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P E R F O R M

&

B O D Y

P R O N T U A R I O F O R M U L A R E

D I F I G U R A Z I O N E

C O N L A S P A D A D A C A N T O
N A R R A Z I O N E O R A L E

E I M P R O V V I S A Z I O N E

I l C a n t o d e l l a S p a d a

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Il Canto della Spada. Arte della narrazione orale.
© 2015-19 Fabrizio Corselli.

https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/

Questo breve prontuario non rappresenta un manuale completo di


coreografia di spada studiato per il Canto della Spada, ma dovrà
essere inteso dal giocatore come una sorta di dispensa incompleta,
utilizzata per muovere i primi passi all’interno di questo stile di
narrazione orale e altresì concepito per il manuale di gioco.
Il giocatore può aiutarsi, in ogni modo, con il saggio “Di Versi e di
Lame”, presente nella sezione “Download” del sito ufficiale de “Il
Canto della Spada” e con alcuni video di performance.

In questa versione vengono presentati soltanto quattro movimenti di


trentadue esistenti, senza tutte le relative varianti.

Si invita il giocatore a crearne di proprie.

www.ilcantodellaspada.com

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Le Basi iniziali. Rotazione, Roteazione, Svolazzo, Giropolso e Laterale.

Prima di cominciare a visionare i movimenti base del Canto della Spada, è


necessario spiegare al meglio il concetto di tre azioni fondamentali che
andranno a strutturare la base delle figurazioni d’arma.
Cominciamo con la spiegazione della differenza fra Rotazione e Roteazione:
la prima consiste nel girare il polso su stesso di 90° o 180° gradi in base alla
situazione e al tipo di narrazione, senza deviare in alcuna maniera. La
Rotazione può avvenire durante l’esecuzione di un altro movemento, un
colpo di punta per esempio, per questo prendendo il nome di Avvitamento
(per esempio durante la Stoccata).
La Roteazione è un po’ più ostica. Essa consiste in un movimento circolare
o semicircolare del polso, come se si volesse generare una figura conica o un
semicono, tenendo fermo l’avambraccio. Può avvenire tanto a destra quanto
a sinistra. Se volessimo spiegare il tutto in termini più semplicistici, sarebbe
come far girare un laccio, ma tenendo fermo il braccio; qualora muovessimo
anche questo avremmo la figura del Volteggio.
Lo Svolazzo è il più difficile come resa espressiva. Esso è l’ornamento
coreografico di un’azione di spada; normalmente consiste in una fugace e
nevrotica roteazione del polso (verso sinistra), un semigiro o un quarto di
giro, come un brevissimo scatto convulso. Si pensi di seguire la spirale di
una conchiglia con la punta verso destra (quindi, il polso rotea verso il basso
sinistro, creando una parte concava, per poi alzarsi verso destra).
Lo Svolazzo non è un movimento base in sé, ma un pezzo che lo compone,
una protesi espressiva che permette di dare risalto ad alcuni movimenti, in
modo da renderli vivi, dinamici, una spinta che accompagna tanto un’Alzata
quanto una Stoccata (in quest’ultima, la roteazione finirà il suo movimento
con la punta della spada in affondo quale suo prolungamento, ma alla fine
definisce un movimento unico). Tutto ciò evita che la forma espressiva
risulti fredda, senza vigore, e che, al contrario, diventi agli occhi
dell’osservatore qualcosa di veramente elegante da vedere. Effettuare un
affondo, così, nudo e crudo, non è consigliato.
Lo Svolazzo inoltre ci viene in aiuto qualora dovessimo compensare o
riempire dei vuoti coreografici di scene che di per sé non prevedono canoni
espressivi con la spada; in questo caso diventa un’azione base. Il movimento
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reiterato dello Svolazzo scandisce il ritmo dei versi in questione o ne crea
una ripetizione in termini espressivi.
Per esigenze di “copione” il movimento può essere temperato, reso più
morbido, dilatandone così il tempo di esecuzione, attenuando il suo stato di
nevrosi sintattica (nella Livrea, per esempio, lo scatto che conduce all’Alzata
può essere più lento e armonioso, come il librarsi di un’ala soffregata dal
vento; in questa maniera, il Cantore rende pienamente visibile tutta la
roteazione dello Svolazzo, come se fosse osservato al rallentatore).
È adesso l’ora del Giropolso. Questo movimento, in apparenza sembra
facile e naturale, ma non è così. Esso è considerato più un’azione di
congiunzione che un movimento base vero e proprio.
Il Giropolso si divide in Esterno e Interno, ma in questa sede tratteremo solo
l’Esterno. Il movimento consiste nell’effettuare dapprima una rotazione di
180° verso destra per poi realizzare una Roteazione verso sinistra di altrettanti
180°. Il Cantore si ritroverà con la mano nella stessa posizione iniziale. Il
Giropolso permette dei passaggi molto espressivi.
Ultimo, ma non meno importante, è il Laterale: un altro movimento di
quelli che chiamiamo di Giunzione (come il Giropolso). Esso consiste nel
portare il gomito lateralmente con tutta l’arma, più vicino a uno Scatto
Destro. Molto semplice. Serve principalmente nelle situazioni morte, di
attesa o per compensare alcuni gap narrativi nel pieno rapporto della forma
verbale con quella di spada o, in particolar modo, per ritornare in posizione
di guardia. Esempio:

S’innalzan fumi ardenti dalle narici / In silenzio / Alito dopo alito

In questo esempio, venendo da un’Alzata precedente (“S’innalzan…”), il


Cantore decide di utilizzare un Laterale per esprimere una modalità di
risoluzione del soffio del Drago, senza per questo incastrarsi in figurazioni
eccessive che nulla darebbero alla scena. Inoltre, il Laterale risulta una scelta
ottimale, anche sul piano simbolico, esprimendo la pacatezza del momento,
la quiete prima della Tempesta, che poi verrà rotto dalla successiva doppia
sequenza delle Stoccate Brevi in modo vigoroso (Alito dopo alito… Respiro dopo
respiro).

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Movimento base I. La Stoccata e l’Affondo.

Colpisce/Affonda la spada la/nella carne nemica.

Nota. La Stoccata consiste in un affondo contenuto, portato passando sotto


la lama avversaria (in proiezione), generalmente diretto al ventre; quindi un
colpo di punta. A livello scenico, la Stoccata è quasi sempre accompagnata
da una battuta di piede (ben decisa e abbastanza sonora), e si sta sul posto
(o, al massimo, con un brevissimo passetto). Nel caso di un Affondo, si
porterà anche la gamba in avanti (battendo il piede alla fine).
Questo movimento base presenta diverse varianti. Nel primo caso, può
essere operato semplicemente portando il braccio in avanti dalla propria
posizione di guardia, anche caricando indietro il braccio, oppure operando
contestualmente una rotazione del polso di 90° o 180° verso sinistra (questo
prende il nome di Avvitamento). In questa maniera ruoterà anche la spada,
ritrovandosi con il braccio inclinato (verso il basso) nel secondo caso di
rotazione.
Di particolare interesse è la Stoccata breve, con la quale si effettua una
rotazione a scatto del polso di 90° verso destra insieme alla battuta di piede.
In questo modo ritroveremo le dita dirette verso il volto. Molto spesso si
associa a una ripetizione sia in fase di movimento con la spada sia in fase
verbale per dare enfasi al verso specifico. Per esempio, a seguire, è possibile
notare come il Cantore usi una Doppia Stoccata breve per dare enfasi e
potenza alla descrizione del soffio di un Drago:

S’innalzan dalle narici, fumi ardenti / in silenzio…

“Respiro dopo respiro” (Prima Stoccata breve).

Il Cantore aggiunge così una seconda Stoccata breve, variando inoltre la


ripetizione del verso, dopo l’ultima parola (“Respiro”):

“Alito dopo alito” (Seconda Stoccata breve).

L’intero movimento parte all’inizio di “Respiro…”, per poi agganciare la


seconda ad “Alito…”.
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La Stoccata si presta molto bene a diverse figurazioni, soprattutto in
combinazione con altri movimenti base e non.

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Movimento base II. Lo Scatto.

Da Ovest a Est / richeggia d’un drago / il suo possente ruggito.

Nota. Lo Scatto consiste nel portare un colpo obliquo, a 45°, a destra o a


sinistra, attraverso uno vero e proprio scatto del polso (non si tratta di
ruotare da fermi il polso; quest’ultimo va in ogni caso spostato insieme alla
spada come in un fendente). La posizione finale dell’arma sarà obliqua con
la punta nella direzione opposta a quella prefissata. Pertanto uno Scatto
Destro, presenterà la punta a sinistra e il dorso della mano in vista, mentre
uno Scatto Sinistro, la punta a destra e le dita (serrate) in vista. Prende il
nome di Scatto proprio perché il movimento è rapido e deciso, senza per
questo seguire l’intero movimento in modo cadenzato.
Il verso d’esempio “da Ovest a Est” viene distinto in due momenti
euritmici ben precisi, cosicché “Da Ovest” e “a Est” vengano definiti
ognuno da uno Scatto. Nel primo si ha uno Scatto Sinistro, proprio per avere
una conformità simbolica con i punti cardinali (Ovest a sinistra ed Est a
destra). Inoltre l’arco figurale che unisce il primo pezzo al secondo, può
essere realizzato negando lo Scatto, renderlo più fluido e facendo compiere
alla spada l’intero percorso per raggiungere l’Est”.

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Movimento base III. L’Alzata e la Livrea.

Si solleva in alto la spada

Nota. L’Alzata, a prima vista, può sembrare un movimento molto semplice e


di poca importanza per le figurazioni; essa si rivela invero un momento di
grande utilità scenica.
L’Alzata consiste nel portare in alto la spada con tutto il braccio, facendo
attenzione alla rotazione del polso (fino a 180°, verso destra, partendo dal
basso). Un’alzata secca, senza alcun compendio è davvero brutta a vedersi.
In ogni caso, le rotazioni di polso dipendono molto dalla funzione che deve
espletare l’Alzata. Per tale motivo divideremo questo movimento in tre
tipologie: Alzata semplice, Alzata di secondo tipo o “a cono” (qui, non trattata),
e quella di terzo tipo, con lo Svolazzo in appoggio che sfocia molto spesso
nella Livrea.
Per introdurla si usano solitamente verbi dinamici in accompagnamento
come “s’innalza”, “si solleva”, “si erge” (con spiccata funzione metaforica), e
la Similitudine.
Nell’Alzata semplice non è operata alcuna rotazione. Dalla propria
posizione, si tira su il braccio con tutta l’arma. Facile. Si pensi a dei cavalieri
che, in piedi, intorno a una tavola rotonda stiano tutti quanti alzando le
spade in segno di fedeltà al loro Re:

“Stanno innanzi alla tavola rotonda, ben dieci cavalieri in fulgida armatura;
all’improvviso, fieri, alzan le spade (movimento d’arma) all’unisono, con un
secco boato: ‘Evviva Rè Artù’”.

L’Alzata di terzo tipo è, senza dubbio, la più difficile di tutte. In questo caso, è
sempre bene accompagnare l’Alzata con un movimento parallelo della mano
sinistra, a palmo aperto e frontale; in questo caso prende il nome di Livrea
(la mano può trovarsi tanto in posizione bassa quanto a mezza altezza, senza
interferire con la centralità dell’azione). Impiegata soprattutto nei prologhi o
nelle aperture trionfali. Esempio:

S’alzano in volo i corvi

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oppure

S’ode della spada di Rinaldo la cocente voce (in Livrea)


coprir di molte schiere nemiche… il canto d’acciaio.

Nel primissimo verso, ambedue le braccia si aprono in maniera ampia, verso


l’esterno, come degli uccelli in fuga, verso l’alto. La mano sinistra è aperta
alla fine del movimento, mostrando in maniera chiara le dita. La mano
destra sale attraverso uno Svolazzo, così come la sinistra (vedi più avanti).
La Livrea parte sin dall’inizio del verso (contestualmente a “S’alzano…”).
Nel secondo esempio, il movimento parte sempre dall’inizio (“S’ode…”).

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Movimento base IV. La “Parata” e la “Parata di scudo”.

Arresta la spada il colpo nemico

Nota. La parata consiste nel bloccare il colpo portato dall’avversario. Essa è


operata, in maniera molto semplice, seguendo i movimenti esatti
dell’attacco che si subisce. Pertanto, qualora il Cantore dovesse simulare la
parata di un colpo che sta arrivando in faccia, opporrà la spada tenendola al
volto, e così via. Le proiezioni di parata vengono gestite in base alle
preferenze del Cantore.
Cosa ben diversa è invece la parata di scudo. In questo caso, l’azione è
operata con la lama verso il basso, tenendola dall’attaccatura del paracolpi
(quasi sempre nella mano sinistra), ma non sarà quest’ultima approfondita
in tale sede.

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Le Combinazioni

Come ben si evince dai precedenti paragrafi, a ogni movimento di base è


associato una specifica forma verbale; quest’ultima viene chiamata Kanon. In
quanto tale, ogni kanon è modulabile e variabile, modificabile in base alle
esigenze espressive del Cantore. La capacità metamorfica della parola
permette questo e altro. Pertanto un “s’innalzan in volo i corvi” può essere
esteso in modo da applicare la medesima struttura a un altro contesto; per
esempio “s’innalzan in volo le lance, voraci quanto corvi in fuga nel puntare
il proprio becco contro il nemico che avanza”). In questo caso il linguaggio
si evolve, e la sintassi si trasforma, derivando il tutto dal primo kanon. Le
strutture sono intercambiabili, a uso e consumo della creatività e della
capacità improvvisativa del Cantore.
La combinazione è quindi l’insieme dei kanon che concorrono a creare
sinergicamente un’intera scena.
Le combinazioni, così come i movimenti base e le figurazioni, grazie al loro
carattere modulare, svolgono finanche una funzione propedeutica. La loro
struttura base permette al Cantore di scambiare i vari versi delle figurazioni
per forgiarne di nuovi, soprattutto utilizzandoli come trampolini di lancio
sui quali far lavorare la propria attività d’improvvisazione.
Il Cantore è libero di sperimentare combinazioni sempre più intriganti, in
modo da eccedere i limiti della resa espressiva, anche in appoggio
all’esperienza verbo-motoria con la spada.

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Il Soffio del Drago
Pezzo di Coreografia per principianti (Breve Analisi)
L’esempio a seguire, seppur breve, basta da solo a sintetizzare i nuclei
essenziali di ciò che sta alla base della composizione del Canto della Spada.
La parte data in esame è divisa in senso euritmico e non metrico. Le
interruzioni si riferiscono ai singoli movimenti di spada.

Oltre la valle /da Ovest / a Est / riecheggia / d’un drago / il suo possente ruggito.

Il primo verso si apre con una Livrea (Oltre la valle). Il movimento è


cadenzato, non troppo rapido, e l’apertura è ampia per dare il senso di
spazialità della valle e dell’apertura alare del Drago.

Dalla posizione finale di Livrea (destra alta), si eseguono due Scatti: il primo
Sinistro (da Ovest) e il secondo Destro (a Est).

Dalla stessa posizione destra, si operano altri due Scatti: il primo Sinistro
(riecheggia) e il secondo Destro (d’un Drago). Questa volta il passaggio dal
primo a secondo scatto viene realizzato per intero, non in modo sbrigativo,
finanche ondulando la spada come a volerne simulare il riverbero delle
onde sonore che si propagano all’interno della Valle. Inoltre il finale dello
Scatto Destro sarà molto più in alto, stando a esprimere la fierezza del Drago
(peraltro parola di chiusura). Ciò crea una risonanza molto forte quando la
creatura latrerà con forza.

Mantenendo la posizione sulla destra, con la punta verso l’esterno in


massima estensione, si opera dapprima una roteazione a 360° verso destra e
poi un un colpo di taglio verso il basso. La Roteazione parte da “il”.

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