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Tesi di Laurea
La traduzione audiovisiva:
Differenze culturali ed errori nell’adattamento
Relatore
Prof. Francesco Saverio Vitucci
Correlatore
Prof. Bonaventura Ruperti
Laureando
Fabrizio Covelli
Matricola 845603
Anno Accademico
2013 / 2014
1
2
INDICE
INTRODUZIONE p. 5
CAPITOLO 1 p. 12
CAPITOLO 2 p. 22
CAPITOLO 3 p. 43
3
CONCLUSIONE p. 66
FONTI BIBLIOGRAFICHE p. 68
FONTI SITOGRAFICHE p. 72
4
INTRODUZIONE
5
analizza i tratti che più tipicamente rappresentano l’oralità spontanea e che,
tendenzialmente, subiscono una riduzione drastica nel sottotitolaggio:
tracciando un quadro delle tendenze traduttive e delle norme operative
emergenti nella traduzione, è possibile verificare punti di divergenza e di
contatto tra la pratica di sottotitolaggio in ambito professionale e quella in
contesto amatoriale e dare prova, sul piano linguistico, del grado di
innovazione e creatività che si attribuisce al fenomeno. Infine, vengono
mostrati, a livello pratico, i problemi derivanti dalla traduzione di una
famosa serie televisiva giapponese, ci si concentra sui dubbi e sulle
difficoltà incontrati, nonché sui numerosi casi di intraducibilità, allo scopo
di fornire delle soluzioni possibili ricorrendo alle convenzioni linguistiche
e cognitive esposte nel Capitolo 1.
6
versione originale, innanzitutto perché non ha bisogno di attenersi al
labiale, di conseguenza, rispetto al doppiaggio, la lunghezza dei dialoghi
può variare più liberamente; i sottotitoli, inoltre, non si limitano ad essere
un riassunto dell’opera, ma, al contrario, contengono tutti i dettagli del
copione di partenza e, spesso, offrono allo spettatore straniero la possibilità
di disambiguare o chiarire i punti oscuri senza produrre perdite lessicali o
censure, come invece avviene per il doppiaggio. La sfida del traduttore
odierno, dunque, è provare a garantire traduzioni in linea con quanto
effettivamente voluto dagli sceneggiatori e cercare di adattare i dialoghi
senza inficiare il loro valore artistico.
7
要旨
この卒論の目的は視聴覚の作品のアダプテーションの経過が、
間違って行われたら、理解を損うということを示すことである。日
本に関しての研究の範囲で翻訳について話すのは当然、日本の視聴
覚作品がイタリアで占る文化的役割りに関しての問題を提起する。
実際に、何らかのミディアムのように、映画は日本文化を広めてい
る疑いはなくて、その中では日本社会の風習と文化の重要な要素の
表現が数多く浮上している。それらはしばしば視聴者に内容的にも
美的にも重要な資料を与える。すると、日本映画やテレビドラマな
どの作品は世界での日本文化の指針になる。それらを分析して、イ
タリアの大衆が年々美術的でフィクションの世界に近づくようにな
った態度を調査できる。
第一章は理論に集中して、次の具体的な作業の概念的な基本
を示す。「視聴覚翻訳」の定義と「言語移転」の方法論から始まっ
て、詳細に語間の字幕の方法を見せ、その使い方、種類と創造の段
階を解明し、利点と損失を分析する。
第二章は日本の視聴覚の作品がイタリアの大衆に成功するよ
うにならなかった困難な過程と日本のストーリーコードに関する疑
いの定着した感情をもたらした原因を詳細に調べる。その外に、ア
ダプターの義務とイタリアでの翻訳家の役割りの過小評価に集中す
る。
第三章はインターネットを使用した翻訳とアダプテーション
の転換に関しての解説から始まって、代表的に意図のないコミュニ
ケーションを表すのに、しばしば字幕で抜本的に削減される特徴を
分析している。翻訳の傾向の描写と翻訳で浮かんでいる具体的な規
8
則を解明して、プロの範囲での字幕の手法とアマチュアの範囲での
字幕の手法との接点と相違点を分析し、言語的に現象される革新と
想像力の程度を示す。最後に、日本の有名なドラマの翻訳から出て
いる問題を具体的に見せ、そこに見られる困難と疑いにも多くの翻
訳不可能な事柄にも注目する。目的は第一章で表された言語と認識
の規則に基づいて、可能な解答を求めることである。
最初に、アマチュア字幕の現象は外国製の映画と連続ドラマ
に限られたが、すでに翻訳された複数の視聴覚作品の質は通常の視
聴者を満たさなかったので、字幕はますますその作品にも広まった。
しかし、多くの事実に対し、視聴者はプロの翻訳家ではないし、翻
訳の範囲での特有の教育もある人ではない。確かなのは熱中してい
る使用者が真剣に大好きな連続ドラマの隠語と色々な盲点を翻訳す
るために、翻訳の範囲での自分の実力と体験に限って、研究の大幅
な作業を成し遂げていることである。
翻訳家の目標はいつも文化の頻度の高い言語知識を把握でき
て、作者が欲した内容に従っている翻訳を正確に確保して、単純化
するとか検閲するとかすることなしに登場人物に本体を与えてせり
ふを当てはまるようにする必要である。実際に、字幕は唇の動きを
堅持する必要がないで、せりふを現す時間は吹き替えより自由であ
るから、一層の本格的な版の思惑を保存している視聴覚作品のアダ
プテーションの仕方を指している。そして、字幕はとうていただ作
品の要約だけではなくて、逆に、全部の本格的な台本を含んでいて、
吹き替えでよく発生している語彙の損失か検閲を行使することなし
に、度々不明な点を明らかにする可能性を外国の視聴覚に与える。
この分析によると、視聴覚の翻訳家は十分な翻訳を得るため
に、数々の困難を乗り切らなければならないということである。
この卒論の発想は全ての言語では字幕が最も記号学の代表的な要素
となることであった。実際、字幕は映像と同時に画面で登場して、
映像と同じに長続きしなくて、それと同時に数秒後消えている。視
9
聴覚翻訳をする人はたんに言語的な翻訳だけではなくて、本物の文
化的な翻訳をして、自分の想像力を使いこなすべきである。すると、
日本文化はしばしば日本人しかわからないほのめかしが充実してい
るので、翻訳家はどのニュアンスも捕らえることができなければな
らないで、視聴者が別の現実に巻き込まれるようになる。メッセー
ジが誤解されると、字幕の役割は無駄になってしまう。
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CAPITOLO 1
1
BASSNETT, Susan, “Translation Studies”, pp. 57 – 58, 2002
11
che contribuiscono a produrre il testo verbale in tutta la sua ricchezza e
complessità. Per un traduttore, dunque, la conoscenza del contesto
culturale è fondamentale, ancor più se si traducono testi contemporanei:
quando si traduce, in pratica, non è sufficiente una buona padronanza
linguistica per operare scelte corrette, ma occorre affiancare al proprio
patrimonio grammaticale una più vasta conoscenza sociale e culturale, in
modo da produrre traduzioni appropriate sotto ogni punto di vista.
12
audiovisiva, le più immediate e conosciute sono l’adattamento dei dialoghi
finalizzato al doppiaggio e quello finalizzato al sottotitolaggio.
13
recitazione dell’attore, ma anche dalle capacità sintetiche della lingua di
partenza: egli ha ben chiara questa differenza, specialmente nei casi di
battute lunghe e dense di contenuti, che obbligano a un notevole lavoro di
cesellamento. Se è vero che il sottotitolaggio offre un prodotto più fedele a
livello contenutistico e richiede un lavoro più semplice e meno costoso
rispetto al doppiaggio, tuttavia esso può risultare faticoso per lo spettatore,
costretto a leggere i dialoghi per tutta la durata del film; il doppiaggio,
invece, risulta sicuramente più immediato rispetto alla sottotitolaggio, ma
è anche più dispendioso in termini di tempo, soprattutto a causa della
rigidità nella sincronizzazione labiale, nonché in termini monetari, vista la
grande quantità di attrezzature necessarie allo scopo.
14
da battute realizzate in tempi molto rapidi, il traduttore è costretto ad un
sottotitolaggio che non riproduce completamente il testo orale. Tutto ciò fa
del sottotitolaggio il momento critico per eccellenza, poiché esso mette a
nudo tutti i problemi derivanti dalla trasformazione di un testo dalla
versione orale a quella scritta, facendo da tramite fra i due codici. La
particolarità del sottotitolo sta proprio nel fatto di proporre su mezzo
scritto, del quale deve rispettare le convenzioni, un linguaggio che vuole
rendersi più vicino possibile all’oralità (Perego, 2010). I sottotitoli devono
essere naturali, discorsivi e avere le caratteristiche tipiche della
conversazione orale, ciò significa che bisogna fare attenzione a non
alterare il linguaggio e a non renderlo innaturale o troppo simile al
linguaggio scritto: il risultato finale ideale è che i sottotitoli siano
sincronizzati con il documento audiovisivo in modo che la sua lettura sia
qualcosa di naturale e fluido e lo spettatore quasi non sia cosciente di cosa
sta leggendo, che assorba nello stesso momento l’immagine, l’audio e il
testo.
15
trattava semplicemente di tradurre e sostituire le didascalie originali con
altre nella lingua d’arrivo, ma essendo considerati fortemente antiestetici,
in quanto interrompevano di continuo il ritmo della narrazione filmica, a
partire dalla fine degli anni ‘20 furono trasformati in sottotitoli sovrapposti
direttamente alla pellicola: da quel momento in poi, gli spettatori poterono
vedere le immagini, ascoltare i dialoghi e i suoni provenienti dalla colonna
sonora e, contemporaneamente, fruire dei sottotitoli sullo schermo.
16
caratterizzato dai cosiddetti “tratti soprasegmentali”, rappresentati da tutte
quelle caratteristiche che fanno parte dell’esecuzione vocale di un copione
scritto, ovverosia intonazione, pronuncia, inflessione, timbro e tono di
voce. I tratti soprasegmentali del “prototesto”, vale a dire il testo originale,
possono giungere direttamente a destinazione anche senza la mediazione
dei sottotitoli, ma direttamente, in quanto la colonna sonora originale resta
intatta e accessibile al fruitore; talvolta, tuttavia, lo spettatore straniero, pur
potendo vedere la gestualità dell’attore, assistere alla sua corporeità e ai
suoi movimenti espressivi, non possiede gli strumenti di decodifica per
percepire in che modo l’attore esegue in senso fonico il contenuto verbale
dell’audiovisivo, di conseguenza i sottotitoli vengono impiegati anche per
fornire una traduzione della parte fonica non verbale del “prototesto”
accanto alla traduzione verbale. Chiaramente, il trasferimento dei tratti
soprasegmentali fonici avviene anche nel doppiaggio, ma in questo caso ci
si affida alla reinterpretazione del doppiatore.
17
dall’inserimento di informazioni aggiuntive relative a componenti sonore
non verbali del film, come passi, risate, spari o urla.
18
forma scritta. Dato l’intimo legame che esiste fra immagine e testo in un
qualsiasi audiovisivo, il sottotitolaggio deve procedere sempre nel rispetto
di questa concordanza, garantendo allo spettatore un abbinamento di
immagini e sottotitoli equivalente per contenuto alla concordanza originale
fra video e audio (Gottlieb, 1992). Nonostante esistano anche strategie di
espansione testuale, il più delle volte il sottotitolaggio si risolve in piccoli
compromessi di sintesi e di compressione del messaggio audio, rendendo
pertanto necessario una puntuale attenzione nei confronti della dimensione
“cronemica” dell’audiovisivo, ossia dei tempi di comparsa e sparizione del
sottotitolo (Lomheim, 1999). Dei sottotitoli espressivi, efficaci e ben
orchestrati garantiscono una comprensione ideale dei messaggi comunicati.
19
che appesantisce ulteriormente la lettura e rende più difficile la
comprensione.
20
CAPITOLO 2
21
è l’elemento che viene maggiormente influenzato dalla dimensione
socioculturale da cui trae origine, di conseguenza il traduttore deve saper
sfruttare al meglio tutti gli strumenti di decodifica per ricomporre il
messaggio nella maniera più efficace possibile nella lingua d’arrivo; le
situazioni umoristiche, del resto, non sono altro che una commistione di
linguaggio e impliciti culturali cui ci si trova ad assistere quotidianamente,
segno tangibile dell’espressività umana, sia verbale che fisica, che una
semplice analisi linguistica non potrebbe certo tenere adeguatamente in
considerazione (Laurian, 2003). Ad arricchire il discorso verbale, infatti,
subentrano conoscenze condivise da una data società omissibili nel
discorso d’origine: codici non verbali, come sorrisi o ammiccamenti, ma
anche il tono vocale, modulato in base al volume, l’intonazione e il ritmo,
oppure il riposizionamento delle parole all’interno della frase per
enfatizzarne alcune in particolare, e, ancora, elisioni, troncamenti o
alterazioni di suoni.
22
comunicativi familiari ma rispondenti a meccanismi di decodifica non
coincidenti con il proprio (Bassnett, 2002). Ecco perché è fondamentale
padroneggiare il tessuto metalinguistico della società oggetto di studio,
così da operare un corretto sottotitolaggio che rispetti pienamente i
messaggi originali e li trasferisca senza impoverirli o fraintenderli non più
semplicemente nella lingua d’arrivo, ma nella cultura a cui il
sottotitolaggio è destinato.
23
audiovisiva merita il titolo di “traduzione totale” ed è da considerarsi il
grado più elevato di traduzione.
24
2.3 Il Giappone in Italia: il caso degli anime
25
combattono contro i malvagi, talvolta usano le armi e, una volta colpiti,
non si rialzano illesi, ma perdono sangue o addirittura muoiono: il conflitto
tra buoni e cattivi, in pratica, smise improvvisamente di essere un gioco
spassoso in cui i personaggi non facevano altro che rincorrersi senza
prendersi mai (Benecchi, 2005).
26
della vita, la cura del dettaglio, l'espandersi del silenzio in una sorta di
meditazione della realtà; le storie giapponesi sono capaci di suscitare un
intenso pathos e un forte e totale coinvolgimento nel pubblico, conquistato
dal frequente ricorso al dramma come fulcro dell'intreccio, da lente
inquadrature sui volti dei personaggi durante le loro riflessioni, da ritmi
incalzanti del montaggio e delle musiche di sottofondo nei momenti di
tensione o pericolo, il tutto interrotto accuratamente proprio al culmine
delle emozioni; ciò che, infine, colpisce ancor di più è il fatto che i
racconti propongano di frequente un insieme di valori e principi positivi,
come l'impulso a non perdere mai la speranza, a credere nelle proprie forze,
ad impegnarsi nel lottare per un ideale comune e ad apprezzare le piccole
cose della vita, in un mondo che esalta la ricchezza dei rapporti esistenziali
tra uomo e natura (Benecchi, 2005).
27
accusarono il Giappone di ostentare troppi ammiccamenti al sesso, di
incitare alla violenza e di mostrare personaggi si abbassano al livello dei
cattivi combattendo la malvagità con la forza bruta.
28
stimolando una fiumana di articoli che collegavano i robot giapponesi a
tutti i mali del mondo di allora (Ponticiello – Scrivo, 2005).
2
CORVISIERI, Silverio, “Un ministero per Goldrake”, La Repubblica, 8 gennaio 1979
3
MARTINAT, Giorgio, “Riusciranno Goldrake e Mazingā a battere i genitori di Imola?”,
La Stampa, 3 aprile 1980
29
La psicosi fu tale che molte testate giornalistiche appoggiarono la
petizione, descrivendo l’animazione giapponese come “diseducativa,
guerrafondaia e propugnatrice di una scienza al servizio della distruzione”.
Un articolo su Il Resto del Carlino dichiarò che
4
GOLINELLI, Lidia, “Topolino è lettura sana, ma Goldrake è il Diavolo”, Il Resto del Carlino,
10 aprile 1980
5
BEVILACQUA, Alberto, “Mazingā e Tekkaman, droghe d’iniziazione per telebambini soli”,
Il Corriere della Sera, 14 aprile 1980
30
I ragazzi manifestano sempre più dei comportamenti indotti
propri dei robot. Molto probabilmente questi cartoni animati
acuiscono la loro aggressività, che potrebbe trasformarsi in
violenza. […] C'è il rischio che i bambini possano
rincretinire perché indubbiamente l’immagine li incanta, per
il movimento, i suoni e il colore, non certo per i contenuti.
Insomma, si tratterebbe, secondo voi, di una forma di
ipnotizzazione collettiva? Certo. I ragazzi sono seduti sui
banchi, ma sognano le gesta di tutti quei diavolacci che
riempiono i loro pomeriggi.6
31
giapponesi perché non si sapeva cosa fossero, non se ne conoscevano i
criteri di “traduzione”, e rifiutarle senza averle mai viste sembrò la strada
più facile da percorrere.
32
allevare i nostri figli nella bambagia, perché una volta
diventati adulti si troveranno ad affrontare un mondo che
non è certo tutto rose e fiori; e un bambino che non conosce
gli effetti della violenza, il dolore che può causare
l’umiliazione del prossimo, la catena d’odio che può
generare la sopraffazione, rischia di ricorrere a questi
orribili espedienti senza rendersi conto di quanto essi siano
atroci. Nei miei anime la violenza è usata per mostrare il
dolore di chi la subisce: quando Actarus soffre a causa della
brutalità degli invasori, i bambini soffrono con lui e
imparano che la prepotenza causa solo disperazione […] e
che l’umanità rischia di soffrire quando perde di vista ideali
come la giustizia e la fratellanza. […] Quando si analizza un
film o un cartone animato, bisogna sempre saper valutare
con attenzione qual è il messaggio che esso sottende, senza
soffermarsi al solo livello grafico. […] L’elemento che per
me è fondamentale è la presenza di un essere umano che
pilota i robot, fondamentale perché è l’uomo a dare loro
un’anima. Goldrake è il difensore della giustizia, perché a
pilotarlo è un giovane coraggioso e integerrimo come
Actarus, ma se alla guida ci fosse una persona malvagia, si
trasformerebbe in un demone distruttore: quando ci si trova
ad avere tra le mani una potenza incredibile come quella di
Goldrake, è solo la fermezza dei propri ideali a determinare
se si diventerà un despota o un benefattore.7
7
FORNARIO, Francesca, “Il mio Goldrake? Oggi non fa più paura”, TV Sorrisi e Canzoni,
8 aprile 2008
33
2.6 L’adattamento come arma di censura
34
disponibile per il pubblico giapponese: adattamenti e censure, dunque,
apparvero come due facce della stessa medaglia, dato che in molti casi
l'adattamento stesso si riduceva ad una vera e propria censura culturale.
35
Riguardo al cambiamento di sceneggiature e tavole originali, fu la
responsabile dei programmi per ragazzi sulle reti Mediaset a dichiarare in
un’intervista che
8
VALERI MANERA, Alessandra, Mangazine, n. 30, dicembre 1993
36
furono italianizzati, come nel caso degli onigiri (おにぎり, tortini di riso e
pesce), che divennero all’occorrenza delle brioche o degli arancini, oppure
le juku (塾, scuole di preparazione agli esami), che furono trasformate in
semplici corsi di informatica. Altro bersaglio della censura furono tutti gli
accenni all'omosessualità, elusi trasformando in sala di doppiaggio alcuni
personaggi maschili dall'atteggiamento ambiguo in personaggi femminili,
oppure minimizzando il loro comportamento a gesti di amicizia o di
ammirazione.
37
indispensabili per occupare il silenzio e offrire ai piccoli spettatori un
prodotto più pedagogico, rovinando spesso il carico di tensione che
l'autore intendeva suscitare.
38
dalle serie animate ogni riferimento che potesse ricollegarle al loro paese
d'origine, si diffuse la convinzione che queste fossero quasi tutte di
produzione occidentale e i giovani, piuttosto che essere “tutelati”, rimasero
per molti anni “isolati” in un mondo omologato da cui era bandita
qualunque diversità, dove era possibile solo rivedere sé stessi anziché
imparare a vedere e scoprire gli altri (Benecchi, 2005). La sottovalutazione
del vero valore degli anime tese, inoltre, a stabilire una relazione
gerarchica fra il modello di partenza e quello di arrivo, nonché a far sì che
non si comprendesse appieno l'arte della traduzione e la si considerasse
un'attività volta a “migliorare” il testo originale.
39
Già a partire dal 1998, la decisione presa dall’emittente MTV di
trasmettere un tipo di animazione adulta, sia per contenuti che per
linguaggio, ha rappresentato una svolta decisiva nel modo italiano di
proporre l'animazione in TV, perché ha riconosciuto ad un pubblico maturo
o prossimo alla maggiore età uno spazio all'interno della programmazione,
in cui poter ritrovare produzioni più ricercate in versione integrale e senza
equivoci sul pubblico di riferimento: nel rispetto delle esigenze del
pubblico cui si rivolge espressamente, ossia quello compreso fra i 14 e i 30
anni, MTV ha rinunciato, infatti, a dividere la programmazione televisiva
in specifiche fasce orarie e ha cominciato a segnalare la maggiore o minore
adeguatezza dei suoi prodotti al pubblico minorile, ricorrendo a descrizioni
iconografiche che compaiono prima dell'inizio della trasmissione, ad
indicare la natura degli stessi. Per arginare il fenomeno della censura,
MTV ha anche sperimentato di recente la fruizione di alcuni anime presso
il suo sito internet, mettendo a disposizione del pubblico la possibilità di
seguire la trama in lingua originale con sottotitoli in italiano.
40
CAPITOLO 3
41
programmazione offerta. Il fatto che le diffidenze sembrino diminuite è
forse sintomo dell'arrivo di un futuro in cui gli le opere giapponesi saranno
giudicate in base alla loro qualità e non in base alla loro nazionalità e,
soprattutto, in cui i mezzi d'informazione, anziché stravolgere dialoghi e
situazioni, rimontando e riscrivendo per ragioni commerciali o pseudo-
morali, mirino a dissipare l'ignoranza culturale intorno al Giappone.
42
gusto italiano: appiattimento, stravolgimento, e incompetenza sono alcune
delle parole che circolano sui blog quando si scopre che nel doppiaggio il
proprio personaggio preferito si è trasformato in un perfetto sconosciuto;
dietro a tutto ciò c'è la volontà di non subire filtri, di poter essere curiosi,
di potersi fare delle domande, di scandalizzarsi, di offendersi (Perego,
2010).
43
molto diverse l’una dall’altra: va da sé, quindi, che la qualità di queste
traduzioni sia spesso piuttosto bassa, con una elevata possibilità di
riscontrare errori e fraintendimenti sia di ordine linguistico che culturale;
tuttavia, dal momento che gli stessi traduttori sono consapevoli di
rivolgersi principalmente ad altri appassionati, il testo da loro sottotitolato
tenderà ad essere molto vicino al testo di partenza e a preservarne tutti gli
aspetti culturali.
44
professionisti che, al contrario, fondano la propria
professionalità proprio sui suddetti parametri: risulta chiaro,
dunque, come il sottotitolaggio amatoriale si riveli sovente
inefficace da un punto di vista cognitivo e lessicale, senza
contare le traduzioni letterali di modi di dire e proverbi
derivati da una totale assenza di comprensione degli impliciti
culturali presenti nella lingua di partenza9.
9
VITUCCI, Francesco Saverio, Il sottotitolaggio nella didattica della lingua giapponese, p. 38,
2013
45
Figura 2: Abuso di sottotitoli sullo schermo
10
VITUCCI, Francesco Saverio, Il sottotitolaggio nella didattica della lingua giapponese, p. 40,
2013
46
Dal momento che il grande pubblico è spesso sguarnito della
necessaria dimestichezza con i numerosi riferimenti culturali che
contraddistinguono dorama e anime, spesso può risultare utile
l’inserimento di note esplicative all’interno degli episodi per fornire
delucidazioni o spiegazioni puntuali relative a qualsiasi elemento
culturalmente marcato riscontrabile nell’originale, purché non se ne abusi;
essi compaiono all’improvviso in una traccia supplementare sullo schermo,
spesso racchiuse in piccole finestre a sfondo bianco, e disambiguano
informazioni potenzialmente oscure per lo spettatore, contribuendo a
rendere le serie giapponesi ancora più attraenti per gli spettatori.
47
sottotitoli ad una riga, senza contare che lo spettatore tende a concentrarsi
più a lungo sulle note che non sui sottotitoli (Perego, 2010).
3.3 L’intraducibilità
La lingua è una guida alla realtà sociale di un popolo e dato che non
ne esiste una che non sia immersa in un contesto culturale specifico, la
traduzione linguistica deve essere anzitutto una traduzione culturale.
Affrontare, quindi, il problema dell'adattamento di opere artistiche
attraverso un'attenta analisi di esempi dimostra come dalla scelta dei criteri
adottati dal traduttore emergano problemi specifici della traduzione, con il
rischio di dare al prodotto finale una forma percettiva errata.
E' normale che una traduzione porti sempre ad una perdita a livello
informativo e semantico, ma proprio questa consapevolezza dovrebbe
indurre gli adattatori a mantenere il testo il più possibile aderente alla sua
forma originale, perché cercare di imporre il sistema di valori della cultura
di arrivo nella cultura di partenza è un comportamento scorretto in virtù
dell'influenza che un’opera esercita sul pubblico (Bassnett, 2002).
48
I racconti umoristici sono una tipologia generalmente molto amata in
Giappone, in particolare le storie a sfondo sociale vengono maggiormente
apprezzate se corredate da giochi di parole e nonsense. La difficoltà nel
tradurre molti dorama giapponesi risiede, appunto, nella patina umoristica
presente in moltissime situazioni e dialoghi, ma, soprattutto, nel frequente
uso di giochi parole, che in più di un’occasione determina veri e propri
fenomeni di “intraducibilità”.
49
Definiti gli aspetti prettamente semantici di che cosa significhi
umorismo e di come possa essere analizzato in termini pragmatici, è
necessario esaminare la dimensione e il ruolo sociale che esso ricompre in
Giappone. Così facendo si potrà immaginare quando una sequenza
risulterà incomprensibile se tradotta letteralmente e quando, invece, potrà
essere mantenuta come nell’originale.
50
entrare, con non pochi sacrifici, in una prestigiosa scuola privata
frequentata dai figli delle famiglie più facoltose del Giappone: non passa
molto tempo prima che la ragazza si renda conto di trovarsi in un universo
del tutto estraneo rispetto al suo e della natura superficiale e vuota dei
compagni, interessati solo agli abiti firmati, ai gioielli e alle macchine di
lusso; Tsukushi si sente, dunque, perennemente fuori posto, circondata da
questa schiera di giovani arroganti e snob che la considerano l' “erbaccia”
della scuola tra “i fiori più belli”, da cui il riferimento al nome Tsukushi,
che è anche la denominazione di una pianta selvatica, in contrapposizione
al gruppo dei Flower 4, i quattro ragazzi più ricchi e popolari della scuola.
51
In una scena dell’Episodio 3, ad esempio, Tsukushi e la sua famiglia
sono seduti intorno alla tavola e la mamma si diverte a sottoporre a tutti
delle domande relative al significato di alcuni proverbi giapponesi: uno di
questi è “Senzai Ichigū” ( 千 載 一 隅 ), traducibile letteralmente
come ”Un’occasione ogni mille anni”, ad indicare che le occasioni uniche
si presentano una volta ogni millennio; tuttavia, a causa dei frequenti
omofoni del giapponese, sia il fratello che il papà fraintendono il proverbio,
poiché “senzai” significa anche “detersivo” e “ichigū” significa anche
“una dose”, e credono che l’espressione si riferisca al fatto che basti una
dose di detersivo per fare il bucato.
52
stessa assonanza: se la frase di Tsukushi fosse tradotta con il modo di dire
italiano “ho le farfalle nello stomaco”, il fratello potrebbe mantenere il
tono derisorio dell’originale dicendo “ho le mammelle nello stomaco”,
dato che la somiglianza fonetica e lessicale rappresentata nell’originale da
“ippai” e “oppai” verrebbe garantita dalla coppia “farfalle” e “mammelle”.
Di seguito una possibile traduzione della sequenza:
53
7. 0.09.08.55 Fratello じゃ正解は? E allora qual è la
0.09.11.20 risposta?
8. 0.09.11.29 Madre 千年に一度し Nella vita le Con
0.09.15.92 か会わないほ occasioni uniche tono
どの絶好の機 capitano una saccen
volta ogni mille te.
会という意味
anni!
です。
9. 0.09.17.11 Madre 例えば、大好 Per esempio, una Con
0.09.25.03 きで大好きで persona che ti aria
仕方ない、憧 piace tanto tanto trasog
all'improvviso si nata.
れの人が突然
lascia con la sua
彼女と別れて ragazza e diventa
しまい、フリ disponibile.
ーの状態にな
った。
10. 0.09.25.03 Madre これぞ”千載一 Questa sì che è
0.09.28.96 遇”のチャンス un'occasione che
だというよう capita ogni mille
anni!
に使います。
11. 0.09.28.26 Fratello なんだ、そう Ah, ecco che vuol
0.09.30.97 いうふうに使 dire.
うんだ。
12. 0.09.30.97 Tsukushi ご馳走様。 Io ho finito. Imbara
0.09.32.49 zzata.
13. 0.09.32.49 Padre え?つくし、 Eh? Tsukushi,
0.09.34.88 お代わりしな non ne vuoi
くていいの ancora un po'?
か?
54
15. 0.09.41.00 Fratello じゃ、僕もご Beh, anch’io ho Serio.
0.09.42.53 馳走様。 finito
16. 0.09.42.63 Padre どうした、進 Che ti prende
0.09.44.37 までー。 Susumu?
17. 0.09.45.42 なんか・・・ E' che... ho le Con
0.09.48.90 Fratello 胸がおっぱい mammelle nello tono
でさ。 stomaco! derisor
io.
18. 0.09.48.97 Padre うまい!進、 Bella questa, Diverti
0.09.51.34 うまいぞ。そ Susumu! Non ho to.
れだったら、 dubbi sulla tua
ammissione alle
公立高校合格
superiori!
間違いなし!
55
Figura 4: Tsukasa e i suoi amici parlano delle mele
56
SEQUENZA 2. MELE E TÈ
N. TIMING NOME SCRIPT SOTTOTITOLI NOTE
PARLANTE GIAPPONESE IN ITALIANO
1. 0.28.21.78 Tsukasa 類はよ、りん Rui... adora le Serio.
0.28.27.19 ごが好きなん mele
だよ。
2. 0.28.29.40 Tsukasa でもあいつ Lui però... Fuori
0.28.42.09 は、りんごは mangia solo mele campo
すったりんご grattugiate. Per .
me invece... se
しか食わない
non mordi la
んだよ。でも mela facendo
おれは、りん rumore, non sei
ごは豪快にか un vero uomo.
じらないと、
男らしくねー
と思ってるか
ら。
3. 0.28.42.49 Tsukasa おい、類! そん Ehi Rui! Smettila Arrabb
0.28.48.36 なに”シャカシ di fare quello iato.
ャカ”すってん "shaka shaka"!
Diventerai un
じゃねーよ。
Buddha Shaka!
お釈迦様にな
っちまうぞ!
4. 0.28.48.46 Rui 大丈夫、うち Tranquillo, tanto Sorrid
0.28.51.63 はクリスチャ io sono cristiano! ente.
ンだから。
5. 0.28.52.38 Sōjirō 司、りんご Sai Tsukasa, le Con
0.28.56.06 は、アップル mele sono tono
ティーで十分 perfette per un derisor
Apple Tea! io.
さ!
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6. 0.28.56.16 Tsukasa 総二郎!何で Sōjirō! Sempre a Annoi
0.29.00.36 もかんでもお dire che il tè si ato.
茶にすればい può fare con
tutto!
いってもんじ
ゃねだろう!
7. 0.29.00.41 Akira いいじゃない Lascia perdere, Sgranc
0.29.05.54 か、司!さ、 Tsukasa! Dai, hendos
総二郎!”チャ Sōjirō... balliamo i le
il cha-cha-cha? bracci
チャ”でも踊ろ
a.
うか?
8. 0.29.05.54 Sōjirō 言っとくけ Solo una cosa, io Sorrid
0.29.08.57 ど、僕は、”加 non c’entro niente ente e
藤茶”とは何の con l’attore Katō rivolto
Cha! a
関係もないか
Tsukas
らね! a.
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Figura 5: Gli amici di Tsukasa spiegano la differenza fra "shina" e "hin"
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SEQUENZA 3. UNA RAGAZZA ROZZA
N. TIMING NOME SCRIPT SOTTOTITOLI NOTE
PARLANTE GIAPPONESE IN ITALIANO
1. 0.28.01.66 Sōjirō しかし面白え Comunque, è una Serio.
0.28.03.63 女だよな。 ragazza
simpatica.
2. 0.28.03.81 Akira 政略結婚する Un matrimonio Sorrid
0.28.06.49 相手にしち combinato con lei ente.
ゃ、上出来じ sarebbe un
successo, non
ゃねえか。
trovi?!
3. 0.28.06.56 Tsukasa 冗談じゃねえ Basta con gli Arrabb
0.28.10.00 よ!あの女に scherzi! Quella iato.
はシナがねえ ragazza è
scadente!
んだよ、シナ
が。
4. 0.28.10.13 Sōjirō e シナ? Scadente? Con
0.28.11.69 Akira aria
sorpre
sa.
5. 0.28.12.49 Akira もしかして Per caso... Col
0.28.13.15 tono di
chi ha
capito.
6. 0.28.13.54 Sōjirō ヒンって言い Intendi dire Perple
0.28.14.78 たい? rozza? sso.
7. 0.28.14.85 Tsukasa ヒン?品川の Rozza? È Con
0.28.18.72 シナだ、ば scadente, come lo tono
か! è un quartiere, derisor
stupidi! io.
8. 0.28.19.09 Sōjirō 司君、漢字に Tsukasa, ci sono Serio.
0.28.23.19 は訓読みと音 vocaboli usati per
読みがあるん le persone e altri
usati per gli
だよ
oggetti.
60
La sequenza che mette maggiormente alla prova chi si cimenta nella
traduzione di questa serie è contenuta in un dialogo dell’Episodio 13, dove
Akira e Sōjirō chiedono a Tsukasa come sia andata la cena con i genitori
della sua fidanzata: stavolta il fraintendimento lessicale è dato dalla parola
“yuinō“, che indica l’incontro ufficiale fra i genitori dei futuri sposi, con
“yunō“, che significa “capace”. Tsukasa, credendo che i suoi amici
stessero insinuando che lui non fosse stato in grado di comportarsi come si
conviene in un incontro ufficiale, precisa di essere stato capace come al
solito e aggiunge un ulteriore gioco di assonanze ricorrendo
all’espressione inglese “you know”, ovvero “lo sapete”: in questo caso non
si può far altro che ricorrere ad una nota esplicativa per chiarire il doppio
gioco di parole, visto che nella resa in italiano non è possibile in alcun
modo mantenere contemporaneamente la somiglianza fonetica e lessicale
fra “yuinō”, “yunō” e “you know”, a causa dell’ingerenza nel gioco di
parole di una terza lingua.
Figura 6: Tsukasa lascia di stucco i suoi amici con le sue strane battute
61
anche in italiano, dal momento che è stato commesso un errore in inglese,
quindi l’effetto umoristico sortito sullo spettatore giapponese resta tale
anche per lo spettatore italiano. Di seguito una possibile traduzione della
sequenza analizzata:
62
7. 0.16.41.61 Sōjirō 本物のアホだ È proprio uno Rasseg
0.16.43.60 コイツ stupido! nato.
8. 0.16.43.73 Tsukasa ダジャレを英 Un gioco di Diverti
0.16.49.85 語でかますっ parole con to.
て、俺は天才 l'inglese... sono
un genio! Potrei
だな。シャイ
competere con
クピア並の頭 Shakepeare!
脳があるかも
しれん
9. 0.16.49.95 Sōjirō シャイクピ Shakepeare? Sorpre
0.16.51.12 ア? so.
63
CONCLUSIONI
64
Chi opera una traduzione audiovisiva non compie una semplice
traduzione linguistica, ma una vera e propria traduzione culturale che
richiede una precisa formazione, in quanto effettuare una corretta
operazione di sottotitolaggio significa padroneggiare il contesto meta-
linguistico dei generi comunicativi della società oggetto di studio e
trasferirli senza impoverirli o fraintenderli: il traduttore deve essere in
grado di cogliere senza alcuna miopia queste sfumature, specie nell’ambito
della lingua giapponese, dove l’attenzione da prestare in campo
socioculturale è un fattore imprescindibile, dato che la ricchezza di
impliciti che si riscontra in questa cultura minaccia un continuo
fraintendimento del messaggio proposto, vanificando la funzionalità del
sottotitolaggio.
65
FONTI BIBLIOGRAFICHE
66
BETTONI, Camilla, Usare un'altra lingua - Guida alla pragmatica
interculturale, Bari, Laterza, 2006.
67
PAOLINELLI, Mario – DI FORTUNATO, Eleonora, Tradurre per il
doppiaggio. La trasposizione linguistica dell’audiovisivo: teoria e pratica
di un’arte imperfetta, Milano, Hoepli, 2005.
68
TASSAN, Roberto, Per una semantica del corpo, Milano, Franco Angeli,
2005.
69
FONTI SITOGRAFICHE
70
GLOSSARIO DEI VOCABOLI GIAPPONESI
Cha, 茶: tè
71
Onigiri, おにぎり: tortino di riso e pesce
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