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E’ vero che fa
venire Ipercalcemia?
Di Claudio Tozzi
Nel paleolitico abbiamo vissuto per milioni di anni nella savana africana, dove
stavamo tutto il giorno al sole, nudi, in un territorio con pochi alberi.
Per questo motivo, quasi ogni cellula del corpo contiene un recettore della vitamina
D.
Tuttavia circa 100.000 anni fa siamo usciti dall’ Africa e siamo andati in posti
(specialmente a nord del mondo) dove invece era molto freddo, costringendosi a
coprirci con delle pelli animali e riparandoci anche all’ interno delle grotte, ma cosi
schermavamo i raggi solari e conseguentemente la relativa produzione di vitamina D.
Senza contare che ci siamo stabiliti anche in posti, come l’ attuale Scandinavia, dove
il sole non c’è quasi per nulla.
In realtà sono dosaggi praticamente inutili, tanto è vero che proprio recentemente
anche il Ministero della Salute italiano ha aumentato da 1000 a 2000 UI giornaliere di
vitamina D3 che si possono prendere come integratore.
Del resto già dal 2011, la “Endocrine Society” americana ha rivisto le linee guida
internazionali, con le dosi di Vitamina D che arrivano anche a 10.000 UI al
giorno senza che possano provocare alcuna tossicità.
Dopo tutte queste raccomandazioni in conflitto, è ovvio che la gente possa andare in
totale confusione.
Hanno incluso nello studio un totale di 3.882 partecipanti, con l’età media di 60 anni.
Meno dell’1% dei partecipanti sono stati considerati sottopeso, il 35,5% aveva un
BMI normale, il 37,0% era in sovrappeso e il 27,5% era obeso.
IL Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) è un parametro molto
utilizzato per ottenere una valutazione generale del proprio peso corporeo.
Esso mette in relazione con una semplice formula matematica l’altezza con il peso
del soggetto.
Si ottiene dividendo il peso in Kg del soggetto con il quadrato dell’altezza espressa in
metri.
Il risultato di tale formula classifica il soggetto in un’area di peso che può essere:
normale – sottopeso – sovrappeso – obesità di medio grado – obesità di alto.
All’inizio dello studio, il 55% dei partecipanti ha riportato di aver preso vitamina D.
2) I partecipanti che avevano una carenza di vitamina D (<20 ng / ml) al basale hanno
sperimentato un aumento più elevato di livelli di vitamina D rispetto a quelli con
livelli insufficienti o sufficienti di vitamina D al basale.
3) I partecipanti senza deficit di vitamina D al basale hanno sperimentato una risposta
insensibile alla stessa dose di vitamina D rispetto a quelli con deficit di vitamina D.
4) La risposta all’integrazione della vitamina D era minore con l’aumento del BMI.
In altre parole, gli individui obesi hanno richiesto la massima integrazione per
ottenere livelli sufficienti; invece quelli con peso normale o sottopeso richiedono un
integrazione minima per ottenere livelli sufficienti.
5) Per i soggetti con un BMI normale era necessario l’ apporto di almeno 6000 UI al
giorno di vitamina D3 per raggiungere uno status di vitamina D superiore a 40 ng /
ml.
8) ll livello di calcio medio non è cambiato dall’inizio fino alla fine dello studio.
10) Venti nuovi casi di ipercalcemia si sono verificati tra l’inizio e la fine dello
studio. Quelli con livelli di vitamina D inferiori a 40 ng / ml avevano maggiori
probabilità di verificarsi l’ipercalcemia rispetto a quelli con livelli di vitamina D di 40
ng / ml o superiore.
Cioè esattamente il contrario di quello che pensa il 90% dei medici al mondo, cioè
eccessivi livelli di vitamina D aumenterebbe la calcemia, provocando così danni
alle arterie, producendo calcoli renali, ecc.
Non lo è, ovviamente, infatti di solito è solo ipervitaminosi D che comunque nel 99%
dei casi non porta a nessuna conseguenza..
Una cosa che gli autori non hanno menzionato è il ruolo che la genetica può svolgere
in questo.
Il rapporto deve 1000 UI di vitamina D insieme a 100 mcg di vitamina K2-MK7 (no
MK4, MK9).
3) Tuttavia, nel 90% dei casi il risultato sarà sempre sotto 40 ng / ml, quindi in questo
caso assumere 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mcg di Vitamina
K2-MK7
In generale evitate gli integratori di Vitamina D a base di olio di girasole, che sono
molto economici, ma quest’ olio danneggia l’ intestino creando la cosidetta
“permeabilità intestinale”, che scatena praticamente tutte le malattie autoimmuni.
In pratica uno prende la vitamina D per curarsi e dentro il prodotto c’è qualcosa che
in realtà peggiora la situazione; quindi scegliete quelli a base di olio d’ oliva,
possibilmente extravergine biologico e non ci saranno problemi.
Il dosaggio in questo caso sarà sempre lo stesso, cioè 10.000 UI al giorno di Vitamina
D3 insieme a 1000 mcg di Vitamina K2-MK7, cioè 30 gocce di “Savana D3
Raw” al giorno (oppure in 5 Capsule soft-gels) + 5 mini-compresse (2 a colazione-2
a pranzo-2 a cena) di “Primal K2 1000”.
6) Dopo due mesi ripetere l’ analisi; se il valore ha raggiunto il valore di almeno 75-
80 ng / ml, fare una dose di mantenimento di 7000-8000 UI al giorno e prendere
comunque più sole possibile d’ inverno, senza protezione.
Se invece questi valori non sono stati raggiunti, continuare per un altro mese il
dosaggio di 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mg di Vitamina K2-
MK7
Se non fosse cosi, continuate con la dose classica 10.000 D-1000 K2 per un alto
mese.
Non vi preoccupate se per caso superate i 100 o anche i 200 ng / ml; come avete letto
sopra non è assolutamente tossica in nessun modo. Per esempio un nero africano ha
mediamente 110 ng / ml di Vitamina D nel sangue per tutta la vita.
Successivamente ripetere ogni 2/3 mesi le analisi per controllare che i livelli siano
stabili a 40 ng / ml oppure a 75-80 ng / ml. Dopo qualche mese sarete in grado di
comprendere qual’è il vostro grado di assorbimento e mantenimento del livello di
vitamina D.
In definitiva oramai oltre 71.000 studi comprovano l’ efficacia della Vitamina D per
la nostra salute e per l’ aumento della prestazione sportiva, a patto che sia presa ad
“alte” dosi per essere veramente efficace.
Non farti terrorizzare dalla medici, oramai imprigionati per sempre in inutili
protocolli burocratici; la vitamina D salverà la tua vita e quella dei tuoi figli.
Bibliografia