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L'Italia che cresce a cura di Michele Cènnamo

27/02/2007

PADOVA EPICENTRO DI UN POLO VENETO DEI SERVIZI PER L'INDUSTRIA E IL SETTORE


PUBBLICO

ECONOMIA: IL DISTRETTO DIVENTA HI-TECH

Unindustria Padova candida la città del Santo a diventare l"epicentro di un


Distretto veneto del terziario avanzato e delle tecnologie dell"informazione. Un
polo di aggregazione dei servizi hi-tech, che avrà tra gli obiettivi quello di
sviluppare infrastrutture immateriali come larghissima banda e wi-fi, diventare
incubatore di imprese innovative, in particolare nei settori ambiente e risparmio
energetico, facilitare il trasferimento tecnologico e la formazione di un
management dei servizi, qualificare anche sotto il profilo urbanistico e
architettonico le aree a maggiore densità terziaria. Ma soprattutto innescare
processi innovativi e di crescita competitiva, non solo nell"industria ma anche
nel settore pubblico.
Il progetto di Distretto presentato oggi a Padova dal presidente della Sezione
Terziario Avanzato di Unindustria, Gianni Potti, e che porta già la firma di 135
imprese (tra le quali Telecom, Vodafone, Fastweb), apre una nuova fase di
organizzazione e integrazione di filiera in un settore cresciuto a ritmi "cinesi"
negli ultimi dieci anni e che ha mutato pelle all"economia padovana. Fra il 1996 e
il 2006, mentre il manifatturiero arretra, le imprese padovane di servizi innovativi
sono quasi raddoppiate (+90%): da 6.460 a 12.277. Padova concentra un quarto
delle 52.734 imprese di servizi avanzati del Veneto (23,3%) e il 22% degli
occupati nel settore. Tra i singoli comparti, è boom per locazioni immobiliari
(+841,4%), software e consulenza informatica (+167,3%), consulenza
direzionale (+113,8%), ingegneria e logistica (+107,5%). E" una Padova Valley
fatta di imprese di servizi complessi, con un elevato contenuto di conoscenza e
un utilizzo intensivo delle tecnologie dell"informazione: engineering e informatica,
progettazione industriale e design, comunicazione e marketing, logistica, ricerca
e sviluppo, finanza, risorse umane, telecomunicazioni.
Altrettanto impetuosa è stata la spinta in termini di occupazione. Fra gli ultimi
censimenti Istat (1991-2001) gli addetti ai servizi innovativi sono cresciuti del
92,6%. Dei 41.323 nuovi posti di lavoro creati a Padova nel decennio, metà si
devono al terziario avanzato (20.566). Secondo l"archivio ASIA, nel 2004 gli
addetti al terziario avanzato erano 49.964, un dato che assegna alla provincia il
maggior tasso di occupati nel comparto sul totale, pari al 15,3% (13,2% la media
regionale). Padova è prima in Veneto e ottava in Italia per addetti nel settore.
Seconda solo a Milano per densità di aziende di telecomunicazioni, emittenti tv e
mass media. I servizi avanzati producono un quarto della ricchezza provinciale
(5.366 milioni nel 2003), sono il comparto con la più alta produttività per addetto.
Un "capitale di competenze" strettamente integrato all"industria, che genera un
elevato consumo di beni e servizi: nel 2005 il 63,5% delle imprese manifatturiere
ha esternalizzato servizi. Una tendenza più marcata a Padova rispetto al
Veneto, in particolare per i servizi di import/export, le reti informatiche, la qualità
e certificazione di prodotto.
L"articolata fotografia è emersa durante la presentazione del documento "Il
terziario che verrà. 5 idee per il pubblico e il privato per essere competitivi",
elaborato dalla sezione Terziario Avanzato e presentato dal suo presidente e
componente la Giunta di Unindustria Padova, Gianni Potti, insieme ai vice
presidenti Giovanni Gomiero e Claudio Velasquez.
«Padova è il fulcro di un"area metropolitana intensamente terziarizzata - spiega
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Potti -. Nel solo triangolo urbano fra Stanga, La Cittadella e zona industriale sono
insediate più di 3.000 aziende di servizi. E" una dinamica che accompagna la
trasformazione del sistema produttivo verso un profilo più moderno, che coniuga
la tradizione con un"innovazione nel prodotto, con un contenuto di ricerca, di
marketing, di attenzione al cliente e alla qualità che fa la differenza sui mercati.
Occorre consolidare questa vocazione, facendo di Padova l"epicentro di un polo
regionale del terziario innovativo». «Dopo anni di crescita spontanea - aggiunge
Potti - va aperta una nuova fase di organizzazione e aggregazione, a
dimensione regionale, con un duplice obiettivo: creare una "filiera del valore
aggiunto" riconosciuta, dove le imprese interagiscono, sperimentano,
collaborano e producono conoscenza, connettendosi con il sistema delle
infrastrutture e della logistica, della formazione e della ricerca. Il secondo
obiettivo è fare un salto di qualità in termini di idee, puntando su una selezione
qualitativa dei progetti».
«Questa filiera - continua il presidente del TA di Unindustria - è un capitale
di competenze a disposizione delle Pmi per spostarsi verso prodotti a più alto
valore aggiunto, realizzare ingenti economie e collegarsi ai mercati
internazionali». Ma è una concreta opportunità anche per il settore pubblico.
«Apportando specifiche conoscenze, metodologie e strumenti tipici, il terziario
avanzato può contribuire a modernizzare la pubblica amministrazione, a
sviluppare nuovi modelli operativi per l"efficienza dei servizi, creando nuovo
valore per il cittadino».
DALLA BUSINESS SCHOOL ALLE AGGREGAZIONI AL LIBRO BIANCO DEI
SERVIZI HI-TECH: LE 5 IDEE DEL TA PER COMPETERE.

Non solo distretto (il cui progetto è stato presentato alla Regione Veneto). Il
documento del Terziario Avanzato di Unindustria Padova prefigura altre
traiettorie di sviluppo, tradotte in proposte per la crescita dei servizi innovativi, la
competitività del sistema produttivo e del settore pubblico. Misurare i servizi
innovativi e tecnologici. Per facilitare e rendere affidabile la scelta di partner nei
servizi innovativi, verrà realizzata una mappa delle specializzazioni del terziario
avanzato, una carta dei servizi che definisca gli standard minimi di servizio e un
libro bianco che spieghi i vantaggi competitivi che aziende manifatturiere e
pubblica amministrazione possono trarre dall"integrazione di risorse
specialistiche esterne nei processi decisionali e operativi. La crescita
dimensionale come strategia competitiva. La domanda di servizi sempre più
complessa impone alle imprese terziarie di crescere e strutturarsi in misura
coerente con le dinamiche in atto nel manifatturiero. Per favorire questo
processo sarà costituito uno "sportello impresa" dedicato alle aziende terziarie
che vogliono crescere. Opererà come un centro di informazione e orientamento
sugli strumenti per sviluppare l"organizzazione o la dimensione d"impresa
(acquisizioni e fusioni, modifiche della struttura societaria), sulle opportunità di
collaborazione/integrazione con altre imprese e sugli strumenti agevolativi,
supportato da una banca dati regionale. Business School del terziario avanzato.
La crescita del terziario innovativo richiede modelli gestionali evoluti e quindi una
radicata cultura del management dei servizi. La proposta è costituire una
business school che formi profili di eccellenza, sia nei modelli strategici di
business, sia nell"efficienza dei processi operativi. La sua presenza, per
esempio all"interno di un Politecnico del Veneto, favorirebbe inoltre l"attrazione di
imprese hi-tech e di competenze fini dall"esterno del sistema. Aiutiamo la buona
amministrazione. Le aziende del terziario avanzato intendono proporsi come
partner della pubblica amministrazione. Attraverso il trasferimento di
metodologie operative, tecnologie e strumenti di informazione, ma anche
istituendo meccanismi di controllo, verifica e certificazione dei risultati, possono
dare un forte impulso allo sviluppo di modelli operativi innovativi che perseguano
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l"efficienza dei servizi e il contenimento della spesa, creando nuovo valore per il
cittadino. «Il rapporto con il settore pubblico è un filone di grande interesse -
sottolinea Gianni Potti -. Il ricorso a competenze esterne, valorizzando il più
possibile le risorse interne, può aiutare l"amministrazione a semplificare le
procedure, snellire alcune farraginosità riducendo i costi, ma anche a stimolare
fusioni e aggregazioni nella Pa».
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