La cecità dell’uomo di Gerico è un muro che, alme-
no in parte, lo isola dagli altri e da Dio; si sente pec-
catore - “abbi pietà di me” - ma non ri nuncia a cercare il modo di uscire, di superare la barriera che lo ha rinchiuso nel suo piccolo mondo in cui però arrivano i suoni di quanto accade attorno a lui. Sente che passa Gesù. Il suo udito, reso più vivo dal suo limite, gli fa percepire che è vicina la salvezza, come se sentisse il gorgoglio della sorgente che può togliere la sete di vivere. Un altro muro però si pone davanti a lui: la folla che cerca di farlo tacere, che vuole soffocare la sua invocazione per la salvezza… quasi un avversario malvagio che tenta di togliergli anche quella scala per uscire dall’isolamento Gesù compie un primo “miracolo” quando cam- bia lo stile della folla: da ostacolo a collaboratrice di salvezza, da muro che chiude a porta che si apre e introduce la speranza e la gioia. Sono fra- telli che sanno incoraggiare e sostenere il cammi- no di chi è lontano ma vuole avvicinarsi a Dio. La Porta della Misericordia si aprirà per chi avverte che la sua vita da ostacolo alla fede propria e altrui può diventare opportunità di accesso, con- fine da superare per entrare nella pienezza della luce. Una porta da oltrepassare buttando via il mantello, segno che adesso la propria fiducia è posta nel Signore e non in possibilità solo umane
Il primo momento in cui veniamo “illuminati” è il Bat-
tesimo, e la porta della misericordia sarà aperta non solo a Roma, ma in tutte le diocesi e luoghi scelti per avvertire che la potenza di Dio non è lontana, fragile, ristretta ad alcuni momenti. Battesimo come la condi- zione base per la salvezza e la missione di essere testi- moni, momento per celebrare la fede che abbiamo ricevuto in dono e che può appannarsi, ma anche ri- fiorire, illuminata da colui che si è la luce del mondo, venuto per non farci camminare nelle tenebre. Batte- simo: primo passo per mettersi alla sequela di Gesù e seguirne le orme, anche se vanno verso il Calvario