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Esplode dopo l’89, alcuni teorici dicono che sono le relazioni internazionali che sono una branca specifica
delle IPE. Quel che vedremo ha a che fare con le teorie classiche , ossia mercantilismo, liberalismo e
marxismo, che questa trova nellIPE uno dei suoi grandi ambito di sviluppo, perché fonda l’analisi proprio
sull’economia politica.
Distribuzione degli stati in termini di ricchezza, tema rilevante anche per le Relazioni Internazionali
Come le diverse economie occidentali (UK, Ge, USA, JA), sarebbero stati sorpassati dai paesi del
BRICs in 50 anni, superando i paesi occidentali prima del 2040. La Cina ha addirittura accelerato.
Anche qui è un tema che non può non avere conseguenze in termini di P.I., andandosi a confermare
come nuove potenze dei paesi non occidentali.
Popolazione e crescita demografica, che vede un’ impennata dal 1950 in poi. Il dato importante non
è quello della crescita demografica in termini assoluti, è rilevante anche perché la stra grande
maggioranza di popolazione avverrà nei paesi meno sviluppati, quindi quello che già era un
rapporto squilibrato tra paesi sviluppati e non, andrà accentuandosi sempre più, nei paesi
sviluppati vivrà una percentuale sempre minore della popolazione globale.
L’IPE nasce esattamente per mettere in evidenza alcuni di questi tema, in particolare come le dinamiche
economiche siano fondamentali per capire la politica internazionale. Nasceva già negli anni ’70, torna dopo
l’89, da un lato per il tema della globalizzazione, dall’altro perché si criticano le teorie consolidate di
neorealismo e neo liberalismo e quindi nuovi prospettive teoriche han terreno fertile.
La vera data di nascita dell’IPE è il 15 agosto ’71, un momento in cui gli USA annunciano la decisione di
sganciare il dollaro dal sistema internazionale, mettendo fine a uno dei capisaldi del sistema monetario
internazionale di Bretton-Woods. Si entra in una fase di tassi fluidi, quindi cambia anche il ruolo degli USA
come centro monetario del sistema.
Nel ’73 e nel ’79 ci sono le due grandi crisi petrolifere, che innalzano il prezzo del petrolio e mettono in crisi
l’economia occidentale. La prima crisi si origina per la riduzione dell’offerta da parte dei paesi dell’OPEC (un
cartello nemmeno uno Stato), per tenere i prezzi alti a un livello vantaggioso per tutti bisogna coordinarsi.
Inoltre aumentarono anche le spese militari dato che gli USA erano impegnati nella guerra del Vietnam,
l’anno precedente c’era già stato un articola di Susan Strange, che nel ’70 pubblica un articolo dal titolo
netto ‘IEs e IR : a case of mutual neglect’ (caso di reciproco disinteresse), la critica di Strange era che
mentre si analizzava la P.I. senza considerare la dimensione economico, allo stesso modo gli studiosi di e.i.
trattavano le dinamiche di economia internazionale come se non fossero influenzate da questioni
geopolitiche e di potere. Strange dice che bisogna mettere insieme queste due variabili, nasce quindi l’IPE.
L’IPE si occupa dei reciproci rapporti tra politica ed economia nell’arena internazionale. Molto diversi sono
poi prospettive e temi trattati e teorie.
Troviamo in particolare tre teorie classiche (mercantilismo, liberalismo economico, marxismo), importanti
anche oggi perché vengono riprese e sviluppate e adattate al mondo di oggi. Queste teorie sono diverse tra
loro, per visione del mondo, si pongono in modo diverso nel dibattito agente/struttura, differiscono per
attori e livelli di analisi, e per le prescrizioni normative.
Adotteremo un griglia analitica per ciascuna teorie, riducendo l’analisi a 4 variabili :
Rapporto politica-economia
Attori – unità di analisi
Natura delle relazioni economiche
Finalità dell’economia
MERCANTILISMO
Dottrina economica che guida l’instaurazione dello Stato Moderno tra il XVI e il XVII secolo, erano i primi
consiglieri del Re.
Lo stato è uno dei giocatori più importanti in campo economico, un esempio attuale è la Cina o la Russia, o
il fascismo anche con la battaglia del grano.
LIBERALISMO ECONOMICO
Il liberalismo economico si pone come una teoria che si pone in contrapposizione al mercantilismo, parte
da una visione diversa che vede l’economia fondata sulla massimizzazione della ricchezza individuale,
l’unità di analisi non è quindi lo Stato ma l’individuo.
Il mercato è il miglior posto per allocare le risorse, inoltre il mercato viene visto come fonte di progresso e
miglioramento della condizione umano, e porta gli individui a maggiore cooperazione. Il commercio era
basato sulla legge del vantaggio assoluto, ossia ciascuno stato si deve specializzare in un ambito in cui può
avere un vantaggio assoluto e tutto il resto va commerciato.
Ricardo aggiunge che uno Stato non deve nemmeno essere il migliore al mondo nella produzione di un
bene, basta che si concentri sulla produzione che gli viene meglio e con il quale può avere un vantaggio
relativo.
Protagonista è quindi l’individuo, che può essere egoista o razionale. Il perseguimento dell’interesse
egoistico individuale conduce a un incremento del benessere sociale , il mercato consente infatti guadagni
per tutti, in un gioco a somma positiva che produce guadagni assoluti. L’espansione del mercato produce
prosperità e pace tra le nazioni, come sosteneva la Scuola di Manchester.
Lo Stato non è il protagonista della vita economica, è più che altro un arbitro, e definisce e garantisce le
regole del gioco, nella storia del liberalismo economico troviamo diverse fasi :