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SERIE SECONDA
Vol. in.
ROMA
1846.
153
ANNALI
DELLE SCIENZE RELIGIOSE
8 1846 3
IV.
I.
(1) Rousseau.
160
sé spera l'altezza della virtù; e dal sozzo epicureo, che
Dulla chiede ad un Dio che nulla fa; e dal fatalista, che
vede impossibile mutarne i destini; e dal presuntuoso lu
terano, che tiene in pugno, purché creda, ogni bene; e
da quanti altri mai furono nemici alla libertà umana ,
od alla grazia superna. Il cattolico finché sta saldo nel
dogma , che la preghiera è necessaria a salvarsi eter
namente, ed ai beni temporali, se non è mezzo assolu
tamente certo, è almen sempre utilissimo ; il cattolico ,
dissi, sempre sarà allettato a pregare , sia che pensi al
Cielo, sia che senta le punture di brame terrene.
Ecco dunque, cortesi Uditori, un primo carattere, per
cui il cattolico si contraddistingue fra tutte le genera
zioni degli uomini: egli è colui che sente perpetuo bi
sogno di pregare, perché da sé nulla può, perché da Dio
tutto spera. Al che lo conforta vieppiù , come voi ben
comprendete, l'aspetto, sotto cui dalla fede gli vien pre
sentato il suo Dio, cui colla carità egli abbraccia. Nota
va già un vivace scrittoi" cattolico (1 ) (de Maistre), la re
ligione cattolica esser la sola che seppe dire a Dio Pa
dre mio; ed è questo infatti il carattere della preghiera
cattolica, indicatoci dall'esordio della più perfetta forinola
d'orazione Pater noster; e spiegatoci poi dall'Apostolo,
allorché disse aver Dio infuso in noi lo Spirito del Fi
glio suo, gridante nel cuor nostro Abba, Padre ! Né pa
dre solo, ma amico, ma fratello Ei ci si diede; anzi tant*
oltre innalzò lo spirituale affetto e l' intima confidenza
dell' anima, che essa osò dirlo ( confortata e da' cantici
antichi e dalla ultima rivelazione ) pernn suo sposo (2).
Or dove si troverà in qualsivoglia altra religione sognato
un consorzio sì intimo, qual si trova fra noi reale e con
III.
(1) Voltaire.
(2) Beatum dixerunt populum cui haec sunt.
(3j Labiis me honorat : cor autem longe est.
(4) Declaratio sennonum tuorum illuminat et intellectum dat
166
dagogia celeste della Chiesa, che ad ogni idiota prepara
nel maestro di spirito un dichiaratore, da quella scuola
biblica che pittandogli fra le ninni un testo muto ed
oscuro « va , gli dice , leggi ed indovina » ! E perché
non fanno costoro altrettanto nelle loro università ? per
ché non alzano alle cattedre, invece di professori, volu
mi aperti, dicendo agli scolari che leggano ?
La Chiesa dunque, vera educatrice de'popoli, per in
segnare a pregare insegna a meditare , e insegnando a
meditare ammaestra il volgo a filosofare , perfezionando
la uatural sua logica con una perpetua applicazione alle
più sublimi verità, agevolata dalla voce viva d'un mae
stro di spirito cioè di spiritual filosofia. Or io doman
do troverassi mai altrove una scuola di logica sì adatta
al volgo, sì applicata ai singoli , sì universalmente fre
quentata (1)?
Ma questa logica così perfezionata da continuo uso ,
non è se non l'istrumento: strumento per sé indifferente
a formare il filosofo e il sofista. Che cosa si ricerca nel
primo a differenza del secondo ? Ognun lo sa : veri, certi
e saldi principi i , con sincero amor del vero che li fe
condi di legittime deduzioni. Chi discorre senza saldi
prìncipii, fabbrica in aria : chi da veri principi! discorre
a conseguenze senza amor sincero di verità, travede e
si perde. Se dunque la Chiesa dee formar del fedele un
vero filosofo colla preghiera, conviene che in questa, ol
tre lo stromento del raziocinio gli somministri e la ve
rità accertata e salda, e la sincerità dell'affetto indaga-
(1) S. Agostino.
(2) Ad tempn», ut vaceti» orationi . . . Qui »ine more est co-
gitat quoDioJo placeatDeo. (1. Cor.)
Fase. FUI. 12
170
tempesta ? Prega l'infedele agitato da' suoi affetti, ma per
ottenerne l'appagamento: lo stoico se ne sente i pungoli,
s'irrigidisce , ma non prega: il miscredente si divincola
fra' travagli, ma nulla aspettando dal cielo non prega. Il
cattolico allora prega più fervido, quando la guerra del
le ribellanti passioni più incalza, ma prega per resiste
re, e pregando infatti resiste (1). E chi non provò mille
volte qual sorga serenità repentina, pronunziata appena
l'invocazione « Salvaci, o Dio, siam perduti (2) » ? Se
il breve ritardo del solo recitar 1' alfabeto parve già ad
un filosofo pagano medicina della collera, che dovrem di
re del farmaco apprestato al fedele nell'orazione dalla fi
losofia cristiana , che non solo ritarda la foga dell'ira ,
ma l'addolcisce coll'affetto, e la chiarisce colle verità me
ditate ? Nel che, come voi ben vedete, io prescindea fi
nora dalle grazie soprannaturali da cui va sempre accom
pagnata la preghiera cristiana ; ma sarebbe egli giusto,
parlando fra' cattolici il separaruela ?
Or aggiugnetele dunque codeste grazie a quanto finor
si disse: aggiugnetele a quella mente che medita, e ve
dete di qual luce smagliante la investe; a quelle verità
che ella crede, e vedete con qual fermezza vi aderisce;
a quel cuore che combatte, e vedete con qual soavità ei
sa vincersi. Qual meraviglia, Accademici ornatissimi che,
educate con magistero sì confacente alla natura , e sì
efficace per la grazia , tante anime pie , benché idiote
veggano sì addentro ( i fatti son notissimi ) negli ar
cani celesti ? che tanta sia 1' adesione del cattolico alla
verità , da sigillarla col sangue? che tanta sia in lui
la serenità, l'equanimità, l'aggiustatezza dell'animo, che
IV.
(1) Homagnon.
190
pietre di una vòlta si stringono mentre contrastano; ma
la ragion dello stringersi è la gravità che tende a con
giugnerle, e la robustezza de'fianchi ove son rinserrate.
Ecco l' idea della società religiosa : non vien già meno
in essa la varietà degl'interessi ; ché senza varietà non
sarebbe armonia : ma gl' interessi sono subordinati alla
tendenza verso l'ordine ch'è centro della intelligenza, e
fiancheggiati dalla legge divina che n'è la regola, e l'im
pedisce di svariare. Ma donde , se non dalla preghiera
la forza di rispettar l'ordine e la legge quando pongono
un limite all'interesse ?
Perfetta è dunque, a proporzione che regna lo spirito
interno fra' cattolici, 1' armonia degl' individui ; i quali
servendo le personali loro condizioni distinte, si raggua
gliano per altro appiè dell'ara nella semplice qualità di
fedeli; e movendosi per impulso di svariato interesse, pur
riposano concordi nell'amor dell' ordine : il qual riposo
nell'ordine è la pace.
Ma affinché 1' armonia riesca perfettissima non basta
che sieno armonizzati i vari ordini del fine, e le varie
condizioni degl'individui: conviene inoltre che fra gl'in -
dividui e il fine più o men perfetto si scorga una per
fetta armonia. Or qui è principalmente ove splende mi
rabile l'interno lavorio dello spirito di preghiera. Impe
rocché senza questo spirito una tale armonia riesce im
possibile nella politica società.
Per dimostrarvi quest'ultimo assunto basta solo ch'io
vi chiarisca ciò che intendo quando parlo dell' armonia
fra gl'individui e la perfezione del fine sociale. Chi è Ira
pubblicisti che ignori quanto sieno varie le forze degl
individui e i gradi di perfezione nel fine a cui mira la
società? L'apice della perfezione dell'ordine ammette sotto
di sé molti gradi di ordine imperfetto, a cui facilmente
potranno indursi gl'individui imperfetti : ma sarebbe egli
facile indurre gl'individui tutti al sommo grado di per
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fezione ? Certo che no. Stabiliscasi dunque come un prin
cipio di saggia politica, che la società sarà perfetta al
lorché al sommo della perfezione giugneranno que'pochi
individui che ne son capaci, e gli altri s'innalzeranno fi
no a quel punto a cui bastan loro le forze. Ché se ad
individui imperfetti impor si voglia il peso di perfezione
somma, la società diverrà per tal dissonanza di parti im
perfettissima e vacillante.
Ma qual sarà il mezzo per ispronare con tali propor
zioni armoniche a tanta altezza la materiale inerzia di
nostra creta ? S'imporrà la perfezione con legge univer
sale ? Sarebbe indiscrezione. Si deporrà il pensiero di
arrivarvi ? La società rimarrebbe imperfetta. Si prescri
verà a ciascun individuo il grado di perfezione a lui
proporzionato ? Ma qual è quell' occhio politico , quale
quel termometro spirituale , che misurar possa i gradi
del fervore individuale nel conseguimento della morale
perfezione da cui la politica in gran parte dipende? Or
ecco appunto 1' ufficio dello spirito di preghiera : senza
bisogno di legge coattiva egli è legge a sé stesso ed in
sieme è impulso. Egli rappresenta all' intelletto i gradi
più sublimi a cui può aspirare, egli applica al cuor gli
sproni, egli ottiene ali d'aquila dal cielo : e siccome muo
ve dal più sublime dell'empireo, tutti sospinge al più alto
grado (l):c siccome s'infonde e si personifica nel cuor
di ciascuno , così alle forze di ciascuno esattamente si
adatta. Onde mentre la legge si tien paga di vietare il
male, il consiglio invita al più alto grado del bene. Ma
qual forza avrebbe il consiglio senza l'interno spirito che
conforta a seguirlo ?
Ecco dunque , Signori miei, il portentoso accordo
prodotto nella società cattolica dallo spirito di orazione
fra i vari gradi di perfezione individuale, e i vari gradi
INDICE
DELLE MATERIE CONTENUTE SEL TEBZO VOLUME
DELLA II SERIE.
IPAG.
crescenti sforzi de' nemici della cattolica unità a
fine di distruggerla, specialmente in Germania, ne
comprovano e confermano l'assoluta necessità. (Dis
sertazione del card. Attieri) » 3
II, Geburt und Wiedergeburt ec. Nascimento e rinasci
mento, rimembranze della mia vita e sguardi sulla
Chiesa. Opera del sig. Federico Hurter. [Analisì det
march. Autici, Art. I.) » 38
HI. Si prova contro alcuni recenti scrittori protestanti
quanto sia falso che la Chiesa di Irlanda sia stata
indipendente dalla Chiesa romana sino al duodeci
mo secolo. (Disserfazione di mgr. Cullen.). . . » 66
IV. Sulla Preghiera cattolica considerata in ordine alla
civiltà de'popoli. [Ragionamento det p. Taparelli d.
C. d. G.) » 153
V. Considerazioni snli' Etica cristiana e sulla morale teo
logica cattolica. (Traduz. dall'inglese di G. M.) . » 197
VI. Clemens August Freiherr Droste ec. Clemente Augu
sto Barone Droste a Vischering arcivescovo di Co
lonia descritto nella sua vita, azione e morte al po
polo tedesco da Ai-minio Stoeveken. (Analisì di G.
Arrighi) . , » 218
VII. Memorie delle missioni cattoliche nel regno del Tun-
chino, raccolte dal p. Alberto Guglielmotti de' PP.
(Analisì di mgr. Bianchi.) » 234
VIII. Geburt und Wiedergeburt ec. Nascimento e rinasci
mento , rimembranze della mia vita , e sguardi su
la Chiesa. Opera del sig. Federico Hurter. (Analisì
del march- Antici, Art. II.) » 303