Sei sulla pagina 1di 4

LETTERATURA INGLESE II 24/09/19

IL TEATRO MEDIEVALE

Il teatro elisabettiano e anche quello shakespeariano sono profondamente influenzati dalla forme teatrali
medievali, il teatro elisabettiano è un prodotto profondamente diverso rispetto al teatro continentale che
risente molto di più dell’influenza delle poetiche classiche e che è un teatro diciamo d’elite, non popolare, il
teatro elisabettiano invece è un teatro che mescola i generi, mescola i registri, alto e basso, questo menage
tutto ciò interessa non solo il teatro dal punto di vista dei contenuti, la messa scena etc. ma anche l’abito della
fruizione, ciò anche il pubblico del teatro elisabettiano è un teatro variegato, un pubblico che non si limita
all’aristocrazia, alla corte nonostante Elisabetta fosse una grande amante del teatro e cercò durante il suo regno
di promuovere lo sviluppo del teatro rendendosi conto che il teatro era un potente mezzo per la gestione del
potere, molti degli spettacoli venivano per la prima volta rappresentati a corte e poi passavano ai teatri pubblici,
altri venivano scritti specificatamente per i teatri pubblici ma il teatro elisabettiano era un teatro per tutti,
c’erano degli spazi dedicati al pubblico più ricco e importante, e poi la fossa (pit) quello spazio davanti al
palcoscenico in cui gli spettatori stavano in piedi, erano sottoposti alle intemperie in quanto il teatro era aperto
al centro, era un biglietto alla portata più o meno di tutti, questa contaminazione di livelli, strati etc. affonda le
sue radici nel teatro medievale ovvero un fenomeno a lungo studiato dagli storici del teatro, della letteratura e
che per le origini ha suscitato interesse e ha visto nascere posizioni diverse tra i vari studiosi, fino a qualche
decennio fa era imperante l’idea secondo cui il teatro popolare in Inghilterra fosse indissolubilmente legato alla
religione e alla liturgia, legato alla chiesa quindi (la liturgia è l’insieme dei riti di una religione), questi studiosi
abbracciando questa idea ritengono che l’evoluzione del teatro nel corso del tempo sia consistita in un
progressivo affrancamento delle forme teatrali di coloro che si occupano di mettere in scena le rappresentazioni
dalla religione quindi leggono la storia del teatro medievale come una storia di laicizzazione progressiva, d’altro
canto, e questa ulteriore posizione si è affermata negli ultimi decenni con lo sviluppo di correnti di pensiero, di
critica come ad esempio i Cultural Study che hanno focalizzato l’attenzione sull’aspetto materiale della
rappresentazione (gli strumenti, gli spazi etc. di queste rappresentazioni) c’è una corrente di pensiero
abbracciata da Paolo Bertinetti, che ha pubblicato Il Teatro Inglese Storia e Capolavori in cui focalizza la sua
attenzione proprio sul teatro, Bertinetti qui in questo testo sottolinea che il teatro religioso non è l’unica forma
da cui il teatro inglese ha avuto origine perché esistono delle testimonianze di esibizioni laiche, popolari non
legate alla religioni, ad esempio i giocolieri, che caratterizzavano i momenti delle fiere medievali, oppure i mimi
o i danzatori, i cantori, ovvero rappresentanti di forme di rappresentazioni assimilabili al teatro, queste
rappresentazioni avvenivano per le strade, c’erano poi delle forme d’intrattenimento anche in luoghi alti e altri
della società, come i menestrelli a corte, che potevano essere sia stanziali, come il cantore di un principe, più
spesso erano delle figure itineranti, si spostavano di corte in corte che intrattenevano i nobili e a volte si
fermavano anche nella abazie, sia le rappresentazioni nelle corti sia quelle popolari si incrociano con le forme
del teatro religioso che rimane sempre di grande importanza, l’importanza del teatro religioso è data dal fatto
che i primi testi teatrali inglesi sono i Mystery Plays, si diffondono nel 300, derivano dai mistere francesi e sono
simili alle rappresentazioni sacre italiane, si chiamano così perché si basano sui misteri della religione, per
molto tempo si è ritenuto che questi mystery plays derivassero dalle diverse forme di dramma liturgico che si è
sviluppato in tutta Europa a partire dal XIII sec. e il cui punto di partenza è identificato nei Tropes, erano dei
brevi dialoghi in latino tra il celebrante e i fedeli, oppure tra più fedeli, ed erano aggiunti solitamente al testo
liturgico, questi tropi interrompevano lo sviluppo normativo della liturgia e si inserivano all’interno della liturgia
stessa, il più famoso è un tropo pasquale intitolato Quem Queritis? (Chi cercate?), queste rappresentazioni si
innescavano nei momenti forti della liturgia ovvero nei periodi delle festività più importanti, Quem Queritis?
richiama la scena delle donne che vanno al sepolcro il terzo giorno e trovano il sepolcro aperto e un angelo che
chiede loro ‘’Chi cercate? Gesù non è qui è risolto’’ il momento in cui si scopre la resurrezione di Cristo, la prima
testimonianza di questo Tropo pasquale risale al 975. Gli studiosi che si occupano del teatro religioso ritengono
che il processo di laicizzazione inizia nel passaggio dal latino all’inglese, ad un certo punto siccome questi
momenti di dialogo di teatralizzazione di storie diventano sempre più importanti il passaggio dal latino al
vernacolo è estremamente importante perché il popolo ripeteva le frasi in latino ma non capiva che cosa
dicesse, è un salto importante perché la volgarizzazione linguistica determina una maggiore volgarizzazione di
queste cose tra la popolazione, questa si sente più coinvolta se le rappresentazioni avvengono nella sua lingua, i
dialoghi si allungano si complicano e a questa laicizzazione linguistica si accompagna un altrettanto importante
allontanamento spaziale progressivo dalla chiesa come edificio, perché mano a mano che questi tropi e queste
piccole rappresentazioni si complicano da un lato diventerà difficile inserirli nella liturgia stessa quindi
acquisiranno una sorta d’indipendenza dal momento liturgico, dall’altro la stessa messa in scena richiede spazi
più ampi, si avrà un allontanamento dall’interno della chiesa inizialmente dall’esterno sul sacrato e poi un
allontanamento più evidente uscendo dal perimetro della chiesa e arrivando nelle piazze, siamo sempre
all’interno del teatro di matrice religiosa, anche quando i Mystery Plays arrivano nelle piazze sono sempre storie
legate alla religione e il legame con la religione è evidente nel fatto che queste rappresentazioni avvengono
almeno inizialmente durante le festività religiose, ovviamente saranno molto più frequenti nel periodo
primaverile ed estivo anche per motivi metereologici. Gli studiosi che hanno una visione un po’ più laica di
questa storia dello sviluppo del teatro ritengono che una grande importanza nella nascita del Mystery Plays sia
rivestita dall’incontro che viene a determinarsi tra le rappresentazioni che escono dalla chiesa e arrivano sulle
piazze e ciò che nelle piazze c’era già, ma anche un altro tipo di rappresentazione che erano particolarmente
importanti anche se non erano teatro in sé erano molto teatrali per esempio i momenti forti dell’aristocrazia, le
incoronazioni, i matrimoni etc., sono tutti momenti in cui il potere si mette in scena e rappresenta sé stesso, in
più soprattutto in occasione dei matrimoni spesso le celebrazioni consistevano nel passaggio per le vie delle
città di carri allegorici, con per esempio l’allegoria dell’amore etc.

Il contenuto delle opere: sono storie prese dalla bibbia, o prese dal nuovo testamento, l’intento è senz’altro
quello di istruire il popolo, di fornire una lezione religiosa, di catechizzare il popolo, ma non attraverso lo studio
ma intrattenendolo, una doppia funzione in queste rappresentazioni quella di istruire in ambito religioso e
quella di divertire il pubblico. Questi due elementi nell’evoluzione del teatro fino ad arrivare al teatro che si è
totalmente affrancato dal fardello della religione l’elemento dell’intrattenimento diventerà sempre più
preponderante rispetto a quello religioso finirà poi per soppiantarlo.

TECNICA SCENICA àMano a mano che le rappresentazioni si allungano e le storie sono più complicate anche la
tecnica scenica si fa sempre più complessa, nel momento in cui le rappresentazioni escono dalla chiesta e
invadono la piazza per fare in modo che non rimangano legate ad un unico spazio all’interno della città ma che
possano essere fruite da un pubblico sempre più largo si cominciano ad usare dei carri Pageants, su cui viene
allestita una diversa scena e i carri attraversano le vie della città arrivando in un pubblico diversificato che può
fruire della rappresentazione mano a mano che i carri si muovono, l’allestimento dei carri è affidato alle Guilds,
le corporazioni artigiane, che si occupano dell’allestimento, che scelgono i topics da rappresentare tenendo
contro la corrispondenza di queste storie con la propria specificità quindi c’è sempre una corrispondenza fra la
specializzazione della corporazione artigiana e la storia che viene trattata, questi Mystery Plays sono giunti fino
a noi in cicli, ovvero raccolte di testi che prendono il nome delle località da cui provengono, abbiamo Chester,
York, Wakefield, N-town (il quarto ciclo non è associato ad una città ma per assimilazione agli altri 3 che lo sono
viene chiamato così) il ciclo di Chester è databile nel 1325 e comprende 25 drammi che cominciano dalla caduta
di Lucifero per arrivare fino al giorno del giudizio universale, coprono tutta la storia dell’umanità, quello di York
contiene 48 drammi che sono meno austeri di quelli di Chester e qua e là hanno dei tocchi realisti nella resa
degli episodi, ancora diverso è il ciclo di Wakefield formato da 32 episodi e ha una spiccata contaminazione tra
aspetto religioso, comicità quindi realismo (comico=basso nel periodo medievale, anche realistico), a partire dal
momento in cui il teatro medievale si affranca dalla chiesa e dalla religione questo spostamento di baricentro
verso la laicità implica l’introduzione di una verb, di atmosfere attraverso le quali le storie bibliche sono in
qualche modo filtrate reinterpretate grazie allo spirito popolare una lettura delle storie bibliche attraverso lo
spirito popolare che cambia in parte la fisionomia di queste storie, le attualizza, le rende più realistiche e
siccome chi metteva in scena queste rappresentazioni sapeva che l’elemento dell’intrattenimento era
fondamentale per la riuscita delle rappresentazioni stesse allora ogni tanto all’interno della storia biblica si
inserivano delle scenette comiche per far ridere il pubblico e l’inserimento di queste scene è importante perché
queste scene comiche nella Bibbia non ci sono quindi sono una interpolazione che va in una direzione di inizio
di affrancamento dal dettato biblico, questa invenzione diventerà sempre più importante e finirà per
soppiantarlo del tutto il dettato biblico. Quando inserisco una storia fittizia su una verità come la Bibbia io
apporto qualcosa di immaginativo all’interno di un racconto che era considerato storia, e mano a mano che
queste interpolazioni diventano importanti cominciando ad oscurare il resto del racconto stesso. Queste
interpolazioni sono di tipo comico, mentre le storie della bibbia non sono sempre comiche, questi agganci alle
storie bibliche queste interpolazioni comiche ci danno l’idea di un teatro medievale in cui il tragico e il comico
finiscono per mescolarsi qualcosa che nel teatro classico non appare ce lo dice Aristotele i mystery plays
mescolano alto e basso, e questa è una delle caratteristiche che il teatro medievale lascerà in eredità al teatro
elisabettiano, il teatro elisabettiano non è un teatro classicista o un teatro delle 3 unità aristoteliche, le
poetiche classiche non vengono rispettate a differenza dei teatri continentali, un altro elemento che il Mystery
plays lascerà in eredità ad un certo tipo del dramma del 500 è il modo in cui la storia è presentata, soprattutto
questo vale per gli inizi del teatro e anche del teatro shakespeariano, la storia viene raccontata attraverso delle
scene diverse quindi il dramma medievale è un dramma strutturalmente frammentato in cui la storia si sviluppa
attraverso una serie di scene staccate fra loro anche spazialmente perché vengono rappresentate su carri
diversi, lo stesso tipo di soluzione si ha ad esempio nei drammi storici del 500 del periodo rinascimentale, i
drammi storici si concentrano sulla vita di un sovrano, il drammaturgo presenta la vita del sovrano mediante dei
quadri staccati fra loro, attraverso questi quadri cerca di sintetizzare l’intera esistenza del sovrano, dal punto di
vista storico non si tratta di una soluzione soddisfacente perché il dramma non risulta fluido ma rimane
spezzettato, anche Shakespeare nei suoi primi drammi storici risente di questa strutturazione in scene, risente
quindi del teatro medievale.

Spesso si trova anche un altro termine per indicare i Mystery Plays ovvero Miracle Plays. C’è un altro genere o
sottogenere drammatico che si sviluppa nel secolo successivo ai Mystery Plays ovvero nel 400, diciamo che nel
corso del 300 e anche dell’inizio del 400 i Mystery Plays mantengono la loro popolarità e nei primi decenni del
400 abbiamo un consolidamento di questa fortuna dei Mystery Plays però nell’arco del 400 ai Mystery Plays
comincia ad affiancarsi un altro sottogenere drammatico ovvero quello della Moralità ovvero Morality Plays un
altro stadio importante nell’evoluzione del teatro medievale, il nome stesso ci dice che l’accento si spostata
dalla religione verso l’ambito della morale che nel 300 e nel 400 è una morale che deriva dalla religione, non era
laica, però si tratta di prodotti molto diversi rispetto ai Mystery Plays perché non abbiamo personaggi biblici ma
allegorici (Un’allegoria è? Quali sono le opere allegoriche?). L’ALLEGORIA è una figura retorica attraverso la
quale si rende un concetto astratto calandolo in qualcosa di concreto, la croce è un’allegoria della resurrezione,
è un oggetto ma è allegoria di un concetto, di qualcosa di astratto. I personaggi allegorici della Morality Plays
sono dei personaggi che incarnano dei vizi, delle virtù, delle astrazioni o anche dei concetti la cosa interessante
è che hanno sempre nelle Morality dei nomi parlanti (DEATH. BEAUTY etc.) il protagonista (sempre maschile)
delle Morality ha sempre un nome parlante che lo identifica come allegoria dell’umanità (es. Man Kind, Every
Man)

La morality non può essere considerata un progresso rispetto al Mystery Plays perché in tanti casi
quest’atmosfera allegorica penalizza la freschezza, l’immediatezza che in alcuni Mystery Plays c’è, tuttavia
dobbiamo riconoscere che la moralità segna comunque un passo in avanti nella storia dell’evoluzione del teatro
inglese, innanzitutto questo spostamento del baricentro da contenuti religiosi a contenuti morali e siccome
l’autore di moralità non ha più il fardello della bibbia e delle sacre scritture a cui doveva attenersi l’autore dei
Mystery Plays può giocare di più con l’aspetto dell’immaginazione, può sfruttare la sua immaginazione per
creare una storia che sia il più accattivante possibile.

Dal punto di vista tecnico la Morality è più teatrale rispetto al Mystery Plays perché consiste in una vera azione
drammatica che si sviluppa in modo unitario e che è intrinsecamente teatrale perché mette in scena lo scontro
tra i vizi e le virtù, mette in scena un elemento dialettico che a teatro funziona sempre. Un’altra differenza è che
le Moralities sono molto di più teatro della parola rispetto al Mystery, non è tanto importante l’azione ma lo
scontro dialettico fra i personaggi che avviene nel linguaggio, la parola diventa più importante dell’azione,
permette di capire di che vizio o virtù si tratta mediante le parole che il personaggio dice, il dialogo e la parola
servono per mettere a fuoco un personaggio, tutto questo ha una ricaduta anche su altri elementi della
rappresentazione per esempio Bertinetti sottolinea che questo tipo di testi (Morality Plays) avevano bisogno da
un lato di attori capaci e dall’altro di uno spazio teatrale quindi si preannuncia già una teatro più professionale
rispetto ai Mystery, se la lingua deve raccontare il personaggio il linguaggio sarà più studiato, e gli attori saranno
più capaci rispetto alle Mystery. Tutto ciò determina un’altra ricaduta ovvero se la moralità ha bisogno di un
scrittore che sia in grado di utilizzare il linguaggio, se ha bisogno di attori più capaci comincia a verificarsi
attraverso il genere della Moralità una convergenza tra l’ambiente della letteratura colta e la letteratura corale
alla quale la Morality guarda, questo avvicinamento è riscontrabile anche a livello di temi e di procedimenti
artistici, del resto la moralità allegorica non fa che riprendere la figura retorica che dominava la letteratura del
400 ad esempio la poesia, la poesia del 400 è impregnata di moralismo e quindi in qualche modo la Morality
arriva da un contesto ma strizza l’occhio alla letteratura colta. La moralità esprime questa ossessione moralistica
attraverso uno dei topoi che la caratterizzano ovvero la psicomachia, ovvero la lotta tra il bene e il male per
possedere l’anima attraverso questo conflitto fra bene e male emerge nella moralità un elemento che era stato
tipico della letteratura inglese del periodo anglosassone, ovvero la letteratura del Beowulf, e una delle
caratteristiche della letteratura anglosassone scritta nell’inglese antico una forte visione manichea che si
oggettivava nel buio e la luce, l’eroe e il mostro (il bene e il male) la moralità prendendo come base la lotta fra
bene e male oggettiva uno degli elementi tipici della letteratura anglosassone. Tipico della moralità è un altro
topos, ovvero quello del viaggio, nelle moralità il personaggio protagonista è sempre in viaggio che è l’allegoria
della vita umana e della vita del cristiano che è il viaggio nella valle di lacrime per raggiungere la salvezza, lungo
questo viaggio l’eroe incontra una serie di antagonisti che sono coloro che incarnano i vizi, e una serie di
aiutanti che incarnano le virtù che a tratti lo allontaneranno dalla salvezza a tratti lo avvicineranno, è una
struttura semplice che richiama quella della fiaba, le fiabe sono quasi tutte basate sull’abbandono di una
situazione iniziale nella quale si stava bene, l’attraversamento della prova, l’incontro con antagonisti, aiutanti e
la riacquisizione della stato iniziale con una nuova consapevolezza, vedremo che la forma della moralità più
importante è Every Man che è l’incarnazione dell’umanità di ognuno di noi.

Potrebbero piacerti anche