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lO
Prefazione 11
Introduzione
1.1 Metodologia 15
1.2. Il corpus 19
3.4. Conclusioni 52
Lessico
Avvertenze 57
Sigle e abbreviazioni 61
PRESENTAZIONE
l. Metodologia
1.1. Il lavoro che viene qui proposto è parte di un più ampio progetto lessico
grafico computerizzato riguardante l'area testuale del neoplatonismo dal III secolo
ali' età rinascimentale1•
Il progetto si propone di fornire una piattaforma filologica adeguata al con
trollo delle ipotesi filosofiche avanzate dagli studiosi del settore, utilizzando stru
mentalmente le tecnologie più avanzate oggi disponibili nell'ambito dei sistemi
informativi microinformatici. Ritengo infatti che una ricognizione lessicografica
esaustiva dei reticoli concettuali entro cui si snoda l'itinerario intellettuale delle
scuole e dei singoli autori - oggi possibile grazie a questi strumenti che hanno
"decentrato" le possibilità dell'analisi testuale liberandola dall'egemonia dei grossi
centri di calcolo - possa costituire una solida base di ancoraggio per il dibattitto
teorico e possa fornire una mappa attendibile della ricostruzione storiografica.
Il caso della lessicografia filosofica, d'altro canto, costituisce un settore
d'elezione per questo tipo di studi. A differenza, infatti, di quanto non avvenga per
i modelli lessicografici letterari, in special modo poetici, la varianza testuale o,
viceversa, la sostanziale stabilità di un lessico, testimoniano in modo inequivoca
bile non tanto di un comportamento stilistico-retorico, quanto di un travaglio
concettuale determinato da contenuti dottrinari: la natura dei problemi discussi, la
loro rilevanza teorica, la possibilità di integrazione delle nozioni in reti di pen-
1 ll progetto, nato nel 1989 nell'ambito del Dipartimento di Studi A nùchi e Tardoantichi
dell'Università di Catania, diretto dal Prof. Francesco Romano, ha già prodotto una banca-dati
completa di tutte le opere di Giamblico. Un primo lavoro di allesùmento-testi è stato poi
realizzato per le opere di Prisciano Lydo, Simplicio e Telesio. Nel prosieguo dei lavori sono
previsù gli spogli dei tesù di Proclo, Damascio e dei neoplatonici alessandrini.
16 D.P. TAORMINA
soggettivi e "arbitrari"2 non tanto nell'analisi della realtà concettuale che i termini
presi in esame possiedono, quanto nel fissare i confini linguistici e concettuali di
un settore estremamente complesso ed articolato quale risulta, ad esempio, essere
quello delle facoltà dell'anima in Giamblico.
Esso per un verso costituisce uno dei tre "capitoli" principali della psicologia
giamblichea, insieme a quelli sull' oiJola e sulle lvtpynaL o lpya dell'anima3,
ai quali è strettamente collegato dal punto di vista logico e metafisico, e per un
altro verso, pur appartenendo inequivocabilmente alla psicologia, ha un fitto
reticolo di rapporti con l'antropologia, l'etica, la fisiognomica, la medicina. Tale
commistione teorica emerge inevitabilmente anche da un'analisi di tipo
linguistico che si trovi a fare i conti con un materiale composito, che registra
termini dall'uso limitato e preciso e che si possono qualificare effettivamente
come "tecnici", ma anche molte parole che appartengono al vocabolario più gene
rale, il cui uso nell'ambito della dottrina delle facoltà dell'anima, per quanto sia
importante, non è che uno degli impieghi possibili.
Ne consegue l'esigenza primaria di definire la scelta dei criteri di cui mi sono
servita per la delimitazione del campo lessicale delle facoltà dell'anima al fine di
mettere in evidenza le caratteristiche di tale campo semantico all'interno di un lin
guaggio che, pur nella tendenza alla formalizzazione e alla separazione dei lingu
aggi nei diversi settori della cultura, non presenta in relazione alle diverse
funzioni della parola la specificità semantica che si potrebbe constatare nel lessico
moderno.
1 .2. Il corpus. Per la redazione del materiale mi sono servita dei testi delle
opere giamblichee immagazzinati nella più grande banca-dati dell'antichità oggi
disponibile su supporti magnetici: il Thesaurus Linguae Graecae della lrvine
University of California.
Tali fonti sono registrate nel TLG in caratteri ASCII puro e codificate secondo
la convenzione di fondazione della Irvine University. Un primo trattamento si è
reso quindi necessario per potere sottoporre i testi ad elaborazione lessicografica: i
files contenenti le opere di Giamblico sono stati ricodificati, attraverso il software
TranscodificatoreTLGTM5, nel protocollo dei sistemi Appie Maclntosh. Ciò ha
permesso la traduzione dei testi grezzi in fil es formattati per il riconoscimento
con il font di caratteri Super GreekTM6.
Il TLG, tuttavia, non contiene ancora di Giamblico il De anima, apud Stobeo,
Anthologium I ed. Wachsmuth, i frammenti nelle due edizioni Dillon e Dalsgaard
Larsen e le Epistole, apud Stobeo, Anthologium. TI data-entry di tali testi, quindi,
è stato realizzato ex novo. Per le indicazioni bibliografiche complete, con le rela
tive abbreviazioni, si rinvia alle Avvertenze. Sigle e abbreviazioni, che precedono
il lessico.
Dopo questa prima fase di trattamento, i testi sono stati tutti sottoposti a con
trollo e revisione negli originali a stampa. In particolare per il Protrettico si è
reso necessario procedere ad un confronto tra l'edizione Pistelli (di cui si è poi
mantenuta la paginazione) e l'edizione des Places7•
9 Di questo problema si è a lungo discusso nel corso del recente Convegno sui lessici tecnici
latini e greci tenutosi a Messina nell'aprile 1990.
22 D.P. TAORMINA
qualsiasi altro lessico "dedicato". Ciò vale, in prospettiva, anche per i futuri
arricchimenti di una più generale banca-dati sul neoplatonismo, che comprenda gli
autori ritenuti più interessanti.
Naturalmente se il lavoro di arricchimento della banca-dati vorrà riguardare non
solo una cerchia di autori sempre più ampia10 ma anche una più vasta gamma di
interessi interdisciplinari, sarà necessario (è ciò è uno degli obiettivi di questo
open project) paterne mutare la struttura interna.
Nella banca-dati, infatti, pur lasciando intatto il contenuto degli attuali campi,
se ne potranno aggiungere di nuovi, così come potranno essere scritte delle nuove
procedure di elaborazione che ri-operino sugli stessi dati fornendo informazioni
nuove e utili per utenti diversi. Non è esclusa, ad esempio, l'integrazione delle
procedure di analisi con un parsing sintattico che, sfruttando le conoscenze gram
maticali e utilizzando tecniche di elaborazione formale, accoppiata ad un poten
ziamento del dizionario macchina, possa almeno attribuire automaticamente la ca
tegoria grammaticale ad ogni forma linguistica spogliata (il che risulterebbe di in
dubbio interesse per filologi classici, linguisti, storici della lingua, filosofi del
linguaggio, etc ...) .
10 Ricordiamo qui che l'auuale banca·dati giamblichea consta già di 40Mb di dati archiviati
nel programma citato in pre cedenza (TextBank'Thl).
INTRODUZIONE 25
19 Cf. E. R. Dodds, op. cit. 292-293 e A. R. Sodano, Giamblico, l misteri egiziani, Milano
1984, 25 1 nt. 3 1 .
20 TI termine ricorre in: De myst. I 3, 8,6; 9,9; 10,8; I 7, 2 1 ,3; I IO, 35, 1 0; I 17, 5 1 ,15;
52,7; II 3, 70, 1 8 ; m 29, 171,13; m 30, 174, 17; m 3 1 , 179,4; V 19, 226, 10; In Nic. 8,8; Protr.
69,22; De comm. 30,7; 42,27; 64,12. Cf. inoltre Platone, Fedone 78d5.
21 Cf. Giamblico, De anima apud Stobeo, Anth. 374,2.
22 Per la sinonimia dei due termini cf. De Myst. II l , 67,12- 1 3 ; Siriano, In Metaph. 26,10 e
1 1 6,20-2 1 ; Proclo, Theo/. Plat. I 4, 18.7; Ps. -Dionigi, De div. nom. I 6, 596 C (P.G. 3).
IN1RODUZIONE 27
ptK6UJ.lLOS' era il lago infernale (Fedone 113d) o il Tartaro (ib. 114a6 ss.), mentre
per gli autori posteriori era la regione dell'aria compresa tra la terra e la luna23•
La situazione linguistica sin qui descritta si manifesta prepotentemente al
lorché si osservi la terminologia giamblichea delle facoltà dell'anima e se ne tenti
una ricostruzione concettuale. In eff e tti il filosofo eredita una tradizione
complessa: un vocabolario descrittivo, definizioni, teorie e rapporti tra teorie.
Giamblico, quindi, si trova nella necessità di unificare questi diversi approcci e
di trasformarli in una teoria coerente che risponda alle esigenze di una visione
emanatistica della realtà e della duplice prospettiva che questa visione comporta:
l'ascesa al divino e la discesa dal divino. Da qui l'opportunità di precisare, in via
preliminare, alcuni nuclei concettuali essenziali quali il concetto di 8uvaJ.lLS' e il
ruolo della triade ouula-8wd J.lEt s-lvtpyEtat (o lpya), nonché di misurare il
peso della trasformazione che essi subiscono rispetto al modello aristotelico eredi
tato da Giamblico.
leggermente modificata.
26 Riferiamo di questa teoria complessa e articolata solo gli elementi essenziali che
verranno ripresi dai neoplatonici. Per una trattazione più esaustiva rinviamo a S. Gersh, op. cii.
27-32.
IN1RODUZIONE 29
27 Aristotele, Metaph. IX 8.
28 Simplicio, In Cat 3 1 5, 20 ss. K.
29 La distinzione tra una potenza concepita come pura potenzialità e la potenza come potere
di agire ad esempio è comune tra i commentatori di Aristotele i quali, come ha sottolineato A.
Segonds, Proclus. Sur le premier Alcibiade de Platon, t. I , Paris 1985, 1 95 nt 2 , distinguono tra
6r/11ap.tS" KaT 'lrrtTT]&t6TTJTa o 6VIIaf.LLS" drt).q e 6rlllap.tS" KafJ 'l(tll o 6VIIaf.LLS" TE'Mia.
30 D.P. TAORMINA
tensione interna grazie alla quale il principio si pone e procede nei suoi prodotti33 .
Essa appartiene in primo luogo al principio, in quanto è grazie alla su a potenza
che il principio è tale. Ad ogni principio corrispondono, dunque, le relative
potenze o -se si vuole- tante sono le potenze quanti sono i principi.
Un' ulteriore conseguenza è l'esigenza di una sistematizzazione della realtà il
più possibile dettagliata e aspirante alla totale esaustività, e quindi il tentativo di
integrare ogni elemento in un insieme che, pur essendo estremamente complicato,
sia assolutamente coerente. Ciò conduce inevitabilmente Giamblico ad esporre ed
utilizzare la nozione di 8waJJ.tS", così come altre nozioni, in contesti differenti se
Questi passi, interpretati da S. Gersh anche alla luce dei parallelismi con Siriano
e Proclo35 , sembrano indicare che nella gerarchia di cause ed effetti ciascun mem
bro della serie possiede una quantità maggiore di potenza rispetto a quello che lo
segue, producendo in tal modo una serie graduata di potenze che derivano dal
primo principio.
Tale idea gerarchica di potenze è riscontrabile anche nella genealogia degli dei.
Gea, infatti, abbraccia tutto ciò che è permanente e stabile confonnemente
all'essenza degli dei encosmici e alla loro attività, sia secondo la rivoluzione pe
renne, sia secondo le potenze superiori e le vite totali. Urano è l'attività demiur
gica totale, perfetta, piena delle potenze appropriate, che procede dal Demiurgo36•
Crono è monade, Rea invece è diade che invita ad agire le potenze incluse in
Crono37• I fratelli di Zeus e di Hera possono associarsi a questi ultimi nella
demiurgìa generatrice, poiché ne condividono la proprietà di essere intelletti
anch'essi e di avere la stessa pienezza sia in perfezione che in potenza38•
Lo stesso processo è analizzato da Giamblico anche a partire dalla prospettiva
opposta, cioè da quella del paziente. L'elemento che caratterizza il paziente in rela
zione alle potenze dell'agente causale è la "attitudine"39, nel suo duplice ruolo di
attitudine dell'agente nei confronti del paziente e, ancora, attitudine del paziente a
ricevere le potenze dell'agente: «Se diciamo che in un solo vivente, il tutto, che
ha dovunque una sola e identica vita, la comunanza delle potenze simili o il con
trasto delle potenze contrarie o una qualche attitudine dell' agente al paziente (Jf
nç tmrr,tiELdTTJs- ToD rrowDvroç rrpoç TO rrdaxov) muovono insieme il
simile e l 'affine, diffondendosi allo stesso modo secondo una sola simpatia nelle
parti più lontane come se fossero vicinissime, si dice così qualcosa di vero . . . »40.
Nella prospettiva inversa il paziente è atto a ricevere le potenze dell' agente: le
cose della terra sono atte alla partecipazione divina41; la materia pura e divina,
nata anch'essa dal padre e demiurgo del tutto, acquista la perfezione atta a ricevere
gli dei4 2; le invocazioni dispongono lo spirito umano a partecipare al divino43;
certi stati psichici, come il sonno, il chiudere gli occhi, l' oppressione somi
gliante a torpore, lo stato intermedio tra il sonno e la veglia, la veglia appena
iniziata o completa sono atti a ricevere gli dei44.
In ogni gerarchia di cause ed effetti, dunque, ogni membro della serie è atto a
ricevere una quantità ridotta di potenza in rapporto al termine immediatamente
precedente ad esso: si genera in tal modo una gerarchia continua di potenze ascen
denti a partire dalla materia, cioè dal membro più debole, sino al primo princi
pio.4S
I due processi, quello ascendente e quello discendente, risultano in tal modo
chiariti in relazione alle condizioni che rendono possibile la comunicazione tra i
primi principi della processione e gli ultimi. Da una parte, infatti, è necessario
che gli esseri superiori possiedano una sovrabbondanza di potenza o una "potenza
Giamblico in particolare si vedano inoltre A. D. Nock, op. cit. XCIX nt. 9; E. des Places, op. cit.
100 nt. 3, A. R. Sodano, op. cit. 284-285 nt. 60.
40 Giamblico, De myst. V 7, 207,10 ss.
4 1 Giamblico, ib. I 8, 28,20-29,1.
4 2 Giamblico, ib. V 23, 232,1 7-233,2.
43 Giamblico, ib. I 12, 42, 12-13.
44 Giamblico, ib. III 2, 104, 14- 105,2.
45 Cf. S. Gersh, op. cit., 38.
34 D.P. TAORWNA
perfetta"46, dall'altra gli esseri inferiori devono essere disposù a ricevere la po
tenza di quelli. Gli esseri superiori che sono nel cosmo -dice Giamblico- allo
stesso modo in cui non sono contenuù da niente, contengono tutto in sé, e le
cose della terra, avendo l'esistenza nella totalità degli dei, appena diventano atte
alla partecipazione divina, ricevono subito in essa gli dei preesistenù alla loro
propria essenza47•
Emerge, implicito in queste formulazioni, il rapporto tra oùula, 8wdJ1ELS"
ed b4p-yEtat (o lp-ya); la natura di una sostanza è dedotta a partire dalle sue po
tenze, le quali a loro volta sono ricavabili in relazione alle rispettive attività.
Questa concezione, nelle sue molteplici sfumature e prospettive, è estesa a
tutti gli elementi che costituiscono il mondo intelligibile ed è applicata da
Giamblico anche alla gerarchia delle anime.
48 Fr. 4 Dillon (= fr. 161 Dalsgaard Larsen, = Proclo, In Alcib. 84, 1 ss.). La traduzione,
leggermente modificata, è quella di A. Segonds, Proclus. Sur le premier Alcibiade de Plaion, L I,
Paris 1985; si rinvia inoltre alle ricche nole filologiche e bibliografiche che l'autore fornisce
nell'affaralo ad loc.
Cf. De myst. II 2, 68,8 ss.
36 D.P. TAORMINA
ferenziazione tra gli atti perfetti delle anime universali, gli atti puri e immateriali
delle anime divine, gli atti efficaci delle anime dei demoni, gli atti valorosi delle
anime degli eroi, gli atti confonni alla natura mortale delle anime presenti negli
uomini e negli animali 59• Le anime più nobili sono interamente in ciascuno dei
propri atti, sino a quando non si sono incorporate la loro attività è semplice come
la loro essenza e, di conseguenza, t'essenza si confonde con le operazioni le quali,
a loro volta, dipendono direttamente dalle potenze. Il parallelismo tra gli lpya e
le 8wdpBs è reso esplicito nelle linee seguenti: «[ . ] dico dunque che gli atti
. .
aderiscono naturalmente alle potenze nel caso delle anime complete in se stesse,
di natura semplice e separata dalla materia [ . ] »60• Non mi pare arbitrario,
. .
dunque, dedurre da questi passi che le potenze dell'anima universale siano perfette,
le potenze delle anime divine pure ed immateriali, le potenze delle anime dei
demoni efficaci e quelle delle anime degli eroi valorose.
rapporto con gli stadi dello sviluppo umano e con gli stati fisiologici
dell'organismo.
In questa impostazione dell'aspetto più specificamente psico-somatico delle
8wd.J1.ELS" dell'anima si condensano le risposte del filosofo ad un dibattito che af
fonda le proprie radici storiche e teoriche nella filosofia di età classica e che per
dura vivace durante l'età imperiale: si tratta infatti di stabilire se tutte le potenze
del corpo animato dipendano, come voleva Aristotele, solamente dall'anima noe
tica o se sia più valida l'impostazione di matrice platonica che poneva una distin
zione tra le potenze proprie alla sola anima e quelle che appartengono al
composto anima-corpo. Giamblico sembra optare per questa seconda
impostazione. «Dico che gli atti aderiscono naturalmente alle potenze nel caso
delle anime complete in sé stesse, di natura semplice e separate dalla materia (è
così che deve essere espresso il nuovo sistema inventato), e che questi atti, nel
caso delle anime imperfette e disseminate ciascuna sulla terra assomigliano
all'azione attraverso la quale le piante producono i loro frutti [ . . . ] . Ci sono in
effetti alcune potenze dell'anima che sono legate al corpo come ad una materia,
così la potenza sensitiva e quella appetitiva, ce ne sono di più pure che non si
servono affatto del corpo, così la potenza intellettiva; ora dunque, per quanto
concerne gli atti delle potenze corporee, Platone non li definisce legati ai corpi in
modo essenziale, è solamente per conversione che, secondo lui, hanno
comunicazione con il corpo, mentre per quanto concerne gli atti delle potenze
separate, li definisce completamente liberi da qualsiasi tendenza verso il corpo»6 1 •
Giamblico sottolinea inoltre che il legame tra anima e corpo è il criterio che
determina la differenza ontologica tra le 8wdJ1.ELS" e che questa differenza
comporta una gerarchia degli atti, dunque anche delle potenze dell'anima: gli atti
delle anime universali e più divine non hanno nessuna comunicazione con il
corpo a causa della purezza delle essenze, mentre quelli delle anime immerse nella
materia e particolari non hanno lo stesso grado di autonomia rispetto al corporeo.
In particolare gli atti delle anime che discendono nel corpo sono uniti ad esso in
differenti maniere. Le anime che hanno per supporto dei corpi pneumatici
producono senza problemi, per mezzo di tali corpi, i loro atti, mentre le anime
inseminate nei corpi più solidi e imprigionate in essi, sono riempite della natura
di questi corpi.
Ancora una volta Giamblico si serve della relazione che esiste tra ouula, 8(r
vaf.LLS" ed lvlpr€La applicando questo principio sino alle sue estreme conse
guenze, anche a costo di giungere a conclusioni sorprendenti ed inaspettate. C.
Steel ha sottolineato con grande sagacia il peso di questa relazione nel percorso
teorico che conduce il filosofo a sostenere il carattere intermediario dell'an ima62•
L'anima umana non resta indisturbata in se stessa come le anime divine che go
vernano i loro corpi senza essere mescolate con essi. L'anima umana, a causa
della discesa nel corpo, è "scossa" e "spezzata" nella sua sostanza; non appartiene
completamente a se stessa, ma è diretta al corpo e diventa del corpo. In tal modo
perde il suo equilibrio originario e "si piega ed inclina" verso il corpo a cui dà
vita, producendo da sé forme di vita inferiori, cioè la vita sensitiva e quella
vegetativa, necessarie per animare ed organizzare il corpo. In seguito
all'acquisizione di queste forme irrazionali di vita l'anima perde la sua pura
trascendenza e, caduta nel divenire e nella divisione, la sua conoscenza diventa
dipendente dal corpo in una condizione di esteriorizzazione che non è mai
completa e definitiva. L'anima può, infatti , separarsi dalle vite irrazionali e,
tornando in se stessa, può riacquisire la sua indivisa unità originaria, ritrovare la
sua pura natura essenziale, la libertà da qualsiasi concrezione e, diretta interamente
verso se stessa, contemplare in un processo continuo gli oggetti ideali.
«[ . . . ] la nostra anima dimora e cambia, perché sta in mezzo tra le cose che non
conoscono che permanenza e le cose assolutamente mutabili; essa partecipa in
qualche modo all'uno e all' altro degli estremi, di modo che ad esempio è allo
62 The Chllnging Self. A Study of lhe Soul in Later Neoplatonism: /amblichus, Damascius
and Priscianus, Brussel 1978, 23 ss.
INIRODUZIONE 41
conversione", sottolinea ancora C. Steel, sono i due poli tra i quali si muove
senza tregua la vita dell'anima umana. Più vicina ora all'uno ora all'altro senza
identificarsi mai completamente con nessuna di queste posizioni estreme, in una
tensione incessante, l'anima non va mai del tutto fuori di sé, non è mai
interamente divisa o soggetta alla mutazione, neppure quando vive puramente nel
sensibile. D'altra parte non è mai neppure totalmente indivisa, neppure quando è
pura intellezione, altrimenti si identificherebbe con gli esseri intellettuali che la
trascendono. Tale tensione non è un evento puramente esterno, ma coinvolge la
stessa essenza dell'anima. Processione e conversione sono "modi sostanziali"
dell'anima umana: quando essa si volge verso il corpo la sua sostanza non rimane
immutabile "in alto", come voleva Platino, ma cade verso il basso, la sua unità è
spezzata e la diversità penetra nella sua essenza, in una situazione di alienazione
da sé rivela le "emanazioni" o "potenze" del corpo e con l'andare fuori da sé
diviene altra e, al tempo stesso, rimane se stessa. Processione e conversione non
sono due processi autonomi, ma ognuno implica l'altro e ciascun movimento
non cancella l'altro.
Questo carattere intermediario dell'essenza dell'anima umana nel suo stato in
carnato coinvolge anche la dottrina delle "potenze" perché ogni termine della triade
ouala-8uvaJJ.Lç--tv€py�La è la manifestazione di una totalità complessa rappre
sentata dalla triade nel suo insieme e, rimandando continuamente agli altri ter
mini, non può essere considerata come un 'unità statica che esiste solo in se
stessa. Tale dottrina si trova così a fungere da premessa per la teoria delle
"potenze" dell'anima umana e ad essere, al contempo, una sua conseguenza.
3.2. "Potenze" e virtù. Nell 'In Tim. III 333,28 ss. Proclo riferisce la critica
che Giamblico muove alla concezione teorizzata da Platino e da Teodoro di Asine
64Cf., tra gli altri, C. Steel, op. cit.; H. J. Blumenthal, Neoplatonic Elements in the De
Anima Commentaries, "Phronesis" 21, 1976, 64-87; C. J. de Voge1, L' image de l'homme chez
Plotin et la critique de Jamblique, "Diotima" 8, 1980, 1 52-154.
65 In De anima, apud Simplicio, /n De anima, 240,33 H.
INIRODUZIONE 43
l'universo, una "natura" che si offre all'osservazione del filosofo. Il legame teo
rico tra queste due concezioni è costituito dal ruolo delle 8wdJJ. �LS" nella vita etica
e nella vita psichica dell'individuo. Numerosi indizi indicano, infatti, che lo stu
dio delle virtù non appartiene interamente alla morale: la virtù morale costituisce
per Giamblico uno degli fattori essenziali alla condotta umana, il quale può svol
gere il suo ruolo solo se si inserisce tra altri fattori che determinano tale condotta
attingendo le proprie radici nell'anima e nelle sue facoltà.
Giamblico, come è noto, utilizza una classificazione delle virtù in virtù fisi
che, virtù etiche, virtù catartiche, virtù teoretiche e virtù paradigmatiche comune
tra i neoplatonici dopo Porfirio66, ed ancora l'educazione morale all'educazione
intellettuale dell'individuo: l'educazione intellettuale e l'educazione morale -so
stiene il filosofo- procedono di pari passo, l' una non è possibile senza l'ausilio
dell'altra e viceversa67• Su questa base stabilisce l'ordine nel quale devono essere
letti i dialoghi platonici c propone una divisione generale dell'A lcibiade in tre
parti secondo i movimenti che l'anima di Alcibiade (come quella del lettore) com
pie nel corso del dialogo: l . l'anima è liberata dall'ignoranza che consegue alla
sua venuta nel mondo della generazione; 2. Alcibiade apprende quindi che non
deve accontentarsi delle sue disposizioni naturali, ma deve sforzarsi di acquisire la
virtù; 3. Alcibiade, sotto la direzione di Socrate, scopre in cosa consiste il suo
vero io e apprende a occuparsi correttamente di se stesso68•
Questa concezione conduce ad una diversificazione delle "potenze" etiche, le
virtù, e delle "potenze" cognitive in relazione alla tripartizione dell'anima elabo
rata da Platone, ma anche in relazione allo sviluppo fisiologico dell'organismo
umano. Nell'applicazione del primo criterio Giamblico si limita a riproporre una
gerarchia dei generi di vita ampiamente sfruttata nell'antichità: l'esistenza rptÀ.o
XPrfJJ.aros- corrisponde al concupiscibile, l'esistenza rptÀ6TLJJ.OS" corrisponde al
66 Cf. Anonymus, Proli. in Plat. philos. 26,23 ss. e Porfirio, Sent. 32, 17,12-25 L.
67 Numerosi i passi in cui Giamblico, sulla scia dei pit.agorici, sostiene questo assunto. Si
vedano, ad esempio, Protr. 6,16 ss.; 19, 17ss. P.
68 In Alcib. fr. 2 D.
44 D.P. TAORMINA
69 Cf. Pro/r. 67, 1 8 ss. P. e V. Pyth. 55, 14 D. Su questo tema cf. A. J. Festugière, Les trois
vies, in: Acta Congressus Madvigiani, t. II, Copenhagen 1957, 1 3 1- 174.
70 Repubblica 588c ss.
7! Giamblico, Pro/r. 3 1 ,5 P.
72 ib. 32,24-25 P.
INTRODUZIONE 45
ciulli, infatti, il filosofo sottolinea che l'educazione deve insistere su ciò che è de
positato nell'anima del fanciullo. Il primo sviluppo è determinato
dall'impressione sensoriale che il fanciullo riceve dall'ambiente familiare ed è at
traverso i ricordi sensoriali della prima infanzia che gli adulti divengono per lui
dei modelli. Un'educazione appropriata consisterà dunque nel modello positivo
che il fanciullo riceve nell'ambito familiare, e nel principio gnoseologico
elemen tare secondo il quale è necessaria una gradualità tale che consenta di passare
dal semplice e dal conosciuto al composto e a ciò che non si conosce. In tal modo
il fanciullo potrà pervenire ad un'intelligenza giusta e ad un orientamento centrale
di vita che lo condurrà allo scopo finale di ogni educazione: la verità82 .
86 De myst. I 8, 1 1 6,4-8. Nel passo non si fa esplicito riferimento a nessuna malattia, fatta
eccezione per la melanconia, eppure il parallelismo con De myst. è evidente. Giamblico, infatti ,
parla anche in questo caso delle cause che procurano l'estasi entusiastica e critica coloro i quali ne
rintracciano la causa nel corpo. In questo caso si dilunga fornendo i dettagli fisiologici che
provocano l'alterazione dallo stato normale a quello dell'estasi mentre nel III libro si esprime in
forma fiù sintetica e meno particolareggiata.
8 Questo elemento è stato messo in evidenza con argomentazioni "forti" da J. Pigeaud, La
psychopathologie th Galien, in: P. Manuli e M. Vegetti (a cura di), Le opere psicologiche di
Galeno, Atti del terzo colloquio galenico internazionale (Pavia, 1 0·12 sett. 1986), Napoli 1988,
1 80 ss.
88 Cf. F. Romano, Il vocabolario della "natura" nel De mysteriis di Giamblico, in corso di
stampa.
89 Pro/r. 103,20-28 P.
INTRODUZIONE 49
90 Rufo di Efeso. Oeuvres, trad. C. Daremberg e C. E. Ruelle, Paris 1 897, 363; Galeno, De
lfi
loc. a m 6, VIII 160- 161 K. Si veda inoltre J. Pigeaud, cit. 158.
1 De /oc. aff. m 6, VIII 164 K.
92 P. Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue grecque, Paris 1968, s.v. f,liJpos-.
50 D.P. TAORMINA
l' duOÉIIéLa dei luoghi materiali e terrestri , non potendo ricevere la "potenza"
intatta, trasferisce alle cause prime la propria passione; è come se un malato,
incapace di sopportare il calore vivificante del sole, ritenesse, traendo motivo
esclusivamente dai suoi propri mali, che esso non è utile alla salute o alla vita93.
In realtà non possiamo giudicare la "potenza" divina in rapporto al nostro stato:
siamo corporei, mortali, perituri, effimeri, sottomessi a malattie di ogni genere,
alla mediocrità fisica, alla sonnolenza, alla deficienza, all'eccesso, all'duOÉvéta,
alla paralisi morale94•
Nella stessa prospettiva Giamblico afferma che le "potenze" che sono nel co
smo, in generale, agiscono in un modo sugli universali, in un altro modo sugli
esseri particolari, a causa dell' duOtlléta divisa di questi ultimi95.
La nozione di duOtlléta ricorre in tutti questi passi, caratterizzando il mate
riale, il divenire, la corporeità nel loro rapporto con le "potenze". Intorno ad essa
Giamblico costruisce la propria esposizione e grazie ad essa istituisce rapporti,
crea connessioni o di fferenziazioni tra problematiche apparentemente lontane.
Tipica della condizione umana, infatti, l'duOtvELa non esprime solamente lo
stato di debolezza nel quale possono trovarsi le "potenze" dell'anima individuale,
93 Cf. In Alcib. fr. 5,51 ss. D. (=Proclo, In Alcib. 9 1 , 1 ss): Ka! IIJCTTT�p d ifAtOS" dr/iTJUI. rd
{J<:k o{; 6t(,)pLUJl.É"IIfll�, d).).d miut Tois" 8wap.É"IIOL� d7TO).a�LII, Jl.�TÉ"X�L 8€ d 8wdp.f110S" "
Kal TOV Jl.Ev l)Mov rrdVTa Jl.�TÉ"X�L. TÒ 8l r� p.7'J p.rrixov &d r7'Jv du6iwt av r7'Jv lavroD
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Ka! TiJII iKdliOL� UVIIT�TayjJ.É"IIfllll av8pcJv, TÒ p.ry 6taT{fk"ufJat KQT ' avTd UVJJ.fJa{�L Tois"
t:f.Uot� rrapd Tljv avTcJII d�m TT]&t6TT}Ta.
94 Pro/r. l l0,9-19 P.
95 De myst. IV 9, 192, 1 4- 1 8 P.
IN1RODUZIONE 51
Le potenze inferiori, ad esempio, sono mescolate con il corpo, mentre quelle ra
zionali, pur non avendo la stessa caratteristica, non restano immutate ed impassi
bili nel rapporto con il corporeo.
Le "potenze" inferiori patiscono, per il tramite del corpo, l'azione di qualcosa
posto fuori da esse. La sensazione, infatti, è definita come una capacità di cono
scere per l'intermediario del corpo. Le sensazioni e le percezioni si colgono me
diante organi corporei, esse sono impressioni esercitate da altri corpi posti al di
fuori96: l' udito, ad esempio, percepisce il rumore attraverso le orecchie97, ugu
almente la vista percepisce attraverso gli occhi. Il legame con il corpo è eviden
ziato anche per quanto concerne il processo fonatorio: la sede del suono della voce
è identificato nella faringe, nella bocca e nelle narici.
Il rapporto che le potenze razionali istituiscono con il corpo non è altrettanto
meccanico, si tratta di un processo articolato e complesso, in queste 8wd11�ts-,
infatti, il rapporto tra agente e paziente si arricchisce di passaggi intermedi. L'atto
del pensare dipende, per la sua attuazione, dal suo oggetto e, di conseguenza, è in
un certo senso una passione, ma al contempo il pensare comporta anche un atto
«sollevato dal di dentro», un atto perfettamente autonomo98• L' esempio che
Simplicio riporta per illustrare il punto di vista giamblicheo è quello del maestro
che insegna e dell 'allievo che lo ascolta. Quando la voce del maestro colpisce le
orecchie dell'allievo il maestro agisce e l'allievo patisce. Questo processo si com
pone di momenti diversi: l'allievo non fa altro che percepire la voce del maestro
passivamente e in modo puramente materiale, ma al contempo, comprende il
senso del suono percepito, cosicché la comprensione ha la sua origine e la sua
causa nell'anima stessa dell'allievo. La passione intermediaria tra l' insegnamento
del maestro e la comprensione del discepolo gioca, dunque, un ruolo essenziale e
sarebbe falso riconoscere la. causa della comprensione in una causa puramente
esterna all'allievo99.
1 Per le altre occorrenze cf. V.Pyth. l . l ; l. 24; l. 27; 2. l; 2. 2; 2. 1 1 ; 3. 22; 3. 25; 4. 10;
5. 15; 7. 8; 9. 18; 17. 15; 19. 20; 20. 19; 21. 2 1 ; 26. 12; 32. 3; 32. 1 5; 32. 26; 33. 2; 35. 24;
36. 25; 37. 3; 4 1 . 18; 42. 24; 44. 2; 44. 9; 44. 16; 46. 9; 46. 1 1 ; 46. 13; 47. 6; 50. 2 1 ; 53. 21;
54. 18; 54. 26; 62. 14; 63. 6; 66. 10; 67. 17; 67. 21; 68. l; 68. 5; 68. 1 1 ; 68. 1 8; 74. 8; 75. 26;
76. 2; 77. 19; 82. 2; 82. 12; 82. 13; 82. 14; 82. 15; 85. 21; 9 1 . 3; 93. 13; 93. 1 4; 93. 16; 94. 2;
97. 8; 98. 1 6; 98. 26; 99. 13; 1 0 1 . 2; 101. 1 3 ; 102. 5; 104. 2; 104. 3; 1 1 1 . 17; 1 1 2. 21; 1 1 5.
2 1 ; 1 16. 3; 1 1 6. 5; 1 17. l ; 1 17. 18; 1 1 9. 4; 1 22. 2; 125. 1 2; 125. 24; 1 26. 17; 1 27. 1 4; 127.
15; 128. 13; 129. 4; 129. 5; 129. 22; 1 32. 1 1 ; 132. 13; 133. l; 1 34. 10; 136. l; 139. 9; 139.
14; 139. 20
Pro/r. 3 . l; 5. 15; 8. 2; 1 1 . 21; 20. 7; 20. 17; 20. 22; 20. 23; 22. 10; 24. 19; 26. 9; 34. 6;
34. 15; 39. 7; 39. 16; 49. 15; 52. 6; 57. 13; 57. 17; 63. 23; 64. 22; 65. 7; 75. 1 1 ; 75. 24; 76. l ;
77. 1 9 ; 84. l ; 87. 4 ; 87. 15; 92. 19; 93. 6 ; 94. 2; 94. 27; 96. 26; 97. 3 ; 97. 26; 99. 25; 100. 3;
109. 6; 1 12. 12; 1 1 2. 22; 1 1 2. 27; 1 1 2. 28; 1 1 7. 20; 1 2 1 . 12; 1 26. 6
De comm. 3. l; 7. 5; 8. 15; 9. 3; 10. 10; 1 1 . 13; 1 1 . 19; 1 1 . 22; 12. 6; 12. 26; 13. l; 13.
25; 1 4. 6; 1 4. 7; 17. 28; 18. 21; 21. 21; 23. 4; 30. 23; 33. 17; 33. 23; 35. 2; 35. 14; 36. 5; 36.
17; 37. 5; 37. 8; 38. 2; 38. 19; 38. 23; 39. 25; 40. 17; 40. 25; 4 1 . 8; 4 1 . 24; 42. 4; 42. 9; 42.
20; 44. 9; 46. 4; 46. 12; 46. 16; 46. 28; 47. 3; 47. 20; 48. 9; 48. 16; 49. 6; 49. 1 4; 49. 22; 50.
6; 50. 9; 5 1 . 5; 5 1 . 6; 52. 1 1 ; 53. 13; 54. 16; 56. l ; 56. 8; 56. 22; 56. 24; 57. 17; 57. 25; 58. 2;
58. 4; 60. 17; 6 1 . 24; 62. 4; 64. 5; 64. 7; 64. 13; 64. 19; 65. 6; 65. 1 4; 65. 22; 66. 1 1 ; 69. 8;
70. 1 2; 7 1 . 1 1 ; 73. l; 73. 27; 74. 10; 74. 14; 75. 5; 78. 9; 78. 17; 78. 26; 80. 12; 80. 2 1 ; 80.
26; 8 1 . 26; 83. 15; 84. l ; 84. 18; 86. 3; 86. 25; 87. 4; 87. 8; 87. 23; 88. 3 1 ; 89. 3; 89. 1 3 ; 89.
15; 89. 2 1 ; 90. 15; 9 1 . 10; 91. 19; 93. 10; 93. 21; 93. 27; 93. 28; 95. 4; 97. 2; 97. 8; 97. 13;
97. 15; 97. 26; 98. 28
In Nic. 3. 5; 3. 9; 4. 19; 5. 22; 5. 25; 8. 24; 10. 13; 1 1 . 13; 1 1 . 17; 1 1 . 25; 1 4. 24; 1 6. 14;
16. 25; 19. 10; 19. 16; 19. 19; 19. 20; 20. 5; 21. 10; 2 1 . 17; 2 1 . 24; 24. 3; 29. 12; 3 1 . 4; 3 1 .
58 LESSICO
19; 35. 5; 35. 18; 35. 22; 37. 22; 39. 7; 39. 1 4; 40. 21; 4 1 . 2 1 ; 4 1 . 22; 4 1 . 28; 42. 12; 42. 23;
43. 2; 43. 4; 43. 27; 44. 5; 45. 1 1 ; 45. 26; 46. 3; 46. 8; 46. 12; 46. 16; 46. 22; 46. 24; 46. 27;
47. 5; 47. 6; 47. IO; 47. IO; 47. 16; 47. 23; 47. 24; 48. 2; 48. 4; 48. 6; 48. 6; 48. 1 1 ; 48. 15;
48. 1 8; 48. 22; 48. 23; 48. 26; 49. 4; 49. 1 1 ; 49. 20; 50. 3; 50. 5; 5 1 . 14; 51. 24; 52. 3; 52. 23;
53. I l ; 53. 19; 53. 23; 53. 26; 54. 4; 54. 13; 54. 15; 54. 17; 54. 22; 55. l; 55. 5; 55. 8; 55. IO;
55. 1 2; 55. 17; 55. 19; 55. 20; 55. 23; 55. 25; 56. 3; 56. 4; 56. 6; 56. 19; 57. 1 0; 61. 14; 61.
18; 63. 20; 64. 4; 64 . 8; 64. 13; 65. 26; 65. 28; 66 . 4; 66 . 1 0; 66 . 17; 66. 2 1 ; 66. 23; 66. 28;
67. l; 67. 3; 67. 3; 67. IO; 67. 15; 67. 19; 67. 24; 72. 7; 72. 20; 73. IO; 75. 2; 76. 23; 77. 17;
77. 23; 77. 25; 78. 1 1 ; 78. 19; 79. 7; 79. 14; 8 1 . 24; 82. 3; 82. 19; 84. l; 84. 15; 84. 15; 85.
1 1 ; 85. 1 3; 85. 19; 85. 22; 85. 25; 85. 28; 86. 18; 86. 25; 86. 27; 87. 6; 87. 9; 87. 1 1 ; 87. 15;
87. 20; 9 1 . 4; 9 1 . 8; 9 1 . 22; 9 1 . 23; 92. 19; 94. 16; 94. 19; 95. 16; 98. 14; 98. 15; 98. 16; 98.
27; 98. 27; 99. 2; 99. 4; 99. 5; 99. 7; 99. 8; 99. 9; 99. 1 1 ; 99. 16; 99. 18; 99. 19; 99. 2 1 ; 99.
22; 99. 23; 99. 24; 99. 24; 99. 24; 1 00. 5; 100. 7; 100. 8; 100. 8; 1 00. 19; 100. 25; 1 0 1 . 1 5;
1 02. 8; 102. 27; 104. 20; 104. 2 1 ; 104. 22; 104. 27; 105. 19; 105. 23; 106. 2; 106. 3; 1 06. 5;
106. 29; 1 07. 9; 108. 2; 108. 1 1 ; 108. 15; 108. 17; 1 08. 20; 1 08. 23; 108. 26; 109. 2; 1 09. 4;
109. 8; 109. 10; 109. 16; 109. 20; 109. 26; 109. 27; 1 1 0. 6; 1 10. 28; 1 1 1 . 20; 1 12. 6; 1 1 3. 13;
1 1 3. 22; 1 1 4. 16; 1 1 5. 3; 1 1 5. 20; 1 1 6. 8; 1 1 6. 21; 1 1 7. 12; 1 17. 24; 1 1 8. I l; 1 1 8. 1 2; 1 1 8.
1 5; 1 1 8. 21; 1 1 9 . 16; 1 1 9. 24; 120. 2; 1 20. 5; 1 20. 7; 120. 1 4; 120. 1 5; 120. 2 1 ; 121. 3; 121.
4; 121. 6; 1 2 1 . 8; 1 2 1 . 8; 1 2 1 . 1 5; 121. 19; 121. 21; 122. 6; 122. 14; 122. 15; 1 22. 18 ; 122.
20; 123. 2; 123. 8; 123 . 17; 124. 2; 1 24. 2; 124. 5; 124. 8; 124. 13; 124. 15; 124. 18; 124. 21;
1 25. 13; 1 25. 20
Theol. Arithm. l . 12; 2. 17; 2. 20; 4. 2; 4. 6; 4. 7; 4. 14; 4. 17; 5. 3; 5. 15; 8. 4.; 9. 9; 9.
I l ; 12. 2; 12. 1 2; 13. 16; 1 6. 5; 19. 14; 24. 4; 30. 2; 30. 3; 30. 6; 30. 9; 32. 7; 32. 12; 32. 20;
35. I l ; 36. 6; 37. l; 38. 16; 42. l ; 43. 10; 43. 14; 46. 18; 5 1 . 15; 54. 8; 54. 13; 54. 15; 57. 5;
58. IO; 58. 25; 59. 6; 62. 2; 63. 6; 63. 10; 63. 14; 65. I l ; 66. 22; 69. 9; 75. 8; 76. l ; 76. 9; 78.
12; 79. l ; 79. 24; 8 1 . 13; 82. 8; 84. 7
De myst. l. l. l. 4; l. l . 3. 6; l. l. 5. 2; l. l. 5. 6; l. 2. 6. 8; l. 3. 8. 14; l. 3. 9. 2; l. 3. 9.
6; l. 4. 1 1 . 6; l . 4. 1 4. I l ; l . 4. 14. 16; l. 5. 17. 3; l . 5. 17. 3; l. 6. 19. 12; l. 8. 26. 1 9; l . 8.
28. 13; l. 8. 29. 12; l. 9. 32. 13; l. 10. 35. 9; l. I l . 37. 8; l. 1 1 . 37. I l ; l. 1 1 . 39. 12; l. 15.
46. 8; l . 15. 47. 6; l . 20. 61. I O; l. 20. 62. 6; 2. 2. 69. 4; 2. 2. 69. 15; 2. 3. 70. 12; 2. 3. 73.
17; 2. 3. 74. 3; 2. 4. 76. 12; 2. 4. 78. 8; 2. 9. 88. 3; 2. IO. 90. 16; 2. 10. 9 1 . 3; 2. IO. 9 1 . 15; 2.
I l . 99. 8; 3. l. 1 01 . I l ; 3. 2. 103. 4; 3. 2. 106. 3; 3. 3. 106. 8; 3. 3. 106. 1 6; 3. 3. 107. 16; 3.
3. 109. 2; 3. 8. 1 1 6. 7; 3. 8. 1 17. 6; 3. IO. 122. 5; 3. I l . 124. 8; 3. 1 1 . 1 24. 9; 3. 13. 129. 1 8;
3. 16. 138. 17; 3. 17. 1 42. 3; 3. 17. 142. 6; 3. 1 8. 144. l; 3. 18. 144. IO; 3. 20. 149. 16; 3. 23.
155. 4; 3. 24. 156. 18; 3. 25. 159. 7; 3. 29. 173. l; 3. 3 1 . 176. l ; 3. 3 1 . 177. 18 ; 4. l . 1 80. 7;
4. l. 1 80. 9; 4. l . 1 8 1 . 2; 4. l. 1 8 1 . 5; 4. 2. 1 83. l; 4. 2. 1 84. l; 4. 7. 190. 16; 5. l . 199. 8; 5.
4. 205. 1 2; 5. 7. 207. 7; 5. 8. 209. 9; 5. IO. 214. 3; 5. 13. 216. 12; 5. 15. 220. I O; 5. 22. 23 1 .
3 ; 5. 23. 232. 1 5 ; 5 . 23. 234. 8 ; 5 . 26. 238. 2 ; 6. l . 24 1 . 3; 6. 3 . 243. 18; 6. 5 . 245. 12; 6. 5.
246. 3; 6. 6. 246. 16; 6. 6. 247. 3; 6. 6. 247. IO; 6. 7. 248. 7; 6. 7. 249. 2; 6. 7. 249. 5; 6. 7.
LESSICO 59
lessico il tennine r/>IJuLS' che registra solamente tre volte il senso di TÒ r/JvnK6v,
cioè il principio della vita vegetativa2, né tutta la tenninologia che, pur connessa
alle potenze dell'anima, fa parte più propriamente delle lvlpyEtat (o lpya) Tfjs-
1/Juxfìs-. In tal senso, ad esempio, non sono incluse voci quali d yvwJ10UUV11,
dyvwula, dyvwuTOS', dvayqvcJuKw, dvdyvwuts-, yt yvcJuKw, ma si registrano
voEpos-, votw, VOT/Jla, v617ULS', VOT/ TdPXT/S'. VOT/TLKOS', VOT7 TOS' in virtù del
legame semantico che presentano con il tenni ne vof5".
249. 8; 7. 2. 25 1 . 5; 7. 4. 254. 13; 7. 5. 259. 15; 7. 5. 259. 17; 8. l. 260. 13; 8. 3. 263. 10; 9.
2. 274. 7; 9. 2. 274. 9; 9. 4. 277. 5; 9. 4. 278. 1 1 ; 9. 6. 280. 2; 10. l . 285. 10; 10. 8. 293. 17
De an. 364. 1 0; 364. 25; 373. 3
In Cat. 10. 8; 1 1 . 4; 1 1 . 7; 12. 2; 12. 5; 17. 5; 17. 7; 20. 8; 21. 12; 29. l; 29. 3; 29. 4; 29.
7; 29. 8; 29. 9; 29. 1 1 ; 29. 13; 29. 15; 35. 2; 35. 3; 35. 3; 39. l; 39. 4; 4 1 . l; 45. 4; 45. 5; 47.
2; 47. 3; 49. 3; 53. 3; 53. 20; 53. 26; 53. 39; 58. 6; 58. 9; 58. 10; 58. 1 4; 61. 10; 64. 6; 65. 28;
65. 29; 65. 3 1 ; 65. 39; 65. 6 1 ; 65. 70; 65. 77; 65. 78; 65. 92; 65. 93; 65. 93; 65. 93; 65. 97;
65. 98; 65. 100; 65. 104; 65. 1 09; 65. 1 1 5; 65. 1 2 1 ; 65. 123; 69. 8; 69. 1 4; 70. 3; 70. 13; 75.
9; 75. 10; 75. 20; 75. 22; 78. 41; 78. 42; 78. 44; 78. 54; 80. 15; 8 1 . 6; 8 1 . 9; 8 1 . 24; 8 1 . 25;
8 1 . 26; 8 1 . 28; 87. 1 8; 89. 1 1 ; 89. 18; 89. 28 ; 89. 38; 90. 6; 96. 47; 1 0 1 . 3; 101. 1 1 ; 101. 14;
107. 7; 1 07. 1 1 ; 1 07. 13; 107. 16� 107. 1 8; 107. 23; 107. 32; 108. 26; 1 1 0. 6; 1 1 0. 1 0; 1 1 0.
77; 1 1 2. 57; 1 12. 57; 1 12. 6 1 ; 1 12. 67; 1 1 2. 84; 1 17. 30; 1 1 7. 35; 1 1 8. 4; 120. l ; 1 20. 4; 1 20.
8; 121. 12; 122. l; 123. 2; 124. 4; 1 25. 12; 126. 2; 127. 2; 136. 2
In Alcib. 2. 1 1 ; 2. 2 1 ; 3. 3; 5. 16; 5. 29; 5. 32
In Phaed. l . 5; 2. 4; 3. 5; 3. 8; 4. 6; 5. 10
In Soph., l. 3; l . 10
In Phaedr. l . 7; l . 8; l . 12; l . 1 4; l . 18; l . 20; l . 2 1 ; l . 23; l . 28; 3. 5
In Tim. 2. 3; 2. 4; 9. 3; 9. 4; 10. 15; 10. 21; 15. 3; 23. 5; 23. 6; 24. 9; 25. 5; 26. 3; 27. 4;
29. 2; 35. 10; 37. 19; 40. 3; 45. 15; 48. 14; 48. 15; 50. 1 1 ; 50. 21; 52. 9; 53. 1 1 ; 54. 9; 54. 15;
57. 17; 57. 24; 58. 3; 58. 6; 59. 4; 59. 5; 59. 19; 63. 4; 63. 16; 66. 1 2; 70. 1 4; 70. 17; 7 1 . 6;
74. 4; 74. 1 0; 74. 13; 82. 5; 85. 5; 86. 5
In Parm. 2. 14; 2a. 1 5
Ep. Des. 1 8. 19
Ep. Mac. I. 174. 21;176. 8
Ep. Mac. II. 80. 1 7
Ep. Sop. l. 1 9 . 26 ; 20. 2; 20. 7 ; 20. 8 ; 20. 9 ; 20. 12; 20. 1 3 ; 2 1 . 12; 2 1 . 1 3
Ep. Sop. II. 8 1 . 1 2
SIGLE E ABBREVIAZIONI
*
lemma non completo
[] delenda
< > aclcblda
**
lacuna
LESSICO 65