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Scuola Italiana di Life & Corporate Coaching - Roma: Ottobre 2010/Marzo 2011
Elaborato di fine corso dell’allievo coach Emilio Iannarelli
Premessa potenzialità, della proattività, della virtù, cioè
In occasione dell’ultima lezione del corso, il mio sostanzialmente ad una buona parte della teoria e
formatore Luca Stanchieri, nell’illustrare la giusta dei metodi del coaching.
tensione tra l’orizzontalità dell’ordinario Ovviamente la natura dell’elaborato non consente
quotidiano e la verticalità della ricerca, della una trattazione esauriente di tutte le categorie
scoperta e del sogno, ha improvvisamente citate, e si affronterà pertanto, per alcuni casi
stilizzato sulla lavagna un piccolo equilibrista ben esemplificativi, la metodologia di possibile
saldo su un precario segmento d’un improbabile coordinamento dei due ambiti.
quadrante cartesiano. Mi porrò in conclusione alcune domande che
Quell’immagine ha suscitato in me una tempesta dall’arte del funambolismo possono agevolmente
d’immagini, richiami letterari, ricordi ammirati di essere trasposte al metodo del coaching.
gesti spavaldi e poetici, stupore smarrito al Il percorso che ha portato a questo mio primo (e
pensiero di quanta bellezza possa dischiudersi e disastrosamente incompleto) tentativo di
fiorire quando un uomo incontra e riconosce il suo sistematizzazione in un campo per me del tutto
vero Se, le sue potenzialità e i suoi sogni. nuovo, ha rappresentato una fase d’interessante
Da quando ebbi la fortuna diversi anni fa di scoperta, e potrei già per questo ritenermi
imbattermi in libreria nel suo “Trattato di soddisfatto; ma ho anche in me la speranza che la
funambolismo”, Philippe Petit ha rappresentato per forza metaforica del cavo teso, possa in futuro
me un utile esempio di pragmatico sognatore, per costituire una copiosa fonte d’ispirazione, oltreché
la sua capacità di concepire e realizzare imprese un utile strumento professionale, per me e per i
artistiche estreme e apparentemente inutili, unita miei compagni di corso, che ringrazio per avermi
alla dote di riuscire a declinare i suoi sogni in una reso leggere e perfino divertenti le mie prime goffe
sequenza di piccole azioni precise ed esibizioni di disequilibrio.
estremamente concrete, ma, anche, ad
un’incrollabile perseveranza.
E proprio per onorare quell’intuizione avuta
qualche anno fa, e col tempo pazientemente Philippe: tendere cavi, congiungere punti 3
alimentata, mi sembra giusto, a conclusione di Parola di funambolo 4
questo mio primissimo approccio al mondo del Coach-mantra 4
coaching, rileggere e reinterpretare attraverso la Gratitudine 5
teoria, i metodi e gli strumenti studiati in questi Rioorientamento dello smarrimento 5
ultimi mesi, tutte le mie suggestioni e riflessioni Fisica dell’equilibrio 5
sulla specificità di un’arte così particolare come il La solitudine del funambolo 6
funambolismo, e di un uomo, comune e raro al Sono io l’ingegnere del mio progetto 6
tempo stesso, che di quest’arte ha fatto un modo di Prima di mettere piede a terra 7
vivere. I limiti, i sogni 8
L’errore è partire senza speranza 8
Di grande fascino è per me anche l’idea che il
Da dove, verso dove 9
concetto di equilibrio su cui si fonda il
Uno per volta 9
funambolismo sia perfettamente sovrapponibile
E ci hai pensato al vento? 9
alle elaborazioni sulla “cura di se” di tanti Piano d’azione come piano criminale 10
pensatori della filosofia classica, cui fa ampio Brevi conclusioni programmatiche 11
riferimento il coaching umanistico.
Bibliografia 11
In questo mio elaborato mi riferirò in particolare
all’impresa della sua passeggiata tra le Twin
Towers del 7 agosto 1974 perché si tratta di un
evento ampiamente documentato non solo nella
sua fase esecutiva, ma anche nel suo lucido
periodo preparatorio, durato, nelle sue alterne fasi,
ben 6 anni.
Ritengo che tutti i ricordi e le osservazioni di
Philippe su quell’impresa possano costituire un
utilissimo ausilio per ogni coach, soprattutto per
quanto attiene (in rigoroso ordine alfabetico) alle
categorie dell’autoefficacia, dell’autogoverno,
della creatività, del flow, del focus, del goal
setting, degli obiettivi, del piano d’azione, delle
2
Philippe: tendere cavi , congiungere punti Di seguito riporto alcuni passaggi tratti dai libri
dello stesso Petit che ben aiutano a inquadrare i
tratti salienti della sua personalità:
Fig. 1 Philippe, all’epoca delle sue prime imprese, e un cavo da Non so perché, ma già quando avevo cinque anni
camminata a trefoli d’acciaio.
avevo un punto di vista molto forte su tutto. A
Philippe Petit nasce in Francia nel 1949. Sin da cinque anni! Non volevo giocare con gli altri
bambino si dedica alla magia e alla bambini, volevo giocare da solo. Non mi piaceva
prestidigitazione, e a sedici anni scopre e si tuffa a quello che gli altri facevano ai miei giochi. Sono
capofitto nell’arte del funambolismo. E’ cresciuto in questo modo, e ovviamente ho
radicalmente autodidatta, e non sopporta la acquisito una sorta di arroganza e scetticismo.
disciplina scolastica, tanto che viene espulso da 5 Quando la gente mi diceva qualcosa a cinque, sei,
scuole. Da autodidatta impara a cavalcare, a tirare sette anni, non ci credevo. Volevo scoprire io
di scherma, ad arrampicarsi, ad affrontare i tori, stesso se era vero o no. Poi ho iniziato a mettere in
l’inglese, lo spagnolo, il russo e il tedesco, ma discussione le regole. Quando mi si ordinava di
anche a truffare, a borseggiare e l’arte della fare una certa cosa, io chiedevo perché e
falegnameria (e su queste ultime abilità sono in contestavo. Da adolescente ho iniziato a essere un
uscita due nuovi libri: “L’arte del borseggio” e poeta e un ribelle: un poeta ribelle, non un artista
“Costruire un fienile”). ribelle. [3, pp. 33]
Per interpretare al meglio la sua passione e arte di
funambolo studia con interesse molte materie A diciassette anni, visto che a sei avevo imparato
ingegneristiche. l’arte della magia, e a quattordici i giochi di
Recita in diversi film e rappresentazioni. Il film- destrezza, sono diventato funambolo. (…) Allora
documentario “Man on wire” diretto da James vivevo a Parigi ed ero un borseggiatore criminale.
Marsh, nel quale si racconta nei dettagli tutta la L’avevo imparato da solo. L’ho fatto per poco
fase preparatoria e l’esecuzione dell’epica tempo, forse sei mesi, ma non mi è mai interessato
passeggiata da lui eseguita nel 1974 su un filo teso rubare soldi o oggetti per poi rivenderli, tanto è
tra le Torri Gemelle del World Trade Center, nel vero che spesso restituivo la refurtiva. Non mi
2009 vince il premio Oscar. interessava rubare per la ricchezza, mi interessava
Più recentemente Philippe intraprende anche rubare per la bellezza. [3, pp. 34]
l’attività didattica: già da diversi anni tiene corsi
sulla creatività, e lo scorso anno ha avviato a New Forse per il fatto che non sono mai andato a
York [6] delle master class della durata di 3 giorni scuola – da bambino sono stato sbattuto fuori da
destinate ai “veramente interessati” per una cinque scuole perché facevo numeri di magia
“Esplorazione nel teatro dell’equilibrio”. invece di imparare, sono diventato un uomo che ha
l’istruzione di un ladro. Vivo la mia vita e rubo
delle cose, rubo la conoscenza, trovo qualcosa
di’interessante e la disegno, parlo con qualcuno e
costruisco la mia personalità partendo dalla vita,
dalla strada, da altri mondi. [3, pp. 49]
3
Sa che ne sarei capace, la sua risata me lo questo è frutto della mente. Per camminare su una
conferma. [2, pp. 32] corda tesa si ha certamente bisogno del corpo, ma
prima di tutto è necessario generare una
La generosità con cui Philippe fornisce dettagli e sorprendente energia di solidità e di fede: bisogna
riflessioni biografiche sull’intero arco della sua credere.
esistenza, unita al suo non comune talento letterario, Quando sono sulla fune, quando, dopo aver
consentono di delineare, senza eccessivi azzardi, un afferrato la mia asta da equilibrista, sono pronto a
inquadramento del suo carattere in termini di
partire, devo sapere in anticipo, prima di fare il
potenzialità.
Philippe sin dalla più giovane età mostra una forte primo passo, che arriverò dall’altra parte. Se non
consapevolezza e determinazione a vivere lo sapessi fuggirei via, perché sarebbe terrificante.
intensamente la propria esistenza, e in tal senso Questa è fede. Forse è una fede religiosa; di certo
allena costantemente e tenacemente uno spettro di ha a che fare con la mente. La mia filosofia è
potenzialità molto ampio. Oltre a un forte senso di avere un’idea, un progetto, impegnare la mia
autogoverno e autoefficacia, emerge in modo mente in qualcosa e poi coinvolgere il corpo
sufficientemente chiaro che le virtù di maggior peso tirandolo per la manica. Il corpo seguirà la mente.
relativo sono quelle della saggezza/conoscenza Certo, per fare le sue dodici piroette Baryshnikov
(creatività, curiosità, amore per l’apprendimento), il ha bisogno di dodici anni di lavoro, ma è solo un
coraggio (in tutte le corrispondenti potenzialità
dettaglio. L’importante è la mente. [3, pp.44-45]
(audacia, persistenza, integrità, vitalità) e la
trascendenza (capacità di apprezzare la bellezza e
l’eccellenza, capacità di proiettarsi nel futuro, Il coach comprende pienamente la filosofia del
consapevolezza di uno scopo). [5, pp. 40-41] funambolo, ma comprende in modo ancora più
totale il suo bisogno di fede nella certezza di arrivare
dall’altra parte della fune. La mancanza di fede può
dilatare l’esitazione, dilazionare all’infinito il primo
passo sulla fune, o peggio provocare una fuga dal
terrore del vuoto che si sarebbe dovuto affrontare.
E’ per questo che il coach si sincererà più e più volte
della solidità della fede-fiducia del suo coachee e
risveglierà e stimolerà tutte le potenzialità che il
coachee può mettere in campo per portare a termine
la sua traversata, dando continui feed-back sulla
padronanza ed utilità di quelle armi.
Parola di funambolo
4
coach dovrebbe poter dedicare con piena ringraziamento incondizionato, come quello di
convinzione a ciascuno dei suoi coachee. Philippe nei confronti di suo fratello.
Dall’inizio alla fine non pensai un solo istante che Riorientamento dello smarrimento
potesse cadere. Rischio, paura di morire,
catastrofe: tutto ciò non apparteneva allo Controllate il respiro durante il percorso,
spettacolo. Philippe aveva assunto il pieno continuate a farlo scomparire attraverso
controllo della propria esistenza, sapevo che l’estremità del filo, così come era venuto. La
niente poteva scuotere quella certezza. Il respirazione si farà lenta, distesa, lunga come un
funambolismo non è un’arte della morte, ma filo. Diventerete corpo unico con l’installazione,
un’arte della vita – della vita vissuta al limite del solidi come una roccia. Ci si sentirà oggetto
possibile. Ovvero della vita che non si nasconde d’equilibrio. Si diventerà il cavo. A chi ha
alla morte, ma la guarda dritta in faccia. Ogni costruito questo equilibrio senza difetto, fragile,
volta che mette piede sul cavo, Philippe tiene in fugace, sembrerà di possedere la densità del
pugno quella vita e la vive in tutta la sua granito. Se nessun pensiero venisse a turbare
esilarante immediatezza. In tutta la sua gioia. questo miracolo, durerebbe in eterno. Ma l’uomo,
Possa egli viverla fino a cent’anni. [1, pp. 23 – che si meraviglia di tutto e di se stesso, ben presto
dall’introduzione di Paul Auster] si smarrisce. [1, pp. 47]
Il coach è il primo alleato tra tutti gli alleati del suo Il coach è ben edotto e cosciente di ogni aspetto
coachee: stimolerà dunque, al momento opportuno, scientifico correlato al concetto di equilibrio. E’
una riflessione sulla rete delle sue alleanze, e un responsabile infatti della sicurezza del suo coachee,
5
perché ogni equilibrio è un equilibrio instabile, e Come mi preparo per una grande passeggiata
tutti gli stimoli che il coach determina devono essere sulla fune? Prima di tutto mi costruisco un
calibrati sulla forza e sulla destrezza di chi sta sulla modello. Non mi rivolgo ad uno studio di
corda. architetti, perché è una trafila troppo lunga e
costosa. Faccio tutto da solo, talvolta trovando
La solitudine del funambolo cose tra i rifiuti, così il modello mi costa solo
pochi dollari. (…) In seguito è necessario che il
Là in alto, mentre prende confidenza col suo modello diventi più grande: devo allora riuscire a
nuovo territorio, il funambolo si sente solo. Se ne convincere assicuratori, presidenti, responsabili
vedrà a lungo la sagoma immobile. Aggrappato della sicurezza e ingegneri che il progetto è
con le mani alla passerella davanti a questo cavo realizzabile. E non ditelo a nessuno, ma credo che
orizzontale sul qual non osa posare il piede, si qualche volta queste persone siano pagate per dire
crederebbe che egli beva pigramente il sole al di no. Sono io l’ingegnere del mio progetto, e so
tramonto. che cosa è possibile e cosa no. [3, pp. 21]
Non è così. Egli sta prendendo tempo.
Misura lo spazio, palpa il vuoto, soppesa le All’improvviso – come un geyser – un’idea affiora
distanze, controlla lo stato degli attrezzi, li e mi risveglia: tutta l’attrezzatura che occorre per
predispone. Assapora fremendo quella solitudine: il coup è già sul tetto! Mi basterà salire con pochi
sa che, se ce la fa, sarà funambolo. arnesi. Con mani febbrili dissemino le foto sul
Vuole allineare alla verticale dei suoi pensieri i piccolo vassoio che mi sta di fronte. Quel cavo
suoi dubbi e i suoi timori, per issare fino a sé il avvolto all’argano della gru sarà il cavo della
coraggio che gli resta. [1, pp.73] traversata. Posso unire quei due paranchi a
catena a creare un tensionatore. I morsetti li
Il coach ha assistito a tutte le fasi preparatorie potrei prendere dai cavi che rinforzano quel
attraverso cui il suo coachee è passato per issarsi sul
pilastro. Ci sono funi ovunque, abbastanza per
cavo. Restano ancora momenti di titubanza, forse
solo apparente, in cui il suo cliente è alla ricerca farne dei cavalletti, cioè tiranti che si fissano al
dell’allineamento perfetto. Sarà compito del coach cavo della traversata per ridurne le vibrazioni. E
essere, se possibile, ancora più vicino al sentire del perché no, come bilanciere potrei usare uno di
funambolo, e concedere i giusti tempi per l’appoggio quei tubi di metallo…
del primo passo. (…) Senza preoccuparmi di datarli riempio una
dozzina di fogli con annotazioni frenetiche, schizzi,
elenchi, abbozzo un primo progetto di
installazione, cercando di non trascurare nessun
dettaglio. Ho bisogno di qualcuno accanto che mi
dia una mano, e di almeno due persone sull’altra
torre.
Scrivo a Jim: “Tornerò tra un paio di mesi per
eseguire il coup”.
Fatto. [2, pp. 33]
dossier è fatto.
Già dal mattino dopo non parlo più di “torri Ciascun coachee oltre ad essere il massimo esperto
del suo problema, è anche l’ingegnere del suo
gemelle”, o di “World Trade Center”; mi riferisco
progetto. Compito del coach è quello di aiutarlo a
alla mia idea fissa con quel semplice acronimo: visualizzarlo in tutti i suoi aspetti, raccogliendo
WTC. [2, pp. 37]
6
sistematicamente ogni tipo di elemento utile alla meditazione. E’ compito del coach aiutare il suo
comprensione dell’impresa da compiere, e magari cliente a sintonizzarsi sul giusto equilibrio tra queste
anche attraverso la costruzione di un modello, da due sfere, diverse e complementari.
perfezionare progressivamente.
7
Il coach osserva con attenzione gli esercizi sul filo del Per conoscere i propri limiti si deve pensare al
suo coachee. Non si lascia ingannare da inutili proprio essere mortali, alla possibilità di
virtuosismi, ma anzi pretende il rispetto degli commettere errori: questo è essere umili. Quindi,
obiettivi concordati nel piano d’azione. Il coachee anche se credo nel complesso di essere una
non può scendere dal filo se non dopo aver raggiunto
persona non umile, in alcune circostanze lo sono
un pur minimo risultato. Ma il coach non può
accontentarsi di risultati minimi se non in particolari molto, e prendo molto sul serio il fatto di
e limitate circostanze. Dovrà pertanto mettere in atto avventurarmi nell’ignoto. [3, pp. 46-47]
la giusta strategia per stimolare la chiarificazione del
progetto da parte del coachee e una nuova e più Uno dei più centrali campi d’azione per il coach è
piena adesione al progetto stesso. quello di limite. Esso investe direttamente sia la
definizione del focus, della funzione Omega del senso
Se cadevo, cadevo in silenzio. Non aspettavo che di autostima e autoefficacia. Sarà quindi suo
compito investigare sull’autopercezione dei limiti del
la ferita alla spalla si rimarginasse per continuare
proprio coachee, e individuare con lui le opportune
le mie serie di capriole fino allo stremo delle forze. strategie per spostarli in una dimensione di sviluppo,
Non ero dissennato, ero impegnato a vincere.[1, che in qualche caso può anche consistere in un
pp.96] ridimensionamento del limite alla portata delle
potenzialità del coachee.
Il gesto del coachee ammaccato ed esausto che I progetti, ma anche i sogni non possono essere
rimonta comunque sul filo è il sogno di ogni coach. ancorati nel vuoto.
Egli farà quindi in modo da alimentare
costantemente la voglia di successo del suo coachee, L’errore è partire senza speranza
in modo che focalizzi senza risparmio le sue energie
migliori. La caduta sul cavo, l’incidente lassù, l’esercizio
mancato, il passo falso; tutto ciò deriva da una perdita
di concentrazione da un piede male appoggiato, da una
fiducia esagerata in se stessi.
Non dovete perdonarvelo. Il funambolo è spettatore
della sua stessa caduta. Con gli occhi spalancati,
volteggia intorno al filo per ritrovarsi aggrappato con
un braccio o appeso per le gambe. Senza mai
abbandonare il bilanciere, deve trovare lo slancio per
rialzarsi e riprendere al più presto, e con impeto
maggiore, il movimento interrotto.
Il più delle volte scrosciano gli applausi, nessuno ha
Fig. 9) Rimontare sul filo, con gli occhi fissi al punto d’arrivo. capito.
L’errore è partire senza speranza, lanciarsi senza
fierezza nella figura che si è certi di mancare. [1, pp.
I limiti, i sogni 100]
Quando mi trovo in situazioni in cui devo mettere E’ compito del coach assicurarsi con sistematicità
tutto me stesso, altrimenti muoio, mi concentro al che il percorso del suo coachee sia sostenuto dal
massimo. E’ un caso in cui occorre una grande giusto livello di fiducia nel successo, e, in caso
negativo, mettere in atto le opportune analisi volte
umiltà. Ora. io non sono invincibile, non sono alla comprensione delle sfiducie vissute, e le strategie
Superman, non sono immortale: sono anzi molto che stimolino la fierezza del coachee.
mortale, ed ecco perché sto sempre molto attento.
Devo conoscere i miei limiti, perché, se pensassi di Attenzione! Siete padroni del filo, è vero. Ma
essere invincibile, andrei incontro alla morte. l’essenziale è inscrivere nell’altitudine movimenti
Quindi, pur essendo un essere umano molto così immobili che non lascino traccia. L’essenziale
fragile, devo camminare saldamente sulla fune e è nella semplicità.
avere tutto sotto controllo. Ecco perché il lungo cammino verso la perfezione
Per me questa è la bellezza di un uomo – o di una è orizzontale. [1, pp. 107]
donna – che cammina su una fune: è una metafora
della vita. Perché la vita è solo una linea. Dopo la Il coach non punta alla perfezione, ma all’efficacia.
nascita si cammina sul filo e, quando si arriva, è Ciò nonostante è in grado di sfruttare il fascino della
la morte. Alcuni credono che la vita continui, altri perfezione per perseguire la massima efficacia del
no, ma in ogni caso ci sono un inizio e una fine e, suo coachee. A tal fine libererà l’azione del cliente da
se non si è consapevoli dei propri limiti, non si fa ogni leziosità e ridondanza, per puntare
un bel lavoro. all’essenziale semplicità di un piano d’azione
lucidamente calibrato sulle sue potenzialità.
8
Il lungo cammino verso la perfezione è orizzontale, e
il coach aiuta il suo cliente a disegnare nell’aria un
filo perfettamente teso.
9
conosci gli orari di lavoro degli addetti alla Propone di andare tutti e tre a cena a Chinatown
costruzione. Non sai neanche la distanza fra le quella sera.
torri! Certo, ti aiuterò, ma tu devi chiarirti le idee. E’ ancora mattina, e mi viene un’idea. [2, pp. 97]
E il vento, ci hai pensato al vento?”
“Non è un problema, ci stai?”
“Certo.”
Ha ragione, il mio piano non sta in piedi. [2, pp.
35]
Fig. 12) Il coachee è sul filo teso. Il suo coach ha lavorato con
scrupolo alla predisposizione del set, e osserva con attenzione
ogni passo, inquadrando tutti i margini di miglioramento
10
le azioni ordinarie in piccole truffe e quasi Bibliografia
giungendo a visualizzare l’obiettivo finale come lo
scasso del forziere di una banca centrale. [1] Philippe Petit: Trattato di funambolismo
Ponte alle Grazie, 1999
Questa strategia potrà tornare utile al coach, [2] Philippe Petit: Toccare le nuvole
qualora il suo coachee abbia bisogno di contesti Ponte alle Grazie, 2003
particolarmente sfidanti e/o sia dotato di una [3] Philippe Petit: Credere nel vuoto
particolare propensione al gioco e alla simulazione. Bollati Boringhieri, 2008
[4] Scuola Italiana di Life e Corporate Coaching
Ultimate Coaching-Manuale Teorico Operativo
Brevi conclusioni programmatiche Edizione aggiornata 2008
[5] Luca Stanchieri: Scopri le tue potenzialità
Franco Angeli, 2008
Nell’esercizio della mia funzione di coach potrà
[6] Sarah Lazarovic, The daredevil in the clouds, The
essermi certamente d’aiuto, per la buona visione National Post, 9 settembre 2002
d’insieme che penso di aver acquisito sulla [7] Emily B. Hager, If Your Feet Are on the Ground,
personalità di Philippe Petit, vedere in ogni futuro Don’t Apply, New York Times, 6 luglio 2010
coachee, un potenziale Philippe, con le sue [8] Penelope Green, At Home With Philippe Petit: a
profonde motivazioni, i suoi sogni, i suoi progetti, High-Wire Master Touches Down, New York
le sue doti, i suoi alleati, i suoi momenti di Times, 21 settembre 2006
profonda disperazione. [9] Vasya Pupkin, Walking on Air: 'Man on Wire'
Oltre alle armi “convenzionali” (ammesse dai Presents Petit's Terrific Tale, documentary.org
vigenti trattati internazionali del coaching) al cui
uso il corso che sta per finire ci ha generosamente
addestrati, i miei superpoteri di coach si
svilupperanno, almeno nella fase iniziale,
attraverso l’approfondimento parallelo di alcune
delle categorie tipiche del funambolismo e del
coaching, secondo il seguente schema di prima
approssimazione.
Funambolismo Coaching
Equilibrio
Cura di sé
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