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STORIA CONTEMPORANEA DAL XIX AL XXI SECOLO

CAPITOLO 1
Le grandi problematiche dell’800

L’eredità dell’illuminismo e della rivoluzione francese


Il settecento fu un secolo fondato sull’idea del progresso e la ducia per quanto riguarda
la ragione.

In questo periodo nasce l’illuminismo, un movimento culturale che ha inizio in GB e poi si


propaga in Francia e animato dalla borghesia.

Rappresentò inoltre il mezzo fondamentale con cui smantellare l’Ancien Regime.


Quest’ultimo era fondato sulla monarchia di diritto e sui dogmi della chiesa.

Tra i più importanti esponenti dell’illuminismo troviamo Voltare.

Inoltre si creano due pensieri luministici distinti:

• Pensiero politico illuminista: si avvale sulla de nizione d una società cosmopolita, il


cui concetto di base è “cittadini del mondo”. Tra i principali esponenti
troviamo Montesquieu, che sostiene la necessità della separazione de tre poteri e
dunque è favorevole ad una monarchia costituzionale in cui il potere di emanare le leggi
appartiene al parlamento mentre il potere di esecuzione appartiene ai ministri del
governo. Altra gura è quella di Rousseau che sosteneva l’idea che gli uomini fossero
uguali per natura e che quindi tutti egualmente titolari del diritto alla vita, ai beni
materiali e alla di usione delle proprie idee. Inoltre sosteneva il concetto di volontà
generale.
• Pensiero economico illuminista: Adam Smith, sosteneva un economia con l’obiettivo
di sviluppo della popolazione. La ricerca individuale della felicità avrebbe scaturito la
prosperità per tutti al potere politico spettava il compito di eliminare tutti quegli ostacoli
che determinavano i monopoli, agevolando la produzione. Smith sosteneva la libera
iniziativa e il principio della libera concorrenza in campo economico.

La di usione degli ideali dell’illuminismo portò alla Rivoluzione industriale prima in Gran
Bretagna, per merito della borghesia che fece circolare principi di libertà e uguaglianza
che caratterizzarono la nascita delle due grandi rivoluzioni industriali del settecento:

• Rivoluzione Americana : nel 1776, 13 colonie inglesi dalla costa atlantica del Nord
America si scontrano contro la madre patria. Questa rivoluzione portò all’indipendenza
delle colonie e alla nascita degli Stati Uniti d’America (1783).

• Rivoluzione Francese: la ribellione della borghesia francese contro Luigi XVI (16) e la
sua monarchia assoluta si manifesto con l’attacco, il 14 luglio 1789, alla Bastiglia.
Durante la Rivoluzione Francese si distinse una gura u ciale di artiglieria, che poi
assunse la guida dell’esercito interno e poi quella delle truppe della campagna d’Italia,
si trattava di Napoleone Bonaparte. Tra 1796 e 1800 conquistò con il suo esercito
gran parte del continente europeo e forte di questi successi riuscì a consolidare in
Francia una dittatura personale proclamandosi console a vita nel 1802. Le guerre di
conquista di Napoleone nirono per di ondere al di fuori della Francia le idee di libertà
ed eguaglianza e le sue campagne favorirono il sorgere e il radicarsi delle identità
nazionali presso quei popoli che subirono l’invasione delle truppe francesi. La scon tta
di Napoleone nel 1815 condusse ad una serie di turbolenze nella nascente borghesia
europea.

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l’Europa dopo il congresso di Vienna:
Il Congresso di Vienna avviene nel 1814 a Vienna e si conclude nel 1815, dopo la
scon tta di Napoleone. L’obiettivo del Congresso di Vienna era tracciare un nuovo ordine
geopolitico dell’Europa dopo la Rivoluzione e le guerre napoleoniche.

Esso si basava su:

• Principi di legittimità dinastica


• Equilibrio tra le potenze

Con il congresso di Vienna si decise di riportare sui troni europei i sovrani riconosciuti tali
per diritto divino, e anche di costruire un sistema di relazioni internazionali bilanciate per
evitare che una potenza emergesse sopra le altre.

I veri protagonisti del Congresso di Vienna furono: GB e Russia, e il ministro degli Esteri
austriaco Metternich.

In Russia

Nel settembre 1815 lo Zar Alessandro I propose un’alleanza con le altre potenze europee:
Santa Alleanza (Russia, Prussia ed Austria), alleanza che servì a Metternich a garantire
la conservazione del nuovo equilibrio europeo.

Più e cace fu la Quadruplice Alleanza (novembre 1816) proposta dal ministro degli
esteri Britannico Castelereagh: quest’ultima serviva a imporre la diplomazia come unico
mezzo di risoluzione. I membri della Quadruplice Alleanza erano Russia, Prussia,
Austria e Gran Bretagna.

Nel resto d’Europa


• Spagna: ritorna re Ferdinando VII di Borbone che pose ne alle garanzie costituzionali
introdotte dalla Costituzione di Cadice nel 1812;

• Prussia si estese no ad Ovest

• Russia si estese verso Occidente

• l’Impero Asburgico (Impero Austro-Ungarico) estese i suoi domini sulla penisola


italiana (Lombardia e Veneto )

• Gran Bretagna non fece richieste territoriali se non per l’isola di Malta (in più assunse il
controllo dello stretto di Gibilterra – posizione egemonica sul Mediterraneo).

• I territori dell’Europa Centrale vennero uniti nella “Confederazione Germanica”


formata da 39 stati di lingua tedesca e fu posta sotto la presidenza dell’imperatore
d’Austria.

• In Italia furono reintrodotti

Ducato di Parma e Piacenza – Maria Luisa d’Austria;

Ducato di Modena e Reggio – Francesco IV di Asburgo,

Regno di Napoli (ribattezzato nel 1816 Regno delle due Sicilie) tornava alla Dinastia dei
Borbone

Regno di Sardegna (a cui fu assegnata la Liguria), guidato dalla Dinastia dei Savoia.

• La Francia fu annessa al Congresso di Vienna: il suo rappresentante, Charles Maurice


de Talleyrand che ottenne che le fossero garantiti i con ni originari e che il trono
andasse a Luigi XVII di Borbone, che seguì una linea moderata, concedendo una
Costituzione.
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Le rivoluzioni del 1848 tra Costituzione, diritti e principio di nazionalità:
“Primavera dei Popoli” 1848-1849: con questo termine si designano la serie di moti che
segnarono la crisi de nitiva dell’assetto del Congresso di Vienna, nati dalla volontà della
borghesia di avere un ruolo politico attivo. In molti casi i moti ebbero anche origine
dall’a ermarsi del principio di nazionalità.

In Francia si alimentò una serie di contrasti di classe e da ideali democratici: nei territori
austriaci e in Italia prevalsero le lotte per l’indipendenza e unità nazionale. I moti non
toccarono la Gran Bretagna (dove era già avviato il processo costituzionale) e Russia (il
regime zarista fu attento a reprimere tutti i movimenti liberalisti).

In Francia, a causa della Crisi economica, il 22 febbraio 1848 si ha un’ insurrezione


parigina, che nacque dal divieto del re di tenere riunioni pubbliche (banchetti) per
chiedere l’ampliamento del su ragio universale.

Fu proclamata la Repubblica (la seconda repubblica dopo quella del 1792) e fu creato un
Governo Provvisorio (composto da: liberali moderati, repubblicani e il socialista Louis
Blanc).
Blanc e le riforme di stampo socialista:

• Libertà di stampa e di associazione

• Imposta progressiva sul reddito

• Riduzione della giornata lavorativa

Blanc proclamò il diritto al lavoro e propose un programma di “opi ci nazionali” destinati


a realizzare molte opere pubbliche, ma i salari pagati dagli opi ci provocarono un
aumento del debito pubblico e quindi delle imposte.

Il 23 aprile 1848 si hanno le Elezioni dell’Assemblea Costituente con un esisto di vittoria


da parte dei moderati.

La sinistra, esclusa dal nuovo esecutivo, tentò un’insurrezione ma fu repressa dalla


Guardia Nazionale guidata da Cavaignaéc (Ministro della Guerra). La nuova Costituzione,
con su ragio universale maschile e monocamerale, concedeva al presidente, eletto alla
più alta carica dello stato.

La questione nazionale dell’Impero Asburgico: 13 Marzo 1848, una rivolta a Vienna


costrinse l’imperatore Ferdinando I d’Austria a convocare l’Assemblea Costituente.

Altri popoli soggetti all’Impero volevano l’indipendenza nazionale.

I moti ungheresi e polacchi fallirono a causa del ri uto degli ungheresi a concedere la
parità dei diritti a tutte le minoranze degli stati.

I territori tedeschi: i sovrani della Confederazione Germanica furono costretti a


concedere ordinamenti liberali. Ci fu l’elezione a su ragio universale maschile, di
un’Assemblea Costituente a Francoforte rappresentante di tutti gli stati della
Confederazione. L’Assemblea vide immediatamente la formazione di due partiti:

• Piccoli tedeschi: che intendevano far nascere uno stato nazionale piccolo guidato
dalla Prussia.

• Grandi tedeschi: che volevano l’unione di tutti i popoli di lingua tedesca sotto la guida
austriaca.

A prevalere furono i piccoli tedeschi, nel 1849 a Federico Guglielmo IV di Prussia viene
o erta la corona dell’Impero federale Tedesco. Il re ri utò poiché avrebbe dovuto
ammettere un maggior peso politico al principio di sovranità popolare. L’assemblea fu
sciolta il 18 giugno 1849 ma furono mantenuti alcune garanzie di libertà.

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Italia: il 12 gennaio 1848 si ha l’insurrezione a Palermo, che costrinse Ferdinando II di
Borbone a concedere una Costituzione, seguito da quasi tutti i sovrani della penisola.

Il 17 marzo si ha la rivolta a Venezia, con un governo provvisorio presieduto da Manin che


proclamò la nascita della Repubblica di Venezia. Contemporaneamente a Milano nelle
“cinque giornate”.

23 giugno 1848: gli stati italiani dichiarano guerra all’Austria e quest’ultima vinse in tutta la
penisola.

Il solo lascito della Primavera dei Popoli furono le Costituzioni. In Italia: Vittorio Emanuele
di Savoia accettò di mantenere in vigore lo statuto promulgato dal padre Carlo Alberto
(Statuto Albertino) con la ne dei moti 1848.

Stato e Società
La Gran Bretagna, dopo la Rivoluzione Industriale, si era guadagnata il primato nei
commerci e al controllo dei mari, un ruolo di assoluto primo piano.

La macchina a vapore permise un rapido sviluppo del settore tessile e dei trasporti.

Gli operai inglesi ricevevano un salario sottostimato e molti uomini e donne si spostarono
velocemente dalle campagne alle città industriali (urbanizzazione con sovrappopolamento
delle città).

Nel 1834 nasce il Poor Law (era già nato nel 600 come forma di sostegno per coloro che
non erano in grado di svolgere un’attività lavorativa; a metà del 700 garantiva l’assistenza
a quasi un decimo della popolazione inglese) che viene istituzionalizzato il principio che il
sussidio era concesso in cambio di lavoro nelle work houses, in modo da renderlo poco
desiderabile. Dopo la crisi del 1848-49 si aprì una nuova fase di crescita economica: si
gettano le basi del laissez-faire teorizzato da Smith, il rapporto tra domanda e o erta
opera come una mano invisibile capace di regolare il mercato verso l’esito migliore
(ottimismo e ducia nel progresso).

La Grande Depressione: dal 1873 a metà degli anni 90: contrazione dello sviluppo
economico, fase di grave recessione che colpì soprattutto i second comers (della
seconda ondata di industrializzazione).

Fu una crisi di assestamento e sovrapproduzione.

Porta ad una ride nizione in senso protezionista dei sistemi produttivi dei vari paesi: le
società si riuniscono in cartelli e in trust, si impongono dazi protettivi sulle merci straniere.

Nuovo gruppo sociale: il proletariato industriale classe sociale molto disomogenea, ma


comincia a delinearsi una coscienza di classe (la consapevolezza che lotta per
combattere lo sfruttamento non si poteva condurre singolarmente ma era necessario
essere uniti).

La Gran Bretagna fu il primo paese in cui nacquero organizzazioni sindacali di mestiere-


Trade Unions: nate negli anni 20 per tutelare i lavoratori specializzati. Nel 1868: Trade
Unions Congress: che riuniva tutti i maggiori sindacati e diventò il primo vero nucleo del
movimento operaio britannico.

Manifesto del Partito Comunista (1848): da Karl Marx e Friedrich Engels: si interpreta
l’evoluzione dei rapporti sociali in termini di lotta di classe e di invitano all’unità tutti i
proletari.

Marx e Engels propongono un comunismo scienti co: basato su una concezione


materialista della storia. L’opera IL Capitale rimase incompiuta, era una critica serrata al
capitalismo.

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Le ideologie diventano partiti:
Età contemporanea = età delle ideologie.
Il termine “ideologia” acquisì nell’800 una connotazione neutra per indicare una sorta di
loso a pratica tesa a spiegare e orientare l’agire umano nella sfera pubblica. Nell’800 ci
sono 4 famiglie ideologiche:

• Reazionarismo:nata come reazione agli eventi prodotti dalla rivoluzione francese,


l’ideologia reazionaria voleva opporsi ai valori della cultura rivoluzionaria, negavano
l’idea che gli uomini potessero organizzarsi liberamente secondo la propria ragione, ma
anzi, l’assetto politico sociale derivante dalla volontà divina e dall’ordine naturale non
poteva essere modi cato. Si fondava sull’elemento religioso e divino, legittimamente
dell’intero sistema politico e sociale. Credeva in un ordine piramidale e gerarchico delle
strutture sociali tradizionali. Quando fu chiaro che il processo di modernizzazione non
poteva essere fermato il reazionarismo mutò i propri valori: nazionalismo e
imperialismo.

• Conservatorismo: di dava dallo spirito di cambiamento della rivoluzione francese ma


era disposto a entrare in rapporto dialettico con la modernizzazione, purché le
trasformazioni non indebolissero troppo le strutture socio-politiche tradizionali e
fossero graduali. Credeva in una struttura gerarchica della società, oltre che al ruolo
determinante della famiglia e della religione. Nella seconda metà dell’800: attenzione
sempre più accentuata per i nuovi problemi sociali – ottica paternalistica: le classi più
agiate dovevano provvedere al benessere dei gruppi più svantaggiati. Nasce un lone
di “conservatorismo sociale” e uno del “paternalismo”: ritenevano che fosse lo stato a
dover garantire il benessere dei meno abbienti attraverso le tutele, sussidi e servizi. Nel
1891: Papa Leone XII pubblica l’enciclica Rerum Novarum: la chiesa a ronta problemi
sociali e invita gli operai e imprenditori a una soluzione paci ca; nascono le casse e
mutue cattoliche. Alla ne dell’800 i conservatori mutarono: fautori di una politica
estera aggressiva nazionalista e colonialista.

• Liberalismo: il centro dell’ideologia era l’individualismo: la salvaguardia dell’autonomia


del singolo; solo la capacità dei singoli, in un quadro di libera concorrenza, deve essere
il motore dell’economia. La libertà economica rappresenta lo strumento più e cace per
promuovere il benessere di tutta la società. Liberoscambismo: sistema di libertà di
commercio intrecciato sulle idee del liberismo. Sul piano dei diritti politici il liberismo
non concepiva di concedere a tutti gli uomini e donne il potere di intervenire nella
gestione della cosa pubblica, potere a dato soltanto a chi poteva agire senza
condizionamenti dovuti al bisogno o all’ignoranza. Anche organicistica dalla nazione e
la questione sociale. Si elaborò il concetto di “libertà positiva”: dovevano essere forniti
agli individui tutti gli strumenti minimi per riuscire a vivere in modo dignitoso. A inizio
900 in Gran Bretagna nasce il Nuovo Liberalismo. Nasce anche il Radicalismo: si
batteva per avvicinare sempre di più le istituzione rappresentative al popolo, con la
concessione del su ragio universale.

• Socialismo: aveva come priorità il perseguimento del benessere del corpo sociale che
doveva essere omogeneo al proprio interno e con una distribuzione del potere politico
e economico egualitario. Forma compiuta di democrazia, scomparsa della proprietà
privata. Marx e Engels ritenevano inevitabile il rovesciamento del capitalismo e della
borghesia da parte della classe oppressa, proletariato. La dittatura del proletariato non
sarebbe stata oppressiva, ma solo transitoria, avrebbe portato ad una società senza
classi e senza disuguaglianze. Nascono partiti che si fondano sull’ideologia socialista.
Nel 1864: Prima internazionale socialista: organizzazione che aveva il ne di raccogliere
tutti i movimenti socialisti dei diversi paesi.

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La secolare esclusione delle donne della politica nasce dalla divisione tramandata dal
pensiero greco classico secondo cui la sfera pubblica era lo spazio propriamente
maschile della polis e dalla di erenza tra regione e corpo, secondo cui le donne non
sarebbero in grado di sviluppare un ordine morale di tipo razionale.

Anche il liberalismo accettava queste di erenze di genere, non si comprendono le donne


nel concetto di libertà individuale; questa contraddizione fu alla base del movimento di
rivendicazione del voto e dei diritti di cittadinanza delle donne; processo che iniziò alla
ne del 700.

1791: Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olympe de Gouges,
prendeva spunto dalla dichiarazione maschile approvata due anni prima.

Questa dichiarazione ribadiva la necessità che i diritti naturali e l’uguaglianza politica e


sociale fossero estesi anche a tutto il genere femminile.

1792: Vindication of the Rights of Women di Mary Wollstonecraft, sosteneva che solo
in un piano di parità le donne sarebbero potute diventare le vere compagne degli uomini.

1848: Dichiarazione di Seneca Falls, documento approvato dalle femministe americane


che richiede l’estensione del voto anche alle donne.

In Europa le donne entrarono nel mondo del lavoro durante la Seconda Rivoluzione
Industriale.

Dopo la Prima Guerra mondiale, con il massiccio impiego della manodopera femminile
nell’industria bellica al posto degli uomini inviati al fronte, portò in molti paesi alla
concessione del diritto di voto alle donne.

Dalla Politica come decisione alla politica come mediazione:

Nell’epoca degli stati assoluti: il sovrano aveva il proprio potere legittimato dalla volontà
divina, esercitava il proprio potere svincolato da qualsiasi interferenza. Era legibus
solutus: la sua azione si poneva al di sopra delle leggi e la produzione del diritto
dipendeva da lui.

Il governo si identi cava con il te e con i suoi ministri. La ne dei regimi assoluti portò ad
una radicale trasformazione: graduale a ermazione del cittadino e della società civile.

In Gran Bretagna, con la Gloriosa Rivoluzione (1688-89) si mise al entro del sistema
politico il Parlamento. Formula del King in Parliament: il re è il primo rappresentante della
corona in parlamento, il parlamento è il custode della tradizione politica britannica.

Nasce il costituzionalismo moderno: il sistema costituzional-parlamentare pone vincoli al


potere del sovrano, infatti anche il re era soggetto alla legge, con il principio della
separazione dei poteri. Con l’avvento del parlamento e dei primi partiti politici la decisione
politica è frutto di mediazione e discussione tra le parti (government by discussion).
Parlamento come luogo di espressione della volontà nazionale attraverso la
rappresentanza politica no soggetta a mandato imperativo.

CAPITOLO 2
Le trasformazioni dell’Europa

Inghilterra vittoriana
A Partire dalla Gloriosa Rivoluzione del 1688-89, la GB si era avviata sulla strada del
costituzionalismo liberale e aveva a rontato in modo lineare il passaggio da un sistema
politico fondato sulla sovranità della nazione e del Parlamento.

Dal punto di vista istituzionale, il potere legislativo era detenuto da due camere: una
elettiva, la Camera dei Comuni, che riuniva i rappresentanti delle diverse comunità della
nazione e l’altra, la Camera dei Lord, a cui avevano accesso membri dell’aristocrazia e
della Chiesa anglicana.

I poteri politici e ettivi della Corona vennero limitati e si instaurò un rapporto di ducia tra
Parlamento e governo.

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Il primo ministro infatti sarebbe dovuto emergere dai ranghi del partito che vinceva le
elezioni.

I due partiti storici erano i Whigs e i Tories, da cui nel corso del XIX avrebbero avuto
origine il Partito liberale e quello conservatore.

Il sistema democratico inglese della prima metà dell’800 si fondava su un’estensione


limitata del su ragio.

• First Reform Act (Legge del 1832): aveva garantito il diritto di voto solo a un maschio
adulto su 5.

• Second Reform Act di Disraeli (Legge dl 1867): aumento del corpo elettorale di quasi
un milione di uomini. Rimase invece lo stesso il sistema elettorale: maggioritario a turno
unico.

A Partire dagli anni Settanta dell’800 venne creata una nuova monarchia popolare dalla
sovrana, la Regina Elisabetta che regnò dal 1837 al 1901 dando il suo nome all’intera
epoca.

Il Paese conobbe una notevole crescita economica grazie all’ampliamento dei commerci,
all’industrializzazione... che portò anche al consolidamento della classe media.

Per la GB infatti il secolo XIX può essere de nito come il Secolo della Borghesia.

La Borghesia riuscì a imporre la propria cultura e il proprio stile di vita al resto della
società.

Dal punto di vista politico l’egemonia moderata di Palmerston rappresentò il culmine della
Golden age vittoriana. Alla sua morte, dopo le prime elezioni a su ragio allargato del
1868, salì al governo Gladstone, del partito liberale.

Quest’ultimo abolì il voto palese, migliorò il funzionamento dell’istruzione pubblica,


riformò l’amministrazione pubblica con l’introduzione dei concorsi di reclutamento, fu
attento alle rivendicazioni irlandesi che con un forte movimento nazionalista richiedeva
l’autonomia dal resto del Regno Unito.

Inoltre Gladstone cercò la via i conciliazione eliminando i privilegi della Chiesa Anglicana
in Irlanda nel 1870 con l’irish Land Act.

Con le elezioni del 1874 i conservatori vinsero con Disraeli e, negli anni successivi, il
governo conservatore varò importanti riforme sociali sulla salute pubblica, istruzione,
eliminando alcune restrizioni al diritto di sciopero per le Trade Unions; promosse la
politica coloniale britannica (regina vittoria proclamata imperatrice delle indie).

Con le elezioni del 1880 si ha la vittoria liberale e si ha il proseguimento della politica


imperialistica. Gladstone, nel 1882, promosse 2 promosse la campagna in Egitto; in
politica interna nel 1884 promosse il Third Reform Act.

Nel 1886 proposta dell’Home Rule irlandese spezzò l’unità dei liberali.

Si decise di istituire un parlamento autonomo a Dublino lasciando a quello londinese il


controllo della difesa, della politica estera e delle nanze. Il disegno di legge venne
ri utato, Gladstone si dimise e ci fu uno scisma nel partito.

Gli oppositori dell’Home Rule, guidati da Chamberlain, andarono a costituire il Partito


liberale unionista (con il tempo simile al Partito Conservatore).

La crisi del 1886 lasciò il partito liberale più piccolo e seccamente scon tto. Questo lo
vide lontano dal governo per 20 anni.

Al contrario i conservatori, guidati dal Lord Salisbury, si assicurarono una lunga fase di
egemonia politica durata no al 1905.

La Francia del Secondo Impero alla Terza Repubblica


La Seconda Repubblica Francese nata con i moti del ’48 fu segnata dall’elezione quasi
plebiscitaria alla presidenza di Luigi Napoleone Bonaparte.

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Nel luglio del 1851 Napoleone cercò di far approvare dall’Assemblea nazionale un
progetto di revisione costituzionale. Tale proposta venne ri utata riguardo alla
concessione di rielezione per il presidente e Napoleone decise di occupare la capitale e il
Parlamento.

Inoltre ottenne, con un plebiscito, i poteri per redigere una nuova Costituzione (allungava
a 10 anni la durata in carica del presidente, su ragio universale maschile, toglieva alla
camera l’iniziativa legislativa trasferendola al presidente e ad una nuova seconda camera,
il Senato, di nomina presidenziale).

Il 7 novembre 1852 venne reintegrata la dignità imperiale attribuita allo stesso Luigi
Napoleone, il nuovo imperatore assunse il nome di Napoleone III.

In Politica interna Napoleone III cercò di di impedire il ritorno dei fermenti politici del
passato. mentre in politica Estera, il suo punto di riferimento rimaneva la condotta
aggressiva del suo predecessore Napoleone I.

Nel frattempo Riesplose la questione d’Oriente: con il tentativo della Russia di espandersi
nel mar nero e dei Balcani. Napoleone III scese in guerra a anca della GB contro i russi
nella Guerra di Crimea del 1854 (scon tta della Russia).

Nel 1858 vengono rmati gli accordi di Plombiers tra Napoleone III e Camillo Benso
Conte di Cavour: nel caso di con itto con Vienna, La Francia in cambio del sostegno del
Regno di Sardegna avrebbe ottenuto Nizza e la Savoia (si sarebbe garantito il controllo
dell’Italia Centrale).

Con itto Francia-Prussia: origine per la contesta riguardo alla successione al trono di
Spagna. Nel 1868 la casa spagnola dei Borbone fu dichiarata decaduta e tra le
candidature c’era quella di Hohenzollern della casata del re di Prussia, voluta dal
cancelliere prussiano Otto Von Bismarck.

La Francia dichiarò guerra alla Prussia il 19 luglio 1870. La guerra fu rovinosa per
Napoleone, Parigi fu assediata e venne proclamata Repubblica e creato un governo
provvisorio di difesa nazionale, lo stesso che chiese l’armistizio del 1871.

La Pace di Francoforte del 10 maggio 1872 prevedeva una pesante indennità


economica e la perdita delle regioni francesi Alsazia e Lorena.

La Francia si trovò a fronteggiare una nuova drammatica crisi interna dovuta dal
riemergere di una frattura. Tale frattura emerse n dalle elezioni dell’Assemblea
Costituente svoltesi ne febbraio del 1871 in cui vennero eletti in maggioranza conservatori
monarchici.

Il popolo parigino insorse e costituì la Guardia Nazionale e indisse le elezioni per il


consiglio della Comune, un organo di autogoverno popolare. I

Il 28 Marzo 1871 le elezioni videro il trionfo dell’estrema sinistra socialista. Ci fu una


violenta repressione della Comune.

La Nuova Repubblica Francese, la terza, era sotto pressioni del revanscismo conto la
Germania e una destra ultra nazionalista e reazionaria.

In questo contesto nel 1873 la giovane Rep. subì la contestazione con l’elezione alla
presidenza del generale, Maurice Mac Mahon, fautore di una restaurazione monarchica.

Con la Legge del 1873 si fece conferire il potere esecutivo per 7 anni. Inoltre stabiliva
che la Francia diventasse una Repubblica Parlamentare con presidente da eleggersi a
maggioranza assoluta dall’Assemblea Nazionale. Mac Mahon si dimise nel 1879.

La guida della Francia passò così nelle mani della politica liberale: la Marsigliese divenne
l’inno nazionale francese e il 14 luglio fu proclamata festa nazionale.

Inoltre tra gli anni tra il 1879 e il 1885 furono la oritura della legislazione repubblicana.

Negli anni 1886-1889: Crisi del consenso dei repubblicani con il ministro della Guerra
Boulanger, forte revanscista nei confronti della Germania, fu poi dichiarato ineleggibile al
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Senato che lo aveva condannato con l’accusa di attentato alla sicurezza della
Repubblica.

La Germania: la costruzione dell’impero e le sue fasi.


Dopo il Congresso di Vienna ci furono spinte verso l’uni cazione nazionale:che si
articolarono attorno a tre grandi direttrici: il regno di Prussia, l’Impero Asburgico e la
Confederazione Germanica.

A partire dal 1818 si arriva così allo Zollverein, una unione doganale che permise un forte
mercato interno con dazi doganali verso l’esterno.

Sul piano politico i tentativi di realizzare il sogno dell’uni cazione conobbero due
movimenti:

• I moti del 1848 con la costruzione del progetto “piccolo tedesco”

• 1850: il re di Prussia Federico Guglielmo IV cercò l’uni cazione mediante il libero


accordo tra gli stati tedeschi, Austria e Russia imposero a Federico Guglielmo IV la
fedeltà alla Confederazione.

Alla morte del sovrano nel 1861 salì al trono di Prussia Guglielmo che chiamo come
cancelliere Otto Von Bismarck. Il cancelliere portò avanti tre grandi campagne militari tra il
1864 e il 1871 al cui termine si realizzò l’Unità della Germania.

Nel 1866 Guerra dell’Austria Birsmark era alleato con l’Italia e godeva della neutralità
della Prussia e Francia. L’esercito austriaco fu scon tto, cedette il Veneto all’Italia.

Nel 1867 si ha la creazione della Confederazione tedesca del Nord sotto il controllo della
Prussia.

Nel 1870: con itto con la Francia: Guglielmo I contro Napoleone III a causa della
successione del trono di Spagna. La Francia fu scon tta e il Secondo impero crollò, perse
l’Alsazia e la Lorena.

Nello stesso anno Guglielmo I fu incoronato a Versailles come Kaiser della Germania.
Venne proclamata la nascita del REICH TEDESCO.

L’impero tedesco aveva una struttura federale accentrata. Il Parlamento si suddivideva in


due camere: una elettiva (Reichstag – eletta a su ragio universale maschile) e una camera
federale (Bundesrat – formata dai rappresentanti dei governi degli stati tedeschi in
numero proporzionale).

Il governo: potere diviso tra l’imperativo e il cancelliere che non doveva rispondere al
parlamento. L’impero aveva il consenso dei partiti più conservatori ma non da quelli,
de niti del “blocco bismarkiano”, del Zentrum cattolico.

Nel 1875 nacque il Partito socialista operaio tedesco, poi chiamato Partito
Socialdemocratico tedesco (SPD). Legislazione sociale = assicurazioni contro le malattie,
infortuni e invalidità e sistema pensionistico. Bismarck attuò anche forti leggi repressive
antisocialiste, tuttavia il SPD non ne uscì indebolito.

Politica estera: 1873 Patto dei 3 imperatori: tra Germania, Austria e Russia, alleanza di
difesa reciproca.

• 1878 Congresso di Berlino: La Germania aveva il ruolo di garante dell’orine geopolitico


europeo e ridimensionò le pretese russe e avvantaggiò l’Austria nelle Aree Balcaniche;
ciò incrinò i rapporti tra Austria e Russia e di conseguenza del patto dei tre imperatori.

• 1882 Triplice Alleanza: tra Italia, Germania e Austria.

• Patto di Contrassicurazione del 1887: La Russia non sarebbe intervenuta in un con itto
franco-tedesco e la Germania sarebbe stata neutrale in una guerra austro-russa.

• Nel 1890 Bismarck si dimette a causa del successo elettorale del SPD.

L’Impero Asburgico (Austro – Ungarico)


La Costituzione concessa nel 1849 venne revocata nel 1851 e si diede via libera a un
organismo rappresentativo bicamerale con poteri molto limitati. Il nodo irrisolto
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dell’impero rimaneva la sua natura multinazionale i sentimenti autonomistici sempre più
forti.

La casa degli Asburgo potè ottenere una nuova legittimazione della classe di contadini
che si trasformò in uno dei pilastri dell’impero. Il clero divenne il secondo grande alleato
degli Asburgo grazie al Concordato del 1855 tra la Chiesa imperiale e la Santa Sede.

Altrettanto precaria era la posizione internazionale della casa d’Asburgo nel momento in
cui la Prussia decise di rimettere mano al progetto di costruzione di uno Stato nazionale
delle popolazioni di lingua tedesca.

Nel 1866 la casa degli Asburgo fu scon tta dai Prussiani perdendo il Veneto che andò al
Regno d’Italia e accettava la cessione di ogni forma di in uenza asburgica sull’Europa
centrale.

Questa scon tta condusse al cosiddetto compromesso del 1867 e alla relativa
Costituzione con cui i dava vita alla duplice monarchia austro-ungherese.
Austria e Ungheria avevano ciascuna un governo autonomo e un Parlamento, erano unite
dalla gura dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Questo compromesso fece crescere reazioni di malcontento nella popolazione slava

L’Italia, l’uni cazione da Cavour alla caduta di Crispi:


In Italia I moti del 1848 furono un fallimento eccetto per il Piemonte sabaudo, dove lo
Statuto Albertino rimase in vigore per volontà di Vittorio Emanuele II.

A partire dal 1850 all’interno dei governo piemontese cominciò ad a ermarsi la gura del
Conte di Cavour, nominato presidente del Consiglio nel 1852. Egli promosse un accodo
parlamentare detto “connubio”, tra maggioranza moderata, guidata da lui stesso, e l’ala
della sinistra parlamentare guidata da Urbano Rattazzi. Inoltre si impegnò nella
modernizzazione del Piemonte sabaudo.

In occasione della Conferenza di pace si Parigi del 1856 venne posto il problema
dell’indipendenza della penisola italiana. Accanto all’ala moderata del movimento
risorgimentale continuava ad esserci quella democratica rappresentata dalla strategia di
Giuseppe Mazzini secondo il quale si sarebbe ottenuta l’unità solo con un moto
insurrezionale repubblicano.

Cominciò così a farsi strada un consistente nucleo di patrioti losabaudi.

Fondamentale fu, nel 1857, la fondazione della Società Nazionale da parte del Veneziano
Daniele Manin allo scopo di operare per la causa dell’unità nazionale (aderì anche
Garibaldi).

Nel 1858 vennero rmati gli Accordi d Plombiers: prevedevano la cessione alla Francia
dei territori transalpini di Nizza e della Savoia e la divisione della penisola italiana in tre
Stati: Nord, sotto il controllo sabaudo, il centro era toscana e province ponte ce, sud
liberato dal controllo borbonico.

A nché l’alleanza con la Francia diventasse operativa era necessario un’aggressione da


parte dell’Austria che Cavour riuscì ad ottenere con manovre militari.

Il 23 aprile 1859 si aprirono le ostilità con l’Austria.

Napoleone III decise di rmare nel 1859 l’armistizio a Villafranca con l’Austria senza
consultare l’alleato sabaudo.

Riprese in vigore l’iniziativa dei democratici-mazziniani che sollecitarono l’intervento di


Garibaldi a sostegno di un’insurrezione antiborbonica che intendevano far scoppiare in
Sicilia.

Una spedizione di un migliaio di garibaldini partì da Quarto il 5 maggio 1860. Il rapido


successo della Spedizione dei Mille consentì a Garibaldi di controllare l’intera penisola.

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Il 17 marzo 1861 il primo Parlamento Nazionale proclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia;
si concludeva così la prima fase del Risorgimento durante la quale fu avviata
l’uni cazione nazionale.

Poche settimane dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia Cavour morì e la classe


dirigente si trovò senza il suo maggior esponente.

Questo gruppo è passato alla storia come Destra storica.

I principali momenti e s de della destra storica


• Trovare un successore al Conte Cavour che muore il 6 giugno 1861.

• La s da della costruzione dello Stato

• Brigantaggio: sollevazione generale delle province dell’ex regno borbonico che hanno

come motivazione un misto tra il legittimismo e quindi l’appoggio delle sovvenzioni degli
ex reali e migrati a Rom e anche di protesta sociale e tradizionale lotta contro i proprietari
terrieri. Per governare questa guerra lo Stato dovrà stanziare nel mezzogiorno metà
dell’esercito regolare.

• Il completamento dell’Unità (1886 Venezia, 1870 Roma)

• Rapporti Stato-Chiesa (“Libera Chiesa in libero Stato”) I due enti devono essere

ognuno autonomi e indipendenti nella propria sfera e si fa con la legge delle guarentigie

nel 1871

• L’emergenza nanziaria (tassa sul macinato 1868),. Il regno ha riconosciuto i debiti

degli stati precedenti. Le di coltà vengono contrastate con l’introduzione di leggi molto
rigide.

La destra compie la sua traiettoria nel 1876 quando con Marco Minchetti lo scopo di
consolidamento della costruzione di uno stato, dal suo punto di vista si può dire
compiuto. Nel marzo del 76 il governo ha raggiunto il pareggio di bilancio imponendo
tasse, come mezzi straordinari è riuscito a imporre il controllo del territorio...

Fondamentale era il controllo del territorio e la collocazione internazionale dell’Italia che si


caratterizza con uno stretto rapporto con la Francia.

Esaurito il ciclo della Destra, nel 1886 arriva al potere la sinistra il cui esponente
principale fu Agostino Depretis.

Egli consolidò la propria maggioranza solo nel novembre del 1886. Il mutamento
ministeriale non era dovuto ad una vittoria elettorale ma ad una decisione del sovrano che
aveva la prerogativa di incaricare chi preferiva come primo ministro.

La sinistra vuole avvivare il processo di costruzione della nazione e coinvolgere tutti


coloro che erano rimasti strani al Risorgimento attraverso la scuola.

Due riforme importanti:

• Riforma Coppino sulla scuola (1887): Rendeva obbligatoria e gratuita la scuola no all
compimento del primo biennio elementare

• Allargamento del su ragio (1882): ricollegandosi con la riforma della scuola estendeva
il diritto di voto a tutti i maschi che avessero compiuto i 21 anni di età e fossero in
possesso della licenza elementare. Inoltre abbassava il censo che richiedeva la legge
elettorale in vigore no a quel momento.

Questo aumento dell’elettorato e del diritto di su ragio, in un contesto in cui i cattolici di


erano chiamati fuori, fa si che si inizia a vedere lo Stato come un fronte di minaccia.

In vista delle elezioni con il su ragio allargato Depretis aveva in mente di proporre un
accordo di voto alla Destra per superate le tradizionali di erenze fra Destra e Sinistra per
escludere le estreme.

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Questo abbandono della propria identità viene de nito trasformismo: ha un valore
negativo nel senso di degenerazione dei partiti. Si abbandona la propria identità politica
per un accordo ed arrivare verso un centro. Accordi su programmi di piccolo respiro,
compromessi che apportano anche un aumento del clientelismo.

Dopo la morte di Depretis assunse la presidenza del consiglio l’ex garibaldino siciliano
Francesco Crispi (1818-1901).

Uomo della sinistra, garibaldino, fu uno delle menti della spedizione dei mille. Si pone la
questione di implementare le riforme che avevano dato allo stato italiano la sua
architettura.

Interventi volti a migliorare l’appartato amministrativo dello Stato.

Crispi introduce anche le elezione dei sindaci con meno di 10mila abitanti.

Un periodo di intense riforme che prevede anche un nuovo codice penale (Zanardelli) che
abolisce la pena di morte su tutto il territorio del Regno d’Italia.

Quello si uno stato percepito sempre più assediato Si realizza nel secondo governo di
Cristi che va dal 1893 al 1896.

In questo periodo torna al potere per a rontare la crisi dei fasci siciliani e dei moti
anarchici nel centro Italia.

Crispi implementa le legge sulla pubblica sicurezza ed introduce il casellario politico


centrale. In questo periodo si cerca anche un’a ermazione internazionale.

Crispi si ispira a Birsmark e cerca di costituire uno stato forte, punta ad accelerare il
processo di spinta verso le colonie.

L’univo grande stato africano libero è l’impero di Etiopia: 1896 Battaglia di Adua (1
marzo).

• 1889: trattato di Uccialli fra Italia ed Etiopia. Crispin esce dalla scena italiana in seguito

alla scon tta di Adua.

• Disfatta dell’esercito italiano 7000 morti, 1500 feriti, 3000 prigionieri

• L’Etiopia di Menelik a erma la propria indipendenza

Gli anni successivi sono anni di crisi (crisi di ne secolo) che vedono una situazione
sociale, politica ed economica molto instabile che culmina con le repressione dei
milanesi.

Dal momento di crisi emerge la gura di Giovanni Giolitti (1842-1928).

La gura egemone del nuovo corso fu Giolitti, ministro dell’interno del governo Zanardelli
(1901-1903).

Quella di Giolitti è un’Italia che sta attraversando un momento di industrializzazione,


soprattutto al nord e sono anche quelli della grande migrazione transoceanica.

Questa migrazione diminuisce il numero dei braccianti poveri e le rimesse degli immigrati
contribuiscono a consolidare le nanza pubbliche.

Nel 1909 Giolitti inizia un svolta a destra guardando ai cattolici perchè non funziona più
l’appoggio dei socialisti. Nel frattempo a destra nasce l’associazione nazionalista italiana.
Questo modo di far politica di Giolitti inizi ad essere percepita come un ostacolo: i liberali
non si trasformano in un partito vero e proprio. Giolitti non crede nei partiti organizzati.
Per i conservatori Giolitti è un nemico dello Stato liberale perchè introduce al suo interno
colori che avevano l'intento di distruggerlo.

Si forma quindi un grande schieramento fondato sull’ostilità alla politica di Giolitti :


antigiolittismo.

• Conquista della Libia : 1911-1912 guerra

• Allargamento del su ragio con la legge del 30 giugno 1912: allargava il diritto di voto a

tutti i maschi maggiori di 21 con la licenza elementare o gli obblighi di leva assolti a tutti i
trentenni anche se analfabeti e indipendentemente dal grado di istruzione. Introduceva
inoltre l’indennità parlamentare.

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Giolitti non consolida un vero e proprio partito, cerca un più alto appoggio dei cattolici ma
non riuscirà mai a raggiungere questa stabilità. Nel marzo 1914 si dimette.

Le vicende europee mondiali cambieranno il quadro politico. Giolitti ritornerà al governo


ma nel 1920 e in condizioni totalmente di erenti.

La Spagna: un sistema parlamentare solo apparente


1814: torna sul trono Ferdinando VII di Borbone con un regime assolutista (Spagna
restaurata).

Crisi dinastica nel 1830: il Re abolì la legge che prevedeva la successione al trono solo
per via maschile, garantendo il trono alla glia Isabella. Il fratello Carlos di Borbone fu
molto contrario, e fu appoggiato dalla destra spagnola (“carlisti”). Alla morte del Re i regni
di Maria Cristina e di Isabella II furono molto instabili a causa dello scontro con i carlisti e
dal riemergere delle forze liberali.

1868 Isabella II va in esilio. Le Cortes votarono una Costituzione liberale che accettava
l’istituzione di una monarchia anche senza un sovrano -> con itto franco prussiano per la
successione.

Regnò per due anni Ferdinando di Savoia ( glio di Vittorio Emanuele II).

Nel 1873 nasce la Prima Repubblica spagnola, ma dopo 11 mesi colpo di stato e ritorno
alla monarchia dei Borboni con Alfonzo XII, glio di Isabella.

“Turismo paci co”: fenomeno che si basava sulla turnazione consensuale di conservatori
liberali al governo, grazie alla presenza dei caciques: seguaci di entrambe le formazioni
politiche.

Il paese restava molto arretrato, tanto che si di use l’anarchismo nelle campagne (nel
1910 nasce la Confederazione di sindacati anarchici).

La Russia
Assolutismo reazionario: tutto il potere era concentrato nella gura dello zar e veniva
gestito dalla burocrazia composta dalla nobiltà. Il popolo non godeva ne di diritti politici
ne di quelli civili.

I contadini erano privi di liberà personale e venivano comprati e venduti insieme alla terra.

Il Regno di Nicola I (1825-55), espansionismo militare in Asia e nell’area dei Balcani e del
Mediterraneo.

1854, Guerra di Crimea: scon tta russa che evidenziò le insu cienze amministrative
militari.

Nuovo zar: Alessandro II, che abolì la servitù della gleba (1861), istituì enti locali con
consigli distrettuali e provinciali elettive, riforme dei servizi pubblici e assistenza sanitaria
e istruzione. 1866: ne slancio rivoluzionario.

Fermento tra i giovani: sentimento di rigetto, nichilismo, anarchia. Movimento populista.

Nuovo zar: Alessandro III, tornare alla rigida autocrazia.

Paesi Scandinavi
• Danimarca: alleata a Napoleone I. Costretta nel 1814 a rmare la pace di Kiel con cui
fu sottratta la Norvegia, assegnata alla Svezia. Con itti con la Prussia per i due
granducati: al termine del secondo la Danimarca perse de nitivamente il controllo su
quei territori. Nel 1901 il re Cristiano IX si piegò al regime parlamentare e nel 1915 fu
introdotta una nuova costituzione a su ragio universale.

• Norvegia: formale unione al Regno di Svezia ma con ampia autonomia. Crescita


economica basata sullo sfruttamento delle risorse naturali. 1905, indipendenza della
Svezia con referendum popolare. Nel 1913 fu riconosciuto per la prima volta il voto alle
donne.

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• Svezia: sistema politico di stampo parlamentare fondato sulla divisione dei poteri, dal
1809 Due camere elettive. 1889 , nasce il partito Socialdemocratico. Il 1900: nasce il
partito liberale che durante la Prima Guerra mondiale fu neutrale.

Impero Ottomano
Composto da numerosi gruppi etnici e nazionali (turchi, arabi, slavi, albanesi, greci,
armeni, curdi).

Subì un declino economico dopo le scon tte con l’Austria. L’apparato nanziario e
amministrativo era basato sui bottini di guerra. Struttura militare: costituita su due corpi
principali, i giannizzeri e gli sahi.

1930: perdita della Grecia e crisi dell’impero. Processo di rinnovamento e


secolarizzazione dal 1839 al 1876 con l’arrivo di una Costituzione di stampo liberale. Forti
pressioni autonomistiche.

Giovani Turchi: progetto di rinnovamento politico-istituzionale, trasformazione in senso


liberale delle strutture imperiali. Nel 1908 passarono ad una rivolta aperta. Realizzarono
un ordinamento amministrativo più centralistico e nazionalista.

CAPITOLO 3
Oltre l’Europa

Stati Uniti: come nasce una potenza mondiale


La guerra civile americana 1861-1865
Un momento di svolta nella storia degli Stati Uniti di ne 800.

Lo storico Brus Levain l’aveva de nita come la seconda rivoluzione americana. La prima
era quella che nel 1783 aveva portato all’indipendenza dal Regno Unito e dalle 13 Colonie
alle origini degli Stati Uniti.

La guerra civile come maggior risultato ha quello di porre termine alla schiavitù e con
questo creare le basi per per una transizione politica nella storia americana. Di fatto,
termina l’egemonia che la classe di proprietari terrieri e di schiavi del sud aveva esercitato
sul governo federale.

Gli schiavi lavoravano in condizioni severe, non erano considerati esseri umani ed erano
de niti beni dal punto di vista legislativo.

Gli schiavi erano necessari alla conduzione di piantagioni (materie prime per l’industria) in
particolare modo del cotone trasportato in Inghilterra.

Il sud produceva gran parte della bilancia commerciale degli stati uniti d’America.

Questo modello idealizzato veniva contrapposto con quello del nord: economia fondata
su una nascente industria manifatturiera che aveva una visione diversa.

Inoltre non eta solo una questione di disprezzo della schiavitù ma nei confronti del
modello di società nel sud.

Un'altra questione che contrappone il nord al sud era che i grandi proprietari terrieri del
sud preferivano un modello economico fondato sul liberoscambismo.

Il nord avrebbe voluto dal governo una politica di tipo protezionistico.

A questo si aggiunse l’ostilità dei paesi dell’ovest. I nuovi coloni non volevano la
concorrenza dei grandi proprietari del sud.

La schiavitù : un problema articolato con implicazioni sociali, economiche e politiche più


vaste.

La schiavitù rappresenta la pietra angolare del mondo sudista.

Tutte le volte che si avvicinava una crisi si arrivava ad un compromesso che aveva lo
scopo di evitare la prevalenza degli schiavi non schiavisti su quelli schiavisti.

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Compromessi sulla schiavitù:

• Compromesso del Missouri 1820: vietata la schiavitù nei territori dell’ex Louisiana a
nord del parallelo 36°30’, tranne che nel Missouri

• Compromesso del 1850: Texas schiavista, California no. Negli altri territori ceduti dal
Messico avrebbero deciso gli elettori

• Kansas-Kebraska act 1854: non rispettare il compromesso di Missouri e a dare al


voto popolare la questione dello schiavismo. Spaccatura del partito Whig e nascita del
partito repubblicano decisamente antischiavista. I democratici erano schiavisti
specialmente quelli del sud in cui erano il partito più radicato.

È in questo contesto che nasce la gura di Abraham Lincoln 1809-1865

Nato nel 1809 nel Kentaki. Si è formato professionalmente come avvocato e poi
politicamente.

Nel 1858 raggiunge una certa notorietà al livello nazionale.

Si candida per il partito repubblicano ad uno dei due seggi di senatore dell’Illinois.

Il suo avversario era un democratico : Steven Douglas.

All’interno dei dibattiti tra i due articola la sua posizione sulla schiavitù. Innanzitutto non si
de niva come un’abolizionista radicale. Credeva che bisognasse dare piena attuazione
alla dichiarazione di indipendenza scritta dai padri fondatori.

Per Lincoln era necessario pensare alla ne della schiavitù impedendo la di usione.

La schiavitù è un male morale, egli ricorre all’immagine di una casa divisa che da sola non
si può reggere.

Quindi:

• Non era per l’abolizione immediata della schiavitù

• Era contrario alla sua estensione

• Credeva che impedendone la di usine, si sarebbe gradualmente estinta da sola

• La riteneva un male morale che minava alla radice la società americana e i valori su cui

si reggeva, in particolare il repubblicanesimo

• Si richiamava alla dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio del 1776

Questa sua notorietà lo portò ad essere il candidato al congresso per il partito


repubblicano elezioni presidenziali del 1860.

Furono elezioni di cile dove il partito democratico si spacca.

L’esito sarà polarizzato tra nord e sud: Lincoln riesce ad imporsi sul candidato dei
democratici.

Mentre gli iniziarono a percepire Lincoln come una minaccia.

Il 20 dicembre la Carolina del Sud dichiara la secessione. L’8 febbraio 1861 i


rappresentati degli stati secessionisti riuniti a Montgomery (Alabama) danno vita agli Stati
Confederati d’America Nel mentre Je erson Davis fu eletto presidente.

Scopi della guerra


• Nord: preservare l’Unione da un atto anticostituzionale (gli stati del sud si erano ribellati

al responso delle urne) e a rontare il nodo della schiavitù.

• Sud: a rontare i diritti degli Stati su quelli dell’Unione e conservare la schiavitù

Chi inizia la guerra? I sudisti attaccano il presidio federale di Fort Southern nell’aprile del
1861.

scoppia la guerra che permette a Lincoln di mettere al centro la questione della schiavitù.
I due stati si organizzano e di fatto convogliano tutte le loro risorse per la guerra.

Alcuni stati schiavisti erano rimasti fedeli all’unione e il programma schiavitù poteva
essere messo al centro.

La schiavitù divenne una questione centrale:

• 1 gennaio 1863: entra in vigore il proclama emancipazione. Gli schiavi che si trovano

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nei territori controllati dai ribelli sono dichiarati liberi (misura militare). Non riguardava gli
stati schiavisti rimasti fedeli all’Unione (Delaware, Kentucky, Missouri e Maryland) e i
territori sotto controllo federale.

• Necessità di emendamento alla costituzione per sancire l’abolizione della schiavitù

• Rielezione di Lincoln per un secondo mandato (novembre 1864)

Lincoln può spingere perchè si va lungo la via percorribile per abolire la schiavitù nel
territorio dell’America cioè un Emendamento costituzionale. Solo scrivendo l’abolizione
della schiavitù nella costituzione si può riuscire a combatterla.

XIII emendamento (31 gennaio 1865, approvazione del Congresso)

Entrò in vigore il 18 dicembre 1865 dopo la rati ca di 27 stati (la maggioranza richiesta
allora)

• Sezione I: la schiavitù o atra forma di costituzione personale non potranno essere


ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come
punizione di un reato per il quale l’imputato sia dichiarato colpevole con la dovuta
procedura

• Sezione II: il Congresso ha facoltà di porre in essere la legislazione opportuna per dare
esecuzione a questo articolo

Fine della schiavitù in tutto il territorio americano.

La guerra termina che l’emendamento centrale nella visione degli abolizionisti è già stato
approvato.

La guerra è stata di cile ed ha portato enormi restrizioni.La guerra civile ha rappresentato


un tornante nella storia americana ottocentesca.

La guerra nisce il 9 aprile 1865 quando Robert E. Lee si arrende a Ulysses S. Grant.

• 600 mila morti e oltre

• 15 aprile 1865: assassinio di Lincoln

• Sud economicamente distrutto e occupato militarmente per favorire la ricostruzione

• Retorica della causa perduta

• Odio per gli schiavi liberati (nascita e sviluppo del Ku Klux Klan) e resistenza ai
provvedimenti del Congresso per l’integrazione

• 1876 ne dell’occupazione militare (elezione del repubblicano Rutherford Hayes con 185
grandi elettori contro i 184r del democratico Samuel Tilden

• Segregazionismo

America Latina
Guerre di indipendenze (1810-25): liberati da Spagna e Portogallo, gli stati si costituirono
in Repubbliche costituzionali liberali. Molti ostacoli alla modernizzazione: struttura
organicistica della società e la struttura socio-politica fondata sulla grande proprietà
terriera (l’hacienda) fatti da sfruttamento, paternalismo e dominio economico.

Tra 800/900: integrazione con l’economia europea, esportazione di materie prime agricole
o minerarie -> sviluppo economico – modernizzazione e urbanizzazione. Nelle campagne
non si instaurò un sistema di piccole e medie proprietà, i latifondisti mantennero il
controllo. Dal punto di vista politico si a ermarono sistemi oligarchici e elitari.

1910: Rivoluzione del Messico: la rivolta era contro il presidente Diaz e era guidata da
Madero, che fu eletto presidente. Le masse contadine premevano su una riforma agraria.

1913-1920 guerra civile, guidata da Zapata e Villa i contadini del sud e i lavoratori del
nord lottarono. Madero si dimise e la presidenza passò a Huerta. Dopo l’uccisione di
Zapata e la resa ai governanti di Villa, la guerra venne domata. Alla ne non ci fu una
piena democratizzazione del Messico.

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Giappone: la modernizzazione del Giappone Meiji
Il modello del di modernizzazione del governo giapponese si con gurò come uno dei casi
di studio più interessanti per l’800.

Sono 3 i motivi che lo rendono così speciale:

• Il Giappone è riuscito ad innescare un processo di modernizzazione ispirandosi ai

modelli europei

• Ha conservato la propria autonomia senza diventare un protettorato o senza nire

nell’orbita di in uenza di una potenza diversa.

• E’divenuto una grande potenza

Alle soglie della prima guerra mondiale era l’unica potenza non bianca.

Il processo si compie durante l’era Meiji (era del governo illuminato) che corrisponde al
governo di Muzzulito salito al trono nel 1867.

Un’icona di questa modernizzazione è quella di Edoardo Chiossone.

Il processo
• 1854: una spedizione navale statunitense obbligò il Giappone ad accettare il modello dei
trattati ineguali (apertura dei porti, esonero dalle tasse doganali, immunità della
giurisdizione giapponese).

• Un paese organizzato intorno ad una struttura feudale guidata dallo Shogun

• L’Imperatore, formalmente capo dello stato, non deteneva alcun potere reale

• L’apertura agli occidentali provocò una profonda crisi nel sistema giapponese. Lo

Shogun fu accusato di aver venduto il paese agli stranieri

• Ribellione di alcuni grandi feudatari

• La crisi culminò nell’aprile del 1868 quando gli eserciti dei feudatari ribelli occuparono

Kyoto e proclamarono la restaurazione dell’Imperatore Meiji (Mutsuhito)

• Dichiarazione di decadenza dello shogunato

• Trasferimento della capitale da Kyoto a Tokyo

• Inizia il periodo delle riforme ispirate a modelli occidentali ma adattare il più possibile

allo spirito giapponese e alla nuova linea politica di centralità imperiale.

Queste riforme sono molte e nascono dall’esigenza di un mutamento profondo

• Leggi di eversione del feudalesimo

• Centralismo amministrativo

• Istruzione obbligatoria

• Coscrizione obbligatoria e accantonamento dei Samurai

• Riforma scale e politica di sviluppo industriale ed economico

• Tecnici stranieri

• Culto dell’Imperatore (scintoismo di Stato), gura divina alla quale spettavano tutti i

poteri

• 1889 concessione di una costituzione che pur mettendo al centro il sistema politico

dell’Imperatore riconosceva un parlamento diviso in due camere. La monarchia accetta di


condividere alcune funzioni.

A ermazione nel panorama internazionale del processo di modernizzazione:

• 1894-95 guerra sino-giapponese. Netta vittoria giapponese. La Cina fu costretta a

cedere Taiwan e a rinunciare alla sua in uenza sulla Corea

• 1902 alleanza anglo-giapponese in funzione antirussa

• La Russia aveva esteso il suo controllo sulla Corea e stava penetrando in Manciuria

• 1904-05 guerra russo-giapponese. Vittoria del Giappone che ottenne la Manciuria

meridionale e la Corea, annessa nel 1910

• Primo paese asiatico a scon ggere una potenza europea (e che potenza!)

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Cina
Crisi dell’equilibrio secolare a cause della penetrazione dei mercati inglesi. Dinastia dei
Qing, l’impero era amministrato da una potente casta di burocrati (mandarini). Agli inglesi
era o erto di operare nel porto di Canton, dove iniziarono a commerciare oppio e
importarlo clandestinamente in Cina.

1839-42 prima della guerra dell’oppio, fu sequestrato e bruciato un intero carico di oppio
inglese, gli inglesi attaccarono militarmente Canton e altri porti; vittoria della Gran
Bretagna.

Trattato di Nanchino: gli inglesi ottennero Hong Kong, l’abolizione del divieto di
importazione dell’oppio e risarcimento economico.

Rivolta dei Taiping nelle regioni meridionali che si incontrò con un con itto Cina – Gran
Bretagna (a ancata dalla Francia).

1856-60 si concluse con una nuova scon tta della Cina e l’eccesso a nuovi porti per gli
occidentali. Francia e Gran Bretagna appoggiarono il governo cinese per la repressione
dei Taiping.

1894-95: scon tta contro il Giappone,. Da qui nasce un movimento ultranazionalista e


xenofobo, venne guidato da un’organizzazione segreta di stampo militare (Boxer).

Nel 1900 le potenze europee attaccarono la Cina per liberare Pechino dai Boxer.

Sun Yat-sen. Medico cantonese che nel 1905 fondò la Lega di alleanza giurata.

1911: proclamazione della Repubblica con presidente Sun Yat-sen, che lasciò a Yuan
Shi-kai, che presto la trasformò in una dittatura.

Africa
1807-88 ne della tratta atlantica degli schiavi.

1884-85:Inizio della corsa alla spartizione del continente africano con la Conferenza di
Berlino indetta da Bismarck. Principio dell’e ettiva occupazione.

Prima della conferenza: Francia possedeva già Algeria e Tunisia; la Gran Bretagna
controllava l’Egitto.

1911: occupazione francese del Marocco suscitò una opposizione tedesca con
l’imperatore Guglielmo II: alla Germania fu concesso il Congo Francese. L’Africa sub
sahariana: molto debole nelle organizzazioni locali; di particolare interesse era il Congo
che fu riconosciuto da Re Leopoldo II del Belgio.

La Germania formò “l’Africa Orientale Tedesca” (Togo, Camerun, Rwanda).

Gran Bretagna: costa d’oro, Sierra leone, Nigeria.

1890: colonia dell’Eritrea; tentativo di conquista dell’impero etiopico con grave scon tta
(drammatica scon tta ad Adua 1896). Il regime fascista riuscì a colonizzala nel 1935.

CAPITOLO 4
Le istanze imperialistiche di ne secolo

Dall’800 al 800: crisi politica in Europa


ITALIA
• Crisi con il Governo Rudinì (dopo le dimissioni di Crispi e la scon tta ad Adua).

• Fermenti sociali, dissenso dl liberalismo.

• 1898 a Milano l’esercito guidato da Beccaris sparò sui dimostranti – di seguito Rudinì
approvò leggi che limitavano la libertà dei cittadini (stampa di opposizione chiusa).

• Nuovo governo di Pelloux: limitazione del ruolo del Parlamento e repressione delle
libertà di opinione e di associazione.

• Tattica ostruzionista (forma di lotta sindacale) portò allo scioglimento delle Camere.

• Elezioni 1900: Governo Saracco ritirò le proposte del precedente governo.

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• 19 luglio 1900 l’anarchico Bresci uccise a Monza il Re Umberto I, ritenuto responsabile
delle repressioni.

FRANCIA
Causa della crisi politico-istituzionale, A aire Dreyfus (1894-1906): il capitano ebreo
Dreyfus condannato all’esilio per attività di spionaggio militare a favore della Germania;
scoperti elementi che scagionavano il capitano; lettera aperta al presidente della
Repubblica da parte di Zola “J’Accuse”; nel 1906 annullamento del verdetto di
consapevolezza. In Francia si consolidò il pro lo laico e radicale con la completa
separazione tra Stato e Chiesa. (1905)

GB
La crisi politica inizia nel 1899 con la continua richiesta di autonomia dell’Irlanda. Nel
1900 nacque il Labour Party. Elezioni 1906: governi liberali, iniziativa riformatrice e
imposizione scale progressista.

1911 Parliament Act, che sancisce la superiorità politica della Camera dei Comuni su
quella dei Lord, svolta in senso democratico.

GERMANIA
• 1890, nuovo cancelliere Guglielmo II

• inizia la fase della Weltpolitik (politica mondiale) nalizzata a dotare la Germania di una
grande otta da guerra e per rilanciare la politica coloniale.

• Nel 1893, nasce la Lega Pangermanica per sostenete le politiche imperialistiche e nel
1898 la Lega Navale.

RUSSIA
Brutale repressione di una manifestazione paci ca nel 1905.

Nascono i primi soviet (consigli operai).

1905: concessione del Parlamento elettivo (la Duma).

17 ottobre lo zar Nicola II rmò il Manifesto delle libertà: concessione delle principali
libertà civili, partecipazione di tutti i cittadini alle elezioni della Duma.

Divisione del fronte liberale: partito degli Ottobristi (liberali moderati) e partito dei Cadetti
(partito costituzionale-democratico). Anche il partito socialdemocratico era diviso, nasce il
Partito dei socialisti rivoluzionari (di stampo populista). Ri usso autoritario e debolezza
della Duma.

La nascita della società di massa e nazionalizzazione della politica.

Industrializzazione: proletariato urbano, aumento media e piccola borghesia, società di


massa.

Società di massa: si da importanza ai partiti e organizzazioni politiche, crescono la


mobilità dei cittadini e la circolazione delle notizie.

• Nasce l’economia di mercato

• Sviluppo tecnologico

• Razionalizzazione dei processi produttivi: Taylor e la “catena di montaggio”, modello di


produzione con un monitoraggio delle singole fasi di lavorazione, riducendo i tempi di
fabbricazione (usato per la prima volta con la Ford T)

• Ampliamento del ceto medio/colletti bianchi

• nuovo ruolo dello Stato: commesse e sovvenzioni alle industrie, protezione doganale,
nanziamento e gestione del sistema scolastico

• Estensione dell’opinione pubblica

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• Allargamento del su ragio e politicizzazione delle mass

La nazionalizzazione della politica richiese un coinvolgimento anche emotivo della


propaganda, nascono simboli, slogan e rituali collettivi.

Nasce il modello del partito- macchina, “teoria delle élite”, formulata da Mosca a Pareto,
in ogni comunità politica il potere è detenuto da una minoranza ristretta di persone
(minoranza governane) = oligarchia.

Nazionalismo e Imperialismo:
Nazionalismo: Idea di nazione che esalta i legami culturali e naturali di una popolazione.
Il principio nazionale di collega a quello del “legittimo potere” del popolo quale
fondamento della nuova legittimità degli stati. A ne 800 il nazionalismo assunse una
connotazione antidemocratica (con tratti difensivi e o ensivi), con il principio di
“esclusione del diverso” per combattere il nemico sia interno che esterno. Sul piano
culturale: Darwinismo sociale e il principio della “sopravvivenza del più adatto” ->
presunte razze inferiori e superiori.

Arthur de Gobineau: sostenne la superiorità morale e intellettuale della razza bianca.

In Germania la tesi di Gobineau e quelle di Chamberlain (sostenitore dell’identi cazione


delle popolazioni germaniche con la pura razza ariana e della superiorità di quest’ultima)
diedero un carattere razzista al nazionalismo.

In Francia: connotazione antisemita (A aire Dreyfus) connessa al desiderio di rivincita nei


confronti della Germania.

Aveva come bersagli il cosmopolitismo, l’internazionalizzazione e la comunità ebraica.


“Action Francaise”: associazione di destra, monarchia e antisemita.

In Italia: si esalta la patria come nazione eletta. Nel 1910 nasce l’Associazione
nazionalista italiana (Corradini, Papini, Rocco).

Imperialismo: l’origine ci furono anche fattori economici, come saturazione dei mercati
nazionali e dalla conseguente necessità di trovare nuovi sbocchi per la produzione
industriale.

Fattori politici, società di massa, politicizzazione dei gruppi sociali. Le classi dirigenti si
servivano dell’ideologia nazionalista per incoraggiare l’identi cazione delle masse con lo
Stato.

“Missione civilizzatrice”: espressa da Kipling come il fardello dell’uomo bianco.

A di erenza di altri, l’imperialismo americano mirava alla penetrazione commerciale nei


mercati stranieri salvaguardando l’integrità territoriale e l’indipendenza politica dei popoli.

New Liberalism:
Liberalismo classico: solo uguaglianza formale (il dovere dello stato di garantire a tutti i
cittadini i medesimi diritti e doveri), non era tenuto a intervenire di fronte a tutte le forme di
disuguaglianza presenti nella società. New Liberalism: un tipo di democrazia etica
favorevole alla politica sociale, alla progressività scale e alla riforma agraria.

In Gran Bretagna “Pèople’s Budget” del 1909, introduceva nuove tasse e aumentava
quelle sui redditi più elevati, nello stesso anno fu variato un sistema previdenziale che
destinava le pensioni di anzianità a coloro con +70 anni (senza versamento di contributi)

1911: National Insurance Bill: programma di assicurazioni contro la disoccupazione,


invalidità e malattie – pone le basi del Welfare State.

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CAPITOLO 5
La prima guerra mondiale

Nel 1914 l’Europa aveva raggiunto l’apice della sua in uenza mondiale. Le grandi potenze
europee attraverso i loro sistemi imperiali controllano parte delle terre emerse. Quindi si
parla di un continente ricco, in uente, potente.

Nel 1914 questo mondo imbocca la via del rapido declino. Nessuno allora pensava che
potesse scoppiare un con itto di simili proporzioni.

Segna l’inizio del tramonto dell’Europa e dell’era dell’autodistruzione protratta no alla


seconda guerra mondiale.

La profondità degli sconvolgimenti causati dalla prima guerra mondiale ha portato agli
storici a datare il 1914 l’inizio del 900. La grande guerra determina il passaggio dall’ancien
regime e il nuovo secolo delle masse.

La situazione precipitò dopo che, il 18 giugno 1914, il nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo


Princip uccise a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’Impero
Asburgico.

Il 28 luglio 1914 l’Austria Ungheria dichiara guerra alla serbia e immediatamente scatta il
sistema di alleanze:

La russia intervenne in difesa di quest’ultima e due giorni dopo la Germania dichiara


guerra alla Russia. Anche la Francia cominciò a mobilitare le proprie truppe e il 3 agosto
la Germania le dichiara guerra. Quando le truppe tedesche invasero Lussemburgo e
Belgio neutrali, anche la GB dichiara guerra alla Germania.

Alla ne del 1914 la Turchia entrò in guerra a anco degli Imperi centrali seguita dalla
Bulgaria, mentre nel 1916 Portogallo e Romania si schierarono con l’Intesa.

Nel 1917 scesero in campo a anco dell’Intesa Grecia e Stati Uniti.

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Molto più complessa fu la vicenda dell’Italia che, legata agli Imperi centrali solo da un
patto difensivo (Triplice Alleanza), dichiarò inizialmente la propria neutralità.

La natura della triplice alleanza : patto difensivo che prevede il sostegno degli alleati

Nei vari rinnovi del patto era stato modi cato l’art. 7 che prevedeva che nel caso di un
allargamento dell’in uenza asburgica nei Balcani Vienna avrebbe dovuto riconoscere dei
compensi per l’Italia. L’italia non era stata consultata e ci si riteneva legati al rispetto degli
accordi. In Italia si inizia quindi a discutere liberamente della guerra.

Art. 7. L'Austria - Ungheria e l'Italia, non mirando che al mantenimento, in quanto


possibile, dello statu quo territoriale in Oriente, si impegnano a usare la loro in uenza per
prevenire qualunque modi cazione territoriale che potesse portare danno all'una o
all'altra delle Potenze rmatarie del presente Trattato. [...] In ogni modo, nel caso che, in
forza degli avvenimenti, il mantenimento dello statu quo nelle regioni dei Balcani o delle
coste e isole ottomane nell'Adriatico e nel mare Egeo divenisse impossibile e che, sia in
conseguenza dell'azione di una terza Potenza, sia altrimenti, l'Austria Ungheria o l'Italia si
vedessero nelle necessità di modi carlo con una occupazione temporanea o permanente
da parte loro, questa occupazione non avrà luogo che dopo un preventivo accordo tra le
due Potenze, basate sul principio di un compenso reciproco per qualunque vantaggio [...]

Fu il capo del Governo Salandra a optare per il non intervento.

Per il Governo la neutralità non signi cava rimanere fuori dal con itto. Due erano le
direzioni di manovra politica:

• Mantenere una benevola neutralità verso gli alleati chiedendo compensi all’Austria (un
intervento in guerra dopo l’ingresso dell’Inghilterra non era più pensabile);

• Intavolare prudenti trattative con l’Intesa per un mutamento di alleanze;

Inoltre si formano 2 diversi fronti

• Neutralisti: Giovanni Giolitti

Il Partito socialista, fedele all’internazionalismo antimilitarista;

I cattolici (la santa sede aveva condannato la guerra);

La maggioranza parlamentare che faceva riferimento a Giovanni Giolitti che prevedeva


una guerra lunga alla quale l’Italia era impreparata;

• Interventisti: Gabriele D’Annunzio

Il fronte dell’Interventismo democratico (Gaetano Salvemini) che vedeva nel con itto la
IV guerra d’indipendenza nazionale;

Gli irredentisti (Cesare Battisti);

I nazionalisti (Gabriele D’Annunzio);

Alcuni liberali conservatori che consideravano necessario l’intervento per completare


l’unità territoriale e consolidare la posizione italiana nell’Adriatico (Luigi Albertini,
Salandra e Sonnino);

Il Re Vittorio Emanuele III;

Le avanguardie intellettuali (i futuristi);

Interventismo di sinistra: un fronte composito con alcuni socialisti (Leonida Bissolati e


Benito Mussolini) e i cosiddetti sindacalisti rivoluzionari (Filippo Corridoni);

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Il fronte interventista premeva che il paese si schierasse al anco dell’Intesa per riottenere
le “terre irredente” del Trentino, Alto Adige e Friuli.

Nell’aprile del 1915 Sonnino rmò, all’insaputa del Parlamento, il Patto di Londra con la
Francia, Gran Bretagna e Russia, in cui si a ermava che l’Italia sarebbe entrata in guerra
a anco dell’Intesa e in caso di vittoria avrebbe ottenuto le terre irredente (tranne la città
di Fiume).

Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria.

Le cause della guerra

• Un lungo dibattito ancor oggi irrisolto: imperialismo, militarismo, nazionalismo ne sono i


concetti chiave.

• Senso di accerchiamento della Germania

• Idea che solo con una vittoria militare si potessero risolvere i

problemi interni (Austria-Ungheria e Russia)

• Disinnescare il pericolo tedesco (Francia e UK)

• Acquistare il ruolo di grande potenza (Italia)

• Siamo di fronte a mentalità ottocentesche per le quali la guerra è uno degli strumenti
legittimi della politica estera;

• I sistemi politici del tempo, dai più “democratici” (Francia) ai più “autoritari” (Russia),
non erano così trasparenti come si è spesso portati a credere spostando nel passato i
modelli di oggi. Spesso singole personalità avevano più in uenza di quanto il loro ruolo
facesse supporre;

• Cause di lungo periodo e contingenti;

• Il nodo balcanico ha un peso determinante;

• Idea che un piccolo stato debba sottostare ai diktat di una grande potenza;

• Ruolo della Russia;

• Primato della politica interna;

• Rigidità dei piani militari;

Gli studi sulle origini si concentravano sul perchè della guerra prima che sul come essa
sia scoppiata. Questo ha inevitabilmente messo l’accento sulla necessità di individuare
un responsabile.

Ed è quello che fa Christopher Clark in un fortunato libro intitolato i sonnambuli in


corrispondenza con il centenario della prima guerra mondiale. Analizza i vari sistemi
politici europei e le motivazioni per le quali le varie potenze avevan interesse ad arrivare
ad una risoluzione armata.

Internazionalismo e nazionalismo:

Nel 1889, Seconda Internazionale, i rappresentanti dei partiti di ispirazione marxista si


riunirono a Parigi per de nire gli obiettivi del movimento operaio (ad esclusione di
anarchici).

Orientamenti riguardo al rapporto tra apparenza nazionale e ideologia internazionalista:

- RADICALI: sostenevano la superiorità dei legami sovranazionali e delle appartenenze di


classe.

- BOLSCEVISTI RUSSI: associavano la difesa del principio di autodeterminazione


nazionale alla rivendicazione dell’identità classista delle forze operaie di tutto il mondo

- Non disgiungere il pro lo e l’azione dei gruppi socialisti dalle tradizioni civili e culturali
alla base d’integrazione tra gli Stati, fondato sul rispetto reciproco.

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Con la guerra l’internazionale entra in crisi: i partiti si schierarono al anco dei propri
governi.

Il partito socialista italiano, esponente di spicco Benito Mussolini (direttore del quotidiano
“Avanti!”) promulgando prima una neutralità nel con itto e poi si passò ad un
interventismo aperto. Espulso dal partito fondò il giornale “il popolo d’italia”.

I socialisti italiani assunsero una posizione di compromesso: ne aderire ne sabotare.

Nel 1915 Conferenza di Zimmerwald, in Svizzera, parteciparono i partiti socialisti dei


paesi neutrali. Venne approvato un documento in cui si chiedeva una pace senza
indennità ne annessioni. Le proposte di Lenin di passare da una guerra imperialista ad
una di classe non furono accettare.

Nel 1916 Conferenza di Kienthal, qui le tesi di Lenin guadagnarono un più largo
consenso. Spaccatura all’interno della socialdemocrazia tedesca, l’ala estremista da vita
alla Lega di Spartaco (posizioni rivoluzionarie e antimilitaristiche).

Prima guerra totale


Con itto in cui gli stati coinvolti convogliano tutte le risorse (belliche, economiche, sociali)
allo scopo bellico che non ha più per ne solo la vittoria nale, ma quello di distruggere
ogni capacità dell’avversario (vittoria totale) per non permettergli di resistere e andare alle
trattative di pace entro Natale. La Germania interpreta in modo più sistematico l’idea di
una guerra veloce con il suo Piano Schlie en: colpire rapidamente la Francia con una
manovra attraverso il Belgio per poi fronteggiare la Russia, più lenta a mobilitarsi.

I piani di guerra vengono sconvolti. E la guerra si trasforma in una guerra di trincea (luogo
di eccellenza della prima guerra mondiale) fossati che consentono al soldato di ripararsi e
diventa il suo habitat.

• Nascono come riparo per i soldati sul fronte occidentale dopo il fallimento della guerra
di movimento

• Caratterizzano anche il fronte italiano

• Fossati costruiti nel terreno di varia profondità che permettono di sottrarsi al tiro
dell’avversario

• La vita in trincea costringeva a convivere con pulci, pidocchi, topi, sporcizia, acqua
putrida, fango, tifo, malaria, dissenteria, febbri varie, colera

• La morte colpisce quasi invisibile (il nemico non si vede)

Eserciti di massa

• Composti da milioni di soldati (Germania 3,7 milioni; A.-U. 2 milioni; Russia 4,7 milioni;
Francia 3 milioni; UK 160mila)

• 22 agosto 1914: 27mila morti nell’esercito francese

Una guerra parallela?


Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra solo all’Austria-Ungheria. Circolò l’idea che
combattendo legalmente solo contro la monarchia asburgica l’Italia stesse conducendo il
con itto esclusivamente per i suoi interessi nazionali e non per la vittoria dell’Intesa. La
dichiarazione di guerra alla Germania arrivò solo il 28 agosto 1916. Infatti, la storiogra a
parla spesso di “guerra italo-austriaca”.

Soldati austro-ungarici

• Con il protrarsi del con itto sarebbero stati chiamati alle armi anche i giovanissimi nati
tra il 1895 e il 1900, che andarono a rinforzare il numero dell'esercito permanente.

• Le giovani reclute con età inferiore ai 25 anni furono 2,2 milioni , pari al 43% del totale,
ma a poco più della metà di coloro che e ettivamente combatterono al fronte.

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Il Fronte dell’Isonzo
• 12 battaglie (11 o ensive italiane, 1 austro-tedesca, Caporetto).

• Presa di Gorizia durante la sesta battaglia dell’Isonzo (4-17 agosto 1916). Gli italiani
entrarono in città l’8 agosto 1916.

• Penetrazione sull’altipiano della Bainsizza durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo


(17-31 agosto 1917).

Mobilitazione del fronte interno


• Espansione del ruolo dello stato

• Creazione di amministrazioni per l’approvvigionamento e per la produzione militare

• Militarizzazione della società

• Censura

• Repressione delle proteste per il caroviveri (Torino 1917)

• Propaganda

• Gestione profughi e prigionieri

La mobilitazione femminile
• La necessità di rimpiazzare gli uomini arruolati negli eserciti portò all’aumento della
manodopera femminile e minorile;

• Per molte segnò la prima occasione di conoscere l’autonomia economica e di gestire la


famiglia;

• Impiegate in molteplici settori (conducenti di tram, portalettere, impiegate ecc.) ma


soprattutto nella produzione bellica

• Nel 1916 in Gran Bretagna 340 mila donne lavoravano nella produzione militare; in Italia
200 mila (quasi tutte nel triangolo industriale);

• Assistenza ai soldati (infermiere, crocerossine, case del soldato)

1917: l’anno di svolta


• Rivoluzione in Russia (febb. e ott.);

• Ingresso in guerra degli Stati Uniti d’America a anco dell’Intesa (2 apr. 1917 Wilson
chiede al Congresso di votare per la guerra; 6 aprile formale dichiarazione di guerra);

• 1 ag.: Benedetto XV condanna l’inutile strage;

• 24 ott.: rotta di Caporetto per l’Italia.

La rivoluzione di febbraio 1917


Abdicazione di Nicola II e formazione di un governo provvisorio
• La Russia era impreparata a una guerra lunga

• Gravi scon tte sul fronte orientale

• Proteste popolari per la mancanza di viveri

• Il 27 febbraio i soldati mandati a reprimere una manifestazione a Pietrogrado si unirono


ai rivoltosi

• Fine dello zarismo

La guerra continua
• Nessun Romanov accetta la successione di Nicola II, si formerà un governo
provvisorio di orientamento liberal moderato

• La situazione viene presa in mano da un governo provvisorio favorevole all’introduzione


di un sistema parlamentare e alla continuazione della guerra

• Il governo provvisorio si deve confrontare con i soviet nati durante la rivoluzione che
rappresentavano gli operai e i contadini

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Durante la crisi erano sorti anche i Soviet, consiglio di operai contadini controllati dalla
sinistra che si pongono come interpreti del popolo russo, favorevoli ad un’uscita della
Russia dal con itto.

I tedeschi decidono di giocarsi una carta a nché questi disordini degenerino e


costringano ,,a Russia ad uscire dalla guerra in modo da permettere alla Germania di
rilasciare truppe da inviare sul fronte occidentale contro la Francia e l’Inghilterra. Per
questa ragione favoriscono il rientro di

Lenin che ha sempre manifestato idee contrarie alla guerra.

Le tesi di aprile
• Tutto il potere deve andare ai soviet, i veri rappresentanti dei russi.

• Uscire immediatamente dal con itto

• Tutta la terra ai contadini

La continuazione della guerra destabilizza il governo provvisorio perchè l’esito dei


combattimenti è sempre sfavorevole alle armi russe.

In particolar modo l’o ensiva Kerensky (capo dei socialisti rivoluzionari e ministro della
guerra) nell’estate del 1917. Questa o ensiva si rivela un disastro e contribuisce a dare il
colpo grazia al governo provvisorio. Kerensky diventa primo ministro. Nell’autunno 1917
si pro lo la possibilità di un colpo di stato lo zarista per il quale Kerensky deve accettare
anche l’aiuto dei bolscevichi.

Il partito bolscevico con Lenin alla testa promuove un proprio vero colpo di stato i 24
ottobre del 1917 (rivoluzione d’ottobre). Il governo Kerensky crolla e viene sostituito dal
partito di Lenin che a erma di rispettare che il futuro istituzionale della Russia sarebbe
stato deciso da un’assemblea costituente e convocata nel gennaio 918. In queste elezioni
Lenin non ottenne la vittoria. I bolscevichi si trovarono in. Minoranza di fronte al partito
socialista rivoluzionario .

Lenin scioglie l’assemblea costituente e va avanti nel suo intento di trovare una pace con
i tedeschi per uscire dalla guerra. Il 3 marzo 1918 rma la pace di i brest litovsk, un
trattato durissimo. La Russia rinuncia ad un’enorme fascia di territorio: Finlandia, Polonia,
i paesi baltici e parte della Bielorussia. Inoltre deve accettare l’indipendenza dell’Ucraina.

L’altro nodo è l’ingresso degli stati uniti in guerra che avevano avito no a questo
momento un atteggiamento di neutralità. 2 aprile 1917

Wilson è favorevole ad appro ttare della guerra per creare un nuovo ordine mondiale
fondata su nuovi ordini diversi.

• Fine della diplomazia segreta;

• Libertà dei commerci;

• Disarmo;

• Autodeterminazione dei popoli;

• Mantenimento dell’Austria- Ungheria;

• Nascita della Società delle Nazioni

L’intesa ha quindi dalla sua parte la più grande potenza industriale sul globo e la triplice
alleanza non potrà vincere la guerra: questo mette in crisi gli imperi centrali.

Nel 1917 l’Austro-Ungheria chiede aiuto alla Germania per lanciare un’o ensiva di
alleggerimento Questa o ensiva si traduce nella battaglia di Caporetto

Caporetto (24 ottobre): il regio esercito si ritirò no al Piave dove oppose un’accanita
resistenza. Cadorna venne licenziato. Al suo posto fu chiamato Armando Diaz (8 nov.
1917). Vittorio Emanuele Orlando divenne invece, presidente del consiglio dei ministri (29
ott. 1917). Sonnino rimase al ministero degli A ari esteri.
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Alcune cause di Caporetto
• Difetto di piani per impostare un’e cace battaglia difensiva;

• Impostazione esasperatamente o ensiva della guerra italiana;

• Dissidio Cadorna Capello (comandante della II armata);

• Nuova tecnica dell’in ltrazione attuata dagli austro-tedeschi;

• Mancanza di riserve agli ordini del comando supremo;

• non fu né una rivoluzione, né uno sciopero militare;

• Il rigidissimo governo degli uomini attuato da Cadorna e la stanchezza per gli anni di
guerra pesarono durante la ritirata che, in mancanza di procedure precise, si trasformò in
rotta;

“La mancata resistenza di reparti della Seconda Armata, vilmente ritiratisi senza
combattere o ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze armate austro-
germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia” (Cadorna, 28 ottobre
1917).

1918: Fine della guerra

• 30 ottobre: armistizio di Mudros, l’impero ottomano si arrende

• 4 novembre: entra in vigore l’armistizio italo-austriaco di Villa Giusti siglato il giorno


precedente

• 11 novembre: armistizio di Compiègne tra gli alleati dell’Intesa e la Germania

Armistizio di Villa Giusti 3 novembre 1918


• Smobilitazione totale delle truppe austro-ungariche su tutti i fronti

• Ritirata oltre il Brennero

• Sgombero delle truppe tedesche dai territori austro-ungarici

• L’Impero si stava dissolvendo con le nazionalità che proclamavano la loro indipendenza


dalla sovranità asburgica. L’11 novembre Carlo I sciolse il governo imperiale e regio

L’armistizio di Compiègne (11 nov. 1918)

• Cessazione delle ostilità a partire da quel giorno stesso

• Ritiro delle truppe tedesche dai territori occupati in Francia, Lussemburgo, Blegio e
dall’Alsazia- Lorena

• Sgombero della riva sinistra del Reno occupata dai francesi

• Consegna dei materiali bellici (armi, navi, scorte)

• Annullamento del trattato di Brest-Litovsk

1919: Conferenza di Pace di Parigi: a cui parteciparono i massimi responsabili politici


delle potenze – Clemenceau (Francia), Lloyd George (Gran Bretagna), Wilson (USA),
Vittorio Emanuele Orlando (Italia) accompagnato da Sonnino, ministro degli esteri.
Mancavano i rappresentanti dei paesi scon tti: attribuzione alla Germania dell’intera
responsabilità della guerra.

1918, 14 PUNTI DI WILSON: come l’abolizione della diplomazia segreta, libertà di


navigazione sui mari, libero commercio e principio di autodeterminazione dei popoli
(necessario per de nire il nuovo assetto europeo). Nacque la Società delle Nazioni, un
organismo internazionale che riuniva diversi Stati sovrani e che sarebbe dovuto
intervenire nelle crisi future. Gli USA non aderirono, rimarcarono l’isolamento.

Aveva lo scopo di trasformare gli armistizi in trattati che potessero garantire la pace

Scontro tra le potenze europee che volevano gestire le trasformazioni politico-territoriali


secondo i vecchi schemi della spartizioni e delle annessioni e gli Stati Uniti desiderosi di
inaugurare un nuovo sistema di relazioni internazionali improntato ai 14 punti di Wilson

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Paci per una nuova guerra
• Trattato di Versailles (Germania, 28 giugno 1919):

Art. 231 Gli Alleati e i Governi Associati a ermano, e la Germania accetta, la


responsabilità della Germania e dei suoi alleati per aver causato tutte le perdite ed i danni
che gli Alleati ed i Governi Associati e i loro cittadini hanno subito come conseguenza
della guerra loro imposta dall'aggressione della Germania e dei suoi alleati.

Tre punti dell’Onore voluti dalla Francia. La Germania:

1) doveva assumersi la ‘colpa’ della guerra,;

2) doveva consegnare Guglielmo II e i suoi principali collaboratori;

3) sarebbe potuta entra nella Società delle Nazioni solo se avesse accettato e rispettato il
volere dei vincitori:

• Divieto di unione con l’Austria (Anschluss)

• Le riparazioni furono ssate nel 1921 in 132 miliardi di marchi oro

Cessioni territoriali della Germania


• Restituzione dell’Alsazia-Lorena alla Francia

• Cessione dello Schleswig settentrionale alla Danimarca, di parte della della Slesia, della
Prussia occidentale e della Posnania alla Polonia. Danzica città libera. Cessione delle
colonie

• Abolizione della coscrizione e limitazione dell’esercito a 100 mila uni

• Amministrazione francese della Saar in attesa di un referendum (1935)

Trattato di Saint-Germain (Austria, 10 settembre 1919):


• Applicazione del Patto di Londra;

• Plebiscito in Carinzia per chiedere se Klagenfurt dovesse passare al nascente Regno


dei Serbi-Croati- Sloveni

• Ribadisce il divieto di unione (Anschluss) alla Germania;

• Limitazioni all’esercito e proibizione della leva

Trattato di Neuilly (Bulgaria , 27 novembre 1919)


Trattato del Trianon (Ungheria , 4 giugno 1920):
• Cessione della Transylvania alla Romania, della Slovacchia alla nascente
Cecoslovacchia, della Croazia e della Slavonian al Regno dei Serbi-Croati-Sloveni

• Riduzione della popolazione da 19 a 7 milioni e di 2/3 del territorio

• Nessun accesso al mare

Impero Ottomano
Dissoluzione dell’Impero Ottomano.
“Questione armena”: perenne con itto tra il governo ottomano e la minoranza armena, di
religione cristiana mono sita erano una delle più attive minoranze dell’impero ottomano.

Tra il 1894-1896: massacri e persecuzioni in parte organizzati dal governo centrale in


parte come e etto di una reazione a catene di violenze di massa. Assenza dell’intervento
umanitario delle potenze europee.

Durante la prima guerra mondiale il governo ottomano mise in atto uno sterminio
piani cato della popolazione armena, con la giusti cazione di esigenze militari. Ci fu una
deportazione di massa di tutti gli armeni abitanti dell’Anatolia, furono rinchiusi in campi
improvvisati, lasciati morire di fame e di malattia (i superstiti venivano sterminati). Fu il
primo genocidio dell’età moderna (con oltre un milione e mezzo di vittime): fu un progetto
piani cato annientamento rivolto contro un nemico interno che si riteneva ostacolasse
l’obiettivo di turchi cazione dell’Impero.

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10 agosto 1920: Trattato di Sèvres: sanciva lo smembramento dell’Impero Ottomano e si
proponeva di demandare i responsabili dei massacri a un tribunale delle potenze vincitrici.
Il tribunale turco negò il genocidio, non riconobbe la prova della colpa di Stato e
considerò il genocidio come la cospirazione di una minoranza. Nel 1920 l’Armenia
divenne una Repubblica Sovietica.

I giovani turchi guidati da Kemal vollero attuare la “rinascita nazionale”. Nel 1923
l’Assemblea nazionale turca abolì il sultanato e proclamò Repubblica, eleggendo come
presidente Kemal (Leader del partito repubblicano del popolo): egli instaurò una
semidittatura anche se fu adottata una Costituzione che prevedeva su ragio universale
maschile. Nazionalismo, laicizzazione e occidentalizzazione.

Nel 1932 entra nella Società delle Nazioni.

CAPITOLO 6

Gli anni tra le due guerre:


dalla vittoria delle democrazie alla deriva autoritaria

Il Fascismo (regime liberticida, dittatoriale, totalitario e razzista)


Mussolini arriva al potere con la marcia su Roma il 28 ottobre 1922, forma un governo di
coalizione ma la svolta in senso autoritario del fascismo si avrà con il discorso alla
camera il 3 gennaio 1925. Mussolini si assunse la responsabilità politica e morale di
quanto avvenuto di fronte alla Camera, senza gli aventiniani – i deputati che dopo
l’assassinio di Matteotti aveva deciso di non partecipare alle sedute no a che il ministero
non si fosse dimesso – e ottenne la ducia

Svolta annunciata a Montecitorio.

Vittorio Emanuele III J non licenziò il governo come gli era stato chiesto dagli oppositori di
Mussolini

A partire d questa svolta inizia la vera e propria costruzione del regime attraverso le leggi
fasciatissime. Provvedimenti presi ta il 1925-1926 che trasformano l’Italia liberale in un
regime a partito unico.

• Legge sulla stampa (31 dicembre 1925): prevedeva che i giornali avessero un direttore
responsabile riconosciuto dal procuratore generale presso la corte d’Appello, tenuto a
sentire il prefetto. Il direttore, dunque, doveva essere gradito al governo.

• Legge 3 aprile 1926: Proibizione dello sciopero e a damento della contrattazione


collettiva ai soli sindacati legalmente riconosciuti (quelli fascisti)

• R.D. 6 novembre 1926: Scioglimento di tutte le organizzazioni , associazioni e partiti


che esplicano azione antifascista. Il PNF e le sue organizzazioni rimangono le sole
autorizzate.

• Tutte le associazioni di cittadini dovevano essere sottoposte al controllo della polizia

• Abolizione delle amministrazioni comunali e provinciali elettive e loro sostituzione con


funzionari di nomina governativa (Podestà per i Comuni)

• Censura sulla stampa: non si poteva criticare il governo e stampare contenuti


antinazionali

• Con no di polizia per gli antifascisti

• Introduzione della pena di morte per chi avesse attentato alla vita di membri della
famiglia reale o del capo del governo e per i reati contro la sicurezza dello Stato

• Istituzione del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato

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• Istituzione dell’OVRA (1930)

Anche un’architettura dello Stato cambia con l’intervento legislativo fascista. Il governo
viene articolato intorno alla gura de capo del governo.

Legge 24 dicembre 1925


• Nominato da Re e responsabile verso di lui

• Proponeva al Re la nomina e la revoca dei ministri che per i loro provvedimenti


diventavano responsabili di fronte a lui e al sovrano

• Il capo del governo dirigeva l’opera dei ministri e decideva in caso di contrasti fra di
loro

• Controllava l’Ordine del Giorno delle Camere

• Presiedeva il Gran Consiglio del Fascismo ed era la seconda carica del Regno

Inoltre il fascismo nel 1928 procede alla costituzionalizzazione del Gran Consiglio:

• Istituito come organo di Partito nel 1922 divenne un organo costituzionale dello Stato
nel 1928

• Era presieduto dal Capo del Governo e composto dai ministri e dai principali gerarchi
del Regime.

• Intervenire sulle scelte politiche del Regime;

• Preparare la lista dei possibili capi del governo da sottoporre al Re;

• Intervenire nella successione al Trono;

• Preparare le liste di candidati per le elezioni della Camera dei Deputati secondo la
riforma Rocco

• Riforma Rocco: gli elettori erano chiamati da votare in blocco (Sì o No) una lista unica
nazionale preparata dal Gran Consiglio (elezioni plebiscitarie)

L’ultimo ritocco all’architetta dello stato è l’istituzione della camera dei Fasci e delle
Corporazioni.
• Sostituiva la Camera dei Deputati

• Formata non più da deputati ma da Consiglieri nazionali

• Non venivano eletti ma designati da un decreto del Capo del Governo in base agli
incarichi ricoperti negli organi dello Stato fascista e nelle Corporazioni

• Non era previsto un rinnovo periodico

• Collaborava col governo alla formazione delle leggi

• Non era un’assemblea parlamentare

• Distacco decisivo dallo Statuto del Regno

Il partito nazionale fascista e il culto del Duce


Il regime inizia un’opera di rivolta giovane. Si introduce il testo unico per le scuole
primarie, un controllo sugli insegnamenti, un giuramento e si istituisce un Ministero della
Cultura Popolare e della Propaganda che prende il posto del Ministero della Pubblica
istruzione.

Nel 1931 il regime impone ai professori universitari un giuramento:

“Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare
lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'u cio di insegnante e
adempire tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti
alla Patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni
o partiti, la cui attività non si concilii coi doveri del mio u cio”

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Tra l’altro la tessera del PNF diventa decisiva nel corso degli anni per poter accedere a
impieghi pubblici.

• Nel corso degli anni la tessera del PNF divenne necessaria per poter lavorare, in
particolare nella pubblica amministrazione (1939 6 milioni di iscritti)

• La tessera e l’anzianità di iscrizione erano requisiti che permettevano di scalare le


graduatorie del collocamento

• Dal 1933, ad esempio, è obbligatoria per iscriversi ai concorsi pubblici; dal 1937 è
obbligatoria per accedere a un qualunque incarico pubblico; dal 1938 senza tessera
non si può lavorare

Il ruolo del PFN è quindi sempre più esorbitante:

• Processo di centralizzazione dopo il 1925 per controllare meglio le anime locali facenti
capo ai vari RAS

• Secondo lo Statuto del 1929 il segretario (dal 1937 con rango di ministro) veniva
nominato dal Re su indicazione del Capo del Governo

• Mussolini preferì comunque esercitare il potere attraverso l’amministrazione dello


Stato.

• Il prefetto aveva prevalenza sul federale del partito

• Mussolini Capo del Governo e Duce del Fascismo preferì ritagliarsi un ruolo di arbitro
per decidere con discrezionalità in caso di contrasti e mantenere così il controllo
assoluto

Il Duce viene presentato dal macchina della propaganda come uomo dalle qualità
straordinarie dotato di tutte le più alte qualità umane, morali e intellettuali, l’unico capace
di guidare la Nazione ai suoi alti destini.

• Il giustiziere del popolo, il glio del fabbro che era diventato Duce

• Un mito dalle molteplici facce, ciascuna adatta all’ambiente in cui veniva di usa

• Un mito di massa di uso dalla propaganda (radio e stampa), dal contatto fra Duce e
popolo (i viaggi del duce e i discorsi con dialogo retorico), le richieste che la gente
comune inoltrava alla Segreteria di Mussolini

Altri miti alla base del fascismo sono: uomo nuovo, l’esaltazione della grande guerra e del
mito de combattente.

Con la campagna di Etiopia 1935-36 si rompe il vecchio de nitivamente i vecchio fronte


della triplice intesa, la solidarietà con Francia e Germania (vincitori della prima guerra
mondiale).

Mussolini si avvicina alla Germania a arrivando alla ne del 39 a rmare il patto d’acciaio.

Quella del fascismo è una politica economia di un paese povero che vive di agricoltura:

• Fino al 1925: Alberto De Stefani. Politica liberale di risanamento del bilancio fondata
sulla pressione scale, sul taglio della spesa pubblica e sul contenimento dei salari

• Dal 1925: Giuseppe Volpi, politica protezionista, de azione monetaria (quota 90),
«battaglia del grano» per compensare le perdite degli agricoltori dovute alla politica
protezionista e a quota 90

• Forte riduzione dei salari, esaltazione della frugalità rurale (anche contro la prospettiva
dell’urbanizzazione)

• Italia paese povero, Se potessi avere mille lire al mese segnalava un paese in cui i
guadagni netti più di usi si aggiravano intorno alle 6-700 lire

La crisi del 1929 in Italia


• Intervento massiccio dello Stato nell’economia

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• Lavori pubblici: la boni ca integrale dell’agro romano e altri territori paludosi (nascono
nuove città: Sabaudia e Littoria)

• IMI (1931-1998): sostituisce nell’erogazione di crediti all’industria le banche in di coltà

• IRI (1933-2002): rilevava le azioni delle industrie e delle banche in di coltà

• Ra orzamento del ruolo di controllo della Banca d’Italia

• Penalizzazione della classi lavoratrici costrette a salari bassi e controllate dai sindacati
fascisti e dalla propaganda

L’Italia fascista
Un totalitarismo imperfetto

Un regime totalitario si caratterizza per lo scopo di plasmare e penetrare la società


annullando le individualità secondo progettualità totalitarie.

La studiosa tedesca Hannah Arendt fa un’analisi nelle “origini del totalitarismo 1951”:

Il fascismo italiano non fu un totalitarismo:

1) perché rimase una comune dittatura nazionalista di un partito unico che non pretese di
distruggere lo stato dopo averlo conquistato;

2) perché non ricorse mai al terrore di massa;

Il fascismo come dittatura autoritaria fondata sul compromesso con le istituzioni


tradizionali monarchiche

A lei si oppone Emilio Gentili, il maggior storico italiano del fasciamo.

• Contesta il giudizio di Hannah Arendt considerandolo fondato su una scarsa e


super ciale conoscenza del fascismo.

• A suo avviso il fascismo si impegnò a fondo per trasformarsi in un totalitarismo


presentando tutti gli elementi

• Via italiana al totalitarismo secondo Gentile ci fu ma rimase incompiuta

Le caratteristiche che de niscono un sistema totalitario secondo Gentile:

• Presenza di un partito milizia, antidemocratico, antiparlamentare;

• La violenza come strumento per eliminare gli avversari e raggiungere il potere;

• L’instaurazione di un regime a partito unico;

• Il predominio di un capo: guida di tutti gli iscritti al partito

• La persecuzione poliziesca del dissenso;

• Irreggimentazione della vita individuale e collettiva;

• Un apparato per la propaganda e l’indottrinamento permanente delle masse (religione


politica);

• Politica estera aggressiva mirante all’espansione ideologica e territoriale;

• La creazione di un ‘uomo nuovo’;

Ad un certo punto si parla anche di totalitarismo imperfetto: Mussolini de nì Diarchia la


convivenza fra Duce e Re

• La presenza della Monarchia

• Il Re rimase Capo dello Stato e delle Forze Armate

• Promulgava e sanzionava le leggi conservando il diritto di veto

• Conservava la prerogativa di licenziamento del Capo del Governo

• Aveva un ruolo pubblico (inaugurazione delle sessioni parlamentari e visite nel paese) e
le sue feste (Genetliaco, festa dello Statuto)

• Crisi: costituzionalizzazione del Gran Consiglio (1928), primo maresciallo dell’Impero


(1938)

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• Il 25 luglio il Re, appro ttando del voto del Gran Consiglio del Fascismo, destituirà
Mussolini (potere di licenziare il Capo del Governo)

L'altro ostacolo sulla piena totalitarizzazione del fascismo fu la chiesa cattolica


Simboli della necessità di venire a patti anche con questa istituzione millenaria sono i
Patti Lateranensi 11 febbraio 1929:
• Segnarono la ne della questione romana

• Trattato internazionale: il Regno d’Italia e la Santa Sede si riconoscevano


reciprocamente; Il Regno d’Italia riconosceva alla Santa Sede la sovranità su quello che
oggi è lo Stato della Città del Vaticano;

• Concordato: il cattolicesimo diventava religione di stato (e etti civili del matrimonio,


insegnamento obbligatorio della religione a scuola)

• Convenzione nanziaria: il Regno d’Italia indennizzava la Santa Sede per i territori


perduti

• L’Azione Cattolica veniva autorizzata ad operare nella società

La crisi del 1929

Gli anni venti si erano distinti per una grande crescita economica (The roaring twenties):

Il 24 ottobre 1929 (giovedì nero) l’indice della borsa di New York crollò provando una serie
di reazioni a catena:

• Corsa al ritiro dei risparmi bancari con migliaia di Istituti che chiusero travolti dalla crisi

• Crisi degli investimenti nell’industria: non si collocano i beni sul mercato

• Crollo nella produzione industriale e agricola

• Disoccupazione (nel 1933 13 milioni di disoccupati)

La crescita era avvenuta in un sostanziale disimpegno dello stato il quale non ritiene di
assumere un ruolo attivo.

No c'è un quadro politico di collaborazione che a ronta eventuali problemi economici.

Gli Stati Uniti non fecero accesso nella Società delle Nazioni

Le prime reazioni americane alla crisi

L’amministrazione repubblicana del presidente Hoover non varò nessuna misura federale
di intervento speciale: agisce su alcuni campi prevedibili:

• Introdusse dazi per mantenere alti i prezzi dei prodotti americani

• Aggravò le ripercussioni internazionali della crisi favorendo il rientro dei capitali


americani

questo contribuisce alla velocizzazione della crisi al suo esterno.

La crisi del 1929 dimostrò che non esistevano periodi di crescita illimitati e che, vista la
complessità raggiunta dalle interazioni economiche, gli Stati non potevano più rinunciare
a dettare delle regole.

Il New Deal

• Nuovo patto: programma proposto per le presidenziali del 1932 dal candidato
democratico (eletto), Franklin Delano Roosevelt.

La sua campagna elettorale si contraddistingue per un chiamata alle armi e la de nisce


una Crociata.

This is more than a political campaign, it is a call to arms. Give me your help. Not to win
votes alone, but to win in this crusade to restore America to its own people

nel 1933 entra in carica

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Intervento dello stato nell’economia

• Regolamentazione delle operazioni bancarie e borsistiche

• Prestiti alle famiglie in di coltà

• Aiuti federali agli agricoltori per regolare la produzione  in modo che i prezzi siano difesi
e riportati verso l'alto a nché gli agricoltori possano avere un reddito.

• Lavori pubblici: Tennessee Valley Authority: (vasto programma di regolamentazione delle


acque del <Tennessee) e Works Progress Administration)

• Wagner act riconosceva il diritto dei sindacati a contrattare collettivamente con i datori
di lavoro

• Social Security Act collaborazione tra Stati e Governo Federale per gli assegni di
disoccupazione e per le pensioni di vecchiaia

Roosevelt portò una sorta di ducia. Roosevelt oltre che a presidente è anche un grande
comunicatore, tranquillizza gli americani con interventi pubblici e con le “chiacchierate al
caminetto”. Egli è veramente un presidente innovativo che dl punto di vista comunicativo.
Il suo è un piano volto a sottolineare il potenziali del capitalismo democratico  come
alternativo rispetto al dirigismo delle dittature autoritarie e fasciste sia al collettivismo
sovietico.

Inoltre si apre una lunga stagione dei democratici nella casa bianca che durerà no al
1952

Il «capitalismo democratico»

• Il «capitalismo democratico» come alternativa al dirigismo delle dittature fasciste e al

collettivismo sovietico

• Roosevelt voleva dimostrare le potenzialità della democrazia, tutt’altro che morta come

stavano proclamando le dittature

• Il New Deal aprì un lungo periodo di governo democratico con 4 mandati di Roosevelt e
2 di Truman

• Sarà solo la seconda guerra mondiale a far uscire gli Usa dalla crisi

La crisi in Europa

Ogni stato a rontò la crisi in modo autonomo, non si tentò una risposta politica generale
ad una crisi che si era di usa anche per la grande integrazione fra le economie mondiali.

• Politiche monetarie restrittive;

• Protezionismo economico;

• Fallimento di grandi istituti bancari;

• La sterlina abbandona il gold standard per evitare il tracollo delle riserve auree della
Banca d’Inghilterra.

• Politiche autarchiche;

• Riarmo (Germania).

La crisi del 1929 in Germania

• Nel corso del 1929 si era concluso il piano Young, un nuovo accordo volto a rateizzare
ulteriormente i pagamenti delle riparazioni tedesche

• Il crollo della borsa di New York e le sue conseguenze sugli investimenti esteri colpì
duramente la Germania che vide volatilizzarsi i crediti USA

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• La Repubblica di Weimar sprofondò di nuovo nella crisi economica e nell’instabilità
fomentata dalle destre che rilanciarono l’argomento dei «traditori di novembre»

La Germania era riuscita anche ad entrare, da un punto di vista politico, in un periodo


tranquillo .

30 gennaio 1933: Hitler Cancelliere del Reich

• Nel 1932 l’economia tedesca era a pezzi, devastate dalle conseguenze della crisi e,
soprattutto, dal ritiro dei nanziamenti americani.

• 6 milioni di disoccupati.

• Gli e etti della crisi in Germania spianarono la strada al partito Nazionalsocialista che si
fece centro delle rivendicazioni di destra contro il Sistema di Versailles e la Repubblica
traditrice.

• Il programma nazista di rilancio dell’economia si basò su grandi lavori pubblici


(autostrade) dal forte ritorno propagandistico e sul riarmo.

La politica economica del fascismo

• Fino al 1925: Alberto De Stefani. Politica liberale di risanamento del bilancio fondata
sulla pressione scale, sul taglio della spesa pubblica e sul contenimento dei salari

• Dal 1925: Giuseppe Volpi, politica protezionista, de azione monetaria (quota 90),
«battaglia del grano» per compensare le perdite degli agricoltori dovute alla politica
protezionista e a quota 90

• Forte riduzione dei salari, esaltazione della frugalità rurale (anche contro la prospettiva
dell’urbanizzazione)

• Italia paese povero, Se potessi avere mille lire al mese segnalava un paese in cui i
guadagni netti più di usi si aggiravano intorno alle 6-700 lire

La crisi del 1929 in Italia

• Intervento massiccio dello Stato nell’economia

• Lavori pubblici: la boni ca integrale dell’agro romano e altri territori paludosi (nascono

nuove città: Sabaudia e Littoria)

• IMI (1931-1998): sostituisce nell’erogazione di crediti all’industria le banche in di coltà

• IRI (1933-2002): rilevava le azioni delle industrie e delle banche in di coltà

• Ra orzamento del ruolo di controllo della Banca d’Italia

• Penalizzazione della classi lavoratrici costrette a salari bassi e controllate dai sindacati
fascisti e dalla propaganda

Una terza via?

• Per evitare gli scontri fra capitale e lavoro il fascismo pensò al corporativismo.

Le corporazioni di produttori e lavoratori (1934), infatti ,avevano il compito di mediare le


diverse posizioni e piani care gli indirizzi economici sotto la direzione del ministero delle

Corporazioni (1926)

• In realtà si trattava di uno strumento per ra orzare il controllo dello stato sul mondo
dell’economia e del lavoro

• 1927: la Carta del Lavoro ispirata alla «solidarietà fra i vari settori della produzione» servì
a propagandare una terza via fascista fra capitalismo e socialismo

• 1939 Camera dei Fasci e delle Corporazioni

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Il Partito Nazionalsocialista
L'ascesa del partito nazionalsocialista sai concentra negli anni più duri della crisi, che
permetterà a Hitler di proporsi al presidente come candidato per l'incarico di Cancelliere
del Reich.

In prima linea a denunciare il tradimento di socialisti, ebrei, cattolici e liberali –responsabili


della vergogna di Versailles – a danno dei veri tedeschi che nel 1918 volevano continuare
a battersi vi fu la Nazionalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (Partito
Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi) nato nel 1919 come Partito dei Lavoratori
Tedeschi con una forte identità nazionalista.

Il 24 febbraio 1920 il piccolo partito assunse la nuova denominazione.

Nel gennaio 1920 aveva accolto come tessera n. 7 Adolf Hitler, un ex combattente di
origine austriaca che le forze di polizia avevano in ltrato nel 1919 nel gruppo per
controllarlo

Nel 1921 Hitler divenne il presidente della NSDAP.

Hitler era stato in ltrato per mantenere sotto controllo queste organizzazioni che
costituivano l'estrema destra.

Il primo evento importante è il tentativo di colpo di Stato, ovviamente fallito, che viene
fatto l'8 novembre a Monaco di Baviera (il putsch della birreria).

La polizia represse duramente il putsch e per questo Hitler venne condannato nel 1924, fu
costretto a farsi dei mesi in prigione (condannato a 5 anni) e la NSDAP fu messa al bando.

Nei mesi di reclusione, Hitler, scrisse il Mein Kampf, pubblicato nel 1925. Divenne il testo
sacro del Nazionalsocialismo e il mezzo della ricchezza di Hitler.

Di fatto i illustra il suo programma.

Aspetti ideologici del nazionalsocialismo


• Realizzare la comunità di popolo fondata sulla superiorità della razza ariana che
doveva essere depurata dagli elementi deboli o alieni

• Conquistare il Lebensraum necessario alla prosperità della razza dominatrice;

• Distruggere il sistema di Versailles che aveva umiliato la Germania.

• Il tutto in una cornice di pangermanesimo (tutti i tedeschi in un solo grande Reich),


darwinismo razziale (il mondo è dei più forti), antisemitismo (gli ebrei erano il
nemico assoluto);

• Antiboscelvismo, antiparlamentarismo, violenza in politica (attraverso le SA);

• Culto del Führer

Inoltre il partito è molto attendo alla propaganda.

Durante le presidenziali del 1932 Hitler, noleggiando un aereo, arrivò a tenere 20 comizi
nelle principali città in una settimana .Il regista della propaganda nazista era Joseph
Goebbels

La presa del potere 1930-1934


• 1930: alle elezioni di settembre la NSDAP ottenne 107 seggi al Reichstag col
18,3% dei su ragi. Nel 1928 ne aveva ottenuti 12 col 2,6%

• 1934: alla morte di Hindenburg (2 agosto), Hitler divenne Führer und Reichskanzler,
assommando su di sé i ruoli di cancelliere e presidente (potere assoluto)

• La strategia seguita no alla nomina a cancelliere fu quella di presentarsi alle


elezioni per ottenere legalmente l’investitura a governare. Ciò non escluse l’azione
violenta sugli avversari politici da parte del braccio armato del partito, le SA
(Squadre d’Assalto) e le SS (Sta ette di protezione)

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• Dal 1933 al 1934: costruzione della dittatura ed eliminazione di ogni opposizione

Il successo elettorale del partito nazionalsocialista è esponenziale.

30 gennaio 1933: Hitler Cancelliere del Reich


Fino a quando non gli venne o erto il cancellierato Hitler si ri utò di entrare in un governo
a egida conservatrice (tentativo di assorbire il NSDAP).

Cerca do rassicurare il suo primo governo a due ministri Nazisti in posti chiave: Wilhelm
Frick agli Interni e Hermann Goering, senza portafogli ma commissario del Reich per gli
interni della Prussia (controllava lo stato più grande e l’apparato di polizia più esteso della
Germania.

Hitler chiese, e ottenne, lo scioglimento del Reichstag per ra orzare la posizione del suo
governo

• 1 febbraio, scioglimento del Reichstag

• Ottenere la maggioranza per esautorare l’Assemblea

• Ondata di violenza da parte delle SA e delle SS contro i partiti e le organizzazioni di


sinistra (socialdemocratici e comunisti)

• 27 febbraio: l’edi cio del Reichstag venne dato alle amme. La sera stessa venne
arrestato Marinus van der Lubbe, un comunista olandese, che si assunse la
responsabilità dell’evento

• Momento chiave, una svolta. I comunisti hanno perpetuato un grave danno alle
istituzioni.

28 febbraio 1933: decreto dell’incendio del Reichstag

L'incendio e le sue conseguenze consentono al governo di ottenere dal presidente


Hindenburg la rma per il decreto ”per la protezione del popolo e dello stato”.

Il decreto conferiva poteri discrezionali al governo sulle libertà civili e sulle garanzie
costituzionali Sospensione della costituzione.

In base al decreto, il Governo ordinò l’arresto di migliaia di dirigenti e attivisti di sinistra


(non c’era bisogno di ordini della magistratura, procedure di polizia-arresto no a tre mesi)

Il 22 marzo 1933: a Dachauvenne aperto il primo campo di concentramento per gli


avversari politici a dato alle SS di Heinrich Himmler

Un sistema di reclusione sottratto al sistema della giustizia ordinario e controllato da una


organizzazione di partito.

Nel corso degli anni si sarebbe allargato ad includere tutti i «soggetti non desiderati» così
de niti dal Regime.

Nonostante il decreto sull’incendio del Reichstag, la NSDAP non ottenne la maggioranza


assoluta Il 23 marzo 1933 richiese comunque al Parlamento i pieni poteri che il 24
ottenne .

Ai deputati socialdemocratici ancora liberi (i comunisti erano stati arrestati) fu impedito


dalle SA e dalle SS di prendere parte alla votazione

Ottenne l’appoggio del Zentrum in prospettiva di un accordo con la Chiesa.

Il primo provvedimento fu lo scioglimento della SPD

Legge a rimedio dell'a izione so erta dal Popolo e dal Reich


Il Reichstag ha approvato la seguente legge, che è promulgata col consenso del
Reichsrat, essendo stati rispettati i requisiti per l'emanazione di una modi ca
costituzionale:

1) In aggiunta alla procedura di cui alla Costituzione, le leggi del Reich possono altresì
essere emanate dal Governo del Reich […]

2) Le leggi emanate dal Governo del Reich possono derogare alla Costituzione del
Reich, purché non arrechino pregiudizio alle istituzioni del Reichstag e del
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Reichsrat. I diritti del Presidente rimangono inalterati.

3) Le leggi emanate dal Governo del Reich sono promulgate dal Cancelliere del Reich
e pubblicate sulla Gazzetta del Reich. […]

4) I trattati stipulati dal Reich con Stati stranieri, che si riferiscano alla legge del Reich,
per la durata della presente legge non richiedono il consenso degli organi coinvolti
nella legislazione. Il Governo del Reich adotta le leggi necessarie alla
implementazione di tali accordi. Questa legge entra in vigore il giorno della sua
pubblicazione. È abrogata a decorrere del 1 aprile 1937; inoltre è abrogata se
l’attuale Governo del Reich viene sostituito da un altro.

Iniziò una vera e propria politica di consolidamento:

• Epurazione delle amministrazioni centrali e regionali (licenziamento dei funzionari


ebrei)

• Si impianta uno Stato di polizia (si forma la Gestapo)

• I capi regionali della NSDAP (Gauleiter) divennero i governatori degli Stati e delle
provincie prussiane (nel 1934 tutti i governi regionali sarebbero stati subordinati a
quello del Reich, ne del federalismo)

• Il 1 maggio fu riconosciuto festa del lavoro, ma il 2 tutti i sindacati furono aboliti e i


lavoratori inquadrati nel fronte nazista del Lavoro (DAF)

• 14 luglio la NSDAP fu l’unico partito permesso in Germania

• Il Zentrum cattolico si era sciolto autonomamente qualche giorno prima della rma
del concordato tra il Reich e la Chiesa (14 luglio 1933)

A questo punto si deve procedere anche ad un'azione interna:

Epurazione interna: le SA
Hitler procede all'epurazione interna perché ha bisogno delle Forze Armate e per evitare
una seconda rivoluzione che potesse dare occasione all’esercito di procedere ad un
colpo di stato contro il governo nazista.

La «notte dei lunghi coltelli» 29-30 giugno 1934


Dopo la presa del potere erano cresciute no a 450.000 unità.

Hitler voleva ricostruire le forze armate per s dare il sistema di Versailles e questo aveva
promesso agli alti gradi militari.

Nelle SA circolavano idee circa un nuovo esercito popolare.

La gura di Ernst Roehm iniziava ad avere un peso eccessivo rischiando di fare ombra al
Führer «notte dei Lunghi Coltelli»: resa dei conti con le SA (200 vittime, compreso Roehm,
ruolo decisivo di Himmler e delle SS)

La conseguenze dell’Epurazione
• Durante la «notte dei lunghi coltelli, Hitler fece eliminare anche altri oppositori come
il generale Kurt von Schleicher

• Il 26 luglio le SA furono ricostituite con a capo un fedelissimo di Hitler

• Le SS divennero sempre più potenti con Himmler che tra il 1934 e il 1936 ottenne il
controllo di tutte le forze di polizia

• Il governo per legge autorizzò retroattivamente tutto quello che era avvenuto
(assassinio premeditato e strage) «Le misure prese il 30 giugno, il 1 e 2 luglio 1934
per reprimere gli attentati alla sicurezza del paese e gli atti di alto tradimento sono
conformi al diritto in quanto misura di difesa dello Stato»

Il 1934 è l’anno decisivo del consolidamento del regime nazionalsocialista.

Il 2 Agosto 1934 morì il Hindenburg e Hilter, in base ad una legge del 1° Agosto, assunse
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anche la presidenza del Reich.

Lo stesso 2 Agosto le forze armate giurarono fedeltà a Hitler (non all’u cio ricoperto ma
alla persona).

Un referendum convocato il 19 Agosto 1934 confermò la nuova posizione di Führer und


Reichskanzler. Fine della divisione dei poteri.

Quale stato?
«Sincronizzazione» tra Stato e partito: a capo delle amministrazioni vennero nominati
nazisti e fedelissimi di Hitler. Asservimento dello Stato al partito • Tre pilastri: il popolo,
entità mitica la cui volontà era interpretata e incarnata dal Führer; lo Stato, asservito alla
NSDAP, in cui nulla era più coordinato e su tutto si a ermava il Führerprinzip; il
movimento, il partito e le sue organizzazione che inquadravano il popolo tedesco e lo
mettevano agli ordini del Führer • Hitler come arbitro fra centri di potere diversi (partito,
stato, amministrazioni ad hoc) dotato di un potere discrezionale assoluto

Film di Leni Riefenstahl del 1935 sul congresso del partito svoltosi l’anno precedente a
Norimberga (4-10 settembre1934)

Esaltazione della decisione con cui il nazismo in poco tempo ha fondato un regime e ha
posto tutti i tedeschi agli ordini di Hitler.

Il consenso al regime fu orchestrato attraverso la propaganda e le sue organizzazioni,


nonché la repressione poliziesca di ogni dissenso.

Un contributo lo dette anche un certo benessere che dopo la vittoria nazista si di use in
Germania. Attraverso le sue organizzazioni il partito garantiva svago, sport, turismo anche
a quei ceti medio bassi che non se li erano mai potuti permettere.

Idea che il partito fosse un ascensore sociale. Hitler da caporale boemo a Führer

Il vero volano dell’economia fu il riarmo le cui esigenze costrinsero il regime a regolare i


consumi civili.

Le leggi di Norimberga
Promulgate il 15 settembre 1935 a Norimberga dal Reichstag lì convocato per l’annuale
raduno della NSDAP

Tre leggi
1) legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco:
• Proibiva matrimoni e rapporti extra coniugali fra ebrei e non ebrei al ne di
mantenere la purezza del sangue tedesco.

• Gli ebrei non potevano avere domestiche di sangue tedesco minori di 45 anni

• Gli ebrei non potevano esporre la bandiera del Reich

2) legge sulla cittadinanza del Reich: Esistevano dei cittadini del Reich di sangue
tedesco e sudditi dello stato appartenenti a «razze estranee». Tutto coloro che
erano classi cati come «ebrei» appartenevano al secondo gruppo
3) Legge sulla bandiera del Reich: la bandiera nazista diventava la bandiera
nazionale

La persecuzione antiebraica
• Le leggi di Norimberga posero le basi per una minuta serie di disposizioni
persecutorie contro gli ebrei.

• Licenziamento dagli impieghi pubblici nel 1933 e pratiche vessatorie ma senza una
legge quadro

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• 9-10 novembre 1938: «notte dei cristalli», saccheggi, incendi, violenze contro gli
ebrei, le loro proprietà e le sinagoghe

• Arianizzazione dell’economia: sequestro di beni, proprietà, partecipazione azionarie

I diversi
Il nazionalsocialismo non si limitò alla persecuzione degli ebrei. Nella visione darwiniano-
razzista di Hitler non trovavano posto neppure: gli asociali, i criminali abituali, gli
omosessuali, i vagabondi, gli zingari, gli slavi, gli immigrati, i malati mentali (prima
sottoposti a sterilizzazione, no al 1939 poi destinati al programma di eutanasia, dal
1939).

Il lato mostruoso del nazismo era ben visibile già negli anni precedenti la seconda guerra
mondiale.

Fascismo
• Mussolini ebbe bisogno di anni per costruire il regime

• Non riuscì mai ad eliminare completamente la cornice istituzionale tradizionale. La


Monarchia, infatti, rimase al suo posto

• Le leggi fascistissime avevano seguito l’iter tradizionale governo, Camere, Sovrano

Nazismo

• Hitler tra il 30 gennaio 1933 e il 2 agosto 1934 si trovò ad essere cancelliere e


presidente della Repubblica

• La possibilità dei pieni poteri e, tra questi, quello di legiferare su materie


costituzionali

• L’occupazione completa dello Stato

Lo Stalinismo
Il regime sovietico di Stalin
Il 3 Marzo 1918 la Russia esce dalla Prima guerra Mondiale con la Pace di Brest-Litovsk.

L’assemblea costituente è Stata sciolta da Lenin e inizia un rapido cammino verso la


pace in quanto c’è l’esigenza di stabilizzare la situazione interna.

Il nuovo regime Bolscevico deve intraprendere una guerra civile tra il 1918-1920 (tra
bolscevichi e controrivoluzionari)

La guerra ha come conseguenza il collasso dell’economia russa, carestia, ostilità dei


contadini per le requisizioni di guerra, soprattutto al Comunismo di guerra cioè la
misura imposta per a rontare il problema degli approvvigionamenti della popolazione
dell’esercito bolscevico in questi di cili anni.

Per Combattere viene istituito un nuovo esercito che è quello dell’armata Rossa la cui
organizzazione è dovuta a Trotsky, uno de luogo tenenti di Lenin che poi dovrà a rontare
una guerra anche contro la Polonia che vede nelle di coltà Russe la possibilità di
migliorare il proprio con ne. (Guerra russo-polacca 1919-1921).

Momento di grande crisi per la Russia che segnala la fuga dalle città una mancanza di
ducia nel nuovo governo Bolscevico.

Lenin per ovviare a questa crisi vara una nuova politica economica: la NEP nel 1921
(Nuova Politica Economica): il primo obiettivo è quello di avviare il peso della crisi
alimentare che si era tramutata in scontento verso il regime Bolscevico.

• Le banche e le industrie rimasero sotto il controllo dello Stato ma si reintrodussero di


nuovo sistemi di calcolo tradizionale.

• I contadino dovevano versare un’imposta in natura pre ssata e il resto potevano


venderlo o trattenerlo.

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• Nascono il Kulaki, contadini agiati grazie alla NEP

L’economia si solleva che torna ai livelli del 1913 e segna anche una ricrescita della
popolazione. Quindi la NEP rimette in moto il contesto socio economico Russo che la
guerra civile e la guerra con la Polonia avevano portato ad un passo dal collasso.

Il che vuol dire ra orzare anche il prestigio del nuovo regime Bolscevico che nel 1922
istituisce l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Federazione di repubbliche
socialiste che ricomprende quello che era stato l’impero degli Zar.

Il vero organismo di controllo di queste Repubbliche è i Partito comunista dell’Unione


sovietica che è il vero motore di questa nuova organizzazione politica.

Il controllo non è quindi dei governi delle repubbliche ma del partito comunista.

Il 21 gennaio 1924 muore Lenin e si apre la crisi della sua successione che vede la partita
riservata a 3 personaggi:

• Trotsky: fondatore dell’armata rossa e fautore della rivoluzione permanente e


dell’industrializzazione a scapito dell’agricoltura

• Stalin: capo della segreteria del partito, segretario generale del comitato centrale del
partito comunista fautore della burocratizzazione e della centralizzazione intorno al
partito per ra orzare la propria autorità.

• Bucharin: uno dei sostenitori della politica economica della NEP, favorevole a
perseguire la linea della NEP per non rompere l’alleanza fra operai e contadini
faticosamente raggiunta da Lenin con quella politica economica.

Chi ne esce vincitore da questo scontro? Gli equilibri inizialmente sono di cili da
delineare. Tuttavia ne uscirà vincitore Stalin grazie al suo controllo burocratico e
centralizzato sul partito.

In una prima fase Stalin appoggiò la linea Bucharin favorevole alla NEP e varò la linea
della rivoluzione in un solo paese per scon ggere Trotckij che fu costretto all’esilio nelle
province asiatiche.

Scon tto Trotckij, Stalin sostenne l’opportunità di una svolta nella politica agraria perchè i
contadini tendevano a tenere per sé troppe derrate.

Critica aperta alla NEP. Stalin quando Bucharin che provò ad aprire un dibattito sula
questione economica, lo accusò di tradire il marxismo e ne ottenne la condotta da parte
del comitato centrale.

Nel 1928 Stalin rimane l’unico arbitro e ottiene l’espulsione di Trotckij dall’URSS e di
Bucharin dalle strutture del partito.

E qui vara il primo piano quinquennale 1928 che ha come obiettivo quello di costruite il
socialismo in un solo paese: consolidare l’URSS e trasformarla in una grande potenza
industriale.

Si accordava la priorità all’industria pesante, alla produzione di macchinari e alla


costruzione di infrastrutture a discapito dei beni di consumo.

Tra il 1928 e il 1932 vennero impiantate 8 mila nuove industrie e si ha lo spostamento


forzato di manodopera dalle campagne alle nuove aree industriali.

Contemporaneamente Stalin attacca frontalmente la NEP e vara nel 1930 la


collettivizzazione forzata delle terre. Tutti i contadini dovettero entrare nei Kolchoz,
fattorie collettive sottoposte allo Stato.

I kulaki, contrari alla politica di Stalin, vennero condannati come «nemici di classe» e
uccisi sul posto o deportati nei Gulag, appositi campi di lavoro forzato allestiti in regioni
remote e inospitali (Siberia) e sottoposti al controllo della polizia dove le condizioni di vita
erano proibitive (freddo, fame, epidemie, torture). Nel 1940 c’erano 50 gulag per oltre 1
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milione di detenuti.

Si viveva in condizioni di cili soprattutto per le condizioni imposte dalla polizia, freddo,
fame, epidemie e torture.

Le conseguenze economiche della politica di Stalin


• Enorme crescita in campo industriale. La produzione di carbone e acciaio aumentò del
200%

• Rallentamento dell’agricoltura che solo nel 1935 avrebbe raggiunto i livelli del periodo
migliore della NEP

• Alla vigilia della seconda guerra mondiale l’URSS era diventata la terza potenza
industriale del mondo, dietro USA e Germania

• Costi sociali immensi (carestia in Ucraina nel 1932-33)

• Censura interna, repressione e propaganda

Il Regime sovietico con Stalin compie una svolta dall’auto totalitarismo del partito unico al
totalitarismo, al controllo poliziesco della società e soprattutto all’istituzione di una linea
ideologica unica per tutti che non poteva essere messa i discussione.

Lo Stalinismo dunque si può paragonare al regime fascista e al regime nazista perchè ha


delle caratteristiche comuni al modello del totalitarismo.

Culto della personalità: Stalin come modello e custode della rivoluzione e dei suoi valori
e legittimo successore di Lenin.

Il terrore
Stalin è anche colui che varala cosiddetta campagna del terrore: un epurazione interna
di tutti gli avversari politici.

Coloro che non erano sulla sua stessa linea diventavano «nemici del popolo» e giustiziati
dopo processi farsa (Bucharin 1938; Trotckij nel 1940).

1936-38 apice del terrore e delle grandi purghe. La classe dirigente sovietica originaria
venne praticamente eliminata da Stalin.

L’Europa negli anni 30


Gli anni 30 segnano il fallimento del sistema di Versailles.

Si ha la di usione di autoritarismi di stampo fascista (Ungheria, Romania, Bulgaria,


Polonia, Jugoslavia, Portogallo, Spagna).

Inoltre si ha l’incapacità della Società delle Nazioni di assumere il ruolo che Wilson le
aveva assegnato. Essa Venne percepita come uno strumento franco-inglese per il
mantenimento dei rispettivi imperi.

L’appello della Cina invasa dal Giappone nel 1931 per la Manciuria rimase inascoltato

• Incapacità delle democrazie di opporsi ai fascismi: caso spagnolo

La politica estera hitleriana


• Distruggere il sistema di Versailles e rifare grande la Germania

• Ricostituire l’apparato militare

• Unire tutti i tedeschi in un Reich

• Conquistare un necessario Lebensraum a est

• Imporre un nuovo ordine gerarchico fondato sulla supremazia della razza ariana

I primi passi verso il riarmo


• 1933: Hitler ritira la Germania dalla Società delle Nazioni e sospende ogni pagamento
di riparazioni

• 13 gennaio 1935: plebiscito con cui la Saar decide per la riuni cazione con la Germania
(90% dei voti). Grande consenso a Hitler

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• 16 marzo 1935: Hitler ripristinò la coscrizione obbligatoria. Il Riarmo diventa pubblico

Il tentativo di annessione dell’Austria

• 25 luglio 1934: i nazisti austriaci assassinano il cancelliere Engelbert Dollfuss

• Promuovere l’annessione (Anschluss) alla Germania, espressamente vietata dai trattati


di Versailles e Saint Germain

• Intervento di Mussolini che minaccia di intervenire militarmente per preservare


l’indipendenza dell’Austria qualora la Germania avesse provato ad invaderla

Conferenza di Stresa 11-14 aprile 1935


• Convocata per discutere della Germania dopo il fallito tentativo di annessione
dell’Austria e l’annuncio del ripristino della leva

• Mussolini era favorevole a una linea dura

• L’Inghilterra, invece, sosteneva una linea morbida

• Vago impegno a mantenere l’ordine di Versailles e l’indipendenza dell’Austria

Guerra d’Etiopia 3 ottobre 1935- 5 maggio 1936


• Imperialismo fascista

• Riscattare l’umiliazione subita ad Adua nel 1896

• Guerra totale col coinvolgimento della popolazione civile

• Condanna della SdN della quale l’Etiopia era membro

• Sanzioni economiche nei confronti dell’Italia

• Furono di scarso impatto, anzi contribuirono a consolidare il consenso intorno a


Mussolini e al Regime

• 7 marzo 1936: rimilitarizzazione della renania

• 9 maggio 1936 proclamazione dell’Impero

• La guerra d’Etiopia e le sanzioni segnarono il riavvicinamento fra Italia e Germania

• La Germania, stato fuori dalla SdN e non tenuto al rispetto delle nazioni, sostenne lo
sforzo italiano

• Si rompe la vecchia Intesa risalente alla prima guerra mondiale

• Cooperazione tra i due regimi nella guerra civile spagnola a sostegno di Francisco
Franco, capo dei militari ribelli alla repubblica

25 ottobre 1936: Asse Roma Berlino


«Gli incontri di Berlino hanno avuto come risultato una intesa fra i due paesi su
determinati problemi, alcuni dei quali particolarmente scottanti in questi giorni. Ma queste
intese, che sono state consacrate in appositi verbali debitamente rmati, questa verticale
Berlino- Roma non è un diaframma, è piuttosto un asse attorno al quale possono
collaborare tutti gli Stati europei animati da volontà di collaborazione e di pace»,
Mussolini 1 novembre 1936 a Milano.

Politica dell’appeasement (Chamberlain)


• Il mancato concreto contrasto del riarmo tedesco, della rimilitarizzazione della renania,
dell’aggressione italiana all’Etiopia, della neutralità sulla Spagna dimostrò, da parte di
Francia e Inghilterra, di un contegno accondiscendente nei confronti soprattutto di
Hitler

• L’Idea che alla base delle rivendicazioni tedesche vi fossero giusti motivi

• Cercare la pace a costo di accettare gravi (per altri) condizioni

L’Anschluss dell’Austria
• Pressioni di Hitler sul governo austriaco

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• Benestare di Mussolini

• «Sei d'accordo con la riuni cazione dell'Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13
marzo 1938 e voti per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?» Quesito del plebiscito per
confermare l’annessione dell’Austria tenutosi il 10 aprile 1938

• Vittoria del sì col 99,73% dei voti

• Nessun intervento delle potenze occidentali

Gli accordi di Monaco 29-30 settembre 1938. Cosa riguardavano?


• Hitler pretendeva l’annessione dei distretti cecoslovacchi abitati dai sudeti, popolazione
di lingua tedesca

• Conferenza tra Germania, Italia, Francia, Inghilterra

• La Cecoslovacchia non è invitata alle trattative

• I distretti in questione sarebbero passati alla Germania dal 10 ottobre 1938

• Accordo anglo-tedesco per la risoluzione delle future vertenze attraverso trattative


rinunciando alla guerra

Fine della Cecoslovacchia


Marzo 1939
• Proclamazione d’indipendenza della Slovacchia

• Occupazione polacca e ungherese

• Occupazione militare tedesca di Boemia e Moravia (protettorato)

Verso la guerra
• 22 maggio 1939 patto d’acciaio: cooperazione militare fra Italia e Germania in caso di
Guerra

• In aprile l’Italia per cecare di controbilanciare il peso della Germania nell’alleanza, aveva
occupato l’Albania

• 23 agosto 1939: Patto Molotov Ribbentrop in vista dell’invasione della Polonia. Non
aggressione fra Germania e URSS. Un protocollo segreto sanciva la spartizione della
Polonia e dava mano libera a Stalin sui paesi baltici e sulla Finlandia (guerra russo
nlandese, novembre 1939-marzo 1940)

• 1 settembre 1939: aggressione tedesca della Polonia

• Inizia la seconda guerra mondiale

CAPITOLO 7
La Seconda Guerra Mondiale

La seconda guerra mondiale scoppia il 1 settembre 1939 quando la Germania


nazionalsocialista invade la Polonia. Da quel momento la guerra vede impegnate, contro
la Germania, anche la Francia e l’Inghilterra intervenute a favore dell’alleato polacco.

Nei mesi successivi si assiste ad una strana guerra dove di fatto non ci sono importanti
combattimenti.

La guerra riprende nel 1940 con l’invasione tedesca della Danimarca e della Norvegia e
poi nel maggio con l’attacco alla Francia che porta anche all’invasione del Belgio e
dell’Olanda.

È una guerra lunga che nisce nel 1945. Per quanto riguarda l’Europa nisce con la resa
della Germania nel maggio 1945. Per quanto riguarda il mondo. Quindi anche il teatro del
paci co bisognerà aspettare il 2 settembre 1945 quando gli inviati giapponesi rmeranno
l’atto di resa dell’impero sol levante dopo lo sgancio di ben due Bombe atomiche (6
agosto su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki.

È una guerra che dura 6 anni e che va oltre 50 milioni di morti.

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Il 1941 fu un anno di svolta della guerra. Fino al 1941 è una guerra europea che si
combatte anche in teatri diversi per la natura di imperi coloniali delle potenze europee. In
particolare si combatte nel Nord d’Africa e nell’Africa orientale italiana.

I teatri principali però sono quelli del continente europeo.

nel 1941 la guerra assume il suo carattere globale con teatri sparsi dall’Atlantico al
Paci co.
Il 22 giugno 1941 Hitler ordina all’esercito tedesco di invadere l’Unione Sovietica. Scatta
l’operazione Barbarossa (invasione dell’URSS). Da parte della Germania questa è una
Guerra ideologica, contro il bolscevismo.

Tra l’altro la guerra a Oriente era necessaria per la conquista del Lebensraum per Grande
Germania.

È una guerra da condurre senza rispettare le convenzioni internazionali. Nasce subito


come una guerra ideologica di stermino di razze inferiori. La guerra assume un carattere
genocidale. Quindi si combatte contro una razza inferiore. Inoltre inizia lo sterminio degli
Ebrei, portato avanti in maniera non sistematica.

Le operazioni, pur registrando dei grandi successi da parte dell’esercito tedesco, non
portano al successo però desiderato da Hitler che si era posto l’obiettivo di Distruggere la
capacità militare sovietica entro l’inverno.

Questa strategia si deve confrontare con uno spazio enorme (punto a favore per Stalin).

I tedeschi conquistano l’Ucraina, gran parte della Bielorussia e arrivano a Leningrado che
pongono sotto assedio.

In Europa alla ne del 1941 l’Unione Sovietica subisce pesantissimi rovesci ma nom
crolla. Si ha la difesa della “santa patria Russa”.

L’attore del Paci co è Il Giappone:

Dominato da una dittatura militare nazionalista, sta perseguendo il disegno di espansione


in Asia : 19 settembre 1931-27 febbraio 1932: invasione della Manciuria, organizzata
come Manciukuò.

Il Giappone nel 7 luglio 1937 invade anche la Cina occupando una vasta porzione di
territorio.

Dal punto di vista delle alleanze internazionali si avvicina all’asse Roma-Berlino-Tokyo(27


settembre 1940) e al patto anticomintern fra Berlino e Tokyo del 25 novembre 1936.

Il 6 novembre 1937 aderì anche l’Italia.

22-26 settembre 1940: occupazione dell’Indocina francese.

Rivalità con gli Stati Uniti per il controllo del Paci co: gli Stati Uniti, da quando hanno
iniziato ad essere maggiormente presenti nella politica internazionale, hanno identi cato
nel paci co la zona dove esplicare la loro in uenza.

Gli Stati Uniti che dopo l’invasione dell’Indocina avevano imposto a Tokyo l’embargo su
alcuni prodotti necessari all’economia di un paese povero di materie prime (petrolio,
minerali ferrosi). Questo porta ad una serie di tentativi che non hanno un buon esito. Il
Giappone pensa che debba sferrare un attacco militare a sorpresa con l’obiettivo di
distruggere la otta americana del Paci co per portare a termine la propria politica di
potenza «sfera di co- prosperità della Grande Asia orientale» 7 dicembre 1941: attacco a
Pearl Harbor : è un attacco senza dichiarazione di guerra, massiccio.

L’ 8 dicembre: sbarco giapponese nelle Filippine, Guam, Hong Kong, la Malesia e


Singapore.

L’obiettivo giapponese era quella di creare una Sfera di “co-prosperità” asiatica a guida
giapponese, contro l’imperialismo europeo e americano.

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8 dicembre 1941: gli USA dichiarano guerra al Giappone
• La massima potenza industriale mondiale era in guerra a sostegno della GB che sta
combattendo da sola in tanti teatri.

• 11 dicembre: la Germania dichiara guerra agli Stati Uniti. Hitler da un punto di vista
ideologico considerava gli USA corrosi dalla degenerazione giudaico-capitalistica
(sperava che la guerra risvegliasse l’istinto germanico della popolazione anglo-sassone
spingendola a ribellarsi alla ‘cricca’ giudaico-capitalistica che la guidava); da un punto di
vista strategico, credeva che si sarebbero logorati nel Paci co.

• 11 dicembre: anche l’Italia dichiara guerra agli Stati Uniti. Mussolini, ormai subalterno,
segue gli alleati

Il 1941 segna la mondializzazione vera e propria della guerra


La Carta Atlantica 14 agosto 1941: Accordo siglato fra Churchill e Roosevelt , base
dell’alleanza antifascista e dell’ONU. Si richiamavano i 14 punti di Wilson per la futura
riorganizzazione del mondo (autodeterminazione dei popoli, libertà dal bisogno, libertà di
commercio, libera circolazione nei mari, ri uto di annessioni territoriali)

• «Dopo aver de nitivamente abbattuto la tirannia nazista»: passaggio chiave

1 gennaio 1942: dichiarazione delle Nazioni Unite


• Siglata da USA, UK, URSS, Canada, Cina, Belgio, Australia e altri

• Adesione alla Carta Atlantica

• I rmatari si impegnavano a mobilitare tutte le loro risorse nella guerra contro l’Asse e a
non siglare paci separate

Italia
10 giugno 1940: l’Italia dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna.
Mussolini , constatata la forza tedesca, scese in guerra per partecipare poi alla pace
prima che fosse «troppo tardi»

L’Italia entra in Guerra e fa pochissime operazioni su un fronte montagnoso che p il


con ne Franco Italiano. Una volta arrivata a rmare la Pace, ottiene delle zone di
occupazione della nuova architettura della Francia che prevede:

• Una zona occulta direttamente dai tedeschi

• Una zona libera a data al governo collaborazionista del Maresciallo Petain

• Una fascia occupata dagli italiani.

Mussolini però voleva una guerra italiana, fascista, per a ermare il ruolo paritario dell’Italia
all’interno dell’Asse e conquistare l’egemonia nel Mediterraneo. Il duce mette appuno una
strategia per una guerra parallela.

I tedeschi avrebbero voluto che l’Italia si impegnasse a fondo contro gli inglesi in nord
Africa per il controllo del mediterraneo.

L’esercito italiano però è un esercito impreparato e privo di mezzi motorizzati e corazzati


adeguati. La campagna del Nord Africa mise in luce le di coltà italiane: dopo aver subito
l’avanzata del Regio Esercito, gli inglesi contrattaccarono dall’Egitto tra gennaio e
febbraio del 1941 penetrando e conquistando città strategiche della Cirenaica (Tobruk).

Tanto che nel Febbraio 1941 si ha ‘intervento tedesco con l’invio del Deutsches
Afrikakorps (Rommel)

Mussolini ha deciso di far sapere a Hitler dai giornali la sua decisione di invadere la
Grecia:

• Nella sua strategia mediterranea,Mussolini decise di attaccare la Grecia, paese in mano


al regime autoritario di destra del generale Ioannis Metaxas

Il 28 ottobre 1940 : attacco italiano dall’Albania. Decisa resistenza dei greci che, fermata
l’avanzata italiana e aiutati dagli inglesi, passarono al contrattacco riuscendo a penetrare
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in Albania. Per ristabilire la situazione si chiede aiuto alla Germania: Fallimento della
«guerra parallela» mussoliniana e riduzione dell’Italia a satellite della Germania

Destabilizzazione dei Balcani con la Jugoslavia che si era liberata del governo lo-asse e
gli inglesi in Grecia. Vittorioso tedesco contro la Jugoslavia e contro la Grecia (primavera
1941).

Quello italiano è Un disastro militare:

• 1941: caduta dell’Africa Orientale Italiana

• Invio prima di un corpo di spedizione (1941,CSIR), poi di un’armata (1942 ARMIR) in


Russia;

• L’ARMIR venne annientata nella contro ensiva russa dell’inverno 1942- 1943

• 13 maggio 1943: resa delle truppe in nord Africa

• 10 luglio 1943: sbarco alleato in Sicilia

• Bombardamenti delle città da parte degli alleati

L’Uscita dell’Italia dalla guerra


Il paese non regge più la guerra. Guerra denominata guerra fascista.

Gran Consiglio del Fascismo 24-25 luglio 1943 invitò «il Governo a pregare la Maestà
del Re, verso il quale si rivolge fedele e ducioso il cuore di tutta la Nazione, a nché Egli
voglia per l'onore e la salvezza della Patria assumere con l'e ettivo comando delle Forze
Armate di terra, di mare, dell'aria, secondo l'articolo 5 dello Statuto del Regno, quella
suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono
sempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta
Dinastia di Savoia»

Il 25 luglio il Re destituì Mussolini e lo fece arrestare. Pietro Badoglio fu nominato Capo


del Governo.

L’Italia tuttavia annuncia che la guerra sarebbe continuata a anco degli alleati. Inizia un
periodo di 45 anni con il governo di Badoglio a contatto con gli alleati, fermi nella
richiesta di una resa incondizionata.

• I tedeschi iniziano ad occupare punti strategici nella penisola

• 3 settembre rma dell’armistizio

• 8 settembre 1943 annuncio dell’armistizio

Messaggio di Badoglio 8 settembre 1943


Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare la impari lotta contro la
soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla
Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze
alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di
ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni
luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.

Italia divisa in due:


Il 9 settembre fuga del Re e di Badoglio a Brindisi per preservare l’armistizio.

• Fuga disordinata, esercito senza istruzioni

• Il 12 settembre 1943 i tedeschi liberarono Mussolini

• Il 18 settembre Mussolini annunciava, dalla Germania, la nascita della Repubblica


Sociale Italiana (Repubblica di Salò)

• Regno del Sud, nel territorio sotto il controllo degli alleati; RSI nell’Italia occupata dai
tedeschi.

• fra italiani fascisti (salò) e (resistenza CLN)

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La campagna d’Italia 1943- 1945
• I partiti antifascisti formano il Comitato di Liberazione Nazionale che al Nord (come
CLNAI promuove la

resistenza) e al Sud si contro la monarchia, colpevole di aver appoggiato Mussolini per


oltre vent’anni

La continuazione della guerra

• 12 ottobre 1943: il Regno del Sud dichiara guerra alla Germania

• Guerra civile: tra italiani fascisti e antifascisti

• La «svolta di Salerno»: i comunisti accettano di entrare nel governo; la monarchia


accetta che la questione istituzionale sia a data ad un’Assemblea costituente da
eleggersi alla ne della guerra. Governi di unità nazionale

• 4 giugno 1944: liberazione di Roma

• 25 aprile 1945: insurrezione generale del Nord Italia, ne

della guerra.

• 28 aprile: fucilazione di Mussolini

Lo sterminio di massa degli ebrei


• Tra il 1933 e l’ottobre del 1941 la parola d’ordine era ‘cacciare’ gli Ebrei dai territori
dominati dalla Germania. Dopo l’invasione della Francia Si era pensato addirittura di
deportarli in Madagascar.

• Il 1941 la Germania era in guerra con l’ebraismo internazionalista e bolscevico (URSS) e


con quello demo-plutocratico (Stati Uniti e Gran Bretagna)

• L’invasione dell’URSS segna una svolta

Dopo questa fase guidata da omicidi di massa, nelle altre sfere del Reich si palesa la
necessità di dare un ordinamento più sistematico all’uccisione degli ebrei.

Nell’ottobre del 1941 scattò per gli ebrei il divieto di emigrare. Essi vennero deportati nei
territori occupati e costretti in ghetti (Varsavia ad esempio) o campi di concentramento

Per questo si riunisce, nel 20 gennaio 1942, la conferenza a Wannsee che si occupa della
soluzione nale della della questione giudaica.

Fino a quel momento si era ricorsi alle fucilazioni di massa o all’assassinio con camere a
gas mobili (furgoni). Occorreva quindi mettere a punto un sistema più e ciente e
sistematico: Campi di sterminio in cui si usavano camere a gas (zyklon b).

Questo porta alla logica dello Sterminio totale del popolo ebraico per motivi ideologici
(ovunque fosse arrivata la Germania, gli ebrei sarebbero stata annientati).

Un evento senza precedenti, organizzato in modo burocratico e industriale.

• Shoah (catastrofe), oltre 6 milioni di vittime: Il 27 gennaio 1945 i sovietici arrivano


ad Auschwitz.
Su queste basi si realizza un particolare del dopoguerra: Processo di Norimberga 20
novembre 1945-1 ottobre 1946

• Alcuni leader tedeschi vennero processati (in 12 condannati a morte) da un tribunale


militare internazionale per quattro capi d’imputazione

Per la prima volta si elabora il concetto di Crimini contro l’umana che va oltre e permette
di superare l’iniziale repulsione di un processo dei vincitori contro i vinti.

• Preparazione di guerre d’aggressione

• Crimini di guerra

• Crimini contro l’umanità

• Le SS furono condannate come un’organizzazione criminale

Questo processo portò alla condanna a morte della gran parte dei deputati.

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CAPITOLO 8
Dall’inizio della guerra fredda alla destalinizzazione

Gli alleati, mentre le sorti della guerra volgevano a loro favore in Europa, si erano già
incontrati per buttare giù delle linee in vista della riorganizzazione del continente una volta
raggiunti gli obiettivi militari (scon tta della Germania Nazista).

La Conferenza di Yalta (febbraio 1945) fu una delle ultime alla quale partecipò il
presidente Roosevelt, da poco eletto per un quarto mandato presidenziale.

Cosa si era deciso a Yalta?


Gli alleati si erano accordati:

• Occupazione e divisione della Germania in zone sottoposte alle grandi potenze (3);

• Si approvò la dichiarazione dell’Europa liberata in cui si ribadiva il diritto dei popoli


europei, già espresso nella carta atlantica, di scegliere liberamente la propria forma di
governo attraverso libere elezioni

• Non si stabilì l’in uenza sovietica sull’Europa Orientale (ma l’armata rossa la occupava)

Una volta scon tta la Germania e, mentre si stanno a rontando le ultime o ensive con il
Giappone, bisognava prendere delle decisioni rapide.

Nel luglio 1945 Conferenza d Potsdam


• Nuovi leader (Truman e Attlee)

• Si conferma la divisione della Germania in 4 zone d’in uenza (si aggiunse la Francia)


• Si riconobbe l’in uenza dell’URSS sull’Europa Orientale in cambio dell’impegno a far
tenere libere elezioni

• Si riconobbe all’URSS l’annessione della Prussia orientale e della Polonia orientale

• Il nuovo con ne tedesco polacco fu ssato sulla linea Oder Neisse

• Non si decise una strategia comune sulle riparazioni da imporre alla Germania. Ognuno
avrebbe gestito autonomamente la propria zona di occupazione

La divisione della Germania

Non è solo a Germania a portare delle tensioni:

• Rapporti sempre più complicati tra gli alleati: dalla cooperazione di Roosevelt
all’antagonismo di Truman

• 5 marzo 1946, discorso di Fulton. Churchill «da Stettino nel Baltico a Trieste
nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente»

• Tra il 1947 e il 1948 in tutti gli stati dell’Europa Orientale liberati dalle forze sovietiche si
a ermarono regimi comunisti

• Guerra civile in Grecia tra monarchici e comunisti

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• Pressioni di Mosca sulla Turchia per gli stretti

• Ritrosia russa ad abbandonare la Persia occupata nel 1941 per garantirsi i rifornimenti
per la guerra

Inizia a prendere corpo una situazione sempre più crescente e internazionale tra le due
maggiori potenze uscite dal con itto (l’URSS e gli USA).

L’Unione Sovietica che ha saputo riprendersi, sostenere e scon gger via terra il nazismo
in Europa e gli Stati Uniti che hanno sostenuto il peso della guerra nel paci co, rifornito
la guerra nell’Atlantico, in Nord Africa e partecipato al secondo fronte in Europa.

È proprio qui che inizia la Guerra Fredda che dura no al 1989:

• Uno stato di tensione internazionale permanente fra le due maggiori potenze uscite dal
con itto

• Fredda perché non c’era una crisi evidente in corso che potesse causare uno scontro
fra USA e URSS

• Scontro tra modelli politici e sociali doversi e contrapposti: anticapitalismo vs


anticomunismo

• Dottrina del Contenimento (dottrina Truman, 1947): appoggio americano a tutti quegli
stati che erano sotto la minaccia del comunismo e lo stavano combattendo

• «La politica degli Stati Uniti deve essere quella di appoggiare i popoli liberi che
resistono ai tentativi di assoggettarli compiuti da minoranze armate o da pressioni
esterne»

L’Europa è il punto caldo di questa tensione.

Il piano Marshall 1947 : gli Stati uniti si impegnano a fornire materiali agli Stati europei

• Alla ne della guerra gli USA sono la massima potenza economica mondiale

• Con gli accordi Bretton Woods (1944) si ssarono il gold dollar standard e si dette vita
al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale

• Un piano di aiuti per risollevare l’Europa dalla guerra

• Il benessere economico avrebbe stabilizzato le nuove istituzioni democratiche

• Circuito economico fra gli Stati Uniti e i paesi bene ciari del piano, aperto a tutti i paesi
europei

Lo scontro si trasferisce inevitabilmente in Germania.

• Divisa in 4 zone di occupazione

• Berlino anch’essa divisa in 4 zone di occupazione

• Obiettivo 4 D: democratizzazione; denazi cazione; demilitarizzazione;


decartellizzazione;

• L’URSS praticava un duro regime di occupazione e impose la creazione della SED


(partito di unità socialista)

• Inglesi, americani e, in un secondo tempo, i francesi erano favorevoli a forme di


autogoverno

• Nel febbraio 1948 le tre potenze occidentali dettero vita alla trizona e la ammisero al
piano Marshall

• Reciproche accuse di aver violato lo spirito degli accordi Potsdam: «Ricostruzione della
vita politica tedesca su una base democratica, in vista di una collaborazione della
Germania nel campo internazionale»

• Gli alleati introdussero una riforma monetaria nella trizona (18 giugno 1948)

• Per Stalin era l’ultimo passo che provava la volontà di ricostruire una Germania legata
al mondo capitalista occidentale

• Introduzione di un marco orientale

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Il blocco di Berlino
• Il 24 giugno 1948 Stalin ordinò il blocco di tutti gli accessi terrestri a Berlino

• L’obiettivo era costringere gli alleati occidentali ad abbandonare la loro parte di Berlino

• Truman fece organizzare un gigantesco ponte aereo per rifornire i distretti occidentali
della città

• 12 maggio 1949 : ne del blocco

• Impossibilità di un accordo globale sulla Germania

• Due Germanie: ad est nella zona sovietica verrà data vita alla Repubblica democratica
tedesca, multipartitica dove il controllo dello stato va al Partito di Unità Socialista (stato
comunista). In quella che era la trizona invece , occupata da francesi, inglesi e
americani, si costituisce la Repubblica federale tedesca (democratica e basata sugli
Stati federali).

Il blocco di Berlino accelera anche la formazione di alleanze militari.

• 4 aprile 1949 Patto Atlantico: accordo difensivo tra USA Benelux, Francia, Gran
Bretagna, Italia, Portogallo, Norvegia Canada, Islanda e Danimarca

• Dotato di un’organizzazione militare integrata: Nato

• Nel 1955 vi entrò anche la Germania Ovest

• Nel 1955 di fronte all’ammissione della Germania Ovest, l’URSS contrappose alla
NATO il Patto di Varsavia che univa i paesi dell’Est europeo a Mosca

Si fonda l’equilibrio del terrore


• Nel 1949 anche l’URSS si dotò della bomba atomica

• Si sviluppò così una corsa alla proliferazione degli armamenti atomici che dette vita al
cosiddetto «equilibrio del terrore» fondato sulla deterrenza e sul principio della mutua
distruzione assicurata

La guerra fredda trova le principali tensioni su UNESCO in Europa e sulla riorganizzazione


del continente dopo la seconda guerra mondiale.

È uno confronto su scala globale ed è uno scontro freddo in quanto le due potenze non si
fronteggiano mai direttamente.

Tuttavia ci sono dei punti caldi della guerra fredda in cui si ha la lotta militare tra questi
due sistemi.

Il primo è la Guerra di Corea (25 giugno 1950 - 27 luglio 1953) e dimostra quanto
questo contro sia una competizione globale tra de superpotenze.

La Corea, ex possedimento Giapponese, era stato diviso in due: un Nord losovietico e


un sud loamericano.

Con il cristallizzarsi del confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica per delineare la pace,
la situazione delle occupazioni militari da vita a due situazioni statuarie.

Nel 27 giugno 1950: il Nord (appoggiato dall’URSS e dalla Cina) invade il Sud per
riuni care il Paese.

Una forza internazionale a guida Usa e sotto bandiera ONU intervenne in difesa del Sud.

Tra l’aprile e il giugno 1945 nasce L’ONU (Organizzazione delle nazioni unite)

Fortemente voluta da Roosevelt. Ha 3 organismi principali:

• L’assembla generale degli stati membri

• Segretariato generale

• Un consiglio di sicurezza di 15 membri. 10 eletti a rotazione ogni due anni; 5 permanenti


con diritto di veto (USA, GB, URSS, Cina e Francia)

L’ONU, grazie alla presenza del Consiglio di sicurezza, ottenne dei poteri d’intervento che
la vecchia SdN non aveva mai posseduto. Poteva deliberare interventi militari.

MacArthur invoca la bomba atomica sulla Cina colpevole di aiutare i nordcoreani.

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Nel 1951 si ristabilisce il con ne del 38° parallelo e iniziano i negoziati.

L’armistizio è rmato il 27 luglio 1953.

Il 5 marzo 1953 muore Stalin e inizia la destalinizzazione.

1956 Polonia
Giugno 1956: manifestazioni in Polonia per sostituire la leadership Stalinista

• Nomina di Gomulka, esponente dell’ala del partito antistalinista (era stato incarcerato
dagli stalinisti)

• Fedele alla nuova linea di Mosca

• Si evita un intervento repressivo dell’Armata Rossa

Anche in Ungheria a, dove l’imposizione di un regime socialista era stata mal tollerata, si
reclama un cambiamento.

• Mosca impone le dimissioni a Rakosy, il segretario stalinista del partito comunista


ungherese.

• Ascesa di Imre Nagy al governo: programma di democratizzazione e uscita dal Patto di


Varsavia.

• Intervento armato sovietico: una vera guerra, 25 mila morti.

• L’occidente non intervenne: la divisioni in blocchi era un fatto accettato.

Una convivenza paci ca impossibile


• Il 13 agosto 1961: la DDR inizia a costruire un muro intorno a Berlino Ovest per evitare
che i suoi cittadini fuggano in Occidente.

• Simbolo della guerra fredda

• Ich bin ein Berliner: Kennedy nel 1963

• 16-28 ottobre 1962: crisi dei missili di Cuba

• Vicini allo scontro

• Accordo: l’URSS rinunciava a installare i missili a Cuba in cambio della promessa


americana di non rovesciare Castro. In segreto gli USA si impegnavano a smantellare i
missili NATO dalla Turchia

CAPITOLO 9
La decolonizzazione

Processo che ha portato alla ne die grandi imperi coloniali europei e all’indipendenza di
nuovi stati soprattutto in Africa ma anche in Asia.

Agli inizi del Novecento le grandi potenze europee controllavano quasi l’85% delle terre
emerse.

La prima guerra mondiale mise in crisi questo modello: i vincitori che avevano accresciuto
i loro domini con le spoglie dei vinti non avevano la forza economica per mantenere il
controllo di quelle vaste aree; iniziò ad a ermarsi il principio di autodeterminazione dei
popoli, rivendicato dalle élite dei paesi colonizzati.

Espediente dei mandati per perpetuare il colonialismo sotto una veste giuridica che
formalmente obbligava la potenza mandataria a impegnarsi nel preparare i territori loro
a dati all’indipendenza.

Sviluppo dei nazionalismi nelle colonie.

Dopo la prima guerra mondiale, anche se a fatica, le due principali potenze coloniali,
Francia e Inghilterra, continuarono a esercitare la loro autorità su vasti domini coloniali,
accresciuti dai mandati in medio oriente.

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La Francia rimase sorda rispetto alle richieste di autonomia, L’Inghilterra si dimostrò più
aperta nel concedere autonomie.

• Nel 1921 gli inglesi organizzarono parte del loro protettorato mediorientale negli stati di
Trans Giordania e Iraq ai quali lasciarono un’autonomia crescente

• Nel 1932 Londra concesse l’indipendenza all’Iraq

• Nel 1936 all’Egitto

• Nel 1926 a Londra si costituì il Commonwealth all’interno del quale Canada, Australia,
Nuova Zelanda e Sud Africa ottennero lo status di «comunità autonome ed eguali in
seno all’impero»

La seconda guerra mondiale segnò il de nitivo tracollo dell’egemonia europea.

Tra le due guerre le nazioni europee continuarono a ritenere legittimo e opportuno


l’esercizio del potere all’interno delle colonie. Sia Gran Bretagna che Francia avviarono
politiche di sviluppo economico. La Gran Bretagna assunse un atteggiamento più aperto
e conciliante. Nel 1926 si costituisce il Commonwealth, lo status di “comunità autonome
ed eguali in seno all’Impero” a Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica. L’unità
nazione che tra le due guerre aveva lottato per l’indipendenza, senza riuscirvi, era l’India.

1919 Government of India: istituiva un regime diarchico nelle province. Ottennero poi
sempre più autonomia. Ala guida del movimento indipendentista c’era Gandhi, il
Mahatma (grande anima), che svolse una battaglia non violenta. Fu ucciso da un fanatico
indù nel 1948.

1947, Indian Indipendent Act, costituzione di due stati indipendenti, il Pakistan


musulmano e l’India induista. Con la seconda guerra mondiale, processi di
decolonizzazione. La Gran Bretagna aveva scelto un modello gradualista, teso a portare i
popoli colonizzatori verso una sempre maggiore autonomia, no alla piena indipendenza.

Divisione dell’India britannica in due stati: l’India, a maggioranza induista (15 agosto
1947); il Pakistan, musulmano (14 agosto 1947)

Entrambi entrarono a far parte del Commonwealth come dominion.

La divisione innescò duri scontri che provocarono oltre un milione di morti e un esodo di
popolazione che coinvolse oltre 10 milioni di persone.

In Francia si ha la pratica dell’assimilazione: le autorità francesi continuavano a


mantenere il potere politico nelle colonie. Vicenda Indocinese, avendo perso il controllo
dell’Indocina durante la seconda guerra mondiale, la Francia non accettò che venisse
proclamata la Repubblica Democratica del Vietnam -> con itto: scon tta della Francia.

• Dopo la guerra la Francia si dimostrò intenzionata a ria ermare il proprio controllo


sull’impero coloniale

• I giapponesi avevano costretto i sovrani indocinesi a proclamare, nel 1945, la loro


indipendenza dalla Francia

• Vietnam cuore dello scontro

• Dopo la scon tta Giapponese il Viet Minh, movimento per l’indipendenza del Vietnam,
di ispirazione marxista, guidato da Ho Chi Min, proclamò la repubblica del Vietnam

• Guerra d’Indocina contro fra Francia, sostenuta dagli Stati Uniti all’interno della dottrina
del contenimento, contro Viet Minh

La crisi della Francia


La decolonizzazione segnò la crisi della Quarta repubblica francese, nata nel 1946 dopo
la ne della seconda guerra mondiale.

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Mentre la Francia era occupata nella durissima guerra d’Indocina anche le colonie
africane iniziarono a chiedere l’indipendenza da Parigi

Nel 1956 Marocco e Tunisia la ottennero l’indipendenza mentre il caso dell’Algeria fu


diverso. Aveva un posto speciale nell’Impero francese. Era stata nominata un
Dipartimento della madrepatria.

Iniziano fortissimi rivendicazioni di indipendenza che, alla poca disponibilità di Parigi di


ascoltare, fa seguito la risposta armata . Si comincia a a partire dal 1954 una serie di
attacchi all’installazione militare francesi.

• 1° novembre 1954: i guerriglieri del Fronte di Liberazione Nazionale attaccano


installazioni francesi in Algeria. Inizia la guerra

• Risposta durissima dell’esercito francese

• Episodi cruenti: la battaglia di Algeri (1956)

• 1958: minaccia di un golpe da parte dei generali di stanza in Algeria contro un governo
troppo debole. Ritorno al potere di De Gaulle

• Nasce la Quinta repubblica (semi presidenziale)

• 1962: accordi di Evian e indipendenza dell’Algeria

La guerra si conclude con l’indipendenza dopo una serie di scontri feroci.

Un altro episodio aveva messo a nudo tutte le di coltà da parte delle potenze europee a
mantenere in piedi il loro sistema imperiale dopo la Seconda Guerra Mondiale: 1956 La
Crisi di Suez.

Suez è il canale che è stat aperto nel 1869 che unisce il Mediterraneo e l’Oceano Indiano.

Ha portato a una rivoluzione nel mondo dei trasporti marittimi perchè ha avvicinato l’India
e l’ oriente all’Europa.

Il canale era controllato da una compagnia egiziana e costruito dai francesi.

Con l’a ermarsi del dominio britannico in Egitto era nito sotto il controllo di questa
compagnia.

Nel 1956 Gamal Adb Al-Nasser viene eletto Presidente dell’Egitto.

Fu uno degli animatori del movimento di liberi u ciali che nel 1952 aveva deposto la
Monarchia Egiziana.

Nel luglio del 1952 un comitato di u ciali promosse un colpo di stato contro re Farouk
d’Egitto.

La monarchia era considerata corrotta, debole, troppo pronta a sottostare agli interessi
inglesi (seconda guerra mondiale)

• Il Re aveva perso prestigio nella guerra del 1948 contro Israele

• Dopo il golpe venne proclamata la repubblica

• Tra i golpisti si mise subito in luce Nasser, uno dei più giovani

In questo movimento emerge la gura di Nasser, il quale sosteneva un programma di


modernizzazione del paese incentrato sulla costruzione di nuove infrastrutture in Egitto.

Il programma di Nasser
• Promuovere un vasto programma di modernizzazione del paese costruendo
infrastrutture

• Costruzione di una nuova, grande diga ad Assuan

• Richiesta di un nanziamento agli Stati Uniti

Dall’atra parte Nasser rma degli Accordi per acquisto di armi dal blocco sovietico

• Ra reddamento di Washington

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Si era a ermata l’idea dei paesi non allineati.

Paesi che non si schieravano né con gli USA, né con gli URSS

§ Non allineati (terzo mondo)

Nel 1954 conferenza di Bandung (Indonesia) organizzata da India, Pakistan, Ceylon,


Birmania e Indonesia. Sostegno a tutti i popoli che lottavano per liberarsi dal
colonialismo. Anche l’Egitto guardò a questo movimento.

Terzomondo:
Sauvy coniò l’espressione “Terzo Mondo”: insieme delle nazioni che non avevano mai
avuto un ruolo politico e economico di primo piano.

Tito (Jugoslavia), Nehru (India) e Nesser (Egitto): adozione di una chiara politica di
neutralità rispetto ai blocchi della Guerra Fredda. 1961 Prima conferenza dei Paesi non
allineati: parteciparono 25 Stati.

Il ra reddamento degli Stati Uniti signi ca un intervento sul fronte monetario


internazionale sulla banca mondiale per fermar gli interventi che Nasser aveva chiesto
per costruire la diga ad Assuan.

L’Egitto decide di puntare sulla massima risorsa del paese che non è sotto controllo del
governo: il canale di Suez.

Per ritorsione, Nasser annunciò che avrebbe nazionalizzato il Canale di Suez. (26 luglio
1956). Il canale, dal 1875, era amministrato da una compagnia anglo-francese

L’operazione toccava gli interessi delle due potenze in nord Africa e medio oriente:
petrolio e Algeria e Suscitava la preoccupazione di Israele timoroso che l’Egitto usasse il
controllo del canale per ostacolare il tra co del porto di Eilat.

Contro il parere degli Stati Uniti, Inghilterra e Francia iniziarono a piani care un intervento
militare per riprendere il controllo del Canale. Francia e Inghilterra raggiunsero un accordo
con Israele.

Secondo il piano Israele il 29 ottobre avrebbe dovuto attaccare l’Egitto. Londra e Parigi
avrebbero inviato un ultimatum alle due parti altrimenti sarebbero intervenute militarmente
occupando l’area del canale per dividere le due forze contrapposte. Il piano fu,
militarmente, un successo su tutta la linea.

Tuttavia a successo politico si aggiunge un disastro politico che colpirà il prestigio della
Francia e dellInghilterra.

Non solo c’è una condanna dell’ONU ma si ha la Minaccia di intervento sovietico se gli
USA non avessero richiamato gli alleati. In quei giorni i sovietici erano impegnati a
reprimere la rivolta ungherese.

• Condanna di Washington e minaccia di ritorsioni economiche

• Eisenhower minacciò di vendere le riserve americane di sterline e colpire così


duramente l’economia inglese.

• Ritirata anglo-francese da Suez e israeliana dal Sinai

• si a erma la Logica della guerra fredda: due superpotenze, le vecchie potenze non
avevano più voce in capitolo

Il presidente egiziano,, vincitore politico della vertenza, divenne un modello per il mondo
arabo, alternativo sia alle monarchie troppo controllate dalle vecchie potenze coloniali
occidentali e una nuova via per cercare di allontanarsi da questo sistema del bipolarimo
tra Stati Unti e Unione Sovietica. Si parla quindi di Nasserismo
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Tra gli attori della crisi del 1956 trovasse posto lo Stato di Israele.

Quest’ultimo nasce da un processo di decolonizzazione: quello della Palestina. Ha delle


radici di ideali radicate che si erano a ermate a partire dalla seconda metà dell’800 con
l’ipotesi del Sionismo.
• Il Sionismo, ideale politico laico e nazionalista, mirava alla costruzione di un autonomo
Stato ebraico

• Si di use nell’Europa di ne Ottocento prendendo le mosse dalle dure condizioni in cui


gli ebrei erano costretti a vivere in alcune regioni, ad esempio nella Russia zarista
(Pogrom)

• Theodor Herzl fu il personaggio chiave che, prendendo spunto dall’ondata di


antisemitismo sollevata dal caso Dreyfus, pubblicò Lo stato ebraico (1896) in cui
espone le idee del Sionismo.

Vi è quindi la presa di coscienza da parte degli Ebrei della necessità di costruire un


proprio Stato in Palestina. Nel 1897 nacque l’Organizzazione sionista mondiale.

Fondamentale è il passaggio della Prima Guerra Mondiale. La Dichiarazione di Balfour


(ministro degli esteri britannico) del 1917:

È mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di
simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal
governo.
"Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare
nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo
scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi
delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle
altre nazioni". Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della
federazione sionista.

Una volta che si a erma il mandato britannico sulla Palestina, inizia un processo
migratorio.

• Nel primo dopoguerra la Palestina rientrò nei mandati britannici

• L’emigrazione di ebrei verso la Palestina era già iniziata prima della Grande Guerra

• Nel dopoguerra riprese con cifre sempre più consistenti

• Iniziano i primi attriti con i palestinesi (gli ebrei acquistavano le terre dai notabili locali
ma le facevano lavorare solo ai membri delle loro comunità)

• Nonostante alcune restrizioni introdotte dagli inglesi alla ne degli anni trenta la
comunità ebraica raggiunse il mezzo milione di persone

• 1936-1939: grande rivolta araba

Questo pone un problema alla GB che ha iniziato a pensare ad un piano per uno stato bi-
nazionale a partire dal Libri bianco del 1939.

La seconda guerra mondiale e l’olocausto legittimarono agli occhi dell’opinione pubblica


internazionale la richiesta ebraica di un «focolare nazionale».

Il clima di tensione fra arabi ed ebrei aumentò tanto che nel 1947 la Gran Bretagna
annunciò che di lì a un anno avrebbe rimesso il mandato all’ONU.

Risoluzione ONU 181 del novembre 1947: dividere la Palestina in due stati mantenendo
Gerusalemme sotto amministrazione internazionale; unione economica con moneta unica
tra i due Stati (uno a componente ebraica, l’altro a componente araba palestinese).

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Reazioni alla 181
Da entrambe le parti ci sono perplessità.

• Comunità ebraica: perplessità ma disponibilità a dichiarare l’indipendenza al momento


della partenza dei britannici. Dall’approvazione della risoluzione la Comunità iniziò a
consolidare le proprie organizzazioni.

• Comunità Araba: ri uto totale sostenuto dagli Stati arabi della regione.

Il 14 maggio 1948
• Dichiarazione d’indipendenza di Israele, subito riconosciuto da USA e URSS, oltre che
dalla quasi totalità dei paesi ONU.

• Attacco degli Stati arabi limitro . La Trans-Giordania era a capo delle forze armate

• Luglio 1949: armistizio. Israele guadagnò fasce di territorio in più rispetto al piano ONU,
Gaza fu annessa dall’Egitto e la Cisgiordania dalla Trans-Giordania che divenne
Giordania

• Profughi palestinesi: oltre 700 mila lasciarono i territori entrati sotto controllo di Israele
(risoluzione 194 ONU, diritto al ritorno)

• 800 mila ebrei residenti nei paesi arabi fuggirono in Israele

Nel 1964 nasce l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). È una
situazione di con itto permanente.

La guerra dei sei giorni 1967

§ Guerra dello Yom Kippur 1973

La guerra dei sei giorni


• Tensioni crescenti dopo il 1956. Nel maggio del 1967, dopo il ritiro dell’ONU, l’Egitto
riprese il controllo del Sinai

• 5 giugno 1967: attacco israeliano all’Egitto e rapida conquista del Sinai

• Occupazione della Cisgiordania e delle alture del Golan

• 10 giugno: ne della guerra

• Il risultato della guerra acuì le tensioni e alimentò il revanscismo arabo, soprattutto


egiziano

• Dure critiche a Israele dalla Francia e dall’URSS

• 1970: settembre nero in Giordania

La guerra dello Yom Kippur


• 6 ottobre 1973: l’Egitto di Sadat apre le ostilità contro Israele, colto di sorpresa
(festività dello Yom Kippur e inizio del Ramadan)

• Successi egiziani nel Sinai e avanzata siriana nel Golan. L’Opec tagliò la produzione di
greggio facendone alzare il prezzo (Shock petrolifero)

• Reazione israeliana lenta

• Sostegno massiccio degli USA a favore di Israele

• Contrattacco vittorioso: l’esercito israeliano superò il canale di Suez arrivando a poche


centinaia di km da Il Cairo

• 22 ottobre 1973: dopo un accordo fra USA e URSS l’ONU impose un cessate il fuoco
accettato da tutte le parti

La pace fra Israele ed Egitto


• Per l’Egitto di Sadat, nonostante la contro ensiva israeliana, le prime vittorie avevano
lavato l’onta del 1967

• Fare la pace con Israele: Sadat nel novembre del 1977 visitò Israele

• Accordi con la mediazione USA

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• Marzo 1979: trattato di Washington: pace fra Israele ed Egitto che riotteneva il Sinai

• L’Egitto venne espulso dalla Lega Araba e ruppe con l’URSS

• 6 ottobre 1981: assassinio di Sadat

Grazie alla mediazione del presidente americano Carter; l’Egitto otteneva la penisola del
Sinai, al prezzo della rottura dell’alleanza con Siria e URSS; Israele garantiva una pace
stabile.

Corno d’Africa e Africa australe


Il Corno d’Africa fu teatro della guerra tra Etiopia e Somalia nel 1964 e nel 1977 per la
regione dell’Ogaden. La Somalia fu poi teatro del colpo di stato militare di Siad Barre. In
Etiopia: nuovo regime comunista e avvicinamento all’URSS. 1993: l’Eritrea ottiene
l’indipendenza dell’Etiopia.

CAPITOLO 10
Il 1968

Il movimento di protesta giovanile ebbe il suo culmine nel 1968. Le cause erano sociali,
demogra che e politiche. La baby boom generation: aveva raggiunto l’età negli anni 60,
era cresciuta negli anni del benessere senza conoscere i drammi della guerra.
Cominciarono a ri utare la società dei consumi e proponevano una “contro cultura”: nuovi
stili di vita più comunitari che segnavano la rottura con il passato. Contestavano l’autorità
gerarchica. Lotte delle femministe contro il sistema del potere tradizionale degli uomini.
La protesta aveva una dimensione transnazionale. Si battevano per una democrazia
partecipativa.

USA: occupazione del’Università d Berkeley nel 1964 protesta paci sta per il Vietnam e
prime tecniche di autogestione dell’istituzione universitaria. Nascono gli Hippies:
spiritualità di stampo orientale, uso di droghe, costumi sessuali liberi. Lotta per i diritti
degli afroamericani e delle minoranze. La protesta toccò il suo apice con l’assassinio di
Martin Luther King il 4 aprile del 1968 e nello stesso anno l’assassinio di Kennedy.

Francia: Il “maggio francese” alla ribellione dei giovani delle università, che contrastavano
la cultura accademica tradizionale, si unirono i lavoratori con uno sciopero generale. De
Gaulle trattò con i sindacati e chiamò il paese alle elezioni: vinse il partito gollista che
sancì la ne dei moti del 1968.

Italia: la protesta partì dalle università e coinvolse anche la classe operaia. Marcata
connotazione ideologica, maoista e leninista. Nacquero i gruppi di sx extra parlamentare.

L’autunno caldo: proteste degli operai impegnati nel rinnovo del contratto, scioperi e
rivendicazioni. I salari furono aumentati e fu ridotta la settimana lavorativa.

1970 Statuto dei Lavoratori: insieme di norma sui rapporti tra dipendenti e datori.

Cecoslovacchia: Ribellione di Praga/Primavera di Praga: “socialismo dal volto umano” di


Dubcek. Le riforme messe in atto in Cecoslovacchia allarmarono l’URSS che invase il
pese il 26 agosto 1968. La popolazione promosse una resistenza passiva. Lo shock
dell’invasione colpì i paesi comunisti occidentali che presero le distanze dall’intervento
sovietico.

Cina: “Rivoluzione culturale” cinese dal 1966 al 1969: campagna contro la


burocratizzazione del partito promossa da Mao. Le vittime della protesta furono rinchiusi
nei campi di rieducazione. La protesta si concluse nel 1969 con un ra orzamento con un
ra orzamento della classe dirigente.

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Il Nuovo Femminismo:

Alla ne della seconda guerra mondiale le donne raggiunsero il diritto di voto, ma il


modello ancora di uso regalava la donna entro lo spazio domestico.

Betty Friedan: ”mistica della femminilità” questo ideale veniva veicolato dai mass edia e
dalla cultura tradizionalista maschile. Le donne americane erano valorizzate in quanto
“madri della nazione” e relegate in un ambito circoscritto e culturalmente emancipate.
Progressivo inserimento delle donne nel mondo del lavoro. Simone de Beauvoir:
a ermava che la donna aveva sempre rappresentato il polo negativo di un binomio in cui
il positivo era rappresentato dall’uomo. La liberazione della donna deve avvenire in modo
collettivo. Mette in luce il concetto di cittadinanza imperfetta.

Negli USA spesso la lotta per i diritti e l’emancipazione femminile si sovrapponeva a


quella dei diritti civili dei neri.

Il femminismo aveva come obiettivo il riconoscimento di una “speci cità femminile”


a ermazione delle di erenze.

“decennio delle donne”: lanciato dall’ONU nel 1975 con la Conferenza di Città del
Messico e nel 1979 fu approvata la “Carta dei diritti delle donne” dove si promuoveva la
lotta contro tutte le forme di violenza e discriminazione.

Crisi petrolifera e crollo del sistema di Bretton Woods


1944 Accordi di Bretton Woods: stabilivano un sistema di cambi che legava le singole
monete al dollaro, che diventava la valuta di riferimento per gli scambi.

1967 la Gran Bretagna per far fronte alla crisi economica, violò l’accordo svalutando la
sterlina in rapporto con il dollaro.

Durante gli anni 70 l’URSS iniziò ad accumulare le proprie riserve valutarie su banche
europee (“euro-dollari”) creando una massa monetaria che sfuggiva al diretto controllo
americano. Analogamente fecero i paesi produttori di petrolio con i “petrodollari”.

Progressivo deprezzamento del dollaro per via della diminuzione del rapporto di cambio
tra ne del sistema di Bretton Woods.

Costante aumento del prezzo del petrolio. Nel 1960 era nata l’OPEC, nel 1967 dopo la
guerra arabo-israeliana dei sei giorni, i paesi produttori di petrolio tentarono un embargo
per colpire le economie occidentali.

1973 guerra dello Yom Kippur: i 6 paesi dell’OPEC annunciarono la riduzione della
produzione e all’aumento del prezzo del petrolio -> shock petrolifero che si riversò sui
prezzi dei beni di consumo producendo un aumento del tasso di in azione che portò a un
calo di consumi. Fenomeno della stag azione: recessione/stagnazione produttiva +
in azione.

Distensione
1968 Eletto Nixon (repubblicano): lui e il suo collaboratore per gli a ari internazionali
Kissinger decisero di adottare in Vietnam una strategia a tre punti:

- Ritiro graduale delle truppe di terra

- Intensi cazione dei bombardamenti sul Vietnam del Nord

- Vietnamizzazione del con itto per rendere il Sud progressivamente autosu ciente.

Politica interna: orientamento conservatore. Presentò un progetto de nito new federalism,


per ridurre le competenze del governo centrale cedendole ai singoli Stati. Promosse lo
strumento ell’a rmative action, un pacchetto di norme anti-discriminazione a sostegno
delle minoranze etniche.

Fine degli anni 60 fase della distensione. Segnali di distensione in Europa: Brandt, leader
della SPD e nominato nel 1969 cancelliere della BRD, era fautore di una politica di
apertura verso l’Est, per riallacciare i rapporti con la DDR. Siglò un accordo con l’URSS
nel 1970 in cui entrambi si impegnavano a rispettare la divisione della Germania. Nel 1972
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Brandt rmò un trattato con i tedeschi orientali che sanciva l’inviolabilità dei con ni tra i
due Stati.

Distensione tra USA e Cina: ping pong diplomacy, iniziò a Pechino con l’invio di una
squadra americana di giocatori di ping pong nel 1971 e era proseguita con l’ammissione
della Repubblica Popolare cinese nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

1972: USA e URSS accordo SALTI: limitava il numero di missili balistici intercontinentali e
ssava una soglia alle armi strategiche. (Primo Trattato sul controllo degli armamenti).

Recessione economica USA: nel 1971 Nixon era stato costretto a porre ne alla
convertibilità del dollaro. Il presidente fu travolto dallo scandalo di Watergate, inchiesta
giornalistica che lo accusava di aver coperto attività illecite di spionaggio da parte dei
suoi collaboratori a danno del Partito democratico. Nixon si dimise.

Anni di Piombo:

Fine degli anni 60: stagione di riforme al sistema pensionistico, l’ordinamento scale,
venne attuato l’istituto delle regioni, legge sul divorzio.

Si formano: organizzazioni eversive di destra (ordine nuovo, avanguardia nazionale) che


intendevano dare, attraverso la lotta armata, un esito autoritario; gruppi armati della
sinistra estrema (Brigate Rosse, Prima Linea e i Gruppi comunisti combattenti).

Anni 70: Anni di Piombo, terrorismo eversivo di destra e sinistra.

12 dicembre 1969, strage di Piazza Fontana a Milano: bomba nella sede della banca
nazionale dell’Agricoltura, 17 morti. Primo atto di un disegno eversivo dell’estrema destra.
“strategia della tensione” volta a spostare a destra gli equilibri politici del Paese.

1974: bombe in Piazza del Loggia a Brescia e bombe sul treno Italicus nel tratto tra
Firenze e Bologna (20 morti).

2 agosto 1980: Bomba alla stazione di Bologna che causò 85 morti.

Le Brigate rosse cominciarono a colpire i presunti simboli dello stato capitalista con la
“propaganda armata” che dispiegò la massima violenza.

Dal 1973 Stag azione: fase di recessione economica che riacutizzo i con itti sociali e le
rivendicazioni Berlinguer: procedette verso un “compromesso storico” tra comunisti,
socialisti e democristiani. Elezioni del 1976, fu evidente l’accentuarsi del processo di
polarizzazione politica, che portò a un governo monocolore democristiano che poteva
contare sulle astensione concordate di PCI, PSI, PSDI, PLI (“governo delle astensioni”).

16 marzo 1978: un commando delle Brigate Rosse rapì il presidente della DC Moro,
chiedevano la liberazione di alcuni loo militanti. La strategia di fermezza portò
all’assassinio di Moro il 9 maggio 1978.

Nel 1981 le BR tornarono in azione con il rapimento del generale americano della NATO
Dozier, la polizia riuscì a liberarlo.

Dal Welfare al neoliberalismo:

1975 Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, sancì la volontà


comune di stabilizzare l’assetto europeo e promuovere le relazioni economiche
commerciali.

1976 amministrazione americana di Carter, riduzione degli armamenti;

1979 SALTII con Mosca che ssava un limite massimo dei missili. Segue un nuovo
ra reddamento dei rapporti USA/URSS (una causa furono i negoziati di Camp David tra
Egitto e Israele, con mediazione americana). Politiche neoliberiste: nalizzate a contenere
l’in azione e a diminuire il debito pubblico. I primi sperimentatori furono Gran Bretagna e
USA.

In Gran Bretagna Margaret Thatcher (partito conservatore) vinse le elezioni nel 1979 e fu
la prima donna alla guida di un governo britannico. ridusse la pressione scale diretta ma
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aumentò l’imposta sull’IVA e introdusse la poll tax 8imposta di famiglia). Operò taglia alla
spesa pubblica.

1982 guerra delle Falkland-Malvinas: guerra contro il regime militare argentino che aveva
occupato l’arcipelago britannico.

In USA nel 1980 eletto Ronald Regan: repubblicano. Ripresa della Guerra Fredda,
campagna contro l’URSS, riarmo americano.

Politica estera interventista. Economia: tagli alla spesa sociale, deregolamentazione del
sistema economico, diminuzione dei vincoli sindacali e amministrativi che gravano sulle
imprese. Generazione degli yuppies e comparsa anche in Europa dell’edonismo
reganiano.

Tigri asiatiche:

1950/73: miracolo giapponese: modello giapponese di capitalismo, attaccamento dei


lavoratori alle aziende, coordinamento tra i lavoratori e razionalizzazione del ciclo di
produzione.

1973/90: seconda ondata di sviluppo economico dell’Asia: le 4 tigri asiatiche (Taiwan,


Corea del sud, Hong Kong, Singapore): manodopera a basso costo, misure
protezionistiche. Era un “modello di capitalismo senza democrazia”.

CAPITOLO 11
Crisi delle dittature

Grecia, Spagna e Portogallo:


Grecia: la seconda guerra mondiale aveva lasciato una guerra civile tra il 46/49 tra il
Partito Comunista (sostenuti da URSS e Jugoslavia) e il governo monarchico di Re
Giorgio II (sostenuto da Gran Bretagna e USA). Nel 1949 i comunisti furono costretti ad
arrendersi. Gli USA ammisero il paese nell’alleanza atlantica e inviarono risorse. Nel 1964
vittoria di Pampadreu, partito riformista, che non ebbe il riconoscimento del Re
Costantino II che lo costrinse a dimettersi. Il 21 aprile del 1964 colpo di stato militare
guidato da Papadopulos: dittatura dei colonnelli, di stampo autoritario, nazionalista e
anticomunista.

Tacito appoggio degli USA.

Rottura dei rapporti con la CEE. Nel 1973 subentrò il generale loannides: attacco all’isola
di Cipro per cui c’era un contenzioso con la Turchia -> vinse la Turchia.

1974 vinse alle elezioni Karamanlis e scelse una forma di stato repubblicana.

Portogallo: 1926 colpo i stato militare di Salazar, dittatura di stampo corporativo cattolico.
Neutralità nella seconda guerra mondiale e ammissione al piano Marshall e alla NATO. La
guerra nelle colonie costrinsero Salazar ad aprire l’economia agli investimenti stranieri.

1974 colpo di stato di Spinola: sciolse la polizia segreta, eliminò la censura, favorì il
processo di decolonizzazione.

Nello stesso anno si dimise -> rivoluzione dei garofani = nazionalizzazione delle industrie
e riforma agraria. Elezioni: vinse Soares che instaurò un sistema presidenziale e
parlamentare.

Spagna: Franco designò come un suo successore Juan Carlos di Bordone, che nel 1975
fu incoronato re.

1946 Referendum su una riforma istituzionale che reintroduceva il su ragio universale e


un parlamento bicamerale. Il capo del governo Suarez sottoscrisse con tutte le forze
politiche i “Patti della Moncloa”: una concentrazione politica e sociale che riuscì a far
scendere l’in azione. La nuova Costituzione manteneva la monarchia,

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URSS e Paesi del Patto di Varsavia
Chruscev: riforme sociali e assistenziali. Nel 1964 fu destituito e alla segreteria del partito
fu chiamato Breznev e il governo fu a dato a Kosygin.

Romania: desiderio di indipendenza. Fu il primo paese del blocco comunista a entrare


nelle istituzioni economiche dell’Occidente.

Cecoslovacchia: aveva raggiunto un “socialismo completo” dove il livello di egualitarismo


era massimo. Dubcek “socialismo dal volto umano”: prevedeva una serie di aperture,
tolse la censura, liberalizzazione. Con la primavera di Praga l’esercito sovietico represse
qualsiasi forma di riformismo e rivolta.

Polonia: regime di Gomulka, sostituito nel 1971 da Gierek. Accolse le richieste operaie:
aumento dei redditi e contenimento dei prezzi, concesso ai lavoratori il diritto di fondare
organizzazioni sindacali libere: nasce il Solidarnosc nel 1980. Gierek fu sostituito da
Jurazleski: il 13 dicembre 1981 fu proclamata la legge marziale e il sindacato fuori legge.

1971 in Medio Oriente:


1979 peggioramento rapporti USA/URSS. La rivoluzione teocratica in Iran e l’invasione
sovietica dell’Afghanistan misero in allerta gli americani.

Iran: la rivoluzione iraniana abbatté il regime monarchico di Pahlavi. Khomeini: guida


morale e spirituale della rivoluzione islamica, fondò uno stato islamico: teocrazia fondata
sulla legge del Corano e sorvegliata dagli ayatollah (dottori della legge islamiche). Il 30
marzo 1979 nacque la Repubblica Islamica.

Crisi con gli USA: un gruppo di studenti islamici prede d’assalto l’ambasciata americana a
Teheran.

Accentuò l’isolamento internazionale dell’Iran.

Iraq: Nel 1968 colpo di stato militare, Ahmad Hassan al-Bakr diventa Presidente delle
Repubblica e primo ministro, coadiuvato da Saddam Hussein. Deterioramento dei
rapporti tra Iran/Iraq per motivi ideologici e politici, tensioni di con ne, giacimenti
petroliferi.

1972: alleanza Iraq/URSS di tipo militare e economico.

1977: Saddam fu posto a capo del settore petrolifero per poi diventare nel 1979
presidente della repubblica. 1980-88 invasione dell’Iran da parte dell’Iraq: Saddam
sperava di ottenere l’appoggio degli USA e così fu. Nel 1987 il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU impose il cessate il fuoco.

Per l’URSS l’impegno militare in Afghanistan aveva l’obiettivo di contenere il


fondamentalismo islamico, mentre gli USA interpretarono l’azione come un tentativo
espansionistico. Il ritiro delle truppe avvenne nel 1988.

Nel 1992 cadde la Repubblica democratica dell’Afghanistan e si a ermarono i taleban: un


movimento politico e militare di stampo fondamentalista.

Gorbachev:

Anni 80: crisi URSS, i tassi di crescita erano azzerati + tensioni etniche e religiose.

Successori di Breznev: Andropov (morì due anni dopo); Cernenko (malato). Nel 1985 fu
chiamato alla segreteria del partito Gorbachev.

Progetto politico della perestrojka: ristrutturazione. 2 obiettivi: migliori condizioni di vita e


aumentare i tassi di produttività. Ritiro delle truppe in Afghanistan.

Ristrutturazione completa dell’economia e accelerazione del sistema produttivo;


liberalizzazione dell’iniziativa privata.

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1988/90 nuova fase di recessione -> avvio della Glasnost: trasparenza, soppressione
della censura, de- ideologizzazione del sistema informativo, apertura dello spazio politico
di partecipazione.

1989, Elezioni per il Congresso: successo dei riformisti con Eltsine. Gorbachev venne
eletto presidente dell’URSS.

Istanze secessioniste e rivendicazioni delle repubbliche baltiche che proclamarono la loro


sovranità all’interno dell’Unione.

1990: Lituania si dichiara indipendente, poco dopo anche Estonia e Lettonia.

Gorbachev reagì con un blocco economico e poi con l’intervento delle truppe.

Scontro interno tra Gorbachev e Eltsine -> rimpasto governativo che porta
all’allineamento dei riformatori. Eltsine sciolse il PCUS e smantellò il KGB.

1991: nasce la Comunità di Stati Indipendenti: Eltsine con i presidenti di Ucraina e


Bielorussia poi allargata a tutte le ex repubbliche sovietiche. Gorbachev si dimise e la
bandiera dell’URSS venne ammainata, l’unione sovietica non esisteva più.

Caduta del Muro di Berlino:

Ungheria: il paese più occidentalizzato tra quelli del Patto di Varsavia.

Nuovo esponente dell’ala riformista: Grosz, allentò la censura, formazione di sindacati


autonomi.

La repubblica venne ribattezzata Repubblica di Ungheria. 1990: prime elezioni


pluripartitiche, vittoria del Forum democratico ungherese e ne del dominio comunista.

Polonia: nel 1989 Solidarnosc venne legalizzato. Prime libere elezioni: Solidarnosc
ottenne 99/100 seggi. Il voto popolare esprimeva il ri uto del regime da parte dei
polacchi. Si insediò il primo governo non comunista con a capo Mazowiecki.

Germania Est: Controllo totale sulla vita pubblica e privata dei cittadini e ettuato dalla
stasi, polizia segreta. Nel 1989 l’Ungheria smise di controllare le frontiere orientali e
migliaia di tedeschi attraversarono il con ne con l’Austria. Krenza: segretario del partito.

La sera del 9 novembre fu annunciata l’approvazione di una legge che avrebbe


autorizzato, senza più necessita di visto e preavviso, i viaggi nelle Germania Ovest. La
popolazione berlinese si recò in massa presso il Muro cercando di oltrepassarlo.

Lungo entrambi i lati berlinesi lo abbatterono, era simbolo della Guerra Fredda. 13 agosto
1961 – 9 novembre 1989. Porta al crollo del regime tedesco – orientale, l’uni cazione: 31
agosto 1990, Trattato di uni cazione – ne della DDR.

Cecoslovacchia: crisi del 1989 brutale repressione di una manifestazione studentesca. Fu


costituito un governo di unità nazionale a maggioranza non comunista sotto la guida di
Dubcek, il vecchio leader della primavera di Praga.

Bulgaria: 1990 libere elezioni e vittoria degli ex comunisti. Riconoscimento alle minoranze
turche e musulmane gli stessi diritti dei cittadini bulgari.

Piazza Tiananmen:

Mao morì il 9 settembre 1976. Ascesa di Deng nel 1978, programma delle 4
modernizzazioni: riguardanti il settore agricolo, l’industria, la difesa e il settore scienti co-
tecnologico. Si ottennero risultati positivi ma insu cienti

1980:la Cina entra nella Banca mondiale e nel Fondo monetario internazionale.

Crescente divario tra zone ricche e zone povere, spostamento dei giovani nelle città. A
Pechino nacque il muro per la democrazia, dove si a ggevano giornali murali. Ma il
socialismo rimase alla base della vita politica della Cina. Furono cancellate dalla
Costituzione 4 liberà: di parola, di espressione, di tenere dibattiti e di scrivere giornali
murali.

15 aprile 1989 – 4 giugno 1989: Manifestazione di Piazza Tiananmen, con sciopero della
fame -> repressione militare e strage.

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Crollo del mito sovietico:

Italia: già Berlinguer aveva preso le distanze da Mosca prima del crollo sovietico,
contrapponendo al comunismo il concetto di eurocomunismo: punto d’incontro tra
ideologia comunista e la concezione pluralista delle società occidentali.

1991: Cambio di nome del Partito Comunista in Partito democratico della sinistra (PDS):
causò la scissione delle correnti ancora legate al comunismo che formarono il partito di
Rifondazione Comunista.

Spagna: il Partito Comunista sotto la direzione di Carillo si era avvicinato al progetto di


eurocomunismo promosso da Berlinguer. Contribuì al processo di democratizzazione.

Germania est: la SED, ovvero il Partito Socialista uni cato della Germania Est, cambiò il
proprio nome dopo il crollo del muro di Berlino in Partito della Sinistra (PDS).

Portogallo: posizioni vicine all’eurocomunismo.

Unione Europea, allargamenti.

1991: Consiglio europeo di Maastricht fu approvato un nuovo trattato che istituiva


l’Unione Europea, elementi di carattere politico e ssava regole e le prescrizioni di tipo
economico che avrebbero dovuto consentire l’introduzione di moneta unica. Creazione
dell’EUROPOL, u cio europeo di polizia contro il terrorismo, il tra co di droga e la
criminalità. Il passaggio da comunità a unione segnò l’arrivo della cittadinanza europea.

1998: trattative per l’ingresso dei paesi dell’Europa dell’Est. Oggi sono 28 i Paesi Membri.

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Un leone alla catena corta

Chiamato a succedere a Cavour nel giugno del 1861, Bettino Ricasoli si misurò con una
realtà sostanzialmente inedita quale quella dello Stato liberale costituzionale forgiato
dall’insigne scomparso.

La transizione compiutasi tra il 1859-1861, infatti, segnò per i protagonisti una rottura così
profonda da metterli di fronte ad un sistema politico completamente nuovo, le cui basi in
molti dovevano ancora far proprie.

Nello stesso tempo occorreva operare scelte decisive per il consolidamento del neonato
Regno d’Italia.

Bettino Ricasoli, il barona di ferro, si confrontò con entrambe queste esigenze, spesso
non trovandosi a suo agio in un mondo, quello della politica, di cui stentò a comprendere
ed accettare i rituali pur rimanendo al suo interno, con passione, no alla morte.

Perciò in politica si sentì sempre un leone alla catena corta.

Bettino Ricasoli nacque il 9 marzo 1809 a Firenze, glio del barone Luigi Ricasoli,
discendente da una nobile famiglia orentina in via di decadimento economico, e di
Elisabetta Peruzzi, appartenente all'omonima famiglia di banchieri toscani, la quale con la
sua dote risollevò, almeno parzialmente, la precaria situazione economica della famiglia
Ricasoli (che vantava tra i suoi membri anche Scipione de' Ricci, glio di Luisa Ricasoli).

Da bambino studiò al Collegio Cicognini di Prato, dove mostrò uno spiccato interesse per
le scienze siche e naturali: dopo aver trascorso la prima infanzia con i genitori nel
Castello di Brolio, presso Gaiole in Chianti in provincia di Siena, nel 1816 il padre Luigi
morì. Poi, di ritorno da un viaggio di studi in giro per l'Europa con il suo precettore, durato
dal 1825 al 1827 e che lo portò a Parigi e a Vienna, il giovane Bettino rimase orfano all'età
di diciotto anni per la morte della madre, ereditando una proprietà oberata dai debiti.
Dichiarato maggiorenne per decreto speciale del Granduca di Toscana, che gli assegnava
anche la potestà sui fratelli più giovani, il giovane barone, divenuto nel 1834 membro
dell'Accademia dei Georgo li e sposatosi con l'ereditiera Anna Bonaccorsi, interruppe gli
studi e si ritirò a Brolio nel 1838, ssandovi la sua residenza. Qui, con un'attenta gestione
economica, riuscì a salvare la proprietà di famiglia, rendendola produttiva in campo
enologico e provvedendo alle condizioni morali e materiali dei suoi mezzadri. Spinto da
un forte spirito religioso ma non clericale, con una visione di apostolato morale ed
economico di cui egli stesso dava l'esempio più intransigente (per questo fu chiamato
Barone di ferro), educò personalmente i propri contadini in materia di fede e religione, a
volte recitando discorsi moraleggianti dai titoli biblici oppure istituendo premi ai più
operosi, dedicati al patrono dei contadini, sant'Isidoro Agricola.

L'ascesa politica nel Granducato


Ricasoli fu un uomo d'azione, molto religioso e di spirito meditativo, anche se di
temperamento brusco, riservato e spigoloso: fatto che gli guadagnò un nuovo
soprannome, "Orso degli Appennini". Il suo orientamento politico, almeno all'inizio, fu
condizionato dai pensieri e dagli scritti di Cesare Balbo e di Massimo d'Azeglio. Oltre a
questo, era amico personale dei maggiori esponenti liberali moderati toscani, come Gino
Capponi e Ra aello Lambruschini, un religioso simpatizzante delle teorie del
giansenismo.

Seguendo la sua indole religiosa, Ricasoli non aderì al movimento del neoguel smo
propugnato da Vincenzo Gioberti, il pensatore patriottico più ascoltato di quel momento,
perché considerava il progetto neoguelfo (una Confederazione italiana sotto guida papale)
molto irrealistico, giungendo anzi alla conclusione che il papato avrebbe dovuto riformarsi
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poiché, "priva della religione, la società italiana non aveva basi". La discesa in campo
politico per il nobile toscano avvenne nel febbraio del 1846, quando inviò un coraggioso
memoriale al granduca Leopoldo II per incitarlo a promulgare le riforme richieste dagli
ambienti liberali, ricordando al contempo il ruolo riformatore che avrebbe dovuto investire
il clero toscano, per meglio svolgere il suo ruolo di apostolato.

Nel 1847, Ricasoli fondò il giornale La Patria, il cui programma mirava a de nire la
"costituzione della nazionalità italiana".

Nell'ottobre dello stesso anno fu incaricato di mediare tra Toscana e Modena in un


con itto scoppiato a causa dell'annessione del territorio di Lucca alla Toscana, recandosi
alla corte del Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia a Torino per convincerlo a fare da
mediatore tra le parti in causa.

Questo fatto lo convinse che era necessario gettare le basi per una nuova politica italiana,
oltre che a stimare lo Stato piemontese e il suo monarca per il ruolo che avrebbero potuto
avere nel processo di uni cazione nazionale.

Nel 1848, dopo la concessione della Costituzione da parte del governo granducale,
Ricasoli venne eletto gonfaloniere (ossia sindaco) di Firenze, dimostrandosi un fervente
sostenitore dell'intervento armato a anco dei piemontesi nella Prima Guerra
d'Indipendenza. Dimessosi dopo la presa del potere in Toscana dei democratici radicali
Giuseppe Montanelli e Francesco Domenico Guerrazzi, i quali avevano costretto il
granduca Leopoldo II a fuggire e trovare riparo a Gaeta e avevano proclamato la
Repubblica, Ricasoli fu persuaso dagli eccessi e dalla demagogia dei due politici a far
parte di coloro che chiesero, dopo la conclusione della guerra e la restaurazione del
predominio austriaco nel Nord Italia nel 1849, il ritorno del Granduca. Profondamente
deluso dal nuovo atteggiamento anti-liberale di Leopoldo e del sostegno dell'esercito
austriaco per la riconquista del trono, il barone preferì emigrare con la famiglia in Svizzera,
da dove tornò solo nel 1851, per ritirarsi nuovamente a Brolio senza neanche passare da
Firenze, per evitare di vedervi le truppe austriache acquartierate.

Dopo la morte della moglie, Ricasoli continuò nella gestione della sua tenuta e della
boni ca di una sua proprietà in Maremma, dove fu il primo, tra i grandi proprietari terrieri,
a introdurre macchine agricole per la coltivazione dei campi. Forte nella sua missione, a
dispetto dei disastri del 1849 avvenuti in Italia, Ricasoli poneva molta ducia nel Piemonte
come "Stato" capace di coagularne politicamente altri, tra cui la Toscana, in un'unica e
futura nazione italiana. Rimase tuttavia fuori dal contesto politico no al 1856, quando si
avvicinò sempre più alle posizioni liberali di Cavour, primo ministro del Regno di
Sardegna, simpatizzando per la creazione, quello stesso anno, della Società Nazionale,
che raggruppava tutti i patrioti italiani di diverse estrazioni ideologiche attorno al
programma dell'unità nazionale italiana attorno allo stemma dei Savoia. A ciò si aggiunse
la personale stima tra i due uomini politici italiani, entrambi di indirizzo conservatore,
sebbene Ricasoli detestasse le manovre occulte e la diplomazia segreta, punto cardine
della politica estera piemontese di quegli anni.

I governi nel Regno d'Italia


ll 6 giugno 1861 era morto, dopo una breve malattia, il presidente del Consiglio in carica,
Camillo Benso conte di Cavour. L’impatto della morte fu enorme in Italia e all’estero,
producendo disorientamento e sconcerto.

Nonostante il lutto, bisognava velocemente trovargli un successore a nché il giovane


Regno d’Italia non rimanesse troppo a lungo privo di guida nella complessa fase di
transizione dalla rivoluzione dell’ordinaria amministrazione.

Cavour non lasciava un’eredità facile, poiché non aveva avuto il tempo di portare a
compimento nulla in attesa dei riconoscimenti internazionali. Tra questi in particolare era
rimasto in sospeso quello francese al quale il Conte aveva legato delle trattative per porre
dei punti fermi sulla questione romana.

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La stima di Cavour per il barone toscano non tardò ad arrivare.

Il 27 aprile 1859, dopo la de nitiva partenza di Leopoldo da Firenze e la nomina del


Governo Provvisorio Toscano con Carlo Bon Compagni di Mombello in qualità di
commissario regio, Ricasoli vi entrò come ministro dell'Interno, per poi assumere, dopo
l'armistizio di Villafranca, il potere centrale con il rango di prodittatore.

In tal veste organizzò il plebiscito dell'11 e 12 marzo 1860 che sanciva l'unione della
Toscana al Regno di Sardegna, con 366.571 voti favorevoli e 14.925 contrari, portandone
personalmente i risultati al re Vittorio Emanuele II a Torino.

Ricasoli fu poi nominato dal governo piemontese governatore provvisorio della Toscana,
spesso scontrandosi con la politica governativa u ciale, volta a mantenere gli equilibri
internazionali per riprendere il processo unitario per via diplomatica. Infatti il governatore
toscano diede ospitalità a Giuseppe Mazzini, su cui pendeva ancora la condanna a morte
per la tentata sollevazione di Genova del 1857, inviò armi a Viterbo e nelle Marche per
fomentarvi la rivolta contro Pio IX e, dopo l'ingresso di Garibaldi a Napoli nel settembre
del 1860, scrisse una lettera imperiosa a Cavour e al governo per chiedere di mobilitare
l'esercito per a ancare i volontari garibaldini.

Sempre nel 1859 Ricasoli ebbe un ruolo determinante nella fondazione del nuovo giornale
La Nazione, il quale poneva la tematica nazionale al centro del proprio interesse n dal
titolo.

Dopo essere stato eletto deputato nel gennaio 1861 e aver votato a favore della legge che
proclamava, il 17 marzo 1861, la nascita del nuovo Regno d'Italia, Ricasoli successe, il 12
giugno dello stesso anno, a Cavour, morto sei giorni prima, nella carica di Presidente del
Consiglio dei ministri.

Dopo aver formato un governo in cui assunse, oltre la presidenza, anche i dicasteri della
Guerra e degli Esteri, improntò la sua attività di governo ad una forte spinta unitaria nella
gestione amministrativa dello Stato e nel tentativo di risolvere diplomaticamente la
Questione romana con la Santa Sede e la Francia.

I problemi per il neonato Stato erano infatti enormi sia in politica interna che estera: a
parte l'Inghilterra, nessuna potenza europea aveva riconosciuto il nuovo Regno, Roma e il
Veneto mancavano ancora all'unità nazionale, mentre all'interno bisognava procedere
all'assimilazione economica, culturale e amministrativa delle diverse regioni attraverso
l'uni cazione dei sistemi amministrativi, giuridici, scolastici ed economici. Oltre a questo,
nel Mezzogiorno imperversava con virulenza il brigantaggio, fomentato dal papa e dai
Borbone in esilio a Roma per destabilizzare il Regno d'Italia e cercare di riprendere
possesso della corona napoletana. Ricasoli a rontò tutto con estrema autorevolezza e
decisione: il 15 luglio 1861 a dò i pieni poteri al generale Enrico Cialdini per stroncare nel
Mezzogiorno il brigantaggio, da lui visto come un fenomeno di delinquenza comune
senza capire i reali problemi della realtà meridionale; il 9 ottobre i decreti del suo
gabinetto estesero a tutta Italia gli ordinamenti dello Stato sabaudo, tra cui la suddivisione
in provincie e comuni, nell'ottica di una visione di compagine statale centralizzata che il
primo ministro sosteneva a discapito del progetto regionalistico proposto da Marco
Minghetti, mentre in campo nanziario venne istituito, per iniziativa del ministro delle
Finanze Pietro Bastogi, il Gran Libro del Debito pubblico, che uni cava tutti i debiti
pubblici degli Stati preunitari, oltre all'imposizione di nuove tasse per risanare il de cit
statale creatosi all'indomani dell'uni cazione. Inoltre ammise gran parte dei volontari
Garibaldini nell'esercito regolare e revocò l'esilio a Mazzini.

In politica estera, il Presidente del Consiglio italiano ottenne, il 15 giugno 1861, il


riconoscimento diplomatico della Francia e tentò invano la riconciliazione con la Santa
Sede, riprendendo le trattative con Napoleone III già iniziate da Cavour per il ritiro della
guarnigione francese da Roma e la sua annessione al Regno d'Italia. Infatti il 10
settembre Ricasoli inviò a Parigi un progetto di riconciliazione con il papa, che prevedeva
l'annessione di Roma all'Italia in cambio della sovranità personale di Pio IX sulla capitale,
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una donazione annua per il Vaticano e l'autonomia papale per la nomina dei vescovi. Il
governo francese però ri utò la proposta, e allora Ricasoli cercò di trattare direttamente
con il ponte ce, aggiungendovi di suo, però, un più rigido statalismo e una certa vena di
riformismo, come la richiesta alle gerarchie ecclesiastiche di riconciliare la Chiesa con la
società civile. La mancanza di tatto e diplomazia di Ricasoli però diede spazio alle
manovre personali del re Vittorio Emanuele II, che anteponeva le ambizioni per il Veneto a
Roma e progettava sbarchi in Dalmazia con lo scopo di destabilizzare l'Impero asburgico,
progetto avallato dallo stesso imperatore francese, lieto di indirizzare altrove le iniziative
della politica estera italiana.

Sprezzante degli intrighi del suo rivale Rattazzi, poco malleabile alle intromissioni della
corte nella politica estera e incapace di dominare una maggioranza parlamentare in cui
emergevano gruppi orientati da rivalità regionali, Ricasoli, dopo che il 28 febbraio 1862
aveva inviato al sovrano, che lo accusava di essere troppo attendista, un'aspra lettera di
congedo, si trovò obbligato alle dimissioni il 3 marzo successivo.

Dopo un periodo di ritiro a Brolio (dove, fra l'altro, nel 1863 accolse lo stesso Vittorio
Emanuele II) e la morte dell'unica glia Bettina, Ricasoli ritornò al potere il 20 giugno
1866, sostituendo il generale La Marmora, che assunse il comando dell'esercito italiano
durante la Terza Guerra d'Indipendenza, conservando l'incarico no al 10 aprile 1867. Del
suo secondo incarico sono da ricordare il ri uto dell'o erta di Napoleone III di cedere
Venezia all'Italia in cambio dello scioglimento dell'alleanza dell'Italia con la Prussia e il
ri uto nell'accettare la decorazione prussiana dell'Aquila nera perché questa non era stata
anche o erta a La Marmora, autore dell'alleanza stessa.

Inoltre, mentre era al governo, nel settembre del 1866 scoppiò a Palermo una
sollevazione popolare, nota come Rivolta del sette e mezzo, durata dal 16 al 22
settembre, organizzata da forze sovversive eterogenee anti-unitarie ( lo borbonici,
clericali ed ex-garibaldini), che per una settimana presero il controllo del capoluogo
siciliano. Ricasoli allora fece intervenire la Regia Marina, che cannoneggiò la città dal
mare, e inviò in Sicilia un corpo di spedizione di 50.000 uomini al comando del generale
Ra aele Cadorna in qualità di regio commissario, il quale attuò una feroce repressione
che provocò almeno 1.000 tra morti e giustiziati. Poi, risolta la situazione interna, Ricasoli
ancora la riconciliazione con lo Stato Ponti cio.

Infatti, alla partenza dei francesi da Roma verso la ne del 1866, propose al papa una
convenzione in virtù della quale il Regno d'Italia avrebbe restituito alla Chiesa le proprietà
degli ordini religiosi soppressi, in cambio del graduale pagamento di 24 milioni di lire. Per
avvicinare la Santa Sede il capo del governo concesse l'exequatur a quarantacinque
vescovi contrari al regime italiano.

Il Vaticano accettò questa proposta ma la Camera dei deputati si trovò refrattaria e,


sebbene Ricasoli la facesse sciogliere dal re in marzo, la successiva, complice anche
l'avanzata della Sinistra, fu ancora più ostile all'accordo.

Gli ultimi anni

A questo punto, preso atto del risultato elettorale, il 10 aprile Ricasoli si dimise
allontanandosi dalla vita politica, e facendo sporadici discorsi alla Camera: il suo ultimo
intervento più importante avvenne nel 1871, quando, all'indomani dell'annessione di
Roma all'Italia, si dichiarò a favore della Legge delle Guarentigie, che accordava speciali
privilegi temporali e religiosi al ponte ce per ripagarlo della perdita del potere temporale.
Ricasoli comunque continuò ad essere considerato un membro in uente nella destra
storica denominata dagli avversari "consorteria". L'unica carica politica che mantenne fu
quella di sindaco di Gaiole in Chianti.

Morì in ne nell'amato castello di Brolio il 23 ottobre 1880, a 71 anni e qui vi fu sepolto,


nella cripta della cappella di San Jacopo.
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