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QUADERNI
DEL DOTTORATO DI ITALIANISTICA
DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI
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Note
1
D. Della Terza, Da Vienna a Baltimora. La diaspora degli intellettuali europei
negli Stati Uniti d’America, Editori Riuniti, Roma 1987.
2
E. Auerbach, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Einaudi, To-
rino 2000, 2 voll.
3
Rodolfo Macchioni Jodi in Scrittori e critici del Novecento, Edizioni A. Lon-
go, Ravenna 1968, pp. 243-244, sottolinea il rapporto fra la barbarie distruttiva im-
perversante nella «civiltà occidentale» e il fatto che quest’ultima fosse «oggetto
d’amoroso studio». Di questo «stato d’animo» sarebbe riprova la conclusione stes-
sa di Mimesis: «questo mio libro [...] contribuisca a riunire tutti coloro che hanno
custodito puro l’amore per la nostra storia occidentale».
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E. Auerbach, Mimesis, cit., vol. II, p. 343.
5 Nel sottotitolo del libro si fa riferimento più genericamente all’Occidente, in-
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teso, secondo Roncaglia, «in senso più culturale che geografico», forse proprio per-
ché «Auerbach aveva portato nell’analisi storico-letteraria il senso di una superio-
re comunanza spirituale che da europea tendeva a farsi universale». Si può con-
cordare con Roncaglia nel definire Mimesis un esempio di «filologia europea». Lo
stesso Auerbach parla di «studi europeistici».
6
E. Auerbach, Epilegomena zu Mimesis, in «Romanische Forschungen», 65,
1950, pp. 1-18, citato in A. Roncaglia, Saggio introduttivo a E. Auerbach, Mime-
sis, cit., vol. I, p. IX.
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Ivi, vol. I, p. XIII.
8 Ivi, vol. I, p. XX.
9
«Come si vedono le cose dal contesto europeo? Un tale contesto nessuno può
conoscerlo che dall’oggi, e proprio da quell’oggi che è determinato dall’origine,
dalla formazione e dalla storia personale dell’osservatore». Ivi, vol. I, p. XX.
10
Ivi, vol. I, p. XXI.
11
Ibid.
12 E. Auerbach, Mimesis, cit., vol. II, p. 43.
13
Ivi, vol. II, p. 342.
14 A. Roncaglia, Saggio introduttivo, cit., vol. I, p. XXII.
15 E. Auerbach, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, cit., vol. II,
pp. 332-333.
16 Ivi, vol. II, p. 57.
17 C. Cases, I limiti della critica stilistica e i problemi della critica letteraria, in
«Società», II, 1955, 1, pp. 46-63 e 2, 266-291, poi raccolto, con il titolo Leo Spitzer
e la critica stilistica, in Il testimone secondario. Saggi e interventi sulla cultura del No-
vecento, Einaudi, Torino 1985.
18
Ironizza Cases: «individuum non est ineffabile» o, per dirla col Croce di Con-
versazioni critiche, «solum individuum effabile».
19 G. Bàrberi Squarotti, Il codice di Babele, Rizzoli, Milano 1971.
20 C. Cases, I limiti della critica stilistica, cit.
21 Ibid.
22
Auerbach stesso dice di non aver strumenti per opporsi all’impostazione
mentalista di Spitzer.
23 A. Roncaglia, Saggio introduttivo, cit., vol. I, p. XXIX.
24
G. Bàrberi Squarotti, Il codice di Babele, cit., p. 22.
25 «Lo stile è concepito come portatore delle nozioni fondamentali dell’inter-
pretazione e della concezione del mondo dello scrittore e del suo tempo, della sua
tradizione e della società a cui partecipa», ibid. Dello stesso avviso Roncaglia, che
parla di stilistica di «forme morali ed estetiche, [...] di visioni del mondo», in A.
Roncaglia, Saggio introduttivo, cit., vol. I, p. XXXII.
26
G. Bàrberi Squarotti, Il codice di Babele, cit.
27
Ivi, p. 25.
28
C. Cases, I limiti della critica stilistica, cit.
29
Ibid.
30
Si intende: dallo stesso Auerbach.
31
C. Cases, I limiti della critica stilistica, cit.
32
A. Roncaglia, Saggio introduttivo, cit., vol. I, p. XXXVIII.
33
Cfr. a questo proposito G. Lukács, Il marxismo e la critica letteraria, Einau-
di, Torino 1953, e in particolare il saggio Narrare o descrivere.
34
G. Lukács, Il marxismo e la critica letteraria, cit., pp. 14-15. A questo pro-
posito Macchioni Jodi scrive: «Auerbach [...] rimanda ad una nozione sociologica
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delle prospettive culturali che è ben diversa dagli schemi proposti dal marxismo,
così come è diverso il significato del realismo. Esso ha qui il valore di rapporto con
la realtà concepita come dinamica e pluriforme vita, come concreto divenire stori-
co della civiltà. Realistica è quindi l’opera che riesce a rispecchiare – imitare – la
sensibilità, il mondo umano, sociale e culturale di un’epoca». Macchioni Jodi espri-
me un giudizio severamente negativo sullo storicismo auerbachiano, definendolo
«descrittivo e non critico» e parlando di Mimesis nei termini di una carrellata com-
paratista di medaglioni senza alcuna sostanziale unità, in Scrittori e critici del No-
vecento, cit., p. 244.
35 E. Auerbach, Mimesis, cit., vol. II, p. 339.
36
Ibid.
37
Ivi, vol. II, p. 342.
38
Ibid.
39 Il concetto di ‘figura’ viene elaborato da Auerbach in Figura, studio dante-