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Il dirigente:

un ruolo centrale
e multiforme
S
e ne parla poco del ruolo dei dirigenti. Spesso soltanto evidenziando-
ne gli aspetti mediatici o folcloristici dei Top Managers cui, con ardito
uso della proprietà transitiva, si tende ad equiparare l'universo mondo
manageriale. E invece, come emerge dagli articoli di questo numero a loro
dedicato, si tratta di un ruolo molto variegato nella realtà delle imprese. Figura
centrale, fondamentale per la gestione, ma pur sempre lavoratore subordinato
N° 13 - Marzo 2011 che assume veste e configurazione differenziate, in relazione al ruolo effettivo
ed alla tipologia di Azienda, con una serie importante di problematiche giuridi-
che e gestionali conseguenti, su cui vale la pena riflettere. •
In questo numero
Enrico Cazzulani, Presidente - AIDP Gruppo Regionale Lombardia

Patto di non
concorrenza e
protezione del
patrimonio aziendale

La “mattanza”
Il patto di non concorrenza
disciplinato, anche per i diri-

dei manager
genti, dall’art. 2125 c.c. ha
lo scopo di estendere oltre
la cessazione del...

di Salvatore Trifirò
La posizione
Partner, Trifirò & Partners - Avvocati
del dirigente

S
amministratore
Sono frequenti gli incarichi
tiamo assistendo ad una vera e propria
dei dirigenti all’interno del
“mattanza” dei Dirigenti, duramente colpi-
consiglio di amministrazione
ti dagli effetti della grave crisi economica,
della stessa società datrice
che ha messo in ginocchio molte imprese, ob-
di lavoro (o di società...
bligandole a sofferti quanto necessari tagli del
personale.
Come è noto i Dirigenti appartengono ad una ca-
Tempi di vita e tegoria di prestatori di lavoro subordinato cui non

Tommaso79
tempi di lavoro: si applicano, per espressa disposizione di legge
l'ammissibilità del (art. 10 L. 604/1966), le norme limitative dei licen-
ziamenti individuali cosicché il recesso nei loro
rapporto di lavoro part confronti è, dal punto di vista del legislatore, un atto “libero”, sottratto alle tutele
time con il dirigente e alle garanzie stabilite per le altre categorie di lavoratori. I soli limiti proven-
In generale, non v'è dub- gono (in teoria) dalla contrattazione collettiva di categoria, che ha introdotto
bio che possa suscitare non il concetto di “giustificatezza”, prevedendo che il licenziamento del Dirigente
poche perplessità la compa- debba essere “giustificato”.
tibilità del rapporto di lavoro Sennonché il concetto di giustificatezza è così elasticamente interpretato dalla
part time con la ... giurisprudenza che lascia ampi spazi all’una e all’altra parte del rapporto, per
sostenere la validità o l’invalidità del licenziamento medesimo.
La posizione Per il licenziamento disciplinare è prevista la tutela di cui all’art. 7 dello Statuto
del dirigente Lavoratori, relativo alla previa contestazione per iscritto degli addebiti e ad un
termine di almeno 5 giorni per le giustificazioni del dirigente. Si è trattato di
amministratore: un tema molto controverso, in relazione al quale si erano formati due distinti
problematiche orientamenti, a seconda che si sostenesse che l’art. 7 trovasse applicazione
di qualificazione nei confronti dei soli “pseudo-dirigenti” o dirigenti “convenzionali” ovvero an-
del rapporto che dei dirigenti di livello apicale. Sennonché nel 2007 le S.U. con sentenza
Non vi è incompatibilità, in n.7880 hanno risolto il contrasto nel senso di ritenere applicabile l’art. 7 dello
linea di principio, tra la cari- Statuto a tutti i dirigenti, indipendentemente dalla posizione più o meno di verti-
ca di amministratore ed il ce da questi rivestita all’interno dell’azienda, facendo, altresì, discendere dalla
rapporto di lavoro subordi- violazione dell’art. 7 l’ingiustificatezza del recesso, con conseguente diritto del
nato. Tuttavia, la... dirigente al pagamento della relativa indennità. L’intervento delle S.U. ha avuto
effetti dirompenti su tutti quei giudizi in corso aventi ad delle ragioni per le quali le giustificazioni formulate dal
oggetto licenziamenti disciplinari di dirigenti apicali non Dirigente sono state disattese. Va detto che tale sen-
preceduti dalla previa contestazione: le aziende con- tenza è un unicum, non costandosi pronunce in senso
venute sono state condannate al pagamento anche di analogo (se non un Tribunale di Milano 12 luglio 2005
rilevanti indennità, pur magari in presenza di licenzia- citato in motivazione), e bisognerà vedere se verrà con-
menti di per sé giustificati. fermata o meno nei successivi gradi di giudizio. In ogni
Di recente il Tribunale di Milano con pronuncia del 13 caso essa costituisce un precedente che contrasta
ottobre 2010 n. 4174 ha dichiarato illegittimo il licenzia- la diffusa prassi di limitarsi a respingere, nella lettera
mento disciplinare di un Dirigente ex CCNL Commercio di recesso, le giustificazioni rassegnate dal Dirigente
per non avere l’Azienda replicato, nella lettera di reces- senza entrare nel merito delle medesime: un’ulteriore
so, in modo circoscritto e dettagliato, alle giustificazioni riprova di come l’assenza di una disciplina legale presti
rese dal Dirigente. Si è ravvisata, invero, la violazione il fianco alle più variegate interpretazioni.
dell’art. 35 del CCNL Commercio, che, nel disporre che È, forse, giunto il tempo di considerare l’introduzione,
“nel caso di licenziamento, il datore di lavoro è tenuto a livello legislativo e non solo della contrattazione col-
ad indicarne contestualmente la motivazione”, aggiun- lettiva, di una regolamentazione, chiara e certa, del re-
gerebbe, secondo il Tribunale, un’ulteriore garanzia cesso dal rapporto di lavoro dirigenziale, a tutela sia
all’art. 7 dello Statuto, rendendosi necessaria, in base degli stessi Dirigenti, che restano sempre e comunque
al combinato disposto delle due norme, una motivazio- dei prestatori di lavoro subordinato, che delle imprese:
ne contenente l’esposizione non solo degli elementi in- entrambi esposti alla discrezionalità di Giudici distanti
tegranti la giusta causa del licenziamento ma, altresì, dal reale svolgimento delle dinamiche aziendali. •

Patto di non concorrenza e


protezione del patrimonio aziendale
di Francesco Rotondi*

Dmitriy Shironosov
I
l patto di non concorrenza disciplinato, an-
che per i dirigenti, dall’art. 2125 c.c. ha lo
scopo di estendere oltre la cessazione del
rapporto di lavoro, a protezione dei segreti
aziendali, il vincolo di non concorrenza, ge-
neralmente gravante sul prestatore di lavoro
quale corollario dell’obbligo di fedeltà (art.
2105 c.c.). La legge pone alcune limitazioni in
materia: “Il patto con il quale si limita lo svol-
gimento dell’attività del prestatore di lavoro,
per il tempo successivo alla cessazione del
contratto, è nullo se non risulta da atto scrit-
to, se non è pattuito un corrispettivo a favore
del prestatore di lavoro e se il vincolo non è
contenuto in determinati limiti di oggetto, di
tempo e di luogo. La durata del vincolo non
può essere superiore a cinque anni, se si trat-
ta di dirigenti, e a tre anni negli altri casi. Se to della risoluzione del rapporto, potrebbero interve-
è pattuita una durata maggiore, essa si riduce nella nire diverse valutazioni in ordine alla permanenza
misura suindicata”. del vincolo, sia per la presenza di fattori di tipo sog-
Fermi restando gli obblighi, previsti dalla norma a gettivo, relativi alla persona del lavoratore, sia per
pena di nullità, diretti prioritariamente a non compro- la presenza di elementi oggettivi, sul tipo di attività
mettere la professionalità e la potenzialità redditua- svolta dallo stesso in connessione con precisi obiet-
le del lavoratore, va ricordato che è assai frequente tivi commerciali del datore di lavoro, che potrebbero
nella prassi l’uso di clausole aggiuntive che preve- anche far venir meno il timore di una possibile attività
dano la possibilità per il datore di lavoro di decide- concorrenziale da parte del lavoratore presso altra
re, al momento della cessazione del rapporto, se azienda. Tali clausole, però, devono essere formu-
avvalersi oppure no del patto. Tale previsione ha in late e poi adoperate con grande attenzione al fine di
pratica l’obiettivo di consentire al datore di lavoro di evitare che possa sorgere contenzioso tra le parti
svincolare il dipendente dal patto per effetto di una
diversa valutazione dei presupposti che ne avevano
(cfr. Cass. Sez. Lav.15 maggio 2007, n. 11104). •
determinato la stipulazione. E ciò perché, al momen- *Partner, LABLAW Studio Legale Failla, Rotondi & Partners

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