Sei sulla pagina 1di 5

Legge sul cyberbullismo, l’Italia colma un vuoto normativo

o 17 Maggio 2017 Approvata la legge 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori

per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”

o 3 Giugno legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale

o 18 Giugno la legge cyberbullismo entra ufficialmente in vigore nell’ordinamento

italiano
Ecco che con la legge 71/17 viene finalmente colmato in Italia un vuoto normativo in
materia di cyberbullismo. La legge attesa già dal 2014 chiarisce innanzitutto la
definizione di cyberbullismo affermando che:

PER «CYBERBULLISMO» SI INTENDE QUALUNQUE FORMA DI PRESSIONE,


AGGRESSIONE, MOLESTIA, RICATTO, INGIURIA, DENIGRAZIONE, DIFFAMAZIONE,
FURTO D’IDENTITÀ, ALTERAZIONE, ACQUISIZIONE ILLECITA, MANIPOLAZIONE,
TRATTAMENTO ILLECITO DI DATI PERSONALI IN DANNO DI MINORENNI,
REALIZZATA PER VIA TELEMATICA, NONCHÉ LA DIFFUSIONE DI CONTENUTI ON
LINE AVENTI AD OGGETTO ANCHE UNO O PIÙ COMPONENTI DELLA FAMIGLIA DEL
MINORE IL CUI SCOPO INTENZIONALE E PREDOMINANTE SIA QUELLO DI ISOLARE
UN MINORE O UN GRUPPO DI MINORI PONENDO IN ATTO UN SERIO ABUSO, UN
ATTACCO DANNOSO, O LA LORO MESSA IN RIDICOLO

La legge 71/17 è inoltre di fondamentale importanza perchè:

1. Tutela ed educa i minori, siano essi vittime o bulli

2. Stabilisce cosa s’intende per “gestore del sito internet” (art. 1 comma 3)

3. Fornisce ai minori la facoltà di autodifendersi mediante la segnalazione al gestore di

contenuti non appropriati

4. Costruisce una rete interministeriale al fine di prevenire e contrastare il fenomeno,

attraverso tavoli tecnici e il pieno coinvolgimento dei docenti nelle scuole

5. Sancisce le sanzioni e gli ammonimenti per il cyberbullo


IMPORTANTE – Bisogna precisare però che la legge è applicabile per i minori al di sopra
dei 14 anni, fino ai 18 anni.  Ricordiamo, infatti, che per essere iscritto ai social bisogna
avere una certa età (dai 13 anni, facebook ad esempio, ai 16 anni whatsapp).
La legge è stata dedicata a Carolina Picchio e a tutte le vittime del fenomeno

COME SI AGIVA DAVANTI AD EPISODI DI CYBERBULLISMO PRIMA

DELLA LEGGE 71/17?

 Quando il “gioco” diventa un reato

Le tragiche conseguenze legate al cyberbullismo sono diventate in poco tempo un 


problema sociale tanto da passare sui banchi del Governo, dove i ministeri, in sinergia o
singolarmente, cercano di definire i contorni del fenomeno e normative.

Il cyberbullismo, quindi, iniziato dai bulli come un gioco di prepotenza, si configura in


reato. Aumentano gli indagati minorenni, per i quali nonostante abbiano un trattamento
diverso dal punto di vista giuridico rispetto agli adulti, la pena prevista è la detenzione o il
pagamento di una multa. Nel caso in cui  l’offesa venga commessa in presenza di più
persone, secondo il codice penale,  le punizioni aumentano.

Secondo i dati forniti dalla polizia postale, diffamazione, molestie e diffusione di materiale


pedopornografico sono i reati più commessi.

I primi Provvedimenti normativi in Italia  


Visto la gravità dei fatti e viste le direttive dell’Unione Europea in materia, si è reso
necessario intervenire dal punto di vista normativo anche in Italia, con proposte
legislative e accordi ad hoc per prevenire e combattere il fenomeno attraverso normative.

In ordine di tempo troviamo:

o Dichiarazione dei Diritti in Internet – Il 28 luglio del 2015 la Camera dei Deputati

in 14 articoli mette nero su bianco quelli che sono i diritti on line di ogni cittadino, sia a

livello internazionale che nazionale. Non mancano, all’interno del testo, le precisazioni.

All’articolo 2 si legge: “L’accesso ad Internet è diritto fondamentale della

persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale

e sociale”. ⇒ leggi il testo completo: Dichiarazione dei Diritti in Internet


o Disegno di legge 1261 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il

contrasto del fenomeno del cyberbullismo” presentato in Senato il 27 gennaio 2014. Il

ddl prevedeva il coinvolgimento della prima agenzia educativa, la famiglia, e attraverso la

prevenzione, l’accertamento, la sanzione e infine la protezione delle vittime si poneva

l’obiettivo di arrestare il fenomeno, inserendo alcune novità.


“Determinante è poi l’«educazione digitale» di bambini e ragazzi, che si intende favorire
attraverso uno specifico percorso didattico finalizzato a responsabilizzare gli stessi minori
e a promuoverne la consapevolezza in ordine ai rischi — oltre che alle opportunità —
correlati all’uso della rete. Sempre nell’ottica della prevenzione, l’articolo 6 del disegno di
legge prevedeva che, in caso di atti di cyberbullismo commessi da
un minorenne ultraquattordicenne nei confronti di altro minorenne, in applicazione della
procedura già disposta per i casi di stalking, il questore aveva la facoltà di ammonire
l’autore dei comportamenti affinché non venivano più posti in essere. Si trattava di un
avvertimento verbale teso a rendere consapevole il minorenne del disvalore e del carattere
lesivo dei propri gesti, onde evitargli un processo penale prima ancora che potesse essere
proposta querela o presentata denuncia”

o Codice di autoregolamentazione anti-cyberbullismo – Altro provvedimento risale

all’8 gennaio 2014 a firma del Mise, Ministero dello Sviluppo Economico, che ha

approvato la prima bozza del Codice di autoregolamentazione anti-cyberbullismo dov’era

previsto:

“ gli operatori della Rete, e in particolare coloro che operano nei servizi di social
networking, si impegnino ad attivare appositi meccanismi di segnalazione di episodi
di cyberbullismo, al fine di prevenire e contrastare il proliferare del fenomeno”.

Anche in questo caso al tavolo hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, delle
associazioni, degli operatori della rete, quali Google, Microsoft, Autorità per la privacy e
Garante per l’infanzia, Confindustria digitale ecc. … Il progetto ad oggi si è arenato a “causa
del cambio di Governo”, passato nel febbraio 2014 dal presidente del Consiglio Enrico
Letta a Matteo Renzi.

Altri due provvedimenti e normative risalgono al 2007 ad opera del Ministero


dell’Istruzione.

www.smontailbullo.it

La direttiva ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007, “Linee di indirizzo generali ed azioni


a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo”, istituisce gli Osservatori
regionali permanenti sul bullismo, attivi presso gli Uffici scolastici regionali, che
garantiscono sia una rilevazione e un monitoraggio costante del fenomeno sia il supporto
alle attività promosse dalle istituzioni scolastiche singolarmente e/o in collaborazione con
altre strutture operanti nel territorio. Gli osservatori, inoltre, hanno fatto da collegamento
con le diverse istituzioni che a livello nazionale si occupano di educazione alla legalità.

Dalla direttiva si evince che:

“Spetta alla singola scuola ricercare la strategia educativa più idonea ed efficace
nell’azione promozionale di educazione alla cittadinanza e, contestualmente, di
prevenzione e di contrasto ai fenomeni di bullismo e di violenza che possono
verificarsi nella scuola stessa o nell’ambiente in cui essa opera”.
Nell’ambito dello stesso provvedimento è stato, inoltre, creato il sito
internet www.smontailbullo.it, istituito ilnumero verde nazionale 800 66 96 96 e anche il
contatto Whatsapp 347.1192936, pensato per gli studenti, per chiedere aiuto o consiglio.

La seconda direttiva, sempre ad opera del Ministero dell’Istruzione,è dell’anno 2007 e


porta come oggetto “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni
cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni
disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.

In questo caso si pone la questione dell’utilizzo responsabile delle nuove tecnologie


all’interno della scuola.

DIRETTIVE EUROPEE 

Per quanto riguarda invece le direttive europee e progetti in materia di cyberbullismo ai


sensi della decisione 1351/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16
dicembre 2008 “relativa a un programma comunitario pluriennale per la protezione dei
bambini che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione” l’Europa, attraverso  il
programma comunitario denominato Safer Internet chiama tutti i paesi membri ad
attuare una serie di progetti mirati all’educazione per l’utilizzo della Rete.

 “La presente decisione stabilisce un programma comunitario volto a promuovere


un uso più sicuro di Internet e di altre tecnologie di comunicazione, in particolare a
favore dei bambini, e a lottare contro i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi
in linea”.

Fortemente voluta dalla Commissione europea è il Safer Internet Day, che conta adesso la
presenza di oltre 100 Paesi, giornata interamente dedicata a tutte le problematiche che
ruotano intorno alla sicurezza in Internet, nonché un tavolo apposito per la promozione
di un utilizzo sicuro e responsabile dei nuovi media tra i più giovani.

Importante è anche il Programma Dafne, che ha finanziato progetti utili alla lotta e
all’educazione contro la violenza, anche virtuale, dei giovani.

Gli ultimi sviluppi sul fronte europeo sono stati i finanziamenti previsti dall’agenda digitale
2014-2020 dove sono state inserite misure per la tutela e la protezione di bambini e
adolescenti europei online nel programma di sviluppo della rete Connecting Europe
Facility (CEF Telecom), all’interno del quale sono stati previsti finanziamenti
nell’ambito Safer Internet e Cybersecurity.

Fra le ultime novità c’è l’istituzione di EAN, Rete Europa Anti-bullismo, che vede il
coinvolgimento di 17 organizzazioni provenienti da 13 Paesi dell’Unione Europea, di cui 4
italiane. Lo scopo dell’ EAN è quello di coordinare azioni ed interventi anti-bullismo a
livello europeo nonché la condivisione e lo scambio di idee in merito al problema e la
possibilità formativa, rivolte a tutti i professionisti che operano nel campo. Un’Europa,
dunque, si dimostra coinvolta e coinvolgente  nella risoluzione del problema sociale
del cyberbullismo, al limite fra il reale e l’intangibile.

https://intreccio.eu/cyberbullismo-normative-e-direttive-per-contrastare-il-fenomeno/

Potrebbero piacerti anche