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PHILOSOPIA HERMETICA

Overo

Vera, Reale e Sincera Descrizzione della Pietra Philosophale.

cioè

Medicina Universale tanto per i Corpi Humani che Metalici

Auth: D: D: Federico Gualdi Tedesco

Ad Momum

Laudatur ab his, culpatur ab illis, cognoscitur à paucis; quare penès te maneat libido
reprehendendi cum inscitia. Nolo placere illis quibus displicuisse laus est.

(A Momo. Lodato dagli uni, biasimato dagli altri, conosciuto da pochi. Resti perciò in te il
piacere di criticare con ignoranza. Non voglio piacere a coloro che si vantano di essere
sgradevoli.)
Vero Ritratto di Federico Gualdi Tedesco

Filosofo Hermetico.
Caput 1

Attendete miei Figlioli e discepoli, quel che vi dich’io

Non applicate il dono dell’Ognipotente

In superbia e cosa non conveniente

Non pubblicate mai à persone indegni

Questa scrittura con i suoi segni

Se non volete aver la pena Eterna

Ed esser privi della Benedizione Divina e Paterna.

Caput 2

Non confidatevi à Prencipi mondani

E non credete à loro promesse vani

Tanto à Teste coronate, quanto à gran Cavalieri.

Perchè voi vedrete i loro falsi gieri

State dunque in segreto, e lavorate in pacienza

Pregate Iddio, fate bene à poveri con diligenza

Ricomendatevi alla Beata Vergine Maria di Cuore,

E conservatevi nel divino e prossimo Amore.

Caput 3

Però figlioli cari questo saper dovete

che l’ogni Potente, e divino Hermete,

Non concete à tali questa divina arte

Che giocano con donne boccali e marte

Ne anche à quelli che al prossimo sono invidiosi

Ne à quelli avari, infedeli, e lussuriosi


Ma solo à quelli di Dio temorosi e veri christiani

Che osservano i precetti, e al prossimo non fanno inganni.

Caput 4

L’ognipotente fece dal nulla uscire il chaos tenebroso,

Massa difforme, qual parto meraviglioso

Come che non fosse stato l’ognipotente,

a questo chaos creatore sufficiente.

Questa massa fù informe, ed inoperose

tutte le cose, in esso fu indiviso e tenebrose

Ogni Elemento in lui stava racchiuso

Tutt’il potere animale, vegetale e minerale cunfuso.

Caput 5

Da questa massa inordinata e impura

Fece l’ognipotente il Cilo, terra e creatura

Sole e luna, ed ogni cosa hebbe nome,

Tanto le minere vegetabili come bestiame,

O’ del divino Hermete, ed Arte Paterna,

Come mai fabricò tutto dall’indistinto Chaos colla mano Eterna

Ancora noi figliuoli miei nella grand’opra nostra

Cercar dobbiamo tal chaos, come la figura vi mostra.


Figura prima

Caput 6

Io vostro Padre affettuoso ed esperto dell’arte


Colle figure e presenti poche carte

Vi voglio scoprir il mirabile nostro composto

E tutto quello che fù nascosto nei libri e scritture nostre della Pietra universale

Dell’oro, argento ed acqua nostra mercuriale

E come per l’arte e natura di potenza fù estratto

La purità degli elementi in atto.

Caput 7

Attendete dunque con gran diligenza

A quello ch’è necessario in questa scienza,

Che altro non è nostro mercurio ignoto,

Che un spirito vivo universale innato,

che dal nostro Chaos si estrae per Arte

Con grand’amicabilità dal comune marte

O’ gran mercurio nostro umido e caldo

Non comune, mà al fuoco ogni hora stà più saldo.

Caput 8

Prendete del nostro Caos universale

Non più che uguale parte martiale,

Consegnate questo à Plutone Maestro d’arte,

Che si congiunge, e’l puro dall’impuro sparte

Questo è il nostro universale spirito agente

Humido radicale, da noi conoscente

Questa è la nostr’acqua secca congelata

Il Drago Babilonico, e’l Leon verde chiamata.


Caput 9

Prendete questo Drago, col suo splendore

E di novo, mà senza gran vigore

Congiungetelo con ugual peso di Chaos recente

Ed il Leon crescerà più lucente

Sette volte lì ho fatto veder la sua stella,

A’ questo Leone, e sempre fù più bella

Nell’ultimo Lavoro fù fusibile come cera

Con splendore d’argento fino vi era.

Caput 10

Questo è il nostro Mercurio splendente

Il grand’Arcano dell’ognipotente

Questa è la nostra luna e Diana

Quando è preparata tutti i morbi risana;

Questa è la nostra Beya splendente

Che prenderà il Gabrizio per marito confidente

O’ grand’opra della semplice natura

Quello vi dimostra la seconda figura.

Quando marte col leone è congionto

Il Mercurio Nostro si trova in punto

A questo mercurio dategli oro comune puro

Coll’acqua minerale composto duro

Non molto liquido, mà come è il butiro

Acciò che Beya e Gabrizio faccino il suo giro.


Figura seconda

Caput 11

Così figlioli cari chiaramente vi mostro

Colla fitura terza, el presente inchiostro

che la donna non può generar senza marito

Perciò Beya con Gabrizio deve esser unito

Hora sarà Mercurio tutto sal, sol tutto luna

O’ gran Mercurio nostro in te li aduna


Argento ed oro estratto dalla potenza in atto.

Quando oro, luna, e l’acqua minerale nostra

Si congiungono come la figura mostra

Sarà tanto l’uno come l’altro tutto oro

E da questi trè si fà il nostro moro

Cioè il Corvo negro, la Regina alba

Il Re rubicondo, solfo nostro senza malba.


Figura terza

Caput 12

Dei Metalli divien seme animato

E della nostra congiunzione Mercurio Aurato

Pigliate dunque del nostro Mercurio animato

E dell’oro nostro benissimamente purificato

Congiungeteli insieme con diligenza

Con il suo peso e la nostra scienza,

Che la moglie non molto avanzi il marito

Però più, che sarà la prima congiunzione ben finita.

Caput 13

Mirate i grandi errori degli uomini ignari

Che s’applicano ai nomi volgari

E si accingono con mercurio comune ed oro

Credono il fugitivo argento fermare con tal lavoro.

Mà se agli occulti sensi apron la mente,

Vedranno, che à ambe due manca lo spirito agente.

Oro unito colla nostra luna insieme

Producono il solfo nostro, vero, Aureo seme.

Caput 14

Senza il fuoco nostro secreto, non si puol

Proseguire quello che la natura ed arte vuol

Questo fuoco è tanto da noi oscurato


Che pochi nei nostri libri han trovato

Qual materia prendervi debba per il fuoco nostro

Ma real e paternamente nella quarta figura ve’l mostro

Penetrate quello con ingenio quieto

Perchè è fatta dalla mano d’un Adepto

Del solfo marziale, Antimonio ed acqua minerale, fu Composto il nostro fuoco marziale,

Da questi tre si distilla l’acqua nostra

Purificata, Animata e ben composta.


Figura quarta

Caput 15

Fuoco è ch’è vaporoso, e non è leve

Che imitar la natura, arte sol deve,

Fuoco è che nutre, e non divora,

Ch’è naturale, e nel mercurio nostro si trova

Humido, mà ogni ora dissecca, acqua è che stagna,


Acqua è che lava i corpi, e man non bagna

Fuoco da trina sostanza ridotto in una

Sol e mercurio con nostra luna.

Caput 16

Hora abbiate inteso dalla mia scrittura

Cosa è sole, mercurio e nostra luna

E che da trina sostanza si deve far una,

Una che in tre si spande

Però tutto homogeneo, o’ meraviglia grande,

Donna, Marito, e Copulatore,

Padre, fratell e sorella d’un amore.

Caput 17

Nient altro è, che Mercurio sale, e solfo nostro

Aria, acqua e fuoco in terra ben composto

Oro, ed Argento nostro, ch’è tutto foco e vita,

Con il Mercurio unito, o meraviglia infinita.

Mà ogni seme à generar inutile si vede

Se corruzzion di quello non procede,

Perciò si deve marcir, e venir negro,

Il nostro Corpo Solare ch’è intiero.

Caput 18

Facile è à proseguire questo lavore

Quando nella putrefazion, il corvo fa favore


Non congiungete altro se non la trina nostra sostanza

Tutto però à suo peso e acciò che l’acqua avanza

E questo nel lavore della preparazione, come mostra la figura

Perchè in quello è il compendio della strada sicura

Considera profondo, qual fuoco, aria, e terra si deve,

Convertire in acqua nostra come la neve,

Il pomo d’oro, lion verde e mercurio innato

Devono morir tutti tre in un atto

Da questi diviene il corvo nero,

Quando questo avrete lodate Iddio e state allegro.


Figura quinta

Caput 19

Tutta la neve, e giaccio è acqua congelata

Facilmente si risolve per acqua infocata

Equalmente l’oro colla nostra luna unito

Si risolve in mercurio nostro definito,


Perchè non vi è contraria la natura,

Ma primamente si deve marcire per fuco vaporoso

Acciochè il corpo si regeneri glorioso.

Caput 20

E quando nonanta giorni e notti sono espirati

I nostri corpi composti saranno putrefatti

Per tutto il tempo osserva il foco moderato

Perchè l’arte e natura non vuol esser sforzata,

Mà tutto vuol aver il suo tempo distinto

Per questo vi ho la figura presente dipinto,

Ch’era pazienza e tempo appropriato

Dovete aspettar il corvo alato.

Quando sol, luna, e mercurio nostro

sono ben congiunti, e composti,

Il corvo negro in tempo distinto

Si congiungerà con il suo compagno infinito

Che non si troverà più veruna separazione

E con fuoco ben agente si vedrà l’albificazione.


Figura sesta

Caput 21

E quando vedrete il nostro Corvo negro

Lodate Iddio e state allegro,

Non dubitate e non disperate,

Perchè l’opere sono ben principiate

Lasciate tempo alla natura,


Acciochè il corpo si matura

E si converta in un pavone,

E questo non senza gran ragione.

Caput 22

Dal negro al bianco venir non si puol

Nè abbreviar il tempo, sà con aumento del fuoco come si vuol

Se non per via di vari e molti colori

Per la belezza del Pavone, e suoi favori

E quando gli Elementi amicabilmente faranno pace

Guarda la mirabile operazione della Natura e tace,

aumenta il fogo verso il grado secondo

E penetra la più annessa figura con ingenio profondo.

Delli corvi nostri composti insieme

in Pavone tra quaranta sei giorni succede, sen proviene,

Questo è la ligatura delli quattro Elementi

E la Beya con Gabrizio godono contenti.


Figura settima

Caput 23

L’ognipotente Padre, e Divino Hermete

Quando con Noè pace contrahete,

fece star tutte l’acque in luoco destinato,

acciochè il mondo non più fosse anegato

Il segno di questa pace fu l’iride splendente


Come si vede ancor oggidì vivente

Quando voi farete pace trà acqua e foco

Vedrete in nostra opera simil giuoco.

Caput 24

Tutto poi si rimetterà in buona quietezza

Tutto sarà a favore del Maestro,

Tutto si converterà ben presto

In color della neve lucente

Come luna, quando è à pieno splendete

Questo è il segno della luna nostra rigenerata,

Questa è la luna nostra co’ suoi colombi armata.

Caput 25

O’ gran misericordia del nostro Gesù Christo,

A’ noi ingrati, e della vita così tristi

che non vogliamo riconocere il dono e la grazia di Dio,

O’ meraviglia grande dell’ingratitudine mia,

Se io, o’ Creatore mio, colla mia penna tanto aperta

E colla mia sincera real paterna offerta

Farò che questa nostra Regina,

A’ mano d’un infedel, o’ avvaro s’avvicinna.

Caput 26

Perciò ti prego o’ divino Creatore,

Non permetete, che nè per denaro, nè per favore


Si dia questa nost’arte, e Scrittura,

Si trasporti o’ riveli a gente immatura

Ma fà a quello, che vuol tradir la nostra Regina

Che la maledizione tua, e morte subitanea la ruina

Acciò che non venga mai à mani degli indegni

Quest’arte divina con i suoi segni.

Caput 27

Così figluoli cari avete intesi i segni della nostra Regina

E ancora quello che è contrario all’arte divina

Dunque considerate tutto, se non volete acquistare

L’eterna pena dell’infernale mare

Proseguite con pacienza il nostro lavoro

In grazia di Dio e del prossimo onore

Così acquistarete il tesoro della Regina nostra

Come la mia figura chiaramente vi mostra

Questa Regina è solfo nostro primo non tingente

Medicina bianca del primo ordine decente

Qual in tempo di quaranta tre giorni si converte

In un Re rubicondo permanente.
Figura ottava

Caput 28

Lasciate questa splendente e bianca Regina,

Che in spazio di giorni quaranta cinque si raffina

E la veste bianca si converte con fuoco agente

In color citrino, e all’ultimo in rosso lucente


Lasciatela in camera trasparente incarcerata,

Dal nostro plutone molto amata,

Lasciatela così, perchè Plutone vi farà veder,

che da questa Regina, il Monarca deve proceder.

Con foco non poco violente,

Fu nato il nostro Re agente,

Mà averte, e tiene bene in mente

Che il regimme del fuoco sia potente,

Altrimenti tu farai mille pensieri vani

Perchè il nostro Re non si vede

se non con appropriati giri.


Figura nona

Caput 29

Augmentate il fuoco al nostro intento

Acciochè la Regina goda il suo contento

E vi partorisca un figlio rubicondo

Il maggior tesoro di tutto questo mondo,

Chiamato il nostro figlio di sol splendente

Il nostro solfo rubicondo e splendente


La nostra Terra Verginea di damasceno campo,

Il nostro oro, Mercurio duplicato

Che dal fuoco non più scampo.

Caput 30

Questa è la nostra prima operazione secreta

La nostra terra Adamica rossa e perfetta,

Questo è il fine del lavoro di Hercole Potente

Questo è il sangue prezioso del nostro serpente

Questa è la vera purificazione delli quattro elementi

Questo è il secreto, che cercano i potenti

Questo è quello che abbiamo scoperto,

Questo è quel che ne libri nostri mai si trova aperto.

Caput 31

Hora figlioli cari e timorosi di Dio

Ascoltate quello, che di più vi dico io,

Credete à me, che son possessore di questo tesoro,

E non guardo la vanità del mondo col suo oro

Ascoltate ciò, che paternamente vi dico

Mentre solo lo scrivo per pro’ di mio amico

E à voi che entrate alla nostra conoscenza

A voi cui abbiam fatto vera clemenza.

Caput 32

Acciò non vi lagnate, che tutta l’arte


Da noi non vi sia in queste poche carte

Secondo la promessa stata comunicata

Voi ascoltate attenti confederati nostri

E ciò considerate che la figura mostri

Il solfo e terra nostra del sol il fiore

Della natura tutta vanto maggiore

Quest’è il nostro Re forte e potente

Ch’è in fuoco glorioso e resistente

Chiamato medicina dell’ordine primo

Di ogni morbo io penetrante lo stimo

Però i metalli lui convertire non puol,

Passar seconda putrefazione ci vuol

Pria che à tanto grado ei s’inalzi

La morte superar deve à calzi

Il capo à questo Re tronchi Mercurio nostro

Come ti dice qui questo inchiostro

Della figura pur osserva i segni

Se ottener tu voi suoi richi pegni.


Figura decima

Caput 33

Questo solfo, è Terra nostra, è tutto sole,

Ma di tingere non ha potenza, e non vuole

Finchè l’opra seconda non è adempita

L’acqua in terra non è pur convertita,

Finchè l’amato nostro figlio del sole

Dell’acqua sua non piglia à bastanza


Prima dalegliene scarsa pisanza

Acciochè con amor, e con salvezza

La bevi, e non anneghi la sua bellezza.

Caput 34

Averte dunque tutti i nostri comandi

Perchè siamo esperti di tanti lavori vani

Che dovete pigliar quattro parti della nostra terra

E congiungerli coll’ottava parte di acqua che vi era,

Prima à modo nostro impregnata e rettificata

Per sette ò dieci destillazioni ingeniosi fatta

Col nome acqua minerale, e cotta da natura

Fuoco acquoso impregnato, che tutto matura.

Caput 35

Perchè il nostro solfo è tutto fuoco,

che non si trova mai in vero loco

Se nò in fuoco, con fuoco della natura

s’aumenta sua virtù, e si matura

E cresce in potenza, virtù e bellezza

D’un colore all’altro si muta con contentezza

Fin che nasce il solfo nostro armato

Prima con bianco, e poi rosso coronato.

Caput 36

Mà il bianco non vedrete nemen il rosso


Se il negro pria non gli viene adosso

Per cibazione di grado in grado augmentando

Il fuoco con raggione e putrificando

Tal imbibizione qual vuole la natura

à guisa come si nutrisce una creatura

Perchè nel principio con molto cibo si guasta

Perciò nutre il fanciullo à poco tanto che basta.

Caput 37

Prima come hò detto con parte ottava

Poi in pochi giorni con settima parte si contentava

In tre imbibizioni la sesta parte di acqua vuole,

A bevere questo nostro figliuolo del sole

E sempre in pochi giorni aumenta il nutrimento

Finchè la quarta d’acqua a bever sia contento

A tal modo io son esperto nella nostra arte,

Di dar il nutrimento al nostro Marte

Caput 38

Senza le piccole imbibizioni fin che la nostra terra

In negro, bianco el rosso convertita era

Gli ho dato cinque intiere imbibizioni

Colla quarta parte d’acqua di benedizione

Tanto beveva questo marte rabbiato

Due volte tanto, ch’il suo corpo ha pesato

Finchè questo marte fù fatto trionfante


Sich’egli fù un Rè glorioso nato dal notsro fante.

Caput 39

Quest’è il nostro Rè della seconda operazione

Medicina perfetta per gli uomini e donne

Elisir è della seconda operazione nostra

La sua virtù potente in ogni morbo si mostra

Quest’è la medicina per la vita longa

Che per benevolenza divina sola la slonga

Lodata sia l’infinita Trinità gloriosa

E la Beatissima Vergine Maria amorosa.

Caput 40

Con la qual medicina l’ognipotente Hermete

Mi ha prolungata la vita senza herbete

Con essa la Divina Maestà m’ha consolato

E tutto l’desiderio mio contentato

Visto che sino al fine della mia vita,

Infinito tesoro, e perfetta sanità vi è unita

Per tal felice successo pregate Dio con amore

E la annessa figura penetrate con candore.

Per via della morte del Re glorioso

Per l’opera seconda, è mercurio animoso,

Per la putrefazione e filiazione

Si acquista la decima multiplicazione

Per sette imbibizioni appropriate


E ancor il regime del foco ben mesurate

Sarà finito in cinque mesi l’opera nostra

Seconda rotazione perfetta si dimostra.

figura undecima

Caput 41

A questo nostro Rè manca la corona

La terza Rotazione questa gli dona


E senza quella la sua virtù, e potenza

In convertir metalli fà resistenza

La terza rotazione della nostra via corta

Si fà della fermentazione colla scorta

All’hora si conferte in massa rubiconda

Per tutti i colori, come nell’opera prima e seconda.

Caput 42

Tre volte li deve circolar gli Elementi

E sempre che nel fuoco siano resistenti

Uniti, composti, marciti e fissati

Gloriosi penetranti e purificati,

Con qual il seme dell’oro sarà rigenerato

E dalla potenza in atto anche estratto

Tre volte la rotation nostra far si deve

Acciochè la medicina del terzo ordine si vede.

Caput 43

Nella prima rotazione è il solfo nostro

Nella seconda l’elisir fisso composto

Nella terza rotazione prosegui la fermentazione

E poi ugualmente la multiplicazione

Questi sono i lavori della divina arte

Che vi scuoprono chiari le nostre carte.

Ed abbiate ormai pienamente inteso

Con che lavoro il Re glorioso à nostra mano si hà reso.


Caput 44

Il quale altro non desidera per suo governo

Che una Corona dell’oro del tempo moderno

Vogliamo dunque dir quello che questo Re brama

E quello che noi tanto desideriamo

E non v’è verun medio trà tinger e tintura,

Se non che l’oro, con nostro Re si matura

Non con tempo longo nè opera laboriosa

Nè con gran spese, ed arte ingegnosa.

Caput 45

Semplicemente oro in polvere ridotto

Per acqua Reggia, o mercurio in calce promoto

Ma che sia separato tutto il corosivo odore

Acciochè il nostro Re lo prenda con amore

Fate la congiunzione con diligenza minutamente

Con la sua acqua che deve esser presente

La quarta parte dell’acqua minerale

Si deve congionger in vatso vetriale.

Caput 46

Poi ponete questa trina composizione

In fuoco appropriato della digestione

Date il fuoco come desidera l’arte e natura

Acciò che tutta si fissa, e matura


E si converta in massa rubicante

Tintura perfetta e penetrante,

In tempo breve vel assievro io

Finirete la fermentazione col agiuto di Dio.

Caput 47

Allora il nostro Re col suo seme rigenerato

Puol esser infinitamente multiplicato

Non per altra via più gloriosa

Che con la sua acqua Appropriosa

Non per altro se non per l’imbibizioni

E necessarie putrefazioni

Per il grado della filiazione nostra

Per tutti i colori finchè la rubedine si mostri

Tante volte che egli morto sarà fatto

E per la putrefazione rigenerato

Sempre da dieci in dieci multiplicato

In quantità ed in virtù addoppiato.


figura duodecima

Caput 48

Considerate con profondità la natura

Come il grano nel campo si molitplica e matura

Non con altro se non con semplice lavoro

Del povero vilano, splendezza di sole e pioggial favore

Così infinitamente puol esser il grano multiplicato


Quando il lavorante piglia la ricolta e la mette in campo ben arato

E poi la ricommanda alla benedizion celeste

Acciò che con caldo acquoso tanto di quanto di notte cresce.

Caput 49

Ancora voi miei cari figliuoli e confederati

E dalla nostra famiglia amati

Non stancatevi a multiplicar contro natura

L’oro comun con mercurio comune, o altra acqua impura

Se non volete perder il tempo colle spese

E finalmente mendicar per il paese

Così permanente in via della semplice Natura

E considerate la mia ultima figura

Questa figura è la rotazion terza

La multiplicazion dell’infinitezza

E come l’opera prima e seconda fù fatta

Così ancora la terza uguagliata

Sempre per l’imbibizione proporzionata

Per l’opere della putrefazione fatta

Con fuoco per ordinato candente

Con nostr’acqua animata ed agente

Mà questo avvertir è necessario

Che in ogni opera è tempo breviario

E quando avrai fornito tre lavori

Una parte ti inge, mille à onore


Come già per queste carte ti hò detto

Uno però avvertire ti voglio

Perchè l’è un gran scoglio

Che senza fermentazione non vale

La tintura alli metalli Reale

Mà fermenta à modo della scrittura

E considera bene la nostra pittura.

figura decima terza


Caput 50

Considerate sempre ogni cosa colla possibilità

E come la semplice natura nell’operazione fà

Nel Regno mineral permanente in vie pure

Come nell’animal si multiplican le creature

Che tutto dal masculin, e feminal congiunzione

Piglia l’origine e sua generazione

E come l’uomo che nell’utero si pasce

Di puro sangue, e poi di latte in fasce,

Considerate il regno vegetabile,

che tutto si multiplica amicabile

Il campo è la femella il maschio seme,

Come l’uno l’altro ama e non teme

Tutte le congionzioni devono essere d’amore ed homogenei

Vivi e non morti, e di spirito pieni

Altrimenti la natura multiplicar, ò generar non vol

Ne meno l’arte alla natura assister puol

Il Regno mineral vi sia raccomandato,

L’acqua e luna nostra purificata,

Chè a tutti i metelli dà l’umido radicale

Al seme metallico il color naturale,

La luna nostra è femella e Campo Damasceno

L’oro è il mascio e di seme pieno

Congiungete questi secondo l’arte


Coll’acqua nostra secondo queste carte.

Caput 51

Lodate Iddio pregate per i morti,

fugite li peccati e state accorti,

acciochè verun non acquisti le nostre scritture

Ne meno guardi nostre pitture

Conservatele ascondetele e in pericoloso luoco

Raccomandale alla difina Maestà e mettele in fuoco

E così conservatevi in grazia divina, e nostra paterna

E avrete da noi sempre l’aiuto e benedizion Eterna,

Questo è l’unico compendio della nos’opera universale

Che veruna creatura umana e mortale,

Puol ringraziar al Divin trino ed uno Dio

Per tal dono e paterna rivelazione come vi dico io

Perchè in vita nostra non si desidera che un tesoro

Che sia composto di longa vita e quantità d’oro

Tutto questo lo puol dar la nostra pietra universal

In aiuto del Divin Hermete,

Quando in grazia di Dio lavorate

E con pacienza l’opera à suo fine proseguite.

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