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LA SCELTA DELL’ARGOMENTO: QUATTRO “REGOLE OVVIE”
Nel suo libro “Come si fa una tesi di laurea ”, Umberto Eco ricorda le quattro “regole ovvie” per la
scelta dell’argomento:
“ 1) Che l’argomento risponda agli interessi del candidato (sia collegato al tipo di esami, alle sue
letture, al suo mondo politico, culturale o religioso);
2) Che le fonti a cui ricorre siano reperibili, vale a dire a portata materiale del candidato;
3) Che le fonti a cui ricorrere siano maneggiabili, vale a dire a portata culturale del candidato;
4) Che il quadro metodologico della ricerca sia alla portata dell’esperienza del candidato.”
Tenendo conto di queste regole, è opportuno che l’argomento della tesi sia di carattere circoscritto.
È preferibile concentrarsi su un problema specifico, di modo che nella tesi sia possibile dire tutto su
quell’argomento. Il principio fondamentale citato da Eco è il seguente: “più si restringe il campo
meglio si lavora e più si va sul sicuro”.
Se ci si trova nella necessità di concludere il lavoro in un periodo relativamente breve, scrive Eco, è
bene che la tesi abbia le seguenti caratteristiche:
argomento circoscritto;
argomento contemporaneo o di cui è stato scritto pochissimo;
fonti disponibili in un’area ristretta e facilmente consultabili.
È importante chiarire secondo quali angolature verrà affrontato il tema prescelto:
avanzamento delle teorie precedenti;
rassegna retrospettiva dei contributi proposti;
approccio comparatistico;
…
La scelta dell’argomento deve tener conto dell’indirizzo di studi e del curriculum scelto. Si
riportano alcuni estratti delle delibere dei Consigli di Facoltà in merito alle tesi di laurea.
Nei tre curricula del corso di laurea in Lingue e letterature straniere alla prova finale sono stati
assegnati 9 CFU o, se il laureando deve sostenere la prova di conoscenza della lingua inglese (prova
di Ateneo), 3 CFU.
La prova finale consiste nella redazione e nella discussione di un elaborato scritto, in lingua italiana
o in lingua straniera. Dovrà essere comunque redatta una sintesi nella lingua straniera di
riferimento. Qualora l’elaborato sia interamente in lingua straniera, la sintesi sarà in italiano.
La prova finale può configurarsi come segue:
1. un commento criticoletterario ad un testo;
2. un lavoro di carattere lessicografico, anch’esso opportunamente commentato;
3. una ricerca di carattere bibliografico nell’ambito delle lingue e letterature oggetto di studio,
ugualmente corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti;
4. una relazione concernente aspetti letterari, linguistici e/o storicoculturali particolarmente
rilevanti di un’esperienza di stage o di tirocinio svolti dal candidato, con adeguato commento;
5. un lavoro di documentazione su supporto audiovisivo o informatico di materiali di carattere
linguistico e/o storicoculturale di diversa natura;
6. una traduzione da una delle due lingue principali seguite dal laureando nel suo corso di studi,
corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti.
Il relatore potrà essere un docente di una delle discipline del corso di laurea di cui lo studente abbia
sostenuto l’esame. La commissione di laurea è composta da cinque docenti della Facoltà, compreso
il Presidente, e da tre supplenti. Il Presidente è nominato tra i professori di prima fascia.
La ripartizione didattica provvederà a calcolare la media in centodecimi degli esami sostenuti,
ponderando i punteggi conseguiti e senza tener conto degli esami senza votazione numerica.
La commissione di laurea ha a disposizione fino ad un massimo di 10/110 da assegnare alla prova
finale (quale che sia la sua consistenza in CFU). E’ a discrezione della commissione, con
l’unanimità dei consensi, assegnare la lode.
Nel corso di laurea in Mediazione culturale. Lingue dell'Europa centrale e orientale alla prova
finale sono assegnati 9 CFU. Se il laureando ha dovuto sostenere la prova di conoscenza della
lingua inglese (prova di Ateneo), alla prova finale sono assegnati 3 CFU.
La prova finale può configurarsi come segue:
1. una traduzione da una delle due lingue principali seguite dal laureando nel suo corso di studi,
corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti;
2. un lavoro di carattere lessicografico, anch'esso opportunamente commentato;
3. una ricerca di carattere bibliografico nell'ambito delle lingue e delle civiltà oggetto di studio,
ugualmente corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti;
4. una relazione concernente aspetti linguistici particolarmente rilevanti di un'esperienza di stage o
di tirocinio svolti dal candidato, con adeguato commento;
5. una relazione su un'indagine a carattere linguistico svolta "sul campo", con adeguato commento;
6. un lavoro di documentazione su supporto audiovisivo o informatico di materiali di carattere
linguistico di diversa natura.”
Dovrà essere comunque redatta una sintesi nella lingua straniera di riferimento (in forma scritta
anche per il tipo di prova n. 6). Qualora l’elaborato sia interamente in lingua straniera, la sintesi sarà
in lingua italiana.
Il relatore potrà essere un docente di una delle discipline del corso di laurea di cui lo studente abbia
sostenuto l’esame. La commissione di laurea è composta da cinque docenti effettivi della facoltà,
compreso il Presidente, e da tre supplenti. Il Presidente è nominato tra i professori di prima fascia.
La ripartizione didattica provvederà a calcolare la media in centodecimi degli esami sostenuti,
ponderando i punteggi conseguiti e senza tener conto degli esami senza votazione numerica.
La commissione di laurea ha a disposizione fino ad un massimo di 10/110 da assegnare alla prova
finale (quale che sia la sua consistenza in CFU). E’ a discrezione della commissione, con
l’unanimità dei consensi, assegnare la lode.
La prova finale consiste nella redazione e nella discussione di un elaborato scritto, in lingua italiana
o in lingua straniera. Dovrà essere comunque redatta una sintesi nella lingua straniera di
riferimento. Qualora l’elaborato sia interamente in lingua straniera, la sintesi sarà in italiano.
La prova finale può configurarsi come segue:
1. un commento criticoletterario ad un testo;
2. un lavoro di carattere lessicografico, anch’esso opportunamente commentato;
3. una ricerca di carattere bibliografico nell’ambito delle lingue e letterature oggetto di studio,
ugualmente corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti;
4. una relazione concernente aspetti letterari, linguistici e/o storicoculturali particolarmente
rilevanti di un’esperienza di stage o di tirocinio svolti dal candidato, con adeguato commento;
5. un lavoro di documentazione su supporto audiovisivo o informatico di materiali di carattere
linguistico e/o storicoculturale di diversa natura;
6. una traduzione da una delle due lingue principali seguite dal laureando nel suo corso di studi,
corredata di commento ed esposizione dei criteri seguiti.
Il relatore potrà essere un docente di una delle discipline del corso di laurea di cui lo studente abbia
sostenuto l’esame. La commissione di laurea è composta da sette docenti della Facoltà, compreso il
Presidente, e da tre supplenti. Il Presidente è nominato tra i professori di prima fascia.
La ripartizione didattica provvederà a calcolare la media in centodecimi degli esami sostenuti,
ponderando i punteggi conseguiti e senza tener conto degli esami senza votazione numerica.
La commissione di laurea ha a disposizione fino ad un massimo di 10/110 da assegnare alla prova
finale (quale che sia la sua consistenza in CFU). E’ a discrezione della commissione, con
l’unanimità dei consensi, assegnare la lode.
Curriculum traduzione tecnicoscientifico
La tesi potrà consistere in:
traduzione in lingua italiana di un testo specialistico scelto sulla base di un’approfondita
discussione con il relatore;
elaborazione di un glossario ragionato relativo ad un linguaggio specialistico e traduzione di un
testo esemplificativo.
In entrambi i casi la tesi dovrà essere accompagnata dall’illustrazione dei criteri metodologici
seguiti e dei problemi riscontrati nel corso del lavoro. Con il consenso del relatore la parte
illustrativa può essere scritta nella lingua del testo a fronte.
Curriculum traduzione letteraria
Il lavoro dovrà consistere nella traduzione in lingua italiana di un testo letterario scelto sulla base di
un’approfondita discussione con il relatore. La traduzione dovrà essere accompagnata
dall’illustrazione dei seguenti elementi:
le peculiarità linguistiche e stilistiche del testo tradotto;
i criteri seguiti nella traduzione;
i riferimenti al contesto storicoletterario al testo tradotto.
Con il consenso del relatore l’apparato può essere scritto nella lingua del testo a fronte.
Relatori della tesi di laurea possono essere:
i docenti di lingua e letteratura;
i docenti di discipline linguistiche e filologiche.
Consegna dell’elaborato della tesi di laurea
La domanda di laurea dovrà essere inoltrata alla Segreteria Studenti entro la scadenza dei termini, di
norma circa due mesi prima di ogni appello di laurea.
Le copie dell’elaborato della tesi e il libretto dovranno essere consegnati entro la data indicata dal
calendario di laurea (generalmente circa 20 giorni prima della data della prova finale). Una copia
dell’elaborato, firmata dal relatore sul frontespizio, deve essere consegnata alla Segreteria Studenti.
Una copia dovrà essere consegnata al proprio relatore.
IL PIANO DI LAVORO
È consigliabile fare un piano di lavoro, che verrà modificato, magari più volte, in corso d’opera, ma
che costituisce un punto di partenza che chiarisce obiettivi e struttura del lavoro. Questo metterà
ordine alle vostre idee e faciliterà la ricerca del materiale.
LA RICERCA DEL MATERIALE
Il problema della reperibilità delle fonti deve essere affrontato al momento della scelta
dell’argomento per avere le basi della ricerca bibliografica. Uno dei modi di affrontare la ricerca
bibliografica tiene conto dei seguenti passaggi:
1. dopo aver individuato l’argomento d’indagine, fissare sulla carta abbozzi d’idee (suscettibili
di trasformazioni anche radicali in corso d’opera) su obiettivo, metodi e strumenti
d’indagine;
2. individuare le informazioni disponibili sull’argomento (lo stato dell’arte), cioè le opere che
costituiscono il fondamento teorico e conoscitivo dell’argomento costruendosi una
bibliografia di partenza;
3. individuare il luogo della ricerca bibliografica.
In tutti questi passaggi il relatore è di fondamentale aiuto, in quanto esperto del settore ed egli
stesso ricercatore.
Il problema della ricerca bibliografica è di risoluzione più facile se l’argomento d’indagine viene
scomposto analiticamente. Per esempio, se l’argomento d’indagine è la poetica leopardiana
nell’opera di Montale, individuerò la disciplina (letteratura), il settore (letteratura italiana dei secoli
XIX e XX) e i termini utili alla ricerca con i rispettivi sinonimi (poetica, poesia, romanticismo,
creazione letteraria, lirica, …).
Una volta reperiti i documenti, si deve evitare che l’informazione bibliografica vada persa o che ne
risulti poco agevole il recupero. Di seguito vengono date alcuni suggerimenti per gestire le notizie
bibliografiche raccolte:
1. creare per ogni indicazione bibliografica utile la relativa notizia bibliografica, registrandola
in un archivio personale;
2. indicare nella scheda bibliografica i dati necessari per rintracciarla (collocazione e
localizzazione);
3. indicare gli elementi bibliografici essenziali per poter identificare il materiale (autore, titolo,
luogo di edizione, casa editrice, anno di edizione, altre informazioni eventuali).
L’archivio personale può essere ordinato secondo un criterio adatto al tipo e all’argomento di
ricerca (alfabetico, tematico, cronologico, formale,…).
Dove cercare il materiale?
Luoghi fisici
Archivi. Per le ricerche in archivio è necessario tener conto del vincolo archivistico e
delle vicende storiche ed istituzionali dell’ente o dell’istituzione proprietaria dell’archivio.
Biblioteche. Per individuare la biblioteca d’interesse ci si può orientare individuando le
funzioni esclusive o prevalenti della biblioteca (lettura, studio, ricerca, …) e il livello di
specializzazione delle raccolte.
Spazi virtuali
Sistemi bibliotecari. Sono coordinamenti organici ed istituzionali fra biblioteche affini,
cosa che rende facile la consultazione delle raccolte.
Web. Si raccomanda un approccio prudente e ponderato con l’informazione offerta in
rete, valutandone sempre la paternità intellettuale. Le informazioni reperibili online sono
utili per quanto riguarda la ricerca bibliografica, e precisamente la consultazione di
cataloghi informatizzati. Sono consultabili in rete:
o le reti di biblioteche nazionali (SBN) o locali (BIBLIOWIN);
o i cataloghi di una biblioteca;
o alcune banche dati (altre sono consultabili solo a pagamento).
LA STESURA
Il destinatario della tesi è il relatore, ma di fatto si ipotizza che l’elaborato venga letto anche da altre
persone, specialisti della materia o semplici persone interessate all’argomento. È importante che il
testo sia chiaro e che si definiscano i termini tecnici che sono determinanti per lo sviluppo del
discorso. Durante la stesura ci si deve chiedere se il contenuto è comprensibile ai più. Per verificare
ciò è indispensabile non solo rileggere il testo, ma anche farlo leggere dal relatore o da altre
persone.
NORME REDAZIONALI INDICATIVE
Il Consiglio di Facoltà del 10.03.1999 ha impartito le seguenti norme redazionali:
Numero di battute per cartella: non inferiore a 2000 (eventualmente con stampa fronte/retro)
Corpo carattere di stampa: non superiore a 20
La struttura di una tesi è generalmente formata da frontespizio, indice (che può essere collocato
anche alla fine), introduzione, capitoli, conclusioni, sintesi in lingua straniera (o in lingua italiana se
l’elaborato è redatto in lingua straniera), bibliografia. Eventualmente possono essere inseriti anche
allegati e un’appendice.
L’elaborato deve presentarsi graficamente uniforme e tutte le cartelle (pagine) devono essere
numerate. L’introduzione può non rientrare nel computo delle pagine ed essere numerata con i
numeri romani.
Una cartella può presentare testo, infratesto e note a piè di pagina.
La struttura e le scelte redazionali dipendono da fattori diversi, fra i quali:
la tipologia dell’argomento;
il settore degli studi / la disciplina a cui l’argomento appartiene;
le preferenze personali del relatore.
Per esempio, soprattutto riguardo alla bibliografia e al sistema delle note, in alcuni studi si
preferisce usare la bibliografia all’americana. Consigliamo pertanto di consultare il proprio relatore
e di considerare come modello un lavoro del massimo studioso dell’argomento o della disciplina di
riferimento.
L’importante è che, una volta scelto un criterio, esso venga mantenuto sempre; l’uniformità dei
criteri è condizione fondamentale di un lavoro scientifico.
Per un quadro approfondito sulle norme redazionali consigliamo la lettura di: Roberto Lesina, Il
manuale di stile: guida alla redazione di documenti, relazioni, articoli, manuali, tesi di laurea ,
Bologna, Zanichelli, 1986.
FRONTESPIZIO
Il frontespizio dovrà indicare:
Università degli Studi di Udine;
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere;
Corso di Laurea in …..;
Titolo della tesi;
Nome del relatore;
Nome del laureando;
Anno accademico cui afferisce la sessione di laurea.
Al termine del presente documento viene allegato un esempio di frontespizio.
INDICE
L’indice può essere collocato all’inizio o alla fine dell’elaborato.
Esso riflette la struttura del testo e deve indicare la suddivisione dello stesso riportando
introduzione, parti, capitoli, paragrafi, sottoparagrafi, appendici e allegati (se presenti), bibliografia
con il riferimento alla pagina corrispondente.
Come già osservato per le scelte redazionali, ricordiamo che esistono modi diversi di articolare un
testo, pertanto anche la struttura di un indice può cambiare.
STRUTTURA DELL’ELABORATO
Obbligatoria è l’articolazione in capitoli, l’introduzione e le conclusioni, mentre le altre
componenti (parti, allegati, appendici, …) vengono usate a scelta discrezionale dello studente,
tenendo conto del contenuto della tesi.
L’introduzione deve presentare le motivazioni per la scelta dell’argomento, la dichiarazione
d’intenti, gli obiettivi, il metodo della ricerca, la presentazione della struttura e dei contenuti
dell’elaborato, lo stato dell’arte e gli studi precedenti inerenti la ricerca affrontata.
Le conclusioni riportano un breve riassunto di quanto sviluppato nel testo, concentrandosi in
particolare sui risultati raggiunti dalla ricerca.
Se pertinente all’organizzazione del lavoro, la tesi può essere suddivisa in parti (Parte prima, Parte
seconda, …). Questa suddivisione può essere utile qualora si tratti un argomento specifico che sia
preceduto da una presentazione più generale del contesto di riferimento che ne inquadra il
problema. La numerazione dei capitoli è continua, anche se il lavoro è strutturato in parti.
È utile organizzare il testo in paragr afi e in sottoparagrafi nel caso in cui vengano fatti frequenti
rimandi intratestuali. Per identificare un paragrafo si utilizza il richiamo a tutte le componenti
superiori fino al capitolo (es. 6.3.2. è il sottoparagrafo 2 del paragrafo 3 del capitolo 6).
Le appendici e gli allegati generalmente contengono documenti riferiti alla ricerca che si ritiene
opportuno riportare e che appesantirebbe il corpo della tesi o le note (interviste, questionari, tabelle,
immagini, grafici, ecc.). Essi sono indicati con una numerazione cardinale (appendice 1).
La bibliografia deve essere presente alla fine dell’elaborato ed ha lo scopo di rendere agevole al
lettore e l’identificazione ed eventualmente il reperimento delle fonti di suo interesse. Esistono
diversi criteri di registrazione (v. oltre). È importante che il criterio scelto venga seguito con
coerenza.
CITAZIONI E NOTE A PIÈ DI PAGINA
Le citazioni bibliografiche vengono inserite per indicare l’origine di un’affermazione, di un dato o
di una figura, per avvalorare la tesi esposta o per segnalare una critica alla stessa, per rimandare a
fonti che trattano gli aspetti menzionati. La citazione deve essere il più possibile analitica per
permetterne la verificabilità.
Le citazioni brevi o che non richiedono particolare risalto vanno incorporate nel testo con
virgolette di inizio e di fine (“…..”). Le citazioni ampie o d’importanza rilevante possono essere
messe in infratesto in corpo minore (dimensione 10), precedute e seguite da una riga di spazio che
le separi dal corpo del testo, senza virgolette. Il testo citato può anche avere dei margini superiori al
corpo del testo (rientro). Le omissioni all’interno di citazioni vanno indicate con tre puntini
all’interno di parentesi quadre, separate dal testo con uno spazio.
Dopo la citazione viene posto il richiamo di nota in apice utilizzando il comando inserisci note a
piè di pagina . Il richiamo viene messo dopo le virgolette o le parentesi, ma prima dell’eventuale
segno interpuntivo. Per le citazioni all’interno della citazione si utilizzano gli apici semplici (‘…..’).
In alternativa, il rimando alla bibliografia può essere inserito tra parentesi indicando solamente il
nome dell’autore e l’anno di pubblicazione di seguito alla citazione. Questa modalità di citazione
corrisponde alla scelta di utilizzare la bibliografia all’americana (v. oltre).
Le note a piè di pagina riportano generalmente:
la fonte della citazione;
informazioni aggiuntive rispetto a quanto detto nel corpo del testo;
la traduzione di una citazione.
La numerazione delle note deve essere progressiva, capitolo per capitolo.
Esistono diverse modalità di redazione delle note che riportano la fonte bibliografica. Si consiglia
pertanto di stabilire con il proprio relatore quale modalità verrà utilizzata. Tutto il testo seguirà
coerentemente tale modalità.
TABELLE E FIGURE
Figure (immagini, grafici, ecc.) e tabelle devono essere richiamate almeno una volta nel testo e
vanno inserite non appena vengono citate per la prima volta per consentirne una lettura immediata.
Le figure e le tabelle provenienti da altre pubblicazioni sono corredate dall’indicazione della fonte.
Le figure devono essere numerate in ordine progressivo per ogni capitolo. Ogni figura deve essere
corredata da una didascalia illustrativa del significato.
Le tabelle vanno numerate indipendentemente dalle figure, ma con lo stesso criterio. Ogni tabella
deve avere un titolo.
ABBREVIAZIONI
Le abbreviazioni più usate sono:
es. esempio
cap., capp. capitolo, capitoli
cfr. confer ‘confronta’
cit. citato
ed. edizione
fig., figg. figura, figure
ecc./etc. eccetera
p./pag., pp./pagg. pagina, pagine
vol., voll. volume, volumi
seg./sg., segg./sgg. seguente, seguenti
trad. traduzione
op. cit. opera citata
ID. / IDEM / Id. Idem ‘il medesimo’, quando si rimanda ad un autore già citato nella nota
immediatamente precedente
EAD. / EADEM Eadem ‘la medesima’, quando si rimanda ad un’autrice già citata nella nota
immediatamente precedente
Ibid. / Ivi ibidem ‘ivi stesso’ è parola latina, accentata sulla seconda sillaba, e si usa
quando si ripete in nota il rimando non solo alla stessa opera (perché allora si
dispone di op. cit.), ma anche alla stessa pagina dell’opera citata nella nota
precedente
AAVV autori vari
et al. et alii ‘e altri (autori)’, quando di un lavoro di più autori se ne cita solo il
primo
In ogni caso, si consiglia di consultare sempre un buon dizionario della lingua italiana.
BIBLIOGRAFIA
Come già anticipato, esistono diversi criteri di registrazione di una bibliografia. Essi rispondono alle
specificità dell’ambito disciplinare e dell’argomento scelto e alle preferenze personali di chi scrive.
Ancora una volta risulterà utile uno sguardo alla bibliografia della fonte più autorevole nel settore
disciplinare a cui appartiene l’argomento scelto.
Esistono alcune norme comuni a tutte le bibliografie:
a differenza delle citazioni delle fonti in nota, nella bibliografia viene indicato prima il
cognome e poi (talvolta separato da una virgola) il nome per esteso o l’iniziale puntata del
nome;
l’elenco dei testi segue l’ordine alfabetico per cognome dell’autore;
in presenza di più opere dello stesso autore si segue l’ordine cronologico di pubblicazione;
se si tratta di un curatore, viene indicato di seguito al nome, tra parentesi, “a cura di”, per
es. Giglioli Pier Paolo (a cura di), Linguaggio e società , Bologna, Il Mulino,1973.
fermo restando l’ordine alfabetico, le opere singole precedono le opere di più autori e le
opere di più autori precedono gli “a cura di”;
la bibliografia selettiva può essere divisa in sezioni (es. opere dell’autore, saggi critici,
sitografia; oppure: studi storici, studi linguistici, dizionari, siti internet consultati;
bibliografia generale, bibliografia dell’autore; ecc.);
gli elementi di un’opera che devono essere indicati sono: cognome, nome, titolo, luogo di
edizione oppure, se sprovvisto, “s.l.” (senza luogo), casa editrice oppure “s.e.” (senza
editore), anno di pubblicazione oppure “s.a.” (senza anno); in alcuni casi sono necessari
anche il nome del traduttore, gli estremi del volume miscellaneo, della rivista o del
quotidiano da cui è tratto il saggio/articolo;
i siti internet consultati, in ordine alfabetico, riportano tra parentesi la data di
consultazione del sito, per es. http://www.uniud.it/didattica/facolta/lingue (12/05/2006).
Nella bibliografia all’americana il nome dell’autore è seguito dall’indicazione dell’anno di
pubblicazione, tra parentesi (di solito parentesi quadre) o posizionato una riga sotto. Ne diamo due
esempi:
Se l’autore avesse pubblicato due opere nello stesso anno, esse vengono messe in ordine alfabetico
e alla data di pubblicazione viene aggiunta una lettera minuscola, per esempio:
Se si decide di adottare questo tipo di bibliografia, le note di riferimento bibliografico vengono
eliminate e si conservano soltanto quelle di discussione e di rinvio. Se nel testo compare [Camaioni
2001c: 456], viene indicato il rimando alla pagina 456 dell’opera a cui si rinvia nella bibliografia
selettiva.
Per quanto riguarda la bibliografia di tipo tradizionale, si incontrano numerose varianti. Premesso
che la bibliografia deve essere l’indicazione chiara e coerente delle fonti, riportiamo qui di seguito
alcune possibilità.
Opere monografiche
Ci si atterrà in linea di massima al seguente criterio: nome e cognome (oppure cognome e nome)
dell'autore, titolo dell'opera in corsivo, luogo e data di pubblicazione in tondo, indicazione del
numero del volume in cifra romana (quando si tratti di opera in più volumi), indicazione della
pagina.
É. BENVENISTE, Le vocabulaire des institutions indoeuropéennes, Paris 1969, II, p. 143 (oppure
pp. 143149).
SITZIA P., Le comunità tabarchine della Sardegna meridionale: un’indagine sociolinguistica ,
Condaghes, Cagliari, 1998.
Eventuali edizioni di un'opera successive alla prima vengono generalmente distinte con un numero
arabo ad esponente. Esempi:
P. JANNI, Il nostro greco quotidiano, RomaBari 1994 2 , p. 25 s. (oppure p. 25 ss).
Riviste
I titoli delle riviste sono indicati in tondo tra doppie virgolette. Il titolo del contributo andrà in
corsivo seguito dal numero dell’annata in cifre arabe e, tra parentesi, dall’anno di pubblicazione
nonché, dopo la virgola, dall’indicazione delle pagine.
A. A. SOBRERO, Lingue speciali, in Introduzione all’italiano contemporaneo. La variazione e gli
usi, a cura di A. A. SOBRERO, RomaBari 1993, pp. 237277.
FORMATTAZIONE E DIGITAZIONE DEL DOCUMENTO
Dopo l’apertura di un documento di testo, si procede alla formattazione dello stesso
(impaginazione, carattere, paragrafi, ecc.) con gli appositi comandi. Per comodità faremo
riferimento al programma di scrittura openoffice.org Writer , compatibile con Word e altri
programmi di scrittura, scaricabile gratuitamente dal sito www.openoffice.org.
Impostazione dei margini della pagina dal menu formato, comando pagina . È importante ricordare
che è necessario un rientro maggiore (generalmente di 0,5 cm) per il margine della costa.
I rientri possono essere impostati con i tre triangolini disponibili nel righello orizzontale. Per
modificare il rientro sinistro o destro di uno o più paragrafi, selezionare i paragrafi di interesse e
trascinare nella posizione desiderata il triangolo inferiore sinistro o inferiore destro nel righello
orizzontale. Per modificare il rientro della prima riga del paragrafo selezionato, trascinare il
triangolo superiore sinistro del righello orizzontale nella posizione desiderata.
Definizione del caratter e dal menu formato, comando carattere. Si consiglia una dimensione 12 e
il carattere Times New Roman.
Definizione del paragrafo dal menu formato, comando paragrafo, alla voce allineamento.
(selezionare giustificato); alla voce paragrafo scegliere l’interlinea, che consigliamo di 1,5 per
esigenze di leggibilità e di comodità per eventuali correzioni a penna.
Per salvare un nuovo documento dal menu file, comando salva con nome, selezionare la posizione
dall’elenco che compare in tendina, inserire il nome del documento e confermare il salvataggio con
salva . Per questioni di praticità suggeriamo di creare un documento per ogni sezione della tesi, di
modo da potersi orientare nel testo con maggiore facilità. Al termine della stesura sarà possibile
unire i file in un unico documento per la stampa.
Per inserire il numer o di pagina, scegliere Inserisci Piè di pagina e selezionate il modello di
pagina in cui si desidera inserire il piè di pagina. Dopo aver puntato il cursore sul riquadro a piè di
pagina, scegliere Inserisci Comando di campo Numeri di pagina . Nel caso di una stampa fronte
retro, ricordarsi di definire il numero di pagina per il fronteretro.
Il conteggio parole viene fatto dal programma e può essere visualizzato in Strumenti – conteggio
parole.
Per digitare correttamente il testo, è necessario seguire le seguenti norme:
tra parola e parola, una battuta di spazio;
tra parola e punto/virgola/due punti/punto e virgola, nessuna battuta;
dopo punto/virgola/due punti/punto e virgola, una battuta;
le virgolette e le parentesi di apertura sono precedute ma non seguite da spazio;
le virgolette e le parentesi di chiusura non sono precedute da spazio;
tra l’articolo apostrofato e la parola introdotta dall’articolo, nessuna battuta (es.
un’analisi);
tra l’iniziale del nome e il cognome dell’autore, una battuta (es. A. Döblin);
per i nomi con doppia iniziale, nessuna battuta tra le iniziali (es. T.S. Eliot);
per l’indicazione di un numero di pagina, una battuta (es. pp. 23 34);
i puntini di sospensione sono sempre e solo tre e non vanno spaziati rispetto alla parola
che li precede o li segue; di norma non vanno aggiunti dopo “ecc.” o “etc.”;
le singole parole in lingua straniera che non sono entrate nell’uso corrente della lingua
italiana vanno messe in corsivo, a meno che non appartengano al linguaggio tecnico aai
coloro a cui si rivolge l’elaborato (ad esempio, “hardware” e “budget”non vanno in
corsivo se presenti in una tesi di informatica la prima o di economia la seconda).
Esiste la funzione di cor r ezione automatica, che può essere attivata/disattivata utilizzando i
comandi Strumenti controllo ortografico. Per evitare che il correttore proceda automaticamente ad
interventi correttivi, disattivare la funzione attiva completamento parole dal menu strumenti
correzione automatica completamento parola . Si raccomanda la massima attenzione nella
digitazione di citazioni in lingua diversa da quella italiana e di nomi propri, che potrebbero essere
distorti dal correttore automatico.
Si raccomanda di salvare sempre le modifiche ai documenti e di farne una copia su supporti diversi
(disco fisso, floppy disk, CD, pen drive) e di stamparli periodicamente, al fine di agevolare il
recupero del lavoro in caso di danneggiamento o perdita dei dati.
Lista di contr ollo per la battitur a del testo
· i segni di punteggiatura sono seguiti, ma non preceduti da uno spazio
bianco;
· le note sono numerate progressivamente, capitolo per capitolo, e disposte a
piè di pagina; l’esponente di nota è un numero piccolo in alto che si scrive,
senza spazio, a destra della parola a cui si riferisce e prima di eventuali segni
d’interpunzione;
· i segni d’interpunzione si scrivono dopo le virgolette (tranne i punti
esclamativi e interrogativi, se appartengono al testo riportato tra virgolette);
· linea bianca prima (doppia) e dopo (semplice) il titolo del paragrafo.
Lista di controllo per la presentazione della tesi
· la pagina ha allineamento giustificato;
· capitolo e titolo del capitolo sono centrati;
· i titoli dei paragrafi sono allineati a sinistra;
· i titoli di capitoli e paragrafi non sono seguiti dal punto fermo;
· per i titoli di capitoli e paragrafo può essere usato il gr assetto;
· l’interlinea è di 1,5;
· i caratteri sono in corpo 12 e le note e le citazioni ampie in corpo 10;
· l’esposizione è articolata in capoversi.
Lista di controllo per l’impaginazione della tesi
Lista di controllo per la bibliografia
· identificazione bibliografica completa e coerente;
· ordine alfabetico o cronologico;
· eventuale distinzione tra letteratura primaria e secondaria o sezioni;
· impostazione della bibliografia (per ordine alfabetico degli autori o con
sistema nomeanno),
Lista di controllo per l’organizzazione complessiva della tesi e l’impostazione
dell’indice
· frontespizio;
· indice dei capitoli e dei paragrafi;
· eventuale indice dei grafici e delle illustrazioni;
· introduzione o premessa;
· testo;
· altri indici.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
T ESI DI L AUREA
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXX
Laur eando/a: Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Anno Accademico 2003/04
LA RICERCA BIBLIOGRAFICA: COME INTERROGARE UN OPAC
a cura del dott. M. Masai
COSA FARE
Inserire una parola o una stringa di parole negli appositi spazi scegliendo il campo di interesse:
AUTORE o TITOLO (se conosciuti)
SOGGETTO (se si conosce l’argomento)
Attenzione: il soggetto si basa su vocabolari controllati che potrebbero non contenere il termine
scelto da chi effettua la ricerca.
(Su molti OPAC non ci si attiene al soggettario ma si usano termini più semplici)
CLASSIFICAZIONE (se presente)
CONSIGLIO: Se si conosce autore e titolo in genere è sufficiente digitare il cognome dell’autore e
la prima parola del titolo (senza l’articolo).
Liste con STRINGHE di una o più parole:
vengono visualizzate oltre alla parola richiesta o che meglio risponde alla richiesta un certo numero
di parole immediatamente precedenti o successive a auella digitata.
PAROLE in più campi:
Non vengono visualizzate le parole simili.
CONSIGLIO: A meno di particolari certezze conviene sempre consultare l’OPAC più vicino (a
cominciare da quello dell’Università di Udine).
COSA NON FARE
1) Non riempire troppi campi contemporaneamente
In questo modo si restringe troppo la ricerca
Se un termine è inesatto la ricerca non dà risultati.
2) Per evitare risultati “ridondanti” e quindi inutili non digitare i seg. campi da soli:
Editore
Luogo di pubblicazione
Lingua
3) Se è possibile ricercare una parola in un campo qualsiasi, evitare parole
di tipo comune.
4) Se si ottengono troppi risultati, la maggior parte dei quali non sembrano interessanti, piuttosto
che scorrerli tutti conviene effettuare una nuova ricerca utilizzando dei termini più specifici:
scegliere parole meno comuni per i titoli e i soggetti, specificare l’autore (eventualmente anche
il suo nome se il cognome è piuttosto comune), utilizzare più campi contemporaneamente.
INSERIMENTO DEI TERMINI DI RICERCA
IMPORTANTE
Nelle liste digitare tutte le parole
Nei soggetti stare attenti alla lingua usata
NELLE RICERCHE PER PAROLE OMETTERE:
1)Preposizioni
2)Gli articoli iniziali
NON IMPORTANTE
Lettere maiuscole o minuscole
Segni diacritici
Apostrofi
Trattini
Punteggiatura
Articoli
Preposizioni
Congiunzioni
COME EFFETTUARE RICERCHE IN LINEA NEGLI OPAC
VANTAGGI
1)Ricerche in ogni parte del mondo
2)Ricerche di un libro contemporaneamente su vari siti
3)Navigazione nei testi con i vari link (collegamenti)
4) Possibilità di ampliare o restringere la ricerca
SVANTAGGI
1)Studio preventivo delle strategie di ricerca
2)Modalità diverse di consultazione dei diversi OPAC
3)Risultati negativi dovuti a ricerche formulate in modo errato
In particolare ciò può essere dovuto a:
1) Errore nell’inserimento di qualche parola
2) La citazione bibliografica da cui si è partiti non era corretta
3) Si è cercato usando i campi in modo sbagliato, oppure i comandi dell’OPAC. Eventualmente
consultare le istruzioni.
4) Le biblioteche in questione non hanno ancora inserito nell’OPAC i dati delle opere che si stanno
cercando: può accadere soprattutto con opere abbastanza vecchie oppure nuovissime.
5) Non si è scelto bene l’OPAC nel quale cercare: le opere sono possedute da qualche altra
biblioteca i cui dati si trovano in un altro OPAC.
6) Non esistono opere del tipo che si sta cercando: si tratta di un argomento ancora poco
sviluppato, oppure molto specifico, sul quale esistono soltanto alcuni articoli in riviste
specializzate o documenti non pubblicate.