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Dopo la battaglia di Benevento (1266) e il declino della potenza sveva, la civiltà letteraria siciliana
decade rapidamente. Tuttavia nel venticinquennio fra il 1240 e il 1266, i funzionari imperiali di
Federico II e di Manfredi avevano intrattenuto frequenti rapporti con gli esponenti del partito
ghibellino nei Comuni dell’Italia centrale e centro settentrionale. Inoltre questi funzionari
provenivano per lo più dalla scuola di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Questa
comunanza politica e culturale spiega la diffusione della poesia siciliana in Toscana e a Bologna e
la sua profonda influenza sui rimatori di queste aree geografiche, sino alla piena affermazione dello
Stil Novo.
Con la fine del regno svevo e dell’esperienza poetica della Magna Curia, la produzione dei rimatori
siciliani si diffonde verso Nord, venendo così in contatto con la realtà e la cultura dei Comuni,
attraverso due direttrici fondamentali: l’area emilio-veneta e l’area toscana.
Nell’area emilio- veneta spicca il ruolo di Bologna, dove si trova il figlio di Federico, Re Enzo, in
carcere in seguito alla sconfitta di Fossalta del 1249 e dove avvengono incontri con funzionari
svevi favoriti dall’ambiente universitario.
In Toscana invece, verso la fine del Duecento, in centri diversi, ma sul piano culturale abbastanza
omogenei, alcuni anonimi intellettuali, forse dei poeti, coordinano una complessa operazione di
riordino dei materiali giunti dal Sud, compiendo un lavoro di inestimabile valore, perché trasmette e
conserva alle generazioni successive una ricca e qualificata testimonianza della prima scuola
poetica italiana. (“I canzonieri toscani: la definizione di un canone”).
Dal confronto con i testi dei predecessori siciliani, e dalla loro assimilazione nella cultura italiana
del centro Nord, è alimentata l’attività dei poeti di area toscana. Vista la loro appartenenza
geografica e questo legame con la poesia siciliana, questi autori sono noti come siculo-toscani.
Tuttavia, l’originalità e la diversificazione delle loro esperienze biografiche e letterarie impedisce di
ricondurli a una vera e propria scuola come i poeti siciliani. La denominazione Siculo-toscani vuole
indicare sia la dipendenza di questi rimatori dalla Scuola siciliana, sia l’apporto nuovo, “toscano”,
che essi introducono nel genere lirico.