La Dialettica trascendentale costituisce la seconda parte della logica trascendentale, in cui Kant
cerca di stabilire se la Metafisica possa essere considerata una scienza . Il termine dialettica
nella storia della filosofia è stato usato sia in senso positivo che negativo; Per Platone essa è la
scienza delle idee. Per gli Stoici, come in parte per i medioevali, si identifica con la logica. Con
Aristotele la dialettica assume invece un significato negativo, in quanto indica sia il
procedimento dimostrativo fondato su premesse probabili, sia l’arte “sofistica” di costruire
ragionamenti basati su premesse che sembrano probabili, ma in realtà non lo sono. Anche Kant
utilizza il termine dialettica in senso negativo,per lui assume il significato di logica della
parvenza ,per indicare l’arte sofistica di dare alla propria ignoranza l’aspetto della
verità,alterando il metodo del pensare fondato.Lascia intuire che la metafisica non può essere
considerata una scienza. Infatti con “Dialettica trascendentale”, Kant intende l'analisi e lo
smascheramento dei ragionamenti fallaci della metafisica. La metafisica, nonostante la sua
infondatezza rappresenta “un'esigenza naturale e inevitabile della mente umana”, e attraverso
la filosofia intende chiarire l’origine.
GENESI DELLA METAFISICA E DELLE SUE IDEE
La metafisica nasce dalla ragione; questa, in partenza, non è altro che l'intelletto stesso, il quale
essendo la facoltà logica di unificare i dati sensibili tramite le categorie, e portato a voler
pensare, anche senza dati.Simile in ciò ad una colomba che avvertendo l’impedimento dell’aria
durante il volo pensasse di poter volare senza di essa dimenticandosi che essa pur essendo un
limite al suo volo è necessaria,infatti senza di essa precipiterebbe.Kant ritiene che questo voler
procedere oltre i limiti dell’esperienza derivi dalla nostra innata tendenza al incondizionato.
Ovvero la nostra ragione, mai soddisfatta del mondo fenomenico è attratta verso il regno
dell'assoluto e quindi verso una spiegazione globale di ciò che esiste. Questa spiegazione di Kant
si basa sulle tre idee trascendentali che sono proprie della ragione (anima , mondo e Dio).I dati
del senso interno sono unificati dalla ragione tramite l'idea di anima, che e l'idea della totalità
assoluta dei fenomeni interni.I dati del senso esterno sono unificati attraverso l'idea di mondo,
che e l'idea della totalità assoluta dei fenomeni esterni. Infine la ragione unifica i dati interni ed
esterni mediante l'idea di Dio, inteso come totalità di tutte le totalità e fondamento di tutto ciò
che esiste.L'errore che compie la metafisica è quello di trasformare queste tre esigenze (mentali)
di unificazione dell'esperienza in altrettante realtà, dimenticando che noi non abbiamo mai a
che fare con la cosa in sé, ma solo con il fenomeno. Quindi La dialettica trascendentale vuol
essere lo studio critico e la denuncia delle strade sbagliate della metafisica, ovvero delle
avventure e dei fallimenti del pensiero quando procede oltre i limiti dell'esperienza possibile. Per
dimostrare l'infondatezza della metafisica, Kant prende in considerazione le tre scienze su cui si
basa la metafisica: la psicologia razionale, che studia l'anima, la cosmologia razionale, che
indaga sul mondo, la teologia razionale o naturale, che specula su Dio.
2. CRITICA DELLA PSICOLOGIA RAZIONALE E DELLA COSMOLOGIA RAZIONALE
Kant ritiene che la PSICOLOGIA RAZIONALE sia fondata su di un “paralogisma”, cioè su
un ragionamento sbagliato, che consiste nell'applicare la categoria di sostanza all'io penso,
trasformandolo in una “realtà permanente” chiamata anima. In realtà,Kant osserva che l'io
penso non è un oggetto empirico, ma soltanto un'unità formale e sconosciuta, a cui non
possiamo applicare alcuna categoria.l’errore principale della psicologia razionale è la pretesa di
dare valori positivi a quella x funzionale e ignota che è l’io penso.Kant afferma che noi non
possiamo conoscere l’io neumenico ma solo l’io fenomenico che appare a noi tramite le forme a
priori.
Anche la COSMOLOGIA RAZIONALE,c he pretende di far uso della nozione di mondo,
inteso come la totalità assoluta dei fenomeni cosmici, è destinata, secondo Kant, a fallire.
Infatti, poiché la totalità dell'esperienza non è mai un'esperienza, in quanto noi possiamo
sperimentare diversi fenomeni ma non la serie completa dei fenomeni,l’idea di mondo cade fuori
da ogni esperienza possibile.. Infatti quando i metafisici, , pretendono di fare un discorso
intorno al mondo nella sua totalità, cadono inevitabilmente nei reticolati logici delle cosiddette
antinomie, veri “conflitti della ragione con se stessa”, che si concretizzano in coppie di
affermazioni opposte,dove l'una (la tesi) afferma e l'altra (l'antitesi) nega, ma tra le quali, in
assenza di un'esperienza corrispondente, non è possibile decidere.L
EGGI LE ANTITESI CHE TI
HO MANDATO.
Kant divide queste tesi e antitesi in matematiche (le prime due) e dinamiche (le altre due); tra
queste tesi e antitesi però è impossibile decidersi, perché entrambe possono essere dimostrate
razionalmente. Il difetto è nella stessa idea del mondo, la quale, essendo al di là di ogni
esperienza possibile, non può fornire alcun criterio volto a decidere per l'una o per l'altra delle
tesi in conflitto. Le antinomie dimostrano quindi l'illegittimità dell'idea del mondo. Questa
illegittimità risulta evidente anche, se si osserva che le tesi di queste antinomie presentano un
concetto troppo piccolo per l'intelletto (come l'idea di un universo finito) e le antitesi un concetto
troppo grande per l'intelletto stesso (come l'idea di un universo infinito). A tutto ciò Kant
aggiunge anche due altre importanti osservazioni: 1)egli nota che le tesi sono proprie del
pensiero metafisico e del razionalismo, mentre le antitesi sono tipiche dell'empirismo e della
scienza. 2) Puntualizza che per quanto riguarda la terza e la quarta antinomia, le antitesi
valgono per il fenomeno (nel cui ambito non si incontra mai ne Dio ne la libertà) mentre le tesi
potrebbero valere per la cosa in sé (nel cui regno sconosciuto potrebbe esserci posto per la libertà
e per Dio).
La teologia razionale e le critiche all’es.di Dio
La teologia razionale si occupa del più arduo problema della metafisica cioè della questione di
Dio e risulta priva di valore conoscitivo. Secondo Kant,Dio rappresenta l’ideale della ragion
pura, cioè quel supremo "modello" di ogni realtà o perfezione, considerandolo l'Essere da cui
derivano e dipendono tutti gli altri esseri. La tradizione ha elaborato tutta una serie di “prove
dell'esistenza di Dio”, che Kant raggruppa in tre classi: prova ontologica, cosmologica e
fisico-teologica.
La prova ontologica, che risale a S. Anselmo, ma che Kant assume nella forma cartesiana,
cerca di ricavare l'esistenza di Dio dal semplice concetto di Dio come essere perfettissimo,
dicendo che, in quanto tale, deve necessariamente esistere. Kant opera una distinzione fra piano
mentale e piano reale, dicendo che non risulta possibile “saltare” dal piano della possibilità
logica a quello della realtà ontologica, in quanto l'esistenza è qualcosa che possiamo constatare
solo per via empirica, e non dedurre solamente per via puramente intellettiva. Kant sostiene
infatti che l'esistenza non è un predicato ma è un fatto esistenziale concepibile solo attraverso
l'esperienza. Infatti quando si è ben descritta la natura di una realtà qualsiasi in tutti i suoi
caratteri, ci si può ancora chiedere se esista o meno.l'esistenza all'oggetto.Di conseguenza, la
prova ontologica o è impossibile o è contraddittoria. Impossibile se vuol derivare da un' idea una
realtà. Contraddittoria se nell'idea del perfettissimo assume già, quell’esistenza che vorrebbe
dimostrare. In tutti e due i casi, la prova risulta fallace.