Ragion per cui, già a partire dagli anni ’30 del secolo scorso è
andata diffondendosi sempre più intensamente l’esigenza di promuo-
vere, in materia, la creazione di un diritto internazionale uniforme.
I tentativi però non sono stati facili a causa della reticenza dei
singoli Stati ad abbandonare l’idea della superiorità del proprio dirit-
to interno e, pertanto, si è dovuto procedere per gradi e per settori,
utilizzando lo strumento della “convenzione”, che, a seconda del modo
con cui da vita al procedimento di unificazione, prende il nome di
“convenzione sulla legge applicabile” o “convenzione di diritto materia-
le uniforme”. Mentre la prima, attraverso la regola della “scelta di leg-
ge”, unifica tra i Paesi firmatari i criteri di collegamento in una deter-
minata materia; la seconda unifica la disciplina materiale di un istituto
o di un rapporto giuridico. Esempi del primo tipo sono la Convenzio-
ne di Roma del 1980 in materia di obbligazioni contrattuali e la Con-
venzione dell’Aja del 1955 in materia di vendita a carattere internazio-
nale dei beni mobili corporali; mentre tra quelle del secondo tipo spicca
certamente per importanza e numero di adesioni la Convenzione di
Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di merci.
La disciplina introdotta negli ordinamenti nazionali degli Stati
firmatari con la ratifica di una convenzione di diritto materiale unifor-
me equivale a quella prevista dai codici civili o dalle leggi complemen-
tari per le corrispondenti fattispecie meramente interne.
Importante da sottolineare, nel caso si presenti un contratto da
regolare potenzialmente rientrante nell’ambito di applicazione di tut-
te e tre le fonti citate (legge di diritto internazionale privato; conven-
zione sulla legge applicabile e convenzione di diritto materiale unifor-
me), è la prevalenza delle norme di diritto materiale uniforme su tutte
le altre, in virtù del loro carattere di specialità che permette loro di
risolvere il problema sostanziale direttamente con maggiore pertinen-
za ed attitudine nei confronti delle fattispecie con elementi di estra-
neità, in funzione delle quali sono appositamente pensate 4.
Dal punto di vista cronologico ricordiamo (in materia contrattuale):
– la Convenzione di Bruxelles del 25.8.1924 e successivi proto-
colli (Visby del 1968 e Bruxelles 1979) sul trasporto internazionale
marittimo;
– la Convenzione di Varsavia del 1929, come emendata dal Pro-
tocollo dell’Aja del 28.9.1955, sul trasporto internazionale aereo;
(4) Sul punto v. BALLARINO T., MILAN D. op. cit., p. 9; AUDIT, “Vente Internatio-
nale des Merchandises, 1990, p.20. In Giurisprudenza: Trib. Padova 25.2.2004, GI
2004, 1402; Trib. Rimini 26.11.2002, n. 3095, Unilex; Trib. Pavia 29.12.1999, n. 468,
RIDPP 2000, 770.
4 D. DE RADA
(22) Esempio: nel lodo ICSID Arb. N. 96/1 del 17.2.2000 gli arbitri citarono
un precedente del tribunale arbitrale Iran-Us per giustificare la concessione degli in-
teressi composti, in quanto l’interesse semplice non avrebbe compensato sufficiente-
mente il danno subito – Compania del Desarrollo Santa Elena v. Repubblica di Costa
Rica, in Riv. Arb. 2001, p. 111.
(23) BALLARINO T., MILAN D., op.cit., p. 7.
(24) v. JACQUET, DELBECQUE, CORNELOUP, “Droit du commerce international”,
Parigi 2007, p. 191 ss.
10 D. DE RADA
(25) FRIGNANI A., TORSELLO M., op.cit., p. 102. Onde l’invito a porsi in una
prospettiva che tenga maggiormente conto del dato fattuale. In tal modo l’autonomia
delle parti non sarà più compressa dalla scelta tra le leggi dello Stato A o B, ma si
espanderà fino a creare un proprio regolamento contrattuale, con istituti e regole giu-
ridiche magari nuovi o estranei a tutti gli ordinamenti nazionali che ne risulterebbero
coinvolti dalle regole classiche di diritto internazionale privato. Anche se è pur vero
che in proposito si distinguono i contratti nazionali da quelli internazionali. In pre-
senza dei primi non sarebbe concessa alla parte sufficiente autonomia da poterli sot-
toporre ad altra legge che non sia quella nazionale.
(26) FRIGNANI A., TORSELLO M., op.cit., p. 104.
(27) Perde, quindi, rilevanza la sede del produttore o del fornitore. Cfr. FRIGNA-
NI A., TORSELLO M., op.cit., p. 105.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 11
(28) Cfr. SCHMITTHOFF, Export Trade: The Law and Practice of International Tra-
de, 11° ed. (a cura di MURRAY, HOLLOWAY, TIMSON-HUNT), Londra 2007, p. 74.
(29) Onde è preferibile riferirsi alla realtà del commercio internazionale, che ne
allarga la nozione ad ogni rapporto contrattuale non destinato ad esaurirsi, nei suoi
elementi oggettivi o soggettivi, esclusivamente all’interno di un solo ordinamento sta-
tuale. Cfr. BORTOLOTTI, Manuale di diritto commerciale internazionale, vol. I, Diritto
dei contratti internazionali, 3° ed., Padova 2009, p. 123 ss.
(30) In ogni caso l’autosufficienza rimane sempre un’aspirazione perché i con-
tratti sono comunque sempre incompleti in quanto le parti non possono prevedere
12 D. DE RADA
tutti i possibili eventi e non è economico regolare anche l’allocazione di rischi impro-
babili. Cfr. FRIGNANI A., TORSELLO M., op.cit., p. 108; DE NOVA, Il contratto alieno,
Torino 2008, p. 3.
(31) FRIGNANI A., TORSELLO M., op.cit., p. 111.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 13
(32) IORATTI FERRARI (a cura di), La traduzione del diritto comunitario ed euro-
peo: riflessioni metodologiche, Trento, 2007, p. 113.
(33) Vi sono però ordinamenti che non consentono la scelta della legge di un
Paese che non abbia nessun legame con il contratto (es. Stati Uniti). Cfr. FRIGNANI A.,
TORSELLO M., op.cit., p. 122.
14 D. DE RADA
(34) ALPA G.,“Un codice europeo dei contratti: quali vie di uscita?”, Atti del con-
vegno Camerino 3-7 settembre 2007, p. 7.
(35) Erano originariamente 29 nel 1966, poi diventarono 36 nel 1973 ed infine
60 nel 2003.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 15
Algeria (2016) Fiji (2016) Nigeria (2016)
Argentina (2016) Francia (2013) Norvegia (2013)
Armenia (2013) Gabon (2016) Pakistan (2016)
Australia (2016) Germania (2013) Paraguay (2016)
Austria (2016) Grecia (2013) Filippine (2016)
Bahrain (2013) Honduras (2013) Polonia (2012)
Bielorussia (2011) India (2016) Repubblica di Corea (2013)
Benin (2013) Iran (Repubblica Islamica) Federazione russa (2013)
(2016)
Bolivia (Stato Israele (2016) Senegal (2013)
Plurinazionale di) (2013)
Botswana (2016) Italia (2016) Singapore (2013)
Brasile (2016) Giappone (2013) Sud Africa (2013)
Bulgaria (2013) Jordan (2016) Spagna (2016)
Camerun (2013) Kenya (2016) Sri Lanka (2013)
Canada (2013) Lettonia (2013) Thailandia (2016)
Cile (2013) Malaysia (2013) Turchia (2016)
Cina (2013) Malta (2013) Uganda (2016)
Colombia (2016) Mauritius (2016) Ucraina (2014)
Repubblica Ceca (2013) Messico (2013) Regno Unito di Gran Bretagna
e Irlanda del Nord (2013)
Egitto (2013) Marocco (2013) Stati Uniti d’America (2016)
El Salvador (2013) Namibia (2013) Venezuela (Repubblica
bolivariana di) (2016)
(37) Per esempio: Case 781 MAL 16 – Organo: Cairo Regional Center for In-
ternational Commercial Arbitration – 12.7.1999 “The claimant, a company based in
an Africa country, entered into a subcontract with another African company, that was
the main contractor chosen by a local authority for building a power plant. The gene-
ral conditions of the Contract comprised an arbitration clause referring potential di-
sputes to arbitration under the Rules of the Cairo Regional Center for International
Commercial Arbitration (CRCICA). During the arbitral proceedings, the respondent
invoked the nullity of the arbitration agreement alleging that the general conditions
of the contract were disputed between the parties and that, consequently, the referen-
ce to such agreement was not clear as per article 10 (3) of the Egyptian Arbitration
Law. This argument was rejected by the Tribunal in the light of article 22 of the Egyp-
tian Arbitration Law, which is consistent with article 21 of the UNCITRAL Arbitra-
tion Rules [and equivalent to MAL 16]. The Arbitral Tribunal ruled that it had juri-
sdiction to settle the dispute”, in www.uncitral.org.
(38) Importante è la collaborazione con l’UNCTAD (United Nations Confe-
rence on Trade and Development).
(39) Per approfondimenti v. BRUNI A. “Caratteristiche operative dell’UNCITRAL
e rapporto sui lavori della 44° sessione del Working Group II on International Arbitra-
tion and Conciliaton, New York 22-27 gennaio 2006”, inserto n. 2 Arbitrato notizie del
28.7.2006.
18 D. DE RADA
(40) FRIGNANI A., TORSELLO M., op. cit., Padova 2010, p. 58.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 19
(41) L’edizione del 1994 si componeva nel modo seguente: Preambolo seguito
da 7 capitoli: disposizioni generali, formazione del contratto, validità del contratto
interpretazione del contratto, contenuto del contratto, adempimento e inadempimen-
to. La seconda edizione, invece, è del 2004 ed in essa sono stati aggiunti i capitoli
dedicati a: rappresentanza, contratto a favore di terzi, compensazione, cessione del
credito, trasferimento delle obbligazioni, cessioni dei contratti e prescrizione. Per ap-
profondimenti v. FRIGNANI A., TORSELLO M., op. cit., Padova 2010, p. 59.
20 D. DE RADA
(42) I Principi UNIDROIT sono stati tradotti in molte lingue proprio a questo
scopo. Cfr. MASSARI V., “L’efficacia dei Principi UNIDROIT nei contratti internaziona-
li”, in Diritto e Diritti, marzo 2002.
(43) D’altra parte, il lungo lavoro di elaborazione che sta alla base dei Principi è
stato condotto principalmente con metodologia comparatistica, ponendo l’attenzione
sulla necessità di tenere in considerazione quanti più ordinamenti nazionali possibile,
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 21
(45) Un caso interessante in tal senso è stato il lodo CCI n. 9797 del 28 luglio
2000 tra la Andersen Consulting e la Arthur Andersen, la cui clausola arbitrale stabili-
va che l’arbitro avrebbe deciso secondo quanto contenuto nell’accordo e che nell’in-
terpretazione del medesimo non sarebbe stato vincolato dalla legge di alcuno Stato,
ma sarebbe stato giudato dalle considerazioni contenute nel preambolo dell’accordo
in questione: “taking into account general principles of equity”. L’arbitro unico colom-
biano Gamba Posada, non essendo stata stabilita la legge applicabile, ha deciso di
interpretare il contratto sulla base dei Principi UNIDROIT, come espressione dei prin-
cipi generali dei contratti commerciali internazionali. Cfr. FRIGNANI A., TORSELLO M.,
op. cit., Padova 2010, p. 65.
(46) FRIGNANI A., TORSELLO M., op. cit., Padova 2010, p. 67.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 23
(48) Salvo il fatto che moltissime regole trovano un loro equivalente nei Princi-
pi UNIDROIT. Cfr. FRIGNANI A., TORSELLO M., op. cit., Padova 2010, p. 77.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 25
(49) Cfr. ALPA G., CONTE, “Riflessioni sul progetto di Common Frame of Refe-
rence e sulla revisione dell’Acquis communautaire”, in Riv. dir. Civ., 2008, I, p. 141 ss.
(50) Per approfondimenti sulla COM (2004) 651, cfr. FRIGNANI A., TORSELLO
M., op. cit., Padova 2010, p. 82.
26 D. DE RADA
riabile grado di incidenza sul diritto interno degli Stati membri (per
cui si va da un diritto direttamente ed inderogabilmente applicabile,
in settori sensibili in cui è necessario creare, a livello strategico, aree di
regole comuni e uniformi, ad aree in cui il diritto degli Stati membri è
solo ravvicinato intorno a principi comuni minimi, a raccomandazioni
e risoluzioni per le quali, nella ricerca di principi generali, l’uniformità
rappresenta semplicemente un auspicio).
La stratificazione del diritto comunitario, dovuta fondamental-
mente ad una produzione di norme di carattere assolutamente setto-
riale, a seconda delle esigenze di intervento del momento, ha così ge-
nerato un sistema frutto di una scarsa visione di insieme, da cui è con-
seguita una palese mancanza di sistematicità e coerenza nelle disposi-
zioni dell’acquis communautaire, connotato spesso da sovrapposizioni,
lacune e contraddizioni, le quali devono ora essere risolte se non si
vuole rischiare di non potere più utilizzare lo strumento normativo ai
fini della completa realizzazione del mercato interno 51.
Senza contare che, sino ad ora, tolta qualche eccezione, tutte que-
ste forme di diritto sopranazionale restano comunque scarsamente
conosciute e comprensibili ai cittadini che considerano ancora il dirit-
to un fattore legato specificamente sovranità nazionale.
Interessante, da questo punto di vista è quanto espresso dal Prof.
Mario Monti, il 9 maggio 2010, nel Rapporto al Presidente della Com-
missione Europea Josè Manuel Barroso, secondo cui: “Oggi l’acquis
dell’Unione consta di 1521 direttive e 976 regolamenti connessi ai vari
settori del mercato interno. Un’eventuale azione per approfondire il
mercato interno non dovrebbe pertanto più richiedere l’ondata di nuovi
regolamenti e direttive che aveva suscitato il Libro Bianco del 1985. Per
giunta, l’iniziativa UE “Legiferare meglio” definisce criteri rigorosi per
il processo di formazione dei nuovi atti legislativi. […] La regolamenta-
zione è intelligente quando è caratterizzata da una precisa conoscenza
dei fattori in gioco e da un’acuta consapevolezza del proprio impatto po-
tenziale dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. […] Potreb-
be giovare ai fini di una regolamentazione efficace del mercato unico
spostare il baricentro dal singolo intervento strategico alla totalità del
settore. […] Il “mosaico di norme” è una minaccia per la credibilità e la
reputazione del mercato unico”.
(52) Per approfondimenti cfr. BARCELLONA M., “Sui progetti di codice civile eu-
ropeo: la buona fede tra giustizia sociale e globalizzazione”, nota per il Gruppo di lavo-
ro “Diritto privato europeo” – versione del 30.5.2005.
(53) Cfr. BARCELLONA M., op. cit., 2005, p. 2.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 31
Le critiche più forti sono state mosse dai giuristi inglesi che sono
arrivati al punto di contestare persino la competenza dell’Unione in
materia di diritto privato europeo, in quanto non prevista dal Trattato
istitutivo; ma come sottolineato da autorevole dottrina: “Parlamento e
Commissione sono dell’idea che l’armonizzazione del diritto privato sia
necessaria per l’integrazione del mercato unico, e che affidare invece i
rapporti contrattuali tra professionisti e tra professionisti e consumatori
alle regole del diritto internazionale privato sulla scelta della legge ap-
plicabile, oppure affidare alle parti questo compito (come richiederebbe
la libertà contrattuale) sia inopportuno, non solo perché molte volte le
parti non sono esperte, ma perché sarebbero esposte alla ignoranza della
legge effettivamente applicata; solo pochi eletti conoscono gli ordinamenti
di tutti o di alcuni dei Paesi membri, e per la circolazione di beni e servi-
zi è invece opportuno che le regole siano uniformi. […] La costruzione
dell’Europa – dell’Europa dei diritti – è difficile, tortuosa, assai faticosa.
Ma stiamo assistendo ad un fenomeno storico del tutto peculiare: nor-
malmente l’introduzione di un nuovo mondo giuridico è frutto di una
rivoluzione. Qui si è costruita prima l’Europa dei diritti che non l’Euro-
pa politica. E l’Europa, da mera espressione geografica, da accidente sto-
rico, da dominio delle Grandi Potenze, è ora diventata il modello dei
diritti, individuali, incentrati sulla persona. Il collegamento tra diritto
privato europeo e Costituzione europea, con i suoi valori, è stretto e deve
essere approfondito” 55.
Il fine del diritto comunitario è la creazione di un mercato unico
e ciò, naturalmente, implica la rimozione di tutte le barriere esistenti
nell’ambito degli ordinamenti nazionali che si pongono come ostacolo
al raggiungimento di tale scopo primario.
Ragion per cui, le Istituzioni comunitarie, indipendentemente dalle
critiche espresse da alcuni Governi e da alcuni operatori del diritto
(principalmente inglesi, più interessati a salvaguardare i propri istinti
nazionalisti, che a perseguire il bene comune), hanno iniziato a lavora-
re seriamente per la creazione di un primo vero complesso di regole
uniformi da utilizzare per le transazioni extra confini, opzionale certo,
data la non unanimità di vedute, ma pur sempre azionabile da chiun-
que se ne voglia saggiamente servire.
Difatti, non solo il 19 maggio 2010 la formazione dello strumen-
to opzionale in questione è stato inserito tra le azioni chiave della Com-
missione Digital Agenda per l’Europa, ma il 12 aprile 2011 il Parla-
(55) ALPA G., “Diritto privato europeo. Come costruire l’unità nel rispetto della
diversità”, Messina 28-30 settembre 2005, p. 4-5.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 35
data l’esistenza sul territorio di due sistemi giuridici (Civil law e Com-
mon law) con caratteristiche concettuali e di applicazione del diritto
profondamente diverse, si potrebbe dire antitetiche, che spaccano, vir-
tualmente, in due tronconi i Paesi dell’Unione.
Nei primi anni 90, lo strumento privilegiato per avvicinare le le-
gislazioni era, senza dubbio, la direttiva. Essa aveva l’evidente vantag-
gio di non invadere la sfera di competenza di ciascun Stato membro,
consentendo una scelta individuale del modo e dei tempi per il suo
recepimento. Gran parte delle politiche concernenti la tutela dei con-
sumatori, ad esempio, sono state attuate proprio attraverso detto stru-
mento.
Tale vantaggio, però, si è ampiamente dimostrato essere anche
un forte limite. Troppo spesso, infatti, gli Stati membri hanno procra-
stinato il recepimento delle direttive comunitarie, negando i diritti e le
necessarie tutele ai propri cittadini e costringendo così la Commissio-
ne ad emanare le conseguenti sanzioni.
Senza contare che, in ogni caso, per quanto qui rileva, l’uso di
tale strumento garantirebbe unitarietà nelle regole di base, ma non
nella loro declinazione, contribuendo a generare incertezza nei con-
tratti.
Dagli anni 2000 in avanti la Comunità (oggi Unione) Europea ha
di gran lunga preferito fare ricorso allo strumento del regolamento.
Esso, del resto, garantisce certamente la preminenza del suo con-
tenuto da un punto di vista della gerarchia delle fonti ed è uno stru-
mento di immediata applicazione.
Tuttavia il regolamento esprime al meglio tutto il suo potenziale
di unificazione nei settori ove vi è stata poca normazione nazionale,
come per esempio la politica agricola comunitaria e la politica della
concorrenza.
La sfida del nuovo millennio, invece, è quella di creare una au-
tentica comunità, Unione, di Stati, ove le diversità costituiscano ric-
chezza e non divisione, anche dal punto di vista normativo.
L’Europa si trova oggi in una situazione in cui ha il dovere di
rilanciare il proprio ruolo all’interno della comunità internazionale,
mostrando coesione e puntando a divenire punto di riferimento anche
nella scelta della regolamentazione e della legislazione applicabile.
L’esistenza di un diritto dei contratti europeo, con norme comu-
ni di riferimento (common frame) potrebbe addirittura elevare tale di-
ritto a tertium genus nella scelta dei principi applicabili.
Non più e non solo, quindi, i Principi Unidroit o la lex mercato-
ria.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 37
(56) Per approfondimenti v. ALPA G. op. cit., Atti del convegno Camerino 3-7
settembre 2007, p. 3; ALPA G. “Il diritto privato nel prisma della comparazione”, Tori-
no 2006.
(57) ALPA G. “Diritto privato europeo. Come costruire l’unità nel rispetto della
diversità”, Atti del convegno Messina 28-30 settembre 2005, p. 3.
38 D. DE RADA
(58) V. IANNELLO S., “Il codice civile europeo e la Modern Law and Economics:
un approccio metodologico”, 2010, in www.altalex.com
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 39
(59) Azione chiave dell’ agenda digitale europea presentata il 19 maggio 2010.
(60) ALPA G. op. cit., Atti del convegno Messina 28-30 settembre 2005, p. 3.
40 D. DE RADA
(61) Questa prospettiva è stata più volte richiamata nel già citato Rapporto con-
segnato da Mario Monti al Presidente della Commissione Barroso.
(62) WAGNER H., Costs of Legal Uncertainty: Is Harmonization of Law a Good
Solution?
(63) SMITS, The Practical Importance of Harmonization of Commercial Contract
Law.
(64) WAGNER G., Transaction Costs, Choice of Law and Uniform Contract Law
(65) BONELL, Towards a Legislative Codification of the UNIDROIT Principles.
42 D. DE RADA
(66) ALPA G. op. cit., Atti del convegno Camerino 3-7 settembre 2007, p. 7.
CODICE CIVILE EUROPEO: TRA NECESSITÀ E RILIEVI CRITICI 43
(69) Obiettivo raggiunto con il voto favorevole del Parlamento Europeo, alla
redazione di un Codice civile europeo opzionale, del 12 aprile 2011.
46 D. DE RADA
DIMITRI DE RADA