che cos’è
É un servizio di consulenza gratuito rivolto a tutte le Associazioni di Promozione Sociale presenti sul
territorio Reggiano, nato dall’esigenza di creare uno strumento di sostegno accessibile a tutte le
Associazioni di Promozione Sociale utile per districarsi nel mondo sempre più complesso
dell’associazionismo.
a chi si rivolge
Offre un servizio sempre aggiornato e gratuito su tematiche normative, legislative e fiscali e si
propone come un valido aiuto per le Associazioni di Promozione Sociale della Provincia di Reggio
Emilia già strutturare e per le future neo-associazioni che abbiano bisogno di reperire informazioni
per costituirsi ed orientarsi nel panorama assicurativo.
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un sito web attivo 24 ore al giorno composto
da diverse sezioni:
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un numero telefonico a cui risponderà,
dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13
un consulente specializzato
(fax 0522 553432)
Redazione a cura di
Catellani Daniele (consulente Assieme);
Dott. Alessandro Mastacchi (Consulente ARSEA srl),
Dott.ssa Francesca Colecchia (Consulente ARSEA srl).
Grafica a cura di
Studio Salsi Comunicazione
Premessa
Questa guida vuole costituire uno strumento di facile consultazione, agile, scaricabile
gratuitamente, parte integrante del Progetto Assieme.
È a disposizione delle Associazioni già costituite e dei cittadini che desiderano esplora-
re questo rilevante ambito della nostra vita sociale. Rilevante per peso specifico: sono
presenti sul territorio reggiano 279 Associazioni di Promozione Sociale. E importante dal
punto di vista sociale e comunitario.
La sfida che abbiamo dinanzi, la promozione di un nuovo umanesimo attraverso la pro-
mozione di una autentica cittadinanza attiva e la costruzione di un Welfare di Comunità,
può essere affrontata solamente con l’autorevolezza delle Istituzioni, la credibilità della
Politica, il protagonismo del Terzo Settore (Associazionismo di Promozione Sociale, Vo-
lontariato, Cooperazione Sociale).
In altre parole, incarnando nella vita reale delle nostre Comunità locali quel principio di
Sussidiarietà così efficacemente delineato nella nostra Costituzione.
In questo orizzonte può dischiudersi una rinnovata stagione di vitalità dell’Associazio-
nismo di Promozione Sociale, strumento di azioni di utilità sociale senza fini di lucro,
espressione di impegno sociale, di partecipazione, di solidarietà, di pluralismo con finalità
di natura sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale.
Indice
20 domande sulla promozione sociale
Capitolo 1 – APS aspetti generali
La nascita della promozione sociale
Aspetti civilistici (associazioni riconosciute e non)
I soggetti specifici del mondo sportivo
La responsabilità Civile nelle Associazioni di Promozione Sociale
Normativa
Capitolo 2 – Le Associazioni di Promozione Sociale
Le Associazioni di Promozione Sociale - caratteristiche
Le APS Sportive Dilettantistiche – caratteristiche
Modalità e prassi di costituzione di una APS
Normativa e Modulistica
Capitolo 3 - La disciplina fiscale delle APS
Aspetti fiscali Generali degli enti di tipo associativo
Il reddito complessivo degli enti non commerciali
Le agevolazioni fiscali
Le erogazioni Liberali e il 5 per mille
Disciplina delle associazioni che promuovono usi e tradizioni locali
Attività commerciale ed i regimi contabili
Regime ex L. 398/91
Attività di pubblicità e di sponsorizzazione
Perdita della qualifica di ente non commerciale
I G.A.S (gruppo di acquisto solidali)
Rapporti di collaborazione fiscalmente agevolati
Normativa e Modulistica
Capitolo 4 – Il rendiconto economico e finanziario
La redazione del rendiconto economico e finanziario
La prima nota
La contabilità separata
Rendiconto per le raccolte pubbliche di fondi
Vincoli nella gestione economica per le sole ASD
Capitolo 5 – I registri delle APS
I registri delle APS
Come iscriversi al registro provinciale APS di Reggio Emilia
Il registro del Coni
Normativa e Modulistica
APPENDICE
Le associazioni
di promozione sociale in 20
domande
2. Chi risponde delle obbligazioni assunte nei confronti di terzi in una APS non
riconosciuta?
Le associazioni non riconosciute naon avendo acquisito personalità giuridica non sono
dotate di autonomia patrimoniale perfetta. Di dette obbligazioni quindi può essere chia-
mato a rispondere anche chi ha agito in nome e per conto dell’associazione. La disciplina
sulla promozione sociale è intervenuta specificando che i terzi dovranno soddisfarsi in
primo luogo sul fondo comune e solo in via sussidiaria sul patrimonio personale di chi ha
agito in nome e per conto dell’APS.
12. Quali sono i regimi contabili/fiscali per le associazioni senza scopo di luco?
I regimi fiscali e contabili per gli enti non commerciali sono diversi:
• Regime ordinario
• Regime semplificato
• Regime supersemplificato
• Regime forfetario
• Regime Ex Legge 398/91
17. Quali sono le differenze tra reddarre un bilancio attraverso il principio di cassa
piuttosto che utilizzare il principio di competenza?
Attraverso il principio di cassa sono rilevati solo i costi e ricavi che hanno avuto effettiva-
mente luogo entro la data di chiusura dell’esercizio sociale di riferimento. Tale principio,
adeguato alle realtà associative di modeste dimensioni e complessità, dà luogo ad un
rendiconto composto dal solo prospetto del conto economico, integrato dall’indicazione
dei saldi di cassa e banca/posta al giorno di chiusura dell’esercizio. Attraverso invece il
principio di competenza, i costi ed i ricavi devono invece essere contabilizzati nell’eserci-
zio cui si riferiscono, indipendentemente dal momento in cui avvengono i relativi incassi
o pagamenti. Tale principio dà luogo ad un rendiconto composto da conto economico e
stato patrimoniale.
18. Vogliamo organizzare la festa della primavera per raccogliere fondi per la no-
stra associazione. Abbiamo degli obblighi contabili particolari per gestire que-
sta attività?
Se l’associazione organizza una o più raccolte fondi è obbligata a redigere entro quattro
mesi dalla chiusura dell’esercizio un apposito e separato rendiconto per ogni raccolta
fondi da accompagnare al rendiconto annuale. Da questo documento devono risultare
in modo chiaro e trasparente, anche a mezzo di una relazione illustrativa, le entrate e le
spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione.
APS aspetti
generali
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La nascita della
promozione sociale
Alla fine del 2000 e dopo un lungo periodo di concertazione, è stata definitivamente appro-
vata la Legge 383 del 7 dicembre 2000 intitolata: “Disciplina delle Associazioni di Promo-
zione Sociale”. Tale normativa disciplina nello specifico un particolare soggetto apparte-
nente allo svariato mondo del no profit, colmando finalmente una lacuna legislativa che
fino ad allora prevedeva solamente un inquadramento di carattere fiscale (D.lgs 460/97
- riordino del sistema tributario degli enti non commerciali).
La Legge 383/2000 indica i principi fondamentali per la valorizzazione dell’associazioni-
smo di promozione sociale, ed ha anche lo scopo di valorizzare e sviluppare le organiz-
zazione già esistenti nonché favorire la costituzione di nuove realtà associative. Prevede
inoltre, meccanismi di rappresentanza per tali enti (ad esempio nel Cnel), istituisce appo-
siti registri al fine dell’ottenimento dello status di “associazione di promozione sociale” e
stabilisce apposite linee guida nei rapporti tra Enti pubblici ed APS.
La legge diviene efficace operativamente attraverso l’emanazione del Regolamento del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che istituisce e disciplina il registro nazionale
delle Associazioni di Promozione Sociale a carattere nazionale ed attraverso l’emanazione
delle varie normative di riferimento a carattere regionale e provinciale che istituiscono e
disciplinano i registri regionali e provinciali. Con la Legge N. 34 del 9 dicembre 2002 e la
successiva delibera di giunta regionale n. 910/2003, la Regione Emilia Romagna ha prov-
veduto a recepire la normativa nazionale ed ha istituito, nonché disciplinato le modalità per
l’iscrizione nel registro regionale e nei registri provinciali. La stessa normativa prevede che
l’iscrizione al Registro provinciale delle Associazioni di promozione sociale è incompatibi-
le con l’iscrizione nel Registro provinciale delle Organizzazioni di Volontariato, di cui alla
Legge 266/1991.
Aspetti civilistici:
il riconoscimento della per-
sonalità giuridica.
Le associazioni di promozione sociale fanno parte del macro insieme degli enti no Profit,
ossia gli enti che non perseguono finalità lucrative. Tali soggetti trovano in primo luogo una
definizione all’interno del codice civile all’art. 12, termine che indica ogni manifestazione
della natura sociale e non puramente individuale dell’uomo: ogni forma di stabile organiz-
zazione collettiva attraverso la quale vengono perseguiti scopi extraindividuali di natura
extraeconomica.
Il codice Civile distingue tra associazioni riconosciute (artt. 11 – 35) e associazioni non
riconosciute (artt. 36-38).
La differenza tra queste due forme civilistiche di enti, si sostanzia nel possesso o meno
della personalità giuridica. Le prime, associazioni riconosciute, hanno richiesto ed ottenuto
il riconoscimento dallo Stato o dalle Regioni. Il riconoscimento presuppone l’ottenimento
della personalità giuridica alla quale si collegano le seguenti prerogative:
• autonomia patrimoniale perfetta: il patrimonio dell’associazione si presenta distinto ed
autonomo rispetto agli associati e amministratori;
• limitazione della responsabilità degli amministratori per le obbligazioni assunte in nome
e per conto dell’associazione.
Glossario:
Il riconoscimento è atto discrezionale della pubblica amministrazio-
ne e avviene mediante Decreto del Presidente della Repubblica o
con provvedimento del presidente della Giunta Regionale, secon-
“ Responsabilità
degli amministra-
tori delle associa-
zioni riconosciute:
do le procedure definite dal DPR 361/2000 e dalla Legge regiona- Contrariamente
le dell’Emilia Romagna 37/2001. a quanto avviene
Per chiedere l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche è per le Associazioni
non riconosciute,
necessario presentare apposita domanda, in bollo (sono esen- nelle Associazioni
ti da bollo, ai sensi dell’art.27bis della Tabella allegata al DPR Riconosciute gli
642/1972, le istanze richieste da ONLUS, Federazioni sportive ed amministratori non
sono responsabili
Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI), alla Regione delle obbligazioni
(Direzione Generale Affari Istituzionali e Legislativi Servizio Qualità ”
associative.
Le associazioni non riconosciute, invece, sono quelle che non hanno chiesto, oppure non
hanno ottenuto, il riconoscimento della personalità giuridica e quindi sono in una situazio-
ne di autonomia patrimoniale imperfetta. Per molti aspetti sono simili a quelle riconosciu-
te, anche queste sono un soggetto di diritto distinto dai soci, con un proprio patrimonio
ma sono prive di personalità giuridica. Tale forma è la più utilizzata, anche per il difficile
percorso per l’ottenimento del riconoscimento e per la non obbligatorietà di patrimonio a
garanzia. Come accennato precedentemente per tali enti, non possiedendo personalità
giuridica, la responsabilità patrimoniale in caso di eventuali debiti contratti dall’associazio-
ne ricade su coloro che hanno agito in nome e per conto della stessa.
Personalità giuridica Sì No
Controllo dell’autorità Sì No
governativa
Glossario:
Presupposti
• atto costitutivo e statuto redatti nella forma
di atto pubblico;
• atto costitutivo e statuto in posseso dei requisiti
di cui all’art.16 del codice civile
• indicazione di uno scopo lecito e possibile
• titolarità di un patrimonio adeguato alla
realizzazione dello scopo.
Iter
a) presentazione della domanda cui allegare copia autentica dell’atto
costitutivo e dello statuto nonché idonea documentazione sulla
consistenza del patrimonio;
b) entro 120 giorni la prefettura/regione provvede alla concessione
del riconoscimento della personalità giuridica (salva richiesta di
documentazione integrativa, nel qual caso la Pubblica
Amministrazione ha 30 giorni dal ricevimento della documentazione
per esprimersi: decorso inutilmente detto termine la domanda si
intende rigettata, operando il c.d. silenzio rigetto).
La Responsabilità Civile
nelle Associazioni
di Promozione Sociale
In primo luogo si dovrà operare una distinzione tra associazioni riconosciute ed asso-
ciazioni non riconosciute.
Disciplina differente vale per le associazioni non riconosciute, quindi prive di persona-
lità giuridica. L’art. 38 del codice Civile, infatti, prevede che “per le obbligazioni assunte
dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i propri diritti
sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondo anche personalmente e solidal-
mente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione.” In altre parole
i terzi creditori potranno soddisfarsi direttamente sul patrimonio personale di chi ha agito
in nome e per conto dell’associazione, senza dover preventivamente escutere il fondo
comune.
Il legislatore non richiedendo ai fini della costituzione di una associazione non riconosciu-
ta un patrimonio minimo né forme di pubblicità dei soggetti dotati di rappresentanza, ha
esteso la responsabilità ai soggetti che hanno agito in nome e per conto dell’associazione
per tutelare i terzi nei rapporti con l’associazione stessa.
Il Legislatore tutela pertanto il terzo rendendo il socio che ha agito per l’associazione
fideiussore della stessa nei limiti dell’obbligazione contratta.
Una disposizione agevolativa è prevista per le Associazioni che abbiano ottenuto lo sta-
tus di promozione sociale. La legge 383/2000, infatti, all’art. 6 prevede che: “per le obbli-
gazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione di promozione sociale
i terzi creditori devono far valere i loro diritti sul patrimonio dell’associazione medesima
e, solo in via sussidiaria, possono rivalersi nei confronti delle persone che hanno agito in
nome e per conto dell’associazione”. Con tale definizione, il legislatore ha previsto il prin-
cipio di preliminare escussione del credito sul patrimonio associativo, e di conseguenza
la possibilità dei terzi di riavvalersi sul patrimonio personale di chi ha agito in nome e per
conto della stessa solo nell’ipotesi in cui il patrimonio dell’associazione risulti insufficiente
a soddisfare il credito.
Le Associazioni
di Promozione
Sociale
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Le Associazioni
di promozione sociale.
Caratteristiche
Come si può notare il legislatore ha individuato quelle forme associative che realizza-
no quella partecipazione volontaria delle persone che organizzano e promuovono un
cambiamento, un valore aggiunto, alla società oltrechè soddisfare diversi e variegati
bisogni che altrimenti non troverebbero risposta.
La normativa sulle APS prevede particolari meccanismi di rappresentanza (si pensi
all’istituzioni di appositi osservatori regionali sull’associazionismo, nonché la parteci-
pazione alla Composizione del Cnel dello stesso) nonché specifiche agevolazioni. Di
seguito vengono riportate le principali:
4) Tributi Locali (art. 23): gli enti pubblici possono prevedere riduzioni dei tributi di
loro competenza alle associazioni di Promozione sociale.
5) Rapporti con gli enti pubblici: gli Enti pubblici (Stato, Regione, Provincia, Comu-
ni etc) possono stipulare apposite convenzioni (art. 30) con le Associazioni di Promo-
zione sociale inscritte dal almeno 6 mesi in uno dei registri previsti dalla stessa Leg-
ge 383/2000. E’ obbligo delle associazioni assicurare i propri soci a copertura degli
7) Sede sociale (art. 32): la sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali
nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso
omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, pubbli-
cato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, indipendentemente dalla desti-
nazione urbanistica.
Le APS Sportive
dilettantistiche.
Caratteristiche
Altre funzioni sono state attribuite – da ultimo con il Dlgs 23 luglio 1999, n°242 – al
CONI, ente pubblico preposto al riconoscimento dei soggetti dell’ordinamento sportivo.
Rientrano tra le funzioni del CONI la promozione della massima diffusione della
pratica sportiva, la prevenzione e repressione del doping, la preparazione degli atleti,
lo svolgimento delle manifestazioni e la predisposizione dei mezzi necessari a parte-
cipare alle Olimpiadi e ad altre manifestazioni sportive. Il CONI viene anche definito
come “unico organismo certificatore dell’effettiva attività sportiva svolta dalle società
e dalle associazioni dilettantistiche”, al quale spetta la definizione dei principi fonda-
mentali ai quali devono uniformarsi, allo scopo del riconoscimento ai fini sportivi, gli
statuti delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate, degli
Enti di Promozione Sportiva e delle associazioni e società sportive.
Il CONI (Delibera del 15/7/2004) ha altresì previsto che “allo scopo del riconoscimen-
to ai fini sportivi delle società e associazioni sportive da parte del CONI”, gli statuti
delle stesse, oltre ai requisiti richiesti dalla legislazione statale, devono prevedere
l’obbligo di conformarsi alle norme e alle direttive del CONI nonché agli statuti e
ai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associa-
te o dell’ente di promozione sportiva cui la società o associazione intende affiliarsi.”
Costituzione
di una associazione
di promozione sociale
dei diritti di tutti gli associati, con la previsione dell’elettività delle cariche associati-
ve. In relazione alla particolare natura di talune associazioni, il Ministro per la soli-
darietà sociale, sentito l’Osservatorio nazionale di cui all’articolo 11, può consentire
deroghe alla presente disposizione;
• i criteri per l’ammissione e l’esclusione degli associati ed i loro diritti e obblighi;
• l’obbligo di redazione di rendiconti economico-finanziari, nonché le modalità di ap-
provazione degli stessi da parte degli organi statutari;
• le modalità di scioglimento dell’associazione;
• l’obbligo di devoluzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento, cessazione
o estinzione, dopo la liquidazione, a fini d’utilità sociale.
denominazione
oggetto sociale
4. portare all’Ufficio del Registro i due esemplari in originale di atto costitutivo e sta-
tuto bollati con il Modello F23 da cui risulta il versamento dell’imposta di registro e
dei diritti di segreteria ai fini della registrazione dell’atto.
Disciplina fiscale
delle
Associazioni
di Promozione
Sociale
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Si definiscono enti non commerciali, ai sensi dell’art.73 del TUIR lettera c), “gli enti
pubblici e privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non han-
no per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali”.
Tra gli enti non commerciali si comprendono, oltre alle persone giuridiche, le asso-
ciazioni non riconosciute, i consorzi e le altre organizzazioni non appartenenti ad altri
soggetti passivi, nei confronti dei quali il presupposto d’imposta si verifica in modo
unitario e autonomo.
Per comprendere se un’associazione si può qualificare come ente non commerciale è
necessario in primo luogo verificare se l’oggetto esclusivo o principale dell’ente – ovve-
ro l’attività essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicata “dalla legge,
dall’atto costitutivo o dallo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura
privata autenticata o registrata” abbia natura commerciale o non commerciale. In man-
canza dell’atto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, l’oggetto principale del-
l’ente residente è determinato in base all’attività effettivamente esercitata nel territorio
dello Stato.
In ogni caso l’eventuale indicazione di attività di natura non commerciale nell’ogget-
to sociale dell’ente non garantisce l’ente stesso dalla possibilità di essere oggetto di
accertamenti volti a verificare l’effettiva natura delle attività poste in essere.
In base a questa disposizione gli enti non commerciali perdono tutte le relative agevo-
lazioni fiscali – e l’accesso a regimi contabili semplificati – qualora esercitano preva-
lentemente attività commerciale per un intero periodo d’imposta.
Il reddito complessivo
degli enti non commerciali
Il presupposto impositivo per gli enti non commerciali deriva dal possesso di uno o
più redditi ritenuti fiscalmente rilevanti. Si diventa soggetti di imposta comunque dal
momento in cui si possiedono certi tipi di reddito, indipendentemente dal risultato
finale di bilancio.
Ai sensi dell’art. 143 del TUIR, il reddito complessivo degli enti non commerciali è
formato da redditi:
1. fondiari (si intendono tali i redditi inerenti terreni e fabbricati),
2. di capitale (è l’utile che deriva dall’impiego economico di capitali come gli interessi
su obbligazioni. Non concorrono invece alla formazione dei redditi di capitale gli
interessi su conti correnti e postali in quanto soggetti a ritenuta fiscale a titolo di
imposta),
3. di impresa: si tratta dei redditi derivanti da attività commerciali,
4. e diversi (è una categoria residuale nella quale sono ricomprese le prestazioni di
natura commerciale svolte occasionalmente dall’ente), ovunque prodotti e quale
ne sia la destinazione, ad esclusione di quelli esenti dall’imposta e di quelli sogget-
ti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva.
Le agevolazioni fiscali
Le agevolazioni previste
per alcune tipologie
di associazioni.
“
non si considerano commerciali e
quindi non sono rilevanti ai fini IVA ed IRES.”
Attività commerciale
Per attività commerciale si intende l’esercizio, anche occasionale, di una delle attività
previste dall’art. 2195 del codice civile.
In linea generale si ha attività commerciale quando gli introiti non sono qualificabili
come attività istituzionale ovvero quando l’associazione svolge prestazioni a caratte-
re oneroso, cioè dietro pagamento di corrispettivi specifici, nei confronti di terzi non
soci e . A differenza dell’attività istituzionale, questa produce reddito imponibile ed è
assoggettata agli obblighi fiscali e contabili definiti dalla normativa fiscale. Esistono,
inoltre, attività considerate dal legislatore oggettivamente sempre commerciali(art.
148 Tuir 917/86 comma 4), sia che siano rivolte agli associati che ai terzi tra cui:
• Cessioni di prodotti nuovi per la vendita
• Organizzazioni di viaggi e soggiorni turistici (non si considerano commerciali per le
APS Affiliati ad enti nazionali)
• Erogazioni di acqua, gas, energia elettrica
• Gestione di fiere a carattere commerciale
• Prestazioni alberghiere, alloggio, trasporto etc..
• Pubblicità commerciale
• Gestione di spacci aziendali e mense
• Telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari
Ed inoltre, sono da considerarsi commerciali:
• I contributi pubblici e privati destinati a finanziare la realizzazione di una iniziativa
dell’associazione in relazione alla quale l’associazione percepisce – anche se in
misura non esclusiva – introiti di natura commerciale. In questo caso il contributo
è soggetto alla ritenuta a titolo d’acconto del 4% (ex art.28 DPR 600/1973) e poi, a
saldo, in sede di dichiarazione dei redditi.
• Organizzazione di manifestazioni con ingresso a pagamento. L’organizzazione
di manifestazioni sportive con ingresso a pagamento che prevedono l’apertura al
pubblico costituirà anch’essa attività commerciale.
• Organizzazione di feste, stand gastronomici, manifestazioni di sorta. L’organiz-
zazione di tali attività per le quali viene prevista una corresponsione di somme a
fronte dei servizi o dei beni ceduti rientra fra le attività previste da questo capo.
• Prestazioni di servizi a non soci. E’ importante ricordare che in ogni modo tutto ciò
che l’associazione incassa da non soci per servizi effettuati a loro favore, costitui-
sce introito commerciale. Pertanto, esclusi i contributi a scopo di beneficenza, tutte
le voci istituzionali prima indicate divengono commerciali se ad usufruire dei servizi
sociali sono soggetti non iscritti all’associazione.
L’associazione che svolge anche attività commerciale dovrà sottostare a quanto pre-
visto dagli Artt. 13 e 20 del DPR 600/73 (regimi fiscali/contabili), ed se esercita attività
soggetta ad IVA dovra aprire una propria partita IVA.
Si precisa che tali obblighi riguardano solamente l’attività commerciale non a caso il
comma 2 dell’art. 144 del Tuir prevede l’obbligatorietà della tenuta di contabilità se-
parata, al fine di ottenere maggiore trasparenza ed evitale qualsiasi commistione tra
attività commerciale (fiscalmente imponibile) e quella istituzionale (esentata) .
Contributi erogati Fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche Cessioni di beni nuovi pro-
a titolo di liberalità eseguite occasionalmente, anche mediante dotti per la vendita, fatta
da parte di Enti offerte di beni di modico valore o di servizi ai eccezione per i
Pubblici, territoriali sovventori, in concomitanza di celebrazioni, gruppi di acquisto
e non ricorrenze o campagne di sensibilizzazione solidale.
Contributi destinati a
finanziare la realizzazione
di iniziative in relazione
alle quali l’associazione
percepisce – anche se
in misura non esclusiva
– introiti di natura com-
merciale
DEDUZIONI
Da applicarsi al periodo
Precedente d’imposta successivo a
quello in corso al 31/12/2007
Se la base imponibile non Euro 8.000 Euro 7.350
supera euro 180.759,91.
L’aliquota dell’IRAP è pari al 4,25% salvo non siano previste aliquote agevolate. Anche
l’aliquota IRAP è stata soggetta a riduzione passando al 3,9% a decorrere dal periodo
d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, con applicazione pertanto
nella dichiarazione UNICO 2009.
Attività di pubblicità
e di sponsorizzazioni
In altre parole
Per capire quando si ha sponsorizzazione piuttosto che pubblicità bisogna definire quale è
l’obbiettivo principale. Se la finalità è di veicolare l’immagine dell’azienda o di un prodotto
attraverso l’evento organizzato, ci si trova nell’ambito delle sponsorizzazione (in tale caso
è sponsorizzazione anche lo striscione che pubblicizza l’azienda temporalmente legato alla
realizzazione dell’evento; è altresì sponsorizzazione il richiamo acustico con i nomi degli
sponsor). Viceversa si ha pubblicità quando avviene una semplice e informativa legata al-
l’azienda o al prodotto e che rimane ai margini rispetto all’evento organizzato (In tal caso è
pubblicità anche quando gli striscioni appesi all’interno del campo sportivo per tutto l’anno).
Il legislatore tramite il D.lgs 460/97 ha inserito nel Tuir l’art. 149 riguardante la per-
dita della qualifica di ente non commerciale. Il parametro primario ma non esclusivo
secondo il quale l’ente non commerciale perde la qualifica è la prevalenza di entrate
da attività commerciale rispetto alle entrate da attività istituzionale per un intero anno
d’imposta. In caso l’associazione si trovasse in tale situazione perderebbe - già dal-
l’esercizio in cui si è verificata la prevalenza – la qualifica di ente non commerciale ed i
relativi benefici.
Inoltre vengono elencati una serie di parametri indiziari che permettono la valutazione
della prevalenza o meno di attività commerciale. Per tale valutazione, quindi, si dovrà
tener conto:
a) prevalenza dell’immobilizzazioni relativi all’attività commerciale;
b) prevalenza dei ricavi commerciali;
c) prevalenza dei componenti positivi rispetto a quelli istituzionali;
d) prevalenza dei componenti negativi inerenti l’attività commerciale rispetto a quella
istituzionale.
Tali indici sono considerati puramente valutativi: il loro verificarsi non comporta la per-
dita automatica dello status di ente non commerciale (Circolare ministeriale n. 128/E
del 12/05/98).
Rapporti di collaborazione
fiscalmente agevolati
AGEVOLARE LE DONAZIONI.
Il nostro ordinamento ha introdotto alcune leve fiscali per incentivare le donazioni, ivi
incluse quelle destinate alle associazioni di promozione sociale.
Erogazioni Liberali (e + Dai – Versi) - 5 per mille
L’art. 22 della Legge 383/2000 ha previsto la possibilità di detrarre/dedurre le eroga-
zioni liberali corrisposte ad associazione di promozione sociale. Tali erogazioni devono
essere utilizzare mezzi finanziari tracciabili come: bonifico bancario o postale, vaglia,
assegno, carta di credito etc. Il limite di tali erogazioni è stabilito dal Tuir (DPR 917/86):
• Art. 100 comma 2 lettera l): deducibilità per quanto riguarda le erogazioni liberali per
importo non superiore a 1.549,37 euro o al 2 per cento del reddito di impresa
• Art. 15 comma 1 lettera i-quarter: detraibilità d’imposta riguardante le erogazioni fatte
da privati nel limite massimo di € 2.065,83
Fermo restando quanto previsto per le erogazioni liberali, il legislatore con l’art. 14 del
D.L. 35/2005 ha introdotto una particolare deduzione (la c.d. + DAI – VERSI) per eroga-
zioni versate a:
• Onlus sia di diritto che parziali
• APS iscritte nel registro nazionale (compresi i relativi livelli di organizzazione territo-
riale e circoli affiliati, in quanto automaticamente iscritti tramite l’associazione nazio-
nale stessa)
• Fondazioni e associazioni riconosciute aventi per oggetto la tutela, promozione e
valorizzazione dei beni d’interesse artistico, storico e paesaggistico.
I soggetti passivi, Ires ed Irpef, potranno dedurre tal proprio reddito complessivo tale
tipologia di erogazione nei limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e comun-
que per un importo non superiore ai € 70.000,00 annui.
Come per le erogazioni liberali anche per i questo caso, per poter beneficiare di tale
deduzione, i versamenti dovranno essere effettuati utilizzando strumenti finanziari
tracciabili. Possono formare oggetto di erogazione anche beni in natura. In tal caso va
considerato il valore normale del bene, ai sensi dell’art. 9 comma 3 del Tuir (per deter-
minati beni si può ricorrere alla stima di un perito).
Le associazioni che usufruiscono delle erogazioni in base alla + Dai – Versi sono obbli-
gati alla tenuta di scritture contabili atte a rappresentare con completezza e analiticità
le operazioni poste in essere nel periodo di gestione, oltre alla redazione di un apposi-
to documento che rappresenti adeguatamente la situazione patrimoniale, economica e
finanziaria entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio.
A tal riguardo l’Agenzia dell’Entrate con circolare n. 39/e del 19/08/05, evidenzia che
per la completezza delle scritture contabili occorre che ogni fatto gestionale dell’ente
debba essere individuato, tramite l’indicazione delle necessarie informazioni quali nu-
mero d’ordine, data, natura dell’operazione, modalità di versamento, soggetti coinvolti.
Il documento rappresentativo della situazione patrimoniale, economica e finanziaria
può assumere la forma di un vero e proprio bilancio rappresentato da stato patrimo-
niale e conto economico. Il primo deve distinguere tra attività istituzionale, accessoria,
di raccolta fondi e la gestione del patrimonio finanziario. Il rendiconto gestionale deve
indicare tipologia e e qualità delle risorse , sia in entrata che in uscita. Sempre secon-
do l’agenzia dell’Entrate è auspicabile che l’ente predisponga una relazione gestionale
per illustrare le varie voci di bilancio.
In caso di indebite deduzioni dall’imponibile, la sanzione per infedele dichiarazione è
maggiorata del 200 per cento (questa non è applicabile nel caso del mancato rispetto
degli obblighi contabili da parte dell’ente che riceve l’erogazione).
La + Dai – Versi è un’alternativa rispetto alle normali erogazioni liberali e non può cu-
mularsi con altre deduzioni o detrazioni, a prescindere dall’importo delle liberalità. Per
importi superiori a 70.000 euro non si potrà godere di altre deduzioni o detrazioni.
5 per mille
L’istituto del 5 per mille nasce nel 2006 a titolo sperimentale, ed è stato riconfermato
anche per gli anni 2007 e 2008. Tale disciplina permette al contribuente di destinare
una quota pari a 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a enti non
profit che rientrino in determinate categorie tra cui troviamo:
a) Enti del Volontariato: ONLUS (art. 10 del D.lgs 460/97); associazioni di promo-
zione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali (L. 383/2000);
associazioni riconosciute che, senza finalità di lucro, operano nei settori indicati
dall’art. 10, comma 1, lettera a) del D.lgs 4/12/1997, n° 460; Le fondazioni nazio-
nali di carattere culturale
b) enti della ricerca scientifica e dell’università
c) enti della ricerca sanitaria
c-bis) associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI.
La Finanziaria 2008 non contempla tra i soggetti beneficiari le associazioni sportive
dilettantistiche, e le fondazioni nazionale di carattere culturale, tuttavia il successivo
D.L. 31/12/2007, n. 248 (art. 45), meglio noto come decreto mille-proroghe, ha esteso
al 2008 la possibilità per tali soggetti di accedere al 5 x mille, garantendo così un’ar-
monizzazione di trattamento rispetto a quanto previsto per le annualità precedenti.
Il comma 6 dell’art.3 della stessa finanziaria, inoltre, introduce un nuovo adempimento.
I soggetti ammessi al riparto della quota del cinque per mille devono redigere, entro un
anno dalla ricezione delle somme ad essi destinate, un apposito e separato rendicon-
to dal quale risulti, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e tra-
sparente la destinazione delle somme ad essi attribuite. Le somme non rendicontate
saranno recuperate dall’erario, secondo le procedure che saranno definite con decreto
di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Gli adempimenti per essere ammessi al riparto.
Le associazioni di promozione sociale rientranti nella categoria enti del volontariato per
essere ammessi al riparto del 5 per mille devono presentare apposita domanda tele-
matica di iscrizione all’Agenzia dell’Entrate direttamente attraverso l’apposita proce-
dura, se abilitati ai servizi Entratel o Fisconline, ovvero tramite gli intermediari abilitati,
utilizzando il relativo modello. La scadenza per essere ammessi al riparto per il 2008
era il 31 marzo.
Entro il 30 giugno I legali rappresentanti degli enti iscritti in elenco dovranno spedire
a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno alla Direzione Regionale dell’Agenzia
nel cui ambito si trova la sede legale dell’ente, una dichiarazione sostitutiva di atto di
notorietà attestante la persistenza dei requisiti che danno diritto all’iscrizione. A tal fine
dovranno utilizzare l’apposito modulo previsto dal DPCM e scaricabile dal sito internet
dell’Agenzia dell’Entrate. A Tale dichiarazione deve essere allegata fotocopia del do-
cumento d’identità del sottoscrittore. Per le Associazioni sportive di cui la lettera c-bis)
l’iscrizione è stata effettuata automaticamente dal Coni stesso inviando all’agenzia i
dati dell’associazioni sportive dilettantistiche iscritte.
Faq
Le associazioni possono aprire una partita IVA?
Si, le Associazioni possono aprire una propria posizione fiscale attiva (partita IVA) e
svolgere attività commerciale. Legato ad essa sussistono diversi obblighi fiscali/conta-
bili a seconda del regime scelto: semplificato, ordinario, supersemplificato, forfetario,
regime ex L. 398/91
Si possono emettere fatture con il solo codice fiscale?
No, in questo caso l’associazione può emettere solo una ricevuta fiscale per prestazio-
ne occasionale, esente da IVA ma soggetta a bollo per importi superiori ad euro 75,00.
Esiste un regime fiscale agevolato per le APS?
Esistono diversi regimi agevolati che riguardano gli enti non commerciali. Tra questi, il
più conosciuto ed utilizzato è senz’altro il regime ex L. 398/91 che permette di benefi-
ciare di diverse agevolazioni sia fiscali che contabili.
Se si svolge attività commerciale si deve presentare la dichiarazione dei redditi?
Se si svolge attività che produce reddito d’impresa (attività commerciale) si dovrà pre-
disporre la dichiarazione dei redditi Unico Enti non commerciali
Moduli:
• Richiesta attribuzione partita IVA modello AA7/9
• Raccomandata Comunicazione Opzione 398/91
Normativa
• DPR 600/73 artt 13-20
• DPR 917/86 artt. 143-150
• Legge 398/91
Il rendiconto
economico e
finanziario
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Tra le clausole che l’associazione deve inserire nell’atto costitutivo o nello statuto al
fine di accedere ai benefici fiscali, c’è la previsione dell’obbligo di redigere ed approva-
re annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statuta-
rie. Tale obbligo è riferito sia all’attività istituzionale sia a quella commerciale, indipen-
dentemente dal regime contabile adottato.
Il rendiconto deve riassumere le vicende economiche e finanziarie dell’associazione,
in modo da costituire uno strumento di trasparenza e di controllo dell’intera gestione
economico e finanziaria dell’associazione.
L’obbligo è imposto con una formulazione volutamente generica al fine di evitare agli
enti non commerciali adempimenti eccessivamente onerosi. Il rendiconto può essere
redatto con qualsiasi metodo e secondo qualsiasi schema, purché conformi ai principi
della tecnica contabile (chiarezza, trasparenza e veridicità). Esso deve venir approvato
dall’assemblea ordinaria nei termini statutari e comunque non oltre i quattro mesi dalla
chiusura dell’esercizio, termine prorogabile a sei mesi per motivate esigenze.
E’ importante sottolineare che non solo la mancata redazione, ma anche la mancata
approvazione del predetto rendiconto determina la decadenza delle disposizioni tribu-
tarie di favore. E’ dunque indispensabile che l’associazione provveda annualmente alla
convocazione dell’assemblea dei soci per l’approvazione del rendiconto.
L’obbligo di predisporre tale documento di riepilogo anche per l’attività istituzionale
comporta la necessità di assumere e conservare tutta la documentazione di supporto
con le modalità previste dal DPR 600/73.
La prima nota
Al fine di giungere alla redazione del rendiconto economico finanziario di fine esercizio
risulta opportuno predisporre un sistema di rilevazione delle movimentazioni economi-
che dell’associazione. Tale sistema di rilevazione può consistere in un registro di prima
nota, sul quale annotare tutti i movimenti in entrata ed in uscita avvenuti nel corso del-
l’anno sociale. Sul registro, che non deve essere vidimato e che può pertanto essere
tenuto in forma libera (a mano, utilizzando prospetti che si trovano in commercio o a
mezzo computer su excel o altro foglio di lavoro), devono essere annotati periodica-
mente tutti i movimenti economici/finanziari in entrata ed in uscita.
A titolo esemplificativo, se si utilizza excell per la prima nota, questa può essere in-
tegrata con una colonna in cui indicare per le sole movimentazioni economiche un
codice relativo al conto di bilancio: sarà così possibile aggregare in modo semplice e
rapido le voci di costo/ricavo simili per natura, andando così a comporre quel prospetto
di esposizione per categorie omogenee delle voci di costo/ricavo che costituirà il rendi-
conto dell’associazione.
Per una corretta redazione del rendiconto di fine esercizio è necessario individuare
quali operazioni devono essere rilevate nell’esercizio a cui si riferisce il bilancio. Esi-
stono due principi di rilevazione contabile:
1. PRINCIPIO DI CASSA. Sono rilevati solo i costi e ricavi che hanno avuto effetti-
vamente luogo entro la data di chiusura dell’esercizio sociale di riferimento. Tale
principio, adeguato solo alle realtà associative di modeste dimensioni e complessi-
tà, dà luogo ad un rendiconto composto dal solo prospetto del CONTO ECONOMI-
CO, integrato dall’indicazione dei saldi di cassa e banca/posta al giorno di chiusura
dell’esercizio;
2. PRINCIPIO DI COMPETENZA. I costi ed i ricavi devono essere contabilizzati nel-
l’esercizio cui si riferiscono, indipendentemente dal momento in cui avvengono i
relativi incassi o pagamenti. Tale principio dà luogo ad un rendiconto composto da
CONTO ECONOMICO e STATO PATRIMONIALE.
La contabilità separata
Il Testo unico delle Imposte sui redditi (art.144) impone a tutti gli enti non commerciali
di tenere una contabilità separata dei costi ed introiti di natura commerciale rispetto ai
costi ed agli introiti di natura istituzionale al fine di rendere più trasparente la contabilità
commerciale e di individuare più agevolmente l’oggetto principale dell’ente e la sua
reale qualificazione.
Tale obbligo può ritenersi correttamente realizzato utilizzando distinti registri contabili
per ciascuna attività (commerciale ed istituzionale), oppure anche con un apposito
piano dei conti o prospetto di conto economico che distingua puntualmente la natura
delle registrazioni. A tal fine è molto importante fare attenzione all’imputazione dei costi
relativi all’attività commerciale in quanto devono riferirsi in modo chiaro e preciso all’at-
tività che genera ricavi di natura commerciale e non anche all’attività istituzionale.
Problematica è la collocazione dei cosiddetti costi “promiscui”, cioè quelli riferibili sia
all’attività commerciale sia a quella istituzionale. Tra questi possono rientrare il costo
del personale, le utenze (acqua, luce, gas, telefono, ecc.) oppure i materiali di consu-
mo utilizzabili sia per l’una che per l’altra attività.
La questione di come contabilizzare questi costi è stata risolta dal legislatore in manie-
ra differenziata per quanto attiene le imposte dirette e per quanto riguarda l’IVA. Per le
associazioni che hanno optato per il regime forfetario della Legge 398/91, tali criteri di
imputazione dei costi promiscui non incidono ai fini della determinazione delle imposte,
in quanto le imposte dirette e l’IVA vengono liquidate tramite l’applicazione di detrazioni
forfetarie, che vedremo nei successivi capitoli.
Per quanto riguarda l’imputazione dei costi promiscui tra i costi dell’attività istituzionale
e dell’attività commerciale si potrà operare con il metodo proporzionale, prendendo
come indicatore il rapporto tra i volumi dei ricavi dell’attività istituzionale e quelli relativi
all’attività commerciale in riferimento al complesso delle entrate.
Per l’associazione sportiva dilettantistica ogni entrata ed uscita, per beneficiare del
regime agevolativo in esame, deve transitare, in base all’art.25 della Legge 133/1999,
da uno o più conti correnti bancari o postali intestati all’associazione, se è di ammon-
tare superiore ad euro 516,46.
Il transito si intende effettuato correttamente quando sono espressamente indicati
l’erogante ed il percipiente, e pertanto quando i pagamenti sono effettuati tramite
bollettino di conto corrente postale, bonifico bancario, assegno non trasferibile, ban-
comat o carta di credito. Sono quindi esclusi gli assegni ordinari, la cui destinazione
finale non è certa e trasparente. Tale modalità sono state stabilite per consentire
all’Amministrazione finanziaria lo svolgimento di efficaci controlli.
Le associazioni sportive dilettantistiche sono pertanto tenute ad aprire un conto cor-
rente bancario o postale, dove rilevare le movimentazioni finanziarie superiori al limite
previsto.
La non ottemperanza degli obblighi di documentazione, ovvero se i pagamenti o ver-
samenti superiori ad euro 516,46 sono stati effettuati con modalità diverse da quelle
sopra previste, comporta la decadenza dalle agevolazioni previste dalle disposizioni
della Legge 398/91 e l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 11 del D. Lgs. 18 di-
cembre 1997, n. 471.
CONTO ECONOMICO
ENTRATE USCITE
Parziali Totali Parziali Totali
Ricavi generali 22.523,08 Spese generali 12.247,20
Trasferte 2.561,87
Professionisti 1.923,97
PROGETTO ALFA
ENTRATE USCITE
Parziali Totali Parziali Totali
Contributi 41.701,21 Spese generali 41.750,86
PROGETTO BETA
ENTRATE USCITE
Parziali Totali Parziali Totali
Contributi 5.118,10 Spese generali 5.511,11
Totale 5.511,11
Per le associazioni con attività limitate, in alternativa alla redazione dello stato patri-
moniale, si consiglia, oltre alla compilazione del rendiconto economico, di indicare
esclusivamente i saldi iniziali e finali del conto cassa, del conto banca e del conto
corrente postale producendo e conservando la relativa documentazione.
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITÀ PASSIVITÀ
Parziali Totali Parziali Totali
CASSA 219,59 BANCHE 2.495,34
Socio F 800,00
Debiti vs fornitori 29.405,75
HERA 22.991,92
CREDITI DIVERSI 28.949,79
TELECOM 317,25
Associazione X 15.000,00
X 5.318,23
______ Spa 13.010,32
Z 120,00
Verso Personale 939,47
_____ SRL 32,35
Rendiconto
della raccolta fondi
FACSIMILE DI RENDICONTO
AI SENSI DELL’ART. 25, COMMA 2, L. 133/99
Denominazione dell’Associazione.................
Indirizzo ................................................................
I Registri
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L’art. 7 della Legge 383 del 2000 prevede l’istituzione del registro nazionale delle As-
sociazioni di Promozione sociale e delega le Regioni e le Province autonome di Bolza-
no e Trento ad istituire i registri regionali e provinciali nei quali iscrivere le Associazioni
in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2 della precedentemente citata normativa che
operano in ambito regionale o provinciale.
Presso il registro nazionale possono iscriversi le Associazioni di Promozione sociale,
operanti da almeno un anno che svolgono attività in almeno 5 regioni e 20 province.
L’iscrizione nel registro nazionale delle associazioni a carattere nazionale comporta
il diritto di automatica iscrizione nel registro medesimo dei relativi livelli di organizza-
zione territoriale e dei circoli affiliati, facendo così acquisire a tali strutture territoriali la
qualifica di associazione di promozione sociale almeno per quanto attiene le agevola-
zioni e le specifiche previsioni dettate dalla norma nazionale.
65 I Registri
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I registri della
Regione Emilia Romagna
Per iscriversi nel Registro provinciale delle Associazioni di Promozione Sociale è neces-
sario presentare una apposita istanza al Presidente della Provincia sulla quale applicare
la marca da bollo del valore di € 14,62 (sono esenti da bollo, ai sensi dell’art.27bis della
Tabella allegata al DPR 642/1972, le istanze richieste da ONLUS, Federazioni sportive
ed Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI), e la firma del Presidente/legale
rappresentante,
A tale domanda deve essere allegata la seguente documentazione:
• copia dell’atto costitutivo e dello statuto vigente aventi data certa;
• elenco, firmato dal Presidente dell’Associazione, delle persone che ricoprono le cari-
che associative (consiglio direttivo, collegio dei revisori dei conti, collegio dei probiviri);
• relazione dettagliata sull’attività della Associazione firmata dal Presidente dalla qua-
le risultino le finalità di promozione sociale dell’Associazione e l’attività attraverso cui
intende perseguirli; l’assenza di perseguimento di fini di lucro, anche in forme indirette
o differite; almeno un anno di attività effettiva;
• scheda compilata, denominata “Allegato domanda di iscrizione” sottoscritta dal legale
rappresentante/Presidente dell’Associazione (scaricabile dal sito della Provincia)
• se trattasi di sezione locale di organizzazione regionale o nazionale, documentazione
dell’organo regionale o nazionale competente attestante l’autonomia della sezione locale;
• se trattasi di organismo di collegamento e coordinamento, elenco delle organizzazioni
aderenti sottoscritto dal Presidente.
Ogni notizia riguardante la variazione dell’indirizzo, della sede, del Presidente e/o
dello statuto, come l’eventuale cessazione dell’attività con conseguente scioglimento
dell’Associazione, dovrà essere tempestivamente comunicata agli uffici del Servizio
Programmazione Sociale, Sanitaria e Abitativa della Provincia di Reggio Emilia (Via
Mazzini, 6 - 42100 Reggio Emilia - Tel. n. 0522 444829 - Fax n. 0522 444851 - e-mail
f.carretti@mbox.provincia.re.it).
66 I Registri
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Il Registro CONI
Con l’entrata in funzione del Registro Nazionale delle Associazioni e società sportive
dilettantistiche - regolamentato dalla Deliberazione del Consiglio Nazionale del CONI
dell’11 novembre 2004 – potranno iscriversi al Registro stesso, ciascuno in apposita
sezione, i seguenti enti:
• le associazioni sportive dilettantistiche senza personalità giuridica;
• le associazioni sportive dilettantistiche con personalità giuridica;
• le società sportive dilettantistiche costituite nella forma di società di capitali e di so-
cietà cooperative.
L’iscrizione al Registro è requisito per accedere ai benefici specifici delle associazioni
e società sportive dilettantistiche.
67 I Registri
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68 I Registri
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APPENDICE
Modulistica
Traccia di Atto Costitutivo
Traccia di Statuto di APS
Traccia di statuto APS Sportiva dilettantstica
Modello AA5/5 – Richiesta codice fiscale
Modello RR e Modello 69 Richiesta di Registrazione
Modello F-23 – Versamento tassa di registrazione
Richiesta iscrizione Registro Provinciale APS
Traccia di Bilancio
Normativa
D.lgs 460/97 Riordino della disciplina fiscale degli enti non commerciali
L. 383/2000 disciplina delle associazioni di promozione Sociale
L.R. n. 34/2002
ex art.90 L.289/2002
Codice civile Libro I°
Tuir: Testo Unico delle imposte sui redditi approvato con DPR 2/12/1986 n°917
Delibera Regionale Emilia Romagna n. 910/2003
69 I Registri