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RIASSUNTO CAP. 5
Dramma ≡ Conflitto
NO conflitto NO azione NO personaggio NO storia e sceneggiatura
“E’ la storia di qualcuno a cui succede qualcosa, che gli complica terribilmente la vita.”
QUALCOSA: una variazione nell’esistenza del protagonista, che gli impone un obiettivo e lo
spinge a perseguirlo (evento dinamico + 1° plot point).
OBIETTIVO: deve essere difficile da raggiungere, così il cammino del personaggio diventa un
percorso di prove che:
- svelano il personaggio (STORIE DI PERSONAGGI/prediligono meccanismi di
conflittualità soggettiva)
- lo coinvolgono in un’avventura (STORIE DI INTRECCIO/PERIPEZIE/prediligono
conflittualità oggettive)
BARTHES le unità del racconto non hanno tutte la stessa importanza. Alcune sono le vere
cerniere del racconto (FUNZIONI CARDIALI/NUCLEI), altre colmano lo spazio narrativo
(CATALISI). Perché una funzione sia cardinale deve inaugurare o concludere un’incertezza.
5.2 Set-up/Payoff
I NUCLEI compongono la spina dorsale della storia e sono i primi punti della sceneggiatura ad
essere scritti. Sono i momenti di rischio. Dopodiché la sceneggiatura si completa con le catalisi, fino
ad arrivare ai dettagli, usati per dare credibilità e colore alla storia. Le CATALISI hanno funzione
più debole, ma mai nulla. Sono zone di sosta. In particolare alcune catalisi hanno la funzione di
introdurre elementi del racconto, apparentemente inutili, ma che più avanti saranno necessari. La
spina dorsale non si cambia, ma viene arricchita e modificata dai dettagli.
Es. Thelma & Louise
La scena dell’omicidio è un momento chiave, dà una svolta alla storia. Ma la pistola che usa Louise,
da dove salta fuori?
La pistola è di Thelma, casalinga infantile e immatura che vive in funzione del marito, prototipo
della casalinga frustrata. Trova la pistola nel cassetto del marito e se la porta, perché non sa cosa
aspettarsi dal viaggio che deve intraprendere. E’ ingenua e incontrerà un mondo che se ne approfitta
come fa, in piccolo, il marito a casa.
Problemi:
1) Come dare importanza visiva alla pistola e farla memorizzare agli spettatori? (mostrata a
inizio film e usata più avanti)
2) La pistola è di Thelma, come fa poi ad averla Louise? Come avviene il passaggio?
3) Il passaggio deve essere memorabile.
5.3 Rollercoaster
All’interno del rollercoaster emozionale, bisogna anche inserire delle PAUSE dopo i più alti
picchi drammatici (1°/2° plot point); permettendo al protagonista e agli spettatori di prendere
fiato e fare il punto della situazione. Spesso sono momenti narrativi che chiariscono il
cambiamento in seguito all’azione e riassumono le vicende fino a quel punto.
Come si passa da un livello ad un altro di conflitto superiore?
Ampliando le conseguenze degli eventi e influenzando porzioni di realtà sempre maggiori.
Il CONFLITTO può essere:
- Interno al personaggio
- Esterno interpersonale (tra protagonista e antagonista)
a livello sociale
Nella migliore delle ipotesi il conflitto tocca tutti e tre i livelli, così da ampliare gli ostacoli per
il protagonista. Es. Thelma & Louise:
- conflitto personale di Louise violenza subita in passato in Texas
↓
- conflitto interpersonale omicidio dell’assalitore di Louise
↓
- conflitto a livello sociale fuga dalla giustizia (FBI) verso il Messico
↓
- conflitto con la natura livello aggiunto. La fuga nel Gran Canyon non offre alcun riparo o
nascondiglio.
PROTAGONISTA eroe
anti-eroe/perdente: anche se subisce una sconfitta, è comunque una
vittoria sul piano personale per aver affrontato l’ostacolo. Più il protagonista resiste, più aumenta la
sua autostima e si avvicina all’eroismo.
ANTAGONISTA si cerca di creare un nemico umanizzato, che non sia negativo al 100%. In
questo modo è anche più difficile da affrontare. A volte si crea un antagonista che possa sedurre sia
il protagonista (creandogli un conflitto interno), sia lo spettatore. Quest’ultimo è così combattuto tra
l’empatia per il protagonista e la simpatia per l’antagonista.
A questo scopo si tratteggia il villain con elementi di simpatia (autocoscienza della propria
cattiveria/soddisfazione/humour nero). Sono pochi i cattivi puri. All’antagonista si affianca poi un
braccio destro ancora più negativo che fa il lavoro sporco per il “capo”.
Prima del finale:
- c’è un primo scontro con il braccio destro dell’antagonista;
- scontro finale con l’antagonista, il più spietato. L’antagonista torna ad essere spregevole e si
sporca le mani.
Eccezione: possono esserci antagonisti che hanno un obiettivo nobile e sono obbligati ad assumere
un comportamento negativo.
Le conseguenze del conflitto possono generare altra azione o ritorcersi sui personaggi.
Es. Le Iene: l’action plot viene tramutato in character plot. Viene rimosso il conflitto esterno, così
resta solo quello interno, tra i personaggi.
TOBIAS: sostiene che il conflitto che si può creare tra due elementi (A e B) sia limitato a due
relazioni A-B/B-A e renda il film claustrofobico. L’introduzione di un terzo elemento, invece,
amplia lo spettro: (A/B/C) A-B/B-A/A-C/C-A/C-B/B-C . Il tre è il numero perfetto per i
meccanismi drammatici, poiché elimina la prevedibilità e dunque viene usato molto spesso (vedi
triangolo tra personaggi). Aggiungendo un quarto elemento le possibilità di interrelazione
raddoppiano e le cose si complicano. Per questo motivo il quarto elemento è spesso posto su un
piano secondario come miccia che accende il plot a tre.
Ad ogni modo, maggiore è il numero dei protagonisti, più le loro relazioni rischiano di essere
superficiali perché c’è troppo poco tempo per approfondirle tutte. E’ difficile lavorare in maniera
approfondita su più storie, più personaggi e sulle loro relazioni. Nei film corali infatti le storie
vengono di solito lasciate parallele e separate. Nella black-comedy invece, si esaspera la
coincidenza degli intrecci tra personaggi.
5.4 Teaser
E’ anche detto hareng saur (aringa affumicata) e red herring (falsa traccia), poiché è una sequenza
che fa da esca e stuzzica lo spettatore. E’ l’incipit, il 1° atto, che mira al coinvolgimento dello
spettatore, all’introduzione del personaggio e alla delineazione della storia. E’ una
spettacolarizzazione che ci presenta il personaggio in azione in una situazione critica.
Il teaser è nato con la televisione, è una sequenza autoconclusiva destinata ad agganciare l’interesse
del pubblico. Ha poi influenzato il cinema negli anni ’50. Es. I film di James Bond iniziano con
un’impresa mozzafiato che conclude il film precedente. Oggi quasi tutti i film d’avventura iniziano
così. Se però l’inizio è troppo teso, adrenalinico, alza le aspettative e rischia poi di deludere il
pubblico nel seguito. Secondo alcuni, un teaser adrenalinico è sinonimo di una sceneggiatura
povera, per cui si cerca di attirare all’inizio. In realtà è un incentivo per lo sceneggiatore, che dovrà
mantenere tutto il film al livello del teaser.
Tipi di teaser:
- può contenere sequenze sconnesse dal film, utili solo a presentare l’eroe (es. film James
Bond);
- può essere connesso al film, seminando elementi necessari in seguito nella storia.
SWAIN sostiene che un inizio valido è caratterizzato da tre elementi:
curiosità/cambiamento nella vita del protagonista/conseguenze derivate dal cambiamento
Es. incipit di Le Iene:
≠ dagli altri film dura 7 minuti, (di solito 1/2 al max.)
Il dialogo non è inerente alla storia, è sconnesso al film e non fa capire cosa accadrà in
seguito.
Otto personaggi di cui non sappiamo niente, tranne i nomi dedotti dal dialogo, parlano in un
cafè.
All’inizio doveva chiudersi con due didascalie esplicative:
“Uno di questi uomini è un poliziotto”.
“E prima della fine, saranno tutti morti tranne uno”.
Tarantino però le ha abolite recidendo l’unico legame tra incipit e resto del film.
Regna sovrana la curiosità, ma non ci sono né cambiamenti, né conseguenze. Però funziona. Il
dialogo serve a svelare parzialmente i personaggi e il loro comportamento, senza alcuna
drammaticità. Dopo dieci minuti tra teaser e titoli di testa, inizia il film in medias res , con un
inseguimento a seguito di una rapina e Mr.Orange ferito e sanguinante. E lo spettatore, nonostante
l’inversione delle regole hollywoodiane, soffre già coi personaggi e prova empatia. Questo perché
Tarantino, nell’incipit, mostra il lato simpatico dei personaggi e li ritrae in una situazione quotidiana
e familiare. Questo crea un ponte col pubblico ed empatia immediata. I protagonisti sono tutti,
(tranne uno), gangster incalliti e se li avesse presentati subito nella fuga dopo-rapina sarebbero stati
condannati dal pubblico. Rappresentandoli, invece, in una situazione di relax, riabilita la loro
umanità e li fa avvicinare al pubblico.
Anche secondo SWAIN bisogna creare dei personaggi con cui lo spettatore possa empatizzare e per
farlo deve condividerne desideri ed emozioni.
Ci sono altri modi per creare empatia:
- sconvolgere un personaggio con gravi disgrazie e fargli subire violenze e soprusi (es.
l’uccisione da parte dell’antagonista di una persona cara al protagonista). Questo
giustificherà ogni reazione e vendetta del personaggio;
- mettere il protagonista nella posizione di dover dare al mondo un’informazione importante,
ma nessuno gli crede. Il pubblico deve sapere che le informazioni del protagonista sono
vere.
Il teaser non è sempre focalizzato solo sul protagonista:
- può presentare protagonista + antagonista;
- può mostrare solo l’antagonista, mentre compie azioni negative.
Il teaser punta comunque ad un’accelerazione dei tempi di presentazione del personaggio e a creare
l’impressione del personaggio. Stabilisce inoltre il tono drammatico dominante, lo spirito del film.
C’è una differenza sostanziale tra presentazione e teaser:
- PRESENTAZIONE: mostra tutti i caratteri essenziali del personaggio, indicandoli
rapidamente;
- TEASER: è più selettivo, mostra solo il tratto più rappresentativo del personaggio e lavora
su quello.
La presentazione del protagonista può essere:
- DIRETTA: usata nel teaser focalizzato su protagonista o antagonista. Il personaggio è
introdotto da parole, fatti e azioni.
- MEDIATA da NARRATORE ETERODIEGETICO: attraverso ad una voce narrante che
non appartiene a nessun personaggio.
- MEDIATA da un ALTRO PERSONAGGIO
- AUTOPRESENTAZIONE
5.5 Selettività
5.6 Suspense
Secondo HITCHCOCK per produrre suspense è indispensabile che il pubblico sia informato di
tutti gli elementi in gioco. C’è inoltre una netta differenza tra suspense e sorpresa:
- SORPRESA es. i personaggi parlano e non sanno che sotto il tavolo c’è una bomba. Non
lo sappiamo neanche noi e quando esplode rimaniamo sorpresi, ma per pochissimo (15 sec.)
- SUSPENSE es. stessa situazione, ma il pubblico è consapevole della presenza della
bomba e sa che esploderà all’una, (è l’una meno un quarto). In questo caso il pubblico è in
ansia, è attento alla conversazione e partecipa alla scena. Si genereranno 15 minuti di
suspense.
Bisogna quindi informare il pubblico ogni volta che è possibile, tranne quando la sorpresa è un
twist (conclusione imprevista).
Negli intrighi di risoluzione (mistero da svelare) e nei whodunit (who has done it?/gialli),
raramente si crea suspense. Prevalgono l’attesa e la curiosità, che saranno soddisfatte nel finale.
5.7 Time-lock
Caratteristiche:
minaccia + personaggio coinvolto + scadenza + pubblico che sa tutto
E’ un meccanismo di drammatizzazione basato sulla condivisione del sapere tra pubblico e
protagonista: entrambi sanno che c’è una minaccia da affrontare entro un certo tempo.
Più è grave la minaccia, minore è il tempo disponibile e maggiore è il coinvolgimento emotivo.
Il protagonista affronta una lotta contro il tempo. Questa sequenza è quasi sempre nel finale
della storia (es. 007 Missione Goldfinger). Il limite di tempo può essere di pochi minuti o può
coincidere con la durata del film (es. Die Hard: time-lock a catena, tanti count-down per
disattivare le bombe e distrarre la polizia dalla rapina del secolo).
E’ una formula infallibile della drammatizzazione, ma è anche molto sfruttata; tanto che il
pubblico sa già a priori che il protagonista raggiungerà l’obiettivo in tempo, all’ultimo secondo.
Il time-lock deve quindi essere svecchiato almeno in uno dei suoi tre elementi (tempo, spazio,
velocità) per creare stupore e interesse nel pubblico.
[Alla fine di questo capitolo ci sono alcuni esempi di time-lock in vari film. Non li ho riassunti
perché sono praticamente le trame. Buono studio! A’ pummarolaaaaaaaaaaaa!!!!!!!]