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Recensione
Oriana Fallaci
La rabbia e l'orgoglio
Milano, Rizzoli, 2001
"Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un
dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".
E uno di questi momenti è stato l'11 settembre 2001, con l'attentato alle Torri Gemelle di New York.
Tale data ha segnato la storia del mondo, accelerando drammaticamente il confronto e lo scontro
tra l'Occidente e il mondo islamico.
Oriana Fallaci era a Manhattan quell'11 settembre; di fronte ad un evento così tragico ha rotto un
silenzio più che decennale, per gridare la propria rabbia nei confronti dei terroristi e della cultura di
cui sono portatori.
Il discorso della Fallaci, pubblicato sul "Corriere della sera" in forma ridotta e ora disponibile in
volume in forma integrale, e con una ricca introduzione, non concede nulla alla ragionevolezza e
all'equilibrio: è un urlo di disprezzo nei confronti dell'Islam, un concentrato puro di sfida alla
diplomazia, una difesa accorata e senza riserve dell'Occidente e dei suoi valori.
La Fallaci scrive dell'America parlando in controluce anche dell'Italia: dello stile e dei contenuti della
sua politica; della qualità dei suoi valori prevalenti; dello spessore del suo tessuto morale.
Come accade ai discorsi infuocati, il testo della Fallaci è stato molto amato e molto criticato:
impossibile non schierarsi con lei o contro di lei.
Genere: Saggistica
Editore: Rizzoli
Prezzo: 9,81; p. 168
Con "La Rabbia e l'Orgoglio" Oriana Fallaci rompe un silenzio durato dieci anni. Lo
rompe prendendo spunto dall'apocalisse che la mattina dell'11 settembre 2001,
non molto lontano dalla sua casa di Manhattan, disintegrò le due Torri di New York
e incenerì migliaia di creature