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CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI STORICI

prof PAOLO FACCIO


(Università IUAV di Venezia )
A.A. 2012 2013

Lezione n. 2 : le costruzioni in muratura


Collegamento tra
elementi lignei

Collegamento tra elementi


lignei e muratura d’ambito

Forometria regolare e
con architravi resistenti
a flessione
Incatenamento
muri contrapposti

Cantonali ben
apparecchiati, legatura tra
murature ortogonali

Omogeneità della muratura


Impalcati funzionanti come piano rigido
Schema di edificio in muratura e legno con evidenziate le
principali caratteristiche
1- La struttura
Di cosa parliamo : strutture resistenti per massa e strutture
resistenti per forma
• “…la sollecitazione a compressione è collegata alla pietra come
materiale resistente ed alla linea retta verticale come canale statico,
ossia al sostegno di pietre impilate o, in termini più evoluti, alla
colonna, al pilastro, al muro”(1)

• “.. figure strutturali che … più efficacemente interpretano il legame


intercorrente fra la legge di distribuzione dei carichi e la forma
strutturale, ossia l’arco e la fune”(2)

(1) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 507

(2) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 237
Strutture resistenti per
massa : strutture tozze

Strutture resistenti
per forma

Strutture snelle
Strutture tozze e Pressione eccentrica
Si ha quando alla pressione normale (P) si aggiunge una sollecitazione di flessione (M),
cioè lo sforzo normale non è centrato nel baricentro (G) della sezione ma è a distanza (e)
detta eccentricità.
Il carico (P) eccentrico si può scomporre nel carico centrato (P) e nel momento (M), questi
due carichi inducono le tensioni:

P My (P * e)y
σ1 = ; σ2 = = .
A J J

Per il principio della Sovrapposizione degli Effetti:


P (P * e)y
σ = (σ 1 + σ 2 ) = ( ± )
A J

Nocciolo centrale d’inerzia.


Al variare dell’eccentricità si determinano le situazioni:
- Sezione interamente reagente a compressione (asse
neutro esterno).
- Sezione parzializzata, cioè parte reagente a compressione
e parte a trazione (punto di inversione in corrispondenza
dell’ asse neutro (n-n).
Le eccentricità che danno (σ=0), all’ estremo opposto,
individuano un luogo di punti detto Nocciolo centrale d’
Inerzia. L’ ampiezza di tale nocciolo viene definita
mediante il Raggio d’inerzia pari a: ρ= H/6
PRESSOFLESSIONE E SCHIACCIAMENTO
Strutture resistenti per forma: ad ogni condizione di carico corrisponde una forma resistente
ideale Sfruttamento ottimale delle caratteristiche meccaniche della muratura
2 - Caratteristiche delle murature storiche: il materiale
La Regola dell’Arte nelle murature

•Regolarità dei corsi orizzontali


•Squadratura regolare dei conci
•Verticalità della muratura
•Non allineamento dei giunti verticali
•Qualità dei blocchi
•Qualità della malta
•Ammorsamento trasversale dei blocchi :
ingranamento
La regola dell’arte
Caratteristiche delle murature eseguite a regola d’arte
Diffusione dei carichi verticali nella muratura in relazione all’apparecchiatura

P
P

La trasmissione dei carichi


verticali avviene per
contatto dei blocchi.
L’apparecchiatura è in
grado di diffondere i carichi
in relazione alle
caratteristiche dimensionali
del blocco e
all’ingranamento tra
elementi, rapporto di
contatto
Relazione tra
apparecchiatura e
stabilità alle azioni
orizzontali ortogonali
al piano del muro
Relazione tra instabilità e apparecchiatura muraria

P 1/4 P 1/9 P

π2 ⋅ E ⋅ a 3 π2 ⋅ E ⋅ a 3 π2 ⋅ E ⋅ a3
Pcr1 = Pcr 2 = Pcr 3 =
12 ⋅ l2 48 ⋅ l2 108 ⋅ l2

Rielaborazione da: Giuffrè, A., (1991), Letture sulla meccanica delle murature storiche, Kappa, Roma
Le caratteristiche meccaniche della muratura :
resistenza a compressione

Rapporto
altezza
blocco/
altezza
giunto

Resistenza a
compressione e
difetti costruttivi

Qualità del giunto e resistenza


a compressione
Difetti e qualità costruttive
Caratteri
condizionanti
la resistenza
meccanica
della
muratura
Resistenza a taglio della muratura

La resistenza a taglio dipende dallo


stato di compressione della muratura
Resistenza a taglio della muratura

Rielaborazione da:
Giuffrè, A., (1993),
Sicurezza e
conservazione dei centri
storici, Il caso Ortigia,
Laterza, Bari
Resistenza alle azioni orizzontali appartenenti al piano

Rielaborazione da:
Giuffrè, A., (1993), Sicurezza e conservazione dei centri storici, Il caso Ortigia, Laterza, Bari
Resistenza a trazione nella muratura
Le caratteristiche meccaniche della muratura :
resistenza e tipologia costruttiva
CINEMATISMO del PANNELLO FUORI DAL PIANO - ADEGUATEZZA dell’IPOTESI DI BLOCCO RIGIDO
1. EFFICACIA DELLA TECNICA COSTRUTTIVA
- DIMENSIONI DEI BLOCCHI
- ADESIONE TRA I BLOCCHI

Tratto da:Giuffrè, A., (1993), Sicurezza e conservazione dei


centri storici, Il caso Ortigia, Laterza, Bari
La conoscenza della tecnica
costruttiva
Il modello interpretativo
La sperimentazione e
interpretazione della tecnica
MURATURE IN LATERIZIO
Murature in materiale
lapideo
Muratura omogenea :
Composta da elementi lapidei di
grande dimensione può presenrasi con
apparecchiatura con malta di calce
inerte e terra, con inseriti elementi di
minor dimensione per ridurre la
presenza di vuoti – rincocciatura- (a),
presenza di maggiore regolarità dei
conci con giunti costituiti sempre da
calce inerte e terra con ridotta
presenza di rincocciatura (b), corsi
con materiale lapideo disposto in
maniera prevalentemente orizzontale.
Per paramenti di grande spessore
possono essere presenti paramenti
Schema di esterni con riempimenti di schegge e
sezione abbondante ricorso a malta
Muratura disomogenea :
presenza di pochi elementi
lapidei di grande pezzatura,
disposti prevalentemente nei
cantonali, ampia presenza di
malta con capacità strutturali
discrete solo in presenza di
grandi spessori – 80 – 100 cm-.
Presenza di muratura a cassetta e
riempimenti con presenza
abbondante di malta

Schema
di sezione
Muratura listata : murature in pietrame di varia
pezzatura e dimensione, con presenza di giunti
di malta più o meno consistenti. Ad intervalli
regolari di circa 70 – 80 cm, sono presenti
corsi in laterizio che attraversano
completamente lo spessore del muro – corsi di
ripianamento – conferendo grande qualità
strutturale alla muratura.

Schema di
sezione
Murature a secco : murature a varia
pezzatura dei blocchi, prive di
malta e aggregazione in relazione
all’ingranamento dei conci. Nel
caso di costruzioni vengono
utilizzati conci di grande
dimensione per fori porta finestra,
soglie, gradini, cantonali

Schema di
sezione
MURATURE MISTE, LATERIZIO E PIETRA
Realizzazione di elementi
speciali
Muratura in
ciottoli fi fiume

Corso di
ripianamento

Corso di
ripianamento
Individuazione dei corsi di ripianamento in una muratura in opera incerta
In questa muratura ad opera incerta in pietra gli elementi
costruttivamente significativi sono realizzati in laterizio
Parte sommitale

Angolate

Legature longitudinali
Nella parte soggetta a carico maggiore troviamo gli elementi di grande
dimensione
SCHEDE DI ANALISI
DELLE MURATURE
A – Castello di S.
Faustino
A B
B – Castello Visconti
Venosta
“ se è possibile trovare una curva delle pressioni per l’arco completo, che
sia in equilibrio con i carichi applicati (incluso il peso proprio) e rimane
ovunque interna allo spessore dell’arco, allora questo arco è sicuro”
J. Heyman
L’arco, una forma ottimale per ogni condizione di
carico
Curva delle Pressioni

Risultante interna
allo
Tangente all’origine
spessore: possibile
equilibrio
H
H Risultante esterna:
Linea delle pressioni

V V
possibile
meccanismo.
Il metodo delle successive risultanti Si individuano i pesi dei singoli conci e si
descrivono con vettori in scala opportuna.
Si costruisce il poligono delle forze e si proietta
da un punto H preso sulla orizzontale da O. Il
primo lato del poligono sarà orizzontale,
secondo l’ipotesi della direzione della spinta in
chiave.
Si costruisce il poligono funicolare conseguente
alla proiezione effettuata, e con esso si definisce
la posizione della risultante dei pesi, passante
per il baricentro G. Per l’equilibrio la somma
delle azioni esterne – peso- e le due reazioni
vincolari – l’esterna passante per C1 - imposta
dell’arco -l’interna per C0 - chiave
dell’arco- devono appartenere allo stesso
fascio di rette e pertanto passare per G.
Risultano pertanto tracciati il primo e
Arco a tutto sesto Arco a sesto acuto l’ultimo lato del poligono funicolare che
si vuole tracciare. Riportando nel poligono
delle forze una retta parallela a GC1
ottengo 0H1 polo della proiezione cercata.
Tratto da A. Guffrè La Meccanica nell’architettura La statica ed NIS
Roma, 1992
E modulo della reazione in chiave H16 è il
valore della reazione all’imposta
LE VOLTE COME TEORIA DI ARCHI
Volta a botte
Tratto da C. Piccirilli Consolidamento critico, Bonsignori editore, Roma, 1996
Nel caso di volta a botte non cilindrica –
volta di grande sviluppo longitudinale
rispetto allo spessore- la struttura può
essere semplificata come teoria di archi
affiancati
Volta a crociera
Tratto da C. Piccirilli Consolidamento critico, Bonsignori editore, Roma, 1996
Schema costruttivo di
una volta a crociera
VOLTA A CROCIERA
A TESSITURA
SECONDO LE
GENERATRICI
Tratto da F. Giovannetti Manuale del recupero di
Città di Castello, Roma ed. DEI 1992
In prima approssimazione la volta a crociera può essere
schematizzata come insieme di archi delle vele che si
appoggiano sugli arconi diagonali
Volta a padiglione
Tratto da C. Piccirilli Consolidamento critico, Bonsignori editore, Roma, 1996
Si ipotizza in prima approssimazione che la volta a
padiglione sia composta da una serie di semiarchi
che spiccando dal muro di imposta vanno ad
appoggiarsi all’arcone diagonale
PIANTA
SEZIONI

VOLTA A PADIGLIONE CON LUNETTE PERIMETRALI


Tratto da F. Giovannetti Manuale del recupero di Città di Castello, Roma ed. DEI 1992
VOLTA A PADIGLIONE CON LUNETTE PERIMETRALI
Tratto da F. Giovannetti Manuale del recupero di Città di Castello, Roma ed. DEI 1992
Volta a vela
Tratto da C. Piccirilli Consolidamento critico, Bonsignori editore, Roma, 1996
SISTEMA DI VOLTE A PALAZZO PISANI - VENEZIA
I rapporti costruttivi e gli elementi di collegamento
Collegamento tra
elementi lignei

Collegamento tra elementi


lignei e muratura d’ambito

Forometria regolare e
con architravi resistenti
a flessione
Incatenamento
muri contrapposti

Cantonali ben apparecchiati,


legatura tra murature
ortogonali

Omogeneità della muratura


Impalcati funzionanti come piano rigido
Schema di edificio in muratura e legno con evidenziate le principali
caratteristiche di qualità costruttiva di una fabbrica asismica
Realizzazione dei cantonali
DANNEGGIAMENTO
QUADRI FESSURATIVI E MECCANISMI DI DANNO NEI SOLIDI
PRISMATICI
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione

• La sollecitazione di compressione
comporta, superato il limite di
resistenza del materiale, la rottura per
“schiacciamento”;
• si consideri ora un elemento di forma
cubica (composto da un materiale
omogeneo ed isotropo) caricato da una
sollecitazione di compressione lungo
l’asse “y” applicata attraverso due
piastre molto rigide, con rigidezza
paragonabile a quella del cubetto, tali
da:
• poter considerare il carico
uniformemente distribuito;
– generare un attrito sulle facce del
cubo a contatto che ne
impediscano o limitino la
deformazione trasversale;
• La rigidezza degli attuatori non
influenza la dilatazione trasversale del
blocco: rottura prismatica 97
• Rottura tipica delle colonne e/o pilastri
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione

• Le piastre degli attuatori hanno una


rigidezza superiore a quella del blocco.
La distribuzione delle dilatazioni
trasversali sarà max nel punto di mezzo
del blocco e limitata in corrispondenza
alle superfici di contatto;
• il cubetto sarà pertanto sollecitato, e la
rottura si stabilirà secondo le superfici
iperboloidiche dirette con concavità
verso l’esterno, come rappresentato in
figura;
• tale tipo di rottura è caratteristica di quei
solidi prismatici che più si avvicinano al
nostro cubetto ovvero negli elementi
strutturali “tozzi ” che pur avendo la
possibilità di espandersi sono limitati
dagli estremi superiore ed inferiore
(cordoli in c.a. dei solai);
• presentano una rottura di questo tipo i
maschi murari.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE
STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• Nel caso in cui venga interposto, tra le piastre
di carico e le facce del cubetto, uno strato di
materiale con modulo elastico inferiore a
quello del cubetto, si avrà la rottura
“iperboloidica inversa ”caratterizzata da
tensioni tangenziali tra il materiale interposto
e le facce del cubetto dirette verso l’esterno
del prisma anziché verso l’interno come nel
caso senza interposizione di materiale;
• analizzando, anche in questo caso,
l’equilibrio dei tre prismetti elementari e
facendo l’inviluppo delle singole fratture
elementari si otterrà l’ “iperboloidica inversa
”;
• nei muri portanti degli edifici, questo tipo di
rottura si verifica quando tra la pietra e/o
mattone vengono interposti giunti di malta
eccessivamente spessi; poiché le malte hanno
un modulo elastico più basso rispetto alla
pietra o ai mattoni si deformeranno più di
questi. 99
Schiacciamento
• Le fessurazioni si presentano in linea di
massima con andamento pressoché
parallelo;
• Negli stadi più avanzati si hanno fenomeni
di rigonfiamento dei paramenti;
• In stadi avanzati (che preludono al
collasso) si possono avere anche lesioni
orizzontali.
• Si disgregano prima le malte, poi si ha la
rottura delle pietre ed infine il vero e
proprio schiacciamento.
• Nel caso di malte di ottima qualità ovvero
di murature a sacco, si può avere la rottura
delle pietre senza avere prioritariamente la
rottura della malta.
Malte
• Il degrado delle malte dovuto alla vetustà contribuisce in modo
determinante all’indebolimento delle strutture murarie;
• le malte invecchiando perdono la loro coesione, inoltre possono
perdere la loro aderenza ai materiali lapidei e quindi non fare più
presa;
• la coesione e l’aderenza si annullano nel tempo più o meno
rapidamente in relazione alla composizione della malta stessa, alla
manipolazione e all’impiego che ne è stato fatto.
• la malta che ha perso coesione diventa pulvirulenta, sfarinandosi tra le
dita.
• lo spessore del giunto di malta incide in maniera inversamente
proporzionale alla resistenza della muratura.
Individuazione dello schiacciamento

• Percuotendo con un martello il tratto di


muratura interessato, si avverte un suono
cupo;
• Il martello non rimbalza;
• Asportato un strato superficiale della
muratura e ripetuta la percussione possiamo
accertare se il fenomeno è profondo o
superficiale.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Andamento delle superfici di rottura


Sollecitazione di compressione
• Tutti e tre i tipi di rottura visti si verificano nella pratica negli elementi strutturali
“tozzi ”;
• nei muri snelli i tre tipi di rottura considerati possono ritrovarsi in prossimità degli
spigoli oppure in una zona intermedia;
• in questo secondo caso le fratture si presenteranno con il loro classico andamento
solo sui piani trasversali e verticali cioè nello spessore dei muri;
• la ragione per cui si hanno questi tipi di localizzazioni è dovuta all’impedimento alla
libera dilatazione che, nei muri snelli, le masse laterali esercitano su quelle
intermedie.
Schiacciamento per sovraccarico localizzato

• In figura è rappresentato il caso di


schiacciamento per un sovraccarico
localizzato;
• le fessurazioni sono verticali o
inclinate a 45° nella zona
immediatamente sottostante il
carico;
• La frattura si determina nel piano
medio sempre immediatamente
sotto il carico;
• In generale, la stabilità dell’edificio
non può essere compromessa da un
singolo episodio di eccessivo carico
localizzato
Distacco per discontinuità materico costruttiva
Schiacciamento per peso proprio

• Le fessurazioni sono
pressoché parallele e
dirette come il carico.
• Naturalmente, si
manifestano nella
regione più bassa del
muro.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Andamento delle superfici di rottura


Sollecitazione a flessione e taglio

• La presenza di queste due sollecitazioni è abbastanza frequente nella realtà specie


quando si hanno dei cedimenti differenziali delle fondazioni dei muri;
• le rotture per flessione e taglio hanno andamenti diversi in funzione della forma
geometrica del solido anche a parità di condizioni di carico e vincolo;
• in genere, quando la luce libera del solido (che supponiamo di forma prismatica) è
notevolmente maggiore dell’altezza della sezione trasversale prevale la flessione con
le fratture che iniziano a formarsi dal lembo teso della sezione di massimo momento,
mentre quando la luce è piccola prevale il taglio con le fratture ad inclinazione
variabile e tanto più tendenti ai 45° quanto più prevalgono le tensioni tangenziali
rispetto a quelle normali;
• si esaminano adesso dei solidi prismatici con tre diverse condizioni di vincolo.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Andamento delle superfici di rottura


Sollecitazione di flessione
• Si consideri un solido astiforme,
semplicemente appoggiato in due punti
intermedi e caricato con due forze applicate
nelle sezioni estreme in modo tale da avere
un momento flettente costante nel tronco
intermedio e taglio nullo;
• nel tronco a momento costante si avrà
pertanto una deformazione circolare di centro
O, punto d’incontro delle due sezioni rette
condotte per gli appoggi, con un generico
prismetto non soggetto a deformazioni
rombiche (assenza di τ );
• un solido ugualmente resistente a trazione e
compressione si rompe al lembo superiore
lungo una sezione trasversale retta e al lembo
inferiore fratture prismatiche;
• in un solido come la muratura, dove la
resistenza a trazione è trascurabile rispetto a
quella di compressione, la rottura inizia al
lembo superiore proseguendo fino al lembo
111
inferiore a causa della riduzione della sezione
resistente.
CEDIMENTI FONDAZIONALI
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione, taglio e torsione

• Spesso capita di avere in alcuni


elementi strutturali la contemporanea
presenza di queste tre caratteristiche di
sollecitazione;
• nelle strutture murarie, la rottura per
sollecitazione composta di flessione,
taglio e torsione si verifica allorché si
hanno dei cedimenti nelle fondazioni
agli angoli degli edifici;
• in questi casi il cedimento imprime ad
una o ad entrambe le pareti, oltre alle
sollecitazione di flessione e taglio
anche quella di torsione;
• la fessurazione avrà l’inclinazione
verso il cedimento sui paramenti esterni
ed una inclinazione in verso opposto sui
paramenti interni per effetto della
sollecitazione di torsione. 116
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio

E’ la condizione di cedimento
terminale • Si cerca ancora la condizione per cui si
realizza l’uguaglianza tra la σ max e τ
max;
• i risultati ottenuti dalla condizione di
uguaglianza mostrano che per avere
σ max = τ max si deve avere l = 1/2 h;
• se l >1/2 h prevalgono le tensioni
normali e la rottura inizierà dal lembo
maggiormente teso, si inclinerà verso i
45° in corrispondenza dell’asse neutro
per poi continuare verso le fibre
compresse in verticale;
• se l <1/2 h prevalgono le tensioni
tangenziali e le fratture assumeranno la
configurazione indicata in figura.

117
3 La rottura per flessione individua una
serie progressiva di mensole, sempre
più corte con una verticalizzazione
2 delle fessure che accompagna la
riduzione dimensionale (L1, L2, L3)
della mensola stessa da 1 a 3

L3
L2
L1
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio
• Si cerca, anche in questo caso, la
condizione per cui si realizza
l’uguaglianza tra la σ max e τ max;
Condizione assimilabile a tratto di muro • i risultati ottenuti dalla condizione di
interno alla cortina muraria uguaglianza mostrano che per avere
σmax = τ max si deve avere l = 3/2 h;
• se l >3/2 h prevalgono le tensioni
normali e la rottura inizierà dal lembo
maggiormente teso, si inclinerà verso i
45° in corrispondenza dell’asse neutro
per poi continuare verso le fibre
compresse in verticale;
• innescata la rottura le sezioni d’incastro
sono sempre meno capaci di resistere e
la trave si comporterà come
semplicemente appoggiata;
• se l <3/2 h prevalgono le tensioni
tangenziali e le fratture assumeranno la
configurazione indicata in figura.
119
• E’ la condizione di architrave
danneggiato
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio

• Si cerca in questo caso la condizione per


E’ la condizione di muro cui si realizza l’uguaglianza tra la σ max
isolato e τ max ovvero il rapporto tra la luce l
della trave e la sua altezza h;
• i risultati ottenuti dalla condizione di
uguaglianza mostrano che per avere
σmax = τ max si deve avere l = h;
• se l > h prevalgono le tensioni normali e
la rottura inizierà dal lembo
maggiormente teso fino a propagarsi a
tutta l’altezza del solido.
• se l < h prevalgono le tensioni
tangenziali e le fratture si spostano
verso gli appoggi, partendo dall’asse
neutro, con andamento tendente ai 45°
intorno all’asse neutro e andamento
verticale in corrispondenza delle fibre
estreme in virtù dell’assenza delle
tensioni tangenziali.

121
Lesione sopraporta e sotto finestra per cedimento
della fondazione
DILATAZIONI TERMICHE
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta

• Se in un maschio murario, la risultante dei carichi, pur essendo verticale, non passa per
il piano medio o per il baricentro, il solido sarà soggetto ad una compressione assiale e
ad una flessione;
• in genere i solidi murari sono elementi tozzi per cui non si verificano fenomeni di
instabilità e le sollecitazioni non sono altro che la somma algebrica delle singole
sollecitazioni provocate dalla compressione e dalla flessione prese singolarmente;
• per la sicurezza delle strutture murarie è necessario che la risultante dei carichi cada
all’interno del nocciolo centrale d’inerzia di tutte le sezioni trasversali per avere tutte le
fibre compresse, data la scarsa capacità delle murature di resistere a trazione;
• la pressoflessione nelle murature si può instaurare per difetti di costruzione o più
semplicemente quando si realizzano murature con un paramento più resistente rispetto
all’altro con conseguenti deformazioni differenziate in funzione del diverso modulo
elastico;

133
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta


• Il carico di punta si ha allorché la lunghezza
dell’elemento strutturale è di gran lunga
superiore alla minima dimensione trasversale
(esperienze condotte in tale senso hanno
dimostrato che per l/h>15 si ha rottura per
carico di punta);
• per i solidi astiformi si usa la formula di
Eulero per determinare il carico critico
ovvero il carico per cui si verifica la rottura
del materiale sollecitato:
π 2 EJ
Pcrit = 2
min
l o
in cui:
– Pcrit è il carico critico;
– Jmin è il momento d’inerzia minimo della
sezione;
– lo è la luce libera d’inflessione che
dipende dal tipo di vincolo alle estremità
134
del solido.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta

• Le lesioni causate dalla pressoflessione


possono ricondursi a tre casi tipici:
– il primo riguarda il caso del paramento
esterno con materiale più resistente;
– il secondo il caso di entrambi i paramenti
più resistenti rispetto al nucleo centrale
riempito con muratura informe e meno
resistente;
– il terzo riguarda gli angoli dei fabbricati o
le spalle delle aperture eseguite con
blocchi squadrati e collegati alla restante
muratura più o meno caotica.

135
Pressoflessione

• E’ una sollecitazione molto pericolosa per le strutture murarie;


• Il solido murario sollecitato a carico di punta può rompersi per effetto della
pressoflessione prima di raggiungere la condizione di schiacciamento;
• Il difetto costruttivo della muratura dovuto ad un cattivo collegamento
trasversale può portare a pericolosi dissesti causati da pressoflessione ( a
parità di altezza del muro, si può dimezzare lo spessore a causa della cattiva
tessitura della struttura muraria);
• Anche il difetto di omogeneità della sezione muraria può predisporre il
muro ad un dissesto da pressoflessione;
• Il dissesto si manifesta con il rigonfiamento dei paramenti;
• La lesione è caratterizzata dalla smembratura della struttura in più tronchi
verticali.
Pressoflessione

• Cattivo collegamento
trasversale della
muratura, scarsa
presenza di diatoni
• Danneggiamento della
sezione per
alveolizzazione
localizzata dei blocchi
o erosione dei giunti
asimmetrica.
• Rigonfiamento
paramenti;
• Sezionamento in più
tronchi verticali
Influenza della rigidezza della muratura nella ripartizione dei carichi
Stabilità archi
• La risultante della pressione è
inclinata e può essere scomposta in
due forze.
• La prima, verticale, che sollecita il
piedritto a sforzo normale;
• La seconda, orizzontale (spinta), che
tende ad inflettere verso l’esterno il
piedritto stesso.
• Il centro di pressione C risulta
spostato verso l’esterno (vedere fig. a
fianco) favorendo l’eccentricità
rispetto al baricentro B.
Danneggiamento di una volta a
crociera

Danneggiamento di una volta a


padiglione
Deformazione rombica delle aperture
• Si manifesta nelle aperture di porta normali ai
muri inflessi, in prossimità degli stessi.;
• Nelle regioni inferiori al ventre l’architrave tende
a spostarsi verso la parte inflessa;
• Nelle regioni superiori si sposta invece la base.
(vedere figura a fianco)
• Nell’angolo superiore dell’apertura che tende a
chiudersi si verifica espulsioni di crosticine di
tinteggiatura e d’intonaco per schiacciamento;
• Nell’angolo superiore che tende ad aprirsi si
stabiliscono le fratture per trazione;
• Gli infissi ad un anta, secondo i casi, battono
sull’architrave o radono il pavimento;
• Gli infissi a due ante con una battono l’architrave
e con l’altra il pavimento.
• Nei dissesti più gravi l’architrave non rimane
orizzontale ma si inclina verso il basso dalla parte
del cedimento.

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