Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Tutte le forme si logorano con l’usura del tempo, si frantumano e diventano polvere. A
meno che non cambino. E il gioco cambia Carl Gustav Jung
Non facile predisporre le condizioni per il futuro nel contesto del calcio italiano per il deciso cambiamento
dei contesti. Si parla sempre più di Epigenetica (the butterflyeffect) Alcuni assiomi del training sono
completamente saltati e si sono evidenziati errori di interpretazione dei presupposti tramite riscontri
tecnologici certi. E non ha senso parlare di predittività in termini individuali nell’ambito di sport open. Un
tempo tra formazione e prestazione esisteva una relazione di tipo lineare, causa-effetto. Non è più così.
Molti deimodelli man mano utilizzati si sono rivelati limitati o erronei e sono inevitabilmente diventati
passato. Accanto a questa vorticosa accelerazione permane una forte incertezza nella prassi. I calciatori
nativi digitali ci interpellano. Quali itinerari allora intraprendere nell’ambito delle scuole calcio per
sviluppare al meglio le caratteristiche individuali e collettive del giocatore normodotato ed esaltare le
incredibili qualità del giovane di talento nell’ottica di una performance sportiva vincente?
Dove sta andando il calcio italiano? Quale direzione,quali spazi per la cosiddetta preparazione?
“Siamo gente quasi per nulla interessata al passato poco interessata al presente
moltissimo interessata al futuro“ Generazione digitale
Laclassica suddivisione tra capacità condizionali e coordinative, non ha più ragione di essere :studi su
neuroni canonici e su neuroni specchio ci impongono di includere, all’interno del processo “allenamento”,
la coordinazione delle stesse capacità della condizione e tutti gli altri aspetti strettamente correlati alla
sfera cognitiva:non si può più allenare a compartimenti stagni qualità che trovano senso solo se
esercitate insieme. Per anni e probabilmente adeguatamente per quegli anni, si è parlato di preparazione
in termini esclusivamentecondizionali, di scansione settimanale, dipreseason, di forza resistenza e velocità
estrapolate dal contesto e comunque non connesse alle capacità coordinative: con quale componente
lavorare il martedì, quale allenare il mercoledì, quando fare lo scarico ( lo scarico???), del processo di
adattamento dei grandi apparati e delle conseguenze dell’esercizio fisico sugli stessi. Naturalmente dal
collo in giù. Sono ormai maturi i tempi per sollevare lo sguardo.Ogni movimento è supervisionato dal
cervello tramite delicati meccanismi di feed-back e feed-forward, e solo una perfetta sincronia dei livelli
corticale sottocorticale e spinale del sistema nervoso renderà possibile l’ esecuzione dei gesti tecnico-tattici
.
CERVELLO, CERVELLETTO & Co
Il cervello è l'organo del cambiamento, cambiamento inteso anche come
movimento. Grazie alla neuroplasticità, il cervello altera se stesso ogni volta
che impariamo qualcosa di nuovo e cambia quando abbiamo una qualsiasi
nuova esperienza. Esso memorizza, apprende, analizza, elabora, immagina
razionalizza e appronta le risposte più adatte ed efficaci per risolvere le
situazioni problema che continuamente si pongono. Il cervelletto, situato nella
fossa posteriore della scatola cranica, contiene circa 100 miliardi di cellule
nervose, che rappresentano l'80-85% di tutti i neuroni del sistema nervoso .Al
cervelletto è classicamente attribuito il controllo dell’attività motoria, in tutti i
suoi aspetti: movimenti volontari (dei quali regola ampiezza, precisione,
coordinazione, tono muscolare, postura, equilibrio, attività fasiche riflesse e,
anche, la motilità viscerale. La regolazione motoria si svolge in via riflessa,
sulla base delle afferenze sensitive, propriocettive e anche esterocettive,
provenienti dalla periferia, dai vari livelli del tronco encefalico e dal cervello.In sintesi il cervelletto
-integra le varie forme di informazioni sensoriali per rendere armonico ed accurato il movimento volontario
-modula il comando motorio e controlla velocità e traiettoria di un movimento
-controlla il tono muscolare la postura e l’equilibrio.
In letteratura troviamo schemi che suddividono le capacità per categorie analitiche, seppur per motivi di
comprensione. Tali tabelle possono indurre però a grossolani errori concettuali. Potremmo schematizzare le
capacità come esemplificato nel grafico a destra in cui risulta evidente che le capacità sono in parte connesse e si
condizionano reciprocamente. La zona rossa centrale evidenzia la sintesi dell’utilizzo di tali capacità nei giochi
sportivi in generale e nel calcio in particolare, in cui tutte le capacità variamente entrano in gioco.
Frequentemente nelle nostre squadre ci imbattiamo in veri atleti, capaci di “bruciare” l’erba della fascia
durante gli allenamenti nei vari sprint training effettuati a secco o con la palla senza avversario, ma
miseramente perdenti in partita in un contrasto o in dribbling. O ancora, durante un’azione di un gioco
presportivo- es.palla avvelenata- un forte giocatore tentando di colpire un avversario effettua un lancio
eccezionale ma senza esito ai fini del gioco:
-la palla si avventa e cambia traiettoria sorvolando tutti i giocatori
-recupero della palla da parte degli altri giocatori effettuato con notevole spreco di tempo ed energia
-gesto non economico, dispendioso da parte del giocatore
-nessun giocatore avversario colpito
-fallito lo scopo dell’azione
-non compreso di fatto ( coscienza, senso del gioco ) lo scopo dell’azione di gioco e del gioco stesso.
Tali osservazioni obsolete ci aiutano a orientare l’ attenzione alla valorizzazione di aspetti a volte trascurati
in materia di sviluppo delle capacità motorie e a non dimenticare che ciò che rende un movimento efficace
nello sport di squadra è la chiara caratterizzazione dello scopo per cui si compie. Sottolineando poi che ogni
singolo movimento potrebbe avere diversi obiettivi, sostenuti da una compartecipazione di capacità.
Le capacità coordinative risultano connesse inscindibilmente alle capacità condizionali in un intreccio variabile,
nelsistema aperto rappresentato dal giocatore in situazione. Per brevità sono presenti pochi grafici
appartenenti ad un lavoro più esteso; la zona rossa centrale rappresenta il momento di gioco, durante il quale le
capacità del giocatore sono tutte mirabilmentecoinvolte. Ci si interroga anche sull’opportunità e di una così
netta scansione temporale,cronologicamente generalizzata e definita ( tabella a destra) nello sviluppo delle
capacità coordinative, fortemente legate,secondo i presupposti di questo articolo, all’idea del calciatore come
unicuum
Basilare sarà quindi, come detto, allenare e stimolare le capacità in modo integrato e correlato all’aspetto
tecnico-tattico. La scansione temporale classica ( cicli, micro e macrocicli, pre-season ) probabilmente non
corrisponde al paradigma calcio. Facilmente non ha mai corrisposto, ma tempi addietro nonsi era a
conoscenza, come oggi, di tutto ciò che avviene in partita ( di
quasi tutto ). Il calciatore è la sintesi ditante strutture
interrelate tra loro: l’allenamento dovràquindi essere
funzionale da vari punti di vista, basato su alcuni aspetti
metodologici tali da innalzare la prestazione. Esso dovrà:
-allenare inscindibilmente, perlomeno da un punto di vista
concettuale capacita’ coordinative e condizionali;
-allenare sempre il gesto calcio-specifico;
-allenare la calciagilitycon particolare riferimento a CDD, CDS
accelerazioni e frenate. Nei giochi di squadra, open skill, non è
sufficiente godere di un ottimo stato di forma, buon punto di
partenza. Per il giocatore risulterà essenziale raggiungere e
mantenere un elevato livello esecutivoche, come abbiamo
visto, nasce da una disposizione mentale,dall’anticipo e dalla
lettura certa della situazione;
-allenare la variabilità;
-allenare la multilateralità in ambito coordinativo con infiniti esercizi e stimoli NON generici , variabili ma
non fuori tema, mirati cioè allo sviluppo delle qualità in esame;
-ideare esercitazioni per acquisire una netta coscienza specifica nel senso di pensiero tattico del gioco del
calcio ( adeguatalettura della situazione e non solo) : imparare a percepire consapevolmente un fraseggio
semplice o complesso, a intuire e trovare velocemente una soluzione positiva (cioè fisicamente e
mentalmente vantaggiosa), saper uscire e saper rientrare motoriamente e mentalmente da qualsiasi
posizione ed esecuzione di adeguati compiti motori;
-acquisire un adeguato timing: si alla rapidità, si all’ intensità ma, in relazione ai CODS, non sempre risulta
utile la massima accelerazione se poi si deve impiegare tempo utile a decelerare. I giocatori di talento lo
sanno, tanto da apparire a volte lenti: un corollario da aggiungere agli articoli in tema di rapidità.
BIBLIOGRAFIA
Nervi-Piovani I cambi di direzione specifici nel calcio Allenatore.net
De Paoli-Cristi Gli aspetti tecnico-tattici in funzione delle diverse strategie di gioco
Wilmore J, CostillD Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport Calzetti e Mariucci 2005
AndorliniAllenare il movimento. Dall'allenamento funzionale all'allenamento del movimento
Calzetti e Mariucci 2013
Agostino TibaudiI cambi di direzione. Analisi e metodologia di allenamento dei movimenti specifici del
calciatore2011
Agostino TibaudiAllenamento ad alta intensità. Principi fisiologici, metodologia, analisi della prestazione e
test
Science and Football Jens Bangsbo, Thomas Reilly, Mike Hughes
2° parte: COME SVILUPPARE AL MEGLIO IL PIU’ ALTO LIVELLO RAGGIUNGIBILE IN TALI QUALITA’?
SEGUONO ESERCIZI