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Enrico di Ofterdingen (1802)

Novalis regala all’immaginario del romanticismo la metafora


del fiore azzurro.
La storia di una iniziazione alla parola poetica.
Il viaggio del protagonista è il cammino alla conquista della
verità del sogno:
la discesa nel grembo della terra, la scoperta del libro
segreto della natura, l’incontro con Matilde e con Klingsohr
sono le tappe del viaggio.

Cap II
Schema dei Cap I Scopriamo che Enrico ha ventanni, vive ad Eisenach, ha l'animo del viaggiatore ma
capitoli principali non si è mai allontanato troppo dalla città natale. La madre e il padre decidono di fargli
della Enrico si addormenta pensando ad uno straniero ed al fare un lungo viaggio per conoscere il nonno che si trova ad Augusta in Turingia:
PARTE PRIMA FIORE AZZURRO di cui gli ha parlato. Nel sogno, vede magari, vedendo nuovi paesaggi e conoscendo qualche giovane conterranea, l'umore
anche lui il fiore e ne parla al mattino con i genitori. Il di Enrico migliorerà e tornerà ad essere lieto di vivere. Enrico e la madre
padre, fabbro, lo deride. La madre, allora, ricorda al approfitteranno del passaggio di alcuni mercanti, amici del padre, che hanno
marito che proprio lui, inseguendo un sogno, è partito conosciuto innumerevoli cantori (mentre il giovane Enrico confessa di non aver mai
per Augusta lasciando Roma. Il padre ricorda visto un cantore nè una poesia) e ai quali piace raccontare storie. La prima è quella di
improvvisamente e narra di avere visto in sogno sia la un musico gettato in mare dagli avidi marinai con cui viaggiava per sottrargli il suo
moglie sia il loro futuro bambino. Anche nel sogno del tesoro. Il musico verrà salvato da un mostro marino e recupererà i suoi averi grazie al
padre era presente, curiosamente, un fiore azzurro. suo canto portentoso.

[altre storie - in cui prosa e poesia si fondono in una sintesi che ricorda il mondo delle
fiabe - sono narrate nei capitoli III e IV]

Cap V

Dopo alcuni giorni di viaggio, la compagnia giunge in una borgata e si ferma in una locanda dove incontra un
Cap VI vecchio minatore boemo, un girovago, molto devoto, sempre a caccia di tesori nascosti. Il canto e il suono della
cetra fanno parte della vita del minatore che, dopo aver raccontato alcune avventure, intona un paio di canti. Alla
I poeti sono nomadi ed Enrico è per natura un poeta. Il viaggio è finito. La compagnia arriva fine, il vecchio propone alla brigata di visitare con lui alcune caverne e grotte dei dintorni. Enrico e il vecchio
ad Augusta ed Enrico e la madre si presentano a casa del nonno, il vecchio Schwaning. Qui precedono i mercanti e, man mano che si addentrano, trovano resti di uomini e animali. Ad un certo punto, si ode un
Enrico conosce Klingsohr, un vecchio poeta, e sua figlia Matilde di cui si innamora subito. canto e, seguendo la voce, giungono ad una caverna in cui si trova un uomo che pare leggere, alla luce di una
Klingsohr intona un paio di canzoni mentre i due giovani si prendono per mano, danzano e si lanterna, un grosso libro. Il romito si rivela essere un saggio, un vecchio guerriero a riposo, che ritiene che solo i
baciano teneramente. Enrico riconosce entrambi: li ha visti raffigurati nel libro del romito. Si poeti possano convenientemente narrare di storia perché in grado di cogliere i nessi tra gli avvenimenti.
chiede, infine, se Matilde non possa essere collegata col fiore azzurro del suo sogno. E, Approfittando dei molti libri del romito, che si è allontanato insieme al vecchio per mostrargli alcune caverne, Enrico
addormentandisi, la sogna ancora. ne scorge uno pieno di immagini e comincia a sfogliarlo: la lingua è misteriosa ma alcune immagini raffigurano lui
stesso, i suoi genitori e la storia sino a qui narrata, sino alla caverna e all’incontro con il romito. Enrico legge
velocemente pure il futuro del personaggio che gli somiglia ma viene interrotto dal ritorno del romito. Scopre che la
lingua è il provenzale e che il libro, privo di finale, proviene da Gerusalemme e narra le sorti di un poeta.

Cap VIII

Klingsohr spiega ad Enrico che La natura non è un poeta, anzi è in


Cap VII perenne lotta con la poesia. Il poeta è come un messo divino. In ogni
poesia “deve rifulgere il caos attraverso io velo dell’ordine”. *
Klingsohr ed Enrico discutono circa la potenza Il poeta apprende la lingua con l’esercizio e la riflessione. Musicisti e
della natura (per la quale occorrono sia pittori dovrebbero essere più poetici; i poeti, invece, più musicali e
entusiasmo sia intendimento), il valore della pittorici. L’origine della poesia è nel “palesare in essa ciò che è fuori
poesia (da esercitare come arte severa e non mero del mondo”: infatti, “l’amore è muto, solo la poesia può parlare per
diletto): “in vicinanza del poeta sboccia la poesia lui”. Klinsohr lascia soli Enrico e Matilde che, ancora una volta, si
dovunque”. Matilde ed Enrico si promettono amore giurano eterno amore.
e fedeltà eterni dinanzi al vecchio Klingsohr.

* In questo modo, Novalis si richiama ad Orfeo, sintesi di Apollo


e Dioniso.

Tematiche romantiche

il sogno - la sehnsucht (lo struggimento per qualcosa di irraggiungibile) - lo streben (lo sforzo
per raggiungere l’infinito) - il viaggio di formazione (Grand Tour) - la riscoperta della fede - il
medioevo fantastico - la magia - l’esaltazione del sentimento - l’amore romantico - l’interesse
per la natura (naturphilosophie) - la superiorità della poesia (= canto poetico: Ofterdingen
diverrà un Minnesänger) nell’interpretazione del mondo circostante

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