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Percorsi Giuffrè - Contratto di trasporto: inadempimento ex art. 1228 de... http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/esercitazioni/pareri/Diritto civil...

1 di 3 12/12/2014 18:30
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Contratto di trasporto: inadempimento ex art. 1228 del vettore e danno c. d. da appalto sfumato.

Traccia

In data 30.07.2010 la Soc. Coop. Alfa affida, in virtù di regolare contratto di trasporto, alla ditta Beta S.r.l. la documentazione
necessaria per la partecipazione ad una gara di appalto per la fornitura di servizi sanitari.
Sempronio, incaricato della ditta di spedizioni Beta S.r.l., incurante della importanza della consegna in oggetto, abbandona il
plico contenente la citata documentazione in un ufficio e, falsificando la firma di un addetto al ritiro della corrispondenza, fa
figurare come avvenuto il ritiro della busta sigillata da parte del personale ASL, stazione appaltante.
Tizio, legale rappresentante della Soc. Coop. Alfa, essendo venuto a conoscenza del comportamento doloso tenuto da
Sempronio, si reca da un avvocato, facendogli presente che, a causa dell'accaduto, la società da egli rappresentata è stata
esclusa dalla gara per avvenuta scadenza dei termini e che, nelle condizioni generali di contratto stipulato, vi è una clausola
concernente una deroga espressa alla responsabilità di Beta S.r.l. per atti, inadempimenti od omissioni dei soggetti incaricati al
trasporto.
Il candidato, assunte le vesti del legale della Soc. Coop. Alfa, premessi brevi cenni sul contratto di trasporto e sugli obblighi del
vettore, rediga motivato parere, evidenziano la tipologia di danno invocabile nel caso di specie.

Giurisprudenza

o Cassazione Civile, sez. III, 07 ottobre 2010, n. 20808 per la quale la ditta di spedizioni che non consegna
un plico con l'offerta di partecipazione a una gara di appalto risponde del danno per “perdita di chance”, quando la
possibilità di vincere la gara è provata anche secondo un calcolo di probabilità, o per presunzioni.
o Cassazione Civile, sez. III, 19 febbraio 2009, n. 4052 per la quale la perdita di una “chance” costituita dalla
privazione della possibilità di vincere un concorso, configura un danno attuale e risarcibile sempre che ne sia
provata la sussistenza anche secondo un calcolo di probabilità o per presunzioni; alla mancanza di tale prova non
è possibile sopperire con una valutazione equitativa, ai sensi dell'art. 1226 cod. civ., atteso che l'applicazione di
tale norma richiede che risulti provata o comunque incontestata l'esistenza di un danno risarcibile ed è diretta a
fare fronte all'impossibilità di provare l'ammontare preciso del danno.
o Cassazione Civile, sez. III, 17 aprile 2008, n. 10111 per la quale il danno patrimoniale da “perdita di
chance” è un danno futuro, consistente non nella perdita di un vantaggio economico, ma nella perdita della mera
possibilità di conseguirlo, secondo una valutazione “ex ante” da ricondursi, diacronicamente, al momento in cui il
comportamento illecito ha inciso su tale possibilità in termini di conseguenza dannosa potenziale. L'accertamento
e la liquidazione di tale perdita, quest'ultima necessariamente equitativa, sono devoluti al giudice di merito e sono
insindacabili in sede di legittimità, se adeguatamente motivati.

Svolgimento
In ragione di quanto accaduto e, aderendo alla recente giurisprudenza di legittimità, la ditta Beta S.p.A. sarà
responsabile ex art. 1228 cod. civ. per il comportamento tenuto da Sempronio ed alla Soc. Coop. Alfa spetterà, per la
omessa partecipazione alla gara, il risarcimento del danno da “perdita di chance”. Si configurerà, inoltre, in capo a
Sempronio il reato di falsità in scrittura privata, di cui all'art. 485 cod. pen.
Occorre premettere che il contratto di trasporto trova la sua disciplina codicistica negli artt. 1678 e ss. cod. civ. che
trattano prima il contratto di trasporto di persone e poi il contratto di trasporto di cose.
Il contratto di trasporto si distingue dal contratto d’appalto essenzialmente in quanto ha ad oggetto uno specifico e
tipizzato servizio ed in quanto al mittente ed al destinatario è preclusa la verifica del servizio in corso d’opera. A
seconda dell’oggetto e dei mezzi utilizzati, si distingue il contratto di trasporto di persone dal contratto di trasporto di
cose e il contratto di trasporto via terra, via acqua e via mare.
Al contratto di trasporto di persone il codice dedica solo due articoli (1681 e 1682 cod. civ.) che trattano la
responsabilità del vettore per inadempimento nonché, più nel dettaglio, la sua responsabilità per i danni alla
persona del viaggiatore e per la perdita e l’avaria delle cose che la persona conduce con sé.
L’art. 1681 cod. civ. prevede che il vettore risponda per inadempimento e ritardo secondo le norme di cui all’art. 1218
cod. civ. e che risponda per la perdita e l’avaria delle cose del passeggero e per i danni alla persona che questo subisca
ove non provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Il vettore è responsabile nei confronti
del mittente e del destinatario sia con riferimento al contratto di trasporto (responsabilità contrattuale) sia, in caso di
danni a persone e cose, per responsabilità extracontrattuale. Nell’ambito del trasporto di cortesia, invece, la sola forma di
responsabilità è quella extracontrattuale.
In ogni caso, non rientra nell’ambito della responsabilità del vettore il danno che il passeggero subisca in relazione alla
propria condotta anomala o con riferimento a fatti propri che siano, di per sé, idonei a recidere il nesso di causalità con il
servizio di trasporto.
Il contratto di trasporto di cose è un contratto consensuale di risultato, caratterizzato dal fatto che il vettore assume
personalmente la responsabilità del trasporto delle cose sino alla destinazione finale concordata, anche se si avvale
dell’opera di altri vettori con contratti di subtrasporto. Le obbligazioni del vettore nel contratto di trasporto sono quelle
di ricevere le cose in consegna, custodirle, eseguire il trasporto e consegnare le cose trasportate al
destinatario. All’atto della consegna, il vettore ha il diritto di ricevere una lettera di vettura nella quale siano indicate le
condizioni convenute per il trasporto nonché il nome del destinatario ed il luogo di destinazione, la natura, il peso, la
quantità e il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi per eseguire il trasporto (artt. 1683 e 1684 cod. civ.).
All’atto della consegna, il destinatario (che ha azione diretta nei confronti del vettore, sia per l’esecuzione del contratto
di trasporto, sia per i danni) ha il diritto di fare accertare a sue spese l’identità e lo stato delle cose trasportate in
quanto il ricevimento senza riserve delle cose trasportate estingue le azioni derivanti dal contratto, salvo il caso di
dolo o colpa grave del vettore (artt. 1697 e 1698 cod. civ.).
Sotto il profilo della responsabilità del vettore derivante dal contratto di trasporto di cose, l’art. 1693 cod. civ.

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stabilisce che il vettore risponde della perdita o dell’avaria delle cose trasportate dal momento in cui le riceve a quello in
cui le riconsegna se non prova il caso fortuito ovvero dalla natura o dai vizi delle cose stesse o dal loro
imballaggio, o dal fatto del mittente o da quello del destinatario.
Nel caso oggetto del presente parere è, in primo luogo, necessario valutare se la ditta Beta S.p.A. sia responsabile per il
fatto commesso da Sempronio, addetto alla consegna del plico contenente i documenti necessari per la partecipazione
alla gara per la fornitura di servizi, indetta dall'ASL.
Partendo dal presupposto che la condotta posta in essere da Sempronio sia di origine dolosa, emerge chiaramente, da un
esame attento della giurisprudenza di legittimità, a carico di Beta S.p.A. una responsabilità di natura contrattuale, che è
conseguenza dell'applicazione dell'art. 1228 cod. civ. secondo cui “il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si
avvale dell'opera di terzi risponde dei fatti dolosi e colposi di questi” (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 28.05.2004, n. 10297;
Conf. Cass. Civ., sez. III, 04.03.2004, n. 4400). Al riguardo, giova sottolineare quanto statuito dal Massimo Organo della
Nomofilachia, secondo il quale ”il vettore risponde in forza dell'art. 1228 cod. civ. della perdita o dell'avaria delle cose
consegnategli derivanti da dolo o colpa dei dipendenti di cui egli si avvalga per eseguire il trasporto, senza la necessità di
configurare una sua culpa in eligendo, trattandosi di una sorta di responsabilità oggettiva, in cui il comportamento
dell'ausiliario che lo ha sostituito nell'adempimento è valutato secondo gli stessi criteri applicabili in caso di adempimento
diretto dell'obbligazione da parte del debitore” (Cfr. Cass. Civ., Sez. III, 04.04.2003, n. 5329).
In virtù di quanto sopra detto, poiché il comportamento doloso posto in essere da Sempronio ricade sulla ditta Beta
S.p.A. ex art. 1228 cod. civ., quest'ultima deve rispondere anche per i danni non prevedibili al momento della stipula del
contratto di trasporto, senza alcuna limitazione (art. 1225 cod. civ.): infatti ben attinente risulta essere il principio per
cui se l'inadempimento dipende da dolo o colpa grave, il conseguente risarcimento si estende anche al danno che “non
poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l'obbligazione” (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 17.03.2000, n. 3102)
Né rileva il fatto che sia presente, nelle condizioni generali di contratto, una clausola che deroghi al citato principio della
responsabilità di Beta S.p.A. per atti, inadempimenti od omissioni dei soggetti incaricati al trasporto: sul punto, infatti, la
consolidata giurisprudenza del Supremo Collegio di legittimità ha statuito che “deve considerarsi nullo, ai sensi dell'art.
1229, I comma, cod. civ., qualsiasi patto che escluda o limiti preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o
colpa grave, in contrasto con il principio di cui all'art. 1176, II comma, cod. civ., il quale stabilisce che, per le obbligazioni
inerenti all'esercizio di un'attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata”
(Cfr. Cass. Civ., sez. III, 17.12.2001, n. 15891).
Occorre chiedersi, una volta accertata la responsabilità della ditta Beta S.p.A. per il mancato recapito del plico, quale
tipologia di danno possa essere invocato dalla Soc. Coop. Alfa. Al riguardo, essendo oramai spirato il termine per la
presentazione delle candidature, il danno subito dovrà essere valutato e rapportato alla “perdita di chance” per la omessa
partecipazione alla gara di appalto indetta dall'ASL.
E' bene distinguere, ai fini dell'accertamento e della conseguente liquidazione, il concetto di “perdita di chance” da quello
di “danno derivante da perdita di chance”: secondo i giudici di P. zza Cavour, “la perdita di una chance costituita dalla
privazione della possibilità di vincere un concorso, configura un danno attuale e risarcibile sempre che ne sia provata la
sussistenza anche secondo un calcolo di probabilità o per presunzioni; alla mancanza di tale prova non è possibile
sopperire con una valutazione equitativa, ai sensi dell'art. 1226 cod. civ., atteso che l'applicazione di tale norma richiede
che risulti provata o comunque incontestata l'esistenza di un danno risarcibile ed è diretta a fare fronte all'impossibilità di
provare l'ammontare preciso del danno” (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 19.02.2009, n. 4052, conf. Cass. Civ., sez. III,
12.04.2006, n. 8615).
Il danno patrimoniale da “perdita di chance”, invece, sempre secondo la giurisprudenza della Suprema Corte regolatrice,
“è un danno futuro, consistente non nella perdita di un vantaggio economico, ma nella perdita della mera possibilità di
conseguirlo, secondo una valutazione ex ante da ricondursi, diacronicamente, al momento in cui il comportamento illecito
ha inciso su tale possibilità in termini di conseguenza dannosa potenziale. L'accertamento e la liquidazione di tale perdita,
quest'ultima necessariamente equitativa, sono devoluti al giudice di merito e sono insindacabili in sede di legittimità, se
adeguatamente motivati” (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 17.04.2008, n. 10111, conf. Cass. Civ., sez. III, 29.03.2006, n. 7228).
Sulla scorta di tali osservazioni, di recente, la terza sezione della Cassazione Civile è ritornata di nuovo sul tema,
statuendo che:”la ditta di spedizioni che non consegna un plico con l'offerta di partecipazione a una gara di appalto
risponde del danno per perdita di chance, quando la possibilità di vincere la gara è provata anche secondo un calcolo di
probabilità, o per presunzioni” (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 07.10.2010, n. 20808) (c. d. danno “da appalto sfumato”).
Pertanto, aderendo a tale ultimo arresto giurisprudenziale, la Società Coop. Alfa, essendosi configurata a carico di Beta
S.p.A. una responsabilità contrattuale ex art. 1228 cod. civ., avrà diritto al risarcimento del danno patrimoniale c.d.
da appalto sfumato, prodottosi per il comportamento doloso di Sempronio, configurante una ipotesi di alterazione
apposta falsamente ad una scrittura già formata, quale il documento attestante l'avvenuto ricevimento del plico da parte
della stazione appaltante. Tizio, legale rappresentante della Soc. Coop. Alfa, potrà agire dinanzi l'Autorità Giudiziaria
competente, contro Beta S.p.A., per il risarcimento del danno patrimoniale, con atto di citazione ex art. 163 c. p. c.,
nel quale sarà necessaria la prova della possibilità di vincere la gara, attraverso lo strumento delle presunzioni.
In ultimo, riguardo al quantum del risarcimento, la liquidazione di tale danno non potrà che avvenire in via equitativa
(art. 1226 cod. civ.), tenendo conto del presumibile utile che la Soc. Coop. Alfa avrebbe potuto conseguire e della perdita
di un possibile incremento del punteggio attribuito al curriculum della stessa Alfa, in sede di valutazione dei titoli delle
società concorrenti.
(di Giuseppe Potenza)

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