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Omaggio ad Axis Mundi – XXX

Axis Mundi (http://www.axismundi.biz/)1 ha


rappresentato per anni un punto di riferimento
sapienziale di rara profondità.

Gli invisibili autori, completato il ciclo di sviluppo,


hanno silenziosamente chiuso il sito. Accettando
solamente, rare volte, contributi esterni.

Alla radice dell’insegnamento Tradizionale, sia nella


visione Occidentale sia Orientale, è posto il problema
delle purificazioni.
Con questo contributo proponiamo il tema della Via
Orientale della Tradizione UNA, con:

7.4 – L’Alchimia cinese: la creazione


dell’embrione celeste nei campi del cinabro

Il lettore assiduo potrà così verificare il Significato di


questa monumentale quanto complessa Opera:
“operazione” tesa a proporre, suscitare “operatività”.
Ogni ordine tradizionale che mantenga la continuità
della trasmissione assume tale compito operativo
come base fondante, se non addirittura di pre-
requisito per iniziare la Via.
E’ una proposta di meditazione finalizzata
all’operatività concreta, da sperimentare direttamente.

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Da non confondere con l’omonimo blog, che non ha nulla a che vedere
con il sito originale

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Omaggio ad Axis Mundi – XXX
7.4 – L’Alchimia cinese: la creazione
dell’embrione celeste nei campi del cinabro

Un taosta in meditazione davanti a una roccia, Fu Baoshi, dipinto su carta

L’arresto del soffio vitale


nel far circolare la luce
di forza del seme s’avvale
l’embrione celeste produce

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Omaggio ad Axis Mundi – XXX

Anche l’Alchimia cinese, secondo Eliade


(2001), è un sistema di tecniche mistiche e spirituali
più che operative. Infatti essa, più che della
trasmutazione dei metalli in oro, si occupa quasi
esclusivamente della ricerca dell’Elixir
dell’immortalità, onde poter trasformare l’essere
dell’alchimista in sostanza eterea e realizzare l’unità
nel Sé. In questo essa è consona con uno dei principali
interessi della tradizione cinese, il prolungamento
della vita e la ricerca dell’immortalità. L’alchimista
cinese non cerca l’oro per arricchirsi, e non ne cerca
neppure una grande quantità: si accontenta di qualche
granello, per trasformarlo in Elixir, ovvero in un
liquido che berrà e che lo renderà immortale.

L’operazione alchemica si verifica in un


contesto sacro rituale e implica certi atti religiosi
(sacrifici, ecc.). Esiste anche nell’Alchimia taoista una
dimensione operativa ed empirica (Alchimia esteriore,
che fa uso di sostanze materiali) ma essa si colloca in
secondo piano rispetto all’Alchimia interiore, che
utilizza le “essenze” delle sostanze, e col tempo si fa
sempre più spirituale. Poiché i processi alchemici si
svolgono nel corpo dell’adepto, la trasmutazione e la
reformatio dei metalli corrispondono al
perfezionamento e alla realizzazione dell’uomo.
Secondo la filosofia taoista, tutto ciò che esiste
partecipa della natura dei due principi fondamentali, lo
yin e lo yang, combinati in varia misura in tutte le
sostanze. A poco a poco, lo yang è stato identificato
col Dao.

Il Dao è un termine assai vago, e difficile a


rendersi. Significa “via, strada, principio, metodo,
dire…”, ma conviene lasciarlo non tradotto, tanto più
che dagli stessi filosofi taoisti – perché il Taoismo è
una filosofia e una religione – lo ritengono
indefinibile. Dargli un nome (ming) infatti
presupporrebbe assegnargli un posto in questo mondo
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Omaggio ad Axis Mundi – XXX
gerarchizzato, mentre esso è per sua natura al di fuori
di ogni categoria, incommensurabile, infinito,
immenso. Esso è il principio trascendente e
immanente dell’universo, anteriore alla creazione di
questo, presente dovunque sotto molteplici aspetti,
secondo un processo spontaneo di continuo ritorno
alle origini. Tutto deriva dal Dao e tutto ritorna ad
esso; la vita e la morte si alternano in un movimento
ciclico per cui il non-essere diventa essere per poi
tornare non-essere.

Il saggio si adegua al ciclo universale


dell’essere e del non essere, conformandosi al suo
ritmo senza contrastarlo o interferire, con un contegno
che ripropone il non-agire teorizzato da Krishna ad
Arjuna nella Bhagavad Gita. Qui vi è però la ricerca di
un inserimento armonioso nel corso del Dao, che è il
grande fiume dell’universo, e questo permette
all’individuo, sintonizzando i suoi ritmi vitali con
quelli universali, di preservare e prolungare la vita,
evitando le offese ed il logorio del tempo e delle
malattie.

Per questo il Dao è la via della vita e della virtù,


nel senso del potere, dell’azione, dell’ottenere
(Bertuccioli, 2005). Pertanto, più una sostanza
contiene yang, più è pura, luminosa, nobile,
incorruttibile, assoluta. La trasmutazione dei metalli,
da inferiori, oscuri, corrotti a nobili e incorruttibili, si
compie eliminando lo yin e accrescendo lo yang.
Alcune sostanze, come l’oro e la giada, sono state
considerate fortemente partecipi del principio yang, e
quindi assurte a simbolo d’immortalità. Non a caso, si
usava cospargere i cadaveri di oro e di giada per
proteggerli dalla decomposizione.

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L’uomo come microcosmo, secondo l’Alchimia interna cinese (Nei-tan),


Tokio, collezione privata

L’adepto ricerca l’unione del principio yin e del


principio yang che avviene nei “campi del cinabro”,
localizzati nel basso ventre, all’interno delle vie
spermatiche. Attraverso delle tecniche di respirazione
(analoghe al pranayama dello Yoga ) abbinate a dei
movimenti di contrazione e di espansione dell’addome

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Omaggio ad Axis Mundi – XXX
(anche questi analoghi ai bandhas, contrazioni
muscolari, dello Yoga) e alla pratica della meditazione
si ottiene la “circolazione della luce”, con la quale il
calore del fuoco interno sublima l’essenza seminale.

Questa si trasforma così in “soffio”ascendente


ch’i, vivificante, e diviene la più limpida e assoluta
delle energie, la shen, che partecipa al dao come
anima stessa dell’universo. L’essenza seminale ching
ritorna allo stato embrionale indifferenziato; anziché
disperdersi con l’emissione di sperma, scorrendo
verso il basso e fuoriuscendo dal corpo, prende la via
dell’alto, risale lungo la spina dorsale e arriva nel
“cuore celeste”, che dimora tra il sole e la luna – cioè
tra i due occhi – nello “spazio grande un pollice”,
passando per uno dei “meridiani curiosi”
dell’agopuntura, il “canale centrale posteriore”; infine
ridiscende lungo il “canale centrale anteriore” fino al
perineo. I testi di Alchimia esoterica descrivono la
circolazione del “soffio” all’interno di questi due
canali (Calzolari, 1992). Attraverso sempre nuove
distillazioni di essenza vitale l’adepto ritorna a uno
stato energetico prenatale, produce l’unione del
dragone e della tigre, delle forze yin e yang che sono
all’origine della vita, e si fonde, ringiovanito
nell’organismo, con l’Universo. Coloro che riescono
ad ultimare questo processo chiamato del “custodire
l’uno”, cioè preservare le proprie energie vitali intatte,
divengono immortali (hsien), veri padroni del tempo.

Uno stesso modello di generazione presiede alla


cristallizzazione del “corpo sottile”, dell’embrione
dell’immortalità, a livello psicosomatico, e alla
creazione dei “diecimila esseri”, ovvero della
manifestazione universale, a livello cosmologico. Ciò
non è dissimile dall’idea dell’alchimista occidentale di
riprodurre nel vaso alchemico dei processi analoghi
all’inizio della Creazione, quando la Luce organizzò il
Caos primordiale.

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Le tecniche di ritmizzazione tendenti a bloccare


il respiro hanno come conseguenza di sospendere il
divenire, ritornare alle origini e conseguire uno stato
di immobilizzazione delle funzioni corporali che
ricorda l’immortalità.

La corte infernale taoista, scuola cinese, XX sec., coll. priv

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