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DEFINIZIONI IMPORTANTI STORIA DELLA MUSICA

CANTATA: genere cameristico vocale-strumentale la cui voga iniziò intorno al primo quarto del
XVII secolo e si mantenne per tutta l’opera barocca.

➔ In Italia, secondo la forma assunta nei secoli XVII e XVIII, la cantata era destinata all’uso di
una o due voci soliste accompagnate dal basso continuo e, a volte, anche da alcuni
strumenti; era articolata, inoltre, alternando liberamente arie e recitativi. A seconda
dell’argomento del testo poteva essere “profana” o “sacra”.

➔ In Germania fiorì dalla seconda metà del XVII secolo, sotto forma di cantata sacra: la fase di
maggior sviluppo coincide con quella bachiana, e venivano utilizzati un insieme di testi tratti
dalla Bibbia o dai corali (canto in lingua tedesca tipico della liturgia luterana. È
caratterizzato da una scrittura a quattro voci con andamento omoritmico, tra le quali quella
superiore ha un ruolo predominante: ad essa era affidata la melodia tradizionale e le altre
parti armonizzavano).
Tra le varie tipologie si possono identificare alcuni tratti ricorrenti: alternanza tra recitativi e
arie della cantata italiana, viene aggiunto l’uso del coro.

FORMA-SONATA: organizzazione del materiale tematico, solitamente del primo movimento di


un concerto, sonata, sinfonia, del periodo classico.

Nella forma generale è presente una prima fase chiamata esposizione in cui vengono presentati il
materiale tematico principale in tonalità di tonica e quello secondario in tonalità di dominante.
Segue una seconda fase modulante chiamata sviluppo nella quale avviene un’elaborazione dei
materiali precedentemente presentati. Infine avviene una ricomparsa del materiale tematico
dell’esposizione, che prende il nome di ripresa.

➔ forma-sonata abbreviata: viene ripreso nella tonalità d’impianto solo il materiale tematico
presentato in tonalità di dominante;

➔ forma-sonata senza sviluppo: non presenta la seconda fase;

➔ forma-sonata con doppia esposizione: usata nel concerto per strumento solista, nella prima
esposizione (affidata all’orchestra) entrambi i materiali vengono esposti nella tonalità
d’impianto; si modula nella tonalità vicina solo durante la seconda esposizione in cui
compare lo strumento solista;

STILE IDIOMATICO: stile musicale adatto ad esaltare la specifica tecnica e timbrica del singolo
strumento.
FUGA: genere musicale più rappresentativo della polifonia barocca, sopravvissuto fino al 900.
La forma generale, praticata in epoca bachiana, comprende:

➔ esposizione: le parti che compongono il tessuto polifonico (tre o quattro) entrano l’una dopo
l’altra esponendo alternativamente un tema detto “soggetto” in tonalità di tonica o una sua
variante detta “risposta” in tonalità di dominante; soggetto e risposta vengono contrappuntati
da un ulteriore elemento tematico detto “controsoggetto”;
L’esposizione nel corso della fuga può ripetersi e trasposta in una tonalità vicina.

➔ divertimenti: tra un’esposizione e l’altra possono essere inseriti questi episodi modulanti
basati su frammenti del soggetto e del controsoggetto.

➔ stretti: le entrate del soggetto, della risposta e del controsoggetto si riavvicinano.

Ci sono anche fughe articolate in più parti e quindi in più soggetti (fughe doppie, triple ecc), al
termine di essa la sezione degli stretti coinvolge tutti i soggetti precedentemente esposti.

CONTRAPPUNTO: disciplina teorico-pratica che studia e regolamenta la sovrapposizione di linee


melodiche simultanee. Ha come campo d’azione principale la polifonia.

FANTASIA: genere musicale il cui nome sottolinea la libertà formale ed il carattere


improvvisativo. La sua caratterista fondamentale era la totale indipendenza da modelli vocali.

Nel XVI secolo, iniziò ad acquistare preponderanza una scrittura di carattere contrappuntistico,
politematico o addirittura monotematico; la mancanza di contrasti affettivi dovuta alla mancanza di
un testo, fece in modo che si approfondì il lavorio compositivo su un unico soggetto, trattato
secondo tutti gli artifici contrappuntistici (espedienti utilizzati specialmente dalla scuola franco-
fiamminga per conferire unitarietà al decorso musicale).

Tra il XVII e il XVIII secolo la fuga andò accentuando il suo carattere improvvisativo e rapsodico.

Nella seconda metà del Settecento riacquisto un posto di grande rilievo con la produzione di C.P. E.
Bach: riprendendo alcuni spunti della produzione paterna ne sottolineò le libertà metriche e formali
(esplicito è il rifarsi al recitativo operistico) abolendo per lunghi tratti la divisione in battute.

FORMA-RITORNELLO: tipo formale comune nei primi movimenti dei concerti solistici del
periodo barocco, basato sull’alternanza tra episodi eseguiti dal ripieno (solitamente non modulanti)
ed episodi eseguiti dal concertino (modulanti).
ORATORIO: il termine, usato originariamente per designare sia le adunanze devozionali della
Roma Controriformista, sia il locale in cui esse si svolgevano; a partire dal 1640 inizio ad indicare
anche il genere musicale che vi era praticato.

➔ Un oratorio ha come argomento una vicenda biblica o sacra, i cui personaggi sono
interpretati da cantanti e la parte del narratore è affidata ad un Historicus, anch’esso
impersonato da uno o più cantanti che si uniscono o cantano insieme a lui.

➔ È costituito da un’alternanza di arie e recitativi come un’opera, ma se ne distingue per


l’argomento sacro e per la mancanza di scene, costumi e movimenti scenici.

OUVERTURE: composizione strumentale posto in apertura di una composizione più vasta: opera,
balletto o suite di danze. Inizialmente impiegata nel ballet de cour francese, divenne uno dei
principali elementi della tragédie lyrique (genere teatrale musicale in lingua francese del XVII e
XVIII secolo. La t.l., divenuta l’opera seria francese per eccellenza, era costituita da un’ouverture
strumentale, un prologo e cinque atti).

Generalmente era bipartita: ad una prima sezione lenta e solenne, ne seguiva una più veloce e di
impianto imitativo. Il tutto poteva essere concluso da una terza sezione che riprendeva andamento e
ritmi della prima.

Nel corso del Settecento assunse contenuti formali diversi (la forma-sonata ad esempio).

Nell’Ottocento venne utilizzata come composizione sinfonica totalmente autonoma.

RITMO ARMONICO: denominazione attribuita alla particolare scansione ritmica che risulta dalla
frequenza con cui gli accordi si avvicendano all’interno di una composizione.

SCHERZO: usato in duplice accezione.

➔ Nel XVII secolo indicava una composizione vocale o strumentale polifonica di carattere
popolaresco.

➔ Dall’epoca classica indica una composizione strumentale cameristica o sinfonica, in metro


ternario e andamento vivace, spesso collocata tra i movimenti di una sonata o di una sinfonia
in seconda o terza posizione.

Generalmente presenta una forma ternaria (aba), la sezione centrale contrasta con le due esterne e
ha una scrittura più melodica ed essenziale rispetto alle altre due.
SINFONIA: genere strumentale in più tempi, la cui esecuzione è affidata all’orchestra.
Inizialmente nasce come sinfonia d’opera, premessa alle rappresentazioni del teatro in musica.
Gradualmente diventa una composizione autonoma.

➔ In epoca classica era articolata in quattro movimenti: il primo solitamente in forma-sonata,


poi seguivano un tempo lento e un minuetto o scherzo, e il finale in andamento vivace.

➔ A parte lo scherzo, che era tripartito, gli altri movimenti successivi al primo potevano
assumere caratteristiche diverse (forma-sonata, rondò, variazione ecc.).

SONATA:

➔ nel corso del XVI secolo indicava la trascrizione strumentale di composizioni polifoniche
vocali;

➔ nel corso bel XVII secolo si configurava come “sonata a tre”, eseguita da due violini, un
violoncello e basso continuo. C’era la tipologia da chiesa (in quattro movimenti: lento,
veloce, lento, veloce, tutti tranne il terzo nella stessa tonalità, con b.c. realizzato dall’organo)
e quella da camera, ossia una successione di danze con b.c. realizzato dal clavicembalo;

➔ con gli stili galante e classico i destinatari divennero gli strumenti a tastiera ed in particolare
il pianoforte. Si passò ad un numero di tre movimenti (veloce-lento-veloce), diventando
insieme al quartetto d’archi e alla sinfonia l’espressione-tipo del nuovo stile.

Il primo movimento solitamente era in forma-sonata, in seconda posizione compariva un


minuetto o uno scherzo e alla fine un rondò.
La tonalità dei movimenti esterni è quella d’impianto.

Con Haydn e Beethoven il numero di movimenti varia da due a quattro.

TOCCATA: genere di musica strumentale tipico degli strumenti a tastiera, la cui diffusione iniziò
coi compositori veneziani nel tardo Cinquecento.
Il nome stesso ne suggerisce l’esecuzione improvvisata, sia con destinazione profana che sacra.

Nel corso del Settecento si sviluppò in Italia una toccata di tipo molto più virtuosistico, con il
carattere di “moto perpetuo” e come tale fu adottata dai compositori del periodo classico, romantico
e moderno.

VARIAZIONE: modalità compositiva consistente nell’elaborazione di qualunque materiale musica


preesistente. Di solito l’elaborazione interessa principalmente uno o più parametri del modello
(ritmo, melodia) lasciando pressoché invariati gli altri (armonia, timbro), in modo da permettere
l’identificazione all’ascolto sul modello stesso.

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