Sei sulla pagina 1di 8

Benedetta Verderosa

l’organo suonato
dal vento

Un suggestivo landmark sulla rupe di Cairano in Irpinia

32
Sulla sommità della rupe di Cairano, detta “Dorso della balena”, al valico Sella di Nella pagina a fianco, performance artistica sul belvedere di

Conza, lontani dalla città e dagli effetti dell’urbanizzazione, il paesaggio dell’appen­ Cairano. Le danzatrici interpretano il suono dell’Organo a Vento.
Foto di Antonio Bergamino. In alto, il Borgo Biologico, planimetria
nino campano si estende incontaminato e silenzioso.
d’intervento. In evidenza i tre gruppi di canne.
Nell’ambito del progetto di riqualificazione di Cairano come “Borgo Biologico” in cui
è stato previsto il recupero e la valorizzazione di una sequenza di spazi pubblici
(quali il teatro, il museo, la piazza, ecc.) e di alloggi destinati all’accoglienza turistica,
è stato realizzato uno sperimentale organo che suona alimentato dal vento.
Il borgo di origine medievale, in provincia di Avellino, come tutte le aree interne,
risente del fenomeno dello spopolamento così da contare oggi solo circa 300 abi­
tanti. Il progetto di valorizzazione dello spazio pubblico ha rivestito fondamentale
importanza per rivitalizzare un luogo tanto bello quanto difficile. Un intervento par­
ticolarmente complesso è stata la sistemazione del belvedere, collocato su una
rupe ad un’altitudine di 805 metri. Lo spazio è assimilabile a una terrazza naturale
di 300 mq, aggettante sul paesaggio irpino.
Il progettista del Borgo Biologico, l’architetto Angelo Verderosa, con l’obiettivo di
preservare l’integrità della relazione con il paesaggio montano, ha limitato l’azione
progettuale al ridisegno del percorso di accesso, evitando costruzioni che andasse­
ro a limitare il panorama che si gode dal villaggio. Risultava però evidente la man­
canza di un polo attrattivo, un elemento totem che invogliasse a recarsi nel punto
più alto della rupe, assumendo la fisionomia di un landmark. L’idea, originale, è
stata di realizzare un’installazione che funzionasse attraverso un elemento imma­
teriale che caratterizza fortemente questo luogo. L’organo a vento è uno strumento
musicale e un punto di riferimento fisico. Caratterizza il belvedere mediante il
suono, anziché attraverso la rilevanza della forma, creando un suggestivo “scenario
acustico” senza intervenire con costruzioni massiccie.
La relazione con la natura non soltanto è preservata ma viene enfatizzata. Il belve­

33
34
dere sulla rupe si configura come la tappa finale di una sequenza di spazi pubblici Nella pagina a fianco, in alto, schizzo di progetto e sezione
dell’Organo a Vento. Sotto, veduta panoramica dal belvedere di
che, a partire dalle vie di Cairano, perfezionano la rete di percorsi e piazze chein­
Cairano verso l’Appennino lucano, da cui si intravede l’incisione della
nervano il centro storico. L’ architettura sostenibile è anche questo: saper interpre­ Valle dell’Ofanto. In questa pagina, modello dell’organo e inserimen­
tare il rapporto tra natura e ambiente antropizzato, limitando al minimo l’atto to della struttura nella rupe.
costruttivo, sfruttando e valorizzando invece gli elementi ambientali come il vento.
L’organo è stato realizzato nell’agosto 2019 e ha riscosso immediato successo.
Infatti è molto apprezzato dagli abitanti del luogo e dai visitatori che si recano sui
monti per ammirare il panorama circostante e ascoltare la voce del vento. Da ele­
mento di disturbo, brezze e folate sono diventate parte integrante di un’esperienza
visiva e sensoriale collegata al luogo, alla sua comprensione e bellezza. La “scultura
musicale” è diventata simbolo del desiderio di ascoltare e, in senso metaforico, di
dare voce a un luogo abbandonato. L’opera si ispira all’intervento di riqualificazione
del lungomare di Zara in Croazia, nato dall’estro creativo dell’architetto Nikola Bašić
che, dopo la ricostruzione post­bellica della città, ha trasformato un luogo, rimasto
abbandonato, in un organo azionato dalla pressione dell’acqua marina. Visto l’alto
grado di sperimentazione il progetto di Cairano ha richiesto il contributo e l’espe­

35
36
Nella pagina a fianco, in alto: il “Dorso della balena”, così viene defi­
nita la rupe dell’entroterra appenninico che accoglie il borgo di
Cairano. Sotto, l’organo a canne, dettaglio e suo inserimento nel con­
testo paesaggistico. A fianco, i numerosi visitatori che frequentano
l’installazione sulla rupe.

rienza di diversi organari. La soluzione ottimale è stata raggiunta grazie al maestro timbro al suono.
Claudio Pinchi. L’Organo del Vento si compone di 21 canne in zinco­titanio, suddivi­ L'imboccatura del fischietto incanala l'aria soffiata nel
se in tre gruppi, posizionati in punti strategici dell’area in modo da poter captare in becco. Successivamente l'aria impatta sul labium che
maniera ottimale i venti che lo alimentano. è sostanzialmente un sottile cuneo. Da qui, viene
Il posizionamento dei tre gruppi di canne non è stato dettato soltanto dalla topo­ deviata in gran parte all'esterno, e in una piccola
grafia del terreno. I tubi seguono anche nell’altezza la forma di un vero organo. parte all'interno. Come conseguenza, l'aria all'interno
Questa scelta consente di avere canne di lunghezza diversa e di ottenere note dif­ dello strumento musicale viene messa in vibrazione.
ferenti in base a come il vento decide di suonarle. Tre casse di legno, rivestite in Dal punto di vista fisico il labium crea una differenza
acciaio corten, le sostengono e incanalano il vento verso di esse. La canna più alta di pressione fra l'interno e l'esterno dello strumento.
si erge per 5 metri. La lunghezza permette di immettere frequenze che si attestano Ne derivano turbolenze che generano un’onda sono­
su un range che va da 32,4 Hz fino a più 400 Hz degli armonici superiori. In questo ra che risuona all’interno dello strumento. Proprio
modo è possibile sfruttare sia il vento flebile che le raffiche più forti, a seconda del come le sirene della mitologia che incantavano i mari­
periodo dell’anno. nai con il loro dolce e soave canto, così l’Organo del
Gli accordi si sviluppano sulla base del monocordo pitagorico e generano un'eufo­ Vento attrae abitanti e visitatori diventando, a volte,
nia sempre diversa, a seconda della direzione e dell’intensità dell’aria. la coreografia di spettacoli e performance all’aperto.
I tre gruppi di canne corrispondono a tre diverse scale musicali. Quello posizionato In questo modo il belvedere sulla rupe di Cairano ha
a sud segue la successione di note: “Do – Mi – Sol – Si – Do – Re – Mi”. Quello a nord assunto una nuova funzione oltre che una nuova vita.
la sequenza “Re – La – La – Si – Re – Re – Fa”. Quello a nord­ovest la sequenza “Mi Ascoltare il suono del vento invita le persone a seder­
– Sol – Si – Si – Re – Mi – Sol”. si, a concedersi qualche minuto di tranquillità e a farsi
La canna maggiore dei tre gruppi ha un diametro di 200 mm e una lunghezza di cullare da una musica eseguita da un musicista d’ec­
5350 mm, la più piccola invece un diametro di 88 mm e una lunghezza di 1513 mm. cezione: la natura.
Il corista, che corrisponde alla frequenza di riferimento del sistema di accordatura,
misura 422,82 Hz, circa 54 volte la risonanza di Schumann che è 7,83 Hz.
Come per tutti gli strumenti a fiato, il suono viene prodotto trasformando un flusso
continuo d'aria (in questo caso il “fiato del vento”) in un flusso oscillante. Poi, la
risonanza del corpo dello strumento amplifica l'onda di pressione dando volume e

37

Potrebbero piacerti anche