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STORIE DA PUB

WELLINGTON
Storie da pub numero 0.

Nel Dicembre del 1995 tale Massimo Pasquini, ebbe la brillante idea di rilevare la latteria sita in via
Cavallotti 17 a Lodi, e di trasformarla in un pub. Una ditta Londinese, incaricata di arredare il locale,
decise di chiamarlo "The Wellington.". Leggenda vuole che i nazionalisti Inglesi scelsero il nome dopo
aver saputo che Napoleone ,sul ponte omonimo, guardando verso Revellino, ebbe una visione sul suo
futuro. Quindi decisero di chiamare il pub appunto Wellington, in onore di Sir Arthur Welles 1st Duke of
Wellington,colui che fece il culo al Francese in quel di Waterloo. Ora non é che voglia farla troppo
lunga, ma fin dal giorno dell'apertura il prezzo della pinta fu stabilito nell'ordine delle 9000 lire(moneta in
uso all' epoca ) corrispondente all'odierno 4.5 euro. Prezzo che negli ultimi vent'anni non è mai stato
ritoccato. Beh e' con la tristezza nell' anima che comunico che da domani, lunedì 2 Febbraio 2015, la
suddetta pinta passerà a 5.0 euro. Non mi dilungo a parlare di quanto il prezzo della birra, dell'affitto,
delle tasse e della vita in gere sia aumentato in vent'anni,ed è inutile che cerchiate il tasto non mi
piace , tanto non c'è...
Con affetto .
Ilic

Storie da Pub numero 2


Tra i personaggi più curiosi che popolano il pub c'e' sicuramente il "Ciuccodormientes",della famiglia dei
"Ciucchipersi".
Come il nome fa intuire,costoro dormono pesantemente e senza nessuna difficoltà,anche con il locale
pieno di gente urlante. Generalmente si presentano al pub già belli pieni,infatti dopo una birra,ma a
volte anche senza consumare nulla,si trovano un posto di loro gradimento e li cominciano a ronfare con
gusto,a volte in posizioni che a noi umani sembrano un pò bizzarre (vedi alla voce
"Paolinoacrobatadormientes").
Da non confondere assolutamente con un "Ciuccocollasatum",essi sono generalmente innocui,ma da
evitare assolutamente un risveglio brusco (soprattutto nel caso di "Camillodomiente") che potrebbe
causare una reazione violenta (noi non vogliamo reazioni violente da Camillo).
Il valore sociologico della loro presenza in un pub è altissimo, portano generalmente buon umore e la
possibilità di fare foto divertenti. Qui ne vengono riportate solo una piccola quantità per questione di
privacy e decenza. Inoltre da non sottovalutare che un "Ciuccodormientes" trova al The Wellington Pub
Lodi un habitat ideale in quanto la senzazione di essere a casa propia infonde serenità e calore.
In ultima analisi sono una specie da proteggere e coccolare,anche se ad oggi non sono assolutamente
a rischio estinzione.
Per il resto non preoccupatevi,con dolcezza e un pò di coraggio ci pensiamo noi a svegliarli alla
chiusura del locale,daltro canto è preferibile averli inermi e svaccati che barcollanti per il pub.
Con questo auguro un buon riposo a tutti.

Storie da pub numero 5


Calda serata estiva,arriva al banco una specie di lady gaga
denoaltri:
Lg: Ciao mi fai una piccola chiara?
io: Ok..
Lg: Grazie,ma che palle i beach boys?
io: Effettivamente al quarto pezzo un poco scassano,che mettiamo?
Lg: Non so,fai tu,ma bello tosto,nè..
io: Ok..
Mentre Lg si va a sedere con un'amica io,che già avevo voglia di sentirli , metto i Queens Of The Stone
Age (tosti,no?). Joshua e i suoi picchiano come matti su per le casse da un pezzo ,proprio mentre
finisce la scossa d'adrenalina che provoca sempre Song for the deaf, si avvicina lei..
Lg: Sai che questi fanno un po' CAGARINO..
io (mentre mi sanguina un'orecchio): come scusa?
Lg: Ma si dai fanno CAGARINO...No?
io: Figurati,ho l'interno di copertina di questo album tatuato sul polpaccio..
lg: beh,ciao..
Lei esce sorridendo, ma mentre attraversa la strada arriva Josh Homme lanciato su per Via Cavallotti a
folle velocità con un enorme pick up e all'altezza del numero 17.... plaschhhhh!!!!!!!!!!!!
CAGARINO?????
Storie da pub numero 9 (adatto ad un pubblico adulto)
In tanti anni di lavoro dietro al banco di un pub ho visto un sacco di gente sboccare, ma ci sono alcune
performance che mi sono rimaste nel cuore. Ecco la mia top 5:
- quello che dopo aver riempito il lavandino in bagno mi chiede se posso pulire che si deve sciacquare
e lui ha schifo.. (Figurati)
- quello che mi chiede scusa se mi ha intasato il pisciatoio, ma fa notare che non ha sporcato in giro..
(bravo, non è facile)
- l'ex vicino che vomita dalla finestra sopra il pub e fa una chiazza di un metro di diametro, ma
sottolinea che ha bevuto da noi.( ok)
- il messicano che alla millesima tequila parte con in vomito già in bocca cerca di aprire la porta ma
aprendosi al contrario sbocca sul vetro.( in effetti è anche pericoloso in caso di incendio)
-Ma la mia preferita è quella di mr. M. che dopo aver sboccato sul bancone rimane seduto e
indifferente. Io, figa ma mi sbocchi sul bancone! Lui,ma non sono stato io. Lo guardo un pó perplesso ,
il rivolo di vomito che collega la sua bocca al bancone non permette dubbi. Cazzo M. va' che qualcuno
ti ha vomitato in bocca..
Buon appetito..

Storie da Pub numero 10


CRATURE ED.
Così siamo arrivati alla decima edizione del festival più figo mai realizzato a Lodi. Mi ricordo i primi anni
che un manipolo di giovanissimi con passione e sbattimenti misero in piedi
una festa con troppa musica tuttupttuttupa, almeno per i miei gusti, poi anno dopo anno un diedero po'
di spazio ad altri generi, ma sempre e solo di band indipendenti e interessanti, con divieto assoluto per
cover band e minchiate varie.. Ma il Creature non è solo musica, è amicizia, arte e tanto altro. Per me
oltre all'anno che mi sono sfasciato una caviglia scavalcando il cancello del Belgia perché in quel
momento mi sentivo un Dio dalle ali dorate, oltre alla volta che mi hanno ritirato la patente, all'andata
mica al ritorno,(che ci volete fare sono stiloso da morire),e a quella volta che un tipo voleva rapirmi e
portarmi nel boschetto nonhocapitoafarecosa, ho mille ricordi di risate discorsi e gente davvero bella.
Poi negli ultimi anni siamo stati invitati a partecipare per portare birrette bone e ,visto che nel week del
Creature il Pub è più vuoto che se ci fosse la finale dei mondiali Italia-Islanda, abbiamo accettato
volentieri, senza scopo di lucro ovviamente(lo dico per quelli che ci prendono per affaristi senza
scrupoli)
Stasera sarà una gran serata, avremo 5 linee del benemerito
@https://www.facebook.com/BirrificioItaliano/
Io e Giovanni alle spine, belli pettinati come le foche a primavera e
tutti i ragazzi/eeeee di Lodi che si vogliono divertire.. Insomma dateci dentro e godetevela che poi non
succede spesso da queste parti di assistere ad eventi così...così punto!!!
+AMICI-STORIE
DAJE!!!!

Storie di pub numero 11


Furti ed altre marachelle.
In un locale pub blico da sempre avvengono piccoli furti. Prima del divieto di fumare il posacenere era
uno degli oggetti più gettonati in assoluto, mentre bicchieri e taglieri non passano mai di moda. Se poi
un pub é impreziosito da una miriade di puttanate appese alle pareti come il nostro, ecco che magari
manco noi ce ne accorgiamo subito, e lo spazio vuoto crea il dubbio" ma che minchia c'era appeso li?"
Ovviamente non si tratta quasi mai di oggetti di valore economico, ma ogni cazzata ha comunque un
suo valore affettivo. Ci sono stati episodi negli anni che mi hanno lasciato interdetto per la loro
insensatezza. Tipo la foto, rubata ben due volte, raffigurante il Jombe con la maglia del pub intento ad
abbracciare il sedere di una tipa. In tempi dove con un clic si può accedere alle peggio porcate viene il
dubbio che la faccia del Jombe e non il culo della tipa era il turpe oggetto del desiderio. Oppure la
banda di sbronzi che ha cercato di fotterci il tavolo esterno(presente quello con la piantana in ghisa?)
beccati mentre con la macchina in mezzo alla strada ,4 frecce lampeggianti, discutevano su come farlo
entrare nel bagagliaio. Ma il più no sense é quello che ha rubato il quadro di Paolo Conte(il cantante)
per poi rispedircelo mezzo posta, ben impacchettato con un messaggio scritto con lettere ritagliate dal
giornale,stile richiesta di riscatto, scusandosi per il gesto ma che lo aveva fatto per scommessa,di fatto
spendendo più soldi per la spedizione del valore del quadro. Per concludere mi sembra onesto
aggiungere che da anni uso a casa mia un posacenere rubato al rondó. Alla fine siamo italiani, no?

Storie da pub numero 12


TITS:
Una sera, eravamo già in chiusura, si presenta al banco Mamy affamata come una pantera a digiuno,
mentre il mio socio era già immerso nella pulizia della cucina.
M: Hey cariño mi fammi qualcosa da mangiare..
C: Mi spiace la cucina é chiusa.
M: Nemmeno se ti mostro questa?( e butta sul bancone una delle sue due grosse mammelle nere)
C:(imperturbabile come sempre) mi spiace la cucina é chiusa,ma grazie lo stesso.
Altra serata, G. distinta signora che vive nel quartiere ,discute animatamente con due amici sul tempo,
il più prezioso dei beni. Mi chiama al tavolo e alzata la maglia , abbassato il reggiseno mi chiede se il
tempo,appunto, le aveva rovinate? Un poco imbarazzato,ammetto che non avendole viste quando
erano giovani diventa difficile fare un confronto, ma anche che la gravità terrestre deve essere meno
forte a revellino rispetto altrove..
In fine, un freddo martedì invernale arriva al pub sta tipa che assomiglia all'ex "ministra" Carfagna.
Inizia subito a fare un po' di show, poi si avvicina ad un tavolo dove c'era una ragazza bella sbronza,la
bacia e la trascina in un mix tra un ballo eroico e la lotta nel fango, tra il piacevole stupore dei presenti.
Inizia a togliersi i vestiti e quando rimane a tette al vento, prende una mazzetta di 50€ e li lancia per
aria. A quel punto intervengo, rivesto la pazza e recupero i soldi che le restituisco. Ma ormai questa é
decollata, inizia ad insultare i presenti a caso come se fosse vittima di non ho mai capito cosa,poi prima
di andarsene urlare che Silvio (Berlusconi immagino) é troppo il migliore e che lei si vuole mettere in
politica, promettendo che se viene eletta nessuno andrà più a lavorare.Cazzo forse era davvero la
Carfagna!!!

Storie da pub numero 17


Mercoledì 17 Marzo del 2004 é stato il primo San Patrizio del Wellington pub. Ai tempi eravamo giusto
una manciata di amici. Diciamo quasi una festa privata, tanto che ci dilungammo a bere oltre l'ora di
chiusura con la saracinesca mezza abbassata e il bicchiere sempre mezzo pieno.
Insomma tra il Prof. che pontificava su qualche minchiata filosofica e il mio socio che sboccava, mica
arriva una pattuglia dei carabinieri. Esco per sentire di che abbisognano, con una parlata a sbiascico
che solo l'eccesso di whisky mi sa regalare, e sostengo il seguente dialogo.
Io: Buoona scera agente,dica?
Cc: Abbiamo visto uscire da qui un ragazzo con fare sospetto.
Io: Ma no, hic,era Guidosky, non è sospetto,hic, é sbronzo..
Cc: Siete parecchio dopo l'ora di chiusura..
Io: Hic! Vero, ma oggi é San Patrizio
Cc: E cos'è?
Io: Il saanto patrøno dei irlandvesi,hic..
Cc: E tu sei irlandese?
Io: No,?,ma ho un pub..
Cc: Va beh, ma guarda quanto sei ubriaco manco riesci a parlare..
Io: Guavdi che dentro non ci fa caso nesuno,hic, e poi é San Patrizio..
Cc: Eridaje con sto santo, chiudete va se no vi facciamo chiudere noi..
Io: Hic! Grazie agente, alla prossima..
Cc: ( mentre sale in macchina) io sto san Patrizio non l'ho mai sentito nominare..
Secondo me negli anni a seguire l'hanno sentito nominare spesso.

Storie da pub n 20
Vent'ani di Wellington.
La prima volta che ho ho visto un pub era circa il 1992 . Lavoravo già in un bar gelateria e, sfogliando
una rivista per baristi , rimasi folgorato da una pubblicità di birrerie in stile irlandese. Mi ricordo come se
fosse ieri i quarto disegni che ritraevano altrettanti banconi in legno con sgabelli e arredo in stile. Così
diversi dalle "fredde" birrerie in versione tedesca che avevo visto sino ad allora. Ne parlai con una mia
collega che mi disse" ma come non sei mai stato al Don Stuard?".. La prima sera libera ci andai e fu
subito amore a prima vista. Intimorito da tutta quella gente grande e dall'aspetto poco raccomandabile
mi infilai in un angolo del bancone , presi un Whisky per darmi un tono e iniziai a guardarmi attorno,
una nebbia nicotinica avvolgeva il piccolo locale, un album degli Stone deliziava le orecchie( altro che
102,5 radio ufficiale della maggior parte dei bar del tempo) supportato dal chiacchericcio degli
avventori, e dietro il bancone due tizi e una ragazza che erano l'opposto dell'idea che mi ero fatto dei
baristi. Poi l'odore, ah quell'odore unico di alcol fumo legno e sudore che ti si cuciva addosso e che,
personalmente, non mi ha mai abbandonato. In poco tempo divenne una seconda casa, diventai amico
del baristi e i galeotti al bancone iniziarono a prendere in simpatia quello sbarbato che faceva finta di
essere un uomo. Quando ci portavo degli amici mi facevano notare la quasi totale mancanza di
ragazze e l'ambiente poco alla moda, ma non mi importava, io ero ormai irrimediabilmente innamorato
di quell'atmosfera. Preferivo andarci da solo e mischiarmi alla gente del banco, fare chiusura e sentire
urlare" signori si chiude" eh già lo ammetto é da li che nasce.. Poi negli ultimi anni dell millennio
passato feci un viaggio in Irlanda con un mio amico, tale Maurizio, Milanese atipico, cattiva compagnia
e futuro compagno di vita(nel senso etero del termine) Un viaggio nei paesi più sperduti di quell'isola
magica, con questi pub sporchi, incasinati, pieni di personaggi incredibilmente ospitali. Fu allora che
capii il significato di pubblic House,e quello che avrei voluto essere da grande.. A quel tempo passavo a
Lodi ogni tanto per bere una buona Guinness in un pub di un ragazzo di Crema che conoscevo,
quando mi chiese se volevo lavorare per lui, risposi di si prima che potesse terminare la frase. Una sera
uscendo dal Wellington dopo la chiusura mi resi conto che quella era davvero la mia vita. Passare la
notte tra buona musica, birra e gente strana era il modo migliore che mi veniva in mente per
guadagnarmi da vivere. Questo weekend abbiamo festeggiato i 20 anni del pub, e sbronze a parte, la
cosa che mi ha colpito maggiormente é l'affetto dimostrato da tante persone, incredibilmente differenti
tra loro, non tanto a noi baristi, ma al Wellington in se, perché in vero senso di una bubblic house è
quello di dare una seconda casa dove rifugiarsi dalle brutture del mondo, o stare tra amici dimenticando
le dinamiche della vita diurna e le regole di una società a volte malata, ma che sto a di... Il pub è il pub
ognuno lo veda come vuole, questo è il suo scopo.. Ora lasciamo posto a compleanni più famosi del
nostro e brindiamo alla vita, che é la cosa più importante.. Dopo una buona birra, s'intende.
Ci si becca al pub.

Storie pub numero 21


My name is Wellintown.
Ci sono tanti modi in cui ho sentito chiamare il Wellington.
Per la maggiore vanno i diminutivi come "welly", "well", "doppiavu". Seguito a ruota da storpiamenti più
o meno voluti tipo" O Uellington ", "Wellitó" ," vellin" . Poi c'è chi lo chiama " il pub dei comunisti drogati"
che trovo anacronistico per la prima parte e troppo generico per la seconda. Causa la schiacciante
predominanza del sesso maschile in alcune serate viene soprannominato anche "la giungla di flauti"
oppure"il bananeto". Alcuni vecchi della zona lo chiamano ancora" la latteria" per la sua attività
precedente. Altri sospirando "ah, quelli di San Patrizio.." A proposito, quest'anno tra le varie polemiche
sul post festa c'era un tipo che ci ha definiti" una bettola che si da le arie da pub", cavolo, di noi si può
dire di tutto, ma che non siamo un pub proprio no!!!
Poi una sera, di quelle che il locale é pieno imballato, reduce dal giro raccoglibicchieri (che morire se li
riportate dentro) mi ritrovo in fila sulla porta d'ingresso del pub, davanti a me c'è sta tipa, tutta fasciata
in un vestito bianco di tre taglie più piccolo, stivali bianchi, capelli vaporosi frutto di ore e ore di
lavoro,con tanto di quel profumo addosso che neanche ti ci puoi avvicinare, Lei che si immaginava un
super weekend con bella gente in locali fashion, sbotta e urla ai tamarri amici suoi:
Ma mi spiegate cosa ci veniamo a fare in sto buco di merda!!!
Ecco questo è quello che più mi piace quando penso al mio piccolo stanco pub. Un buco di merda dove
certa gente farebbe bene ad evitare...
Baci, ilic

Storie da pub numero 22


Odori e profumi.
Si sa che ogni casa ha un suo odore caratteristico e il Wellington non ne é certamente esente.
Un mix di legno imbevuto d'alcol, sudore , tabacco e cibo che si fondono in un aroma tipico e
confortante. Ci sono però alcuni fattori che sbilanciano questo afrore di base. Alcuni Clienti dalla
trascurata igiene personale incidono non poco, il re di questi era( per fortuna non frequenta più il pub)
un tizio da noi affettuosamente chiamato Culomorto che aveva la capacità di rendere l'aria dell'intero
pub rancida e irrespirabile ancora prima di metterci piede. Poi ci sono i ragazzini che invadono la
saletta nelle vacanze di Natale, con gli ormoni talmente a palla che saturano l'ambiente a tal punto che
una ragazza rischia di rimanere incinta senza essere sfiorata. Inoltre ci sono le scoregge di chi la sera
prima ha esagerato con la Guinness, che rimangono ferme e compatte per ore, oppure quelle di chi ha
mangiato troppo speziato che si diffondono soavi per chilometri. In entrambi i casi raramente ho visto
l'autore ammettere pub blicamente le proprie colpe . Io personalmente non sopporto le tipe
esageratamente profumate come se dovessero nascondere qualcosa. Trovo invece simpatici quelli che
entrano nelle serate umide dopo essersi fumati una bomba di Maria,perché sembrano tanti alber Magic
al thc. Una sera invece mi arriva un intensissima ondata d'incenso che mi fa esclamare " ma cos'è sto
odore di chiesa?" Un tizio al banco mi sorride e risponde. "sono io.. Sono un prete" e si apre il cappotto
per mostrarmi la" divisa"..
Detto questo non temete, con vassoi carichi di birre ben luppolate diffondiamo freschezza e profumi
esotici in tutti i momenti dell'anno.
Salute..

Storie da Pub numero 27


Ieri serata con una buona concentrazione di frasi degne di nota. Partiamo a inizio serata con Psyco
( protagonista della prossima storia da Pub) che tutto serio mi pone un quesito importante:" Ma
secondo te qual è il miglior film di Sfazzenegher ?" Ovviamente non ho saputo rispondere. Poi arriva
Miky che pone fine ad una disquisizione filosofica con un perentorio " voi avete i vostri principi, io ho le
mie camice.." Penso che me la farò tatuare a breve sull'inguine. Seguendo poi il temporale da sotto la
tenda , butta li un più banale " io percepisco l' arrivo dei tuoni , sono figlio dei fulmini, infatti sono un
fulminato.." Per chiudere una simpatica ragazza che aspettava paziente che l'amico si ripigliasse dal
tavolo dove era riverso , se ne esce con improbabile " Ma avete mai pensato di ridipingere il locale?"
Mah, in che senso, togliendo le migliaia di puttanate appese per poi rimetterle o semplicemente
dipingendoci sopra? Non ho avuto la voglia di approfondire e mi sono rimesso a guardare i fulmini con
Michy..

Storie da Pub numero 33


Mr C - capitolo primo -
C è un personaggio, piuttosto conosciuto tra la vecchia guardia a Lodi, di quelli che frequentavano il
Rondo, quando c'era ancora il mitico Pino per intenderci. Ed é proprio perché Pino chiudeva ad orari
dettati dallo stato etilico del momento, che C ha iniziato ad attraversare la strada per venire al Pub. Ora,
prego gentilmente tutti quelli che capiscono di chi sto parlando di mantenere il riserbo sull’ identità di
C ,sia per tutelare la sua privacy, sia per salvaguardare la mia vita.
C vestiva con un’eleganza provinciale fuori dal tempo, con delle scarpe che lascia stare. C non era una
persona facile da gestire, ma soprattutto C era un cumulo di muscoli con la faccia da marinaio di
ventura , il sorriso sbieco di chi non ha paura di un beneamato e un passato fitto di mistero. All’inizio il
nostro non è stato un rapporto sereno, ma con il passare del tempo ci siamo conosciuti meglio, e
sepolti inutili rancori, abbiamo imparato a rispettarci reciprocamente e siamo diventati tipo amici. Da li
prendere troppa confidenza é un 'attimo.
Tant'è che una sera C entra nel Pub con un balzo e mima alcune mosse di karate. Io pronto salto giù
dal banco e , chissà che cazzo mi dice il cervello alle volte, mi piazzo davanti a C facendo una pessima
imitazione di Bruce Lee... presente quando con il braccio teso e il palmo della mano rivolto verso l’alto
fa segno all’antagonista di avvicinarsi? Bene,C afferra il braccio, incautamente tesogli ,si gira e
facendomi volare sopra la propria schiena , mi sbatte sul pavimento come un sacco di merda.. manco il
tempo di atterrare e C finge un calcio al mio povero fegato per poi sferrarmi un pugno, un grosso
pugno, che si blocca a un cazzo di centimetro dal mio naso. Mi alzo con addosso gli occhi increduli di
chi ha assistito alla scena e borbottando frasi sconnesse torno mesto dietro il banco pensando a quant’
è facile morire.
Poi una sera capita che C si addormenta sul gradino all’uscita del Pub, a C capitava spesso di
addormentarsi in giro, anche perché quando C decideva di fare una serata di sbronza la serata poteva
durare due o tre giorni senza interruzioni. Comunque arriva l’ora di chiudere e prima di abbassare la
saracinesca dico” hey C occhio che chiudo”
C apre gli occhi mi sorride e fa per alzarsi. Io bello deciso tiro giù la saracinesca, ma C ha preso poca
spinta, si risiede e SBAM lo piglio in pieno sulla capoccia con una forza che stenderebbe un bue.
Anche C rimane steso alcuni secondi , poi inizia a rotolare per terra facendo versi strani infine si rialza
del tutto tranquillo e mi fa “ già ora di chiudere? Che post de merda” . Quella sera finisce così, ma C é
tornato altre volte al Pub.
Continua..

Storie da Pub numero 32


-Capitolo secondo-
Dicevo, C è tornato molte altre sere. Spesso si addormentava come un cucciolo di elefante nei posti e
nelle posizioni più assurde. Hey chiariamo subito, il primato rimane quello di Mr P, ma quella è un'altra
storia da Pub ed è meglio non fare confusione. Da sempre da noi c'è questa regola, se qualcuno
potenzialmente pericoloso e molto ubriaco entra nel Pub e si addormenta, nessuno fa lo stronzo e lo
sveglia, poche regole sensate e r’n’roll ecco il vero segreto di un Pub! Comunque il gioco era fare una
foto seduti o sdraiati vicino a C senza essere beccati, che sembra una cazzata, ma se C si svegliava di
colpo e sospettava che qualcuno lo stesse pigliando per il culo, mica era detto che quel qualcuno
poteva raccontare la cosa il giorno dopo. Ho un archivio segreto con foto di C che dorme con accanto
me vestito da babbo natale,o con vicino gente tesa in viso che fa ciao con la mano, ma la migliore,a
nostro parere, rimane quella di C abbracciato ad un ippopotamo rosa.. Insomma noi al Welli ci si diverte
con poco. Il problema è che C una sera entra al Pub,avevo appena aperto ed avevo giusto due tipi che
volevano cenare , senza nemmeno salutare C entra e subito si accascia su uno degli sgabelli dei tavoli
alti(il 5 per gli addetti ai lavori) e si addormenta di un sonno profondo senza sogni. Fin qui tutto tranqui,
solo che mezzoretta dopo, mentre i due tipi stanno mangiando una delle nostre buonissime
piadine(messaggio promozionale a pagamento) C si sveglia, i due tizi mi
chiamano sbalorditi” Guarda,guarda” io da dietro il banco guardo C che barcolla ad occhi chiusi
“ tranquilli è normale così”. Ma loro con la piada a mezz’aria e gli occhi di fuori dicono “ ma sta
pisciando!!!!” Mi sporgo e porca la puttana di satana , l’incubo di una vita si materializza, mi stanno
pisciando nel locale. “C,C, che cazzo fai!!!” C mi butta un’occhiata, mi vede da un'altra dimensione, si
stupisce di vedermi, non pensa neanche lontanamente di essere in un locale, in realtà non pensa, ha
solo istinti primari. Respiro dormo piscio..
Poi segue un discussione paradossale dove C vuole menare i due tizi che ,a parere suo, mi hanno fatto
qualcosa di brutto. Io con la madonna che mi sale convinco C ad andarsene a casa o in qualsiasi altro
pianeta.. C prende la bici, ma io preso da un insano istinto materno cerco di fermarlo,” dai C vai a piedi
che c'è una buca e sicuro la prendi..” ma nessuno dice a C cosa fare.. Due metri e C piglia la buca e fa
un atterraggio di faccia sull'asfalto, si rialza si guarda in giro stupito , risale in bici e se ne va. Questo mi
riporta alla mente una delle serate peggiori della mia vita,ma ve la racconto alla prossima puntata. Cissi

Storie da pub numero 32


Il saltatore (parte prima)
Il saltatore è un tizio con un nome e un cognome che ignoro, il saltatore era uno di quelli che non
prendeva quasi mai da bere al Pub, preferiva comprarsi gli alcolici al supermercato, il saltatore lo
chiamiamo così perché in una calda serata d’estate , di qualche estate fa, era seduto sul muretto del
parcheggio vicino alla banca, avete presente no? Quel muretto che sull’ altro lato fa un salto di quattro
metri, quel muretto ora ha una bella ringhiera di ferro, ora, ma in quella calda sera d'estate non c'era
ancora. Succede che ad una ragazza cade la borsa di sotto, e pronto il saltatore si propone “ se mi fai
un pompino vado a prenderla” e senza aspettare risposta salta giù come fosse un palombaro a Capri..
Io dal Pub mi accorgo che è successo qualcosa, mi avvicino guardo di sotto e bam! Cazzo, mi dico,
questo si è ammazzato. Rimango paralizzato alcuni secondi, già vedo la sagoma disegnata con il
gesso che viene lavata via dal primo temporale d’agosto e il bordello di polemiche che si scateneranno
per mesi , i giovani e l’alcol, le responsabilità dei Pub frequentati da drogati e sovversivi (?) , con
editoriali del cittadino che manco Sallusti dopo un’ attentato.. Poi mi riprendo, telefono, ambulanza,
sveglio i vicini per fare aprire il cancello, arriva la polizia e … quel minchione del saltatore si ripiglia,
sorride e fa ciao con la mano, l’unico arto che poteva ancora muovere.. Il saltatore non ha mai riscosso
il premio chiesto alla ragazza, anche perché la borsa l’ha recuperata uno dell’ambulanza ( per quanto
ne so neppure lui ha ricevuto nulla in cambio). Il saltatore per un bel po' non si è fatto rivedere. L’ho
incontrato tempo dopo ancora tutto ingessato, abbiamo parlato un po', mi ricordava Cobain prima di
spararsi in faccia.. Mi fa fatto tenerezza. Il saltatore è tornato una sera al pub! Continua...

Storie da Pub 32 bis


Il saltatore ( seconda parte )
Il saltatore dicevo è tornato al Pub un notte..
Il saltatore al Pub è entrato poche volte, per lo più arrivava già bello sbronzo fatto, mi pare di averci
discusso qualche volta, ma non rappresentava un pericolo, se non per se stesso. Poi una notte si
presenta conciato a merda proprio mente abbasso la saracinesca. Era già una di quelle notti con un
sacco di sbronzi tiratardi ,e fin qui niente di strano, ma era una di quelle notti dove c' è tensione
nell’aria, le parole venivano dette a voce troppo alta e con rabbia, anche se magari parlavano di come
preparava gli gnocchi la dolce nonnina. Insomma non è che mi stavo a divertire, ramazzavo veloce la
strada e tenevo d’occhio eventuali focolai. Si fanno le quattro di mattina, ormai rimangono solo tre tipi
belli ciucchi e il saltatore, solo che il saltatore me lo trovo sdraiato dietro la mia macchina . Il saltatore
non da segni di vita, ma io lo so benissimo che non sta male, so anche che lo fa per attirare la mia
attenzione, una muta richiesta d’aiuto, ma io non ne ho viglia, non quella sera. Allora, dopo vari tentativi
di convincerlo senza ottenere nessun
segno, lo piglio per una caviglia e lo trascino un po', solo che i tre ragazzi sbronzi mi vedono e trovando
la cosa divertente e i loro cervelli annacquati dall’alcol iniziano a fantasticare le peggio cose da fare a
quel corpo inerme.. Insomma per non avere pesi sulla coscienza chiamo un’ambulanza, non prima di
aver avvertito il saltatore che se davvero era una finta l'ambulanza gli sarebbe servita ugualmente.
Infatti appena arrivano i soccorsi il saltatore miracolosamente resuscita , mi sorride e mi fa ciao con la
mano… Però il bello e che di salire in ambulanza non ne vuole sapere e si mette a fare il matto, mentre
i tre ragazzi sbronzi iniziano a litigare tra di loro, forse per come faceva gli gnocchi la nonnina.
Un’infermiere per sbloccare la situazione chiama il 113. Avviso i tre moschettieri che forse è il caso di
levarsi dalle palle e nel giro di pochi minuti arrivano tre volanti, dico tre volanti, che manco se ci fosse
una sparatoria. In ogni caso convincono il saltatore a salire in ambulanza, e quando tutto sembra finito
sento partire una macchina sgommando , mi giro , sono i tre ragazzi sbronzi che cercano di non dare
nell’occhio, fanno inversione a u sbandano prendono il marciapiede, con tanto di copricerchi che salta
per aria, e si allontanano sbandando a tutta velocità ,ovviamente con tre pattuglie di sbirri alle
calcagna.. Poi sfila con calma anche l’ambulanza. Dei tre allegri ragazzi sbronzi so che uno non ha
avuto la patente per un bel pezzo, del saltatore invece non ho mai più avuto notizie. Spero che si sia
ripigliato e che abbia trovato qualcuno che gli dia un po' d ‘amore e lo tenga lontano dai guai… o
almeno dal Wellington!

Storie da Pub numero 41


Che notte, che notte quella notte, mi ricordo di sei mascelle rotte.(F.B.)
Mr M è un personaggio controverso e particolare che tutti conoscono a Lodi, ma pochi sanno
veramente come è veramente M. Per me è un grande amico , anche se a volte mi tocca buttarlo fuori
dal Pub, litigarci o perderci le Notti. M la colpa non è di M, è colpa di uno dei suoi demoni, il settimo per
l'esattezza.
Per descrivere M e raccontare tutte le serate passate al Pub assieme ,le sue prodezze, i suoi fantasmi,
mi ci vorrebbe più di una vita e non è detto che un poco per volta non lo faccia.
Partiamo, come giusto che sia, da quella sera che quasi uccido M.
Era una stuzzichevole Notte di inizio primavera o forse un'affascinante Notte di fine estate? Non
ricordo, ricordo però che era una Notte tiepida perché solo nelle Notti tiepide andavo a lavorare in biga.
Erano le tre passate e chiuso il Pub ci trovammo a chiaccherare io, M e quel marcantonio di Gigi,non
Merlino, Gigi il nostro. Si era tutti incredibilmente sobri ,troppo sobri, e a M la cosa non iniziava a dare
fastidio e propone di andare a casa sua per darci un taglio una volta per tutte con la sobrietà. A me la
cosa puzzava di otto del mattino e mal di testa per due giorni, quindi declino garbatamente
l'invito ,monto in sella e parto con pedalate veloci e nervose verso casa.. Ma M non ci sta, e si mette
all'inseguimento. Il problema è che M ha una bici che come faccio a spiegare, diciamo che se uno
prova a rubare la bici a M quella ti disarciona e torna da sola da M. Insomma a circa metà ponte
dell'Adda, sono a massima velocità ,con il fiato già corto e sento M che si avvicina urlando " ci sei
fanghiglia, non mi scappi.." eee SBADABAM!! M tocca con la sua ruota anteriore la mia posteriore ,gli si
gira il manubrio di 90 gradi e va giù di faccia sull'asfalto. Merda,merda,merda, il tonfo è secco, di ossa
rotte ,di ossa rotte del cranio. Inchiodo, butto la bici, mi giro M è steso faccia a terra completamente
immobile, se escludiamo un leggero fremito alle gambe. Non so perché ma mi affiora l'immagine di
quando da ragazzo ho investito un cane in moto, io in moto, il cane a piedi. .. Arriva Gigi che ci seguiva
a distanza, sguardo di terrore , ci avviciniamo a M, sotto la sua testa un' enorme pozzanghera di
sangue si fa strada sull'asfalto.
118, pronto , un incidente in bici sul ponte , fate presto , no non è una cazzo di sbucciatura sul
ginocchio ,presto questo muore, fate presto cazzo!!
Minuti interminabili, M ora emette un leggero rantolio, ho pura a muoverlo. Arriva l' ambulanza ,girano
M , non è un bel vedere , ma è vivo . Prime medicazioni, M rinviene un poco. Arriva la polizia,
giustamente
vogliono sapere se ci siamo aperti il cranio tra noi o se si tratta davvero di un' incidente. Mentre gli
infermieri caricano M sull'ambulanza un poliziotto chiede a M
" come ti chiami ragazzo?"
M risponde "M"
Il poliziotto lo guarda con sospetto
"mmm, M e poi?"
"M" risponde M con un soffio di voce
Il poliziotto stupito " cioè ti chiameresti M,M"
Ora tutti quelli che sanno cosa segue dopo la M capiranno l'assurdità della scena , ma soprattutto a
quanto ci tenga M alla privacy, quindi...
Io mi calmo, penso non ho ucciso M ,non questa notte . Intervengo
" Salve agente, sono del Wellington , M è un mio amico, è stato un incidente involontario, lo
accompagno io all'ospedale, come? Sisi si chiama M il cognome non lo so, no tranquilli, ci penso io, a
disposizione".
In quel mentre sbucano non so da dove Mr C (vedi capitoli 32/33) in compagnia del folle di Vigogna,
ovviamente pieni come una vacca gravida, giusto per non complicare le cose chiedono dell'accaduto,
vogliono venire pure loro all'ospedale, non se ne parla, inizia una conversazione surreale, sorrido al
poliziotto che non sorride. Faccio la voce grossa, sono ancora sotto shock , ho un ' amico con il cranio
rotto poche cazzate che ha bisogno di me, sono convincente, Mr C il folle di Vigogna e i poliziotti se ne
vanno per la loro strada.
Io e Gigi raggiungiamo finalmente il pronto soccorso, ad attenderci un ' infermiera impaziente,
"siete voi gli amici del tipo con il cranio rotto, venite ci serve un 'interprete"
Ci porta in sala cucito, M è seduto , è spaventato ma sempre più vivo, la dottoressa sembra un
parecchio incazzata. M gli fa gli occhioni da cucciolo.
M " dai Prof così mi facevi troppo male"
Lei, rivolgendosi a me " il suo amico ha bisogno di altri punti, ma se non mi aiuti non ci riesco"
Io " Certo, dai M da bravo"
M " si ma la prof deve promettere di essere più delicata"
Lei " il suo amico dice di chiamarsi M e parla in modo strano, può essere che ha assunto sostanze
stupefacenti?"
Io " no , tranquilla è così di suo, e un po' come Obelix, è caduto da giovane nella pozione magica"
Ci mettiamo un sacco di tempo a finire di ricucire la faccia a M, poi ci congediamo dalla Prof per andare
a fare le lastre alla faccia.
Segue un cinema infinito per convincere M che le radiazioni per la lastra non ti ammazzano in due
minuti, poi quando finalmente stiamo uscendo , mi accorgo che a M esce del sangue dai pantaloni.
" Fai vedere, no, ma dai come cazzo hai fatto a farti uno sbrego simile allo stinco, i pedali in ferro, o non
scappare, si ci vogliono ancora punti, ti accompagno io, la Prof non è cattiva, lo fa per il tuo bene..."
Quando rientriamo in sala cuciture la Prof non è contenta di vederci, ma ha fatto un giuramento e si
rimette all'opera.
Quando usciamo è giorno fatto. Andiamo a bere qualcosa, propone M. Certo dico io sfinito.
Nei giorni a seguire a M è venuta una faccia gonfia come un pallone, ed è stato per parecchio tempo
chiuso in casa a leccarsi le ferite. Da tempo M è tornato quello di prima e io sono tornato a buttarlo fuori
dal Pub quando arriva il settimo demone, ma certe Notti ci guardiamo negli occhi e con un brivido lungo
la schiena pensiamo a quella volta che quasi ammazzavo M.

Storie da Pub numero 51


É notte , sono dentro al solito banco a spacciare birre, si corre parecchio, inizia a fare caldo. I brutti ceffi
che animano il locale sembrano più assetati del solito. Di sotto fondo i Kyuss scandiscono un ritmo
primordiale di forza e purezza, devo ammettere che amo questo schifo di Pub puzzolente . Poi, come
d’incanto, tra la calca si fanno spazio 4 gambe nude accompagnate da 2 discreti corpi semivestiti, un
poco tamarri i visi forse, ma sono senza dubbio le messaggere del Dio delle stagioni che giungono ad
annunziare l’imminente e irreversibile avvento della primavera. Le accolgo con un sorriso sudato. Una
mi sorride e dice quasi distratta “ due Japanese, grazie.” Rimango stupito, il mio cervello pensa ad una
categoria, che personalmente non amo, di video per adulti . Le guardo, sono terribilmente occidentali,
non capisco.. Il criceto nella mia testa fa uno sforzo, ah il cocktail. No simpaticissime, non è il nostro
campo, ma poi penso alla menta freschissima che il Maurizio ha portato dalla cascina. Mi sento Wolf,
con tanto di smoking e farfallino nero, pronto a risolvere i problemi .Butto li con fare navigato “ ma un
bel mojito? “. Le giovani donne mi guardano come se fossi nudo , ricoperto di glassa a massaggiarmi la
panza, tra lo stupito e l' inorridito. Ma come,penso io, il mojito piace a tutti, tamarri e non. La menta del
Maurizio poi é una bomba, oltre ad essere l’unico cocktail che so fare. Le tipe si guardano un secondo
e senza aggiungere altro si girano e se ne vanno sulle loro gambe nude.. Mah.. o Japanese o morte?
Rimango un secondo attonito, per fortuna i Kyuss mi riportano sul pezzo, bella raga che vi faccio? Due
pinte di Space, ok arrivo..
Per la primavera c'è sempre tempo..

Storie da Pub numero 52


Questione d’ormone
Che in quel buco di Pub che chiamate Wellington la percentuale uomo/donna sia leggermente
sbilanciata verso il sesso bru(t)to è cosa ormai nota, per me che ho una bellissima donna( che legge
questi post) e due figli poco cambia, poi si sa che gli uomini bevono più birra quindi noi si sta bene così,
ma è anche vero che la donna è vita, e non tutti i miei clienti sono morti.. Ci sono infatti situazioni che
stravolgono il normale procedere delle cose. Succede a volte che stormi di ragazze tutte in tiro entrino
nel locale, si guardino in torno e chiedano se il Fusion è molto lontano. Oppure che gruppi di tipe belle
toste passino la serata al banco, a caccia di figa pure loro( bella zie!). Invece di tanto in tanto qualche
tipa strippata si siede su uno sgabello,e se dopo 5 minuti nessuno va a tentare un'approccio si mettono
ad urlare” ma che siete tutti froci qui, io ho voglia di cazzo!!” (ricordo che nelle storie da Pub tutti i fatti
sono rigorosamente accaduti) . Ma c' è una simpatica scenetta che più di tutto riassume il discorso.
Una fredda notte di molti inverni fa ero in chiusura, sgabelli sui tavoli, blues triste di John Mayall a
basso volume, una accozzaglia di brutti ceffi al bancone con whisky o rimasugli di birra davanti e io che
manco ci provo a rimanere sobrio in una notte così. Ad un tratto entra questa bionda vestita
leggerissima che ordina una “Sambuchetta” trattenendo la rossa lingua nei bianchissimi denti nel
pronunciare “etta”.. Si inumidisce le labbra,paga e se ne torna nel varco spaziotemporale da cui era
venuta. Tutto resta immobile, i brutti ceffi sembrano ancora più brutti e John
Mayall ancora più triste. Poi il Prof. dall’alto del suo acume sentenzia” qualcuno sa se quella fa
qualcosa nella vita oltre a rompere il cazzo agli ormoni della brava gente?” whisky,campana,signori si
chiude!
Alla prossima, un bacio a tutte le mie little sisters..

Storie da Pub numero 53


Come si può intuire dalle immagini, in questo capitolo parleremo di cazzi. Eh già , perché dovete
sapere che tra le varie deviazioni dovute all’abuso di alcolici c'è , in alcune persone, quella di tirare fuori
membro a caso . Non spesso, ma è successo . Insomma , una sera di moltissimi anni fa, entra al Pub
un signore sulla sessantina abbondante , dopo aver preso da bere mi racconta in modo amabile un po'
della sua vita. Ad certo punto mi spiazza con un “ Ma lei lo sa perché mi chiamano Gino tre gambe ?” Io
butto lì uno scontato “ Perché tiene la minchia tanta “ Lui annuisce e aggiunge “ Vuole vederla ?” No,
grazie, ci mancherebbe mi fido. Ma il Sig. Gino ha già estratto dalla giacca una polaroid e la posa sul
banco. Butto un ‘occhiata e BUM ! La foto lo ritrae con addosso solo canottiera e calzini bianchi ed una
proboscide che gli arriva buona buona alle ginocchia. Gli faccio i complimenti, ma lui tutto serio mi dice
che non è mica facile portarlo in giro, soprattutto in bici , e che è stato un problema , quando era più
giovane, perché le donne ne avevano timore, sul più bello scappavano, dice lui , altri tempi penso io.
Sempre un sacco di anni fa c’era anche il “Ca” che compariva all'improvviso , nel locale bello pieno e ,
con addosso solo le scarpe , si piazzava al banco per ordinare una birra con la disinvoltura di un
nudista tedesco. Saranno stati i riccioli biondi , i lineamenti delicati, la mancanza di malizia o di
volgarità , ma a me ricordava un angelico putto. Conservo ancora gelosamente delle foto del “Ca”, la
mia preferita è quella mentre si fa tutta Via Cavallotti in corsa , ovviamente nudo , sventolando il
tricolore ai Mondiali del 2006. Non tutti però sembrano angeli. Mi ricordo una sera che Mr Blu era così
sbronzo da non riuscire a tirarsi su i pantaloni dopo aver pisciato . Se ne stava barcollando davanti a
due ragazze impietrite , farfugliando cose a caso. Poi ci si chiede perché girano poche ragazze al
Wellington. Giusto Jack che con le sue mitiche “ tequila palle e limone” mostrava un certo “aplomb”
anche con fuori le palle , ma quella sui testicoli è un’altra storia da Pub .
Per terminare questo racconto del cazzo come non dirvi di quella volta che , uscendo dal cortile dopo la
chiusura del Pub , mi toccò assistere a questa scena: Mr R se ne stava sul marciapiede davanti all’
ingresso con le mani incrociate dietro alla nuca e una tipa inginocchiata di fronte a lui intenta a .. Beh,
avete capito. Chiudeva il quadro Mario che li incitava con un “ Ma dai R. non ti viene nemmeno duro..”
e quello di risposta “ Ué non è mica facile con te che guarrdi!” Io allibito urlo “ Ma che cazzo fate!!!” Mr
R con un buffo saltello si ritrae lasciando la tipa a bocca aperta a fissare il vuoto stupefatta. “ Questo è
il vero degrado sociale “ sentenzia Mario è , mentre sconsolato mi dirigo alla macchina, pensando che il
fondo il Pub è chiuso e quelli non sono cazzi miei..

Storie da Pub numero 81:


Una notte dell'estate appena terminata, entra al Pub la " mulatta " , che di lavoro tiene compagnia agli
scapoli attempati . In forma come al solito , inizia a fare un po' di show.. Il pezzo di stoffa, che non
azzarderei a definire gonna, non riesce a contenere le vibranti natiche coperte , si fa per dire,
solamenteda una sottile mutanda che prende nome dalla nazionalità della mulatta. Devo ammettere che
la simpatica sfrontatezza della mulatta mi piace e mi mette in imbarazzo in eguale misura. Tra una battuta e
l'altra si arriva al dunque e mi dice:
M : Hey cariño, cosa ti dobbiamo ? Il mio amico qui , però ha solo il bancomat..
Io : Mi spiace non abbiamo ancora il pos, ma c'è un bancomat li avanti..
M : Meglio così, gli servono comunque i contanti , nemmeno io accetto le carte..
E mordendosi il labbro mi lancia un'occhiata oscena che mi fa arrossire come un chierichetto sorpreso a rubare
l'ostia. Ecccerto, penso, alla fine io e la mulatta facciamo due dei lavori più antichi al mondo . Entrambi alleviamo
le sofferenze della vita ad una clientela per lo più maschile , mettendoci anima e corpo in quello che facciamo ,
consci di dover fare un po' terapisti un po' confessori e che l'innovazione lascia il tempo che trova se sai fare bene
un lavoro classico come l'oste o la meretrice.. ..
Tutto questo era semplicemente per dire che da stasera al Pub si può pagare anche con le carte!!!!

Storie da pub numero 113


Lavorare in un Pub ti mette nella condizione di frequentare tante persone, molto diverse tra loro, per
età, carattere, orientamento sessuale, temperamento, ideologia politica , occupazione oppure
l’attitudine a fare più o meno cazzate da ubriaco e via dicendo. Appunto quest' ultima attitudine ci ha
portato, nel tempo , nella condizione di dover frequentare anche le forze dell’ordine. Voglio raccontare
alcune situazioni buffe accadute anni fa , quelle meno buffe non mi va. Tengo però a precisare che non
vorrei aprire qui una discussione pro o contro, con toni da “ io gli sbirri zero!” , acab , o polemiche varie.
Insomma veniamo ai fatti. Una sera ero li bello tranquillo al bancone quando entrano lanciatissimi due
poliziotti. Uno mi guarda serio e dice: “ non scherziamo dove sono quelli che stavano facendo rissa?” io
perplesso “ quale rissa” , lui si guarda attorno , c' erano si e no un paio di coppie che tubavano e un
blues morbido di Ray Carles come sottofondo, anche lui perplesso mi fa “ ci hanno chiamato per una
rissa al Pub vicino al ponte.. “ io butto li “c' è un Pub anche sull’ altro lato..” lui guarda il collega con lo
sguardo di chi dice : minchia te l'ho detto che era quell’ altro, co’ sti nomi demmerda
chenunsecapisce’ncazzo.. E presa la porta partono verso nuove avventure. Un’altra volta invece tocca
a me chiamare rinforzi per qualche bordello che manco mi ricordo, arriva la volante, dividiamo i
contendenti ,ci salutiamo tutti con garbo e me ne vado a dormire. Solo che la mattina seguente
succede che Anna mi sveglia di colpo perché i vicini di casa litigano e stanno arrivando alle mani,
scendo in strada per dividerli proprio mentre arriva la stessa volante della sera prima. Mentre dividiamo
i contendenti, un poliziotto mi guarda, io faccio spallucce e dico” ma a che ora finite il turno di notte?” lui
“tardi, e tu che stai a fá, gli straordinari?” io “ mah, solo mi fa specie farlo con la luce del giorno..”
Sorridiamo, ci salutiamo con garbo e ce ne andiamo tutti a dormire.
Un sacco d’anni fa prestammo il Pub ad un amico per farci delle riprese per un film( tra l’altro con un
cameo del Cicio che è un capolavoro). Comunque, in una scena c'erano una ventina di studenti che
inscenavano una specie di manifestazione, scandendo uno slogan in inglese, beh dopo dici minuti
arriva un noto agente della Digos che circospetto si avvicina. Io “ salve Dott. Di R… ci sono problemi?”
Lui “ ma che state a combiná , hanno chiamato dicendo che al Vellingtón stanno a fá ‘na
manifestazione per Ustica” Io “ Ustica? Ma no, è un film” Lui entra nel Pub, vede cineprese ,cavi , luci e
attori vari, ma rimane dubbioso, poi passa la protagonista( una bionda in minigonna) e per lui basta per
decidere che non può essere una manifestazione su Ustica.. Infine tutti più o meno conoscete la maglia
del Pub “ chiuso per giorni 5 dalla Questura”, con dietro tanto di verbale, beh non tutti sanno che l' ex
Questore prima di andarsene da Lodi ci ha fatto sapere, tramite amicizie comuni, che ne voleva una per
ricordo.. Noi abbiamo accettato di buon grado, ci è sembrato un attestato di stima e simpatia reciproca
nonostante alcuni trascorsi burrascosi .Insomma bella per tutti, ci si becca al Pub!

Storie da Pub numero 195

Un' afosa sera d'estate di sei anni fa, saranno state le due di notte, arriva alPub un tipo a cavallo , lo
parcheggia davanti all'ingresso entra e ordina una birra. Si crea subito un'atmosfera tipo fra la Via
Emilia e il West. Con tanto di ignoranza che pompa a manetta. Quando poi il cowboy nostrano mi
propone di montare in sella non resisto, però gli faccio promettere di non lasciare le redini
perché da piccolo sono caduto dall'asino di mio nonno eda allora non ho cavalcato nemmeno un pony.
Ma si sa, i cowboy non mantengono mai le promesse, infatti molla le redini con tanto di pacca sul culo
della cavalla. Così mi ritrovo a vagare per Via Cavallotti tra le risate e le urla dei presenti. Io di mio ero
nel panico più totale, non so se lo sapete ma i cavalli sono fottutamente alti. Già mi vedevo in
tangenziale inseguito dall' elicottero dei vigili urbani.. Invece mi viene incontro una macchina, si ferma
muso a muso con la cavalla, dal finestrino esce una testa stupita che mi urla " ué John Wayne, ti
sembra l'ora di andare in giro a cavallo?" Io non rispondo ma ho un illuminazione , tutti i film e i fumetti
Western visti in vita mia mi sfrecciano davanti agli occhi , afferro le redini con forza tiro forte dauna
parte poi dall'altra , incredibile la cavalla segue davvero i miei comandi, sarà che é l'unica sobria..
Trionfante torno davanti al Pub, mi sento un misto tra Tex e cavallo pazzo, ma quando finalmente mi
fanno scendere mi rendo conto che le gambe mi tremano ancora dalla fifa, cerco di non darlo a vedere,
entro nel Pub e mi auto servo una bella sorsata di Whiskey, ora si mi sento meglio e come nei migliori b
move del genere esce la scritta THE END!

Storie da Pub numero 251


Un pensatore un giorno disse “ tutti i bagni di un Pub sono destinati prima o poi a diventare cessi”. Il
cesso del Wellington se possibile era più cesso anni fa , prima dell’ imponente ristrutturazione imposta
USL . Ricordo bene la faccia dei due funzionari che, dopo un breve sopralluogo, scuotendo la testa non
trovarono altre parole che “ torniamo tra due mesi, fateci trovare qualcosa di più civile. Mica stamo al
medioevo.” Effettivamente le porte in legno gonfie d'acqua che manco si chiudevano , il tetto
pericolante composto da una buona concentrazione di fibre ultra sottili comunemente chiamate
Amianto e le piastrelle ricoperte da scritte per lo più inneggianti a turpi pratiche sessuali, non giocavano
certo a nostro favore. Cosicché partimmo con i lavori. Un robusto tetto in legno e coppi, piastrelle
nuove, porte in ferro , aggiunta di un pisciatoio verticale per i maschietti (quello che è sempre rotto..) e
addirittura un piccolo calorifero per i periodi più freddi. Non un bagno da re ma per le orde di barbari
ubriachi a cui era destinato era più che soddisfacente . Della stessa idea furono pure i due addetti USL,
che non fecero caso al simpatico ragnetto che scombussolato dai recenti lavori si stava ricostruendo
con cura la ragnatela.. Già, una cosa che non vi ho detto che da sempre un ragno vive indisturbato nel
nostro cesso ed è talmente integrato che si è pure aperto una pagina su fb. Poteri della tecnologia..
Bene questo ragnetto mi racconta di quello che vede dalla sua posizione privilegiata. Si perché chi va
in un Pub, prima o poi, dal cesso ci passa sicuro. Motivo per il quale alcuni tra gli avventori più scaltri si
fermano a fumare davanti al bagno, sanno che le poche femmine presenti al Pub passeranno di lì , nel
momento del bisogno con delle amiche. Sapete, tipo le tigri con gli Gnu che vanno ad abbeverarsi..
Comunque, il nostro amico a tante zampe mi racconta di come alcune coppie consumano ,di tanto in
tanto , la loro passione fra gli spazi angusti e gli odori della latrina senza perdere un tocco di
romanticismo . Oppure di quando due grossi energumeni si presero a botte chiusi nel cesso e di come
quello più grosso uscendo disse” mo voglio vedere col naso rotto se riesci a fregarmi la bamba”.
Ridiamo ancora quando pensiamo alla volta che il Cicio corse in soccorso di una tipa elegantissima ( a
volte capitano anche da noi ) che non riusciva ad aprire la serratura incastrata, e che ha finito per
essere issata dalla finestra sostenuta con garbo dalle natiche dal nostro prode . Anche di Psyco che
per più volte dopo aver lasciato montagne immonde di merda passa al banco dicendo “ scusa Ilic, mi sa
che ho sporcato ancora, sai per via delle rettoscopie che mi fanno..” Che uno quante rettoscopie può
fare in un mese? Va beh, insomma io e il ragnetto ci spacchiamo un sacco , ma a volte si lamenta per
la maleducazione di alcuni, tipo quando una simpatica resta di cazzo ha scagliato una pinta nella
finestra mandandola in frantumi, solo per dimostrare a una testa di cazzo amica sua quanto erano teste
di cazzo uguali. Ne succedono di tutti i colore nel cesso del Pub, ma ve le racconto un’altra volta,
perché se mi sono rotto le palle io di scrivere mi immagino voi di leggere…

Storie da Pub numero 666


Una notte di qualche anno fa, perché di giorno è dura che succeda qualcosa al Pub, eravamo nel bel
mezzo di un Sabato sera abbastanza tipico… gente che beve da entrambe le sponde del bancone,
amici che sparano cazzate, e le poche ragazze presenti che si chiedono a che minchia servono posti
del genere al mondo . Insomma tutto filava via liscio come una birra in gola. La bella atmosfera, e l’alcol
nelle vene, mi fa capire che è il momento di buttare nello stereo il terzo album dei Black Sabbath . Di
solito preferisco tenere il volume ad un livello discreto, per accompagnare le chiacchere della gente, ma
quando la situazione lo richiede, giro la manopola a palla per qualche minuto, e che tutti sentano
vibrare dentro la potenza dello zio Ozzy!!! Ma alla prima pennellata di corde, giusto dopo i colpi di
tosse.. Bum! Salta lo stereo e la luce.. Ma non solo al Pub, in tutta la via, anzi praticamente in tutta
Lodi! Un black out improvviso e senza temporale. La forza demoniaca dei Sabbath penso sornione.
Ovviamente le luci di emergenza danno buca, e ci troviamo a passare la serata con due candele vicino
alle spine ed un’ atmosfera surreale dove, non si vede na sega, e informi ombre ambigue arrivano al
banco con gli accendini in mano a cercare birra. Gli smartphone con le torce da 1000 kw erano ancora
un lusso per pochi . Va da sé che la situazione non smorza la voglia di fare casino e di bere anzi,
aumenta l’ ignoranza collettiva tipo quando nevica o c'è un lutto importante. Fatto sta che arriva l’ora di
chiudere senza che la corrente venga ripristinata. Io contento di non dover fare le pulizie me ne vado a
casa bello sereno. Quando ormai nel mio lettuccio mi godo il sonno dei giusti, mi suona il telefono. “ Chi
è ? “ dico tra lo scocciato e il preoccupato . Dall’altra parte del telefono un forte accento Friulano, che il
mio cervello identifica subito come la tipa di Mario, che ai tempi viveva sopra al Pub . Risponde “ Sono
la Leti, stai bene? Tu dove sei?” Io stupito dico “ sono a casa , dove vuoi che sia a quest’ora, ma
perché me lo chiedi ?” Lei mantenendo la sua calma da ragazza del Nord Est dice “ Sai torno adesso a
casa, qui c'è pieno di candele e giù al Pub ci sono i Black Sabbath a cannone, ma è chiuso e non c'è
nessuno, mi sembra tutto così strano..” O cazzo penso io, è tornata la corrente e lo stereo ha l’auto
play!!! “ Vai tranquilla Leti , niente messe sataniche , due minuti e sono li “ . Quando arrivo al Pub la
scena ha dell’ inquietante . La strada deserta e silenziosa, d'altronde sono le 5 passate, la saracinesca
abbassata, e da dentro Ozzy e la sua banda ,che ormai senza freni ,si sono impossessati del
locale ,facendo davvero un baccano assurdo. Leti vedendomi sorride rasserenata. Probabilmente mi
pensava appeso alle travi del Pub con una corda e scritte invocanti belzebù su tutto il corpo . Entriamo
con cautela, come se davvero ci fosse Mr. Osbourne in persona, abbasso la musica e a sto punto :
“birretta ?” faccio io “ birretta! “ acconsente lei . Poi tanto che siamo li ci mettiamo a sistemare il locale .
Penso, bello avere una vicina di Pub Friulana, ma soprattutto che Master of reality è un cazzo di album
da paura!!!

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