ‡ . • Ë Ë‚
##$ ∙ .1$ K
°±°²³´µ
f = Œ i . + Ò i +
. °±°²³´µ • Ë Ë‚ K
#$ = £ e i = +
º ##$ †

Poiché si ha:

#$

4$ = » •
. °±°²³´µ â 4$ = 4$z + 4$‚ = Œ +##$ . + Ò + ##$ ∙ .1$
##$ +
• Ë
4$ á°±°²³´µ = 4$ á tempo /
Ë‚
¶à

2.1. Flusso uniforme con un solo ingresso ed uscita:


4$ = 4$z + 4$‚ = Œ +
##$ . + Ú + ##$ ∙ .1$
##$ +
• Ë Ë‚

Nella meccanica dei fluidi la forza di volume è generalmente la gravità:

{$ = Accelerazione di gravità
4$z = Œ ###$Ë = ¯{$ ã
{$ . = ½
Ë
###$Ë = Peso istantaneo dell‘ intero volume di controllo
½

In molte applicazioni la forza di superficie è causata dalla pressione:

4$‚ = Œ o| .1$
@

Spesso scriviamo le componenti delle forze rispetto al sistema di riferimento:


94$G = 4$z + 4$‚ = Œ % . + Ò % + ##$ ∙ .1$
K
G G •
4G % K
Ë Ë‚

4$ = å4H æ e +
##$ = ƒ) „ ⟹ 4$H = 4$z H + 4$‚ H = Œ ) . + Ò ) +##$ ∙ .1$
4I ç 8 • Ë Ë‚
K
K 4$ = 4$ + 4$ = • Œ ç . + Ò ç + ##$ ∙ .1$
7
I zI ‚I
• Ë Ë‚

22
3. Primo Principio della Termodinamica:


º¿ o ½¿ = f
. °±°²³´µ K̂
K
¾=Œ m . = Œ m . K
.¾ •
À °±°²³´µ °±°²³´µ
f ##$ ∙ .1$
= Œ m . + Ò m +
.£ • ‡ . °±°²³´µ • Ë
f = Œ i . + Ò i + ##$ ∙ .1$K
Ë‚
. °±°²³´µ • Ë Ë‚ K
) —
K
£ = ¾ e i = m = % + + { †
2

Dunque si ha:

.¾ •
º¿ o ½¿ = f ##$ ∙ .1$
= Œ m . + Ò m +
. °±°²³´µ • Ë Ë‚

Nota Bene: I termini ½¿ sono valutati positivi quando il lavoro è fatto dal volume di
controllo sull’esterno. Esso è suddiviso in quattro termini:

½¿ = ½¿] ´³ààµè±à· + ½¿é ²³è°±·è± è·Þ´µ¸± + ½¿ê ²³è°±·è± ë± ²µì¸±· + ½¿µ¸²Þ· , cioè:

① ½¿] ´³ààµè±à· : Lavoro prodotto dalla turbina a vapore (positivo) ed il lavoro


speso per azionare un compressore (negativo).

② ½¿é : Per un elemento di area .1$, possiamo

.4$è·Þ´µ¸ , che sarà dato dalla tensione normale


scrivere un’espressione per lo sforzo normale

?55 moltiplicata per l’elemento vettore area


.1$ (normale alla superficie di controllo), quindi
la variazione del lavoro sull’elemento di area

##$ = ?55 .1$ ∙ +


.4$í ∙ + ##$
vale:

Dal momento che il lavoro esterno sul confine al volume di controllo è opposto di
segno rispetto al lavoro fatto sul volume di controllo, la variazione totale del lavoro
esterno al volume di controllo a causa degli sforzi normali vale:

½¿é ²³è°±·è± è·Þ´µ¸± = o Ò ?55 .1$ ∙ + ##$ ∙ .1$


##$ = o Ò ?55 +
Ë‚ Ë‚
23
③ ½¿ê ²³è°±·è± ë± ²µì¸±· : Riprendendo la figura precedente, si nota che la forza di
taglio agente su un elemento di area della superfice di controllo è data da:

.4$î = E$.1$ wE$ = sforzo di tagio agente in una direzione sul piano .1$y

Dal momento che il lavoro esterno sul confine al volume di controllo è opposto di
segno rispetto al lavoro fatto sul volume di controllo, la variazione totale del lavoro
esterno al volume di controllo a causa degli sforzi tangenziali vale:

##$.1$ = o Ò
½¿ê = o Ò E$ ∙ + ##$.1$ o Ò
E$ ∙ + ##$.1$ o Ò
E$ ∙ + ##$.1$
E$ ∙ +
Ë‚ @ ´³ààµè±à· °¹Ý³Þß °·¸ë ±èìÞ³°°·/¹°à±²µ

Abbiamo già calcolato il primo termine. Sulle superficie solidi, la velocità +


##$ = 0,
quindi il secondo integrale è nullo. Dunque:

½¿ê ²³è°±·è± ²µèì³è𱵸± = oÒ ##$.1$


E$ ∙ +
±èìÞ³°°·/¹°à±²µ

ciascun ingresso perpendicolare al flusso, allora .1$ è parallelo a +##$. Dato che E$ è sul
Questo termine vale zero se scegliamo una superficie di controllo che attraversa

piano .1$, E$ è perpendicolare a +


##$, quindi per una superficie di controllo
perpendicolare a + ##$:
##$ = 0 ⟹ ½¿ê = 0
E$ ∙ +

④ ½¿µ¸²Þ· : Dovuto all’energia elettrica od elettromagnetica.

Unendo i quattro termini si ottiene:

½¿ = ½¿] ´³ààµè±à· ##$ ∙ .1$ + ½¿ê + ½¿µ¸²Þ·


o Ò ?55 +
Ë‚

Sostituendo nel primo principio della termodinamica:


º¿ o ½¿] ##$ ∙ .1$ o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· =
+ Ò ?55 + ##$ ∙ .1$
Œ m . + Ò m +
´³ààµè±à·
Ë‚ • Ë Ë‚

24
cioè:


º¿ o ½¿] o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· = ##$ ∙ .1$ o Ò ?55 +
Œ m . + Ò m + ##$ ∙ .1$
´³ààµè±à·
• Ë Ë‚ Ë‚

Dato che:

1
##$ ∙ .1$ = Ò ?55 )+
= ⇒ ) = 1 ) = volume specifico ⇒ Ò ?55 + ##$ ∙ .1$
) Ë‚ Ë‚

Abbiamo che:


º¿ o ½¿] o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· = Œ m . + Ò m o ?55 ) ##$ ∙ .1$
+
´³ààµè±à·
• Ë Ë‚

Per i fluidi comuni: ?55 ≈ o|:


º¿ o ½¿] o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· = Œ m . + Ò m + |) ##$ ∙ .1$
+
´³ààµè±à·
• Ë Ë‚

Sostituendo: m = % + + { , otteniamo il primo principio per un volume di


ò_

controllo:

ó¿ o ô¿õ ö÷øøùúûøü o ô¿ý o ô¿ùþ ü = Œ +Ò + + + ###$ ∙ ##$

3.3 Equazione di Bernoulli:

25
Equazioni di continuità:


Œ . + Ò ##$ ∙ .1$ = 0
+
• Ë Ë‚

Ipotesi:

- Regime stazionario: = 0.
Ù
Ù6

- Fluido incomprimibile, = costante.


- Non ho fuoriuscite dalla linea di flusso.

Dunque:


Œ . + Œ ##$ ∙ .1$ = 0 ⇒ Œ
+ ##$ ∙ .1$ = 0 ⇒ o +] 1 +
+ +] + .+] 1 + .1 = 0
• ‚ ‚

+] 1 = +] + .+] 1 + .1 equazione utilizzata dopo

Trascuro i termini con ordine superiore:

+] .1 + 1.+] = 0

Componente nella direzione di flusso dell’equazione dei momenti, equazione base:


4‚ + 4z = ##$ ∙ .1$
Œ % . + Ò %] +
• Ë ] Ë‚

Valuto i tre termini:

- Trascuro gli effetti viscosi: Z = 0:

.|
4‚ = |1 o | + .| 1 + .1 + b| + c .1
2

superficie di controllo. Il terzo termine è 4‚ , la pressione in direzione Å sulla parte


Il primo ed il secondo termine sono forze di pressione sulle facce finali della

esterna. Quindi semplificando l’ultima equazione, otteniamo:

1
4‚ = o1.| o .|.1
2
26
La componente della forza di volume nella direzione Å, vale:

.1 .1
4z = {] . = o gsin • b1 + c .Å, •.Å = . ⇒ 4z = o { b1 + c .
2 2

Il flusso della quantità di moto:

##$ ∙ .1$ = +] o +] 1 + +] + .+]


Ò %] + +] + .+] 1 + .1
Ë‚
= o +]— 1 + +] + .+] —
1 + .1 =

Dalla continuità: +] 1 = +] + .+] 1 + .1

= o +]— 1 + +] + .+] +] 1 = +] .+] 1

Sostituisco in:

1 .1
##$ ∙ .1$ ⟹ o1.| o .|.1 o { b1 + c . = +] .+] 1 ⟹
4‚ + 4z = Œ %] +
Ë‚ 2 2

1 .1
⟹ o1.| o .|.1 o {1. o { . = +] .+] 1 trascuro ordini superiori
2 2

.|
⟹ o1.| o {1. = +] .+] 1 ⟹ o o {. = +] .+] ⟹

.| .+]—
⟹ + {. + =0
2

Poiché il fluido è incomprimibile: = costante,

+ + = øü ùú ÷
õ

27
4. Analisi differenziale della dinamica dei fluidi:

4.1 Conservazione della Massa:

fluido: . = . . . .
Considero un volumetto infinitesimo di

- } = Baricentro del volumetto


infinitesimo.
= Densità.
- + ##$ = %&̂ + )*̂ + ç,- = Velocità.
-

Posso scrivere la densità e la velocità


tramite la serie di Taylor (es: asse ):

• . •— 1 . — • .
9 | ×G = +b c + — b c +⋯= +b c
K GÉ — • 2 • 2! 2 • 2
Faccia destra:
8 •% . •—% 1 . — •% .
K%|GÉ×G = % + b c + — b c +⋯=%+b c
7 — • 2 • 2! 2 • 2

• . •— 1 . — • .
9 | ×G = + b c bo c + — bo c + ⋯ = ob c
K Gg — • 2 • 2! 2 • 2
Faccia sinistra:
8 •% . •—% 1 . — •% .
K%|Gg×G = % + b c bo c + — bo c + ⋯ = % o b c
7 — • 2 • 2! 2 • 2

Possiamo scrivere le stesse equazioni per le altre facce e valutare l’integrale di


superficie:

Œ . + Ò + ##$ ∙ .1$ = 0
• Ë Ë‚

##$ ∙ .1$ (flusso netto di massa fuori al volume di controllo),


Sviluppo il termine: ∮Ë‚ +
per l’asse :

Sinistra • . •% . 1 • •%
=o o b c Q % o b c Q . . = o %. . + % b c + b cQ . . .
o • 2 • 2 2 • •
Destra • . •% . 1 • •%
= + b c Q % + b c Q . . = + %. . + % b c + b cQ . . .
+ • 2 • 2 2 • •

28
Unendo le ultime due espressioni, ottengo:

• •%
Direzione lungo asse : % b c + b cQ . . .
• •

Ottengo lo stesso per le altre due coordinate: , quindi in generale si ha:

• •% • •) • •ç
Ò ##$ ∙ .1$ = Fƒ% b
+ c + b c„ + ƒ) b c + b c„ + ƒç b c + b c„J . . .
Ë‚ • • • • • •

Oppure:

• % • ) • ç
Ò ##$ ∙ .1$ =
+ + + Q. . .
Ë‚ • • •

Valuto il termine: ¨Ë . (tasso di variazione della massa nel volume di


Ù
Ù6

• • •
controllo):

Œ . → . . . = . . .
• Ë • •

Unendo le due espressioni, ottengo l’equazione di continuità:

• • % • ) • ç
+ + + =0
• • • •

Operatore Gradiente:

• • •
…= &̂ + *̂ + ,-
• • •

• % • ) • ç
Quindi:
+ + =…∙ +
##$
• • •

La conservazione della massa può essere scritta come:


+…∙ +
##$ = 0

29
Semplificazioni:

- Fluido incomprimibile, = costante:

…∙+
##$ = 0

= 0:
Ù
Ù6
- Regime stazionario,

…∙ +
##$ = 0

Sistema di coordinate cilindriche:

La densità al centro } del volume di

##$ = m̂ + + m̂! +! + ,-+I . Per


velocità +
controllo è assunta essere e la

valutare:

Ò ##$ ∙ .1$
+
Ë‚

dobbiamo considerare il flusso di


massa attraverso ciascuna delle sei
facce del volume di controllo.

Notiamo che la variazione netta del flusso di massa attraverso la superficie di

• + • +! • +I
controllo vale:
+ +¼ + +¼ Q .¼.•.
•¼ •• •

unità di volume, , ed il volume, ¼.•.¼. . Quindi il tasso di variazione della massa


La massa dentro il volume di controllo ad ogni istante è il prodotto della massa per

all’interno del volume di controllo S ¨Ë . U vale:


Ù
Ù6


¼.•.¼.

Nelle coordinate cilindriche l’equazione differenziale della conservazione della


massa è:

• + • +! • +I • • ¼ + • +! • +I •
+ +¼ + +¼ +¼ = 0 " + +¼ +¼ =0
•¼ •• • • •¼ •• • •

30
Dividendo tutto per ¼, otteniamo:

1• ¼ + 1 • +! • +I •
+ + + =0
¼ •¼ ¼ •• • •

In coordinate cilindriche il gradiente vale:

• 1 • •
…= m̂ + m̂! + ,-
•¼ ¼ •• •

Dunque otteniamo che:

1• ¼ + 1 • +! • +I •
+ + + =0 •
¼ •¼ ¼ •• • • â … ∙ +
##$ + =0
• 1 • • •
…= m̂ + m̂! + ,-
•¼ ¼ •• •

- Per un fluido incomprimibile, = costante:

1 • ¼+ 1 •+! •+I
+ + =…∙+
##$ = 0
¼ •¼ ¼ •• •

4.2 Movimento del fluido: Accelerazione di una particella di fluido in un


campo di velocità:

velocità: +
##$ = +
##$ , , , . Dobbiamo calcolare l’accelerazione della particella di un
Il movimento di una particella di un fluido è ovviamente connesso con il campo di

l’accelerazione come derivata della velocità, ma questo è sbagliato in quanto: +##$ è


fluido per usare la seconda legge di Newton. Potremmo semplicemente calcolare

un campo, vale a dire che descrive tutto il flusso e non solo il movimento di una
singola particella. Il problema, dunque, è quello di mantenere la descrizione del
campo per le proprietà del fluido ed ottenere un’espressione per l’accelerazione di
una particella di fluido che si muove in un campo di flusso, il problema è:

Dato il campo di velocità: + ##$ = +


##$ , , , ,

fluido, x$k . Consideriamo una particella che


trovare l’accelerazione della particella di

, la particella è alla posizione: , , ed ha


si muove in un campo di velocità. Al tempo

velocità corrispondente alla velocità a quel


punto nello spazio al tempo ,

31
+
##$k á6 = +
##$ , , ,

Al tempo: + . , la particella si è mossa in una


nuova posizione, con coordinate: + . , + . ,
+ . , ed ha velocità data:

+
##$k á6É×6 = +
##$ +. , +. , +. , +.

La velocità della particella al tempo (posizione ¼$ è data da: +


##$k = +
##$ , , , .

Quindi .+
##$k , la variazione di velocità della particella, nel movimento da ¼$ a ¼$ + .¼$,
nel tempo . , è data dalla regola della catena:

•+
##$ •+
##$ •+
##$ •+
##$
.+
##$k = . + . + . + .
• k
• k
• k

L’accelerazione totale della particella vale:

.+
##$k •+##$ . k •+##$ . k •+##$ . k •+##$
x$k = = + + +
. • . • . • . •

Dal momento che:

. k . k . k
= %, = ), =ç
. . .

Abbiamo che:

.+
##$k •+
##$ •+
##$ •+
##$ •+##$
x$k = =% +) +ç +
. • • • •

Per ricordarci che il calcolo dell’accelerazione di una particella di un fluido nel


##$

campo della velocità richiede una derivata speciale, diamo ad essa il simbolo: ,
#6

v+##$ .+
##$k •+
##$ •+
##$ •+
##$ •+##$
quindi:
≡ x$k = =% +) +ç +
v . • • • •

##$

La derivata: è chiamata derivata sostanziale o materiale.
#6

32
- Rotazione del Fluido:

Una particella che si muove in flusso tridimensionale può ruotare intorno a tre
assi. Dunque questa particella è descrivibile come:

#$ = &̂$G + *̂$H + ,-$I


$

segmenti perpendicolari "x ed "Õ di lunghezze ∆ e ∆ . Dopo un intervallo


Si considera il piano al tempo . I lati a sinistra ed in basso sono dati da due

∆ la particella sarà traslata, ruotata e deformata in una posizione. Nella


figura Õ è mostrato una possibile orientamento delle linee al tempo + ∆ ,
dopo una rotazione di: ∆P e ∆%, quanto valgono questi angoli? Bisogna fare

particella è: ∆P o ∆% , come mostrato nella figura Ö. Nota bene: ∆P è


una media delle rotazioni, quindi la rotazione antioraria del corpo rigido della
h

positivo perché ha ruotato in senso antiorario, mentre ∆% è negativo perché

particella, come mostrato in figura .. Per ottenere la deformazione del lato


ha ruotato in senso orario. Possiamo calcolare la deformazione angolare della

"x (fig. .) usiamo fig. Õ e Ö. Se sottraiamo ∆P o ∆β dalla rotazione reale di


h

"x, ∆P (fig. Õ), quello che rimane deve essere pura deformazione:

1 1
∆P o ∆P o ∆% Q = ∆P + ∆%
2 2

Facendo considerazioni analoghe per il lato "Õ, otteniamo:

1 1 1
∆% o ∆P o ∆% Q = o ∆P + ∆% od una deformazione oraria: ∆P + ∆%
2 2 2

lati, ∆P + ∆%.
La deformazione totale della particella è la somma delle deformazioni dei due

A questo punto bisogna convertire questi valori angolari in quantità ottenibili


dal campo di flusso. Per fare questo vediamo che, per piccoli angoli valgono:

33
∆i
∆P =
Δ
∆'
∆P =
Δ

∆i: Se nell’intervallo ∆ , il punto " si muove verticalmente di una distanza


)Δ , quindi il punto x si muoverà di una distanza: S) + [ ` Δ U Δ .
Ù(
ÙG
∆': Se nell’intervallo ∆ , il punto " si muove orizzontalmente di una distanza
%Δ , quindi il punto Õ si muoverà di una distanza: S% + [ ` Δ U Δ .
ÙR
ÙH

Quindi otteniamo che:

•% •%
9∆' = b% + Q Δ c Δ o %Δ = Δ
• •
8 •) •)
7 ∆i = b) + Q Δ c Δ o )Δ = Δ
• •

Possiamo calcolare la velocità angolare della particella lungo l’asse :

1 1 Δi Δ' 1 •) Δ •% Δ
ΔP o Δ% S o U b o c 1 •) •%
2 2 Δ Δ 2 • Δ • Δ
$I = lim = lim = lim = b o c
)6 → B Δ )6 → B Δ )6 → B Δ 2 • •

Considerando la rotazione di coppie di segmenti perpendicolari nei piani: e ,


possiamo verificare che:

1 •ç •)
9$G = b o c
2 • •
8 1 •% •ç
7 H 2 b• o • c
$ =

#$ = &̂$G + *̂$H + ,-$I vale:


Quindi $

1 •ç •) •% •ç •) •% 1 1
#$ = &̂ b o c + *̂ b o c + ,- b o cQ = ¼" +
##$ = … ∧ +
##$
2 • • • • • • 2 2
$

34
- Deformazione del Fluido:

1) Deformazione Angolare: Come visto in precedenza (fig. .) la deformazione

angolari, cioè: ∆P + ∆% . Ricordiamo anche che:


angolare della particella è data dalla somma delle due deformazioni

∆i
∆P =
Δ ⟹ ∆' e Δi sono dati da:
∆'
∆P =
Δ

•% •%
9∆' = b% + Q Δ c Δ o %Δ = Δ
• •

8 •) •)
7 ∆i = b) + Q Δ c Δ o )Δ = Δ
• •

nel piano , combinando questi risultati:


Possiamo ora calcolare il grado della deformazione angolare della particella

∆i ∆'
9Grado della deformazione ΔP + Δ% SΔ + Δ U
K angolare nel piano = lim = lim
Δ Δ
8 •) Δ •% Δ
b Δ Δ + Δ c
)6 → B )6 → B

K Grado della deformazione = lim • • Δ •) •%


=b + c
7 angolare nel piano )6 → B Δ • •

e ,
Espressioni simili possono essere scritte per il grado di deformazione angolare
della particella nei piani

•ç •)
9 =b + c
angolare nel piano • •
Grado della deformazione

8Grado della deformazione •ç •%


=b + c
7 angolare nel piano zx • •

2) Deformazione Lineare: Durante la deformazione lineare, la forma


dell’elemento di fluido, descritta dagli angoli ai suoi vertici, rimane sempre
uguale, dal momento che tutti gli angoli perpendicolari continuano ad

direzioni: , , solo se , , , è diverso da zero. Queste quantità


essere angoli perpendicolari. L’elemento cambierà lunghezza nelle
ÙR Ù( Ù-
ÙG ÙH ÙI

direzioni: , , . Le variazioni di lunghezza dei alti possono produrre


rappresentano le componenti dei tassi longitudinali di deformazione nelle

35
variazioni di volume dell’elemento. Il tasso di volume di dilatazione
istantanea locale è dato da:

•% •) •ç
Tasso di dilatazione volumetrica = + + =…∙+
##$
• • •

4.3 Equazione dei Momenti:

Un’equazione dinamica che descrive il moto del fluido può essere ottenuta
dall’applicazione della seconda legge di Newton ad una particella. Per derivare la

legge di Newton ad una particella infinitesima di fluido di massa . . La seconda


forma differenziale dell’equazione dei momenti, potremmo applicare la seconda

legge di Newton per un sistema finito ci dice che:

#$

4$ = » #$°±°²³´µ = Œ
dove: º +
##$ .
. °±°²³´µ ´µ°°µ °±°²³´µ

Dunque, per un sistema infinitesimale di massa . , la seconda legge di Newton

.+
##$
diventa:
.4$ = . »
. °±°²³´µ

massa . , che si muove in un campo di velocità, possiamo scrivere la seconda legge


Avendo ottenuto un espressione per l’accelerazione di un elemento di fluido di

di Newton come un’equazione vettoriale:

##$
v+ •+
##$ •+
##$ •+
##$ •+##$
.4$ = . =. ¤% +) +ç + ¦
v • • • •

Ora dobbiamo ottenere un’accettabile formulazione per la forza .4$ , o le sue


componenti, .4G , .4H e .4I agenti sull’elemento.

- Forze agenti su una particella di fluido:

Ricordiamoci che le forze agenti su elemento di fluido devono essere


classificate come forze di volume e forze di superfice; quest’ultime includono
sia forze normali che forze di taglio tangenziali.

36
Possiamo considerare la
componente della forza agente su

. e volume: . = . . . . Solo
un elemento differenziale di massa

quelle tensioni che agiscono nelle


direzione provocheranno forze di
superfice nella direzione . Se
vengono definite come tensioni al

?GG , EHG , EIG , quindi le tensioni


centro dell’elemento differenziale:

agenti lungo la direzione su tutte


le facce dell’elemento, sono quelle

Per ottenere la forza di superficie netta nella direzione , .4‚L , dobbiamo sommare
mostrate in figura.

le forze nella direzione , quindi:

•?GG . •?GG .
.4‚L = b?GG + c . . o b?GG o c. .
• 2 • 2
•EHG . •EHG .
+ EHG + . . o EHG o . .
• 2 • 2
•EIG . •EIG .
+ bEIG + c . . o bEIG o c. .
• 2 • 2

Semplificando, otteniamo che:

•?GG •EHG •EIG


.4‚L = + + . . .
• • •

per unità di massa è {$. La forza netta nella direzione , .4G , vale:
Quando la forza di gravità è l’unica forza di volume agente, allora la forza di volume

•?GG •EHG •EIG


.4G = .4zL + .4‚L = {G + + + . . .
• • •

Le componenti della forza nelle direzioni e , valgono:

•EGH •?HH •EIH


9.4H = .4z + .4‚ = {H + + + . . .
K M M
• • •
8 •EGI •EHI •?II
K .4I = .4z© + .4‚© = {I + + + . . .
7 • • •

37
- Equazioni Differenziali dei Momenti:

Abbiamo ora formulato le espressioni per le componenti: .4G , .4H , .4I


agenti sull’elemento di massa . . Se sostituiamo queste espressioni per le
componenti della forza nell’equazione (in componenti , , ):

##$
v+ ##$
•+ ##$
•+ ##$ •+
•+ ##$
.4$ = . =. ¤% +) +ç + ¦
v • • • •
otteniamo:

•?GG •EHG •EIG •% •% •% •%


9 {G + + + = b +% +) +ç c
K • • • • • • •
K
•EGH •?HH •EIH •) •) •) •)
{H + + + = b +% +) +ç c
8 • • • • • • •
K { + •EGI + •EHI + •?II = b•ç + % •ç + ) •ç + ç •ç c
K
7 I • • • • • • •

- Fluido Newtoniano: Equazioni di Navier – Stokes:

Per un fluido Newtoniano la viscosità è direttamente proporzionale al grado di


deformazione di taglio (grado di deformazione angolare). Abbiamo visto che

proporzionale alla variazione di deformazione angolare: EHG = . Per un


per un flusso monodimensionale laminare Newtoniano la tensione di taglio è
×R
×H
flusso tridimensionale la situazione è un po’ più complicata. Le tensioni
possono essere espresse in termini di gradienti di velocità e le proprietà fluido
in coordinate rettangolari come segue:

•) •% 2 •%
9EGH = EHG = Z b + c 9?GG = o| o Z… ∙ + ##$ + 2Z
K • • K 3 •
K K 2 •)
•ç •)
EHI = EIH = Z b + c e ?HH = o| o Z… ∙ + ##$ + 2Z
8 • • 8 3 •
K
K •% •ç K
K 2 •ç
E = E = Z b + c 7 ? = o| o Z… ∙ +
##$ + 2Z
7 IG GI
• •
II
3 •

dove | è la pressione termodinamica locale, che è collegata alla densità ed


alla temperatura dalla relazione termodinamica chiamata in generale
equazione di stato.
Se queste espressioni per le tensioni sostituite nell’equazioni differenziali di
movimento, otteniamo:

38
v% •| • •% 2 • •% •) • •ç •%
9 = {G o + Z b2 o …∙+##$cQ + Z b + cQ + Z b + cQ
K v • • • 3 • • • • • •
K
v) •| • •% •) • •) 2 • •) •ç
= {H o + Z b + cQ + Z b2 o …∙+ ##$cQ + Z b + cQ
8 v • • • • • • 3 • • •
K
K vç •| • •ç •% • •ç •ç • •ç 2
= {I o + Z b2 + cQ + Z b + cQ + Z b2 o …∙+##$cQ
7 v • • • • • • • • • 3

Queste equazioni sono molto semplificate quando applicate ad un flusso


incomprimibile con viscosità costante. Infatti si riducono a:

•% •% •% •% •| •2 % •2 % •2 %
9 b +% +) +ç c= { o +Z + +
K • • • • • • • •
2 2 2
K
•% •) •) •) •| •2 ) •2 ) •2 )
b +% +) +ç c= { o +Z + +
8 • • • • • • 2 • 2 • 2

K •%
K b + % •ç + ) •ç + ç •ç c = { o •| + Z •2 ç
+
•2 ç
+
•2 ç
7 • • • • • • 2 • 2 • 2

queste equazioni rappresentano il sistema di Navier – Stokes. Sinteticamente


possono essere scritte come:

•+
##$ •+
##$ •+
##$ •+
##$
%+ )+ ç+ = x$ o …| + Z∆ +
##$
• • • •

Per un fluido non viscoso Z = 0 , si riduce all’equazione di Eulero:

•+
##$ •+
##$ •+
##$ •+
##$
%+ )+ ç+ = x$ o …|
• • • •

In componenti:

•+
##$ •+
##$ •+
##$ •+
##$ •|
9 %+ %+ %+ = x$G o
K • • • • •
K
•+
##$ •+
##$ •+
##$ •+
##$ •|
)+ )+ )+ = x$H o
8 • • • • •
K •+##$ •+##$ •+
##$ •+
##$ •|
K ç+ ç+ ç+ = x$I o
7 • • • • •

39
In coordinate cilindriche:

•+ +! •+ •+I +!— •+ •|
9 + + + +I o + = x o
K •¼ ¼ •• • ¼ • •¼
K
•+! +. •+! •+! + +! •+! 1 •|
b+ + + +I + + c = x! o
8 •¼ ¼ •• • ¼ • ¼ ••
K
K •+I +! •+I •+I •+I •|
7 b+ + + +I + c = xI o
• ¼ •• • • •

40
5. Fluidi non viscosi ed incomprimibili:

5.1 Equazioni di Eulero in coordinate di linee di flusso:

Nei capitolo precedenti abbiamo segnalato che le linee di flusso, disegnate tangenti
ai vettori velocità in ogni punto del campo di flusso, forniscono una
rappresentazione grafica adatta. In un flusso costante una particella di fluido si
muoverà lungo un campo di flusso poiché, per un flusso costante, le linee di flusso e

flusso costante, oltre all’utilizzo delle coordinate ortogonali: , , , la distanza lungo


di percorso coincidono. Così, nel descrivere il moto di una particella di fluido in un

una linea di flusso è una coordinata logica da utilizzare nell’equazioni soprascritte di


movimento. Le coordinate delle linee di flusso possono anche essere usate per
descrivere un flusso non costate. Le linee di flusso in un flusso non costante danno
una rappresentazione grafica del campo di velocità istantaneo.

Per semplicità consideriamo il flusso nel


piano . Vogliamo scrivere le

coordinata Å, distanza lungo una linea di


equazioni di moto in termini della

flusso, e la coordinata 3, distanza

al centro dell’elemento di fluido vale |.


normale alla linea di flusso. La pressione

Newton nella direzione Å della linea di


Se applichiamo la seconda legge di

flusso, all’elemento di volume: .Å.3. ,


trascurando le fosse viscose otteniamo:

•| .Å •| .Å
b| o c .3. o b| + c .3. o { sin % .Å.3. = x] .Å.3.
•Å 2 •Å 2

dove:

o % = Angolo tra la tangente alla linea di flusso e l’orizzontale.


o x] = Accelerazione della particella di fluido lungo la linea di flusso.

Semplificando l’equazione, abbiamo che:

•|
o o { sin % = x]
•Å

41
Dal momento che: sin % = , possiamo scrivere:
ÙI
Ù]

1 •| •
o o{ = x]
•Å •Å

Lungo ciascuna linea di flusso ½ = ½ Å, , od il materiale o l’accelerazione totale


della particella di fluido nella direzione del flusso vale:

v+ •+ •+
x] = = ++
v • •Å

L’equazione di Eulero nella direzione del flusso con l’asse diretto verticalmente

1 •| • •+ •+
verso l’alto è quindi:
o o{ = ++
•Å •Å • •Å

Per un flusso stazionario, e trascurando le forze di volume, l’equazione di Eulero


nella direzione del flusso si riduce a:

1 •| •+
= o+
•Å •Å

che indica che (per un flusso incomprimibile e non viscoso) una diminuzione nella
velocità è accompagnato da un incremento nella pressione (e viceversa). Questo ha
un senso: L’unica forza sentita dalla particella è la forza di pressione netta, quindi la
particella accelera verso regioni a basse pressioni e decelera quando si avvicina a
regioni ad alte pressioni.

applichiamo la seconda legge di Newton nella direzione di 3 all’elemento di fluido.


Per ottenere l’equazione di Eulero nella direzione normale alle linee di flusso,

Nuovamente, trascurando le forze viscose, otteniamo:

•| .3 •| .3
b| o c .Å. o b| + c .Å. o { cos % .3. .Å = x5 .3. .Å
•3 2 •3 2

dove:

o % = Angolo tra la direzione 3 e la verticale.


o x5 = Accelerazione della particella di fluido nella direzione 3.

42
Semplificando l’equazione, abbiamo che:

•|
o o { cos % = x5
•3

Dal momento che: cos % =


ÙI
Ù5
, scriviamo:

1 •| •
o o{ = x5
•3 •3

linea di flusso, nella direzione negativa 3. L’accelerazione centripeta vale:


L’accelerazione normale dell’elemento di fluido è verso il centro di curvatura della

+—
x5 = o
l

per un flusso stazionario, dove l è il raggio di curvatura della linea di flusso al punto
scelto. Dunque, l’equazione di Eulero normale alla linea di flusso è scritta per un

1 •| • +—
flusso stazionario come:
+{ =
•3 •3 l

Per un flusso stazionario in un piano orizzontale, l’equazione di Eulero normale alla

1 •| + —
linea di flusso diventa:
=
•3 l

Quest’ultima equazione indica che la pressione diminuisce nella direzione diretta

linee di corrente sono rettilinee, il raggio di curvatura, l, è infinito. Quindi non c’è
verso l’esterno dal centro di curvatura delle linee di flusso. Nelle regioni dove le

variazione di pressione lungo la normale alle linee di corrente rettilinee.


Ricapitolando:

- Flusso non viscoso.


- Fluido incomprimibile.

9x] = o 1 •| o { • Ö"3 x] = •+ + + •+
K •Å •Å • •Å
8 1 •| • + —
x
K 5 = o o { Ö"3 x = o
7 •3 •3 5
l

43
Ottengo:

9•+ + + •+ = o 1 •| o { •
K• •Å •Å •Å
8+ 1 •| •

K l = •3 + { •3
7

5.2 Equazione di Bernoulli: Integrazione dell’equazione di Eulero lungo


una linea di flusso per un flusso stazionario:

Rispetto ai flussi equivalenti viscosi, il momento o l’equazione di Eulero per un fluido


incomprimibile, non viscoso, è semplice matematicamente, ma la soluzione (in
combinazione con l’equazione della conservazione della massa) presenta ancora
difficoltà in tutti i più comuni problemi dei fluidi. Un utile approccio per un fluido
stazionario è integrare l’equazione di Eulero lungo una direzione di flusso.
Derivazione dell’equazione di Bernoulli usando coordinate di flussi di linea.
L’equazione di Eulero per un flusso stazionario lungo una linea di flusso vale:

1 •| • •+
o o{ =+
•Å •Å •Å

In una particella di fluido che si muove di una distanza, .Å, lungo una linea di flusso,
quindi:

•|
9 .Å = .| Variazione di pressione lungo Å
K •Å

.Å = . Variazione di altezza lungo
8•Å
K•+
7 •Å .Å = .+ Variazione di velocità lungo Å

Dopo aver moltiplicato l’equazione: o o{ =+ per .Å, scriviamo:


h Ùk ÙI Ùò
Ù] Ù] Ù]

.| .|
o o {. = +.+ "||%¼m + +.+ + {. = 0 lungo Å

Integrando quest’equazione otteniamo:

.| +—
Œ + + { = costante lungo Å
2

44
5.3 Pressione Statica, di Stagnazione, Dinamica:

La pressione |, che abbiamo usato nella derivazione dell’equazione di Bernoulli, è la


pressione termodinamica; essa è chiamata comunemente pressione statica. La
pressone statica è la pressione percepita dalla particella di fluido che si muove
(quindi è qualcosa con un termine improprio) – abbiamo anche le pressioni di
stagnazione e dinamica, che saranno definite in seguito. Come facciamo a misurare
la pressione in un fluido in movimento?

Precedentemente mostrammo che non c’è


variazione di pressione in direzione normale alle
linee di flusso rettilinee. Questo fatto permette di
misurare la pressione statica di un fluido usando
una presa di pressione a parete. È importante che
sia posizionato in una regione in cui le linee di
flusso sono rettilinee. In sostanza è un piccolo foro,
con asse perpendicolare alla faccia.

Se si dovesse misurare la pressione di una corrente


di fluido lontana da parete dove le linee di flusso
sono curve, si usa una sonda di pressione statica. I
fori di misura sono posizionati sulla punta della
sonda. La sezione di misurazione deve essere
allineata con la direzione del flusso locale; i fori
non permettono al flusso di fuoriuscire.

La pressione di stagnazione (o totale) si ottiene quando un fluido è decelerato da


attrito sino ad avere velocità zero. Per un fluido incomprimibile, l’equazione di
Bernoulli può essere usata per correlare variazione di velocità e pressione lungo una
linea di flusso per tale processo. Trascurando le differenze di altezza:

| +—
+ = costante
2

Se indico la pressione statica con | in un punto in cui il flusso ha velocità +, ed


indico con |/ la pressione di stagnazione dove la velocità, +/ , è zero, posso
calcolare:

|/ +/ | + — 1
+ = + ⟹ |/ = | + +—
2 2 2

45
+ — è generalmente
Quest’equazione è un’affermazione matematica della definizione della pressione di
h

stagnazione, valida per fluidi incomprimibili. Il termine:
chiamato pressione dinamica. L’equazione, soprascritta, stabilisce che la pressione
di stagnazione (o totale) uguaglia la pressione statica con l’aggiunta della pressione
dinamica. Un modo per comprendere le tre pressioni è quello di immaginare di stare
in piedi, con un vento costante che sostiene la propria mano:

- La pressione statica sarà la pressione atmosferica.


- La pressione maggiore che si sente al centro della propria mano è la pressione
di ristagno.
- L’accumulo di pressione (differenza tra le pressioni di ristagno e statica) è la
pressione dinamica.

Risolvendo l’equazione soprascritta rispetto alla velocità, vale:

2 |/ o |
+=/

Quindi, se la pressione di stagnazione e statica potessero essere misurate in ciascun


punto, quest’ultima equazione fornirebbe il flusso di velocità locale.

La pressione totale si misura in laboratorio con


una sonda con un foro che si affaccia
direttamente a monte. Tale sonda viene
chiamata: sonda di ristagno (o tubo di Pitot).
Anche in questo caso, la sezione di misurazione
deve essere allineata con la direzione del flusso
locale.

Abbiamo visto che la pressione statica ad un determinato punto può essere


misurata con un rubinetto (tap) od una sonda (probe) della pressione statica. Se
conoscessimo la pressione di stagnazione a ciascun punto, allora la velocità di flusso


potrebbe essere calcolata dall’equazione:

2 |/ o |
+=/

Per misurare | e |/ ho due possibili soluzioni:

46
La pressione statica corrispondente al punto 1 è letta

pressione di ristagno è misurata direttamente 1 dalla


dalla parete sul rubinetto a pressione statica. La

prevalenza totale del tubo.

Due sonde sono spesso combinate, come


nel tubo statico di Pitot (a sinistra). Il tubo

di ristagno al punto p, mentre la


interno è usato per misurare la pressione

pressione statica al punto 2 è rilevata


utilizzando piccoli fori nel tubo esterno. In
campi di flusso dove la variazione di
pressione statica nella direzione del flusso
è piccola, il tubo di Pitot statico può

punto p nel flusso, assumendo |z = |Ë


essere usato per dedurre la velocità al

ed usando l’equazione:

2 |/ o |
+=/

5.4 L’equazione di Bernoulli interpretata come un’equazione di Energia:

L’equazione di Bernoulli: + + { = costante, è


k ò_

stata ottenuta dall’integrazione dell’equazione di
Eulero lungo una linea di flusso per un fluido
stazionario, incomprimibile, senza attrito. Quindi
quest’equazione è stata derivata dall’equazione dei
momenti per una particella di fluido.

Un’equazione identica alla precedente può essere ottenuta dalla prima legge della
termodinamica.

Consideriamo un flusso stazionario in assenza di forze di taglio. Scegliamo un


volume di controllo delimitato dalle linee di flusso lungo la sua periferica. Tale limite
è chiamato tubo di flusso.

47
Equazione base:

• +—
º¿ o ½¿é o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· = Œ m . + Ò m + |) ##$ ∙ .1$ m = % +
+ +{
• Ë Ë‚ 2
Ipotesi:

Flusso stazionario: = 0.
Ù
Ù6
Fluido incomprimibile: h = = .
-

½¿é = ½¿ê = ½¿µ¸²Þ· = 0.
-
-
- Flusso Monodimensionale.

(Ricordiamo che qui ) rappresenta il volume specifico ed % rappresenta l’energia


interna specifica). Sotto le ipotesi soprascritte, otteniamo:

+h— +——
%h + |h )h + +{ o h +h 1h + %— + |— )— + +{ — +— 1— o º¿ = 0
2 h
2 —

Dalla continuità, con le ipotesi soprascritte:

Ú ##$ ∙ 1$ = 0 ⟹ wo 1 +1 11 y + w 2 +2 12 y = 0 ⟹ ¿ =
+ 1
+1 11 = 2
+2 12
Ë‚

º º. º
Inoltre:
º¿ = = = ¿
. . . .

Dunque otteniamo che:

+—— +h— º
¤ |— )— + +{ o |h )h + +{ ¦ ¿ + b%— o %h o c ¿ =0
2 —
2 h
.

Oppure:

|h +h— |— +—— º
+ +{ = + +{ + b%— o %h o c
2 h
2 —
.

Per le ipotesi fatte in precedenza:

º
b%— o %h o c = 0 Termine tra parentesi: Effetto della viscosità
.

48
Pertanto:

|h +h— |— +—— | +—
+ +{ = + +{ — ⟹ + + { = costante
2 h
2 2

49
6. Analisi Dimensionale e Similitudine:

6.1 Teorema di Buckingham:

Il teorema di Buckingham afferma che si può trasformare una relazione tra 3

{ çh , ç— , … , ç5 = 0
parametri della forma:

in una corrispondente relazione tra 3 o parametri dimensionalmente


indipendenti 2:

3 2h , 2— , … , 25g^ = 0 "||%¼m Πh = 3h Π— , … , Π5g^ = 0

dove è di solito il numero minimo, ¼, di dimensioni indipendenti necessarie per


definire tutti i parametri: çh , ç— , … , ç5 (a volte: ≠ ¼ .

Esempio: Data una forza resistente: 4 = 4 , +, v, Z , agente su una sfera liscia,


ottenere un insieme di gruppi adimensionali che possono essere utilizzati per
correlare i dati sperimentali.

Ho 5 parametri: 4, , +, v, Z → 3 = 5, scelgo il sistema internazionale di


grandezze:

,{ ∙ ¯∙n n ,{ ¯ ,{ ¯
4 £ = Q = — ; + = [ ` = ; v = = n ; = Q= ; Z = Q=
Å — Å ¥ n¥ ∙Å n∙

Le dimensioni primarie sono 3, cioè: ¼ = 3.

Scelgo tre parametri, ad esempio: , +, v → = ¼ = 3 dimensioni primarie.

Quindi ci sono: 3 o = 2 gruppi senza dimensione. Impostando le equazioni


dimensionali, otteniamo:

¯ Ÿ n ® ¯
Πh = Ÿ
+ v 4 e b ¥ c b c n
® • •
b c = ¯/ n/ /
n n —

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x + 1 = 0 → x = o1 4
n: o 3x + Õ + Ö o 1 = 0 → Ö = o2 6 Quindi, Πh =
+ — v—
: o Õ o 2 = 0 → Õ = o2

50
¯ × n 8 ¯
Analogamente:

Π— = ×
+ v Z e b ¥ c b c n b c = ¯/ n/ /
n n
8 9 9

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: . + 1 = 0 → . = o1 Z
n: o 3. + m + : o 1 = 0 → : = o16 Quindi, Π— =
+v
: o m o 1 = 0 → m = o1

La relazione funzionale è Πh = : Π— oppure:

4 Z
= b c
+ — v— +v
:

La forma della funzione, :, deve essere determinata sperimentalmente.

6.2 Concetto di Similitudine tra due Modelli:

Per essere utile, un modello di prova deve fornire dati che possano essere ridotti in
scala per ottenere forze, momenti e carichi dinamici che esisterebbero sul prototipo
in scala reale. Quali condizioni devono essere soddisfatte per garantire la
somiglianza del modello ed i prototipi dei flussi? Dunque abbiamo il concetto di
similitudine tra il modello ed il prototipo:

1) Geometria (forma): Il modello ed il prototipo devono avere la stessa forma.


Inoltre tutte le dimensioni lineari del modello devono essere riferibili alle
corrispondenti dimensioni del prototipo da un fattore di scala costante.
2) Cinetica (velocità): I due flussi sono cinematicamente simili quando le velocità
ai punti corrispondenti sono nella stessa direzione e differiscono solo da un
fattore di scala. Quindi i due flussi che sono cinematicamente simili hanno
anche modelli delle linee di flusso correlate da un fattore di scala.
3) Dinamica (forze): Due flussi sono dinamicamente simili quando le distribuzioni
di forze sono tali che le stesse tipologie di forze sono parallele e sono
confrontabili da un fattore di scala costate a tutti i corrispondenti punti.

51
Esempio:

Lastra piana sottoposta ad un flusso ortogonale ad esso.

Inoltre sappiamo:

4 = : +, , Z, Õ, ℎ

3 = 6 m ¼ = 3 n, ¯,

,{ ∙ ¯∙n n ,{ ,{ ¯
4 = Q = ; + = [ ` = ; = Q = n ; Z = Q= ; Õ = ℎ = = n
Å— — Å ¥ ∙Å n∙

o3 1 0
Scelgo , = ¼ = 3 , , +, Õ ;+1 0 o1; = 1 ≠ 0
1 0 0
Avrò: 3 o = 3 gruppi:

¯ Ÿ n ® ¯n
1 o Πh = Ÿ
+ Õ 4 e b ¥ c b c n
® • •
b c = ¯/ n/ /
n —

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x + 1 = 0 → x = o1 4
n: o 3x + Õ + Ö + 1 = 0 → Ö = o2 6 Quindi, Πh =
+ — v—
: o Õ o 2 = 0 → Õ = o2

¯ Ÿ n ® ¯
2 o Π— = Ÿ
+ Õ Z e b ¥ c b c n
® • •
b c = ¯/ n/ /
n n

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x + 1 = 0 → x = o1 Z 1
n: o 3x + Õ + Ö o 1 = 0 → Ö = o1 6 Quindi, Π— = =
+Õ lm
: o Õ o 1 = 0 → Õ = o1
52
¯ Ÿ n ®
3 o Π¥ = Ÿ
+ Õ ℎ e b ¥ c b c n
® • •
n = ¯/ n/ /
n

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x = 0 → x = 0 ℎ
n: o Ö o 1 = 0 → Ö = o16 Quindi, Π¥ =
Õ
: Õ = 0 → Õ = 0

Ricapitolando:

4 Z ℎ
Πh = , Π = , Π =
+ — v— —
+Õ ¥
Õ

4 Z ℎ
Πh = : Π— , Π¥ → = b , c
+ — v— +Õ Õ
:

Il grafico è costante dato Reynolds; in pratica conta . 2# = : S U


< <
® ®

Esempio:

considero P = 0.
Profilo alare in un fluido comprimibile;

4# = : Ö, a, , Z, Š, l, Ã

3 = 8 m ¼ = 3 n, ¯, , Ã

,{ ∙ ¯∙n n ,{
4 = Q = ; Ö = = n ; + = [ ` = ; = Q = n ;
Å— — Å ¥
,{ ¯ ,{ ∙ — 1 n—
Z= Q= ; Š = o ; l = Q=¤ ∙ ¦ = — ;
∙Å n∙ ,{> Å— ,{> Ã
=

à = > = Ã

1 0 0 0
Ho , = 4, ç%?3.?: 3 o , = 4 gruppi , Ö, Ã, , + @ 0 0 0 1 @ = o1 ≠ 0
o3 1 0 0
1 0 o1 0

53
¯ • n × ¯
1 o Πh = Ö Ã Ÿ ® •
+ 4 e n
× Ÿ
à ®
b ¥ c b c b — c = ¯/ n/ /
n n

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x o 3Ö + . + 1 = 0 → x = o2
n: Ö + 1 = 0 → Ö = o1 4
â Quindi, Πh = — —
: o . o 2 = 0 → . = o2 Ö +
Ã: Õ = 0 → Õ = 0

¯ • n × ¯
2 o Π— = Ö Ã Ÿ ® •
+ Z e n
× Ÿ
à ®
b ¥ c b c b c = ¯/ n/ /
n n

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x o 3Ö + . + 1 = 0 → x = o1
n: Ö + 1 = 0 → Ö = o1 Z
â Quindi, Π— =
: o . o 1 = 0 → . = o1 Ö +
Ã: Õ = 0 → Õ = 0

3 o Π¥ = Š

¯ • n × n—
4 o ΠA = Ö Ã Ÿ ® •
+ l e n
× Ÿ
à ®
b ¥c b c = ¯/ n/ /
n —Ã

Gli esponenti di ¯, n e nelle equazioni sono:

¯: x o 3Ö + . + 2 = 0 → x = 0
n: Ö = 0 → Ö = 0 lÃ
â Quindi, ΠA = —
: o . o 2 = 0 → . = o2 +
Ã: Õ o 1 = 0 → Õ = 1

Quest’ultimo risultato ha a che fare con il numero di Mach.

4 Z lÃ
Dunque:
Πh = : Π— , Π¥ , ΠA → = b , Š, c
Ö— +— Ö + +—
:
Dove:

Š → Relazione sui gas.

→ Relazione di comprimibilità.
•B
ò_

54
Esempio:

∆| = : , +, v, N, Z, m m = rugosità

La caduta di pressione per un fluido stazionario, incomprimibile, viscoso, attraverso


un tubo orizzontale dipende da lunghezza, velocità media, diametro, viscosità del
fluido, rugosità.

3=7
¼ = 3 → n, ¯,

£ ,{ ∙ 1 ,{ ¯ ,{ ¯
|= Q= ∙ Q= Q = ; = Q = ; + = [ — ` ;
— Å— — Å— ∙ n — ¥ n¥ Å
,{ ¯
v= ; N = ; Z = Q= ; m = =n
∙Å n∙

Scelgo , +, v quindi avrò: 3 o = 4 gruppi.

Δ| Z N m
Πh = ; Π = ; Π = ; Π =
+— —
+v ¥
v A
v

Δ| Z N m
Quindi:
= :b , , c
+ +v v v

Gruppi dimensionali significanti:

Le forze di inerzia sono proporzionali a + — n— , comparandole con altre otteniamo


importanti gruppi dimensionali:

4"¼ m .’?3m¼ ?x ∝ + — n—
.% +
4"¼ m )?ÅÖ"Åm ∝ Z+n bE1 = Z 1 ∝ Z n— = Z+nc
. n
D

Facendo il rapporto fra le forze viscose e quelle d’inerzia:

Z+n Z 1 +n
= = lm = Numero di Reynolds
+ — n— +n lm Z

4"¼ m .’?3m¼ ?x ∝
4"¼ m .? {¼x)? à ∝ { n¥ { = {n¥
H

55
Facendo il rapporto fra le forze di gravità e quelle d’inerzia:

{ n¥ {n 1
= =
+ — n— + — 4 —

+ 4 < 1 Fluidi subcritici


4 ≔ H
I{n 4 > 1 Fluidi supercritici

Numero di Mach:

+
¯= = Caratterizza gli effetti della comprimibilità in un fluido.
Ö

Dove Ö è la velocità del suono nel fluido (o mezzo) considerato:

Ö = IŠlÃ

56
7. Flusso interno incomprimibile e viscoso:

7.1 Introduzione:

I flussi completamente circondati da superfici solide sono chiamati flussi interni. I


flussi interni possono essere laminari o turbolenti. Il regime del flusso è funzione

numero di Mach < 0,3. Il numero di Reynolds stabilisce se il flusso è in regime


principalmente del numero di Reynolds. Per il momento considero fluidi con

laminare od in regime turbolento.

7.2 Esperimento di Reynolds:

Ci permette di dimostrare la differenza qualitativa tra il flusso laminare e quello


turbolento. In questo esperimento l’acqua scorre da un grande serbatoio attraverso
un tubo trasparente. Un filamento sottile di colorante iniettato all’ingresso del tubo
consente l’osservazione visiva del flusso. A basse portate (bassi numeri di Reynolds)
il colorante iniettato nel flusso rimane in un solo filamento lungo il tubo; c’è un po’
di dispersione del colorante a causa del flusso laminare. Un flusso laminare è quello
in cui il fluido scorre a lamina od a strati; non vi è alcuna miscelazione macroscopica
di strati fluidi adiacenti. Non appena incomincia ad aumentare la portata, il

fluttuazioni ad alta frequenza. La transizione avviene a lm ≈ 2300 (in un tubo).


colorante iniettato diventa instabile e ha traiettoria casuale: questo è dovuto a

La turbolenza avviene quando le forze viscose nel fluido non sono in grado si
smorzare le fluttuazioni casuali nel moto del fluido.

- Fluidi viscosi rimangono laminari anche a portate elevate.


- Fluidi con elevata densità generano elevate forze inerziali ed il fluido inizia
ad avere transizione a basse portate.

Regione d’ingresso:

Un flusso con
velocità
uniforme L/
entra in un
tubo circolare.
A causa della
condizione di
non scorrimento alla parete, la velocità alla parete deve essere zero su tutto il tubo.
Si incomincia a sviluppare uno strato limite lungo le pareti del canale. La superficie
solida esercita una forza di taglio ritardante sul flusso; così la velocità del fluido è
57
ridotta in prossimità della parete per un fluido incomprimibile, la conservazione
della massa ci dice che, come la velocità si riduce vicino alla parete, la velocità nella
zona centrale priva di attrito deve aumentare per compensare questa regione non
viscosa, inoltre, la pressione (come indicato dall’equazione di Bernoulli), deve
diminuire. Sufficientemente lontano dall’entrata, lo strato limite raggiunge la linea
centrale del tubo ed il flusso diventa completamente viscoso. La forma del profilo di
velocità a questo punto non cambia più, ed il fluido è detto completamente
sviluppato; la distanza dall’ingresso fino al punto in cui diventa sviluppato è detto
regione d’ingresso. La forma del profilo di velocità dipende dal fatto che il flusso sia
laminare o turbolento.

n +v
≃ 0,06lm ≃ 0,06 fluido laminare
v Z

dove + ≡ è la velocità media (poiché il flusso º = 1+ = 1L/ , quando abbiamo


N
@
+ = L/ . Il flusso laminare nel tubo può essere previsto solo per numeri di Reynolds
inferiori a 2300. Quindi la lunghezza in ingresso per il flusso laminare nel tubo deve
essere compresa:

n ≃ 0,06 lmv O 0,06 2300 v = 138 v

Se il flusso è turbolento, provoca maggiore miscelazione tra gli strati del fluido a

profilo di velocità media è completamente sviluppato tra i 25 e 40 diametri del tubo


causa di una più rapida crescita dello strato limite. Gli esperimenti dimostrano che il

completamente sviluppati per 80 o più diametri del tubo.


dall’ingresso. Comunque i dettagli del moto turbolento possono non essere

Zona di transizione:

Tra laminare e turbolento ho una zona di transizione; essa può essere calcolata con
il concetto di intermittency:

?= = ⟹
∆6 P¸¹°°· ²¹ÞQ·¸³è²·
B R³Þ±·ë· ë± ·°°³Þ¶µð±·è³

? = 0 Δ = 0 Laminare
⟹ S 0 < ? < 1 Transitorio
? = 1 Δ = Ã Turbolento

58
Ho tre di tipi di transizione:

1 – Naturale: Si sviluppa per effetti naturali (es: imperfezioni od asimmetrie).


2 – Indotta: Legata alla costruzione delle macchine (ostacoli od immissioni di fluido).
3 – Bypass: Effetti turbolenti sullo strato limite; fluttuazioni esterne inducono una
transizione più veloce.

7.3 Flusso laminare completamente sviluppato tra due piani infiniti e


paralleli:

Le lastre sono
considerate infinte
lungo , non ho
variazione del fluido
in questa direzione.
Inoltre assumo che il
fluido sia stazionario
ed incomprimibile.

Per la presenza dello strato limite so che la velocità alla parete è zero. Inoltre dato
che il flusso è completamente sviluppato la velocità non dipende da .
In sintesi:

- Nessuna variazione delle proprietà del fluido lungo .


- Flusso stazionario.

%|HTB = 0 , %|HTŸ = 0 (no slip condition).


- Incomprimibile.

Non ho componenti di velocità lungo o ) = ç = 0


-
-

Scelgo un volume infinitesimo: . = . . . , applico la legge di Newton


(componente ):


4‚L + 4zL = ##$ ∙ .1$ Flusso completamente sviluppato
Œ % . +Ò % +
• Ë Ë‚

##$ ∙ .1$ = 0 poichè il fllusso completamente sviluppato


Ò % +
Ë‚

4‚L = 0
Ottengo:

59
Il passaggio successivo è sommare le forze agenti sul volume di controllo lungo la
direzione . Notiamo che le forze normali (forze di pressione) agiscono sulle facce
sinistra e destra e le forze tangenziali (forze di taglio) agiscono sul facce in alto ed in
basso.

Se la pressone al centro dell’elemento è |, quindi la forza di pressione sulla faccia è:

•| .
.4~ = b| o c. .
• 2

e la forza di pressione sulla faccia destra è:

•| .
.4• = o b| + c. .
• 2

Se la forza di taglio che agisce al cento dell’elemento è EHG , quindi la forza di taglio
sulla faccia inferiore vale:

.EHG .
.4z = o EHG o . .
. 2

e la forza di taglio sulla faccia superiore è:

.EHG .
.4B = EHG + . .
. 2

Unendo le quattro forze di superficie: .4~ , .4• , .4z , .4B nell’equazione: 4‚L = 0,
otteniamo:

•| . •| . .EHG .
b| o c . . o b| + c . . o EHG o . .
• 2 • 2 . 2
.EHG .
+ EHG + . . =0
. 2

•| .EHG
Semplificando, abbiamo che:
=
• .

60
di pressione netta (che è dunque: o•|/• bilancia la forza netta di attrito (che è
Quest’equazione stabilisce che poiché non c’è cambiamento nel momento, la forza

dunque: o.EHG /. ). L’equazione: =


Ùk ×êML
ÙG ×H
ha un interessante aspetto:
La parte sinistra è al massimo una funzione soltanto di (questo deriva
immediatamente dalla scrittura della componente dell’equazione dei momenti).
La parte destra è al massimo una funzione soltanto di (il fluido è completamente
sviluppato, quindi esso non cambia con .
Quindi, il solo modo affinché l’equazione possa essere valida per tutte le e è che

.EHG •|
per ciascun lato sia costante:
= = costante
. •

Integrando quest’equazione, otteniamo:

•|
EHG = b c + Öh

che indica che lo sforzo di taglio varia linearmente con . Vogliamo trovare la
distribuzione della velocità. Per farlo quindi, dobbiamo correlare la tensione di taglio
al campo di velocità. Per un fluido Newtoniano possiamo usare l’equazione (poiché
abbiamo un flusso monodimensionale):

.%
EHG = Z
.

.% •|
quindi otteniamo:
Z = b c + Öh
. •

Integrando nuovamente:

1 •| Öh
%= b c —
+ + Ö—
2Z • Z

Per calcolare le costanti, Öh e Ö— , dobbiamo applicare le condizioni al bordo:

= 0 ⟹ % = 0 ⟹ Ö— = 0
= x ⟹ % = 0

61
Quindi:

1 •| — Öh 1 •|
0= b c x + x ⟹ Öh = o b c x
2Z • Z 2 •

e quindi:

1 •| 1 •| x— •| —
%= b c —
o b cx = b c S U o S UQ
2Z • 2Z • 2Z • x x

A questo punto abbiamo la velocità del profilo. Questa è la chiave per trovare le
altre proprietà del flusso. Cioè:

7.3.1 Distribuzione della tensione di taglio:

La distribuzione della tensione di taglio è data:

•| •| 1 •| •| 1
EHG = b c + Öh = b c o b c x = x b c o Q
• • 2 • • x 2

7.3.2 Portata volumetrica:

La portata volumetrica è data da:

##$ ∙ .1$
º=Œ +
@

Per un tratto N nella direzione :

Ÿ
º Ÿ
1 •|
º = Œ %N . "||%¼m = Œ b c —
ox .
B N B 2Z •

Quindi la portata volumetrica per unità di lunghezza vale:

º 1 •| ¥
=o b cx
N 12Z •

62
7.3.3 Massimo della velocità:

Per trovar il massimo della velocità %, dobbiamo porre: = 0 e risolvere per la :


×R
×H

.% x— •| 2 1
= b c —o Q
. 2Z • x x

.% x
Quindi:
= 0 a =
. 2

x 1 •| 3
Pertanto:
= , % = %^ŸG = o b c x— = %V
2 8Z • 2

º 1 •| x¥ N 1 •| —
dove: %V = Velocità media = = o b c =o b cx
1 12Z • Nx 12Z •

7.3.4 Trasformazione delle coordinate:

Nei precedenti risultati, l’origine delle coordinate, = 0, era stato preso su una
parete. Faccio un cambio di coordinate:

, → ‘
, ‘

Le condizioni di strato limite diventano % = 0 quando =± .


‘ Ÿ

H —
= + in: % = S U o S U x = —X SÙG U SŸU o SŸUQ
‘ Ÿ h Ùk — h Ùk Ÿ_ Ùk H
— —X ÙG —X ÙG
Sostituiamo:

ed otteniamo:

x— •| 1
‘ —
%= b cF o J
2Z • x 4

Equazione di una parabola

63
7.4 Lastra superiore che si muove con velocità costante L:

Il secondo modo per generare un flusso tra pareti infinite e parallele è che una delle
pareti si muova in modo parallelo all’altra, con o senza un gradiente di pressione
applicato. Consideriamo il caso in cui la parete superiore si stia avvicinando alla
parete destra con una velocità costante, L. Cambiano le condizioni al contorno:

% = 0 quando = 0
% = L quando = x
H

L’applicazione della seconda legge di Newton porta allo stesso modo a:

1 •| Öh
%= b c —
+ + Ö—
2Z • Z

% 0 = 0 ⟹ Ö— = 0
1 •| — Öh LZ 1 •|
% x = L ⟹ L = b c x + x e quindi: Öh = o b cx
2Z • Z x 2 •
D

Quindi:

1 •| 1 •| 1 •|
%= b c —
+ o b cx = + b c —
ox
2Z • x 2Z • x 2Z •
L L

x— •|
Pertanto:

%= + b c S U o S UQ
x 2Z • x x
L

- Per L = 0 l’equazione si riduce a quella per lastre ferme.


- Per = 0 la velocità varia linearmente.
Ùk
ÙG

A questo punto abbiamo la velocità del profilo. Questa è la chiave per trovare le
altre proprietà del flusso. Cioè:

7.4.1 Distribuzione della tensione di taglio:

La distribuzione della tensione di taglio è data da: EHG = Z .%/. ,

L x— •| 2 1 •| 1
EHG = Z + b c — o Q = Z +xb c o Q
x 2 • x x x • x 2
L

64
7.4.2 Portata volumetrica:

##$ ∙ .1$. Per un tratto N nella direzione :


La portata volumetrica è data da: º = ¨@ +

Ÿ
º Ÿ
1 •|
º = Œ %N . "||%¼m = Œ + b c —
o x Q.
N x 2Z •
L
B B

Quindi la portata per unità di lunghezza vale:

º Lx 1 •| ¥
= o b cx
N 2 12Z •

7.4.3 Velocità media:

1 •| ¥
N∙ o x
º 2 12Z b• c Q L 1 •| —
Lx
%V = = = o b cx
1 Nx 2 12Z •

7.4.4 Punto massimo della velocità:

= 0 e risolvere per
×R
×H
Per trovare il punto massimo della velocità, dobbiamo porre:
la corrispondente.

.% L x— •| 2 1 L x •|
= + b c —o Q= + b c [2 S U o 1`
. x 2Z • x x x 2Z • x

.% x
Quindi:
= 0 x = o
. 2 1/Z •|/•
L/x

Non c’è una relazione tra la velocità massima, L^ŸG , e la velocità media, %V.
H —
L’equazione: % = + S U SŸU o SŸUQ indica che il profilo di velocità può
YH Ÿ_ Ùk H
Ÿ —X ÙG

parabolico; l’ultimo termine nell’equazione è identico a quello nell’equazione: % =


essere trattato come una combinazione lineare di un profilo di velocità lineare e

H —
S U SŸU o SŸUQ. Il risultato è una famiglia di profili di velocità, che dipendono
Ÿ_ Ùk H
—X ÙG
da L e 1/Z •|/• .

65
Nella figura accanto sono disegnati tre profili, un

verificarsi quando: •|/ • > 0.


certo flusso inverso nella direzione può

7.5 Flusso laminare su un muro verticale:

Un fluido incomprimibile, viscoso,


Newtoniano, scorre in regime laminare,
stazionario giù da un muro verticale:

Ipotesi:

- Flusso stazionario.
- Flusso incomprimibile.
- Nessuna variazione delle proprietà lungo .

- Flusso completamente sviluppato: % = % .


- Nessuna componente di velocità lungo o .

- Fluido mantiene spessore Å costante.


- Non ho gradiente di pressione.

La componente dell’equazione dei momenti per un volume di controllo vale:


4‚L + 4zL = ##$ ∙ d1$
Π% . + Π% +
• Ë Ë‚

Nelle condizioni date abbiamo a che fare con un flusso laminare stazionario,
incomprimibile, completamente sviluppato.

66
¨ % . = 0.
Ù
Ù6 Ë
Per un flusso stazionario:

##$ ∙ d1$ = 0
Per un flusso completamente sviluppato: ¨Ë‚ % +

Quindi l’equazione dei momenti per il caso in esame si riduce a:

4‚L + 4zL = 0

La forza di volume, 4zL , è data da: 4zL = { . = { . . . . Le sole forze di


superficie che agiscono sul volume di controllo differenziale sono forze di taglio sulle
superfici verticali. (Dal momento che abbiamo un flusso a superficie libera, con linee
di flusso rettilinee, la pressione è atmosferica dappertutto, forze nette di pressione

controllo differenziale è EHG , quindi:


non agiscono sul volume di controllo). Se la tensione di taglio al centro del volume di

.E .
9Tensione di taglio sulla faccia sinistra: EHG = EHG o HG
K . 2
.EHG .
Z

8
K Tensione di taglio sulla faccia destra: E = E +
7
HGZ HG
. 2

segno. Pertanto sulla faccia sinistra, una superficie priva di , EHGZ , agisce verso
La direzione dei vettori degli sforzi di taglio è presa in linea con la convenzione di

l’alto, e sulla faccia destra, una superficie oltre a , EHG[ agisce verso il basso.

cui agisce. Sostituendo in 4‚L + 4zL = 0, otteniamo:


Le forze superficiali sono ottenute moltiplicando ogni sforzo di taglio per l’area su

oEHGZ . . + EHG[ . . + { . . . = 0
Oppure:

.EHG . .EHG .
o EHG o . . + EHG + . . + {. . . = 0
. 2 . 2

.EHG .EHG
Semplificando dà:
+ { = 0 "||%¼m =o {
. .

.% Z. — % .—% {
Dal momento che:
EHG =Z ç%?3.?: = o { m = o
. . — . — Z

67
.% {
Integrando rispetto a dà:
=o + Öh
. Z

Integrando nuovamente, otteniamo:

{ —
%=o + Öh + Ö—
Z 2

Per calcolare le costanti Öh e Ö— , applichiamo le condizioni al bordo:

= 0, % = 0 no slip ⟹ Ö— = 0
.% trascuro la resistenza dell‘ aria, es: assumere zero la tensione di
= , = 0 b c
. taglio sulla superficie libera
D

Dalla seconda condizione di bordo: 0 = o + Öh oppure: Öh =


\ \
X X

Quindi:

{ — { { — 1 —
%=o + "||%¼m % = S Uo S U Q
Z 2 Z Z 2
Utilizzando il profilo di velocità si può dimostrare che:

º { ¥
9 Portata volumetrica: =
K N 3Z
{ —
Velocità massima: L^ŸG =
8 2Z
K Velocità media: + { —
]=
7 3Z

Il flusso nel film del liquido è laminare per: lm = O 1000.


R
]
^

7.6 Flusso completamente sviluppato in un tubo:

68
Per un flusso completamente sviluppato stazionario, la componente
dell’equazione dei momenti, quando applicata al volume di controllo differenziale, si

4‚L = 0
riduce ancora una volta a:

Il passo successivo è sommare le forze agenti sul volume di controllo nella direzione
. Sappiamo che le forze normali (forze di pressione) agiscono sulle facce estreme
sinistra e destra del volume, e che le forze tangenziali (sforzi di tagli) agiscono sulle

Se la pressione che agisce sulla faccia sinistra del volume di controllo è |, allora la
superfici cilindriche di ingresso ed uscita.

forza di pressione sulla faccia estrema sinistra è:

.4~ = |22¼ .¼

La forza di pressione sulla faccia estrema destra è:

•|
.4• = o b| + . c 22¼ .¼

Se lo sforzo di taglio alla superficie d’ingresso del volume di controllo anulare è E G ,


allora la forza di taglio sulla superficie cilindrica interna vale:

.4Ê = oE G 22¼ .

La forza di taglio sulla superficie cilindrica esterna è:

.E G
.4_ = bE + .¼c 22 ¼ + .¼ .
G

La somma delle componenti della forza, .4~ , .4• , .4Ê , .4_ agenti sul volume di
controllo deve essere zero. Questo porta alla condizione che:

•| .E G
o 22¼.¼. + E G 22.¼. + 22¼.¼. = 0
• .¼

Dividendo questa equazione per 22¼ .¼ . e risolvendo per •|/• = 0 abbiamo:

•| E G .E G 1 . ¼E G
= + =
• ¼ .¼ ¼ .¼

69
= `L notiamo la complessità matematica, a causa dell’uso di coordinate
Comparando quest’equazione alla corrispondente equazione per piastre parallele:
Ùk ×ê
ÙG ×
cilindriche. Il lato sinistro dell’equazione è al massimo una funzione della sola (la

della sola ¼ (poiché il flusso è completamente sviluppato). Quindi, l’unico modo


pressione è uniforme a ciascuna sezione); la faccia destra è al massimo una funzione

affinché l’equazione possa essere valida per tutte le e ¼ è che sia costante per
entrambi i lati:

1 . ¼E G •| . ¼E G •|
= = costante oppure =¼
¼ .¼ • .¼ •

In un tubo costante di diametro, la pressione diminuisce uniformemente lungo la


lunghezza del tubo (ad eccezione della zona d’ingresso). Integrando l’equazione si

¼ — •| ¼ •| Öh
ha:
¼E G = b c + Öh "||%¼m E G = b c +
2 • 2 • ¼

.% .% ¼ •| Öh
Dal momento che:
E =Z ⟹ Z = b c+
G
.¼ .¼ 2 • ¼

¼ — •| Öh
e:
%= b c + ln ¼ + Ö—
4Z • Z

Dobbiamo valutare le costanti: Öh e Ö— . Comunque, abbiamo solo la condizione al


bordo che % = 0 per ¼ = l. Cosa facciamo? Prima di gettare la spugna, guardiamo
la soluzione per il profilo di velocità data da: % = S U+ ln ¼ + Ö— . Anche se noi
_ Ùk •a
AX ÙG X

fisiche che la velocità deve essere finita per ¼ = 0. L’unico modo affinché questo
non conosciamo la velocità alla linea centrale del tubo, sappiamo da considerazioni

possa accedere è per Öh = 0. Quindi, da considerazioni fisiche, possiamo concludere


che: Öh = 0, e quindi:
¼ — •|
%= b c + Ö—
4Z •

La costante Ö— è calcolata usando la condizione al bordo presso la parete del tubo:


% = 0 a ¼ = l. Pertanto:
l — •|
0= b c + Ö—
4Z •

70
l — •|
che dà:
Ö— = o b c
4Z •

¼ — •| l — •| 1 •|
e quindi:
%= b co b c= b c ¼ — o l—
4Z • 4Z • 4Z •

l — •| ¼ —
oppure:
% =o b c 1oS U Q
4Z • l

Dal momento che abbiamo la velocità del profilo, possiamo ottenere le


caratteristiche del flusso.

7.6.1 Distribuzione dello sforzo di taglio:

.% ¼ •|
Lo sforzo di taglio è:
E =Z = b c
G
.¼ 2 •

7.6.2 Portata volumetrica:


1 •| •
2l A •|
º=Œ +##$ ∙ .1$ = Œ %22¼ .¼ = Œ b c ¼ o l 22¼ .¼ → º = o
— —
b c
@ B B 4Z • 8Z •

7.6.3 Velocità media:

La velocità media vale:

º º l — •|
+
]= = =o b c
1 2l — 8Z •

7.6.4 Punto di massima velocità:

Per trovare il punto di massima velocità, dobbiamo porre .%/.¼ = 0 e risolvere per

la corrispondente ¼. Dall’equazione: % = o S U 1 o S•U Q:
• _ Ùk
AX ÙG

.% 1 •|
= b c¼
.¼ 2Z •

71
.%
Quindi:
= 0 |m¼ ¼ = 0

Per ¼ = 0,

l — •|
% = %^ŸG = L = o b c = 2%V
4Z •


La velocità del profilo: % = o S U 1 o S•U Q può essere scritta in termini della
• _ Ùk
AX ÙG
massima (centrale) velocità come:

% ¼ —
=1oS U
L l

7.7 Distribuzione della tensione di taglio in un di flusso completamente


sviluppato:

Consideriamo nuovamente un flusso completamente sviluppato in un tubo circolare


orizzontale, solo che adesso possiamo avere un flusso laminare o turbolento.
Precedentemente abbiamo mostrato che un bilancio tra la forza di attrito e la forza

¼ •| Öh
pressione porta a:
E G = b c+
2 • ¼

d’integrazione: Öh deve essere zero, quindi:


Poiché non possiamo avere una tensione infinita al centro, la costante

¼ •|
E =
G
2•

Quest’equazione indica che sia per un flusso laminare che turbolento

zero al centro, al massimo sulla parete del tubo. La tensione sulla parete, EòTòŸ««
completamente sviluppato la tensione di taglio varia linearmente lungo il tubo, da

(uguale ed opposta alla tensione nel fluido alla parete) è data da:

l •|
Eò = o E =o
G T•
2•

Per un flusso laminare abbiamo usato l’equazione della tensione: E G = Z.%/.¼


nell’equazione: E G =
Ùk
— ÙG
per ottenere la distribuzione della velocità laminare.

72
Questo ha portato ad una serie di equazioni utilizzabili, utili a descrivere le
caratteristiche del flusso.
Sfortunatamente non c’è un equazione delle tensioni equivalente per un flusso
turbolento, quindi non possiamo ripetere l’analisi del flusso laminare per derivare
equazioni equivalenti del flusso turbolento. Tutto quello che possiamo fare è
indicare alcuni risultati empirici.
Per un fluido turbolento:

.%V
E = E«Ÿ^ + E6R =Z o % ‘)‘
®
.
VVVVVV

Il prodotto: %′)′ è negativo, quindi il termine: o % ‘ ) ‘ è positivo.


VVVVVV

7.8 Velocità di profili turbolenti in mandate completamente sviluppate:

Tranne che per flussi molto viscosi in condotti di piccolo diametro, i flussi interni
sono generalmente turbolenti. Come visto in precedenza non c’è una relazione
universale tra il campo tensoriale ed il campo delle velocità significative. Quindi, per
flussi turbolenti siamo obbligati a contare su esperimenti.

Dividendo per : E = Z o % ‘ ) ‘ , otteniamo:


×R
]
×H
VVVVVV

E .%V VVVVV
=) o %‘ )′
.

Il termine: E/ ha dimensione di una velocità al quadrato. In particolare la quantità:


E/ h/ — è chiamato velocità di frizione ed è indicato con il simbolo %∗ . È costante
per il fluido dato.

A sinistra è mostrata la velocità


del profilo per un flusso
completamente sviluppato

grafico è semilogaritmico; %V/%∗ è


attraverso un tubo liscio. Il

log %∗ / ) . I parametri
rappresentato in funzione di:

adimensionali: %V/%∗ e
log %∗ / ) si verificano dalle
analisi dimensionali se le uniche
ragioni che la velocità in
prossimità della parete è determinata dalle condizioni al muro, dalle proprietà del
73
fluido, e dalla distanza dalla parete. È semplicemente un caso che il grafico
adimensionale in figura dia una molto accurata rappresentazione del profilo della
velocità in un tubo lontano dalle pareti; osserva le piccole deviazioni nella regione
centrale del tubo.

Nella regione vicina al muro dove gli sforzi di taglio dovuti alla viscosità sono
dominanti, il profilo della velocità segue la relazione lineare viscosa:

%V %∗
% = ∗=
É
= É
% )

dove è la distanza misurata dalla parete = l o ¼; ¼ è il raggio del tubo , e %V è

L’equazione soprascritta è valida per 0 O É O 5 o 7; questa regione è chiamata


la velocità significativa (il valore medio delle velocità di un gruppo di particelle).

sottostrato viscoso. Per valori di %∗ > 30, si sfrutta:

%V %∗
= 2.5 ln b c + 5.0
%∗ )

alla turbolenza. La zona tra: É = 5 o 7 e É = 30 è detta zona di transizione.


In questa regione sono importanti sia i tagli dovuti alla viscosità che quelli, dovuti

Se l’equazione: ∗ = 2.5 ln S U + 5.0 è valuta sulla linea centrale = l e % = L


R
] HR∗
R (
e l’equazione è sottratta dalla equazione valutata al centro, otteniamo:

L o %V l
= 2.5 ln b c
%∗

dove: L = Velocità sulla linea centrale. Quest’equazione è denominata difetto di

velocità del fluido, ma è solo funzione del rapporto: l/ .


velocità e mostra che in prossimità della linea centrale non ho dipendenza dalla

Il profilo della velocità per un flusso turbolento attraverso un tubo liscio può anche
essere approssimato dall’equazione empirica: legge della potenza

%V h/5 ¼ h/5
=S U = S1 o U
L l l

dove 3 varia con il numero di Reynolds: 3 = o1.7 + 1.8 log lmY .

74
un grafico di: ln /l in funzione di
In figura sono mostrati i dati di Laufer, su

ln %V/L . L’espressione soprascritta non


può essere utilizzata vicino al muro perché
dà un gradiente infinito di velocità. Non
può essere utilizzata per calcolare gli sforzi

media è: + ] = º/1
di taglio. Dal momento che la velocità

##$ ∙ .1$
º=Œ +
@

assumendo che la legge di prima sia valida dalla parete alla linea centrale, il risultato

+ 23—
è:
=
3 + 1 23 + 1
]
L

Più 3 aumenta e più aumenta il rapporto: +


]/L.

componenti: %′ e )′ trasferiscono continuamente il momento tra fluidi adiacenti,


Il profilo turbolento è più rapido in prossimità della parete. Le velocità fluttuanti in

tendendo a ridurre il gradiente di velocità.

Profili della velocità per mandate


completamente sviluppate.

75
7.9 Considerazioni energetiche per le mandate:

Consideriamo il flusso stazionario


nel sistema di tubazione, compreso
un gomito di riduzione. I confini del
volume di controllo sono
rappresentanti come linee
tratteggiate. Essi sono normali al

sezioni: 1 e 2 e coincidono con la


flusso in corrispondenza delle

superficie interna della parete del


tubo dalle altre parti.

L’equazione base:


º¿ o ½¿é o ½¿ê o ½¿µ¸²Þ· = Œ m . + Ò m + |) ##$ ∙ .1$
+
• Ë Ë‚
Ipotesi:

- Flusso stazionario.

Pressione ed energia costanti nelle sezioni: 1 e 2, ma non le velocità.


- Fluido incomprimibile.

½¿é = ½¿µ¸²Þ· = 0.
-

½¿ê = 0 poiché flusso viscoso, E ∙ +


##$ = 0.
-
-
- Si ha poi che:

+—
º¿ = Ò m + |) ##$ ∙ .1$ = Ò
+ %+ + { + |) +##$ ∙ .1$
Ë‚ Ë‚ 2
|— |h +—— +h—
={ o ¿ + %— o %h ¿ + b o c ¿ + Œ +— .1— o Œ +h .1h
@_ 2 @a 2
— h

Per eliminare l’integrale definisco il coefficiente di energia cinetica P:

¨@ + — +.1
P=
¿+]—

velocità media: +
Possiamo pensare P come un fattore di correzione che ci permette di usare la

sezione traversale. Per un flusso in tubo, P = 2.0.


] nell’equazione dell’energia per calcolare l’energia cinetica in una

76
In una mandata turbolenta, il profilo della velocità è abbastanza piatto. P è alla fine
un fattore di correzione che ci permette di usare la velocità media +
] nel computo
dell’energia cinetica:

l — •| ¼ —
o Nel flusso laminare: % = o b c 1 o S U Q , P = 2
4Z • l
%V ¼ 5
h h

= S U = S1 o U
5
l l K̂
K
+ 23 —
L ¥ 23—
L
o Nel flusso turbolento: = P = b c
3 + 1 23 + 1 ‡ + 3 + 3 3 + 23
]

¨@ + — +.1 K
L ]
K
P= †
¿+
]—

Notiamo che il range realistico di 3 varia fra 3 = 6 e 3 = 10 per lm elevati, P di


conseguenza varia fra 1,08 e 1,03.
Dal momento che P è vicino all’unità per lm elevati, e poiché la variazione
dell’energia cinetica è piccola rispetto agli altri termini, posso approssimare P = 1.

Perdite di carico:

Usando la definizione di P, l’equazione dell’energia può essere scritta:

|— |h ]—— Ph +
P— + ]h—
º¿ = ¿ %— o %h + ¿ b o c+ ¿{ o + ¿ o
— h
2 2

Dividendo per la portata otteniamo:

º |— |h P— +
]—— Ph +
]h—
= %— o %h + o +{ —o{ h+ o
2 2

Che può essere scritta come:

|h Ph +
]h— |— P— +
] —— º
+ +{ o + +{ = %— o %h o
2 h
2 —

Nell’equazione scritta sopra, il termine:

º
%— o %h o

77
rappresenta la conversione irreversibile di energia meccanica tra le sezioni: 1 e 2 e
la perdita di energia termica. Indichiamo:

º
ℎ~ = %— o %h o
E quindi si ha che:

|h Ph +
]h— |— P— +
]—— —
+ +{ o + +{ = ℎ~ S U Q
2 h
2 —
Å

Dividendo per l’accelerazione di gravità:

|h Ph +
]h— |— P— +
] —— ℎ~
+ + o + + =
{ 2{ h
{ 2{ —
{

Che può essere scritta come:

|h Ph +
]h— |— P— +
] ——
+ + o + +{ = c~
Š 2{ h
Š 2{ —

c~ = Perdite di Carico

Divise in:

c = Perdite distribuite → Effetto dell‘ attrito


cË = Perdite concentrate → Ingresso / Uscite / Cambiamento di quota
H #

Perdite distribuite:

Per un tubo di area costante, con flusso completamente sviluppato:

cË = 0
|h o |—
]h— P— +
DPh + ] —— → ={ o + ℎ#
=
— h
2 2

Se orizzontale:

|h o |—
= ℎ#

78
Rappresentano l’energia convertita dagli effetti di frizione da energia meccanica ad
energia termica. Ho dissipazione di energia meccanica in energia termica.

Se il flusso è laminare:

2v—
128Zn+
]b
128Znº 4 c n Z+
Δ| = = = 32
v v
]
2vA 2vA

Sostituisco:

n Z+
] 1 n Z 1 Z n+]— 64 n +
]—
ℎ# = 32 ∙ = 32 +
] ∙+
] =b = c = 32 =b c
v v v +
]v lm +
]v v lm lm v 2

Se il flusso è turbolento:

Si assume che ∆| dipenda da altri fattori: ∆| = ∆| v, n, m, +


], , Z

Dall’analisi dimensionale si ottiene:

∆| Z n m Z 1
= b , , c x: = Q
+]— +
]v v v +
] — lm
:

∆| n m ∆|
= blm, , c x: ℎ# = Q
+]— h
v v
e

ℎ# n m n
= blm, , c Esperimenti dicono che è direttamente proporzionale a
+
]— h
v v v
e

ℎ# n m
= Slm, U
+
]— v h v
e

Dal momento che eh , è ancora indeterminata, è lecito introdurre una costante nel
h

lato sinistro dell’equazione scritta sopra. Per convenzione il numero è introdotto al
denominatore in modo tale che il lato sinistro dell’equazione sia il rapporto tra le
perdite di carico dovute all’energia cinetica per la porta volumetrica.

ℎ# n m m
= e— Slm, U // : = e— Slm, U = Fattore di attrito
1 — v v v
+
2
]

79
n+]— n+]—
ℎ# = : "||%¼m c# = :
v 2 v 2{

Il fattore di attrito è determinato sperimentalmente. I risultati sono mostrati nella


figura accanto.

Per determinare
le perdite di
carico per un
flusso
completamente
sviluppato con le
condizioni note, il
numero di
Reynolds viene
valuto come

rugosità, m, si
primo. La

ottiene da
tabella. In seguito
il fattore di

lm e m/v. Infine le perdite di carico possono essere trovate usando le equazioni:


attrito, :, può essere letto dalla curva appropriata (sopra in figura), ai valori noti di

ℎ# = : "||%¼m c# = :

]_ ~ò
]_
# — # —\
.

Il fattore di attrito per un flusso laminare può essere ottenuto comparando le

64 n + n+
equazioni scritte sopra:
]— ]—
ℎ× = b c =:
lm v 2 v 2

64
Pertanto:
=
lm
:«Ÿ^f5Ÿ 8

Per un flusso laminare il fattore di attrito è funzione solo di Reynolds. Si osserva che
in regime laminare se aumento Reynolds, diminuisce il fattore di attrito.

Aumentando il numero di Reynolds, lo spessore dello


strato limite diminuisce ed il profilo di velocità diventa
più pieno.

80
Aumentando il numero di Reynolds lo spessore del sottostrato limite è diventato più
piccolo e l’effetto della rugosità inizia a farsi sentire.

: diventa funzione di lm e di m/v. Per valori elevati di lm, : diventa solo funzione di
m/v. Se il flusso è turbolento si può usare:

m
1 2.51
= o2.0 log å v + æ valida per lm > 3000
I: 3.7 lmI:

Se il tubo è liscio e ho flusso turbolento:

0.316
:= Formula di Blasius valida per: lm O 10u
lm B.—u

Pertanto:

0.316
:=
lm B.—u K̂
l •| K
Eò = o E G T• = o K
2• a B.—u
Δ| E = 0.0332 + —
S U
ℎ# = ‡
ò
l+
]
K
]
K
n+ —
K
ℎ# = : †
v 2
]

Perdite Concentrate:

Si originano quando il flusso si separa (cambia il profilo di velocità), passando

n8 + +
attraverso strozzature, cambi di sezione, valvole, curve:
]— ]—
ℎË = : =, n8 = Lunghezza equivalente della lunghezza de tubo
v 2 2

81
8. Flussi esterni incomprimibili e viscosi:
I flussi esterni sono flussi su corpi immersi in fluido libero. Il fluido sulla superficie
assume la velocità del corpo a causa della condizione: no – slip. Si formano strati
limite su entrambe le superfici del corpo (superiore ed inferiore).

Il flusso all’inizio è laminare; la


transizione avviene ad un
certo punto dopo il punto di
stagnazione ed è funzione del
flusso libero, della rugosità,
del gradiente di pressione. I

indicati da: Ã (in figura). Lo


punti di transizione sono

strato limite turbolento delle


linee di flusso cresce più rapidamente di quello del flusso laminare. Un leggero
spostamento delle linee di corrente del flusso esterno è causato dagli strati
addensati degli stati limite sulla superficie. In una regione di aumento della
pressione (un gradiente di pressione negativo – così chiamato poiché si oppone al
moto del fluido, tendendo a decelerare le particelle di fluido) si può verificare una
separazione del flusso. I punti di separazione sono indicati da "Á" (in figura). Il fluido
che era nello strato limite dopo il punto di separazione forma delle sue scie viscose.
La gran parte dei fluidi viscosi possono essere analizzati dividendo il flusso in due
regioni:

- In prossimità delle superfici del corpo → in cui sono importanti gli effetti viscosi.
- Fuori dallo strato limite → la viscosità è trascurabile.

lm = è importantissimo. La grandezza caratteristica nel computo di lm


Nello strato limite sono importanti sia le forze d’inerzia che quelle viscose, quindi
P·Þð³ 둱è³Þð±µ
P·Þð³ ¶±°à·°³
è la lunghezza in direzione del flusso.

8.1 Concetto di Strato Limite:

Lo strato limite è la
regione adiacente alla
superficie del solido in
cui le tensioni dovute
alla viscosità sono
presenti in

82
contrapposizione al flusso libero dove gli sforzi viscosi sono trascurabili. Queste
tensioni sono presenti poiché abbiamo forze di taglio sugli strati del fluido, cioè un
gradiente di velocità nello strato limite. Sia lo strato limite laminare che quello

va asintoticamente a 0. Quindi è difficile stabilire la fine dello strato limite.


turbolento hanno gradienti di velocità, ma la difficoltà sta nel fatto che il gradiente

Definiamo il punto in cui va asintoticamente a zero quando: % = L.


Inoltre definisco:

= Spessore dello strato limite


D = Spessore di spostamento
• = Spessore della quantità di moto impulso

è definito come la distanza dalla superficie per cui: % = 0,99L

Immagino che il fluido rimanga a velocità uniforme L, ma la superficie della lastra è


spostata verso l’alto per ridurre sia la portata che il flusso di quantità di moto della
stessa quantità che lo strato limite realmente fa.
Quindi definisco: ∗ come la distanza alla quale la piastra dovrebbe essere spostata
affinché la perdita di carico (a causa della riduzione in un flusso uniforme) è
equivalente alla perdita dovuta alla presenza dello strato limite.

La portata senza strato


limite sarebbe:

,{
ΠL . + Q
j

B Å

dove + è la larghezza della


lastra perpendicolare al
flusso.

La portata considerando lo strato limite è:

Π% . +
j

Quindi la perdite a causa dello strato limite vale:

83
ΠL o % . +
j

alla distanza ∗ , la perdita di portata sarebbe: L ∗ +. Uguagliando le perdite si ha:


Se immaginassimo di mantenere la velocità ad L costante e muovessimo la piastra

L +=ΠL o % . +
j

B

Per un fluido incomprimibile, = costante:

% %
= ΠS1 o U . ŠΠS1 o U .
j

B L B L

Dal momento che % ≈ L per = , l’integrando per ≫ è essenzialmente 0.

Lo spessore di moto / impulso: •, è la distanza alla quale la piastra dovrebbe essere


mossa per cui la perdita di quantità di moto sia equivalente alle perdite causate

¨B %L . +. La quantità di moto con lo strato limite è: ¨B %— . +. Quindi, la


dalla presenza dello strato limite. La quantità di moto senza strato limite è:
j j

perdita dovuta allo strato limite è: ¨B L o % . +. Se immaginiamo di tenere la


j

velocità L cosante e muoviamo la lastra di una quantità •, la perdita di quantità di


moto è: ¨B LL . + = L — •+. Eguagliando le perdite di quantità di moto,
!

ottengo:
L •+ = Œ

L o % % . +
j

% % % %
e:

•=Œ S1 o U . ≈ Œ S1 o U .
j

B L L B L L

Allo stesso modo: % ≈ L per = ., quindi per  , l’integrando è zero.

Riassumendo ho:

% = L
9•%
f = 0
8• HT
7) ≪ L dentro lo strato limte

84
La variazione di pressione nello strato limite è trascurabile, la corrente libera
stabilisce la pressione dello strato limite.

8.2 Equazione integrale della quantità di moto:

Consideriamo un flusso incomprimibile, stazionario, bidimensionale su una

l’aumentare di . Scegliamo un volume


superficie solida, lo spessore cresce con

differenziale di lunghezza . , spessore +,


altezza . La velocità di pelo libero è: L .

Vogliamo ottenere in funzione di :

Nota Bene:

- ÕÖ non è una linea di flusso.


- Ho flusso di massa attraverso ÕÖ.
- Non ho flusso di massa attraverso x..

Prima di considerare le forze agenti sul volume controllo ed i flussi della quantità di
moto attraverso la superficie di controllo, applichiamo l’equazione di continuità per
determinare la portata massica attraverso ciascuna porzione della superficie di
controllo.

Equazione di Continuità:


Œ . +Ò ##$ ∙ .1$ = 0
∙+
• Ë Ë‚

Assumendo:

- Flusso stazionario.
- Flusso bidimensionale.

Otteniamo che:

Œ ##$ ∙ .1$ = 0 // è la somma di tre contributi: xÕ, ÕÖ, Ö.


+
Ë‚

Quindi:

85
¿ Ÿ® + ¿ ®• + ¿ •× = 0 "||%¼m ¿ ®• = o ¿ Ÿ® o ¿ •×

Valutiamo questi termini per il volume di controllo differenziale della lunghezza +:

La superficie xÕ è localizzata ad . Dal


Superficie Portata Massica

momento che il flusso è bidimensionale

massica attraverso xÕ vale:


(non c’è variazione di ), la portata


¿ Ÿ® = o Œ % . +
B

La superficie Ö. è localizzata a + . .
Espandendo ¿ con la serie di Taylor
lungo la localizzazione , otteniamo:

• ¿
¿ GÉ×G = ¿ G + Q .
Ö. • G

e quindi:


¿ •× = Œ % . + ¤Œ % . +¦ .
B • B

Quindi per la superficie ÕÖ otteniamo,


dall’equazione di continuità e per i
precedenti risultati,

ÕÖ •
¿ ®• = o ¤Œ % . +¦ .
• B

Equazione della quantità di moto:


4‚L + 4zL = Œ % . + Ò % + #####$
##$ ∙ .1
• Ë Ë‚

Assumendo: 4zL = 0, otteniamo:

86
4‚L = Ò % + #####$
##$ ∙ .1
Ë‚

Il secondo termine è la somma di tre termini:

4‚L = mfŸ® + mf®• + mf•×

Consideriamo ciascun segmento della superficie di controllo:

Quantità di moto mfÀ/^856R^ m«RG


La superficie xÕ è localizzata ad . Dal
Superficie

la quantità di moto attraverso xÕ vale:



momento che il flusso è bidimensionale,

mf٨ = o Π% % . +
B

La superficie Ö. è localizzata a + . .
Espandendo mf con la serie di Taylor
lungo la localizzazione , otteniamo:

•mf
mfGÉ×G = mfG + Q .
Ö. • G

e quindi:


mf•× = Œ % % . + ¤Œ % % . +¦ .
B • B

superficie ÕÖ ha componente di velocità


Dal momento che la massa attraverso la

attraverso ÕÖ vale:
L nella direzione , la quantità di moto

ÕÖ mf®• = L ¿ ®•


¿ ®• = oL ¤Œ % . +¦ .
• B

87
Dalle precedenti espressioni possiamo valutare la
quantità di moto netta attraverso la superficie
di controllo come:

##$ ∙ .1$ = o Œ % % . + + Œ % %. +
Ò % +
Ë‚ B B

+ ¤Œ % %. +¦ .
• B

o L ¤Œ %. +¦ .
• B

Dunque si ha che:

• •
##$ ∙ .1$ =
Ò % + ¤Œ % % . +¦ . o L ¤Œ % . +¦ .
Ë‚ • B • B

Il primo termine è la somma di quattro contributi: xÕ, ÕÖ, .Ö, x.:

Se la pressione ad è |, quindi la forza


Superficie Forze

agente su xÕ vale:

4Ÿ® = |+

pressione a + . vale:
Espandendo nella serie di Taylor, la

.|
|GÉ×G = | + Q .
. G

Ö. La forza sulla superficie Ö. vale:

.|
4•× = o b| + Q . c+ + .∆
. G

superficie ÕÖ è:
La pressione media agente sulla

ÕÖ
1 .|
|+ Q .
2. G
88
normale agente su ÕÖ vale:
Quindi la componente della forza

ÕÖ 1 .|
4®• = b| + Q . c +.
2. G
La forza di taglio media su x. vale:
x. 1
4Ÿ× = o bEò + .Eò c + .
2
Sommando queste componenti, otteniamo la forza totale agente nella direzione
sul volume di controllo,

.| 1 .| 1
4‚L = Ho . o . . o Eò . o .Eò . n +
. 2. 2

dove notiamo che: . . ≪ . e .Eò ≪ Eò , e quindi trascuro il secondo ed il


##$ ∙ .1$ e 4‚ nell’equazione
quarto termine. Sostituendo le espressioni, per ∮ % +
Ë‚ L

della quantità di moto per : 4G = 4‚L + 4zL = ¨ ##$ ∙ .1$,


% . + ∮Ë‚ % +
Ù
Ù6 Ë
otteniamo:

.| • •
. o Eò . n + = ã ¤Œ % % . ¦ . o L ¤Œ % . . ¦o +
. • •
Ho
B B

Dividendo per + . si ha:

.| • •
o o Eò = Œ % % . o L Œ % . S U
. • B • B nello strato limite
Equazione integrale delle forze

Applico Bernoulli per:

- Fluido non viscoso.


- Fuori dallo strato limite.

.| .L
=o L
. .

Se riconosciamo che = ¨B . , l’equazione integrale delle forze nello strato limite,

• • .L
è scrivibile come:

Eò = o Œ % % . + L Œ % . + Œ L .
• B • B . B
89
Dal momento che:

• • .L
Π% . = Π%L . o Π% .
• B • B . B
L

• .L
Abbiamo:

Eò = Œ % L o % . + Œ L o % .
• B . B

• — % % .L %
e:

Eò = L Œ S1 o U . + L Œ S1 o U .
• B L L . B L

Usando le definizioni:

9 % %
K = ΠS1 o U . ŠΠS1 o U .
j

B L B L
8 % % % %
K• = Œ S1 o U . ≈ Œ S1 o U .
j

7 B L L B L L

otteniamo:

Eò . .L
= L—• + Equazione del momento integrale
. .

L

Quest’equazione produrrà un’equazione differenziale ordinaria per lo spessore dello

nei limiti superiori degli integrali che definiscono ∗ e •. Tutto ciò che dobbiamo
strato limite in funzione di . Dove appare nell’equazione soprascritta? Appare

fare è fornire un’espressione adatta per il profilo di velocità %/L ed in qualche


modo collegare la tensione sulla parte Eò alle altre variabili. Una volta che lo
spessore dello strato limite è determinato, espressioni per lo spessore della quantità
di moto, e sforzi di tagli sulla parete sono ottenibili.
L’equazione soprascritta è stata ottenuta applicando le equazioni di base (continuità
e quantità di moto ) ad un volume di controllo differenziale. Analizzando le
assunzioni fatte nella derivazione, si vede che l’equazione è ristretta a:

- Flusso costante.
- Flusso stazionario.
- Flusso Incomprimibile.
- Flusso Bidimensionale.
- Senza forze di volume parallele alle forze di superficie.

90
Essa inoltre è valida sia per il regime laminare che per quello turbolento.

Per poter stimare quest’equazione per stimare lo spessore dello strato limite in
funzione di , dobbiamo dapprima:

freestream (di flusso libero), L . Questa è determinata dalla teoria del


1. Ottenere una prima approssimazione della distribuzione di velocità

flusso non viscoso (la velocità che dovrebbe esistere in assenza dello strato
limite) e dipende dalla forma del corpo.
2. Assumere una forma del profilo di velocità ragionevole all’interno dello strato

3. Derivare un’espressione per Eò usando i risultati ottenuti dalla voce 2.


limite.

8.3 Uso dell’equazione della quantità di moto integrale per un flusso con
gradiente di pressione nullo:

freestream e la velocità L sono entrambi costanti, quindi per l’istruzione 1 abbiamo


Per il caso speciale di una lastra piana (gradiente di pressione nullo) la pressione

che: L = L = costante.

L’equazione integrale della quantità i moto quindi si riduce a:

.• . % %
Eò = L — = L— Œ S1 o U .
. . B L L

La distribuzione della velocità, %/L, nello strato limite è assunta essere simile per
tutti i valori di e normalmente è indicata come una funzione di / . (nota che %/L

cambiare la variabile d’integrazione da a / . Definendo:


è adimensionale e è una funzione solo di . Di conseguenza, è conveniente

i=

. = .i
otteniamo:

e l’equazione integrale della quantità di moto per il gradiente di pressione nullo è

.• . % %
scrivibile come:
h
Eò = L —
= L —
ΠS1 o U .i
. . B L L

91
Voglio risolvere quest’equazione per lo spessore dello strato limite in funzione di .
Per fare questo, dobbiamo soddisfare le voci rimanenti:

2. Assumo una distribuzione di velocità nello strato limite – una relazione funzionale

%
della forma:
= :S U
L

a. La distribuzione di velocità assunta dovrebbe soddisfare le seguenti condizioni


al contorno fisiche approssimate:

% = 0 |m¼ = 0
9% = L |m¼ =

8 •% = 0 |m¼ =
7•

b. Nota che una volta che abbiamo assunto una distribuzione di velocità, dalla
definizione dello spessore della quantità di moto S• = ¨B S1 o YU . ≈
jR R

¨B S1 o YU . U, il valore numerico dell’integrale: ¨B S1 o YU .i è:


R R hR R
Y

Y Y

h
% % •
Œ S1 o U .i = = costante = β
B L L

e l’equazione della quantità di moto integrale diventa:

.
Eò = L —
.
%

3. Otteniamo un’espressione per Eò in termini di . Questo ci permetterà di


risolvere per , come illustrato dopo.

8.3.1 Flusso Laminare:


Per il flusso laminare su una lastra piatta, un’ipotesi ragionevole per il profilo di

% =x+Õ +Ö —
velocità è un polinomio in :

Le condizioni fisiche al contorno sono:

= 0 |m¼ % = 0
9 = |m¼ % = L

8 = |m¼ •% = 0
7 •
92
Calcolando le costanti, x, Õ e Ö:

% —
= 2 S U o S U = 2i o i—
L

Quest’equazione soddisfa la voce 2 b = : i c. Per la voce 3, ricordiamo che la


R
Y

•%
tensione di taglio sulla parete vale:
Eò = Z c
• HTB

H —
= 2 S U o S U = 2i o i— ,
R H
Sostituendo il profilo di velocità assunto,
nell’espressione: Eò = Z U
ÙR
Y

ÙH HTB
otteniamo:

•% L• %/L ZL . %/L
Eò = Z Q =Z ¦ = ¦
• HTB • / H/ TB
.i pTB

ZL . ZL 2ZL
oppure:
Eò = 2i o i— Q = 2 o 2i Q =
.i pTB pTB

Notiamo che questo dimostra che il Eò è una funzione di , poiché lo strato limite di
spessore = . Ora che abbiamo completato le voci 1,2 e 3, possiamo ritornare
all’equazione integrale della quantità di moto:

. h
% %
Eò = L Œ S1 o U .i

. B L L

Sostituendo per Eò e %/L, otteniamo:

2ZL . h
= L Œ 2i o i—

1 o 2i + i— .i
. B

2ZL .
oppure:
h
= Œ 2i o 5i— + 4i¥ o iA .i
L— . B

93
Integrando e sostituendo i rendimenti limiti:

2ZL 2 . 15Z
= "||%¼m . = .
L — 15 . L

che è un’equazione differenziale per . Integrando nuovamente:


15Z
= +Ö
2 L

Se assumiamo che = 0 per = 0, quindi Ö = 0 ed allora:

30Z
=/
L

Notiamo che questo dimostra che lo spessore dello strato limite cresce di √ ; ha
una forma parabolica. In genere questa è espressa nella forma dimensionale:

30Z 5.48
=/ =
L IlmG

Quest’equazione mostra che il rapporto dello spessore dello strato limite laminare
sulla distanza lungo una piastra piana varia in maniera inversamente proporzionale
con la radice quadrata della lunghezza del numero di Reynolds.
Una volta che sappiamo lo spessore dello strato limite, tutti i dettagli del flusso
possono essere determinati. Il coefficiente degli sforzi di taglio, o “skin – friction”
(attrito tra un solido ed un liquido), è definito come:


29 =
1 —
2
L
Pertanto si ha che:

Eò 2Z L/ 4Z Z 1 IlmG
29 = = = =4 =4
1 — 1 — lmG 5.48
2 2
L L L L

0.730
Finalmente:
29 =
IlmG
94
8.3.2 Flusso Turbolento:

Per la lastra piana, abbiamo ancora per la voce 1 che L = costante. Come per lo

profilo turbolento della velocità) e la voce 3 (un’espressione per Eò ) in modo da


strato limite laminare, dobbiamo soddisfare la voce 2 (un’approssimazione per il

. % %
risolvere l’equazione:
h
Eò = L —
ΠS1 o U .i
. B L L

I dettagli del profilo di


velocità turbolento per gli
strati limite ad un
gradiente di pressione
nullo sono molto simili a
quelli per un flusso
turbolento nei tubi e nei
canali. I dati per strati limiti
turbolenti si tracciano sul
profilo di velocità

coordinate di %V/%∗ in
universale usando le

funzione di %∗ /a.

Tuttavia, questo profilo è piuttosto complesso matematicamente per un facile


utilizzo con l’equazione integrale della quantità di moto. L’equazione integrale della
quantità di moto è approssimativa; quindi, un profilo di velocità accettabile per
strati limiti turbolenti su lastre piane lisce è il profilo empirico della legge di potenza.
h
Un esponente di è tipicamente usato per modellare il profilo di velocità
r

%
turbolenta. Quindi:
h/r
= S U = ih/r
L

la parete predice .%/. = ∞. Di conseguenza, non possiamo usare questo profilo


Tuttavia, questo profilo non si mantiene nell’immediata vicinanza della parte, poiché

nella definizione di Eò per ottenere un’espressione di Eò in termini di come


abbiamo fatto per il flusso laminare dello strato limite. Per il flusso turbolento dello
strato limite adattiamo l’espressione sviluppata per la mandata,

a B.—u
Eò = 0.0332 +
##$ — [ `
l+##$

95
Per un oprofilo di alimentazione in un tubo, l’equazione: = dà: +
##$ =
h ##$
ò —5_
5Éh —5Éh
##$ = 0.817L e l =
0.817L. Sostituendo +
r Y
nell’equazione:
B.—u
Eò = 0.0332 +
##$ — [ `
t
##$
•ò
otteniamo,

a h/A
Eò = 0.0233 L — [ `
L

Sostituendo Eò e %/L nell’equazione: Eò = L — ¨B S1 o U .i ed integrando,


× hR R
×G Y Y

a h/A . 7 .
otteniamo:
h
0.0233 S U = Πih/r w1 o ih/r y .i =
L . B 72 .

Quindi otteniamo un’equazione differenziale per :

a h/A
h/A
. = 0.240 S U .
L

4 a h/A
Integrando si ha che:
u/A
= 0.240 S U +Ö
5 L

Se supponiamo che ≈ 0 per = 0 (questo è equivalente ad assumere il flusso


turbolento dal bordo), quindi Ö = 0 e:

a h/u
= 0.382 S U A/u
L

; cresce alquanto linearmente (si ricordi che cresce più lentamente, come ,
Si nota che questo mostra che lo spessore turbolento dello strato limite cresce per
A/u

per lo strato limite laminare). Tradizionalmente questo è espresso in forma

a h/u 0.382
adimensionale:
= 0.382 S U = h/u
L lm G

t h/A
Usando l’equazione: Eò = 0.0233 L — [ ` , otteniamo il coefficiente “skin
Y

Eò a h/A
friction” in termini di :
29 = = 0.0466 S U
1 —
2
L L

96
Sostituendo per , otteniamo:

Eò 0.0594
29 = =
1 — lmG
h/u
2
L
Osservazione:

Lo strato limite turbolento si sviluppa più rapidamente di quello laminare. Le


tensioni di taglio di parete sono più elevate nel regime turbolento.

8.4 Gradienti di Pressione nel flusso dello strato limite:


Ùk
ÙG
Consideriamo adesso gli effetti di un gradiente di pressione: , che sarà presente
per qualsiasi corpo ad esclusione di un piatto piano.

<0
Ùk
ÙG
8.4.1 Gradiente di Pressione favorevole:

- La pressione diminuisce in direzione del flusso.


- È detto favorevole poiché tende a superare il rallentamento delle particelle di
fluido causato dall’attrito nello strato limite.
- Si verifica quando la velocità di flusso libero aumenta con (es: ugello).

>0
Ùk
ÙG
8.4.2 Gradiente di pressione sfavorevole:

- La pressione aumenta in direzione del flusso.


- È detto sfavorevole perché tendete a rallentare le particelle di fluido ad un
valore superiore a quello dovuto al solo attrito dello strato limite.
- Se questo valore è sufficientemente elevato, le particelle di fluido nello strato
limite saranno portate a fermarsi. Quando si verifica questo, le particelle
saranno strappate via dalla superficie del corpo per far spazio alle particelle
seguenti ed infine a generare una scia in cui il flusso è turbolento.
- Si verifica quando le pareti di un diffusore divergono troppo rapidamente o
quando un profilo ha un angolo di attacco troppo elevato.

97
Regime Turbolento VS Regime Laminare:

A parità di velocità di flusso libero L la quantità di moto all’interno dello stato limite
turbolento è maggiore di quella all’interno dello strato limite laminare.
Il profilo turbolento è più pieno di quello laminare. La separazione avviene quando
la quantità di moto vicino alla parete è ridotta a zero (per combinazione di pressione
e forze viscose). Il profilo turbolento è più abile a resistere al fenomeno di
separazione rispetto a quello laminare in gradiente di pressione avverso.
Sfrutteremo:

,
9
vE ò G K IlmG
w
=
v L— 8 ,
Kx
7 IlmG
v

v
2 =
1 —
v

2
v 9
u L

Flussi di fluido su corpo immersi:

4$ può essere scomposta in due componenti:


Il corpo subisce un campo di forze (dipendente da molti fattori). Per convenzione

4$ = 4$# + 4$~ v¼x{ + n?:

- Il drag è la componente della forza che agisce parallela al corpo in direzione


del moto.
- Il lift è la componente della forza che agisce perpendicolare al corpo in
direzione del moto.

98
8.5 Drag:

Drag è la componente della forza su un corpo che agisce parallelamente alla


direzione del movimento relativo. Nelle sezioni precedenti considerammo il

diametro ., che si muove attraverso un fluido incomprimibile, viscoso, con velocità


problema della determinazione della forza drag (resistenza), su una sfera lisca di

+; la densità del fluido e la viscosità erano: e Z, rispettivamente. La forza di drag è


stata scritta in forma funzionale:

4# = :h ., +, Z,

L’applicazione del teorema di Buckingham portò a due parametri adimensionali Π


che sono stati scritti in forma funzionale come:

4# +.
= b c
+ — .— —
Z
:

Nota che . — è proporzionale all’area della sezione trasversale S1 = U e quindi


Ô× _
A

4# +.
potremmo scrivere:
= b c = :¥ lm
+ —1 ¥
Z
:

Anche se quest’equazioni sono state ottenute per una sfera, la forma dell’equazione
è valida per un flusso incomprimibile su ogni corpo; la lunghezza caratteristica
utilizzata nel numero di Reynolds dipende dalla forma del corpo. Il coefficiente drag

4#
è definito come:
2# ≡
1
+—1
2

La forza di drag totale è la somma del drag di attrito e del drag di pressione.

8.5.1 Drag di puro attrito, flusso su una lastra piana parallela al flusso:

Dal momento che il gradiente di pressione è zero (ed in ogni caso le forze di
pressione sono perpendicolari alla lastra e non contribuiscono al drag) il drag totale
è equivalente al drag di attrito. Quindi:

4# = Œ Eò .1
]Rk8 9f•f8 «Ÿ]6 Ÿ

99
e:
4ò ¨‚~ Eò .1
29 = =
1 — 1
+ 1 + —1
2 2

dove 1 è la l’area della superficie totale in contatto con il fluido (ad esempio: l’area
bagnata). Il coefficiente drag per una lastra parallela al flusso dipende dalla

1 Per una flusso laminare su una lastra piana, il coefficiente di taglio è dato da:
distribuzione degli sforzi di taglio lungo la piastra.

Eò 0.664
29 = =
1 — IlmG
2
L

Il coefficiente drag per un flusso con velocità freestream +, su una lastra piana di
lunghezza n e larghezza Õ, è ottenuto sostituendo Eò dall’equazione:
29 = a = nell’equazione: 29 =
êy B.zzA ¨{Z êy ×@
Y_ I•8L ò_@
. Quindi:
_ _
a

1 1 ~ + gB.u
2# = Π0.664 lmG .1 =
gB.u
Π0.664 S U gB.u
Õ. =
1 @ Õn B a
0.664 a B.u B.u a B.u
~
= S U ¤ ¦ = 1.33 S U
n + 0.5 B +n

1.33
2# =
Ilm~

2 Assumendo che lo strato limite sia turbolento dal bordo, il coefficiente della

Eò 0.0594
tensione di taglio vale:
29 = =
1 — lmG
h/u
2
L

Sostituendo Eò dall’equazione: Eò = L — in: 29 =


B.Bu|A h ¨{Z êy ×@
•8L — ò _@
otteniamo:
_
a/x a

1 1 ~ + gB.— gB.—
2# = Π0.0594lmG .1 =
gB.—
Œ 0.0594 S U Õ . =
1 @ Õn B a
0.0594 + gB.— B.} a B.—
~
= S U ¤ ¦ = 0.0742 S U
n a 0.8 B +n

100
0.0742
2# = valida per: 5 ∙ 10u < lm~ < 10r
lm~
h/u

0.455
Mentre:
2# = valida per: lm~ < 10|
log lm~ —.u}

Per uno strato limite che è inizialmente laminare e subisce una transizione ad una
certa posizione sulla lastra, il coefficiente turbolento di drag sulla lastra deve essere

viene effettuata sottraendo la quantità p/lm~ dal 2# determinato per il flusso


regolato per giustificare il flusso laminare sulla lunghezza iniziale. La regolazione

completamente turbolento. Il valore di p dipende dal numero di Reynolds alla


transizione; p è dato da:

p = lm6 w2#Ï~` •ªœAÏ•


o 2#ª›•€A›`œ y

Per una transizione con numero di Reynolds di 5 ∙ 10u , il coefficiente drag può
essere calcolato aggiustando l’equazione: 2# = a/x , in questo caso:
B.BrA—
•8Z

0.0742 1740
2# = o 5 ∙ 10u < lm~ < 10r
lm~
h/u lm~

oppure l’equazione: 2# =
B.Auu
¸·ì •8Z _.x•
in questo caso:

0.455 1610
2# = o 5 ∙ 10u < lm~ < 10r
log lm~ —.u} lm~

La variazione
del coefficiente
di drag per una
lastra piana
parallela al
flusso è
mostrata nella
figura accanto.

101
8.5.2 Drag di pressione, flusso su un piano perpendicolare al flusso:

In un flusso su una lastra perpendicolare al flusso, la


tensione di taglio a parete è perpendicolare alla
direzione del flusso e non dà contributo al drag. Il drag
è dato da:

4# = Π| .1
°¹Ý³Þ߱౳

Per questa geometria il flusso si separa ai bordi della piastra; c’è inversione di flusso
nella scia a bassa energia. Anche se la pressione sulla superficie posteriore della
lastra è circa costante, il suo valore non può essere determinato analiticamente. Di
conseguenza, dobbiamo ricorrere agli esperimenti per determinare la forza di drag.
Il coefficiente di drag per un corpo immerso in un flusso si basa sulla zona frontale
dell’oggetto.
Il coefficiente di drag per una lastra finita normale alla direzione di flusso dipende
da:

o Il rapporto fra la larghezza e l‘ altezza: <


®

o lm

In figura è mostrata la variazione di 2# in


®
funzione di .
<

= 1.0 → 2# = 2# ^f5 = 1.18


®
Per:
<

indipendente da lm, in quanto i punti di separazione e la dimensione della scia sono


Il coefficiente di drag per tutti gli oggetti con bordi taglienti è essenzialmente

fissati dalla geometria dell’oggetto.

8.5.3 Drag di attrito e pressione: Flussi sopra una sfera e cilindro

Puro attrito → funzione di lm


Pura pressione → funzione di se lm< < 1000
Abbiamo studiato drag ã ®
<

102
contribuiscono al drag totale. Per lm < 1 non ho separazione di flusso dalla sfera; la
In caso di flusso su una sfera sia il drag di attrito che quello di pressione

In flussi con bassissimi lm ed in cui trascuro l’inezia, la forza di drag per una sfera di
scia è laminare ed il drag è prevalentemente di attrito.

diametro . che si muove di velocità + in un fluido viscoso di viscosità Z è:

4# = 32Z+.

Il coefficiente di drag, 2# , definito dall’equazione: 2# ≡ a


m‚
ò _@
è quindi:
_

24
2# =
lm

Come mostrato nella figura


accanto, quest’espressione
è in accordo con i valori
sperimentali per bassi
numeri di Reynolds ma
inizia a discostarsi

sperimentali per: lm > 1.0.


significativamente dai dati

Se incrementiamo il numero di Reynolds a valori sufficientemente elevati una scia


turbolenta si sviluppa e cresce nella parte posteriore non appena il punto di
separazione si sposta dalla parte posteriore verso quella anteriore. Questa scia è ad

Si osserva che per lm ≈ 1000, lo 95% del drag totale è dovuto alla pressione.
una pressione relativamente bassa, portando ad un alto drag di pressione

- Per 10¥ < lm < 10u , 2# è circa costante; l’intera parte posteriore della sfera

- Per lm > 3 ∙ 10u avviene la transizione e lo strato limite nella parte posteriore
ha una scia turbolenta a bassa pressione.

diventa turbolento.

103
Il punto di separazione si sposta a
valle dalla sezione centrale della
sfera, e le dimensioni della scia
diminuiscono. La forza di

diminuisce e 2# cala
pressione netta sulla sfera

bruscamente.
Uno strato limite turbolento,
dato che ha una quantità di moto
maggiore di quello laminare,
resiste di più al gradiente di
pressione negativo.
Conseguentemente un flusso di
strato limite turbolento è
preferibile su un corpo smussato
in quanto ritarda la separazione e
diminuisce il drag di pressione.

turbolenza del flusso. Gli esperimenti hanno mostrato che il numero critico di lm
La transizione nello strato limite è influenzata dalla rugosità della sfera e dalla

per sfere lisce è più elevato di quelle con una certa rugosità; le fossette sulle palle da
golf sono progettate per far scattare lo strato limite e garantire un flusso con strato
limite turbolento e minimo drag.
Assumere però troppa rugosità porta ad effetti negativi come oscillazioni locali e
transizione da regime laminare a turbolento.
Queste oscillazioni portano a variazioni di drag, fluttuazioni casuali di portata.

Nel caso di cilindri abbiamo lo stesso andamento ma con valori doppi per il 2# . Nei
Esempio: Palle da baseball “knuckle ball”.

cilindri ho effetti dannosi come vortex (si limitano eliminando la simmetria del
corpo), stabilizzano il flusso, esempio: antenne.

8.5.4. Streamlining:

A causa della forma convergente sul retro di qualsiasi oggetto, le linee di corrente
divergono, quindi la velocità diminuirà e la pressione aumenterà. Quindi
inizialmente avremo un gradiente di pressione negativo nella parte posteriore, che
porterà alla separazione dello strato limite ed infine ad una scia di bassa pressione
che comporterà l’aumento del drag.

104
Si può ridurre il drag su un corpo dandogli una
forma aerodinamica. La differenza fra una
corpo tozzo ed uno aerodinamico è la capacità
dello strato limite di recuperare la pressione.

Il drag è ridotto dando alla parte posteriore una forma più affusolata. In questo
modo si riduce il gradiente di pressione avverso, la pressione varia più lentamente, e
la scia turbolenta diventa più piccola.
Bisogna però stare attenti ad aumentare troppo l’area, poiché in tal caso si assiste
ad un aumento enorme dello skin friction drag.

Il gradiente di pressione su una


forma a goccia è meno grave di
quello attorno ad un cilindro di
sezione circolare. Il compromesso
tra pressione e resistenza di drag
per questo caso è illustrato dai
risultati in figura accanto.

8.6 Lift:

Per molti corpi in moto relativo in un fluido, la più significante forza è il drag.
Comunque, ci sono alcuni corpi, come i profili alari, per i quali il lift è importante. Il

del fluido. Per un profilo alare, il coefficiente di lift, 2~ , è definito come:


lift è definito come la componente della forza di fluido perpendicolare al movimento

4~
2~ ≡
1
+ — 1k
2

Il denominatore può essere visto come la forza che si genererebbe se


immaginassimo di fermare il fluido avvicinandosi direttamente all’area.

Entrambi i coefficienti: 2# e 2~ sono funzione sia di lm che di P (angolo di incidenza


/ angle of attack) angolo tra la corda alare ed il vettore velocità freestream. La corda
del profilo alare è retta che unisce il bordo anteriore ed il bordo di uscita. Quando il
profilo alare ha una sezione simmetrica, la linea media coincide con la corda. Un
profilo aerodinamico con una linea curva media si dice incurvato. L’area

105
perpendicolare al flusso cambia con P, quindi si fa riferimento ad 1k che sarebbe la
massima area proiettata.

Si può spiegare il lift attraverso Bernoulli:

una diminuzione di pressione: |′.


- Nella parte superiore si ha un aumento di velocità che causa

aumento di pressione: |‘‘ .


- Nella parte inferiore si ha il contrario, con conseguente

Poiché |‘‘ > |′, avremo una forza verticale ascendente: 4~ .

Come l’angolo di attacco aumenta, la ∆| tra parte superiore ed inferiore aumenta,


comportando un aumento di 2~ fino a raggiungere un massimo. Qualora si
incrementasse ulteriormente l’angolo, 2~ diminuirebbe improvvisamente. Il profilo
alare in questa configurazione si dice in stallo.

Il profilo alare risulta in stallo quando la separazione del flusso si verifica su una

attacco, P, è aumentato, il punto di stagnazione si muove indietro lungo la superficie


porzione maggiore della superficie del profilo aerodinamico. Quando l’angolo di

Il flusso per superare il naso del profilo accelera. Aumentando P, la pressione


inferiore del profilo alare.

minima si abbassa ed il suo punto si sposta in avanti sulla superficie superiore. Un


gradiente di pressione negativo appare seguendo il punto di pressione minima. Il
gradiente di pressione avverso causa la separazione della parte superiore ed il
profilo alare di stallo.

pressione avverso sono i responsabili dell’aumento di 2# per un flusso laminare.


Lo spostamento del punto di minima pressione e l’accentuarsi del gradiente di

L’aumento di 2# improvviso è dovuto alla transizione precoce da laminare a


turbolento sulla faccia superiore.

106
ËZ
Ë‚
Il rapporto: è molto importante nella progettazione degli aerei:

Il coefficiente di lift determina la portanza dell’ala e quindi il carico che può essere
trasportato, mentre il coefficiente di drag indica una parte di resistenza contro cui
deve lavorare il motore per generare la portanza necessaria.

In generale si vuole un elevato:

2~
2#

(i profili laminari sono i migliori).

2~
I grafici:

2#

sono detti polari.

107
Tutti i profili aerodinamici – ali – hanno
in realtà uno span finito, un minor lift
ed un drag maggiore. Questo poiché se
consideriamo la distribuzione di
pressione al termine dell’ala, la bassa
pressione sulla superficie superiore e
l’alta pressione in quella inferiore
costringono il flusso a situarsi intorno
alla punta dell’ala, portando ad una scia
di vortici. La differenza di pressione è
ridotta, causa minor lift.

Questa riduzione di ∆|, di lift ed aumento di drag può essere spiegata in altro modo

Drag indotto:

angolo di attacco P è ridotto. Questo fatto costringe la forza di lift ad inclinarsi


La velocità di downwash (verticale indotta dai vortici), ci dicono che l’effettivo

generando una componente di drag.


Le perdite di lift, l’aumento di drag causato dallo span finito sono concentrate vicino
alla punta dell’ala.

Un’ala tozza e corta ne risentirà di più.

Definisco il rapporto di forma 1l (allungamento alare):

Õ—
1l ≡
1k
dove:

- 1k = Superficie alare (somma della superficie di ambedue le semiali).


- Õ = Apertura alare (misura della lunghezza da un’estremità all’altra della ali
viste in piana).

Per una superficie alare di apertura alare Õ e lunghezza di corda Ö:

Õ— Õ— Õ
1l = = =
1k ÕÖ Ö

Nel caso di profili ideali 1l = ∞.


108
L’effetto di avere un 1l finito può essere caratterizzato come una riduzione di ∆P

quando 1l è più piccolo. La teoria e gli esperimenti indicano che:


nell’effettivo angolo di attacco, e questo diventa peggiore se generiamo più lift e

2~
∆P ≈
21l

Nella figura
accanto sono

di 1l sui
riportati gli effetti

coefficienti di
portanza e sulla
resistenza per
un’ala.

Dato un profilo alare con 1l = ∞, per ottenere lo stesso lift con un profilo alare con
1l finito, devo aumentare l’angolo di attacco P.

inclinata di ∆P rispetto alla perpendicolare.


Questo vuol dire anche che invece di essere perpendicolare al moto, la forza di lift è

Per geometria si ottiene:

2~—
∆2# ≈ 2~ ∆P ≈
21l

Il coefficiente di drag nel caso reale è:

2~—
2# = 2#,j + 2#,f = 2#,j +
21l

è possibile incrementare 1l aggiungendo all’ara delle “alette” di estremità (dette


winglet). Con il loro utilizzo la forza del vortice di uscita e la forza di drag sono
ridotte.

109
9. Introduzione ai fluidi comprimibili:

9.1 Ripasso di Termodinamica:

Un fluido si dice comprimibile se la variazione di densità è significativa. Nel caso di


aeriformi:

o ¯ < 0.3: Fluido Incomprimibile.

o ¯ > 0.3 Fluido Comprimibile.

I gas sono ben rappresentabili dall’equazione di stato dei gas perfetti:

| = lÃ

dove l è un’unica costante per ciascun gas, è data da:

£∙
9lR = Costante universale = 8314
lR ,{ "Nm ∙ >
l= .")m:
¯^ 8¯ = Massa molecolare del gas = ,{
Q
7 ^
,{ "Nm

In generale si ha:

1
% = % ), Ã .")m: ) ≡ = Volume specifico

Quindi:

•% •%
.% = b c .Ã + b c .a
•Ã ( •a B

Il calore specifico a volume costante è definito come: Ö( ≡ •%/•Ã ( quindi:

•%
.% = Ö( .Ã + b c .a
•a B

In particolare, per un gas ideale è dimostrabile che l’energia interna, %, è funzione


solo della temperatura, quindi: •%/•) BTB , e:

.% = Ö( .Ã per un gas ideale


110
L’entalpia di una sostanza è definita come:

|
ℎ≡%+

Per un gas ideale: | = lÃ, e quindi: ℎ = % + lÃ. Dal momento che % = % Ã per
un gas ideale, anche ℎ deve essere una funzione della sola temperatura. Possiamo
ottenere una relazione tra ℎ e à ricordando ancora una volta che per una qualsiasi

indipendenti, ad esempio: ℎ = ℎ |, Ã . Dunque:


semplice sostanza può essere espressa in funzione di altre due proprietà

•ℎ •ℎ
.ℎ = b c .Ã + b c .|
•Ã k •| B

Ök ≡ •ℎ/•Ã k , quindi si ha che:


Dal momento che il calore specifico a pressione costante è definito come:

•ℎ
.ℎ = Ök .Ã + b c .|
•| B

Abbiamo mostrato che per un gas ideale ℎ è una funzione solo di Ã. Di conseguenza:
•ℎ/•Ã B = 0 e:
.ℎ = Ök .Ã

Dal momento che ℎ è una funzione della sola Ã, l’equazione: .ℎ = Ök .Ã richiede


che Ök sia una funzione di à solo per un gas ideale.
Anche i calori specifici per un gas ideale sono funzioni della temperatura, la loro
differenza è una costante per ciascun gas. Per vedere questo, da:

ℎ = % + lÃ

.ℎ = .% + l.Ã
Possiamo scrivere:

Combinando quest’equazione con:

.% = Ö( .Ã
H.ℎ = Ö .Ã
k

possiamo scrivere che:

.ℎ = Ök .Ã = .% + l.Ã = Ö( .Ã + l.Ã

111
Ök o Ö( = l
Quindi:

Definiamo il coefficiente di dilatazione adiabatica:

Ök
Š≡
Ö(

Usando la definizione di Š, possiamo risolvere l’equazione Ök o Ö( = l per Ök o Ö( in


termini di Š e l. Quindi:
,l l
Ök = m Ö( =
,o1 ,o1

Anche se i calori specifici di un gas ideale può variare con la temperatura, per piccoli
intervalli di temperatura variano solo leggermente, e possono essere trattati come
costanti, quindi:
R_
9%— o %h = Œ .% = Œ .à = Ö( × o Ãh
B_

K Ra

8
Ba

Kℎ— o ℎh = Œ .ℎ = Œ Ök .à = Ök × o Ãh
_ < _ B

7 <a Ba

L’entropia è definita dall’equazione:

º º
∆Á ≡ Œ "||%¼m .Á = b c
8( Ã Ã 8(

La disuguaglianza di Clausius, dedotta dalla seconda legge, stabilisce che:

º
Ò O0
Ã

Come conseguenza della seconda legge, possiamo scrivere:

º º
º Processi Reversibili .Á = , Ã.Å =
à .Š= 0
.Á Â " Ã.Á Â º Åm x.?xÕx ?Ö? d
à º º .Å > 0
Processi Irreversibili .Á > , Ã.Å >
Ã

Un processo adiabatico – reversibile è anche isentropico.

112
Equazioni di Gibbs:

Un’utile relazione tra le proprietà |, ), Ã, Å, % può essere ottenuta considerando la


prima e la seconda legge insieme. Il risultato è l’equazione di Gibbs:

.% .)
Ã.Å = .% + |.) → .Å = +|
à Ã

Una forma alternativa può essere ottenuta sfruttando: ℎ = % + |) → % = ℎ o |):

.% = . ℎ o |) = .ℎ o |.) o ).|

.ℎ .|
per ottenere:
Ã.Å = .ℎ o ).| → .Å = o)
à Ã

Per i gas perfetti: | = lÃ,

.% = Ö( .Ã
9 .ℎ = Ö .Ã
k

8.Å = Ö .Ã + l .) = Ö .Ã o l .|
7 (
à ) k
à |

Se Ö( e Ök sono costanti:

%— o %h = Ö( × o Ãh
9
ℎ— o ℎh = Ök × o Ãh
8Å o Å = Ö ln b× c + l ln b)— c = Ö ln b× c o l ln b|— c
7 — h (
Ãh )h k
Ãh |h

∆Å = Å— o Åh = 0
In un processo isentropico:

)—
Cioè:
Ö( ln × o Ãh + l ln
)h
Dopo vari passaggi, si ottiene:

Å— o Åh = 0
hg„
Ã∙ | „= costante
| ∙ ) = costante

113
9.2 Propagazione delle onde sonore:

Definisco numero di Mach ¯:

+ ¯ < 1 Flusso Subsonico


¯≡ H
Ö ¯ > 1 Flusso Supersonico

con Ö = Velocità del suono.

Considero la propagazione di un’onda sonora di forza infinitesimale attraverso un


mezzo indisturbato. Pongo un osservatore solidale in moto da poter studiare il
problema in modo stazionario:

l’onda, velocità Ö.
Volume di controllo inerziale in movimento con

Le equazioni base possono essere applicate al


volume di controllo differenziale mostrato in figura.

Equazione di continuità:


Œ . + Ò ##$ ∙ .1$ = 0
+
• Ë Ë‚

Considero il flusso:

- Stazionario.
- Uniforme in sezione.

o Ö1 + … +. Öo. 1† = 0
Quindi:
G

o Ö1 + Ö1 o . + . Ö1 o . . G 1 = 0
oppure:
G

Ö
oppure:
. G = .
Seconda legge di Newton:


4‚L + 4zL = Œ . +Ò ##$ ∙ .1$
+
• Ë G
Ë‚
G

114
4‚L = |1 o | + .| 1 = o1.|
dove:

Sostituendola nella seconda legge di Newton:

o1.| = Ö o Ö1 + Ö o . G … +. Öo. G 1†

Unendola con l’equazione di continuità:

Ö1 = … +. Öo. G 1†
Otteniamo:

o1.| = Ö o Ö1 + Ö o . G Ö1 = oÖ + Ö o . G Ö1 → o1.| = o Ö1. G

1
oppure:
. = .|
G
Ö

Combinandola con l’equazione trovata precedentemente:

Ö
. = . ˆ
G
Ö 1 .|
1 → . = . = .| → .| = Ö — . "||%¼m Ö — =
Ö .
.|‡
G
. =
G
Ö †

- Solidi / Liquidi: . = 0 → Ö ≈ ∞
- Gas: . ≠ 0 → Ö ≠ 0

In un’onda sonora sappiamo che avremo una .| infinitesima così veloce che non

Le onde si propagano in modo isoentropico: Å = costante. Quindi, se esprimiamo |


permetterà alcun scambio di calore.

come una funzione della densità e dell’entropia, | = | , Å , quindi:

•| •| •|
.| = b c . + b c .Å = b c .
• ] •Å • ]
Dunque:

.|
Ö— = K̂
. •| •|
•| Ö —
= b c → Ö = b c
‡ • ] • ]
.| = b c . K
/
• ] †

115
i dati sono in genere disponibili sul modulo di compressibilità ¾( , che è una misura di
Ora possiamo applicare quest’equazione ai solidi, liquidi e gas. Per i solidi ed i liquidi

come un cambiamento di pressione comporti una cambiamento della densità,

.| .|
¾( = =
. / .
Per questi mezzi:
¾(
Ö=/

Per un gas ideale, la pressione e la densità in un fluido isentropico sono correlate da:

| |

= costante → ln b „
c = ln costante → ln | o ln „
= costante →

dp . .| | |
→ ln | o γ ln = costante → oŠ = 0 → = Š → Ö = /Š →
| .

Ricordando: | = lÃ, si ha:


Ö = IŠlà → Ö = Ö Ã

.| .|
Nel caso di solidi o liquidi:
¾( = =
. / .
Cioè:
¾(
Ö=/

9.3 Tipi di Flusso – Il cono Mach:

Un emettitore puntiforme emette impulsi ogni ∆ ; ciascun impulso si propaga alla


velocità del suono e, così che ad ogni istante l’impulso sarà una sfera di raggio Ö ,
centrata nel punto di emissione. Avrò quattro casi a seconda della velocità )
dell’emettitore:

116
1° ) = 0

Il punto di emissione è stazionario. Gli impulsi


costituiscono un insieme di sfere concentriche.

1: ¼h = Ö∆
2: ¼— = 2Ö∆
3: ¼¥ = 3Ö∆

3: ¼5 = 3Ö∆

2° 0 < ) < Ö ; ¯ < 1:

Il punto di emissione si muove con ) subsonica.

raggio variabile (crescente e proporzionale a Ö),


Gli impulsi costituiscono una serie di sfere di

ma non più concentriche

Un osservatore solidale vede i fronti addensarsi


davanti a sé ed allontanarsi dietro. Questo
effetto è “l’effetto Doppler”: Si hanno maggiori
frequenze nelle zone davanti al punto di
emissione e minori dietro.

3° ) = Ö ; ¯ = 1:

Il punto di emissione si muove con velocità


sonica. Avrò sfere di raggio variabile crescente,
non concentriche, ma con la cui peculiarità che
sono tangenti in un punto e che l’intersezione fra

Un illimitato numero di impulsi si accumulerà in 4


l’emettitore ed il fronte d’onda.

portando alla formazione di un’onda di ampiezza


infinta, detta “barriera del suono”, un
osservatore davanti all’emettitore non sentirà
l’impulso prima che la sorgente non lo tocchi.

117
4° ) > Ö ; ¯ > 1:

Il punto di emissione si muove a velocità


supersonica. Avrò sfere di raggio variabile, ma
l’emettitore si muove molto veloce; le sfere per
inviluppo generano, considerando i fronti d’onda,
un cono detto “cono di Mach”.

La zona all’interno è chiamata zona


di azione, mentre fuori dal cono
abbiamo la zona di silenzio.
Le generatrici del cono (linee di

all’asse di moto, di un angolo Z:


Mach) sono incliniate rispetto


Z = x¼ÖÅ?3 b c Angolo di Mach

¼ 3 = Å 3 ∙ sin Z

3Ö∆ = Å 3 ∙ sin Z

3Ö∆ = )3∆ sin Z

Ö 1̄
Z = x¼ÖÅ?3 S U = arcsin b c
)

Per: ¯ = 1 → Z = 90° torno al caso 3.

118
9.4 Stato di riferimento: Proprietà isoentropiche della stagnazione locale:

Mentre il flusso procede,

cambiare |, Ã, , %, ℎ, Å, .
tutte le proprietà possono

Bisogna ottenere delle


condizioni di riferimento da
poter usare per relazionarle
con le condizioni iniziali di
flusso da punto a punto.
Il riferimento che si utilizza è il
ristagno, si parla di

(fluido in quiete) e si indica con |/ , / , Ã/ , %/ , Å/ , )/ = 0 le sue proprietà.


“condizione di ristagno”

Il fluido è portato in quiete con un processo isentropica: nessun attrito e nessun


scambio di calore.
Le proprietà che otterremo sono dette “proprietà locali isoentropiche di
stagnazione”.

Locali perché il fluido può essere di qualsiasi tipo: con o senza attrito.

Come mostrato nella figura in alto, dove si vede un fluido che evolve da uno stato 1
Ogni punto del flusso avrà le sue proprietà locali di stagnamento isoentropiche.

ad un nuovo stato 2.

ÅBa = Åh e ÅB_ = Å—
Quindi:

Il fluido infine può essere o meno isoentropico:

- Se è isoentropico: Åh = Å— = ÅBa = ÅB_ , quindi gli stati di stagnazione sono

- Se non è isoentropico, quindi ÅBa ≠ ÅB_ . Vedremo che i cambiamenti nelle


identici.

proprietà di ristagno isoentropiche locali forniranno informazioni utili sul


flusso.

Possiamo ottenere informazioni sullo stato di riferimento di stagnazione


isoentropica per flussi incomprimibili ricordando l’equazione di Bernoulli:

| +—
+ + { = costante
2
119
valida per un flusso stazionario, incomprimibile, senza attrito lungo una linea di
flusso. Quest’equazione è valida per un processo isentropico incomprimibile perché
è reversibile ed adiabatico. Essa portava a:

1
|/ = | + +—
2

Proprietà isoentropiche locali di stagnazione per un flusso di un gas ideale:

Per un flusso comprimibile possiamo derivare la relazione isoentropica di


stagnazione dall’applicazione della conservazione di massa (o continuità) e la
seconda legge di Newton ad un volume di controllo differenziale, e quindi integrare.

.
Œ . + Ò ##$ ∙ .1$ = 0
+
. Ë Ë‚

Ipotesi:

- Flusso stazionario.
- Flusso uniforme su ciascuna sezione.

o G1 +… +. +. 1 + .1 † = 0
Quindi:
G G

G1 = +. +. 1 + .1
oppure:
G G

Seconda legge di Newton:


4‚L + 4zL = Œ G . +Ò ##$ ∙ .1$
+
• Ë Ë‚
G

120
Ipotesi:

- 4zL = 0.
- Flusso senza attrito.

Le forze di superficie agenti sul volume di controllo infinitesimale sono:

4‚L = .lG + |1 o | + .| 1 + .1

La forza .lG è applicata lungo confine del tubo di flusso, dove la pressione media
vale | + .|/2, e la componente dell’area nella direzione vale .1. Non c’è attrito,

.|
quindi:
4‚L = b| + c .1 + |1 o | + .| 1 + .1
2

.|.1
oppure
4‚L = |.1 + + |1 o |1 o .|1 o |.1 o .|.1
2

Sostituendo questo risultato nella seconda legge di Newton, otteniamo:

o1.| = o G G1 + G +. G +. G +. G 1 + .1

che può essere semplificata usando: G1 = +. G +. G 1 + .1 per

o1.| = o + + G. G G1
ottenere:
G G
Alla fine:

.| = o G. =o .
G
G
2

.|
oppure:

+. =0
G
2

Semplificando l’equazione di continuità:

G1 = +. G +. G 1 + .1

G1 = +. G1 + G .1 + . G 1 + . G .1
si ha:

cioè:

G1 = G1 + G .1 + . G 1 + . G .1 + . G1 +. G .1 + . . G 1 + . . G .1

121
ottengo (divido tutto per: 1, , G ):

.1 . G .
+ + =0
1 G

Riepilogo:

.| —
1 +. =0
G
2

.1 . G .
2 + + =0
1 G

3 | = 2 „

Ricavo :

h h
|=2 → = | 2
„ g
„ „

+ . S L U = 0,
×k _


Quindi, dall’equazione:


.| h h
o. = = | 2 „ .|
G g
2

Possiamo integrare quest’equazione tra lo stato iniziale (statico) ed il


corrispondente stato di ristagno:

B — h k• h
oŒ . = 2 Œ | „ .|
G g
2

k
per ottenere:

Š Š
— h k•
= 2 ¤| ¦ =2 h/„
F| o| J
„gh

2 Šo1 Šo1 /
„gh „gh
„ „ „ „
k

— h Š |/
= 2 | Fb c o 1J
„gh

2 Šo1 |
„gh „
„ „

Dal momento che: 2 = | / ,


â â

122
h

Š | |/
= | Fb c o 1J
„gh

2 Šo1 |
„ „gh „


Š | |/
= Fb c o 1J
„gh

2 Šo1 |

Poiché cerchiamo un’espressione per pressione di ristagno, possiamo scrivere


quest’equazione come:

|/ Šo1 —
b c =1+
„gh

| Š | 2

e
|/ Š o 1 — „gh

= ¤1 + ¦
| Š 2|

Per un gas ideale, | = lÃ, e quindi:

|/ Šo1 —

= ¤1 + ¦
| 2 ŠlÃ
„gh

Inoltre, per una gas ideale la velocità sonica è Ö = IŠlÃ, e quindi:

|/ Šo1 —

= ¤1 + ¦
| 2 Ö—
„gh

|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

| 2

Quest’equazione ci permette di calcolare la pressione di ristagno isoentropico locale


in qualsiasi punto in un campo di flusso di un gas ideale, a condizione che
conosciamo la pressione statica ed il numero di Mach in quel punto.
Siamo in grado di ottenere facilmente le espressioni per altre proprietà di
stagnazione isoentropiche applicando la relazione:

|

= costante

123
tra gli stati finale del processo. Quindi:

|/ |/ „
h

=b c m =b c
/ /
| |

Per un gas ideale, quindi:

Ã/ |/ |/ |/ g„ |/
h

= = b c =b c
„gh

à | | | |

= [1 + ¯ `
k• — ˆŠa
ˆ
‰gh
k —
Usando l’equazione: possiamo riassumere le equazione per
determinare le proprrietà locali di stagnazione isoentropiche di un gas ideale come:

9|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

K| 2
K
Ã/ Šo1 —
=1+ ¯
8Ã 2
K
h
K / = 1+ Š o 1
¯— Q
7 2
„gh

Dall’equazioni soprascritte, il rapporto di ciascuna proprietà locale di stagnazione


isoentropica sulla corrispondente proprietà statica a ciascun punto nel campo di
flusso per un gas ideale può essere trovato se il numero locale di Mach è noto.

9.5 Condizioni Critiche:

Le condizioni di stagnazione sono molto utili come condizioni di riferimento per le

= 0 alla stagnazione. Un valore utile di riferimento per la velocità è la velocità


proprietà termodinamiche; questo non è vero per la velocità, dalla definizione

decelerato isoentropicamente fino a che raggiungiamo ¯ = 1. Anche se non c’è un


critica – la velocità che raggiungiamo quando un flusso non è né accelerato né

punto nel campo di flusso dato dove il numero di Mach è uguale ad uno, una

asterischi per denotare le condizioni a ¯ = 1, quindi dalla definizione:


condizione ipotetica è ancora utile come condizione di riferimento. Usando gli


≡ Ö∗

124
Alle condizioni critiche, le equazioni in parentesi graffa per le proprietà di
stagnazione diventano:

9 |/ Š + 1 „gh
= Q

K |∗ 2
K
Ã/ Š + 1
=
8Ã ∗ 2
K
h
K = Š + 1
Q
/
7 ∗ 2
„gh

critica, Ã ∗ , oppure della temperatura di stagnazione isoentropica, Ã/ .


La velocità critica può essere scritta in termini sia in termini della temperatura

Per un gas ideale, Ö ∗ = IŠlà ∗ , e quindi: ∗ = IŠlà ∗ . Dall’equazione: •∗ =


B „Éh

, si
B

2
ha:
Ã∗ = Ã
Š+1 /
ed abbiamo:

= Ö∗ = / lÃ
Š+1 /

Nel caso dell’aria Š = 1,4 abbiamo:

9|/ Š + 1 „gh
= Q = 1,893

K |∗ 2
K
Ã/ Š + 1
= = 1,2
8Ã ∗ 2
K
h
K /= Š + 1
Q = 1,577
7 ∗ 2
„gh

125
10. Flussi Comprimibili:
Quale potrebbe essere la causa che comporta la variazione delle proprietà del fluido
monodimensionale comprimibile? La risposta è che vari fenomeni possono causare i
cambiamenti:

Shock (processo adiabatico violento che incrementa Å).


• Flusso con sezione variabile (variazione di velocità).

Flusso in un canale con attrito (aumento Å).




• Flusso con scambio termico (variazione di energia nel fluido).

10.1 Equazioni di Base per un flusso comprimibile monodimensionale:

fissato. Come mostrato in figura le sezioni 1 e 2


In figura è raffigurato un volume di controllo

lG è la componente della forza di superficie


sono etichettate con indici corrispondendoti.

da attrito a pressione sui lati del canale. Ci


saranno anche forze di superficie da pressioni a
superfici. Si noti che la componente della

º è il calore trasferito.
forza del corpo è zero, così non viene indicata.

Equazione di Continuità:


Œ . + Ò ##$ ∙ .1$ = 0
+
• Ë Ë‚

Ipotesi:

- Flusso stazionario.
- Flusso monodimensionale.

h h 1h + — — 1— =0
Quindi:

h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante
oppure:

126
Quantità di moto:


4‚L + 4zL = Œ G . +Ò ##$ ∙ .1$
+
• Ë Ë‚
G

Ipotesi:

- 4zL = 0.

La forza di superfice è causata dalle forze di pressione sulle superfici 1 e 2, e dalle


forze di attrito e pressione distribuite, lG , lungo le pareti del canale. Sostituendo si

lG + |h 1h o |— 1— = h o h h 1h + — — — 1—
ha:

Usando la continuità, otteniamo:

lG + |h 1h o |— 1— = ¿ — o ¿ h

Prima Legge della Termodinamica:


º¿ o ½¿é o ½¿ê o ½¿Ÿ«6 = Œ m . + Ò m + |) ##$ ∙ .1$
+
/
• Ë Ë‚

+—
dove:
m=%+ +{
2

Ipotesi:

- ½¿é = 0.
- ½¿ê = ½¿Ÿ«6 / = 0.
- Effetti della gravità sono trascurabili.

Sotto queste ipotesi, la prima legge della termodinamica si riduce a:

+h— +——
º¿ = %h + |h ‹h + o h +h 1h + %— + |— ‹— + — +— 1—
2 2

usando: ℎ = % + |‹ e la continuità: h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante


Ricordiamo che ‹ rappresenta il volume specifico. Questo può essere semplificata

127
+—— +h—
º¿ = ¿ ¤ ℎ— + o ℎh + ¦
2 2

Possiamo scrivere il calore trasferito per unità di massa piuttosto che per unità di

º 1
tempo:
= º¿
. ¿

º +h— +——
quindi:
+ ℎh + = ℎ— +
. 2 2

totale del seguente fluido. Questa combinazione, ℎ + + — /2, capita spesso nei flussi
L’equazione soprascritta esprime il fatto che il calore trasferito cambia l’energia

comprimibili, ed è chiamata entalpia di stagnazione, ℎ/ . Questa è l’entalpia ottenuta


se un flusso è portato adiabaticamente a riposo.

+ ℎh + = ℎ— +
N òa_ ò__
×^ — —
Quindi, l’equazione: può essere scritta come:

º
= ℎB_ o ℎBa
.

Vediamo che il trasferimento di calore comporta l’entalpia di stagnazione, ℎ/ , e


quindi la temperatura di stagnazione, Ã/ , a cambiare.

Seconda Legge della Termodinamica:

• 1 º¿
Œ Å . + Ò Å + $
##$ ∙ .1 Â Ò .1
• Ë Ë‚ Ë‚ Ã 1

1 º¿
oppure:

Åh o h 1h + Å— — 1— Â Ò .1
h —
Ë‚ Ã 1

e nuovamente, usando la continuità:

1 º¿
¿ Å— o Åh Â Ò .1
Ë‚ Ã 1

128
Equazione di Stato:

Le equazioni di stato sono i rapporti tra proprietà intensive termodinamiche. Queste


relazioni possono essere disponibili come dati tabulati o grafici, o come equazioni
algebriche. In generale, indipendentemente dal formato dei dati, come abbiamo
visto precedentemente, per una semplice sostanza una proprietà qualsiasi può

potremmo scrivere ℎ = ℎ Å, | oppure = Å, | .


essere espressa in funzione delle altre due proprietà indipendenti. Ad esempio,

Ci concentreremo in primo luogo su gas ideali con calori specifici costanti, e per
questi possiamo scrivere le equazioni:

| = lÃ
∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh
H

Per gas ideali con calori specifici costanti, la variazione di entropia, ∆Å = Å— o Åh , per
qualunque processo può essere calcolata da una qualunque delle equazioni:

× )—
9Å— o Åh = Ö( ln b c + l ln b c
K Ãh )h
K × |—
Å— o Åh = Ök ln b c o l ln b c
8 Ãh |h
KÅ o Å = Ö ln b× c + Ö ln b)— c
K
7 — h (
Ãh k
)h

Abbiamo ora una serie si equazioni base per analizzare i flussi monodimensionali
comprimibili di una gas ideale con calori specifici costanti:

h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante
9 l + | 1 o | 1 = ¿ o ¿
K G h h — — — h

K º + ℎ + +h = ℎ + +—
— —

K. h
2 —
2
K ¿
1 º
¿ Å— o Åh Â Ò .1
8 Ë‚ Ã 1
K | = lÃ
K∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh
K
K ∆Å = Å o Å = Ö ln b× c o l ln b|— c
7 — h k
Ãh |h

Il nostro compito è ora di semplificare questa serie di equazioni per ciascuno dei
fenomeni che può interessare il flusso:

129
- Flusso con variazione di sezione.
- Normal Shock.
- Flusso in un canale con attrito.
- Flusso in un canale con scambio termico.

10.2 Flusso isoentropico di un gas ideale: Variazione di Area

non c’è trasferimento di calore º/. = 0 o di attrito (quindi lG , la componente


Il primo fenomeno è quello in cui il flusso è modificato solo con sezione variabile

della forza di superficie, risulta sono dalla pressione sui lati del canale), e non ci
sono urti. L’assenza di trasferimento di calore, l’attrito, lo shock (che sono violenti e
quindi intrinsecamente irreversibili) significa che il flusso sarà reversibile ed
adiabatico, quindi l’equazione: ¿ Å— o Åh  ∮Ë‚ S U .1 diventa:
h N¿
B @

1 º¿
¿ Å— o Åh =Ò .1 = 0
Ë‚ Ã 1

∆Å = Å— o Åh = 0
oppure:

quindi tale flusso è isoentropico. Questo significa che l’equazione:


∆Å = Å— o Åh = Ök ln S _ U o l ln S _U conduce al risultato che abbiamo visto nel
B k
B a k a
capitolo precedente,

hg„ hg„ hg„


Ãh |h = × |— = Ã| = costante
„ „ „

o la sua equivalente,

|h |— |
= = = costante
h —
‰ ‰ ‰

130
Quindi, la serie di equazioni base diventa:

h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante
9 l + | 1 o | 1 = ¿ o ¿
K G h h — — — h
K +h—
+— —

K ℎ = ℎ + = ℎ + = ℎB_ = ℎB
B h
2 —
2
Å— = Åh = Å
a

8 | = lÃ
K∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh
K|
K h = |— = | = costante
7 h‰ —
‰ ‰

Le equazioni appena scritte potrebbero essere usate per analizzare un flusso

condizioni alla sezione 1 (ad esempio: |h , h , Ãh , Åh , ℎh , +h e 1h potremmo usare


isentropico in un canale di area variabile. Per esempio, se conoscessimo le

queste equazioni per trovare le condizioni ad una qualunque nuova sezione 2 dove
l’area è 1— : Avremmo sette equazioni in sette incognite |— , — , × , Å— , ℎ— , +— e se
desiderata la forza netta di pressione sulle pareti lG ), ma sarebbero molto lunghe
da risolvere. Possiamo invece utilizzare alcune di queste equazioni ed approfittare di
alcuni risultati ottenuti per i flussi isentropici, e sviluppare relazioni di proprietà in
termini del numero di Mach locale, condizioni di stagnazione, e condizioni critiche.

Prima di procedere con questo approccio, possiamo ottenere una conoscenza


approfondita del processo isoentropico esaminando i risultati ottenuti nel capitolo
precedente, quando analizzammo un volume di controllo differenziale. L’equazione
della quantità di moto per questo era:

.| —
+.
2

.| = o .
Quindi:

Dividendo per —
, otteniamo:

.| .

=o

Un forma utile differenziale dell’equazione di


continuità può essere ottenuta
dall’equazione:

131
h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante, nella forma:

1 = costante

Derivando e dividendo per 1 :

. .1 .
+ + =0
1

Risolvendo quest’equazione per .1/1 si ha:

.1 . .
=o o
1
Quindi:

.| .
=o ˆ
— .1 .| . .1 .| —
=o —o " = ¤1 o ¦
.1 . . ‡ 1 1 — .|/.
=o o
1 †

Ora ricordiamo che per un processo isoentropico, .|/. = •|/• ] = Ö — quindi:

.1 .| —
.| .| .1 1
= ¤1 o ¦ = 1 o ¯ —
" =
1 — Ö— — — 1 1 o ¯—

Per cui:

.| .
=o ˆ
— . .1 1
=o Equazione di Rankine Hugoniot
.| .1 1 ‡ 1 1 o ¯—
=
— 1 1o¯ †

Notiamo che per un flusso isoentropico può non esserci attrito. Le equazioni:

.|.1 1
9 =
— 1 1 o ¯—
8. = o .1 1
7 1 1 o ¯—

132
confermano che per questo caso, dal di vista dell’equazione di moto prevediamo un
aumento della pressione per provocare una diminuzione della velocità, e viceversa.
Queste equazioni ci danno molto interessanti intuizioni di come la pressione e la
variazione di velocità cambino quando noi cambiamo l’area del flusso. Tre possibilità
saranno ora discusse:

x Flusso Subsonico: ¯ < 1:


1
>0
1 o ¯—

- Se .1 > 0: Canale divergente, cioè un diffusore subsonico (un diffusore è un


dispositivo che rallenta il flusso):

- Aumento della pressione: .| > 0

- Diminuzione della velocità: . < 0

- Se .1 < 0: Canale convergente, cioè un ugello subsonico (un ugello è un


dispositivo che accelera un flusso):

- Diminuzione della pressione: .| < 0

- Aumento della velocità: . > 0

Õ Flusso supersonico, ¯ > 1:

1
<0
1 o ¯—

- Se .1 > 0: Canale divergente, cioè un ugello supersonico (un ugello è un


dispositivo che rallenta il flusso):

- Diminuzione della pressione: .| < 0

- Aumento della velocità: . > 0

- Se .1 < 0: Canale convergente, cioè un diffusore supersonico (un diffusore è un


dispositivo che accelera un flusso):

- Aumento della pressione: .| > 0

133
- Diminuzione della velocità: . < 0

Ö Flusso sonico, ¯ = 1:

1
lim =∞
À→ h 1 o ¯—

Questo implica che le variazioni di pressione e velocità tendono anche all’infinito.


Questo è ovviamente irrealistico, quindi dobbiamo cercare un altro modo per le

singolarità di pressione e velocità è se necessario che .1 → 0 quando ¯ → 1.


equazioni per dar loro un senso fisico. L’unico modo in cui possiamo evitare queste

Quindi, per un flusso isoentropico, le condizioni soniche possono solo avvenire dove

Possiamo immaginare di raggiungere ¯ = 1 sia da un subsonico che supersonico.


l’area è costante. Possiamo essere più specifici:

Un flusso subsonico ¯ < 1 dovrebbe essere accelerato utilizzando un ugello

Un flusso supersonico ¯ > 1 dovrebbe essere decelerato usando un diffusore


subsonico, che abbiamo imparato essere una sezione convergente;

Il risultato importante è che per un flusso isoentropico la condizione sonica: ¯ = 1


supersonico, che è anche una sezione convergente.

significa che una gola deve avere ¯ = 1).


può solo essere ottenuta ad una gola, od ad una zona di area minima (questo non

Possiamo vedere che per accelerare isoentropicamente un fluido dalla condizione di


quiete a quella di velocità supersonica avremmo bisogno di un ugello subsonico

¯ = 1 alla gola. Questo dispositivo è chiamato ugello convergente – divergente.


(sezione convergente) seguito da un ugello supersonico (sezione divergente), con

Naturalmente per creare un flusso supersonico abbiamo bisogno di più di un ugello

134
2 o v (convergente – divergente): dobbiamo anche generare e mantenere una
differenza di pressione tra l’ingresso e l’uscita.

In realtà la sezione di ara minima con ¯ = 1 dovrà essere più larga, poiché il flusso
vicino alla gola è molto instabile (vi è un gradiente di pressione avverso) e questo
provocherebbe la nascita di shock, soprattutto per flussi che decelerano (gradiente
di pressione avverso).

Riferimento alle condizioni di stagnazione e critiche per un flusso isoentropico di


un gas:

Precedentemente osservammo che per


analizzare un flusso monodimensionale
isoentropico di un gas ideale, ma i calcoli
sarebbero complicati. In figura è mostrato un
metodo alternativo. Invece di usare le equazioni

proprietà, per esempio, allo stato 2 da quelle


di base viste precedentemente, per calcolare le

allo stato 1, possiamo usare lo stato 1 per


determinare due stati di riferimento (di

ottenere le proprietà allo stato 2. Abbiamo


stagnazione e critico), e quindi usare questi per

bisogno di due stati di riferimento poiché lo


stato di riferimento di stagnazione non fornisce
informazioni sull’are (matematicamente la zona
di stagnazione è infinita).

Usando le equazioni:

9|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

K| 2
K
Ã/ Šo1 —
=1+ ¯
8Ã 2
K
h
K = 1+ Š o 1
¯— Q
/
7 2
„gh

Le condizioni critiche (quando ¯ = 1 sono correlate alle condizioni di stagnazione


Notiamo che le condizioni di stagnazione sono costanti in tutto il flusso isoentropico.

dall’equazioni:

135
9|/ Š + 1 „gh
= Q

K| ∗ 2

K / = Š + 1
KÃ∗ 2
h
8 Š + 1 „gh
= Q
/
K 2
K

K 2Š
K = Ö∗ = / lÃ
7 Š+1 /

Dobbiamo trovare una relazione tra le aree: 1 e 1∗ . Per fare questo iniziamo con
l’equazione di continuità nella forma:

1 = costante = 1
∗ ∗ ∗

Quindi:
Ã∗
1 Ö 1̄ Ã∗ 1 1̄ " Ã/
= = = / → ∗ =
Ã
∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗

1∗ ¯2 Ã 1
Ž
/
Ã/

h h
Š o 1 — „gh Šo1 — — Š o 1 — — „gh
1 1̄ [1 + 2 ¯ ` 1+ ¯ 1 1+ ¯
„Éh

∗= 2 → = 2
1 h Š+1 1 Š+1
Š + 1 „gh
• • • •
[ ` 2 2

Nota Bene:

Per un valore di ¯ ho un unico valore di 1/1∗ ,


mentre per un valore di 1/1∗ (eccetto il punto
minimo) avrà due valori di ¯:

- Subsonico.
- Ipersonico.

136
Esempio:

Dell’aria fluisce isoentropicamente in un condotto:

1 ¯h = 0,3 ; 1h = 0,001 —
; |h = 650 ,rx ; Ãh = 62 °2

2 ¯— = 0,8

Trovare:

- Diagramma à o Å.
- Forma di canale utilizzato.

- Proprietà della sezione 2.

Per accelerare un flusso subsonico ho bisogno di un ugello convergente.

Sul diagramma à o Å, il processo segue un


Å = linea costante. Le condizioni di stagnazione

conseguenza, la temperatura di ristagno alla sezione 2


restano fissate per il flusso isoentropico. Di

può essere calcolata (per l’aria, Š = 1,4) dall’equazione:

Ã/ Šo1 —
=1+ ¯
à 2

Šo1 —
quindi:
Ã/_ = Ã/a = Ãh 1 + ¯h Q
2

Per |/_ , dall’equazione:


|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

| 2
Quindi:
Š o 1 — „gh
|/_ = |/a = |h 1 + ¯h Q

Per × , dall’equazione:
Ã/ Šo1 —
=1+ ¯
à 2

137
Ã/_
Quindi:
× =
Šo1 —
1+ ¯
2

Per |— , dall’equazione:
|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

| 2

|/_
si ha:
|— =
Š o 1 — „gh
[1 + ¯ `

Si nota che avremmo potuto calcolare direttamente × da Ãh poiché: Ã/ = costante.

× × Ã/ Šo1 — Šo1 —
= / = 1+ ¯h Q / 1 + ¯— Q
Ãh Ã/ Ãh 2 2

Allo stesso modo, per |— :


|— |— |/
= /
|h |/ |h

La densità — alla sezione 2 può essere trovata da:

h
Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q
/
2

usando la stessa procedura che abbiamo usato × e |— , oppure possiamo usare


l’equazione del gas ideale di stato: = |/lÃ, si ha:

|—
=

l×

e la velocità alla sezione 2 è:

— = ¯— Ö— = ¯— I,l×

138
L’area 1— può essere calcolata dall’equazione:

Š o 1 — — „gh
1 1+ ¯
„Éh

=• 2
1∗ Š+1

2

Notando che per 1∗ è costante per questo flusso,

Š o 1 — — „gh
1 1 + ¯—
„Éh

2
¯— Š+1
1— 1— 1
• •

= ∗ = 2

1h 1 1h
Š o 1 — — „gh
1 1 + 2 ¯h
„Éh

¯h • Š+1 •
2

Facendo i calcoli si nota che 1— < 1h come ci si aspettava.

In primo luogo dobbiamo ottenere: h e h :

|h
=
h
lÃh

= ¯h Öh = ¯h IŠlÃh
e:
h

L’equazione della conservazione della massa è:

h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante

Non possiamo verificare la quantità di moto, poiché non conosciamo la forza lG


prodotta dalle pareti del dispositivo. L’equazione di energia è:

— —
ℎ/a = ℎh + = ℎ— + = ℎ/_ = ℎ/
h —
2 2

Verificheremo questa sostituendo l’entalpia con la temperatura usando l’equazione:

∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh

139
quindi l’equazione dell’energia diventa:

— —
Ök Ãh + = Ök × + = Ök Ã/
h —
2 2

L’equazione finale possiamo verificare che è la relazione tra la pressione e la densità


per un processo isoentropico:

|h |— |
= = = costante
h —
‰ ‰ ‰

10.3 Flusso isoentropico in un ugello convergente:

Come mostrato in figura, voglio


vedere come si ottiene un flusso in
un ugello, partendo da quiete.
Dobbiamo generare un gradiente
di pressione.

gas da un serbatoio a |/ o Ã/ ed
Questo si può ottenere fornendo il

usando una combinazione di


pompe a vuoto o valvole per creare

pressure” |® (contropressione).
una bassa pressione, detta “back

Siamo interessati a ciò che succede alle proprietà del gas attraverso l’ugello, ed

abbassiamo la contro pressione |® . Chiamiamo |8 la pressione di uscita. Si vedrà che


anche a valutare quanta portata i massa aumenta quando progressivamente

questa |8 sarà spesso uguale ala pressione |® .

I risultati che otteniamo quando apriamo progressivamente


la valvola dalla posizione di quando è chiusa, sono mostrati
in figura accanto. Consideriamo ciascuno dei casi mostrati.

la pressione vale |/ ovunque.


Quando la valvola è chiusa, non c’è flusso attraverso l’ugello,

Se la contropressione |® , è ora ridotta a poco meno di |/ , ci


sarà flusso attraverso l’ugello con decremento della
pressione nella direzione del flusso.

140
Il flusso sul piano d’uscita sarà subsonico con la pressione del piano d’uscita uguale
alla contropressione.
Che cosa succede quando continuiamo a diminuire la contropressione? Come ci
aspettavamo, la variazione di flusso continuerà ad aumentare, e la pressione sul
piano d’uscita continuerà a decrescere.
Quando abbassiamo progressivamente la contropressione la variazione di flusso
aumenta in modo da avere la velocità ed il numero di Mach sul piano d’uscita.
C’è un limite per la portata massica attraverso un ugello (oppure, c’è un limite
massimo al numero di Mach all’uscita)? SI: Per vedere questo, ricordiamo che per un
flusso isoentropico si applica l’equazione:

. .1 1
=o
1 1 o ¯—

Da ciò che sappiamo l’unico posto dove possiamo avere condizioni soniche ¯ = 1
è dove il cambiamento d’area è zero. Non possiamo avere condizioni soniche

massimo di Mach vale uno. Poiché il flusso partiva da riposo ¯ = 0 , se avessimo


ovunque nella sezione convergente. Logicamente possiamo vedere che il numero

¯ > 1 all’uscita, saremmo dovuti passare attraverso ¯ = 1 da qualche parte nella


sezione convergente, il che sarebbe una violazione dell’equazione:

. .1 1
=o
1 1 o ¯—

del piano, quando ¯8 = 1, e |8 = |® = |∗ , la pressione critica. Questa situazione è


Quindi, la portata massima si verifica quando abbiamo condizioni soniche all’uscita

chiamata: “choked flow” (flusso strozzato) oltre il quale la portata non può essere
aumentata. Dall’equazione:

|/ Š o 1 — „gh
= 1+ ¯ Q

| 2

con ¯ = 1:
|8 |∗ 2
f = =b c

|/ •</‰8× |/ Š+1
„gh

Per l’aria, Š = 1,4 quindi:


|8
f = 0,528
|/ •</‰8×

141
Per esempio, se volessimo avere un flusso sonico all’uscita di un ugello di una

una contropressione di circa: 7.76 psia oppure di circa 6.94 psia a vuoto. Questo
camera in pressione, che è a pressione atmosferica, sarebbe necessario mantenere

non suona difficile per una pompa per generare, ma in realtà richiede molta energia
per mantenere, poiché avremo una grande portata massica attraverso la pompa.
Per la massima, o chocked, portata massica abbiamo che:

¿ •</‰8× = ∗
1
∗ ∗

Usando le equazioni: |/ = là ed i rapporti di stagnazione alla pressione critica e la


temperatura:

|∗
9 =
K lÃ
K

K ∗ = / 2Š lÃ/
K Š+1
2Ã Ö"3 ¯ = 1 m 1 = 1∗ si dimostra che:
8Ã ∗ = /

K Š+1
K ∗ |/
K| =
K Š + 1 „gh
[ `

7 2

|∗ 2Š |/ 2Š
¿ •</‰8× = 1 = lÃ/ 1∗ = lÃ/ 1∗
là Š + 1 2Ã/ Š + 1 Š+1
∗ ∗ ∗ / /
l [ `
∗ „

Š+1 2
„gh

ŠlÃ/ 2 1
= |/ 1∗ / — / /
l à Š + 1 Š + 1 gh Š + 1 „gh
S 2 U [ 2 `

h h
Š 2 1 Š 2 — 2
= |/ 1∗ / = |/ 1∗ / Q Q
lÃ/ Š + 1 lÃ/ Š + 1 Š + 1
„gh
h
Š + 1 „gh
/
[ `
2
Š 2 — „gh
= |/ 1∗ / Q
„Éh

lÃ/ Š + 1
cioè:
Š 2 — „gh
¿ •</‰8× = 18 |/ / b c
„Éh

lÃ/ Š + 1

142
Si nota che per un gas, dati: , e l, la portata massima in un ugello convergente
dipende solo dalla dimensione dell’area all’uscita 18 e le condizioni nel serbatoio
|/ , Ã/ . Per l’aria, per convenienza possiamo scrivere una forma ingegneristica
dell’equazione precedentemente scritta:

18 |/ ,{ ∙ Pa

¿ •</‰8× = 0.04 Q=¤ ¦
IÃ/ Å K

Supponiamo adesso di abbassare ulteriormente |® oltre |∗ , cosa succederà al flusso


nell’ugello? Niente, il flusso è “bloccato”.

- La distribuzione di pressione non cambia nell’ugello con |8 = |∗ > |® .


- La portata massica non aumenta.

Dopo l’uscita, il flusso aggiusta la propria pressione a quella di contropressione in


modo non isoentropico.
Visione del chock (flusso strozzato):

1 Per incrementare la portata oltre il valore di chock mi occorrerebbe ¯ > 1

2 Una volta che il flusso diventa sonico diventa “sordo” alle condizioni a valle:
(impossibile).

- Qualsiasi cambiamento (esempio riduzione) nella contropressione applicata,


si propaga nel fluido alla velocità del suono in tutte le direzioni, quindi viene
levato a valle dal fluido che in uscita dall’ugello si muove a velocità del suono.

Il flusso attraverso un ugello convergente può essere diviso in due regimi:

1. 1 Â |® /|B Â |∗ /|/ . Il flusso alla gola è isoentropico e |8 = |® .

2. |® /|B < |∗ /|/ . Il flusso alla gola è isoentropico, e ¯8 = 1.

Un’espansione non isoentropica avviene quando il flusso lascia l’ugello e:

|8 = |∗ > |®

143
Il processo del flusso corrispondente al secondo
regime è mostrato nella figura accanto. Anche se
un flusso isoentropico è un’idealizzazione, è
spesso una molto buona approssimazione per il
comportamento degli ugelli. Dal momento che un
ugello è un dispositivo che accelera un flusso, il
gradiente di pressione interna è favorevole.
Questo tende a mantenere lo spessore di strato
limite sottile e riduce gli effetti dell’attrito.

10.4 Flusso isoentropico in un ugello convergente – divergente:

Come mostrato nella figura


accanto, un flusso
attraverso il passaggio
convergente – divergente è
indotto da una pompa a
vuoto a valle, ed è
controllato dalla valvola; a
monte le condizioni di
stagnazione sono costanti.

uscita dell’ugello è |8 ;
La pressione nel piano di

contropressione |® . Come per gli ugelli convergenti, vogliamo vedere come la


l’ugello scarica alla

portata varia con la forza motrice, la differenza di pressione applicata |/ o |® .


Consideriamo l’effetto della riduzione graduale di contropressione.

pressione è costante e vale |/ . Aprendo la valvola lentamente (|® leggermente


? Con la chiusura iniziale della valvola, non c’è flusso attraverso l’ugello; la

inferiore a |/ si produce una distribuzione di pressione. Se la portata è


sufficientemente bassa, il flusso sarà subsonico ed incomprimibile per tutti i punti.
Sotto questa condizione avrà un comportamento simile al tubo di Venturi:

- Il flusso accelera nella porzione convergente fino a raggiungere un massimo di


velocità ed un minimo di pressione alla gola.
- Il flusso dopodiché decelera nella porzione divergente dell’ugello fino
all’uscita.

144
?? Aprendo la valvola ulteriormente la portata è incrementata, definendo un più
netto minimo di pressione. Gli effetti di comprimibilità diventano importanti:

- Il flusso è sempre subsonico ovunque.


- Il flusso decelera nella sezione divergente.

(La descrizione di Bernoulli non è più accurata).

??? Come la valvola è aperta di più, si ottiene la curva ??? . Alla gola si ottiene ¯ =
1, l’ugello è chokkato. La portata è massima per l’ugello scelto e per quel valore di
stagnamento.

? , ?? , ??? sono tutte condizioni in cui il flusso è isoentropico. Infine quando viene
raggiunta la curva ??? le condizioni critiche sono presenti alla gola. Per questa

¿ = ∗ ∗ 1∗
portata, il flusso è chokkato, e:

dove: 1∗ = 16 , si ha quindi che:

Š 2 — „gh
¿ •</‰8× = 16 |/ / b c
„Éh

lÃ/ Š + 1

Notiamo che per un gas noti Š e l, la portata massima in un ugello convergente –


divergente dipende solo dall’area della gola 16 e dalle condizioni nel serbatoio
|/ , Ã/ . Per l’aria, per convenienza scriviamo un forma ingegneristica
dell’equazione soprascritta:

16 |/ ,{ —
∙ Pa
¿ •</‰8× = 0.04 Q=¤ ¦
IÃ/ Å >

ogni tentativo di aumentare la portata abbassando |® fallisce.

Una volta che raggiungiamo le condizioni soniche, cambi a valle non possono essere
più trasmessi a monte. Non si possono superare le condizioni soniche alla gola,
perché ciò richiederebbe che si passi la condizione sonica da qualche parte nella
regione convergente, cosa non possibile per un flusso isoentropico.
Il comportamento del flusso dopo la gola nel canale divergente dipende dalla
pressione a monte.

145
Consideriamo il caso in cui il flusso accelera dopo la sezione di gola, condizione del
flusso chokkato:

fornisce all’uscita dell’ugello una |8 = |f( .


?) Per far accelerare il flusso, la pressione deve diminuire. Il flusso è isoentropico e

Vediamo con il numero di Mach: ¯ = 1 alla gola che ci sono due possibili condizioni

Questo è coerente con il grafico che trovava due Mach per ogni 1/1∗ in un flusso
di flusso isoentropico in un ugello convergente – divergente.

isoentropico.

Abbassare la contropressione da ?) a ) non ha effetto sul flusso nell’ugello.


Il flusso è isoentropico dalle condizioni od all’uscita dell’ugello. Il flusso subisce
un’espansione irreversibile verso la contropressione. In questa condizione il flusso è
detto “under expanded”.
In genere gli ugelli convergenti – divergenti si usano per ottenere un flusso

Se la pressione di uscita è posta a |f( , il flusso sarà isoentropico attraverso l’ugello e


supersonico all’uscita dell’ugello.

sarà supersonico alla sua uscita.

una |® = |f( si dice che operano “a condizioni di


Gli ugelli convergenti – divergenti che operano con

design”. Il flusso che lascia 2 o v è supersonico se


|® O |f( .

18 /1∗ è specificato.
Il numero di Mach all’uscita è fissato una volta che

Dunque:

= |f( Condizioni di design. Dalla sezione di uscita non ho alcun problema di urti.
> |f( Ugello sovraespanso perchè la pressione in un punto dell‘ ugello è minore

della |® . Si verificano urti. Ho contropressioni irreversibili.
< |f( Ugello sottoespanso, no espansioni irreversibili fuori dall‘ ugello.

10.5 Urti (Normal Shock):

Consideriamo per semplicità un flusso in un condotto


a sezione costante, privo di attriti (poiché il fronte
d’onda sulle pareti è trascurabile) è privo di flussi
termici.

146
Ottengo le seguenti equazioni:

¿
① Continuità: h +h 1h = — +— 1— → h +h = — +— → + =
1

¿
② Equazione di moto: |h o |— 1 = ¿ +— o +h → | + + = costante
1

•º +—— +h—
③ Equazione energia: = ℎ/_ o ℎ/a = ℎ— + o ℎh + → ℎ/_ = ℎ/a
• 2 2

④ Equazione gas perfetto: | = là con Å—  Åh

⑤ ∆ℎ = Ök ∆Ã

× |—
⑥ ∆Å = Ök ln b c o l ln b c
Ãh |h

La natura ci dice che in assenza di cambiamenti di area, di attriti, di scambi di calore,

Å— > Åh . Infatti tutte le proprietà cambieranno tranne Ã/ .


le proprietà del fluido non cambieranno se non in modo brusco ed irreversibile

Se cerchiamo di risolvere in termini di Mach si scopre che lo shock avverrà solo in


presenza di flusso supersonico.
Un flusso normalmente, se subisce una variazione (es ostacolo), si stabilizzerà
rispetto ad una nuova condizione. Non appena il campo di pressioni reindirizza il
flusso stesso, se il flusso muove ad una velocità così elevata che il campo di pressioni
non è in grado di propagarsi a monte (condizioni iniziali), il fluido dovrà
ristabilizzarsi, rispetto alle condizioni a valle in modo brusco e violento.

- La pressione aumenta improvvisamente, ho un gradiente fortemente


negativo, che causa una diminuzione di velocità.
- Inoltre si nota un aumento di temperatura (l’energia è convertita in energia

- La densità aumenta + = costante .


interna).

- La velocità è Ö = IŠlà → aumenta con lo shock.


- L’entropia aumenta.

- Il numero di Mach diminuisce, perché: ¯ = .


ò

147
Questi risultati sono illustrati nel grafico
accanto.

Interpretazione di Fanno – Rayleigh riguardo gli shock normali:

Uno shock normale è un fenomeno nel


quale le proprietà del fluido
sperimentano grandi cambiamenti in
una piccola distanza ed in tempi brevi.
Gli shock normali sono difficili da
spiegare e si fa riferimento ad altri due
processi in cui le proprietà cambiano
gradualmente: attrito e scambio di
calore.

Consideriamo dunque le curve di


Fanno (per l’attrito) e le linee di
Rayleigh (per trasferimento di calore):

- La curva di linea di Fanno mostra tutti i possibili stati per un flusso


monodimensionale che è cambiato solo per l’attrito; non vi sono cambiamenti di
area o scambi di calore. A causa della seconda legge della termodinamica l’entropia
deve aumentare, per cui se il flusso è subsonico, l’attrito causa un accelerazione del
flusso fino a che non diventa sonico; se un flusso è supersonico l’attrito decelererà
fino alla condizione sonica.

148
- La curva di Rayleigh mostra tutti i possibili stati per un flusso monodimensionale
che sperimenta solo scambi di calore; non ci sono cambiamenti di area o scambi di
calore. Un aumento di calore corrisponde in entrambi i casi (supersonico e

zona compresa fra: 1/√Š < ¯ < 1).


subsonico) ad un aumento di entropia e di temperatura (Nota Bene: eccetto per la

Lo shock si ottiene sovrapponendo le due curve: Gli strati ① e ② sono l’inizio e la


fine di un flusso che ha solo frizione; essi però sono anche gli stati inziale e finale di
un flusso che scambia solo calore.
Questo solleva la questione di come possiamo avere un flusso con trasferimento

possiamo seguire le linee di Fanno da ① a ②, anche se non nella realtà. Potevamo


simultaneo di solo attrito e solo calore! La risposta è che matematicamente

anche avere un flusso nel quale avevamo attrito dallo stato ① a dove ¯ = 1, ma da
¯ = 1 allo stato ② avremmo avuto attrito negativo (ricorda che l’attrito ci impone
di aumentare l’entropia). Quindi dallo stato ① allo stato ②, abbiamo un processo
fittizio nel quale abbiamo attrito, quindi attrito negativo, che non termina in nessun

dallo stato ① allo stato ② riscalderemmo il flusso e quindi lo raffredderemmo,


altro attrito netto. Un processo simile si applica alla linea di Rayleigh. Per passare

① e ② rappresentano un cambiamento in un flusso per cui non c’è un


senza trasferimento netto di calore. La conclusione a cui arriviamo è che gli stati

flusso cambia dallo stato ① allo stato ② senza seguire una curva di processo;
trasferimento di calore, di attriti, e variazioni di area; inoltre è violento, poiché il

quindi l’entropia deve aumentare. Si nota che la figura precedente mostra alcuni
andamenti che abbiamo menzionato: il flusso deve andare dalla condizione
supersonica a quella subsonica, e l’entropia e la temperatura devono crescere
attraverso uno shock.

11.6 Flusso in un condotto a sezione costate con attrito:

Il flusso di gas in condotti a sezione costante si incontra comunemente in grandi


applicazioni ingegneristiche. Consideriamo un flusso nel quale l’attrito sulle pareti è
causa dei cambiamenti di proprietà del fluido. Incominciamo ad utilizzare le
equazioni di base che descrivono il movimento monodimensionale che è causato da
parecchi fenomeni: cambiamento d’area, attrito, trasferimento di calore, e normal
shocks.

149
Queste sono:

h h 1h = — — 1— = 1 = ¿ = costante
9 l + | 1 o | 1 = ¿ o ¿
K G h h — — — h

K º + ℎ + +h = ℎ + +—
— —

K. h
2 —
2
K ¿
1 º
¿ Å— o Åh  Œ .1
8 Ë‚ Ã 1
K | = lÃ
K∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh
K
K ∆Å = Å o Å = Ö ln b× c o R ln b|— c
7 — h k
Ãh |h

Dobbiamo semplificare queste equazioni per un flusso in un condotto con sezione


costante con attrito. Dobbiamo pensare a quello che accade al calore che è generato
dall’attrito. Ci sono due ovvi casi che possiamo considerare:

1. Assumiamo che il flusso sia adiabatico, quindi ogni calore generato rimane nel
fluido.
2. Assumiamo che il flusso sia isotermo, quindi il fluido sia emana sia assorbe il
calore quando necessario.

Equazioni Base per un flusso adiabatico:

Possiamo semplificare le
equazioni precedentemente
scritte per un flusso in un
condotto a sezione costante di
un gas ideale senza calori
specifici costanti, come
mostrato nella figura accanto.

Abbiamo che 1h = 1— = 1. Inoltre, senza trasferimento di calore abbiamo che:


º/. = 0. Infine, la forza lG è ora dovuta al solo attrito (la componetene della
forza di superfice non è causata dalla pressione sui lati paralleli del canale). Quindi,
per questo flusso le nostre equazioni si semplificano a:

150
¿
9 h +h = — +— = + ≡ 3 = = costante
K 1
KlG + |h 1 o |— 1 = ¿ +— o ¿ +h
K +— +—
Kℎ/ = ℎh + h = ℎ— + — = ℎ/ = ℎ/
2 2 _

8 Å— > Åh
a

K | = lÃ
K∆ℎ = ℎ— o ℎh = Ök ∆à = Ök × o Ãh
K
K∆Å = Å o Å = Ö ln b× c o l ln b|— c
7 — h k
Ãh |h

Flusso adiabatico: Linee di Fanno

Se le condizioni in ingresso sono note, lG la stimo, mi rimangono 6 equazioni in 6


incognite × , |— , — , +— , ℎ— , Å— ; ho due possibilità:

- Un flusso che inizialmente è subsonico (parte da 1 .


- Un flusso che inizialmente è supersonico (parte da 1‘ ).

Faremo riferimento alla curva di Fanno:

Le curve di Fanno mostrano che:

- Il punto con massima entropia: ¯ = 1.


- Sulla parte superiore di ¯ = 1: ¯ < 1.
- Sulla parte inferiore di ¯ = 1: ¯ > 1.

Questa curva è ottenuta risolvendo le 6


equazioni ed aumentando lG .

La forza totale di frizione aumenta mentre percorriamo il condotto, perché stiamo

Nello stato 1 ¯ < 1 l’effetto degli attriti è quello di aumentare ¯ → ¯ = 1.


considerando sempre più specifiche.

Nello stato 1‘ ¯ > 1 l’effetto degli attriti è quello di abbassare ¯ → ¯ = 1.

151
Osservazione:

+h— +——
ℎ/a = + ℎh = ℎ— + = ℎ/_ l′entalpia di stagnazione rimane costante
2 2

Conseguentemente se il gas è ideale, con Ök = costante, la temperatura di


stagnamento deve rimanere la stessa:

Ök ÃBh = Ök ÃB—

Cosa succede alla pressione di stagnamento?

Fanno su un piano ÃÅ, che mostrano la riduzione


In figura sono schematizzate le line di flusso di

della pressione di stagnazione isoentropica locale


causata dall’attrito.

152
10.7 Flusso senza attrito in un condotto a sezione costante con scambi di
calore:

Il flusso scambia calore con l’ambiente


circostante senza perdite per attrito.
L’entropia aumenta solo a causa del
flusso termico: il calore è diverso da
zero, l’attrito uguale a zero:

① Continuità: h +h 1h = — +— 1— → h +h = — +—


② Quantità di moto: 4]L + 4 L = Œ +G .1 + Ò +G #$ ∙ .1$
• Ë Ë‚
→ |h 1h + lG o |— 1— = o+h h +h 1h + +— — +— 1—
→ |h o |— 1 = +— o +h ¿

•º +—— +h—
③ Equazione energia: = ℎ— + o ℎh + ℎ + + = ℎ/
• 2 2
•º •º
→ = ℎ/_ o ℎ/a = Ök ∆Ã/ Q
• •

④ Equazione gas perfetto: | = lÃ

1 º¿
⑤ ¿ Å— o Åh Â Ò .1
Ë‚ Ã 1

⑥ ∆ℎ = Ök ∆Ã

× |—
⑦ ∆Å = Ök ln b c o l ln b c
Ãh |h

ÃÅ; il luogo delle possibili configurazioni è detto linea di Rayleigh:


Se analizziamo un flusso con un dato scambio termico si ottiene una curva nel piano

153
- L’entropia aumenta con il riscaldamento e
diminuisce con il raffreddamento.

- L’entalpia di stagnamento aumenta con il


riscaldamento e diminuisce con il
raffreddamento.

- La temperatura aumenta con il riscaldamento


e diminuisce con il raffreddamento al di fuori

1
delle zone con:
<¯<1
√ Š

< ¯ < 1 se si fornisce calore si avrà un


h
Infatti nella zona compresa fra:
decremento di Ã, e viceversa.
√„

- La pressione cade con l’aumento di Mach, per un flusso subsonico.


- La pressione aumenta con la diminuzione di Mach, per un flusso supersonico.

Il comportamento di + si trova con l’equazione della quantità di moto:

1
+— o +h = | o |— 1
¿ h
|— |h
+— + 1 = +h + 1
¿ ¿

Per un flusso subsonico fornendo calore diminuisce la pressione ed aumenta la


velocità.
Per un flusso supersonico fornendo calore aumenta la velocità e diminuisce la
pressione.

Il comportamento della densità si ottiene dall’equazione di continuità:

+ = costante → è inversamente proporzionale a +

|/ diminuisce sempre con il riscaldamento.

154
- L’effetto dell’attrito è quello di accelerare un flusso subsonico, questo perché
la pressione cade rapidamente.
- Vi è una somiglianza fra il flusso supersonico con attrito e gli shock normali,

- Il massimo di entropia è raggiunto in corrispondenza di ¯ = 1, esso è


entrambi rappresentano processi irreversibili in un flusso supersonico.

raggiunto incrementando l’attrito (con l’aggiunta della lunghezza del


condotto). Il flusso è chokkato. Se si aumenta la lunghezza del tubo oltre quel
valore di lunghezza critico, si verificano due cose:

1. Se il flusso è subsonico → la lunghezza supplementare costringe la


condizione sonica a spostarsi verso il basso alla nuova uscita; la portata

2. Se il flusso è supersonico → la lunghezza supplementare provoca uno


diminuisce.

shock da qualche parte nel condotto. Più aggiungo lunghezza – Å, più lo shock
si verifica a monte.

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