Berlusconi entra in politica il 26 gennaio 1994 con un discorso a reti (mediaset)
unificate, ma in realtà ci stava già pensando dall’estate del 1992 ed entrò nel dibattito politico (appoggio a Fini come sindaco di Roma invece di Rutelli) dall’inverno del 1993. Berlusconi aveva un gruppo di persone fidate che lo consigliavano: alcuni (il giornalista Maurizio Costanzo e Indro Montanelli, che poi si allontanerà da Berlusconi) gli consigliarono di non entrare in politica; altri (Dell’Utri, Previti) lo spinsero ad entrare. Altri ancora (Galliani) rimasero neutrali. Il suo partito, Forza Italia, vinse le elezioni nel maggi 1994 con una coalizione che prevedeva la Lega Nord e Alleanza Nazionale (partito nato dalle ceneri del MSI). La “mente” politica di Forza Italia è Giuliano Ferrara, ex dirigente del PCI poi passato a destra (sarà lui a consigliarlo nel 2001 e nel 2008). Altro giornalista di riferimento è Liguori, direttore del telegiornale Studio Aperto, ed ex esponente di Lotta Continua. Sono ex comunisti anche Bondi (diverrà poi ministro della cultura nel 2008) o Pannella, leader dei Radicali che appoggiò Berlusconi fin dal 1994. Quali ragioni spinsero Berlusconi a entrare in politica? Il suo entourage disse che la sua ricchezza era una garanzia di onestà poiché non aveva bisogno di arricchirsi con la politica; inoltre non voleva lasciare l’Italia ai Progressisti (un fronte in cui c’erano il PDS, i Verdi, Rifondazione Comunista; La rete, Cristiano Sociali, Alleanza Democratica, PSI, Rinascita Socialista Italiana). Per gli avversari invece Berlusconi entrò in politica perché le sue aziende stavano fallendo e lui rischiava di andare in prigione, visto che era stato molto vicino a Craxi (si dice fosse stato lo stesso Craxi a consigliargli già nel 1986 di fondare un partito) e che aveva avuto rapporti con la Mafia (gli attentati del 1992 erano ancora molto recenti e una delle prime cose che fece Berlusconi fu attaccare Di Pietro, il suo primo grande nemico, e i magistrati). Il problema dell’ineleggibilità : visto il chiaro conflitto d’interessi, Berlusconi non potrebbe candidarsi come Primo ministro. Il Parlamento per pochi voti (grazie anche ai voti di Massimo D’Alema del PDS e dei suoi seguaci) approva l’eleggibilità . Il primo governo Berlusconi non dura neanche un anno, perché già a dicembre 1994 B. è costretto a dare le dimissioni a causa delle divergenze sulla legge Finanziaria e sulle riforme delle pensioni. A novembre c’era stata la più grande manifestazione nazionale mai organizzata dal sindacato, per protesta contro il governo. Nel 1996 si va di nuovo alle urne: vince questa volta la coalizione dell’Ulivo (centro-sinistra) guidata da Romano Prodi; Berlusconi va così all’opposizione; anche il governo Prodi cade presto (1998) a causa della sfiducia di Rifondazione Comunista per questioni estere (guerra in Kosovo) e interne (35 ore di lavoro). Nel 2001 ci saranno nuove elezioni, vinte ancora dalla coalizione capitanata da Silvio Berlusconi. Sarà l’unico governo italiano a giungere naturalmente alla fine del suo mandato, nel 2006, quando verrà sconfitto, per soli 18000 voti, da una nuova coalizione guidata da Romano Prodi. Il nuovo governo Prodi durerà fino all’autunno 2007, e nel 2008 sarà l’ultimo governo Berlusconi a vincere ancora le elezioni (il governo cadrà per mancanza di maggioranza interna alla fine del 2010).