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Dal 1980, anno nel quale la casa editrice Kemi pubblicò il primo volume
della Steganografia dell'Abate Tritemio, tradotto e commentato da A.
Gentili, tanta acqua è passata sotto i ponti.
Nello stesso anno seguì la pubblicazione del secondo volume. Poi tutto si
fermò.
L'autore, nel chiudere il capitolo VIII, dedicato al compendio del 2° libro,
così concludeva:
«... Il Terzo Libro rappresenta senz 'altro un classico dell'evocazione
eonica, in cui l'Abate, non solo fa riferimento ai moti naturali dei pianeti, ma
vi aggiunge anche i cicli, che si informano ai postulati dell'Aritmologia,
come mostra chiara mente la "Tavola dei moti dei pianeti" nella quale vige il
rapporto armonico del settenario tra il maggiore, Saturno, ed il minore, la
Luna".
Poiché, come dice il benedettino, i soli moti dati dagli astronomi non ba-
stano, a loro andranno combinati i cicli aritmologici.
Dalla loro funzione, si potrà stabilire la posizione del “genio planetario”, che
potrà anche non coincidere con il pianeta fisico".
Il volume terzo rimase una promessa, e non so se potrà essere mantenuta
da altri.
Rispettando la volontà del maestro A. Angelini, e quella dello stesso
Tritemio, posso solo aggiungere che esso è interamente dedicato al
Maestro dell'Ora Planetaria, ed in particolare a Saturno.
Nel 1982, la Nardini Editore pubblicò l'intera Steganografia (voli. 1-23-4),
ma la buona volontà del traduttore Fabrizio Benedetti, evidentemente non
addentro nella materia delle Scienze Tradizionali in generale, e di quella
Astrologica in particolare, anche se in possesso di una buona conoscenza
della lingua latina del XVI secolo, non ha sortito alcun effetto chiarificatore
della reale materia trattata nel terzo libro, per cui la confusione regnò
sovrana.
Comunque, diciotto anni non sono trascorsi invano. Infatti, i progressivi
insegnamenti del Maestro hanno fornito indicazioni preziose, non solo, ma
hanno, con il tempo, ottenuto l'effetto di sollecitare l'Hermes che è in noi.
È confermato, questi strumenti possono e debbono essere impiegati solo
dai "puri di cuore", per la propria palingenesi, per operare nel bene o per
inderogabili atti di difesa personale.
Dopo il recente passaggio all'Oriente Eterno del Maestro, il Corpo dei
Pari (Sub Specie Interioritatis. — Aurea Catena), si è arricchito di nuovi
elementi che oggi danno una nuova veste operativa alla casa editrice Kemi
ed a tutte le iniziative che ne derivano.
Nel mio recente libro "La Volasfera" (edito da Kemi nel mese di novembre
1998), ho cercato di aggiungere un ulteriore mattone, alla costruzione del
Tempio.
Nelle lezioni di Astrologia e Spagiria, nelle varie sfumature, così come negli
articoli pubblicati sulla rivista Kemi-Hathor, sono state date ampie
indicazioni per poter progredire nel periglioso cammino della Conoscenza.
Ma da più parti è sorta la logica domanda: "Perché, in ogni occasione, si fa
riferimento alla Steganografia dell'Abate Tritem io, perché il Mistero, se di
mistero si tratta, anziché svelarsi si intorbidisce sempre di più e l'area di
indagine, anziché restringersi, si amplia a dismisura?".
Non solo l'Astrologia, ma l'Alchimia, la Spagiria, la lingua latina, la greca,
l'ebraica, e dulcis in fundo, l' egizia.
È possibile che si debba conoscere tutto questo per capire a fondo la
Steganografia?
La risposta è: SI.
Nondimeno, come già detto in più occasioni, ogni nuova tappa, ogni livello
raggiunto, anche se lontano dal traguardo finale, dona brani di conoscenza
che, e questo è fondamentale, permette comunque di operare ed ottenere
risultati duraturi nel lungo cammino palingenetico.
Abbiamo qui l'occasione di chiarire le ragioni di tanto indagare, del lungo
cammino a ritroso nel tempo.
In Astrologia, è ormai assodato, si fa riferimento a Tolomeo quale padre
dell'Astrologia, e da lui si parte per studiare quanto, sino ai nostri giorni è
stato prodotto, in particolare dai Greci e dagli Arabi trascurando, però,
quasi completamente gli Ebrei (a torto, e vedremo perché).
Comunque, chi si dedica a studiare e divulgare l'Astrologia Tradizionale, a
partire da Tolomeo, ha fornito dati
e metodologie poco conosciute o affatto ignorate, come, ad esempio, tutte
le tematiche attinenti alle varie tecniche di domificazione e di come si
operava nel lontano passato.
Ma, se ad esempio, studiamo l'Almagesto, opera molto meno conosciuta
del Tetrabiblos, vediamo che buona parte delle basi teoriche ed astrono-
miche e dei dati di calcolo della posizione delle stelle, secondo la
precessione degli equinozi, fa riferimento al settimo secolo avanti Cristo,
per quanto riguarda gli Assiro Babilonesi (746 a.C.).
Per tutti gli altri dati o quando cita fonti più antiche, egli si rifà a due non
ben identificati personaggi, gli egiziani Nechepsos e Pethosiris, pare un
Faraone ed il suo Scriba, o, in tutti gli altri casi, agli Antichi.
Se per Tolomeo, il settimo secolo a.C. non era da considerarsi Antico (circa
1000 anni dalla sua epoca), risulta evidente, logico e consequenziale ri-
tenere epoche anteriori all'anno 1000 (almeno). Cioè a dire, nel Medio
Impero, ed oltre.
Il Gentili nel capitolo V del Secondo Libro della Steganografia, dedicato alla
liturgia delle Ore, dopo aver chiarito che gli scongiuri riferiti a ciascuna ora
del giorno e della notte, sono in chiaro e non criptati come quelli del 1°
Libro.
Afferma che:
«...per l'evocazione eonica, le cui forze sono in contatto più immediato con
la Natura, in quanto esse sono il ponte di passaggio tra l'Informale ed il
Formale, costituendo in tal modo l'impalcatura della manifesta-
zione, l'Abate preferisce impiegare il sistema tradizionale della lingua
antica».
L'Abate Tritemio diede un'immagine molto significativa delle forze presenti
a questo livello:
il corpo di bella fanciulla con un tronco serpentino.
Ne discende che l'evocazione e la manipolazione di queste forze è ol-
tremodo pericolosa, in primis per l'operatore che ne può rimanere dan-
neggiato anche in modo irreversibile, e in secundis, per chi ne subisce l'at-
tacco.
Ma A. Gentili prima, e A. Angelini poi, sono andati ancora di più a ritroso
nel tempo.
Infatti, l'opera «La luce di Kemi» (edito da Kemi nel 1991 — 1° edizione) di
A. Gentili, ritorna al 5500 a.C. A. Angelini, con il «Manuale di Astrologia
Egizia» e con «il Segreto di Nostradamus, i decani in astrologia mondiale»,
è andato oltre.
É, comunque, con il "Manuale di Astrologia Egizia" che il Maestro ha
magistralmente dimostrato cosa debba intendersi per Astrologia operativa.
Con la domificazione aequalis, con il SEKET YARU ed il SEKET HOTEP,
egli ha osato portare nel mondo profano quelle conoscenze segrete che
furono tramandate da maestro a discepolo e che l'Abate Tritemio dimostra
di aver ricevuto. Sia il contenuto del secondo libro che quello del terzo libro
della Steganografia, possono essere messi in chiaro grazie a questo
fondamentale insegnamento. Bisogna sempre tenere conto che lo zodiaco
dei segni, e la domificazione con le relative case, operano su due differenti
livelli. Così pure le stelle ed i pianeti stanno in un livello intermedio.
L'Ascendente ed il Medio Cielo si riferiscono ad un Piano, e l'Est. Ad un
altro.
Elementi come i decani, i dodecatemori ed i termini vanno collocati nel
posto giusto. L'anno, il giorno, la precessione degli equinozi, i cicli planetari
hanno una loro differente, fondamentale importanza.
Non si deve, inoltre, dimenticare, che l'impiego dello strumento astrologico,
per erigere un tema natale individuale, nei tempi antichi, occupava a mala
pena il dieci per cento del Campo Astrologico, e che l'Alchimia spirituale,
l'Alchimia Metallurgica e la
Spagiria non avevano alcun significato pratico, se private del supporto
astrologico.
Ma l'Abate Tritemio, figlio perfetto del suo tempo, aveva a disposizione un
altro formidabile strumento: la Cabala Ebraica o Kaballa, come alcuni
dicono, e qui vale la pena di soffermarci per fare alcune considerazioni. Nel
primo libro della Steganografia, gli scongiuri sono criptati prima con la
lingua latina e poi con quella Ebraica.
Per poter ricavare i Salmi davidici corrispondenti, o parte di essi, diventa
indispensabile ricorrere alla versione ebraica.
Sappiamo che in questa lingua, le lettere dell'alfabeto, corrispondono ai
numeri, e che questi definiscono il livello di appartenenza, secondo le
tecniche proprie della Kaballa.