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La nascita dell’Unione Sovietica dopo la Prima Guerra Mondiale

L’aspetto della Russia del XX secolo è determinato da alcuni avvenimenti fondamentali. La


partecipazione della Russia nella prima guerra mondiale a fianco dell’Intesa ha aggravato le
sue condizioni economiche e politiche e ha diffuso profondo malcontento.
Già nel 1905 si erano verificate delle sommosse, che avevano costretto lo Zar Nicola II a
costituire un parlamento che non ebbe nessun potere effettivo. Questo parlamento (la Duma)
era la soluzione per il malcontento della popolazione dopo la sconfitta contro il Giappone.
Era costituito da un governodi Soviet 1, ovvero un consiglio di lavoratori che aspirava ad
assumere una posizione di governo.
Nel 1914 lo Zar Nicola II decise di entrare in guerra a fianco della Serbia e all’Intesa ma
dopo tre anni di combattimento la situazione vede la Russia piegata difronte alla guerra.
All’inizio del 1917 una serie di moti popolari portarono all’abdicazione dello Zar e alla
rivoluzione di febbraio. Al momento della rivoluzione la situazione del fronte orientale è
disastrosa, l’esercito russo è in dissoluzione e incoraggia l’esercito alla pace. Ciò consente
agli altri imperi di posizionare le truppe sul fronte occidentale. All’interno del paese invece
a Pietrogrado (San Pietroburgo) A Mosca scoppiò la rivolta con la rivoluzione di febbraio
e il 2 marzo Duma e Soviet di operai e soldati si accordarono per la deposizione dello zar, e
l'istituzione di un governo provvisorio formato ❑2 e bolscevichi3.
Da tenere in considerazione è anche il passaggio del potere di uno stato di impronta
monarchica, a una rivoluzione del proletariato. Lo stato Russo infatti vede la crescita del
potere del popolo in un tempo molto limitato, passando dall’abolizione dei servi della gleba
solo nel 1861 a uno stato composto da lavoratori sfruttati senza diritti e a grandi latifondisti
che portavano ricchezza al paese. Possiamo dire infatti che la ricchezza della Russia gravava
su la proprietà fondiaria.
La Russia era quindi spaccata in una pseudo guerra civile interna dove la borghesia
appoggiava il liberismo che era il motore delle nazioni capitaliste, e il partito comunista
appoggia la minoranza (i menscevichi).
Nell’aprile del 1917 Lenin enunciò le Tesi di Aprile (lessico del partito comunista) ovvero
dei punti programmatici che appoggiavano la tradizione marxista e la rivoluzione del
proletariato. Lenin proponeva un centralismo democratico dove tutto il potere doveva
passare ai Soviet e lo slogan e i punti fondamentali erano: potere ai Soviet, pace immediata
e terre ai contadini. Lo scopo era quello di alzare il livello di consapevolezza delle masse.
Il governo passò nelle mani di Kerenskij che non era abile a sistemare la situazione e così
Lenin approfittò per conquistare il potere nella notte del 24\25 ottobre “la guardia rossa”
occupò il Palazzo d’Inverno, sede del governo, e con questa notte chiamata inizia la
rivoluzione d’ottobre.
La rivoluzione di ottobre sfociò nella nascita di un nuovo governo rivoluzionario basato sui
soviet. Alla guida del nuovo stato ci fu Lenin che venne affiancato da un consiglio dei
commissari del popolo di cui facevano parte anche Troskij e Stalin. Tra i primi atti del
nuovo governo ci fu lo scioglimento dell’Assemblea costituente, ovvero un’assemblea a
suffragio universale basata su delle liste di voto stipulate prima della rivoluzione d’ottobre
in cui i bolscevichi si trovarono in netta minoranza.
Successivamente Lenin stipulò con Austria e Germania la pace di Brest-Litovsk con cui la
Russia dovette accettare la rinuncia alla Polonia, alla Lituania, alla Bielorussia e ai territori
baltici. In più dovette riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina e della Finlandia. Un'altra
conseguenza di questa pace fu l’uscita dal governo del partito socialista rivoluzionario, si
apre così il periodo del monopartitismo bolscevico.
Sebbene anche la Russia era uscita ufficialmente dalla guerra mondiale nel maggio del 18, il
nuovo governo era tutt’altro che stabile. Nello stesso anno scoppiò infatti la guerra civile tra
i “rossi” sostenitori del governo soviet, e i “bianchi” che facevano parte delle forze anti
rivoluzionarie. Lenin credeva di poter trare vantaggio dalla crisi interna poiché a suo avviso
era la prima tappa della rivoluzione del proletariato. Nel marzo del 1919 fu creata la Terza
internazionale con il compito di coordinare i partiti comunisti e avanzare la rivoluzione su
scala mondiale.
Il primo passo fu l’organizzazione dell’Armata rossa che sotto la direzione di Troskij
sconfisse l’Armata bianca e uccise lo zar e la sua famiglia. Alcuni giorni dopo fu proclamata
la Repubblica socialista federativa sovietica russa con capitale Mosca mentre il partito
comunista fu imposto come unico partito.
Negli anni successivi Lenin intraprese un programma forzato su tutta la produzione
specialmente quella agricola chiamata il comunismo di guerra ovvero una nuova politica
economica autoritaria con il controllo sulla produzione. Alla resistenza dei contadini ci fu la
completa repressione da parte della polizia denominati i nemici della rivoluzione.
Difronte all’insuccesso del comunismo di guerra a partire del 1921 Lenin promulgò la
nuova politica economica NEP che prevedeva il ripristino del libero commercio con
l’aumento dei prodotti disponibili e una maggior libertà per i contadini. Venne intrapresa
anche la lotto contro l’analfabetismo e ci fu un forte incremento e un forte picco che vede la
crescita dello stato russo da un punto di vista politico economico e culturale.
Nel 1922 venne creata l’URSS Unione delle repubbliche socialiste sovietiche e venne
indotta una costituzione nel 1924. L’ordinamento dello stato prevedeva che il potere
legislativo fosse affidato al Consiglio o Soviet supremo dell’unione, quello esecutivo ai
Consiglio dei Commissari del popolo e quello giudiziario alla Corte suprema dei Soviet.

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