Sommario: 1. L’articolato sistema delle tutele Il primo, cui è sottoposto il
parallele. 2. La tutela reale. Accertamento licenziamento, può essere definito limite giudiziale ed esclusione della reintegrazione interno, di portata generale, della sussistenza nel posto di lavoro. 3. L’infungibilità della e serietà dei motivi, fatte salve le limitate prestazione: l’impossibilità di esecuzione ipotesi di sopravvivenza del licenziamento forzata. 4. Conclusioni. libero; gli si affiancano una serie di limiti esterni, che derivano da divieti assoluti o relativi, da requisiti di forma o da regole procedurali di carattere generale o speciale, 1. L’articolato sistema delle tutele come il divieto di licenziamento parallele discriminatorio per motivi politici, sindacali, ∗ razziali, di sesso, religione o lingua. La tutela apprestata dall’ordinamento ai Esperito con esito negativo lavoratori che siano stati pregiudicati da atti l’obbligatorio tentativo di conciliazione illegittimi posti in essere dal datore di stragiudiziale ex artt. 410 e ss. c.p.c., la lavoro appare diversificata in ragione della sentenza con cui il Giudice accerti gravità del pregiudizio subìto e di una serie l’illegittimità del licenziamento comporterà d’altri requisiti e limiti, che disegnano un differenti conseguenze a seconda che il sistema a diverse intensità di tutela. rimedio applicabile, in relazione al vizio In particolare il licenziamento dell’atto ed ai requisiti dimensionali del individuale risulta sottoposto a due ordini datore di lavoro, sia da ravvisarsi nella di limitazioni sulla base dell’articolato tutela reale predisposta ex art. 18 legge sistema fondato sulle diverse leggi che 300/1970, in quella obbligatoria ex art. 8 regolano la materia1, da ultima la legge n. legge 604/1966 o nella residuale tutela 108 del 1990 che ha modificato i confini tra codicistica ex art 1218 cod.civ.. le diverse tecniche di tutela, attraverso il Qualora il rapporto di lavoro sia coordinamento delle precedenti garantito da tutela obbligatoria, anche detta disposizioni legislative. remediale o compensativa, alla declaratoria d’illegittimità del licenziamento conseguirà ∗ Laurea Magistrale il Giurisprudenza conseguita in un’obbligazione alternativa posta a carico Bari l’11 luglio 2009, con la concessione della lode, del datore di lavoro: questi avrà la facoltà di plauso della commissione ed invito a proseguire gli disporre la riassunzione del lavoratore entro studi. Dalla tesi di laurea: L’incoercibilità dell’ordine di tre giorni ovvero di corrispondergli un reintegrazione nel posto di lavoro. risarcimento del danno, pari ad un importo 1 Il difficile coordinamento delle diverse discipline ha compreso tra 2,5 e 6 mensilità di portato la dottrina e la giurisprudenza ad interrogarsi retribuzione di fatto, maggiorabile per sulla ragionevolezza della disparità di trattamento che requisiti di anzianità. Allorquando, invece, ne consegue, segnando la strada che ha condotto alla consolidazione dell’ormai pacifica teoria delle tutele risulti applicabile il regime di tutela reale, il parallele, espressa a partire dalla sentenza della Corte prestatore di lavoro sarà garantito dalla Costituzionale n. 55/1974, in Foro Italiano, 1974, I. tutela “forte” apprestata dal legislatore, anche detta ripristinatoria o specifica. La tutela reale incide in senso L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori diacronico sulla crisi di funzionalità del prevede l’onere di reintegrazione nel posto di rapporto di lavoro provocata dal lavoro a carico del datore che abbia licenziamento illegittimo, puntando ingiustamente licenziato il lavoratore all’integrale eliminazione della situazione subordinato, oltre la condanna a antigiuridica posta in essere dal datore di corrispondergli, a titolo di risarcimento del lavoro mediante un abuso del potere danno subìto per effetto dell’ingiusto economico e della posizione dominante che licenziamento e dell’eventuale mancata o caratterizzano, di solito, il suo ruolo, con tardiva reintegra2, un’indennità riguardo agli effetti già prodottisi ed agli commisurata alle retribuzioni non percepite eventuali effetti che possano verificarsi in misura non inferiore a 5 mensilità di successivamente alla sentenza di condanna. retribuzione di fatto, nonché il versamento Il licenziamento illegittimo è inidoneo a dei contributi assistenziali e previdenziali produrre l’estinzione del rapporto per il periodo intercorrente tra lavorativo, che deve considerarsi, anche ai licenziamento ed effettiva reintegra, salva la fini previdenziali, come se non avesse subito facoltà (vero e proprio diritto potestativo) alcuna soluzione di continuità; pertanto riservata esclusivamente al lavoratore, di giuridicamente l’interruzione delle chiedere in sostituzione del reinserimento reciproche prestazioni, lavorativa e nel posto di lavoro il pagamento di retributiva, si ha per non verificatasi. un’ulteriore indennità, pari a 15 mensilità La sentenza del giudice, peraltro retributive. immediatamente e provvisoriamente esecutiva ex art. 431 c.p.c. nonché secondo l’espresso disposto al comma sesto 2. La tutela reale. Accertamento dell’articolo 18, si pone come controllo giudiziale ed esecuzione della garantistico, protettivo della parte debole reintegrazione nel posto di lavoro del rapporto di lavoro ed ha l’immediato effetto de iure di operare la ricostituzione ex tunc del rapporto lavorativo, deduttivamente desumibile dalla previsione 2 Il comma secondo dell’originaria formulazione contenuta nello stesso articolo 18, secondo dell’art. 18 distingueva due periodi e due diversi cui qualora il lavoratore, invitato dal datore regimi della condanna del giudice al pagamento: il che ottemperi alla sentenza di reintegra, non “risarcimento del danno” dal licenziamento al riprenda servizio né opti per l’indennità provvedimento giudiziale, quantificabile e liquidabile al momento dell’emanazione della sentenza; da sostitutiva entro i successivi 30 giorni questa sino all’effettiva reintegrazione, le (decorrenti nella prima ipotesi dal “retribuzioni dovutegli in virtù del rapporto di ricevimento dell’invito, nella seconda dalla lavoro”, puramente eventuali, poiché spettanti al data di comunicazione dell’avvenuto lavoratore solo in caso di omessa o tardiva reintegra. deposito della sentenza) il rapporto di L’art. 1 L. n. 108/1990 ha unificato i due periodi, lavoro si intende risolto: dalla disposizione facendo discendere da entrambi le medesime conseguenze patrimoniali. Ad una più attenta di tale effetto risolutorio può dedursi che è considerazione ed esegesi della norma, tuttavia, la presupposta la permanente sussistenza del distinzione di un “prima” ed un “dopo” è logicamente rapporto lavorativo, ergo il licenziamento necessaria, poiché al momento della sentenza il illegittimo non ne determina l’estinzione, giudice può liquidare a titolo d’indennità risarcitoria bensì ne interrompe il regolare dispiegarsi. le retribuzioni non percepite dal licenziamento alla sentenza, che sono danno attuale, certo e misurabile, Una volta emesso l’ordine di ma non le retribuzioni che non saranno percepite a reintegrazione, si ha l’equiparazione causa dell’omessa reintegra, in quanto danno dell’effettiva utilizzazione delle energie puramente eventuale. lavorative del prestatore di lavoro alla loro lavorare, fondato sul basilare sinallagma del mera utilizzabilità3. rapporto di lavoro, da cui trae origine; Può dirsi che l’ordine di reintegra sia diversamente altra posizione dottrinale7, la self – executing, in quanto la domanda di cui ricostruzione appare preferibile, ha reintegrazione può scomporsi in un’azione individuato la natura inibitoria dell’ordine di inadempimento a carattere speciale, di reintegra, ritenendolo un rimedio al mirante all’accertamento negativo comportamento anticontrattuale o illecito dell’illegittimità ed a quello positivo della del datore di lavoro che abbia abusato della continuità del rapporto di lavoro (oltre che sua posizione e dei suoi poteri. alla condanna al pagamento di un’indennità Qualora si accolga la tesi commisurata alle retribuzioni globali di dell’appartenenza dell’ordine giudiziale di fatto non percepite dal lavoratore) ed in reintegra alla tutela civile inibitoria, la cui un’azione di manutenzione del rapporto, unica condizione di esperibilità deve tendente alla condanna alla reintegra nel rinvenirsi nell’atto contra ius del datore di posto di lavoro, nonché alla condanna in lavoro, possono individuarsi le due funzioni futuro al pagamento delle retribuzioni tipiche di tale rimedio: la funzione globali di fatto non percepite sino costitutiva di obblighi (di fare o di non fare, all’effettiva reintegra4; l’eventuale rifiuto del a seconda che la condotta illecita sia di datore di lavoro di riammettere in servizio il carattere commissivo od omissivo) lavoratore, pertanto, equivale solo al non inesistenti prima della sua emanazione, in avvalersi di una prestazione lavorativa, nel quanto trasforma in obbligo il potere del contesto di una rapporto corrente e mai datore di esigere la prestazione in base al interrotto. contratto di lavoro, specificandone le Inoltre, il periodo compreso tra il modalità, e la funzione determinativa, licenziamento illegittimo e l’adempimento poiché individua i comportamenti doverosi dell’ordine di reintegrazione va considerato strumentali alla rimozione di una situazione utile sia agli effetti della maturazione del antigiuridica8. diritto agli scatti di anzianità, sia ai fini Il dovere di reintegrazione del dell’anzianità di servizio computabile per lavoratore consiste in un’obbligazione con l’indennità di fine rapporto, sempreché il facoltà alternativa dal lato del creditore9, in lavoratore sia rimasto concretamente quanto spetta esclusivamente al lavoratore– disponibile per l’esecuzione della propria creditore optare mediante atto unilaterale prestazione lavorativa e non abbia, perciò, per l’indennità sostitutiva della svolto attività lavorativa a favore di terzi5. reintegrazione, che si pone, pertanto, quale L’ordine di reintegrazione è stato prestazione sussidiaria a quella principale, ritenuto da autorevole dottrina6 quale consistente nell’adeguamento della proiezione di un preesistente diritto di 7 Dall’appartenenza dell’ordine di reintegrazione alla famiglia delle inibitorie (e dall’infungibilità di alcuni 3 Cass. civ., Sez. lav. 23 luglio 1998, n. 7267, in dei necessari obblighi di facere del datore di lavoro) NGL, 1998. fa discendere la difficoltà di integrale soddisfazione 4 La ricostruzione è di Massimo D’ANTONA in mediante esecuzione forzata M. D’ANTONA, La “Tutela reale del posto di lavoro”, p. 6, Enciclopedia reintegrazione e il risarcimento del danno, in Foro Giuridica Treccani, vol. XXXI. Italiano, 1990, V, p. 362 e ss.. 5 8 Cass. civ., Sez. lav. 18 marzo 1987, n. 2741. Oltre alla funzione costitutivo – determinativa, la 6 Così F. MAZZIOTTI, Licenziamenti illegittimi e sentenza ha funzione accertativa dell’inidoneità del provvedimenti giudiziari, in Giornale di diritto del licenziamento a risolvere il rapporto lavorativo, lavoro, 1987, p. 491 s. e S. CHIARLONI, Dal diritto accertamento che al contrario manca nella tutela alla retribuzione al diritto di lavorare, in Rivista obbligatoria. 9 trimestrale di diritto e procedura civile, 1978, p. A. BELSITO, Controversie di lavoro, Ed. Cacucci, 1471e ss.. Bari, 2008, p. 135e ss.. situazione de facto a quella di diritto Preliminarmente è necessario mediante il reinserimento del lavoratore evidenziare che i profili della tutela all’interno dell’azienda. processuale sono strettamente ed La reintegrazione nel posto di lavoro imprescindibilmente connessi al diritto consiste, quindi, nel ripristino dello status sostanziale. La tutela di condanna può quo ante attraverso obblighi strumentali e assumere connotati e funzioni diversi in dinamici, funzionali alla ripresa della relazione alla diversità dei bisogni di tutela collaborazione tra le parti; ma la norma non o della struttura delle singole situazioni aggiunge null’altro in proposito, non sostanziali. stabilisce come debba procedersi in concreto La possibilità di avvalersi di uno dei per poter assicurare la prosecuzione del procedimenti di esecuzione forzata rapporto, essendo l’ordine di reintegrazione disciplinati dal Libro III del c.p.c. è ammessa un comando sprovvisto di sanzione per il in ragione del tipo di obbligo e del bene datore che resti inadempiente. oggetto dell’obbligazione, in quanto l’esecuzione forzata, traducendosi in un’attività di tipo sostitutivo e surrogatorio 3. L’infungibilità della prestazione: rispetto a quella che sarebbe richiesta al l’impossibilita’ di esecuzione forzata debitore, è idonea ad assicurare l’attuazione forzata esclusivamente di talune sentenze di L’attuazione coattiva della condanna condanna, tra cui quelle all’adempimento di alla reintegrazione costituisce il nodo un obbligo di fare materialmente o problematico più complesso giuridicamente fungibile. Ne consegue che dell’interpretazione e dell’applicazione della essa non è utilizzabile, in quanto disciplina ex articolo 18. Da un lato, infatti, strutturalmente inadeguata, per l’attuazione si è ravvisata nell’affermazione del principio di obblighi che non ammettano una siffatta della reintegrazione una svolta che ha sostituzione da parte di un terzo, per i quali portato al raggiungimento del traguardo cioè sia essenziale ed irrinunciabile la della stabilità reale del rapporto di lavoro; cooperazione del soggetto obbligato, in dall’altro, invece, in giurisprudenza ed in quanto materialmente o giuridicamente dottrina si è riscontrata l’impossibilità, infungibili, o quando sia richiesto al debitore totale o talvolta parziale, di assicurare in via di astenersi da qualunque comportamento coattiva la reintegrazione del lavoratore in violazione di un divieto, in quanto ingiustamente licenziato. obblighi di non fare. In tali ipotesi, per Un riferimento fondamentale nel assicurare una soddisfazione effettiva dibattito dottrinale e largamente recepito dell’interesse del creditore, il legislatore dalla giurisprudenza è stato l’antico prevede quale unica possibilità quella di brocardo romano nemo praecise ad factum cogi avvalersi di mezzi di coazione indiretta, le potest, talvolta riportato anche come nemo ad c.d. misure coercitive, miranti ad incentivare faciendum cogi potest, con cui si è, a volte lo spontaneo adempimento dell’obbligo anche aprioristicamente10, liquidata la infungibile da parte del debitore. questione della naturale incoercibilità Il profilo dell’infungibilità della dell’ordine di reintegrazione. prestazione non è positivamente individuato dall’ordinamento, ma può essere ricostruito secondo più accezioni 10 dottrinali11. La critica di quella che l’Autore definisce “ripulsa aprioristica” della dottrina ad un serio 11 approfondimento del problema è di M. D’ANTONA, Una ricostruzione ed una critica delle diverse La reintegrazione nel posto di lavoro, Padova, posizioni dottrinali in merito è di S. MAZZAMUTO, Cedam, 1979, p. 176 e ss.. L’esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non La soluzione più persuasiva sembra fallimentare o dall’imprenditore che essere quella di una ricognizione, sgombra succeda nel trasferimento d’azienda. da concettualismi, dell’interesse creditorio Appare pertanto necessario trasferire il oggettivato nella disciplina del singolo problema della fungibilità dall’astratta rapporto e del suo bilanciamento con il qualificazione del rapporto interesse-bene al contrapposto interesse debitorio. modo dell’attuazione esecutiva dell’obbligo, Per quanto attiene all’interesse protetto verificando l’esattezza della corrispondenza dall’articolo 18 dello Statuto, è stato tra infungibilità dell’obbligo ed autorevolmente osservato12 che se di incoercibilità esecutiva. infungibilità è dato parlare, essa non Il contenuto dell’obbligo di reintegra dipende da caratteristiche “naturali” della consiste nella riammissione nell’azienda su prestazione richiesta al datore di lavoro: il invito del datore di lavoro, al fine ripristino della collaborazione lavorativa dell’effettivo reinserimento produttivo del può essere conseguito anche senza avvalersi lavoratore: si tratta, cioè di un obbligo di dell’obbligato, cioè, portando il discorso fare di natura complessa, finalizzato alla all’estremo, “ad esempio nominando un ripresa dello scambio tra lavoro e commissario ad acta, dotato della necessaria retribuzione. La sua attuazione esige perciò capacità tecnico – organizzativa, con il dall’imprenditore una pluralità di compito di porre in essere tutto quanto è comportamenti tipicamente rivolti non solo necessario per reintegrare il lavoratore nel alla riammissione del lavoratore posto”. nell’azienda (e cioè un comportamento Sebbene la soluzione possa risultare riconducibile ad un semplice c.d. obbligo di sproporzionata, o addirittura vessatoria e pati), ma anche un indispensabile ed lesiva del diritto del datore di lavoro ad insostituibile comportamento attivo del organizzare la propria attività datore di lavoro, di carattere organizzativo – imprenditoriale, l’astratta possibilità d’una funzionale, mirato alla pianificazione siffatta sostituzione dimostra che non si dell’attività lavorativa, mediante tratta di uno degli obblighi la cui l’assegnazione di compiti e/o mansioni, incoercibilità è in re ipsa, in quanto l’emanazione di disposizioni direttive e di l’infungibilità non è nelle intrinseche controllo, l’inserzione in elenchi contabili, caratteristiche della prestazione richiesta. assicurativi ed amministrativi ( c.d. obbligo Analogamente, sembra da respingersi di facere in senso stretto); questi non si la prospettiva creditoria, secondo cui esauriscono uno actu, pertanto l’indagine l’infungibilità deriva dal modo di porsi sulla coercibilità e sulla surrogabilità del dell’interesse del creditore, al quale comportamento datoriale deve tener conto occorrerebbe guardare per determinare la del carattere continuativo degli obblighi surrogabilità della prestazione del debitore. mirati all’effettivo reinserimento del Sembra del tutto indifferente per il lavoratore. lavoratore, infatti, che la reintegrazione Più che dall’infungibilità dell’attività venga eseguita non dal datore di lavoro che datoriale di cooperazione all’adempimento, lo abbia ingiustamente licenziato, ma da un che potrebbe mancare in concreto (ad altro soggetto, ad esempio dal curatore esempio nel caso della c.d. spersonalizzazione dell’organizzazione del lavoro nella grande impresa), l’incoercibilità specifica della reintegra dipende dalla fare, in Trattato di diritto privato, diretto da P. Rescigno, Torino, UTET, 1990, vol. XX, p. 275 e ss.. natura intrinsecamente esclusiva del potere 12 Così G. ARIETA, Sull’eseguibilità in forma organizzativo cui l’obbligo accede, potere specifica dell’obbligo di reintegra del lavoratore nel riservato all’imprenditore ed ai suoi posto di lavoro, in Temi romana, 1975, p. 279. collaboratori gerarchici, in base agli articoli Risultano in tal modo coercibili ex art. 2104 e 2086 del c.c., in quanto 612 c.p.c. tutti quei comportamenti necessariamente coordinato alla strumentali fungibili, attraverso i quali collaborazione cui è tipicamente finalizzata possono essere rimossi alcuni effetti la prestazione del lavoratore subordinato, ex materiali del licenziamento, siano essi art. 2094 cod. civ.. consistenti in un pati del datore di lavoro, ad L’orientamento preminente in esempio l’accesso del lavoratore in azienda giurisprudenza ed in dottrina afferma la per riprendere possesso del posto di lavoro, totale infungibilità dell’obbligo di anche senza lavorare, per esercitare i diritti reintegrazione ed individua l’apposita sindacali, per partecipare a corsi di misura compulsoria, voluta dal legislatore, formazione e così via, od in un facere nell’obbligo di erogare comunque la fungibile, ad esempio la reiscrizione del retribuzione dopo la sentenza13. lavoratore nel libro paga o la riapertura La Corte di Cassazione14 ha ritenuto che della posizione previdenziale. il sistema di tutela reale non è suscettibile di Sennonché “oltre un certo punto non si esecuzione forzata in sede di processo di può andare”: non può ottenersi che il esecuzione, pronunciandosi negativamente rapporto abbia il suo normale svolgimento circa la nomina di un commissario ad acta tutte le volte che viene in questione la che provveda a far le veci del datore di collaborazione, necessariamente lavoro. continuativa e costante nel tempo, Ciò nonostante, nella giurisprudenza di dell’impresa e l’esercizio da parte del merito si sono riscontrate pronunce15 non titolare della medesima, o del datore di collimanti con l’orientamento dominante in lavoro non imprenditore, di quei poteri dottrina e ripetutamente ribadito dalla direttivi ed organizzativi senza i quali la Suprema Corte. Tale giurisprudenza mira a prestazione lavorativa non può aver corso. dimostrare che, ai fini dell’eseguibilità in via coattiva, l’obbligo di reintegra, non consistendo in una prestazione omogenea, 4. Conclusioni dovrebbe essere “scomposto” in una pluralità di singole prestazioni articolate, tra Rilevata l’infungibilità dell’obbligo di loro eterogenee, ed obblighi, alcuni dei quali facere in cui si concretizza la reintegrazione possono essere ottenuti in executivis, altri no. del lavoratore illegittimamente licenziato Andrebbe, pertanto, di volta in volta nel posto di lavoro, l’unico strumento verificato, all’interno della fattispecie, quali efficacemente apprestato dall’ordinamento obblighi siano fungibili, e di conseguenza giuridico, nel caso di mancata spontanea direttamente coercibili, e quali, reintegra da parte del datore di lavoro, per il diversamente, siano attività assolutamente soddisfacimento, seppur incompleto, infungibili e pertanto sfuggenti ad ogni dell’interesse del lavoratore è da coercizione diretta. individuarsi negli strumenti di esecutorietà indiretta, parziale contenuto dell’ordine giudiziale: il versamento dell’indennità 13 Cfr., per tutti, A. DI MAJO, I licenziamenti sostitutiva della retribuzione ed il illegittimi tra diritto comune e diritto speciale, in Riv. risarcimento del danno. Giur. Lav., 1974, I, p. 293. Il versamento dell’indennità 14 Cass. civ., Sez. lav., 11 gennaio 1988, n. 112, in commisurata alla retribuzione globale di MGL, 1988, in senso conforme Cass. civ. Sez. lav., fatto al lavoratore illegittimamente 11 gennaio 1990, n. 46, in FI, 1990, I. 15 Pretura Milano, 26 novembre 1992 e Pretura licenziato, anche nel caso di mancato Milano, 22 dicembre 1992, entrambe in D&L- Rivista reinserimento effettivo nell’organizzazione critica di diritto del lavoro, 1993, p. 449. produttiva, dovrebbe indurre il datore di Costituzione), concreti l’unico possibile lavoro a preferire l’adeguamento della paradigma attuativo dei principi medesimi. situazione di fatto alla reintegrazione Pertanto, l’eventuale abrogazione della c.d. giuridica operata ex se dalla sentenza di tutela reale avrebbe il solo effetto di condanna. espungere uno dei modi per realizzare la In tal modo, il datore di lavoro garanzia del diritto del lavoro, che risulta eviterebbe un aggravio di costi per l’attività ricondotta, nelle discipline che attualmente imprenditoriale, dovuto al versamento della vigono sia per la tutela reale che per quella retribuzione e dei relativi contributi obbligatoria, al criterio di fondo della assistenziali e previdenziali in assenza di necessaria giustificazione del licenziamento. un’effettiva controprestazione lavorativa ( il Né, una volta rimosso l’art. 18 della legge n. c.d. “costo del licenziamento”). 300 del 1970, verrebbe meno ogni tutela in Tuttavia, sovente, in ragione materia di licenziamenti illegittimi, in dell’interesse alla produzione e del rapporto quanto resterebbe, comunque, operante fiduciario che connota quello lavorativo, nell’ordinamento, anche alla luce dei soprattutto nella piccola e media realtà principi desumibili dalla Carta sociale imprenditoriale (ove, beninteso, non sia europea, ratificata e resa esecutiva con legge unicamente applicabile il regime c.d. di 9 febbraio 1999, n. 30, la tutela obbligatoria tutela obbligatoria) l’imprenditore predilige prevista dalla legge 15 luglio 1966, n. 604, una transazione, seppur onerosa, alla come modificata dalla legge 11 maggio riammissione di un prestatore di lavoro 1990, n. 108, la cui tendenziale generalità “indesiderato” nell’attività economica deve essere qui sottolineata». organizzata. Uno sguardo alla realtà di alcuni Paesi Un’indagine empirica16 sull’effettività comunitari mostra come i rimedi apprestati della reintegrazione mostra come altri da altri ordinamenti giuridici risolvano fattori discriminanti del comportamento diversamente l’assodata impossibilità di datoriale, oltre alla dimensione aziendale, ottenere l’adempimento ad obblighi sono costituiti dalla variabile “sesso” (si infungibili mediante esecuzione forzata. Si osservano maggiori resistenze alla va dal modello francese delle astreintes, a riammissione delle lavoratrici vittoriose), carattere risarcitorio e non già punitivo, che dall’età del lavoratore (si riscontra una impone alla parte contrattualmente maggiore disponibilità a dare esecuzione inadempiente l’obbligo del pagamento di all’ordine giudiziale nei confronti dei una somma per ogni giorno di ritardo, lavoratori in età adulta, piuttosto che dei disposto preventivamente e la cui entità è giovani), dall’anzianità di servizio. definitivamente accertata in sentenza, al Dell’impossibilità di ottenere Geldstrafe dell’ordinamento tedesco, in cui l’esecuzione in forma specifica della l’inadempimento di un obbligo di fare reintegra in quanto facere infungibile ha infungibile comporta una sanzione preso atto anche la Corte Costituzionale che, pecuniaria di tipo pubblicistico, in quanto nella sentenza n. 36/2000, ha sostenuto che introitata dallo Stato, e talvolta persino «è da escludere che la disposizione di cui l’arresto. all’articolo 18, per quanto espressiva di Alla luce delle problematiche sollevate esigenze ricollegabili ai menzionati principi dall’applicazione dell’articolo 18, nel 2001 il costituzionali (artt. 4 e 35 della Governo presentò un disegno di legge in cui era inserita la proposta della temporanea 16 M. ROCCELLA, Licenziamenti illegittimi e sospensione del diritto del lavoratore alla reintegrazione nel posto di lavoro. I risultati di una reintegra nel posto di lavoro in caso di ricerca empirica”, in Lavoro e Diritto, Editrice Il illegittimo licenziamento, che sfumò a causa Mulino, Bologna, n. 3, 1988. della resistenza delle Confederazioni sindacali. Assodata l’impossibilità di coercizione diretta a ché il datore di lavoro reimmetta il prestatore nell’organizzazione produttiva organizzata, appare probabilmente utile una rivisitazione dell’istituto, un suo adeguamento alla realtà fattuale, affinché possa aversi la certezza di applicazione della norma, alla base del sistema di diritto proprio di ogni ordinamento giuridico. L’obbligo di reintegrazione non si pone quale necessario espediente a tutela del lavoratore, in quanto esso potrebbe utilmente lasciar posto, data la sua fattuale incoercibilità ergo la facoltà di scelta di aderirvi o sottrarvisi attribuita nella sostanza al datore di lavoro, ad altri mezzi coercitivi indiretti che comportino egualmente una solida tutela del lavoratore.