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Le due rivoluzioni di fine Settecento, la Rivoluzione francese e quella americana, sono all’origine
del moderno Stato di diritto. Grazie alla Rivoluzione francese è stato abolito il sistema dei
privilegi dominante nell’Ancien régime e si è affermato il principio secondo cui tutti i cittadini
sono uguali dinanzi alla legge; con la Rivoluzione americana è stata sancita la priorità dei
diritti degli individui rispetto alla legge – priorità necessaria per porre limiti al potere dei
legislatori. La struttura dello Stato di diritto è molto diversa da quella dell’Antico regime:
infatti, l’Antico regime è caratterizzato, dal governo di un sovrano assoluto, che nell’esercizio del
potere è sciolto da qualunque vincolo giuridico nei confronti dei sudditi, e, dall’altro,dal sistema
sociale, politico ed economico fondato sul feudo.I limiti del potere del re in Francia sono
determinati dai diritti speciali dei ceti sociali cui gli individui appartengono. Vige, in altre
parole, il particolarismo giuridico:non esistono leggi generali, valide per tutti.
Una nazione di cittadini, uguali di fronte alla legge
La Rivoluzione francese del 1789 ha posto fine a questo stato di cose, aprendo la via allo Stato
moderno, uno Stato nazionale accentrato e dipendente da un’unica volontà sovrana estesa a
tutto il territorio.Si afferma così l’idea di società in cui vale una legge comune per tutti gli
individui, che cessano di essere sudditi e diventano cittadini .Nel 1790 viene istituito il
Parlamento moderno,che ha il compito di rappresentare tutta la nazione e da essa trae la
propria forza: la volontà del parlamento si esprime attraverso la legge, un comando assoluto,
rivolto a tutti indifferentemente, che corrisponde alla volontà generale della nazione.Ai privilegi
si sostituisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.Nella nuova società nata dalla
Rivoluzione ogni individuo ha alcuni diritti naturali preesistenti e indipendenti dallo Stato. Essi
sono contenuti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (del 26 agosto 1789). Da
questo documento rivolto all’intera umanità che condanna ogni forma di oppressione, deriva il
concetto di diritti fondamentali dell’uomo.I diritti sono proclamati dalla Costituzione, uno
strumento atto a difenderli. Non può violarli nemmeno lo Stato.Si parla di Stato di diritto: in
esso i diritti dei cittadini sono garantiti di fronte allo Stato ed è vietato l'uso arbitrario dei poteri
pubblici.
La Costituzione e i diritti dell’uomo
ll termine diritti indica ciò che spetta a una persona e deve essere garantito. Essi sono
«inviolabili», non è lo Stato a stabilirli, ma preesistono a esso.
Nell’articolo 2 si afferma che la Repubblica italiana riconosce l’esistenza di questi diritti e la
loro importanza e si impegna a difenderli e ad assicurare a ciascun individuo la possibilità di
farli valere contro qualunque tipo di violazione I diritti riconosciuti e garantiti dallo Stato sono
diritti che tutte le persone, cittadini e stranieri,in quanto esseri umani, hanno,
indipendentemente dalle loro opinioni e condizioni sociali ed economiche.
Nell’articolo 3 i concetti fondamentali espressi sono quello di dignità sociale e quello di
uguaglianza.Dire che tutti hanno la stessa dignità sociale significa affermare che tutti hanno il
diritto di essere considerati sullo stesso piano in ogni rapporto sociale.Tutti i cittadini sono
uguali di fronte alla legge indipendentemente dal loro sesso, dall’etnia, dalla religione dal loro
orientamento politico e così via.La Costituzione della Repubblica italiana esclude i
privilegi.Nessun individuo può porsi al di sopra della legge e sottrarsi alle norme che valgono per
tutti gli altri.
Vengono enunciati due princìpi quello di uguaglianza formale e quello di uguaglianza
sostanziale. L’una è l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge,l’altra è la garanzia,
data ai cittadini, di poter esercitare i propri diritti. La legge non deve trattare tutti i cittadini
nello stesso modo. La Costituzione proibisce ogni forma di discriminazione.Le distinzioni di
trattamento servono a correggere le disuguaglianze che di fatto esistono tra le persone e a
garantire,le stesse opportunità anche a coloro che si trovano in una posizione più debole rispetto
ad altri (per esempio le leggi che tutelano i lavoratori contro gli imprenditori,o quelle che
proteggono gli inquilini nei confronti dei proprietari delle abitazioni, i disoccupati più degli
occupati, gli handicappati più delle persone senza difficoltà ecc.). Tuttavia c’è un limite a ogni
distinzione: deve essere fondata su una ragione valida.
LA LIBERTÀ DI OPINIONE E I SUOI LIMITI
L’opinione pubblica consiste nel dare espressione alla società civile nei confronti del potere
costituito.Essa è priva di un riconoscimento giuridico ma svolge il ruolo essenziale di giudice
morale delle istituzioni e dell’operato dei poteri pubblici.
Libertà di opinione e democrazia Un Paese nel quale sia impedita o vietata alle persone la
manifestazione delle loro idee politiche, sociali, economiche e religiose non può dirsi
democratico.La censura delle opinioni è incompatibile con la democrazia.Nei Paesi illiberali, la
circolazione e la formazione delle idee vengono rigidamente controllate dallo Stato. È interesse
dei governi dittatoriali sostituire alla libertà di opinione la verità di Stato attraverso la
propaganda. Il controllo delle menti è molto più efficace che il controllo dei corpi.La
Costituzione italiana vieta la censura in quanto violazione del diritto
all’informazione.Nell’articolo 21 viene riconosciuta la libertà di opinione,essa è oggi
riconosciuta come diritto umano.La libertà di opinione è parte della più generale libertà di
coscienza, cioè della libertà di essere se stessi e di scegliere il modo di essere nel mondo.La libertà
di opinione è legata alla libertà religiosa, dell’arte e della scienza e al diritto all’istruzione.
Pluralismo dell’informazione
Affinché ogni persona possa godere del diritto all’informazione e possa in questo modo formarsi
un’opinione pubblica, è necessario che esistano e siano accessibili senza difficoltà varie fonti di
informazione.Nella società contemporanea tali fonti sono rappresentate dai mezzi di
comunicazione di massa.Essi permettono di diffondere rapidamente le idee e le notizie
nell’ambito di una platea di utenti molto ampia..La Carta costituzionale stabilisce norme per la
sola stampa;non ci sono invece regole costituzionali per gli altri strumenti dell’informazione e
mancano norme costituzionali a garanzia del pluralismo.Il pluralismo delle fonti di
informazione è condizione indispensabile per la formazione di un’opinione pubblica libera e
autonoma rispetto al potere politico e, dunque, per la democrazia.Il monopolio informativo è
una minaccia, poiché impedisce la manifestazione e il confronto delle varie opinioni I limiti
della libertà di opinione. É necessario porre a essa limiti precisi, perché ci sono casi nei quali
può compromettere altre esigenze altrettanto fondamentali per gli individui e per la società, e
ledere valori cui la Costituzione attribuisce importanza. Per questa ragione, in casi specifici sono
possibili limiti e divieti. In particolare per difendere la dignità di altre persone,la privacy,le
informazioni riservate e il segreto istruttorio ed il segreto di Stato.
atr 21 La Costituzione e la libertà di opinione
Un passo dell’articolo 21 afferma il diritto di ogni persone di manifestare il proprio pensiero in
tutte le forme possibili, senza interferenze né ostacoli.Ogni persona parallelamente ha il diritto
di non rendere noto ciò che pensa riguardo ad argomenti politici, religiosi e di ogni altro genere.
L’articolo 48 ad esempio dice che il voto, che è un dovere e un diritto di ogni cittadino, è segreto.
Un altro passo si riferisce alla stampa, sancendone la libertà.Perché possa esserci libertà di
stampa è necessario impedire la proprietà di molti giornali o altri mezzi di comunicazione da
parte di singoli individui, che altrimenti potrebbero imporre all’opinione pubblica opinioni
personali.
I diritti umani
IL termine diritti dell’uomo indica le libertà fondamentali di cui ogni individuo deve godere in
quanto persona e non in quanto cittadino di un Paese Essi sono universali.Nell’articolo 2 della
Costituzione italiana è indicata la loro inviolabilità.Ciò è indicato già nella Dichiarazione
universale dei diritti umani approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. L’origine di
questo documento, che ha carattere politico-culturale ed è privo di valore giuridico, è
duplice.Può essere individuata:
1. nella dottrina filosofico-giuridica che sostiene l’esistenza di diritti naturali anteriori alle
norme giuridiche; 2.nel pensiero politico liberale, democratico e socialista europeo che
caratterizzò il XIX sec e gli inizi del successivo.Dal punto di vista storico la Dichiarazione del
1948 ha invece origine nelle Rivoluzioni inglesi,americana e francese.
La classificazione dei diritti umani
I numerosi e differenti diritti umani oggi riconosciuti possono essere suddivisi in tre
gruppi:Diritti civili: rappresentano cioè la libertà da ogni forma di intromissione dei poteri
pubblici nella vita individuale.{ Sono diritti civili: il diritto alla protezione dalla schiavitù e dai
trattamenti inumani; il diritto all’uguaglianza di fronte alla legge; il diritto a essere protetti
contro gli arresti arbitrari e contro l’esilio; il diritto alla protezione della vita privata da
interferenze arbitrarie e dalle offese alla propria reputazione;; il diritto di cercare e ottenere
asilo in altri Paesi contro le persecuzioni inflitte nel proprio; il diritto di avere una cittadinanza
e di cambiarla; il diritto a formarsi una famiglia e alla tutela di essa; il diritto alla proprietà
privata e l'iniziativa economica; il diritto alla libertà di pensiero e di religione; il diritto alla
libertà di opinione e di espressione ecc.. } Diritti politici: consentono a ogni individuo di
prendere parte liberamente al governo del Paese di cui è cittadino. Essi implicano la
partecipazione dei cittadini alla formazione politica dello Stato cui appartengono. Diritti
economici, sociali e culturali: richiedono che lo Stato si impegni attivamente per garantire ai
cittadini una condizione di sicurezza sul piano lavorativo,dell’istruzione, della salute e della
sicurezza sociale e la libera partecipazione alla vita culturale. Questi diritti comprendono il
diritto di essere protetti contro la disoccupazione e di fondare sindacati; il diritto al riposo e a
ferie retribuite; la difesa della maternità e dell’infanzia.
La difesa dei diritti dell’uomo
Il riconoscimento dei diritti umani è affidato anche a documenti elaborati in sedi circoscritte.
Un esempio di questi è la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali, adottata a Roma il 4 novembre 1950; la violazione delle norme che vi
sono indicate può essere denunciata alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sede a
Strasburgo.Inoltre, tutte le Costituzioni degli Stati membri dell’Unione Europea riconoscono i
diritti umani, contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, proclamata il
7 dicembre 2000.
Il diritto internazionale Oggi, la difesa dei diritti umani in occasione di politiche aggressive
degli Stati è affidata principalmente al diritto internazionale. Per la tutela di esso e per
reprimere le violazioni sono state create importanti istituzioni la cui autorità è riconosciuta
dalla maggioranza degli Stati del mondo.Nel 2002 è entrato in vigore lo Statuto della Corte
penale internazionale, che si è insediata nel 2003 e ha competenze relative ai genocidi, ai
crimini di guerra , e ai crimini contro l’umanità. Questo organo ha il compito di porre rimedio
all’inefficienza delle giustizie locali, che risultano spesso incapaci di punire i crimini commessi
dai dittatori nei loro Paesi (per esempio,quelli in Bosnia, Ruanda ecc.). L’esempio più alto di
questa giustizia penale internazionale è rappresentato dal Tribunale di Norimberga, istituito
alla fine della Seconda guerra mondiale per processare i grandi criminali nazisti.Importante è
anche l’attività di organizzazioni private sovranazionali, tra cui Amnesty International, il
Tribunale Russell e l’International Service for Human Rights.
Amnesty International È un’organizzazione non governativa di volontari, fondata nel 1961
dall’avvocato inglese Peter Benenson che pubblicò sull’«Observer» un articolo di protesta contro
l'arresto di un gruppo di studenti portoghesi accusati di avere brindato all’indipendenza delle
colonie africane. I fini di Amnesty International,cui nel 1977 è stato conferito il premio Nobel
per la pace,sono la lotta contro la violazione della dignità fisica e morale degli esseri umani e la
liberazione e l’assistenza delle donne e degli uomini detenuti in ogni parte del mondo per le loro
opinioni, o per il colore della pelle, il sesso, l’origine etnica, la lingua o la religione Questa
Organizzazione è tuttora impegnata in campagne a sostegno della richiesta di processi
tempestivi ed equi per i prigionieri politici, dell’abolizione della tortura e della pena capitale.A
partire dal primo decennio del XXI secolo Amnesty International ha dovuto misurarsi con la
denuncia di gravissime violazioni dei diritti umani, vere e proprie pulizie etniche verificatesi
nell’Africa sub-sahariana o di riduzioni in schiavitù di intere comunità nell’area siriana e
irachena. Il rapporto reso pubblico per il 2015-16 evidenzia la crescita preoccupante del numero
di persone abbandonano il proprio Paese, mettendosi in marcia per raggiungere zone
lontanissime, senza alcuna sicurezza o sostegno nel viaggio
Tribunale Russell e l’International Service Il Tribunale Russell è stato istituito dal filosofo
Bertrand Russell nel 1966, in seguito alle vicende della guerra del Vietnam, contro le atrocità
compiute dai governi in nome della ragion di Stato.
L’International Service for Human Rights è un’organizzazione non governativa fondata nel
1984 al fine di dare informazioni e assistenza ai singoli individui e agli istituti impegnati in
tutto il mondo contro la violazione dei diritti umani.