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Assetto geografico
Il Reno divide l’intera Germania dai Galli e i monti la separano da Sarmati e Daci. Le altre
parti le cinge l’Oceano.
Il Reno nasce dalle Alpi Retiche e va a sfociare nell’Oceano Settentrionale.
Il Danubio sgorga dal monte Abnoda e sfocia nel Mar Pontico.
Nascita dei Germani
I Germani sono una razza indigena, con poche mescolanze. Proprio per questo hanno
caratteristiche comuni: occhi azzurri, chiome rossicce, corporature gigantesche, non sono
capaci di sopportare la sete, ma sono capaci di sopportare il clima e la fame in casi di
povertà del suolo.
Questo perché solitamente i popoli arrivavano via mare e raramente l’Oceano era solcato
da navi a causa del mare tempestoso e sconosciuto.
Progenitore della razza germanica fu Manno, figlio del dio Tuistone. Manno ebbe 3 figli, dal
nome dei quali derivano gli:
Canti di battaglia
Prima delle battaglie erano soliti intonare canti di battaglia che incitassero ed esaltassero
gli animi.
Da come si levano queste grida di guerra traevano presagi dalla battaglia.
Puntavano quindi all’asprezza del suono (ad esempio portando lo scudo alla bocca così che
la voce rimbombi più forte).
Anche Ulisse, secondo alcuni, è passato per le terre della Germania fondando Asciburgio,
località sulla riva del Reno. Ma ciò non è né confermato né smentito.
Suolo
Il suolo nell’insieme risultava irto di selve e infestato da paludi.
Era umido e ventoso.
Era ricco di bestiame, ma di piccola taglia.
Oro, argento
Gli déi avevano negato ai Germani l’argento e l’oro. Perciò quando i Germani entravano a
contatto con argento e oro (spesso li ricevevano in dono da ambasciatori o capi) lo
trattavano come se fosse argilla.
Solo le persone ai confini con gli altri popoli europei sapevano valorizzare oro e argento,
riconoscere e pregiare alcune monete. Ricercavano l’argento più dell’oro perché le monete
in argento erano più usate (per oggetti comuni, poco pregiati)
Armi
Pochi usavano spade di una certa lunghezza.
Erano molto più usate delle aste (chiamate “framee”), dal ferro stretto e corto ma molto
aguzze e maneggevoli.
Anche i cavalieri avevano solo scudo e framea.
I fanti lanciavano proiettili.
Non ostentavano particolari decorazioni sulle armi. Hanno solo scudi di colori vistosi.
Pochi indossavano corazze o elmi.
Ogni distretto aveva 100 fanti. La schiera si disponeva a cunei. L’indietreggiare lo
consideravano una tattica se si contrattacca.
La formazione di uno squadrone di cavalleria avveniva in base alla famiglia e i clan.
Le donne erano i testimoni più sacri: i combattenti mostravano alle madri e mogli le ferite e
attribuivano alle donne del sacro. Ascoltavano i loro consigli.
Re, comandanti
I re venivano scelti per nobiltà di sangue. Ma non avevano potere illimitato.
I sacerdoti mettevano a morte, imprigionavano, sferzavano.
Religione
Sopra tutti gli déi onoravano Mercurio, cui ritenevano lecito fare, in certi giorni, anche
sacrifici umani.
Più di qualsiasi altro popolo rispettavano gli auspici e le sorti.
Definivano la sorte tagliando un rametto di albero da fruttifero in piccoli pezzi,
contraddistinguendoli con segni e buttandoli a caso su una veste bianca. Il sacerdote ne
raccoglieva tre pezzi e li interpretava secondo il segno impresso.
Era comune anche l’uso di interrogare le voci e i voli degli uccelli e ispirarsi ai moniti dei
cavalli.
Decisioni
Sulle questioni di minore importanza decidevano i capi.
Sulle questioni di maggiore importanza decidevano tutti, ma queste decisioni subivano
comunque un preventivo esame da parte dei capi.
Si radunavano in giorni di particolare importanza: novilunio o plenilunio perché credevano
che fossero i periodi più favorevoli per prendere iniziative.
Riunioni
Non contavano il tempo per giorni, ma per notti perché per loro era la notte a guidare il
giorno.
A causa di ciò non sempre si presentavano alle riunioni contemporaneamente.
Nelle riunioni i sacerdoti potevano imporre il silenzio.
I re o i capi parlavano e i partecipanti potevano manifestare la loro disapprovazione con
mormorii o la loro soddisfazione battendo insieme le framee.
Esistevano varie pene a seconda delle colpe:
I traditori e i disertatori -> impiccati agli alberi
I vili e i codardi -> sommersi nel fango di una palude
Chi commetteva crimini meno gravi -> ammenda da pagare al re o alla collettività e
a chi ottiene giustizia o i suoi famigliari
Nessuno entrava in possesso delle armi finché non fosse ritenuto idoneo dalla comunità. In
quel caso il giovane veniva ornato dello scudo e della framea in assemblea.
In battaglia
I capi avevano al seguito numerosi giovani scelti. Ciò dava prestigio e gloria sia davanti alla
propria gente che agli occhi delle popolazioni vicine.
Il seguito di giovani non poteva surclassare il capo, ma neanche non eguagliarlo. Non
poteva neanche tornare dal campo di battaglia sopravvivendo al proprio capo: il suo
compito più sacro era proprio quello di difenderlo.
Ospitalità
Avevano un senso conviviale e dell’ospitalità spiccato.
Era inammissibile per loro respingere qualcuno dalla propria casa. Tutti accoglievano
l’ospite alla propria tavola.
Una volta finita la disponibilità di cibo chi aveva offerto l’ospitalità indicava all’ospite
un’altra casa vicina e, pur senza invito, venivano accolti con lo stesso riguardo.
Non c’era distinzione tra persona conosciuta o sconosciuta.
Giornata
Erano soliti protrarre il sonno fino a giorno inoltrato.
Una volta svegli si lavavano, soprattutto con acqua calda (a causa del clima freddo).
Mangiavano e poi, armati, andavano alle loro occupazioni.
Scoppiavano spesso risse che non finivano in semplici insulti, ma con morti e feriti.
Partecipavano a frequenti banchetti, dove ci si riconciliava tra nemici, venivano contratti
matrimoni e fatte scelte di pace o di guerra.
Cibo
Mangiavano cibi semplici: frutti di campo, selvaggina fresca, latte cagliato.
Bevevano un liquido ricavato dall’orzo o dal frumento e fermentato come il vino.
Spettacoli
Gli spettacoli erano di un unico tipo: giovani nudi che volteggiano tra spade e framee
puntate verso loro stessi.
Lo scopo di questi spettacoli non era il guadagno, ma il divertimento dello spettatore.
Giochi d’azzardo
Si dedicavano molto alle attività d’azzardo, specialmente basate sull’uso dei dadi.
Giocavano ponendo come posta i propri beni e una volta finiti questi mettevano in palio la
propria libertà personale. Chi perdeva accettava volontariamente la schiavitù.
Schiavi
Gli schiavi venivano impiegati per consegnare al padrone una certa quantità di frumento, di
bestiame o tessuto entro un certo limite di tempo.
Per il resto erano liberi di gestire la propria abitazione e famiglia.
Era raro che lo schiavo venisse picchiato, messo in prigione o spedito ai lavori forzati.
Gestione dei terreni
Occupavano le terre in base al numero di chi le lavorava e poi le dividevano in base al
rango.
Dividevano le terre fra loro in base al rango.
Cambiavano ogni anno il suolo coltivato.
Funerali
Non c’era sfarzo nei funerali
Bruciavano i corpi con legni speciali e mettevano vicino a ciascuno le sue armi.
Per alcuni ardevano nel rogo anche il cavallo.
Rifiutavano monumenti massicci ed elaborati perché considerati opprimenti per il defunto.
Alle donne si addiceva piangere; agli uomini ricordare.
Popolazioni occidentali
Gli Elvezi si stabilirono tra la Selva Ercinia e i fiumi Reno e Meno.
I Boi si stabilirono all’interno.
È incerto se gli Aravisci, staccandosi dagli Osii o se gli Osii, staccandosi dagli Aravisci siano
passati in Pannonia.
Lungo la riva del Reno si stabilirono Vangioni, Triboci, Nemeti.
Treveri e Nervi andavano molto superbi della loro pretesa origine germanica perché
pensavano di distinguersi dai Galli.
Anche gli Ubii erano una popolazione gallica stabilitasi sulla riva del Reno.
I Batavi erano insediati sull’isola del Reno ed erano alleati dell’impero romano. Venivano
infatti reclutati per combattere in battaglia a fianco dell’impero romano.
In simili rapporti di dipendenza era la tribù dei Mattiaci.
Al di là dei Mattiaci ci sono i Catti. Erano capaci di grande intelligenza, avevano corpi più
resistenti ed erano molto forti militarmente. I Catti, e altri popoli germanici, adottarono la
pratica di lasciarsi crescere capelli e barba mantenendosi così finché non avessero ucciso
un nemico. Solo in quel caso potevano ritenersi degni della patria e dei genitori. Ai vili e agli
incapaci in battaglia rimaneva l’aspetto più incolto.
Vicino ai Catti abitavano la riva del Reno anche gli Usipi ed i Tencteri. Questi ultimi
eccellevano nell’equitazione. I cavalli venivano trasmessi in eredità insieme ai servi, ma non
passavano al primogenito, bensì al figlio più fiero e valoroso in guerra.
Vicino ai Tencteri si incontravano i Brutteri. Gran parte di questa popolazione fu sterminata
dall’unione di tribù vicine.
Nei territori dei Brutteri si insediarono i Camavi e gli Angrivari.
Alle spalle di Camavi e Angrivari ci sono i Dugulbini, i Casuari, mentre di fronte i Frisii, divisi
in Frisii maggiori e minori per la loro potenza.
Popolazioni settentrionali
I Cauci si insediano a lato dei Frisii. Vivevano in appartata tranquillità, non provocando
guerre.
A fianco dei Cauci vi erano i Cheruschi, anch’essi molto pacifici.
Vicino all’Oceano si trovavano i Cimbri, piccola tribù ma grande per gloria.
Gli Svevi non costituivano un unico popolo, ma occupavano la maggior parte della
Germania ed erano distinti in più tribù. Erano soliti piegare i capelli da un lato e stringerli in
un nodo. Si ornano per accrescere l’imponenza e incutere più timore agli occhi del nemico.
Agli Svevi appartengono i Semnoni, che si dicevano i più antichi e nobili. Si consideravano il
centro vitale degli Svevi per il loro numero. Svolgevano un rito sacro molto antico: i
rappresentanti di tutti i popoli del medesimo sangue convenivano in una foresta dove
uccidevano un uomo a nome della comunità.
I Longobardi invece erano un numero esiguo.
Il popolo degli Ermunduri era fedele ai Romani e commerciavano sia lungo le rive del
Danubio che all’interno.
Al confine con gli Ermunduri vivevano i Marcomanni, Naristi e Quadi.
Alle spalle di Marcomanni, Naristi e Quadi vi erano Marsigni, Cotini, Osi, Buri che avevano
occupato principalmente regioni montuose.
Al di là di questa catena di monti si estende su un’ampia regione il paese dei Lugi, suddiviso
fra molte tribù (gli Arii, gli Elveconi, i Manimi, gli Elisii, i Naanarvali). Gli Arii esaltano la
ferocia e hanno aspetto truce: scudi neri, corpo tinto di scuro.
Al di là dei Lugi vi erano i Gotoni, retti da monarchia autoritaria ma che non schiacciava la
libertà.
Seguivano Rugi e Lemovi, che usavano uno scudo rotondo e la spada corta.
Di là in poi proprio nell’Oceano abitano le tribù di Suioni, potenti quanto ad armi e flotte.
Le flotte avevano infatti remi mobili e una prua con la fronte sempre pronta all’approdo. Le
armi non erano a disposizione di tutti, ma custodite da uno schiavo.
Al di là dei Suioni c’era un altro mare, che cingeva e chiudeva la terra. Questo mare sul lato
destro bagnava le genti degli Estii, simili agli Svevi per i culti e ai Britanni per la lingua.
Veneravano la Madre degli Dei e portavano amuleti a forma di cinghiale come arma e
salvaguardia da tutti i pericoli e i nemici. Usavano bastoni, anziché armi di ferro. Erano gli
unici a raccogliere l’ambra pur non accertandosi mai del suo valore e della sua formazione.
Ai Suioni seguivano le tribù dei Sitoni. Erano molto simili ai Suioni, eccetto per il fatto che li
governasse una donna. Con questo popolo finiva la Svevia.
Tacito non seppe se considerare i Peucini, Veneti e i Fenni tra i Germani o i Sarmati. I
Veneti possono essere considerati tra i Germani perché piantavano dimore fisse, portavano
scudi e amavano spostarsi a piedi (a differenza dei Sarmati, che vivevano sui carri). I Fenni
erano invece molto poveri, non avevano armi, dormivano sulla terra e si vestivano di pelli.