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Lenny fu bruscamente destato dal suono assordante della sveglia che lo portò alla

realtà, aprì lentamente gli occhi e la spense, ancora perso in un mondo irreale che
l’aveva accompagnato la notte. Erano le otto del mattino. La sua attenzione si fermò
però sopra ad un calendario posizionato sulla parete opposta al letto, posto in
posizione superiore ad una piccola scrivania in legno massiccio con finitura in noce,
la quale aveva cinque cassetti dalla parte sinistra ed un piccolo mobile contenente due
ripiani dalla parte destra, mentre in quella superiore si trovavano mensole sulle quali
vi erano libri di svariati argomenti. Sul calendario aveva segnato nel giorno 24
giugno 1950 una crocetta rossa, stava ad indicare che quel giorno aveva qualcosa
d’importante: l’esposizione, dei tesori ritrovati insieme ai suoi compagni, al museo.
Si alzò e si sistemò perché nulla poteva andare storto, tutto doveva essere come aveva
preparato già da mesi, sarebbe stato il momento in cui il suo lavoro sarebbe stato
apprezzato; quella mattina decise di telefonare a Violet, poiché ogni volta che
qualcosa di rilevante capitava nella sua vita, aveva bisogno di parlarne con lei, sapeva
che l’avrebbe supportato e aiutato a godersi appieno quel momento.
- Ciao Violet come va? Disse Lenny.
- Ehi Lenny, tutto bene, tu, fammi indovinare, stai forse pensando alla giornata
di oggi? Rispose Violet sorridendo, per lei ogni volta che Lenny le parlava era
una gioia, poiché sapeva che aveva bisogno di un suo consiglio e lei non esitò a
darglielo.
- Mi conosci troppo bene! Comunque hai indovinato, è da mesi che attendo
trepidante questo giorno, ho timore che qualcosa possa andare storto oppure
che io non possa essere all’altezza delle figure di spicco che ci saranno.
- Come Lenny proprio tu mi fai questo discorso? Il Lenny che nella spedizione
in Perù non si faceva abbattere da nulla e che anzi spronava tutti noi a
continuare, io sono certa che tu oggi farai un’ottima impressione davanti a tutti
i presenti, fidati di me. Disse Violet che amava far sentire Lenny una persona
sempre sicura di sé, poiché era quello che maggiormente l’aveva colpita di lui.
- D’accordo, d’accordo, ora mi hai convinto – disse Lenny che si era ricreduto –
ma lo faccio solo per te! Pensavo, che cosa ne pensi se ci vedessimo stamattina
verso le dieci nella caffetteria Bip, per stemperare un po’ la tensione?
- Direi che è un’ottima idea, anche se avrei un’obiezione da farti: questa volta
paghi tu. Disse Violet con tono ironico, il quale dimostrava il suo entusiasmo
riguardo all’invito di Lenny.
- Va bene pagherò io, ci vediamo in caffetteria allora, non tardare ho una
sorpresa per te…
- Devo preoccuparmi? – disse Violet sempre con tono ironico – sarò pronta a
tutto! A dopo, Lenny.
- A dopo. Disse Lenny, entusiasta della proposta fatta a Violet.
E conclusero quella breve telefonata mattutina che fece sentire Lenny rinato, la voce
di Violet era come sentire il soave suono del mare in una conchiglia, le voleva bene,
era la sua R.S.I come la chiamava lui che stava per “Ritratto senza imperfezioni”,
poiché la considerava la sua copia esatta eccetto che Violet non aveva difetti.
Alle ore dieci circa, Lenny si sistemò per l’ennesima volta i capelli, prese un
sacchetto color lilla, il colore preferito da Violet, e vi mise un pacchetto contente la
sorpresa per la sua amica, la caffetteria dove si dovevano incontrare non era molto
distante dalla dimora di Lenny, quest’ultimo decise di arrivare in anticipo, per
rendere la sorpresa ancora più interessante. Entrò nel locale, era abbastanza grande, vi
era un pavimento a scatti bianchi e neri, un bancone di colore rosso, decorato con
motivi a scacchi in tinta con il pavimento, dietro ad esso vi erano varietà di bevande e
dolci, alcuni tavolini celesti e vermigli, con sedie abbinate, erano posti vicino alle
finestre ed altri vicino ad una parete, dove vi erano appesi fotografie, quadri e dischi
in vinile decorativi; il soffitto era arricchito da lampadari color argento che davano
brillantezza al locale, ma la parte che rendeva quel luogo confortevole era un
jukebox, posto in fondo alla parete del bar, il quale rendeva allegri i momenti di tutti
coloro che si trovavano lì. Lenny, si sedette in un tavolino vicino alla finestra,
impaziente di dare il suo piccolo pensiero a Violet, nel frattempo chiamò il cameriere
e chiese di portagli due cappuccini e due brioche, una al cioccolato ed una con la
marmellata all’albicocca, infatti quest’ultima era quella preferita da Violet. Dopo
poco quest’ultima arrivò, vide Lenny e gli andò incontro, tutto era perfetto, il luogo,
l’atmosfera, ma soprattutto la persona con cui era seduto al tavolo, decise quindi che
era decisamente il momento adatto per darle quel regalo davvero importante per lui e
sperava lo sarebbe stato anche per lei.
- Ciao Lenny, vedo che hai già ordinato tutto tu, ormai conosci i miei gusti!
Allora, ti sei un po’ tranquillizzato per l’esposizione? Gli chiese Violet.
- Si, ora sto meglio, è riemersa la mia parte speranzosa e combattiva. Volevo
dirti, in tutto questo, che vista l’atmosfera, il luogo, ho pensato che sarebbe
stato il momento ideale per darti un pensiero… disse Lenny che non riusciva a
trovare le parole adatte.
- D’accordo, ti ringrazio. Disse Violet, che era trepidante di sapere che cosa le
avesse regalato.
- Allora, inizio dicendo che questo dono è davvero importante per me e spero
che ti faccia capire l’affetto che provo nei tuoi confronti e che tu sei molto
speciale per me.
- Grazie Lenny, anch’io penso questo di te.
Violet fece una breve pausa poiché, anche se erano al telefono sapeva che Lenny la
conosceva molto bene e immaginava che sarebbe arrossita, poi rispose.
Mi raccomando mostra il meglio di te stessa, ciò vuol dire tutto.

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