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Suus, a, um:
Eius:
Perifrastica Attiva
Imminenza:
stare per, essere sul punto di, essere in procinto di, accingersi
a + INFINITO
Intenzionalità:
Avere intenzione di, essere intenzionato a + INFINITO
Predestinazione:
Essere destinato a + INFINITO
Proposizione Finale
Si costruisce con:
UT/NE + Congiuntivo presente ( se nella principale c’è un tempo
principale:PRESETE O FUTURO)
UT/NE + Congiuntivo imperfetto (se nella principale c’è un tempo
storico:IMPERFETTO, PERFETTO, PICCHEPERFETTO)
Si rende in italiano:
In modo implicito (SE HA STESSO SOGGETTO DELLA REGGENTE) con di o
a + INFINITO
In modo esplicito (SE NON HA LO STESSO SOGGETTO DELLA REGGENTE)
con CHE + CONGIUNTIVO
Proposizione Consecutiva
È una subordinata circostanziale che indica la conseguenza o
l’effetto dell’azione enunciata nella reggente.
In italiano è preceduto da avverbi come così, tanto, talmente, a
tal punto tale, tanto grande in forma:
IL CASO
il caso è il mezzo di cui si serve la lingua latina per esprimere
la funzione logica che la parola compie nella poposizione.
IL SOGGETTO
Il soggetto è uno degli elemEnti essenziali della
proposizione:esso indica la persona o la cosa di cui si
parla(risponde alla domanda:chi?che cosa?)il soggetto in latino
si pone sempre nel caso nominativo.
IL PREDICATO
Il predicato è l'altro elemento essenziale della
proposizione:esso è ciò che si predica,che si dice,del
soggetto.Può essere di due specie nominale o verbale.Il predicato
nominale è formato da un nome o da un aggettivo che è unito al
soggetto mediante il verbo essere(detto verbo copulativo oppure
semplicemente detto copula).Anche il predicato nominale in latino
si pone nel caso nominativo.Quando il predicato nominale è
costituito da un aggettivo, esso concorda con il soggetto nel
genere e nel numero mentre il verbo essere concorda con il
soggetto nel numero.Il predicato verbale è formato da un verbo
qualsiasi che abbia senso compiuto.Esso concorda col soggetto nel
numero.
IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
Un'altro ancora è il complemento di specificazione che serve a
specificare un altro sostantivo, cioè a determinarne meglio
l'idea. Esso si riconosce facilmente perchè è sempre preceduto
dalla preposizione semplice di o delle preposizioni articolate
del,dello,dei,degli,della,delle.(risponde alle domande:di chi?di
che cosa?)in latino il complemento di specificazione si pone in
caso genitivo;le preposizioni di,del ecc...non si traducono.
Attributo e Apposizione
COSTRUTTI LATINIII!!
Proposizioni subordinate
Proposizione completiva
Fornisce un’informazione necessaria al completamento del verbo
della sovraordinata.
In italiano si presenta:
- in forma esplicita introdotta da “che” +
congiuntivo/indicativo;
- in forma implicita introdotta da “di” e “a” + infinito.
In latino si presenta:
- in forma esplicita introdotta da una congiunzione subordinata
“quod”,“ut”,“ne” + indicativo/congiuntivo;
- in forma implicita espressa con l’infinito.
Proposizione circostanziale
Subordinata che fornisce un’informazione non indispensabile al
completamente della frase.
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In italiano si presenta:
- in forma esplicita introdotta una congiunzione +
indicativo/congiuntivo;
- in forma implicita espressa da un infinito/gerundio.
In latino si presenta:
- in forma esplicita da una congiunzione subordinata +
indicativo/congiuntivo;
- in forma implicita espressa da un nome verbale escluso
l’infinito.
Proposizione finale
Una subordinata circostanziale che indica lo scopo a cui tende
l’azione annunciata nella sovraordinata.
In italiano si presenta:
- in forma esplicita introdotta da “poiché”,”affinché” ed è
seguita da un verbo al congiuntivo;
- in forma implicita introdotta da “per”,”a”, "allo scopo di”,
“al fine di”.
In latino è introdotta da:
- ut/ne + congiuntivo presente, in rapporto ad un tempo
principale;
- ut/ne + congiuntivo imperfetto in rapporto ad un tempo storico.
Proposizione temporale
Esprime il rapporto di tempo fra due fatti, precisa se l’azione
della subordinata è contemporanea a quella della principale.
In italiano si presenta:
- in forma esplicita introdotta dalle congiunzioni “quando”,
“mentre”, “dopo che”, “prima che”, “finchè” + un verbo di modo
finito;
- in forma implicita introdotta dalle congiunzioni “dopo”, “prima
di”, + un verbo all’infinito/gerundio.
In latino è introdotta:
- cum/dum/postquam + indicativo.
Nella traduzione si dovrà usare il tempo richiesto dalla sintassi
italiana.
Particolarità
Perché
In latino la congiunzione finale è ut, nella forma causale è
quod, mentre l’avverbio interrogativo viene espresso con cur.
Quando
In latino la congiunzione temporale “quando” viene espressa con
quando nella domanda e con cur nella risposta “Quando romam
venies? Cum potero”
Proposizione causale
Esprime la causa, il motivo che determina l’azione della
principale.
In Italiano si presenta:
- introdotta da “poiché”, “perché”, “dal momento che”, “dal
momento che”.
In latino:
- introdotta dalle congiunzioni “quia”, “quod”, “quaniam”.
Proposizione narrativa
Introduce una subordinata circostanziale.
In latino si presenta con:
- cum + congiuntivo.
In italiano si rende:
- in forma implicita con un gerundio semplice o composto;
- in forma esplicita con una proposizione causale o temporale.
In questa proposizione i tempi vengono usati con valore relativo,
per tanto per stabilire i rapporti di tempo fra la subordinata e
la principale andrà utilizzata la consecuzio Temporum.
Consecuzio Temporum
Rapporto di anteriorità
Si ha se l'azione della dipendente avviene in un tempo anteriore
a quella sovraordinata.
Tempi della proposizione sovraordinata ---> Tempi della
proposizione dipendente
Presente ---> Perfetto
Imperfetto ---> Piuccheperfetto
Futuro semplice ---> Futuro anteriore
Rapporto di posteriorità
L'azione della dipendente avviene successivamente rispetta a
quella della sovraordinata.
Tempi della proposizione sovraordinata ---> Tempi della
proposizione dipendente
presente ---> presente della perifrastica attiva
imperfetto ---> imperfetto della perifrastica attiva
futuro semplice ---> futuro semplice della perifrastica attiva
Rapporto di contemporaneità
L'azione della principale avviene in contemporanea all'azione
della dipendente.
La proposizione infinitiva
La proposizione infinitiva è caratterizzata dal verbo
all’infinito e dal soggetto all’accusativo.
La proposizione infinitiva non trova una traduzione letterale in
italiano, per tanto dobbiamo trovare vie alternative.
Ne deriva che si rende in italiano con:
- una struttura esplicita introdotta dalla congiunzione “che”
avente per soggetto il termine all’accusativo.
“Dico che Roma essere una bella città” ---> NO
“Dico che Roma è una bella città” ---> SI
Le proposizioni infinitive sono introdotte dalle seguenti
categorie di verbi o locuzioni:
- verbi impersonali: constat (è noto) - decet (conviene) -
dedecet (non conviene) - oportet (è opportuno) - licet (è lecito)
- invat (giova);
- locuzioni con una forma del verbo sum: utile est (è utile) -
nocesse est (è necessario) - notum est (è noto);
- verba dicendi et declarandi: dico, affirmo, nego, narro, trado
(tramando), declaro, respondeo, scribo;
- verba sentiendi: sentio, video, audio, scio (so), puto
(ritengo), credo, censeo (sono del parere), intellego (capisco),
iudico;
- verba affectuum: doleo (mi dolgo), guadero (godo), spero, aegre
(mal sopporto).
L’infinitiva richiede una consecuzio temporum.
L’ablativo assoluto
L’ablativo assoluto svolge la funzione di una circostanziale di
valore causale/temporale/concessivo/ipotetico; è sciolto da
qualsiasi legame con ciò che lo precede/segue nel periodo.
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E’ costruito da:
- sostantivo in caso ablativo;
- participio presente o perfetto che concorda in caso ablativo
con il sostantivo (rapporto di stratta contemporaneità).
L’ablativo assoluto con il participio presente (sempre valore
attivo) si rende in italiano con:
- un gerundio attivo;
- una subordinata esplicita casuale o temporale.
L’ablativo assoluto con il participio perfetto (sempre valore
passivo) si rende in italiano con:
- participio passato/ gerundio con valore passivo;
- con una subordinata esplicita causale/temporale la cui azione
sia anteriore a quella della sovraordianata.
Participio
Il participio è chiamato così perché partecipa sia alle funzioni
del verbo che a quelle del nome.
In latino vi sono tre tempi del participio:
- presente(attivo);
- perfetto(passivo);
- futuro(attivo).
Participio presente/perfetto
Il participio presente/perfetto viene usato in funzione
nominale/verbale.
Nel caso della funzione nominale si rende in italiano con:
- aggettivo/sostantivo corrispondente;
- subordinata relativa contemporanea alla principale.
Nel caso della funzione verbale con:
- un participio presente/perfetto;
- una subordinata temporale/causale/relativa contemporanea.
- un gerundio.
Participio futuro
Si trova in funzione nominale o verbale.
In funzione nominale si traduce con:
- aggettivo/sostantivo corrispondente;
- espressione del tipo di “sul punto di”, “con l’intenzione di”;
- proposizione subordinata relativa.
In funzione verbale con:
- subordinata temporale;
- proposizione finale implicita.
Congiuntivo esortativo
Il congiuntivo presente viene anche usato per un invito, un
ordine o un divieto e nella seconda persona singolare o plurale
sottolinea un esortazione o una preghiera, di fatti il
congiuntivo esortativo non sostituisce l’imperativo ma si dice
che entri in concorrenza con esso.
L’infinito
L’infinito ammette sia la forma attiva che quella passiva dei
verbi transitivi.
In latino esistono tre tempi dell'infinito:
- l’infinito presente:
Attivo ---> Passivo
Laudare (=lodare) ---> Laudari (=essere lodato);
- l’infinito perfetto:
Attivo ---> Passivo
Laudavisse (=aver lodato) ---> Laudatum, am, um, + esse (=essere
stato lodato);
- l’infinito futuro:
Attivo ---> Passivo
Laudaturum, uram, urum, + esse (=stare per lodare) --->
Laudaturum iri (=stare per essere lodato);
Il verbo Fio
Il verbo “facio” non ammette il passivo che viene perciò supplito
dal verbo “fio” ( fio, is, factus sum, fieri) che è molto duttile
e che ha 3 significati:
- essere fatto;
- diventare;
- accadere.
La coniugazione di questo verbo è assai anomala; infatti le voci
derivate dal presente seguono la quarta coniugazione, fatta
eccezione per il congiuntivo imperfetto che fa “fierem”; i tempi
derivati dal perfetto hanno esclusivamente forma passiva e
derivano dal verbo “facio”; Il participio futuro e lìinfinito
futuro sono presi in prestito dallo stesso verb “sum”.
Il cum + congiuntivo
Esempi
Cum ames= amando tu
Cum amaret= amando egli
Cum amarerim= avendo io amato
Cum amavissent= avendo essi amato