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Identità e alterità

2018
nella pratica
professionale
2018/2019
Il corpo sessuato

Lorenzo Pezzoli
psicologo e psicoterapeuta FSP

Caro/a studente,

entrando nelle dimensioni della sembrano averci rinforzato nelle saccenterie dell’anima piuttosto che
sofferenza che viene agita, resi umili agli umori del corpo, e ci rendono giocolieri della parola
sviluppata e “giocata” su e col quanto sordi delle fisicità che pure ci ingombrano, a partire dalla
corpo, forse vale la pena nostra. Lo fanno interferendo, o piuttosto riteniamo che sia così, ogni
fermarci a riflettere su questa qual volta siamo appesantiti, frenati, ostacolati dalla corporeità nostra
entità così materiale e concreta o altrui. E la sessualità è intimamente legata alla dimensione corporea
con la quale tutti noi dove entrano in contatto, contrasto e dialogo quelle dimensioni che
quotidianamente “dialoghiamo”, Husserl descriveva nella nozione di corpo utilizzando una distinzione
a volte confliggiamo, piuttosto tutta germanofona tra Körper e Leib.
che cerchiamo compromessi e
Il corpo come oggetto, spogliato dalla presenza del soggetto è quello
mediazioni.
riferibile al Körper che è il termine con cui si designa in particolare il
Ci sono situazioni in cui tendiamo corpo organico, il cadavere senza vita, il soma della fisiologia e
a prescindere dal corpo come se dell’anatomia, oggetto delle scienze sperimentali che misurano,
fosse più importante e nobile marcano e quantificano. Il corpo dell’altro come oggetto spogliato
l’occuparsi dell’anima, della della sua soggettività diventa come un cadavere, senza vita, oggetto
psiche o di quella cosa di consumo e piacere. Oggetto appunto.
immateriale che riteniamo essere
E poi, scrive Husserl, c’è il Leib che invece è il corpo vissuto, quello
la sovrana, l’abitatrice
esperienziale, quello esistenziale, quello che è in rapporto con la
imprigionata nel corpo, la
capacità di entrare in contatto con gli altri, che è apertura al mondo,
destinata agli altrove delle
il “corpo che sono” che ha a che vedere con l’intenzionalità. Per
religioni, piuttosto che l’essenza
entrare nella dimensione delle derive della sessualità, quelle evocate
prima di ogni cosa. Prescindiamo
nella psicopatologia, è bene ricordarsi della lezione di Husserl che
dal corpo per nostra poca
aiuta a cogliere meglio gli sguardi che sul corpo si posano, sguardi
dimestichezza con esso, del
che possono privarlo, con conseguenze anche molto gravi, di quella
corpo nostro intendo, così come
dimensione del vissuto che da vita all’altro da sé evitando che
del corpo altrui, forse perché le
precipiti nella dimensione del solo oggetto. (Lorenzo Pezzoli)
virtualità che ci abitano
DALLA PSYCHOPATHIA SEXUALIS AL DSM-5
Lorenzo Pezzoli

Se dovessimo tracciare una linea di francofona (è suo il primo test per l’intelligenza), che nel 1887
sviluppo della tematizzazione della aveva dato alle stampe Il feticismo in amore. Ad ogni buon conto
sessualità dalla metà dell’Ottocento Krafft-Ebing ci lascia in eredità un catalogo della sessualità e delle
ad oggi, salterebbe subito all’occhio sue derive, come anche delle preoccupazioni che la
che la sessualità umana è stata travagliavano, nella cultura di fine Ottocento. Un lavoro immenso,
inizialmente considerata soprattutto una silloge che certo ebbe una sua diffusione influenzando la
nel rapporto che essa aveva con le cultura dell’epoca rompendo il silenzio su tali tematiche attinenti
malattie. Questo aspetto ha una dimensione umana confinata spesso al silenzio. Il saggio del
ulteriormente preso forma quando nel 1905 a firma di Sigmund Freud dal titolo non equivocabile di Tre
1886 usciva la poderosa trattazione di saggi sulla teoria sessuale si collocava dunque in un contesto
Richard von Krafft-Ebing il quale dove già erano state divulgate le teorie di Krafft-Ebing e di altri
pubblicava, con titolo altisonante, la autori che anticipavano un discorso sulla tematica in questione. Il
sua Psychopathia Sexualis. Il primo merito di Freud, così come per altre trattazioni, fu quello di una
capitolo, che contiene tutta la buona sintesi con una rielaborazione originale di quanto veniva
dimensione pionieristica dell’autore in espresso da diverse voci nell’ambito scientifico a lui
questo campo, inizia contemporaneo. La sessualità diventa, nel suo saggio,
significativamente con Frammenti di l’elemento d’origine dei disturbi mentali per cui, il padre della
una psicologia della sessualità dove si psicoanalisi, segnala che grazie alle sue “indagini minuziose”2 era
pongono le basi della trattazione che arrivato alla convinzione che “le cause più immediate e
occuperà le mille pagine a seguire. La praticamente più significative di un qualsiasi caso di malattia
sessualità che deriva da “un istinto di nevrotica sono costituite da fattori traenti origine dalla vita
natura, che dagli uomini esige, sessuale”3. Con onestà egli dichiarava anche che la teoria di cui
inflessibilmente, di venir soddisfatto” andava a parlare “non era del tutto nuova” in quanto “si è
per Krafft-Ebing non si esaurisce al sempre attribuita (…) una certa importanza, nell’etiologia delle
“benessere fisico” ma può elevare gli nevrosi, ai fattori sessuali.”4. Dei tre saggi il primo è quello che
uomini “a sentimenti più alti”, così tratta l’area delle perversioni sessuali e l’analisi si concentra
come giocare un “potente fattore” a sull’oggetto e sulla meta. Il titolo è appunto Le aberrazioni sessuali
favore dello sviluppo dei “sentimenti che vengono affrontate sui due fronti citati. Le deviazioni rispetto
sociali”. Scrive ancora l’autore: “…è all’oggetto sessuale fanno riferimento a quelle situazioni nelle
certo che la sessualità rappresenta, quali l’individuo non orienta il suo interesse sessuale per il soggetto
nella vita degli individui come in
quella della società, un potente
fattore, il più imperioso impulso a
cimentare le proprie forze, a procurarsi
dei mezzi, a creare un focolare
domestico, a sentire altruisticamente,
dapprima per una persona dell’altro
sesso, poi per i figli e infine per tutta la
società.” 1 . L’introduzione alla sua
opera svolta nel primo capitolo, è un
attraversare varie teorie e idee che si
muovevano all’epoca. Compare
anche un non scontato riferimento ad
Alfred Binet pioniere anche lui in
questo ambito, fondatore della
psicologia scientifica in area
di sesso opposto, questo sarebbe l’orientamento in rapporto all’oggetto
appunto, ma a quello del proprio sesso (Freud parla di inversione totale o
parziale): “è perciò sorprendente udire che vi sono uomini per i quali non è la
donna, bensì l’uomo, e donne per le quali non l’uomo, bensì la donna forma
l’oggetto sessuale.”5. In questo capitolo vengono inclusi anche gli
orientamenti nei confronti di soggetti immaturi, piuttosto che di animali, per cui
Freud chiosa sottolineando, a titolo riassuntivo, che nel caso di deviazione
dall’oggetto “nella pulsione sessuale l’elemento essenziale e costante è
qualcos’altro.”6. Per quanto riguarda le deviazioni rispetto alla meta l’autore
specifica da subito quale sia l’elemento di riferimento: “meta sessuale normale
è considerata l’unione dei genitali nell’atto definito copula, che porta alla
risoluzione della tensione sessuale e a un temporaneo estinguersi della pulsione
sessuale (un soddisfacimento analogo alla sazietà nella fame).”7. Tutto quello
che esula da tale “meta sessuale normale”, viene dunque considerato da
Freud nell’ambito delle perversioni, spaziando dai rapporti orali fino al sadismo
e al masochismo. Nel secondo saggio si incontra la trattazione forse più
famosa dell’impianto teorico freudiano, quella riguardante la sessualità
infantile, che tante polemiche destò fin dalla sua comparsa quando il saggio
fu pubblicato. Il “trascurato periodo infantile” di cui parla Freud, è tutt’altro
che estraneo alla sessualità anche se “…è opinione popolare, a proposito
della pulsione sessuale, che essa manchi nell’infanzia e che si risvegli soltanto
nel periodo della vita che va sotto il nome di pubertà. Ma questo non soltanto
è un puro e semplice errore, bensì anche un errore gravido di conseguenze,
perché è il principale responsabile della nostra attuale ignoranza a proposito
delle condizioni fondamentali della vita sessuale.”8. Dopo la trattazione delle
celebri fasi si arriva, nel terzo saggio dell’opera, alle trasformazioni subentranti
nel corso della pubertà dove alle pulsioni parziali viste in azione nell’infanzia,
“subentrano cambiamenti che debbono condurre la vita sessuale infantile alla
sua definitiva strutturazione normale”.9 Per Freud l’accesso ad una sessualità
matura passa dal progressivo abbandono dell’autoerotismo alla piena
individuazione dell’oggetto sessuale: “finora (la pulsione sessuale) operava
partendo da singole pulsioni e singole zone erogene, che cercavano
indipendentemente un dato piacere come unica meta sessuale; ora si da una
nuova meta sessuale, al raggiungimento della quale collaborano tutte le
pulsioni parziali, mentre le zone erogene si sottomettono al primato della zona
genitale.”10 Il tema dell’oggetto sessuale, della meta e della maturazione iniziò
dunque ad articolarsi e a svilupparsi nel dibattito scientifico, lo fece pur con
contrasti e non semplici nodi non solo dettati da posizioni accademiche
differenti, quanto piuttosto da motivazioni ideologiche e culturali di una
società che ancora stava prendendo le distanze dall’epoca vittoriana con
tutto quello che essa portava con sé. Quello che colpisce, nel variegato e un
po’ crepuscolare attraversamento delle derive della sessualità descritte da
Krafft-Ebing, è la moltitudine di orientamenti che la sessualità umana può
prendere; allo stesso modo nel saggio di Freud si ritrovano aspetti già ripresi
dall’autore della Psychopathia sexualis ma ridefiniti e sintetizzati in maniera
originale con l’articolazione di una teoria sulla sessualità a partire dall’infanzia.
In entrambi gli autori si sono poste le basi delle successive suddivisioni che
avranno come oggetto le parafilie, ovvero quelle deviazioni relative
all’oggetto e alla meta sessuale che già Freud aveva tentato di definire in
modo esplicito nei Tre saggi sulla teoria sessuale e Krafft-Ebing aveva
raccontato nei moltissimi casi descritti nella sua Psychopathia. Nella poderosa
opera di quest’ultimo, come nei tre saggi di Freud, ritroviamo le radici della
suddivisione nei due classici sottogruppi delle parafilie in rapporto, le prime,
all’anomalia della scelta dell’oggetto come nel caso della zoofilia e del
feticismo, mentre le seconde
all’anomalia nella situazione,
come nel voyeurismo e
nell’esibizionismo (se non vi è
partecipazione volontaria di
una persona) e nel
sadomasochismo laddove
invece il partner partecipa
volontariamente. Lo svincolo
della sessualità umana
dall’emergenza
filogeneticamente stabilita
della riproduzione e dai
condizionamenti biologici che
restano il fattore determinante
all’accoppiamento nel mondo
animale, orienta lo sguardo in
questo ambito verso un
orizzonte differente
collocandola al di fuori della
dinamica del bisogno per ancorarla a quella del desiderio.
1) emozioni positive come affetto,
Questo non significa che le componenti istintuali siano cancellate,
amore, passione, bisogno di intimità
quanto piuttosto che ci sia, nell’uomo, una complessità
emotiva e fisica (sesso amoroso), o
decisamente accentuata. È così che nella sessualità umana
negative, quali odio, distruttività,
possiamo identificare tre dimensioni chiave: la prima è quella
sadismo;
istintuale-riproduttiva legata al così detto cervello rettiliano
2) voglia fisica, attrazione, gusto del
mentre la seconda è invece rappresentata dalla dimensione
piacere erotico e/o della
emozionale-sensazionale ancorata al cervello limbico. Infine vi è
trasgressione (sesso ricreativo);
la dimensione matura e relazionale appartenente alla
3) desiderio di un figlio (sesso
neocorteccia. Le molteplici finalità e i diversi significati della
procreativo);
sessualità umana diventano così più comprensibili se letti alla luce
4) bisogno di ottenere dei vantaggi
della tripartizione or ora accennata. Come Alessandra Grazzottin
emotivi personali (tacitare ansia,
identifica bene nel suo testo sulla sessualità e la fisiopatologia
angoscia, solitudine, fame d’amore,
sessuale11 troviamo una sessualità descrivibile come “sesso
scaricare tensione, confermare la
amoroso”, una “sessualità ricreativa” ma anche una
propria identità o il proprio potere),
“procreativa” che porta con sé il desiderio di un figlio, fino ad una
relazionali (ridurre l’aggressività del
sessualità strumentale con le luci e le ombre che la possono
partner, ottenere attenzione e così
accompagnare.
via), o vantaggi oggettuali (denaro,
Che la dimensione istintuale occupi una posizione primaria, oggetti, viaggi, facilitazioni, carriera)
questo lo si vedeva bene nell’opera di Krafft-Ebing nella quale (sesso strumentale). 13
egli, già nelle prime righe del suo trattato, sottolineava la Dunque la sessualità umana che si
centralità di tale dimensione: “nell’amore carnale, come cieco esprime dall’ambito biologico fino
impulso a saziare con la voluttà l’istinto sessuale, l’uomo si trova all’ambito comportamentale,
allo stesso livello degli animali”. Tuttavia concedeva all’uomo di passando certamente per la parte
accedere a livelli più elevati di quelli istintuali da cui comunque emotiva e quella cognitiva, è terreno
parte poiché “a lui è dato elevare lo spirito in regioni dove non complesso e articolato non risolvibile
più schiavo passivo di un istinto, sente sorgere in sé, destati semplicemente sul piano di ciò che
dall’istinto medesimo, sentimenti più puri e più nobili che, ad onta pare evidente o su ciò che è dato per
della loro origine materiale, lo introducono nel mondo spirituale scontato dal punto di vista sociale e
del bello, del sublime, del morale.”12 culturale. Questo lo si vede dalla non
Le molteplici finalità e i variegati significati della sessualità possono necessaria coincidenza dell’identità
essere riassunti nei seguenti punti: sessuale con quella di genere o con il
comportamento sessuale agito. Se i cromosomi, i effettivo (emersero in modo ampio temi come la
genitali esterni, le gonadi così come i caratteri masturbazione, il tradimento, i rapporti
sessuali secondari configurano con una certa prematrimoniali, la frequentazione di prostitute,
evidenza l’identità sessuale non è ancora detto che ecc.) e quello pubblicamente accettato.
ciò che intimamente la persona sente di essere sia Successivamente ebbero notevole eco gli studi tra
corrispondente alle “dotazioni di natura” che gli anni Sessanta e Settanta condotti dal
configurano l’identità sessuale. Inoltre, il come la ginecologo William Masters e dalla psicologa
sessualità venga espressa è ancora un fattore di Virginia Johnson che diedero il via ad una serie di
ulteriore variabilità. Riprendendo il nostro percorso pubblicazioni a partire da “Human sexual response”
iniziato con la Psychopathia sexualis di Krafft-Ebing del 1966, arrivando perfino a “suggerire” la
nel 1886 e passata la tappa del 1905 dei Tre saggi produzione di una recente serie televisiva dal nome
sulla teoria sessuale di Freud, il Novecento conosce inequivocabile di Masters of sex che racconta la
un’ulteriore svolta negli anni Quaranta e Cinquanta storia dei due ricercatori. Se lo studio Kinsey era di
grazie allo studio conosciuto come Rapporto Kinsey tipo quantitativo, statistico, certamente diceva
sul comportamento sessuale maschile e femminile; molte cose sulla vita sessuale degli americani ma
un’indagine su ampia scala che rappresenta il non aveva l’impatto di uno studio che andava a
primo studio con vocazione sistematica rispetto ai filmare, fotografare, registrare nei parametri più vari
comportamenti sessuali che vengono indagati con l’attività sessuale umana delineando il ciclo della
specifiche tecniche di campionamento. La storia risposta sessuale. La sessualità, dunque, diventa
sessuale delle diciottomila persone intervistate fece pienamente oggetto di studio arricchendo le
da base di riflessione in un’epoca ancora legata a conoscenze ma, al tempo stesso, sfatando miti e
rappresentazioni sulla sessualità che tuttavia non rappresentazioni del tutto fantasiose che erano
corrispondevano con quello che di fatto la gente radicate nella popolazione. L’approccio alla
viveva. Ciò che scaturì dallo studio era proprio tale sessualità e alle sue espressioni passa anche
divaricazione tra il comportamento sessuale attraverso la lettura e la definizione che ne ha dato

Elaborazione L. Pezzoli

Disforia di genere Disturbo da


identità di genere
DISFORIE DI GENERE
Altre disforie di DSM 4
genere

Disturbo voyeristico, Disturbo


esibizionistico, Disturbo frotteristico, Disturbo da
PARAFILIE Masochismo sessuale, Disturbo pedofilico, Disturbo
feticistico, Disturbo da travestitismo, Altri disturbi
parafilici specificati/non sepcificati

Eiaculazione ritardata
Eiaculazione precoce
Disturbi dell’orgasmo femminile

Disturbi dell’erezione
Disturbi dell’interesse sessuale/arousal femminile
DISFUNZIONI SESSUALI Dolore genito-pelvico alla penetrazione

Disturbo da desiderio sessuale maschile ipoattivo


Disfunzioni sessuali dovute a sostanze/condizioni mediche
Altre disfunzioni sessuali specificate/non specificate
negli anni il manuale diagnostico-statistico dei come sesso psicologico da parte della persona. Per
disturbi mentali, più freddo erede della capire il peso di tale spostamento di accento da
Psychopathia sexualis di Krafft-Ebing che aveva il parte del manuale diagnostico statistico che
merito di una dimensione narrative, giocoforza orienta lo sguardo nettamente sulla dimensione
perduta nel tempo, a fronte dell’urgenza di andare della disforia, si può prendere come riferimento uno
subito al dunque in modo pratico e semplificato dei tanti casi dove questa condizione è stata vissuta
che hanno i moderni manuali di classificazione. con dolore e disagio, spesso a causa di un contesto
L’ultima revisione del DSM, quella del 2013, da parte poco accogliente o, piuttosto, emarginante. Un
dell’American psychiatric association (APA) ha esempio su tutti che è stato purtroppo velocemente
prodotto la quinta edizione di questo testo di destinato all’oblio come fatto di cronaca locale, è
riferimento in ambito del disagio mentale. Una quello di un ragazzo di Agrigento, Paolo di 16 anni,
revisione che, per quanto riguarda l’area della di cui il 18 dicembre 2007 riferiva il quotidiano
sessualità, ha visto alcuni cambiamenti di rilievo che italiano La Repubblica. La cronaca racconta che
non sono passati inosservati. La novità più Paolo si sentiva donna, si vestiva da donna e si
importante e visibile senza troppe letture è che nel truccava. Aveva anche patito maltrattamenti da
DSM 5 si passa da una unica categoria di inclusione parte di un genitore e, con l’intervento del tribunale
dei disturbi sessuali ad una distinzione su tre dei minori, veniva collocata in una comunità per
categorie e, nello specifico, le Disforie di Genere, le minori di Agrigento dove alla fine Loredana, così si
Parafilie ed infine le disfunzioni sessuali. faceva chiamare, si è tolta la vita tramite
impiccagione. Lo ha fatto con il suo foulard
Ma prima occorre considerare l’impianto generale
preferito. In quel centro era stata collocata per
rispetto alle tematiche in questione riservato dal
essere “recuperate” e quindi viveva con 35 ragazzi
DSM 5. Nel manuale non ci sono grandi
(maschi). Una storia drammatica che tuttavia fa
cambiamenti per l’area delle disfunzioni sessuali se
comprendere lo spostamento deciso dall’APA sulla
non piccole revisioni e qualche spostamento. In
dimensione della sofferenza piuttosto che sulla
questo ambito si trattano tutte quelle dimensioni
condizione che esce quindi, come tale, dalla
dove la funzione sessuale considerata normale
dimensione del disturbo. Come ricordava Benjamin
risulta disturbata, lo si fa ripercorrendo quella
nel 1966 “I veri transessuali sentono di appartenere
partizione tradizionale detta trifasica ovvero il
all’altro sesso, desiderano essere e operare come
desiderio, l’eccitazione e l’orgasmo. L’approccio
membri del sesso opposto, non solo di apparire
odierno è orientato a modelli circolari “in quanto
come tali. Per costoro, i loro caratteri sessuali primari
consentono di leggere le interazioni tra le diverse
e secondari sono deformità disgustose che devono
fasi e i possibili feed-back positivi o negativi in grado
essere trasformate dal bisturi del chirurgo”15. Su
di potenziare o, rispettivamente, inibire la funzione
questa linea si colloca il DSM 5 che pone i criteri per
sessuale.”14.
la Disforia di genere nei seguenti punti:
Vi è poi la Disforia di genere (Gender Dysphoria)
che chiaramente non ha a che fare con le A. Una marcata incongruenza tra il genere
disfunzioni sessuali sopra accennate e nemmeno esperito/espresso da un individuo e il genere
con le parafilie, configura infatti un tema a sé tanto assegnato, della durata di almeno 6 mesi, che si
da meritare, da parte dei redattori del manuale, manifesta attraverso almeno due dei seguenti
una categoria tutta sua distinta, da un lato, dalle criteri:
disfunzioni sessuali e, dall’altro, dalle parafilie. Da • Una marcata incongruenza tra il genere
notare che nella revisione del DSM che ha portato esperito/espresso da un individuo e le
alla quinta edizione ora in uso, si è passati dalla caratteristiche sessuali primarie e secondarie;
definizione di disturbo da identità di genere a quello • Un forte desiderio di liberarsi delle proprie
di disforia; il cambiamento non è da poco. In esso caratteristiche sessuali primarie e/o
c’è una modifica di sguardo importante su questa secondarie;
• Un forte desiderio per le caratteristiche
realtà che pone l’accento, derubricando la
sessuali primarie/secondarie del genere
transessualità dai disturbi, sulla sofferenza e sul opposto;
disagio del soggetto per la sua condizione piuttosto • Un forte desiderio di appartenere al genere
che sulla condizione in sé. Con transessualismo si opposto (o a un genere alterativo)
intende una sorta di disallineamento tra quello che • Un forte desiderio di essere trattato come
appare come sesso fisico e quello che è vissuto appartenente al genere opposto (o a un
genere alterativo)
• Una forte convinzione di avere i sentimenti e le sessuali con partner umani fenotipoicamente
reazioni tipici del genere opposto (o di un normali, fisicamente maturi e consenzienti.”16. È
genere alterativo) facile riconoscere in filigrana il catalogo che
B. La condizione è associata a sofferenza emerge dai testi di di Krafft-Ebing: sadismo,
clinicamente significativa o a compromissione del masochismo, feticismo, esibizionismo ecc. ecc.. Non
funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in si parla più di « psicopatie sessuali » come
altre importanti aree. nell’Ottocento, e nemmeno di perversioni (troppo
impregnato di moralismo ed etichettante per la
Se si guarda con un occhio retrospettivo e storico, si comunità scientifica), ma di parafilie: “il disturbo
noterà che quello che sta succedendo al parafilico è una parafilia che, nel momento
transessualismo nell’edizione V del DSM ha delle presente causa disagio o compromissione
analogie con quanto occorso per l’omosessualità nell’individuo o una parafilia la cui soddisfazione ha
nelle varie edizioni e revisioni del manuale arrecato, o rischiato di arrecare, danno a se stessi o
americano. Nella prima edizione del DSM, quella gli altri. La parafilia è una condizione necessaria ma
del 1952 l’omosessualità si trovava nei disturbi non sufficiente per avere un disturbo parafilico: una
sociopatici di personalità mentre nell’edizione del parafilia, di per sé, non giustifica o richiede
1968 (il DSM 2) era considerata al pari di una necessariamente l’intevento clinico.”17. Questo è un
deviazione sessuale come la pedofilia o la punto che ha suscitato molti malumori e
necrofilia, il feticismo, ecc. Si sentono, in questo controversie, sorpattutto per quanto riguarda la
caso, gli echi del primo dei Tre saggi sulla teoria pedofilia che viene fatta rientrare nelle parafilie.
sessuale di Freud dove l’omosessualità era collocata Stando alla definizione introduttiva a questo settore
all’interno delle deviazioni rispetto all’oggetto. del DSM 5, la parafilia (in questo caso la pedofilia)
Nell’edizione terza del DSM, siamo a metà degli “è una condizione necessaria ma non sufficiente
anni Settanta, l’omosessualità viene spostata dalle per avere un disturbo parafilico: una parafilia, di per
parafilie e riclassificata. Qui, a grandi linee, è sé, non giustifica o richiede necessariamente
avvenuto quello che vediamo succedere ora per la l’intervento clinico.”18. La distinzione tra parafilia e
Disforia di genere. Infatti, nel 1974, l’omosessualità disturbo parafiliaco (Paraphilias and Paraphilic
veniva considerata “problema” nella misura in cui il Disorders) non è dunque di poco conto. Se si resta
soggetto soffriva della sua condizione (questa è la nell’area del desiderio si viene allora collocati
citata egodistonia) e nel 1987, nel DSM III-R, veniva all’interno del calderone del comportamento
derubricata anche l’omosessualità egodistonica. Lo sessuale atipico; se questo desiderio lo si agisce si
sguardo dunque cambia nel tempo e gli interventi rientra nel disturbo parafilico. Ogni disturbo
sul manuale diagnostico statistico riflettono non solo considerato in quest’area prevede un criterio A che
quanto avviene all’interno della comunità “specifica la natura qualitativa della parafilia”
scientifica ma anche a livello sociale e culturale. come ad esempio rivolgere l’attenzione sessuale
Sulla scia di questi cambiamenti si muoveva anche verso i bambini, e un criterio B che precisa “le
l’Organizzazione mondiale della sanità. Così conseguenze negative della parafilia”: dal disagio
l’agenzia di stampa ANSA, il 17.12.1991 batteva la in senso ampio fino alla compromissione o al danno
notizia: (Ansa) - Ginevra, 17 dic – l’elenco delle ad altri. La diagnosi “dovrebbe essere riservata”
malattie che sarà pubblicato il prossimo anno dall' (così nel testo) a coloro che soddisfano entrambi i
Organizzazione mondiale della sanità non criteri. Se si ha solo il criterio A non c’è diagnosi di
comprenderà più, per la prima volta dal 1948, disturbo e la cosa sembra andare sotto l’area degli
l'omosessualità. Lo ha deciso l'apposita orientamenti sessuali del soggetto. Come si può
commissione dell'OMS che si riunisce immaginare il dibattito è più che aperto e i contrasti
periodicamente a Ginevra. non mancano come non mancano per l’altro
punto considerato critico relativo al fatto che nel
Arriviamo infine alla parte del DSM 5 dedicata alle
criterio A si definisce che le fantasie, i desideri o
parafilie dove troviamo alcune linee di continuità
comportamenti comportano attività sessuale con
con anche elementi di novità nel panorama della
un bambino in età prepuberale o con bambini (in
sistematizzazione in quel catalogo che in parte
genere sotto i 13 anni di età). Tale specifica rispetto
abbiamo già incontranto nei testi dell’Ottocento.
alla preferenza sessuale per bambini in età
Con parafilia il DSM 5 intende “qualsiasi intenso e
prepubere sembra escludere soggetti immaturi o
persistene ineresse sessuale diverso dall’interesse
ancora in crescita cosa che, a ben vedere, lascia
sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari
delle perplessità. Con prepubertà ci si riferisce alla 1 Von Krafft-Ebing, R. (2011). Psychopathia Sexualis
differenziazione di Tanner del 1962 che prevede cinque gradi (pp.1-2). Milano : Pgreco edizioni. (Originariamente
pubblicato nel 1886).
della maturazione genitale con corrispondenti fenotipi di 2 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In
riferimento. La diagnosi di pedofilia si restringerebbe quindi Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 3). Torino:
alle persone che hanno una preferenzsa sessuale verso i Universale Bollati Boringhieri.
bambini prepuberi, ovvero quelli precedenti lo stadio 1 di 3 Ibidem

4 Ibidem
Tanner. Una visione, come detto, piuttosto restrittiva e
5 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In
discutibile. In tal senso sono state avanzate delle proposte di
Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 34). Torino:
modifica e delle specifiche come quella di Blanchard19 il
Universale Bollati Boringhieri.
quale nel 2008 introduceva la distinzione tra la pedofilia 6 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In

(riguardante i bambini di età inferiore agli 11 anni) e l’ebofilia Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 47). Torino:
(per l’attrazione verso bambini tra gli 11 e i 14 anni). VIsto che Universale Bollati Boringhieri.
7 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In
abbiamo cominciato questo capitoletto con Krafft-Ebing
Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 48). Torino:
vale la pena ricordare che egli poneva anche la categoria
Universale Bollati Boringhieri.
per coloro che avevano una preferenza per adolescenti di 8 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In

età comrpesa tra i 15 e I 19 anni che chiamava efebofilia. Da Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 71). Torino:
parte dell’autore Tedesco viene sostenuta una Universale Bollati Boringhieri.
differenziazione per cui “si trova ogni sorta di forme di 9 Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In

passaggio. Gli uni hanno un’inclinazione per gli esserini di Freud S. (2000). La vita sessuale (p. 107). Torino:
Universale Bollati Boringhieri.).
due, tre, quattro anni; altri ancora sono eccitati dalla 10 Ibidem
maturazione sessuale in atto per cui non mirano agli immaturi 11 Grazzottin, A., Sessualità e fisiopatologia sessuale

ma, più propriamente, agli adolescenti, sessualmente semi- in Zanoio, L., Barcellona, E., Zacché, G. (a cura di),
maturi.”20. Krafft-Ebing le definisce “persone pericolose”21, e Ginecologia e ostetricia con tavole di F.H. Netter,
ancora insiste scrivendo: “nessun dubbio può esistere circa la Elsevier Masson, Milano, 2007, p. 165-196.).
12 Von Krafft-Ebing, R. (2011). Psychopathia Sexualis
pericolosià dei pedofili.”22. L’autore, a mio avviso con grande
(p. 1). Milano : Pgreco edizioni. (Originariamente
lucidità e precorrendo i tempi e i tabù, scriveva con
pubblicato nel 1886).
coraggio che “la pedofilia, a prescindere dagli idioti e dagli 13 Grazzottin, A., Sessualità e fisiopatologia sessuale

altri individui psichicamente ammalati, (…) sia assai più in Zanoio, L., Barcellona, E., Zacché, G. (a cura di)
frequente di quanto non si supponga.” 23 (2007). Ginecologia e ostetricia con tavole di F.H.
Netter, Elsevier Masson, Milano, p. 166.
La sessualità dunque ha trovato vari osservatori e sensibilità 14 Grazzottin, A., Sessualità e fisiopatologia sessuale

differenti nel corso di questa carrellata dalla metà del 1800 in Zanoio, L., Barcellona, E., Zacché, G. (a cura di)
(2007). Ginecologia e ostetricia con tavole di F.H.
fino al 2013 dove certo alle line di continuità si trovano anche
Netter, Elsevier Masson, Milano, p. 168.
sviluppi e differenziazioni non indiffernti come abbiamo 15 Benjamin, H., (1968). Il fenomeno transessuale (p.

potuto vedere per le novità inserite nell’ultima edizione del 23). Roma: Astrolabio.
DSM 5. Uno sguardo a volo d’uccello che credo dia la 16 AAVV. (2014). Manuale diagnositco e statistico

dimensione della complessità del tema e di come la dei disturbi mentali DSM-5 (p. 765). Milano:
sessualità abbia iniziato progressivamente ad avere una Raffaello Cortina.
17 AAVV. (2014). Manuale diagnositco e statistico
tematizzazione nella comunità scientifica proprio a partire da
dei disturbi mentali DSM-5 (p. 796). Milano:
quell’Ottocento positivista che, coi limiti noti di quest’epoca, Raffaello Cortina.
portava anche indiscutibili stimoli e contributi nel suo sforzo di 18 Ibidem

comprendere le dimensioni dell’umano. Mi piace 19 Blanchard, R., Lykins, A. D., Wherrett, D., Kuban,

concludere con la considerazione di Kinsey del 1948 apparsa M. E., Cantor, J. M., Blak, T., ..., Klassen, P. E. (2008).
Pedophilia, Hebephilia, and the DSM-V. Springer
nel suo testo che riferiva della sua ricerca pionieristica sul
Science+Business Media, LLC 2008 Arch sex Behav
comportamento sessuale dell’uomo. Una considerazione che
(2009) 38:335-350 DOI: 10.1007/s10508-008-9399-9
invitava ad evitare le divisioni in bianco e nero perché la 20 Von Krafft-Ebing, R. (2011). Psychopathia Sexualis

natura non è abitata da dimensioni e categorie discrete (p. 582). Milano : Pgreco edizioni. (Originariamente
dove ci sono, da un lato, le capre e dall’altro le pecore pubblicato nel 1886).
21 Ibidem.
(questo era l’esempio usato proprio da Kinsey). Il continuum
22 Ibidem.
che caratterizza il mondo vivente invita a una grande 23 ibidem
prudenza e attenzione e ciò vale anche per il
comportamento sessuale umano.
CRONACHE MOZARTIANE
Lorenzo Pezzoli

DAL DON GIOVANNI DI MOZART


NELLA REGIA DI G. VICK IN SCENA A COMO IL 26 E IL 27 SETTEMBRE 2014

Don Giovanni lo abbiamo sempre vicino, il rischio è non


vederlo più e pensare che sia solo una maschera,
magari simpatica e godereccia uscita dall’opera di
Mozart su un tema precedente, più antico, un
simpaticone a cui piacciono le donne, e in fondo che
male c’è, un nobiluomo che ama far festa, forse un po’
troppo ma se ce lo si può permettere che male c’è...
tuttavia, forse, quel Don Giovanni di pizzi e merletti, non
è mai esistito, nemmeno nell’opera di Mozart che
rappresenta una realtà drammatica e durissima. Una
realtà spesso confusa e mimetizzata dai costumi
settecenteschi e dalle sottane svolazzanti che
strappano solo simpatia, come le scollature di Zerlina,
tra bustini da corte parigina del Re Sole che, al
massimo, fanno fare qualche sospiro o poco più. Ma lo
spaesamento è grande se ai merletti e alle sottane
settecentesche ti trovi in scena una ragazzina alla
quale vengono tolte (eufemisticamente) le mutande
per costringerla a piegarsi alle perversioni del
protagonista e al suo divertimento. Se scopri che il ruolo
principale, nella versione di questo acuto regista, è
occupato da un cocainomane, con Leporello che fa
da spalla a Don Giovanni in tuta Adidas e che pare
proprio uscito dal film Gomorra. E se poi ti trovi un
tipaccio con auto targata Montecarlo, avvezzo a festini
con droga, donne, violenza e depravazione sei
costretto a fermarti a riflettere. Scopri così che si tratta
di quelle stesse cose di cui ti sei occupato nel lavoro
clinico per sedici anni, parlo per me naturalmente,
raccontate dal 1787 da un giovane musicista che ti
mostra come certe cose possano diventare una
normalità nella quale non sei più disposto a fare un
passo indietro, a rinunciare, a “pentirti”, nemmeno
all’ultimo e resti inchiodato alla poltroncina e cominci a
rivedere, rileggere e reinterpretare tutta l’opera. Perché
Don Giovanni, che ci piaccia o meno, è più vicino a
Barbablù che all’amabile seduttore da cartolina di cui
spesso abbiamo avuto rappresentazione: Barbablù
uccide le sue donne fisicamente, Don Giovanni le tratta
da oggetti, tratta tutti come oggetti da cui prendere
quello che vuole, servizi, piaceri, soddisfazioni,
divertimento, e non concede nemmeno quella vita che
poi Barbablù toglie loro.
Come scrive Jèrgen Wertheimer in un suo saggio del 1999, “...è l’anonimità,
non l’identità né l’identità falsa, doppia, a determinare fortemente le relazioni
fra le figure. Il loro rapporto non diventa solo duplice, ma senza volto. E allora
anche la dolcissima “Là ci darem la mano...” sulla bocca di Don Giovanni
diventa urtante, ennesimo “esperimento con le emozioni” altrui dove la
sensibilità è solamente apparenza e un utile grimaldello usato ad arte per
ricavare dall’altro ciò che si desidera in quel momento. La regia di Vick arriva
al punto di maggior forza e violenza al banchetto finale dove Don Giovanni
attende il commendatore. Il banchetto di cibi è diventato un banchetto di
persone, Don Giovanni si è davvero trasformato in Barbablù; o forse l’uno e
l’altro sono sempre stati la medesima persona. Si vedono ragazzine
giovanissime che devono sedersi su torte al cioccolato mentre Don Giovanni
le filma in un set improvvisato, o che sono costrette a giocare con bottiglie di
spumante dove di erotico non c’è proprio nulla, giusto per dirla tutta. Lo
scenario, nella sua crudezza è degno del degrado che per tutto lo spettacolo
ci viene trasmesso nel gioco della regia. Vediamo finalmente Don Giovanni
nella sua vera veste di Dissoluto, lo vediamo realmente, e il regista ci dice
quello che poi lascia scritto nella sua nota al libretto di sala: “Sono rimasti altri
limiti che Don Giovanni può trasgredire? La nostra bussola morale è costituita
solo dalla nostra immediata auto-gratificazione? Mentre Don Giovanni si
diffonde come un virus, trascinando tutti nella sua tela universale, non è più
l’outsider ma l’incarnazione di una società la cui trasgressione è glamour, è
vendibile, provoca dipendenza e in cui la corruzione è norma condivisa.”

SE ALL’OPERA TI SI SIEDE DI FIANCO


DON GIOVANNI
Una sera mi si è seduto di fianco Don Giovanni... l’ho visto come uno di noi,
come un potenziale “me stesso” nella misura che si perda la misura, che non si
vigili sulle tante e perverse “normalità” che spesso la nostra società ci
propone, dove tutto diventa (appunto) normale, e lo diventa nella
dimensione più triste della normalità e cioè quella numerica, quella della
“maggioranza”, della statistica: normale solo perché “lo fanno tutti” e così la
tolleranza diventa più elastica. Come se le tristi maggioranze che hanno
portato ai totalitarismi non ci avessero insegnato nulla. Così, quando Don
Giovanni, che avevo visto nella sua più cruda dissolutezza della
rappresentazione di Vick, è sceso a sedersi fra il pubblico, ho sentito un brivido
e sono scattato in piedi. Il protagonista non è sceso nell’inferno, tra fiamme e
tuoni, seguendo il commendatore come nelle rappresentazioni tradizionali,
ma è “sprofondato” mimeticamente nel pubblico, col pubblico, in sala,
sedendosi su una delle sedie della platea. Non ha compiuto
quell’allontanamento rassicurante nell’altrove dei “cattivi”, come solitamente
si vede rappresentata la sua dipartita (“che strazio, ohimé, che smania, che
inferno, che terror!”) lasciando in scena (e in sala) i buoni che cantano con
Zerlina, Masetto, Leporello, Don Ottavio e Donn’Anna, “...questo è il fin di chi
fa mal; e de’ perfidi la morte alla vita è sempre ugual.”. Per “chi fa il mal” nella
compulsione dongiovannesca “la morte alla vita è sempre uguale” come se il
tempo, e lo abbiamo visto nella spietata rappresentazione di Vick al teatro
sociale di Como nel 2014, fosse annullato nella serialità del dissoluto, dove le
esperienze non sono più esperienza ma pura contabile ripetizione della
medesima cosa. Infatti con la ripetizione compulsiva dell’inferno del commendatore. A termine di un
del medesimo atto la temporalità svanisce, si sfalda susseguirsi di rimandi a quelle che sono le
in un presente sempre eterno e uguale a sé stesso, degenerazioni del piacere nella nostra società, ben
dove la condotta agita non dà più piacere ma solo colte dal regista, e alla perdita di un orizzonte nella
sollievo: siamo proprio nella dipendenza. Don vita, dove la trascendenza non ha più posto
Giovanni non finisce dunque all’inferno ma enfatizzando un qui e ora che diventa quell’attimo
precipita dal palco fino al nostro fianco, e questa è perversamente fuggente che finisce per giustificare
stata la situazione più surreale e al tempo stesso il consumo del piacere e dell’interlocutore,
vera che l’opera di Mozart, nella visione, nella Dongiovanni è sprofondato nel potenziale inferno
lettura e nell’analisi di Vick ha portato ieri sera. Un che può abitarci che è l’inferno più pericoloso. Alla
Vick che ha spogliato della maschilistica grandezza fine percepiamo che proprio quello è il suo posto.
il protagonista, gli ha tolto quella dimensione Quando Don Giovanni è sceso dunque in sala, con
fascinosa del “grande” nel male e nel tragico, l’urlo finale che segue il triplice rifiuto a pentirsi, ci ha
restituendogli la sua meschina dimensione di interpellati tutti, ci ha detto di essere uno di noi... o
soggetto incapace di cambiare sguardo e meglio, ci ha detto di essere noi quando siamo
recuperare la sua umanità. Don Giovanni è stato indifferenti, cinici, disattenti all’altro, rapaci, ogni
privato dal regista di quella “grandezza” nel male volta che dimentichiamo la compassione, e quel
per il quale lo si guardava in passato con un certo rispetto dell’altro che il regista Mazzacurati, spesso
rispetto, come colui che si gode la vita e che ha il ricordato dal collega Piasentin, evocava scrivendo
coraggio di sprofondare nell’inferno pur di che “ogni persona che incontri sta combattendo
continuare a fare ciò che deve (oramai deve come una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile.
nelle più classiche dipendenze, poiché la volontà Sempre.”
ha ceduto il passo alla necessità). E il protagonista
sceglie (non può fare altro?) di sprofondare Uscito dal teatro, era oramai notte fonda, sono poi
nell’Inferno pur di non cambiare idea, non passato da Mendrisio, una Mendrisio che stava
cambiarla nemmeno davanti all’evidenza; non è ancora celebrando la Sagra dell’uva (mi è
molto grandioso questo, forse un po’ stupido, ma sembrato che, nell’allestimento dell’opera, fosse in
grandioso direi di no. La reazione alla discesa di Don scena anche quella sul palco comasco) e ho
Giovanni che ci precipita metaforicamente e incontrato di nuovo don Giovanni, ho avuto il
fisicamente accanto, è stata di fortissimo sospetto che mi seguisse; ho perfino ancora visto gli
coinvolgimento. In platea è finito sul serio con le luci ospiti che aveva a palazzo, quelli rappresentati
che ci illuminavano, illuminavano noi, pubblico magistralmente da Vick, che ubriachi nei loro sedici
anonimo per tutta la vicenda che, con l’arrivo di anni, diciassette, forse 20, 21 o di più (ma che
don Giovanni, diventiamo protagonisti: la reazione differenza fa?), celebravano un consumo della vita
alla discesa di Don Giovanni è stata di una tensione attraverso il consumo di un divertimento che ha solo
emotiva percepibile in tutto il teatro pliniano, una le smorfie dell’ebrezza etilica, il sorriso finto che non
reazione anche fisica. Mi sono ritrovato in piedi ha alcuna parentela con la serenità, la gioia e la
vicino a Riccardo Pecci, musicologo esperto che felicità. Camminavano, sarebbe meglio dire
con me era all’opera, e che certo con più vagavano, e testimoniavano che ancora una volta
cognizione leggeva le note e la vicenda ma, aveva vinto Don Giovanni sull’onda dell’eccesso
nonostante la ragione, l’alzarsi è stato inevitabile. come misura del divertimento, e se si ascoltava
Formalmente scattati in piedi per vedere dal bene, se si tendeva un po’ l’orecchio, lo si sentiva
palchetto dove si sarebbe seduto il protagonista, canticchiare ancora: “...già che spendo i miei
ma in realtà la nostra è stata la reazione di chi si denari, io mi voglio divertir..” (Lorenzo Pezzoli)
trova accanto, d’improvviso, qualcosa che
pensava lontano e sconosciuto e di colpo se lo
vede attribuire. Allora si scopre che Don Giovanni è
sprofondato da sempre dentro di noi, ci abita
dall’alba dei tempi, pronto a svegliarsi per proporre
le sue ciniche imprese, pronto a emergere ogni
volta che ci distraiamo pensando che in fondo che
male c’è, che tutti lo fanno... radici di quella
banalità del male che può portarci molto più giù
DUE PAROLE, INFINE, SULL’INTIMITÀ
Lorenzo Pezzoli

È un capitolo complesso quello sulla sessualità interpersonali. Rapporti che certo fanno spendere
perché interpella molte dimensioni di ciascuno, più fatica, mettono più in gioco e, soprattutto,
entra nella parte nascosta e nelle pieghe dei vissuti, costringono a fare i conti con la dimensione
nell’immaginario e nelle attese ma anche nelle dell’intimità. Una dimensione che se viene persa
paure e nelle ferite. Oggi, poveri noi, ci sentiamo dalla sessualità non può che provocare le
disinibiti, non più impressionabili, aperti, alcuni si degenerazioni che in questo modulo andrete ad
percepiscono evoluti e financo svezzati alla incontrare. Oggi, tanto familiarizzati con la sessualità
sessualità. Ci crediamo in questo modo, come esibita, ci sentiamo emancipati ma non ci
singoli, come cultura, come società, solo perché accorgiamo che questa emancipazione ha un
molti tabù e riserve paiono essere cadute e la prezzo che è rappresentato da un allontanamento
rappresentazione del corpo nudo, della sessualità dalla nostra intimità. Abitiamo una società che è
che occupa settori tra i più disparati, parrebbe diventata più fragile man mano che toglieva gli
averci svezzato e resi maturi e liberi dinnanzi a abiti alle persone, man mano che metteva subito in
questa parte importante della vita. Ma pare proprio contatto con l’intimità altrui che, così esposta,
che non sia così e che vedere tanti sederi, diventava di tutti e quindi perdeva la sua natura più
apprezzare tanti décolleté, che aver sbirciato da profonda: di intimità appunto. Forse il vero male che
tanti buchi di serratura che sono oggi i computer si è nascosto ed è cresciuto all’interno del processo
piuttosto che la televisione, ci abbia reso maturi emancipativo di cui ho fatto cenno relativamente
rispetto alla sessualità, confondendo molte alla sessualità, è la progressiva compromissione
dimensioni e portandoci a considerarci emancipati dell’intimità. Come scriveva in un suo breve saggio
solo perché più esposti a un tema. Piuttosto temo François Julien, “ciò che rende possibile l’intimità,
che sia il contrario, e cioè che la progressiva che la si provi in sé stessi o che la si affidi all’Altro – i
familiarizzazione con la sessualità rappresentata non due si rivelano inseparabili -, è che non ci siano più
abbia favorito una nostra maturazione in questo mire e progetti sull’Altro; in altri termini, che non si
ambito, quanto piuttosto che abbia spostato voglia né ci si attenda nulla da lui; che si liberi la
(orientandola e appiattendola) la sessualità sulla relazione da qualsiasi finalità e interesse.” (Jullien, F.
rappresentazione, in qualunque forma sia (2013), Sull’intimità, Raffaello Cortina editore,
manifestata in questa nostra società ed epoca che Milano, p87.). Temo che oggi prevalgano sull’altro
spesso vede le persone più protagoniste nel sesso finalità e interessi che lo inchiodano in una spesso
virtuale che nella coltivazione dei rapporti desolante reificazione, soprattutto per quanto
attiene la sessualità.
RIFLETTERE CON LA LETTERATURA

Un giorno tutti gli abitanti di Piazza Guy d’Arezzo a Bruxelles ricevono la stessa lettera:
“Questo messaggio solo per dirti che ti amo. Firmato: tu sai chi”. Un messaggio d’amore,
apparentemente innocente, che dà il via a una catena di conseguenze che finiranno
per sconvolgere la vita degli abitanti della piazza. C’è Zachary Bidermann, potente
commissario dell’Unione Europea, erotomane incallito. C’è Faustina, la sofisticata ufficio
stampa di una grossa casa editrice che detesta il suo amante che le fa l’amore troppo
bene e quindi la fa sentire schiava. C’è Josephine che convince il marito Baptiste a
prendere in casa l’amante di lei. C’è il banchiere Francois-Maxime de Couvigny,
felicemente sposato, che ogni mattina cerca fugaci incontri sessuali con giovani ragazzi.
Ci sono la portinaia Marcelle innamorata del suo afgano (un aitante clandestino) e la
signorina Beauvert che fa l’amore con il suo pappagallo Copernico. E molti, molti,
moltissimi altri. Mentre l’indagine avanza, i corpi si allacciano, la temperatura dei desideri
si fa rovente, la fantasia dell’eros si scatena, i cuori si spezzano e nascono gli amori.
Schmitt racconta in un caleidoscopio di storie avvincenti la sessualità dei nostri tempi, in
tutte le sue forme, con un’inaudita fisicità, senza moralismi, ma con un’attenzione
sempre vigile all’etica dei rapporti umani e alla forza dell’amore. Schmitt ha creato una
cattedrale dell’erotismo contemporaneo.
Cap. VI da pag. 58 a pag. 66

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