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Potrebbe essere molto ingannevole questa impostazione del Bene di Epicuro perché sembra molto attraente,

sopratutto nella società attuale in cui lui è come se fosse risorto e vivesse in mezzo alla società. Oggi vediamo
e sentiamo lo stesso discorso, fuggire del dolore e cercare il piacere, il più possibile dei piaceri. Ed è molto
molto notevole il fatto che oltre a questo del dolore-piacere allo stesso tempo vediamo che in molti governano
le sensazione e pensare o ragionare sarebbe come rovinare tutto. Certamente le sensazione si sono emancipate
prendendo il posto della ragione e non è più lei a governare o armonizzare tutte le tendenze (come dovrebbe
essere) ma sono le sensazioni che sono diventate il capo, reggono tutta la persona. Ma Epicuro acenna che c’è
un modo di seguire il piacere e cioè lo si segue con saggezza. In questo senso lui fa un distinzione tra i
desideri che possono essere naturali necessari e naturale non necessari, e nella misura in cui si impari a
conoscere quale siano questi desideri naturali (mangiare, dissetarsi ecc) la probabilità della felicità sarà più
grande, l’animo non sarà turbato e non ci sarà sofferenza tutto questo è la fine delle nostre azioni.
A me pare che nemmeno Epicuro riuscì a vivere una vita così senza essere turbata senza sofferenza, questo
l’ho pensato mentre leggevo la lettera. D’altra parte, quando parla della paura della morte, come uno dei mali
più temuto, però che non c’è bisogno di avere paura perché secondo lui diceva che la morte è niente per noi
rende felice la vita mortale, non perché questo aggiunga infinito tempo alla vita, ma perché toglie il desiderio
dell'immortalità. Allora mi chiedevo se Epicuro parla di questo desiderio di immortalità, penso che non
intendeva dire con che nell’uomo ci fosse un desidero di trascendenza perchè già aveva accennato prima nella
lettera che dopo la morte finiva tutto e che non c’era nulla al di là.
D’altro canto pensando un po su questa frase certo, è peggio chi dice: è bello non esser mai nati "ma, se si è
nati, è bello passare al più presto le soglie dell'Ade". Se chi dice queste cose ne è convinto, perché non
abbandona la vita'? è in suo potere farlo, se questa è la sua opinione e parla seriamente. Se invece scherza,
parla da stolto su cose su cui non c'è proprio da scherzare . A me sembra, molto crudele il fatto che per lui sia
così serio togliersi o no la vita come se fosse prendere una qualsiasi decisione e addirittura dice che non è una
cosa da schezare. Oggi sappiamo benissimo che è ciò che viene proposto e accettato in alcuni paesi, non vuoi
soffrire più, hai il diritto di decidere di smettere di soffrire. Anche se lo stesso Epicuro che ci siano dei dolori,
sofferenze che si possono sopportare perché porteranno con sé dei piaceri maggiori questo non dice se la
persona dovrà sopportare poco o molto tempo. Mi domando quale tipi di dolori potrebbero portare con sé dei
piaceri maggiori? Davanti ad una persona malata gravemente cosa avrebbe detto lui? Dai soffri che poi viene
un piacere più grande o una cosa del genere.

Infine, questa famosa felicità di Epicuro è concepita come una serenità, soddisfacendo i piaceri in modo
saggio, senza nessun turbamento e tutti questi piaceri regolati dalla virtù della prudenza. Il piacere acompagna
la vera felicità certamente mettendola al primo posto. Il piacere per il piacere non rende all’uomo felice
perché soddisfarà un desiderio ma avendo sempre il desiderio di infinito non può essere appagato su questa
terra ma dopo di essa.

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