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ISSN 1127-6320 Bimestrale. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

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410
Set/Ott
2018

Orchidee selvatiche:
un mondo di relazioni

ATTUALITÀ MONOGRAFIA PRINCIPI ATTIVI ANTROPOLOGIA


Il mondo della ricerca Melograno, nuove prospettive AMP: peptidi antimicrobici Giusquiamo, la “fava
incontra il territorio nel controllo della glicemia isolati da piante di Zeus”

p.18 p.38 p.46 p.76

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Cultura
ANTROPOLOGIA

Giusquiamo
La “fava di Zeus”
di GIORGIO SAMORINI e GIANLUCA TORO

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Nonostante la sua intrinseca tossicità, il Giusquiamo rientra a buon diritto fra
le piante “amiche dell'uomo”, non fosse altro per i penosi mal di denti che ha
democraticamente alleviato nel corso dei millenni, senza badare che fossero denti
di principi o di contadini, e per le paradisiache (o infernali) visioni profetiche che ha
elargito a quanti abbiano saputo maneggiarla con destrezza. Pianta presente in tutte
le farmacopee europee, mediterranee e asiatiche, l'uomo l'ha portata con sé in tutte
le sue migrazioni sin dai tempi preistorici, ed è stata compagna fedele negli orti dei
conventi e delle missioni che hanno colonizzato i terzi mondi.

Nella classificazione linneana ciò sia dovuto a una sua recente terminologica che supera quella
il Giusquiamo viene denomi- espansione biogeografica, possi- di tutte le altre solanacee psicoat-
nato Hyoscyamus, un genere bilmente facilitata dall’uomo. I giu- tive (perfino della Mandragora (7),
che appartiene alla famiglia delle squiami nero e bianco sembrano e forse quella di qualunque altra
Solanaceae e più specificatamente essersi differenziati fra loro attorno pianta nota sin dai tempi greci
al gruppo delle solanacee tropani- a 1,5 milioni di anni fa (4). e pre-romani. González (8) ha
che, ed è quindi imparentato sia In Italia sono presenti in tutte le contato un centinaio di nomi, fra
botanicamente che farmacologi- regioni entrambi, il Giusquiamo quelli antichi, medievali e moderni,
camente con la Mandragora, la nero e bianco; quest’ultimo manca ma riteniamo che il loro numero sia
Belladonna, la Datura (1). solamente nella pianura padana notevolmente maggiore, tenendo
(5). Del Giusquiamo nero sono conto della difficoltà nel racco-
Una tassonomia riconosciute due “razze”, una gliere i termini relativi alle lingue
unresolved annuale e l’altra biennale, e per dei territori balcanici e asiatici.
La ta ssonomia del genere l’Italia Fiori riconosce le due forme Nelle antiche scritture cuneiformi di
Hyoscyamus è ancora confusa, typicus e agrestis, la prima più area mesopotamica il Giusquiamo
piena di taxa dubbi e di sinoni- robusta della seconda. Anche per nero sarebbe stato identificato con
mie. Un importante centro di dif- il Giusquiamo bianco Fiori (6) rico- il termine šakiru, che è presente
ferenziazione e diffusione del nosce in Italia due forme, typicus e in numerosi passi della lettera-
genere sembra essere stato il ter- major, la seconda più robusta della tura assira, inclusa quella medica.
ritorio iraniano, dove si riscon- prima. Risalta l’impiego del šakiru nel
tra il più folto insieme di specie, Una caratteristica ana-
sebbene non vi sia concordanza tomica specifica del
sul loro numero. Se da una parte genere Hyoscyamus
D’Arcy (2) riconosce 20 specie nel riguarda il frutto, che è
genere Hyoscyamus, e Hunziker costituito da una pisside,
(3) ne riconosca 23, d’altra parte in cui sono racchiusi i
la Plantlist, promossa congiun- numerosi e piccoli semi,
tamente dai Giardini Botanici di dotata di un opercolo
Kew, Missouri e New York, rico- coriaceo removibile e
nosce solamente dieci specie avvolta in una più o
di Hyoscyamus, mentre ben 57 meno esuberante corolla
taxa le etichetta come unresolved persistente.
(irrisolte).
Le due principali specie euro- Una rosa infinita
mediterranee sono il Giusquiamo di nomi
nero (H. niger L.) - diffuso anche in A partire dall’antichità
Asia - e quello bianco (H. albus L.); classica sino ad arri-
un’altra importante specie, soprat- vare ai nostri giorni,
tutto dal punto di vista farmaceu- al Giusquiamo è stata
tico, è il Giusquiamo d’Egitto (H. attribuita una serie stra-
muticus), distribuito lungo il lato ordinaria di nomi, sia in
africano del Mediterraneo. H. niger numero che nella diversi-
è la specie del genere più ampia- ficazione radicale ed eti-
Frutti (pissidi) e semi di alcune specie di Giusquiamo
mente diffusa, e si sospetta che mologica; una ricchezza

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Cultura
ANTROPOLOGIA

trattamento del mal di denti - un


rimedio ampiamente diffuso nella
medicina popolare eurasiatica -
così come l’impiego per prevenire
la stregoneria, in particolare quella
che può accadere a una donna
nell’approcciarsi a un uomo, e per
la quale era consigliato spargere
questa pianta sul suolo (9).
Per i tempi classici, il contributo
principale è quello dello Pseudo-
Dioscoride (IV, 68), che radunò un
insieme di oltre 20 nomi attribuiti
al Giusquiamo nero - fra cui quelli
di hypnotikón, prophétēs, insana,
dentaria, apollinaris - indicando
per diversi di questi i popoli o gli
autori che lo denominavano in quei
modi. Questo autore offre una sola
etimologia per la lista di nomi che
presenta, relativa a diòs kýamos, Frutti di Giusquiamo nero
che traduce come “fava di Zeus”,
un'etimologia che si è conservata il termine popolare francese herbe Ercole (Hist. Nat., XXV, 35), per
nel nome tedesco Jupitersbohne de sainte Apolline e quello italiano cui nell’antichità classica troviamo
attribuito al Giusquiamo nero (10). erba de santa Polonia, e solo in un questa pianta associata a due
Nel greco antico, accanto a dio- secondo momento il dio Belenos divinità del panteon greco, Zeus
skyamos era presente la variante intrinseco in questi nomi fu sosti- e Apollo, e a un eroe, appunto
hyoskyamos - da cui il nome latino tuito con il dio Apollo. È il caso Ercole.
hyoscyamus che ha dato i natali al di osservare che l’areale di diffu- Nel medesimo passo Plinio ha
genere botanico moderno - e che sione dei nomi del Giusquiamo del riportato anche il nome di alterco,
viene solitamente tradotto con gruppo “erba di santa Apollonia/ ricollegabile al verbo latino alter-
“fava del maiale”. Polonia” rientra nell’area a influsso cari, “discutere”, “litigare”, con il
Il nome apollinaris rimanda a una celtico (Francia e Italia settentrio- valore semantico quindi di pianta
tradizione che vede il Giusquiamo nale) (11). Nei periodi cristiani si che induce al litigio.
come pianta del dio Apollo, per verificò un’ulteriore sostituzione Osservando alcuni nomi popo-
via delle sue supposte virtù pro- del dio Apollo con Apollonia, la lari italiani dati al Giusquiamo
fetiche. Il termine, a indicare il martire che, secondo la tradizione nero e bianco, in diverse aree del
Giusquiamo nero, è citato anche agiografica, subì come martirio Piemonte il Giusquiamo nero è
da Plinio (Hist. Nat., XXV, 35), e l’estrazione di tutti i denti, e per chiamato “erba del tarlo” (èrbo d’lâ
rientra nel più vasto gruppo di nomi questo motivo divenne la patrona chamma, erba camola; anche erba
latini che si sono conservati per dei dentisti e dei sofferenti dei mali d’le tignole, “erba delle tignole”
tutto il Medioevo, sino a fissarsi dei denti. Considerata la diffusa (13), il cui più immediato signifi-
in numerosi termini vernacolari usanza popolare, di antica data, cato rimanderebbe a un impiego
moderni delle lingue di derivazione dell’impiego del Giusquiamo come della pianta come insetticida, ma
latina, quali herba Apollinis, herba anestetico odontoiatrico, la de- che potrebbe anche essere una
apollinaria, herba apollinaris, ecc. paganizzazione dei termini popo- reminiscenza di un’antica associa-
Questi termini parrebbero portare lari dati al Giusquiamo e rifacen- zione simbolica di questo insetto
un riferimento intrinseco al dio tisi ad Apollo/Belenos si rivelò for- con la pazzia, in quanto presso le
greco Apollo, ma v’è chi ritiene che midabilmente efficace. Bertoldi antiche culture eurasiatiche era
si tratti di una derivazione secon- (12) fa notare come “nella storia diffusa la credenza che questa
daria, in quanto il termine origina- del nome d’un’umile pianta si sia malattia mentale fosse causata
rio sarebbe quello celtico di bele- conservata l’eco di tre differenti dalla presenza di insetti nella testa.
nium, che ha a che fare con il dio religioni, di differenti civiltà”, e cioè Seguendo questo percorso etimo-
solare Belenos. È da questo bele- quelle celtica, greca, e cristiana. logico quindi, “erba del tarlo” signi-
nium che originano, per esempio, Plinio associa il Giusquiamo a ficherebbe “erba della pazzia” (14).

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L’oppio dei forti, dif fuso in identificato con šakiru, viene som- nella fortezza danese di Frykat,
Valtellina, ricorda il nome cata- ministrato nella birra per scopi per- della tomba datata al 980 d.C. di
lano tabac de paret, riprendendo lopiù medicinali o magici (per pre- quella che probabilmente fu l’ul-
la medesima allusione ecologica venire atti di stregoneria) (18). tima profetessa di corte del re
di piante che crescono sulle pareti Un primo documento archeolo- Aroldo I di Danimarca. Fra gli
dei muri; l’associazione con l’oppio gico che attesta in maniera diretta oggetti e strumenti necessari all'at-
e con il tabacco riporta alle pro- la pratica di fortificazione della tività profetica di questa sacerdo-
prietà inebrianti di queste piante, birra con il Giusquiamo riguarda tessa vichinga (volva) che sono
e quindi anche del Giusquiamo, e un vaso di tipo “campaniforme stati ritrovati nel corredo funebre,
più specificatamente quella con marittimo”, datato a prima del 2340 fra cui lacca e sostanze grasse,
il tabacco risale indirettamente - a.C. (19), che era stato depositato erano presenti numerosi semi di
con valore inverso - ai primi nomi come offerta in una grotta sepol- Giusquiamo nero, originalmente
europei dati alle specie di tabacco crale di Calvari d’Amposta, nella contenuti in un astuccio di pelle.
che dall’America raggiunsero l’Eu- provincia spagnola di Tarragona, La lacca e le altre sostanze grasse
ropa nel XV e XVI secolo, e che e in cui le analisi chimiche hanno avrebbero potuto verosimilmente
furono considerate inizialmente determinato la presenza di birra essere ingredienti per la fabbrica-
come delle specie esotiche di e di iosciamina, essendo questo zione di un unguento psicoattivo
Giusquiamo. L'associazione con il principale alcaloide delle specie per l’attività profetica della volva.
le pareti contenuta in questo tipo di Giusquiamo (20). Fu il medesimo re Aroldo I, detto
di nome popolare trova giustifica- Per i periodi più tardi, nel sito “dai denti blu”, che si convertì al
zione nella constatazione ecolo- celtico di Hochdorf, vicino a Cristianesimo e di, conseguenza,
gica dell'habitat preferenziale del Stuttgart (Germania), datato al pose fine alle attività oracolari di
Giusquiamo bianco che lo vede 600-400 a.C., sono venuti alla luce corte (22).
nascere sui muri e sui bastioni che resti di una lavorazione della birra,
si affacciano a picco sul mare, fre- con tanto di produzione di malto.
quentemente accanto alla pianta Fra i campioni d’orzo sono stati Il Giusquiamo nei testi
del cappero. ritrovati 15 semi di Giusquiamo antichi
I termini erba dai bocalét (bellu- nero, e ciò evidenza una loro inten- Il Giusquiamo è presente in nume-
nese), boccaleti, bocaléti (vero- zionale aggiunta come agente rin- rosi passi della letteratura antica,
nese) e vulle cottrella (abruzzese; forzante l’effetto inebriante della sia medica che storica e folclorica.
“bolli paiolino”) alluderebbero alla birra (21). Come esempio asiatico, citiamo la
forma dei fiori del Giusquiamo nero Parallelamente all'impiego per conoscenza del Giusquiamo nero
e alla loro disposizione lineare scopi profani quali il rafforza- nell’antica Cina, dove è diffusa
lungo il fusto (15). mento delle ebbrezze alcoliche, la varietà chinensis Makino dello
è stato indicato l'impiego del H. niger. Nell’antico erbario Shen
Giusquiamo per scopi maggior- Nung Pent’sao Jing (220-250
Archeologia mente etici (per quei tempi), quali d.C.), veniva riferito il suo impiego
della profezia quelli profetici, per “vedere” nel nel mal di denti ed erano note le
La relazione umana con il passato e nel futuro delle conse- sue proprietà inebrianti: “sovra-
Giusquiamo è antica di almeno guenze delle azioni umane, in par- dosaggi di questa droga possono
8000 anni (16). I reperti più antichi, ticolare di quelle regali. Dai Sumeri indurre un camminare da folle,
datati fra il VII e il VI millennio ai Vichinghi, nelle corti dei re di l’uso continuato porta alla vitalità
a.C., provengono dall'Egitto, dove tutti i tempi hanno prestato servi- con peso leggero, camminando
semi di una specie indeterminata zio indovini e profeti che, in stato come un cavallo in corsa, rinfor-
di Hyoscyamus sono venuti alla di trance, vaticinavano sulle scelte zando la mente e aumentando la
luce in un sito del Neolitico Medio del luogo per la costruzione di un forza” (23), e ancora: “i semi sono
dell’Oasi di Farafra, situata nel palazzo, sul momento più oppor- usati per comunicare con gli spiriti
deserto occidentale (17). tuno per muovere guerra, o sul e vedere diavoli. Quando presi in
Sin dai tempi antichi in Europa matrimonio della figlia del re, e le eccesso, causano un cattivo bar-
era diffusa la pratica di aggiun- solanacee tropaniche sono state in collamento” (24).
gere semi di Giusquiamo alla birra, più casi chiamate in causa come Teofrasto, l’autore greco vissuto
per fortificarne gli effetti. Questo fonte diretta della chiaroveggenza a cavallo fra il IV e il III secolo
costume sembra fosse già diffuso oracolare. Una conferma tarda ma a.C. e considerato il “padre”
fra gli Assiri del III millennio a.C. eloquente di queste attività di corte della botanica, nella sua Historia
Nei testi cuneiformi il Giusquiamo, profetiche riguarda il ritrovamento, Plantarum non sembra menzionare

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il Giusquiamo, per lo meno come l’impiego del Giusquiamo nel trat- e stravolge, fa uscir di senno e
hyoskyamos. Si tratta di un’as- tamento dei dolori ai denti, una agita dentro le persone, e in gene-
senza enigmatica, dato che questa pratica, come detto, ampiamente rale provoca un’ebbrezza e un’alle-
pianta era certamente nota presso diffusa nella medicina popolare gria senza vino in coloro che sono
la cultura ellenica ed egea dei suoi europea e mediterranea che si è predisposti all’enthousiasmos”
tempi. Suzanne Amigues (25) tramandata sino ai nostri giorni. (Quaest. Rom., 112, 291a-b). Se si
ha sospettato che nella descri- Dioscoride (Mat. Med., IV, 68) è considera che l'edera era imman-
zione della pianta nominata ako- il primo autore che riporta le pro- cabilmente associata a Dioniso e
niton data da Teofrasto (Hist. Pl., prietà inebrianti del Giusquiamo, ai suoi culti estatici, al punto che in
IX, 16,4-9) sia da ravvisare una nel caso in cui venga sommini- Attica i nomi o soprannomi del dio
specie di Giusquiamo. Secondo strato come clistere per scopi non derivavano da quello della vite
lo scrittore greco, questo akoni- medicinali. Plutarco, che visse a (ampelos), ma da quello dell'edera
ton, che ha una foglia simile a cavallo del I e II secolo d.C., cita (kissos) (27), è lecito il sospetto
quella della cicoria, cresceva a più volte il Giusquiamo, ed evi- che quest'ultima pianta sia concre-
Creta e a Giacinto, e non solo in denza analogie dell’effetto ine- tamente dotata di proprietà psico-
Acona (monti della Mariandinia), briante dell’edera (Hedera helix attive - chissà in quali sue parti, in
da cui avrebbe ricevuto il nome. Da L.) con quello del Giusquiamo: quale momento del ciclo annuo e
questi dati si evince che non può “L’effetto del suo [dell’edera] assor- con quale tipo di preparazione - e
trattarsi di una specie di Aconitum, bimento non va fatto passare come che sia uno dei vegetali inebrianti
dato che questo genere di piante un’ebbrezza, ma piuttosto come dimenticati dalla cultura occiden-
non è presente nella flora greca un turbamento, come lo provo- tale moderna, come è stato il caso
né cretese, e data la descrizione cano il Giusquiamo e una quan- del coriandolo, recentemente posto
delle foglie simili a quelle della tità di piante di questo genere, che in evidenza da uno di noi (28).
cicoria. L’akoniton di Teofrasto fanno tremare lo spirito fino alla Tornando al Giusquiamo, Eliano
è stato in precedenza identifi- follia” (Quaest. Conv., III, 2, 2). (Storie Varie, I, 7) riportò la buffa
cato con il Doronicum pardalian- Quest'affermazione plutarchea ci credenza che i cinghiali per disin-
ches L. (fam. Compositae), ma rimanda direttamente a un argo- tossicarsi da questa pianta man-
non si tratta di una pianta concre- mento a latere del Giusquiamo, e giano granchi di fiume; un motivo
tamente velenosa. Sembrerebbe cioè alla constatazione che diversi che, più per curiosità che per con-
che la descrizione di questo ako- autori antichi consideravano ine- vinzione, è stato riportato innume-
niton non sia il risultato di un’os- briante anche l'edera. Citando solo revoli volte nella letteratura medie-
servazione diretta di Teofrasto, ma qualche altro passo della lettera- vale e rinascimentale.
di una mescolanza e contamina- tura classica, Plinio riconosce l'e- Passando ai periodi medievali, la
zione di differenti fonti utilizzate sistenza di venti specie di edera, religiosa tedesca Ildegarda von
dall’autore greco, e una delle fonti e riporta che tutte quante “in Bingen, che visse nell'XI-XII secolo
potrebbe riguardare una specie di pozione e in dose massiccia pro- d.C., riteneva il Giusquiamo vele-
Giusquiamo. vocano turbe mentali, ma depu- noso e utilizzabile solamente
Plinio (I secolo d.C.) cita il rano il capo” (Hist. Nat., XXIV, 75); per via topica nella scrofola e
Giusquiamo in almeno 22 luoghi Dioscoride afferma che “il succo nelle infiammazioni (Libro delle
della sua enciclopedica opera dell'edera nera e i corimbi, bevuti, Creature, I, 110).
Historia Naturalis. Nel passo producono sterilità e perturbano la Nei periodi rinascimentali molti
più esteso ne riconosce quattro mente se si prendono in grande autori hanno riportato in maniera
varietà, che sono state identifi- quantità” (Mat. Med., II, 179): in monotona quanto scritto da
cate come H. reticulatus, H. niger, un altro passo, oltre a quello già Dioscoride, Plinio e Galeno nei
H. aureus, e H. albus (26). Sia menzionato, Plutarco riporta che, primi secoli della nostra era. Il
Plinio che Dioscoride indicano il durante le feste degli Agrionia, che medico d’origine senese Pietro
Giusquiamo nero come il meno erano tenute nella Beozia in onore Andrea Mattioli, nei suoi Discorsi
adatto per l’impiego medicinale, di Dioniso, “le donne in preda ai del 1557 (LXXI, 496) mostrò di
perché era ritenuto portasse alla pathe bacchici si gettano repen- non conoscere questo genere di
pazzia, e consigliano di impiegare tinamente sull’edera, la fanno a piante, dato che affermava di aver
il più “docile” Giusquiamo bianco; pezzi lacerandola con le mani e visto in Italia solamente la specie
una considerazione che verrà masticandola con i denti. Poiché di Giusquiamo col fiore giallo,
riportata da quasi tutti gli autori non sono così sciocchi quanti “imperoché il bianco e parimenti
antichi fino al Rinascimento. E sia affermano che l’edera, posse- il nero, non trovo che mi sappia
Plinio che Dioscoride riportano dendo un fluido di follia che eccita dimostrare, quantunque non poco

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come anafrodisiaco, che non pianta di Giusquiamo, che trasci-
sembra sia stato registrato in nava al piede dal più vicino corso
altri luoghi letterari e di cui non ci d'acqua sino al villaggio (34).
sono noti riscontri nella medicina Sono noti impieghi del Giusquiamo
popolare italiana; una carenza per scopi devozionali e religiosi. Ad
che farebbe dubitare della vali- esempio, in Nepal v'è l’usanza di
dità di quanto riportato da Coles. rappacificare le inquiete anime dei
Del resto, se a elevati dosaggi gli morti offrendo loro il Giusquiamo
alcaloidi tropanici inducono stati (35), mentre i Dervisci e i Sufi arabi
di delirio, a più bassi dosaggi il ingeriscono semi di questa pianta
loro effetto è di natura stimolante per raggiungere una condizione di
e apparentemente inadeguato per “follia religiosa” nel corso delle loro
sedare gli impulsi sessuali e per pratiche estatiche (36).
ridurre i volumi priapici. Nel mondo arabo il Giusquiamo è
Ancora, il Giusquiamo è stata la stato e continua ad essere impie-
principale pianta con cui è stato gato anche come fonte d'ebbrezze
identificato l'hebona, il veleno maggiormente profane, per scopi
che veniva introdotto nelle orec- afrodisiaci o comunque voluttuari.
chie e che era divenuto un tema Di frequente viene aggiunto al
ricorrente delle commedie inglesi caffè o ai datteri (37). È interes-
dell'età elisabettiana, incluso l'Am- sante notare come, durante l’XI-XV
Giusquiamo nero da Mattioli (1557) leto shakespeariano, come è stato secolo d.C., presso la cultura
esposto in un precedente numero araba si fosse sviluppata un’artico-
mi sia affaticato per rintracciarne di questa rivista (31). lata discussione su quali sostanze
l’una e l’altra spetie”, e riportava il inebrianti fossero da concedere
nome vernacolare di disturbio, con alla popolazione e quali altre da
l'accezione di pianta che induce Dalla magia vietare, e v'era chi, fra i giuristi,
disturbi mentali. alle cavallette riteneva impunibile il consuma-
Dodoens, nel Cruydeboeck Accanto all'immancabile impiego tore di Giusquiamo, a differenza di
del 1554 (p. 481) chiamava come ingrediente degli unguenti quello di hashish (38).
Hyoscyamus luteus ciò che in stregonici che, spalmati sulle parti Il Giusquiamo è stato impie-
realtà appare essere Nicotiana più indicibili del corpo, portavano gato anche con scopi più mali-
rustica, una delle piante di tabacco al sabba “in spirito” vecchiette dal ziosi. Nell’Africa magrebina,
che dalle Americhe erano state da codificato naso aquilino e
poco tempo importate nel Vecchio dall'ancor più codificato cap-
Mondo, e si tratterrebbe quindi pello storto (32), nel Medioevo
della primissima descrizione del il Giusquiamo era utilizzato
tabacco in Europa (29). Come già in pratiche magiche volte al
esposto in precedenza, quando le controllo del tempo metere-
specie di Nicotiana raggiunsero ologico. Durante i periodi di
l’Europa, furono inizialmente con- siccità si immergeva un fusto
siderate come delle nuove specie della pianta in una fonte e si
di Giusquiamo. spruzzava il terreno arido,
Il botanico inglese William Coles, per propiziare la pioggia (33).
vissuto nel XVII secolo, oltre a Nell’area germanica, per invo-
riportare la storia dei suini che care la pioggia le donne del
mangiano granchi per disin- villaggio radunavano delle
tossicarsi dalla faba porcina ragazze, chiamate “ragazze
(Giusquiamo), aggiunse una della pioggia”, la più giovane
notizia curiosa che riguardava l’I- e pura delle quali veniva
talia: “È chiamata anche Priapeia, designata “regina”. Questa si
perché gli Italiani ne usano i semi, denudava e, circondata dalle
per alleviare l’Enormità, chiamata compagne, si cimentava in
Priapismus” (30). Da ciò si dedur- operazioni magiche e incan-
rebbe un impiego del Giusquiamo tesimi che coinvolgevano una Giusquiamo dallo Pseudo-Apuleius, IV secolo

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Cultura
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il Giusquiamo del deserto (H.


muticus) è stato ampiamente usato
come veleno di guerra dalle popo-
lazioni sahariane contro i funzio-
nari e i militari della colonizzazione
francese. L’episodio più celebre
riguarda lo sterminio della spe-
dizione Flatters nel 1881 presso
il massiccio montuoso dell'Hog-
gar (Algeria), che fu decimata dai
Tuareg dopo aver da questi rice-
vuto in dono dei datteri in cui era
mischiato il Giusquiamo, e di cui
i membri della spedizione aveva
fatto un'abbondante scorpacciata
(39).
Considerando il rapporto del
Giusquiamo con il mondo animale,
parrebbe che pecore, maiali e
mucche possano mangiarlo impu-
nemente (40), e in Marocco non
sembrano avvelenarsi nemmeno Cavalletta su una foglia di Giusquiamo bianco
il dromedario, il coniglio e la caval-
letta. Riguardo la cavalletta, e impiego nella fitoterapia, sia popo- tremens), spasmi gastrici esofagei,
ricordando che diverse popola- lare che medica. Ad esempio, in vescicolari e intestinali, nell’ansia
zioni africane la fanno rientrare Piemonte, è impiegato contro malinconica e nelle agitazioni dei
nelle loro diete alimentari, nella la cefalea (foglie applicate sulle malati mentali; nell’uso esterno
regione di Tindouf (Marocco) tempie), nei geloni (vapori dei semi nella gotta, reumatismi, contu-
sono stati registrati avvelenamenti bruciati), nelle emorroidi (catapla- sioni e distorsioni dolorose, e l’im-
umani, fortunatamente non gravi, smi di foglie con farina di castagne piego dell’olio di Giusquiamo nelle
di nomadi che avevano mangiato d’India) e come antielmintico (cata- nevralgie fra cui quelle dentarie,
questi insetti catturati nei prati plasmi di foglie fresche sul ventre) mastiti e infiammazioni delle orec-
dove era presente il Giusquiamo, (43). chie (45).
e di cui evidentemente si erano Il nuovo Codex vegetabilis italiano L'impiego del Giusquiamo nel trat-
nutriti (41). riporta per entrambi, il Giusquiamo tamento del delirium tremens - lo
Fino a non molto tempo fa in nero e quello bianco, un impiego stato confusionale che si può peri-
Francia, alla vigilia di una fiera o odierno come sedativo, ipno- colosamente presentare nel con-
di un mercato, i commercianti di tico, narcotico e midriatico (44). testo di astinenza dall'alcol da
cavalli davano da mangiare alle Valnet aggiunge l’impiego come parte degli alcolisti cronici - fa
bestie di poco prezzo una certa antispasmodico e come antine- parte di un più generale approc-
quantità di semi di Giusquiamo vralgico e indica le foglie e i semi cio farmacologico nel trattamento
mescolati alla crusca. Ciò dava come parti impiegate nella fitote- dell'alcolismo, che originò e si
all’animale una certa esuberanza rapia moderna. Egli considera il diffuse nel XVII o XVIII secolo e
e vivacità, e spesso i commer- Giusquiamo maggiormente seda- che prevedeva l'impiego massivo
cianti giungevano a introdurre un tivo e ipnotico della Belladonna di fonti vegetali tropaniche. Per
grosso frammento di questa pianta e, mentre il delirio indotto dalla esempio, in un testo di farmaco-
nell’ano dell’animale, per fargli Belladonna è di tipo “furioso”, logia francese del XIX secolo è
tener alzata la coda e dargli un’ap- ritiene quello del Giusquiamo più riportato che a un soggetto sotto
parenza di giovinezza (42). calmo, e quindi preferibile quando attacco di delirium tremens, dopo
si ricercano congiuntamente effetti aver provato senza successo l’e-
anestetici e antispasmodici. Il fito- stratto gommoso di oppio, fu som-
Fitoterapia e alcolismo terapeuta francese indica l’im- ministrato un estratto acquoso di
Come tutte le Solanaceae psi- piego orale in caso di: tremori di Giusquiamo nero (8 cg ogni 3 ore,
coattive, anche il Giusquiamo chi è affetto da parkinsonismo e e poi ogni 2 ore), che produsse
ha trovato, e trova tuttora, ampio da còrea, delirio alcolico (delirium sudorazione, cessazione dei

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tremori alle membra, calma, seda- “liberazione tropanica”, Wilson magiche, quali gli incantesimi
zione, cessazione dello stato deli- fondò gli Alcolisti Anonimi, l'asso- atti alla cacciata del verme dalla
rante e infine sonno (46). Ancora ciazione di auto-aiuto degli alcoli- sua sede, e alle tecniche di estra-
nella prima metà del XX secolo, sti destinata a diventare famosa e zione più o meno subdole o veri e
per interrompere la dipendenza a diffondersi in tutto il mondo (48). propri imbrogli di estrazione mec-
dall'alcol in certe cliniche private canica del verme, come quelli per-
si praticava la “cura belladonna”, petuati da certi “praticoni” arabi
che riguardava una miscela di tre Il verme dei denti (50), sono state elaborate prati-
erbe: la Belladonna, il Giusquiamo Il Giusquiamo è stato ampia- che fitoterapiche mediante l’im-
e una specie di Xanthoxylum (47). mente impiegato fin dall’antichità piego delle più disparate piante
Fu a una “terapia d'urto”, promossa nel trattamento del mal di denti, e curative, e la pianta più utilizzata
dalla Town Hospital di New York e abbiamo già incontrato indicazioni è il Giusquiamo. Abbiamo visto
che si basava sulla somministra- di questo impiego a partire dagli come gli scrittori latini del I secolo
zione in dosi massicce di questa Assiri. d.C. indicassero il Giusquiamo
miscela vegetale nelle prime 50 In diversi ambiti culturali, sia del come cura per il mal di denti: Plinio
ore del trattamento (un'assun- passato che attuali, è diffusa suggeriva la sua radice masti-
zione ogni ora), che si sottopose la credenza che le carie siano cata insieme all’aceto (Nat. Hist.,
nel 1934 un disperato alcolista causate dalla presenza di piccoli XXV, 165), e Celso prescriveva la
cronico di nome Bill Wilson, che vermi che si annidano nei denti e radice cotta in acqua e aceto o in
era ormai in dirittura d'arrivo verso nelle gengive, e una prima testi- vino annacquato, con l’aggiunta di
il “traguardo” di quella che è da monianza si trova nelle tavolette sale, raccomandando di non inge-
sempre considerata una malattia cuneiformi babilonesi, dove è rire il medicamento mantenuto
progressiva, e cioè verso la morte. riportato un vero e proprio mito d’o- nella bocca (De Medicina, VI, 9).
Nel corso della “cura belladonna” rigine che fonda e spiega la causa Scribonio Largo (De Comp. Med.,
- secondo quanto affermato da del mal di denti e delle carie (49). LIV) sembra essere il primo autore
egli medesimo - Wilson ebbe una Una conseguenza logica a questa latino a prescrivere i semi e non la
visione, una “rivelazione” di natura credenza è l’approccio risoluto- radice di Giusquiamo, ed è anche
mistica, che ebbe come conse- rio del mal di denti e delle carie il primo a riportare la tecnica di sof-
guenza l'immediata liberazione basato sull’eliminazione della loro fiare il fumo dei semi bruciati nella
dall'alcolismo per il resto della sua causa, e cioè del verme. Oltre bocca, sciacquandola in seguito
vita. L'anno successivo a questa alle varie pratiche prettamente con acqua calda.
La pratica della fumigazione del
cavo orale potrebbe essere antica
e derivare concettualmente da
quella ancor più diffusa di fumi-
gare gli ambienti per allontanare
gli insetti. In Iraq è praticata ancora
oggigiorno la tecnica di trattenere
nella bocca del fumo, vuoi di siga-
retta o di canne o di altre piante,
con lo scopo di espellere il “verme
del dente” (51).
Le tecniche di applicazione del
Giusquiamo sui denti dolenti si
sono moltiplicate nel corso del
tempo. In Val di Susa, in passato
si facevano dei suffumigi con
le foglie o i semi bruciati del
Giusquiamo nero, convogliando il
fumo della combustione sul dente
cariato con un imbuto, in modo
da calmare il dolore, mentre a
Savoulx si prepara ancora oggi-
giorno un cataplasma con i semi
Fiori di Giusquiamo nero
nel latte, da applicare con una tela

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Cultura
ANTROPOLOGIA

Pianta di Giusquiamo nero

sulla guancia. Sempre in Val di Questo fenomeno è stato spie- erica e incenso, mescolati con
Susa, a Exilles e Novalesa, è nota gato con il fatto che i semi di cera vergine; accesa la candela,
una ricetta per suffumigi contro i Giusquiamo, quando si rompono vi si doveva tenere sopra la bocca
denti doloranti e cariati: si pongono con il calore, fanno cadere l’estre- aperta, in modo tale che il suo
tre 3 cucchiai di semi della pianta mità radicale, simile appunto a un fumo entrasse nella bocca, e si
su brace di legna, su cui si capo- vermicello (53). Il primo autore a sarebbero quindi visti cadere i
volge un tegame, fino al termine offrire questa spiegazione razio- vermi (57).
della combustione. Dopo avere nale sembra essere stato Jacques In un Lessico Universale del 1741,
rivoltato il tegame, si versa acqua Houllier nel XVI secolo (54). si consigliava di spargere semi di
molto calda e si aspirano i vapori In Francia, nel XIV secolo, si pre- Giusquiamo su carta, nello spes-
con la bocca aperta; quindi ci si scriveva di cuocere nella brace la sore di un dorso di coltello, e farne
corica a letto e si mette una botti- radice di quanelle (Giusquiamo), delle “perline” colandovi sopra
glia di acqua calda sotto i piedi, per raschiarla e porla sul dente dolo- della cera. Si mettevano una o
far circolare meglio il sangue; si rante fino a che non si raffred- due di queste perline su carboni
ripetono queste operazioni almeno dava (55). In Germania, nella ardenti e si faceva passare il fumo
per tre sere di seguito, e dalla Farmacopea di Hannover del 1547 sul dente con un imbuto (58).
seconda o terza sera si vedranno era consigliato bruciare succo di In Europa era diffusa anche la
le “carie” galleggiare nell’acqua Giusquiamo e semi di porro, por- pratica di appendere al collo
(52). In altri casi il paziente, dopo tando il fumo sul dente (56). dei bambini pezzi di radice di
avere inalato il fumo dei semi di Una ricetta inglese del XIV secolo, Giusquiamo, probabilmente facen-
Giusquiamo, si poneva a bocca “pro vermibus in dentibus”, preve- doglieli succhiare, con lo scopo di
aperta su un bicchiere d’acqua, deva l’elaborazione di una candela dare sollievo ai dolori causati dalla
dove sarebbero caduti i vermicelli. costituita di semi di Giusquiamo, dentizione (59).

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