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QUANDO STALIN E HITLER ERANO AMICI (A danno dei Paesi vicini)

MENSILE • N° 94 • 4.90 €

IL MENSILE CHE VA OLTRE LA SOLITA STORIA FEBBRAIO 2019


P.I. 15-1-19

CENTO ANNI FA, SU UN TRENO,


FU FIRMATO L’ARMISTIZIO CHE METTEVA
FINE ALLA PRIMA GRANDE GUERRA,
PUNENDO SPIETATAMENTE LA GERMANIA
SCONFITTA (E POI L’ITALIA VITTORIOSA):
LA VENDETTA FU CELEBRATA VENTIDUE ANNI
PIÙ TARDI SU QUELLO STESSO TRENO

F.S.L.
GEORGE GENERALE
HOPE MAXIME AMMIRAGLIO CAPITANO
WEYGAND ROSSLYN GENERALE JACK
WEMYSS FERDINAND MARRIOTT
FOCH
TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46), ART.1, COMMA 1, S/NA

IL TRENO
DELLA VERGOGNA
FAURISSON E GLI ALTRI RADIO LONDRA, LA VOCE DEL NEMICO LE MISSIONI DEI PADRI GESUITI
I negazionisti Il fascino pericoloso La storia dimenticata
e i loro incredibili argomenti dei messaggi incomprensibili degli eroi che difesero gli indios
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Autografato da SHAWN LEE
DI
IL NUMERO
MARZO ESCE IL
15 FEBBRAIO
QUESTA CARTA
RISPETTA
FEBBRAIO 2019 L’AMBIENTE

Sommario
SERVIZI
RUBRICHE
8 Cover story 52 Come fu che il Sol Levante
Il treno della vergogna: spaventò l’Europa 2 Accadde a...
il Trattato di Versailles Da quello che si sapeva, i giapponesi
Quella pace imposta con durezza erano un popolo arretrato, ancestrale, 4 Pietre miliari
eccessiva ebbe conseguenze nefaste marginale nel contesto internazionale.
sia per la Germania sconfitta che per Invece, a un tratto, il mondo occidentale
l’Italia vincitrice (la “vittoria mutilata” scoprì che erano progrediti, armati 35 Omnibus
lamentata da D’Annunzio). Determinò ed efficienti. Capaci di umiliare una • News
a tutti gli effetti l’incubazione della potenza militare come la Russia. • Archeologia
Seconda guerra mondiale. • Storia
58 Quando Hitler e Stalin erano • L’oggetto
16 Beatrice Orsini, fiera amici • Storia delle armi
oppositrice del Regno d’Italia Hitler e Stalin si scambiavano favori e • Strade della Storia
Fu tra i maggiori protagonisti della cortesie, firmavano accordi in settori
chiave come l’economia, l’energia, gli • Non è vero che
Roma degli ultimi anni di Pio IX, quando
affari politico-militari. Gestapo e NKVD, • Perché si dice così
l’onda risorgimentale spazzò via lo
Stato Pontificio, creando un insanabile le rispettive polizie segrete, sedevano • Origine delle parole
conflitto tra il Papato e il Regno d’Italia. allo stesso tavolo, per fissare obiettivi • Il francobollo
comuni. Fu quella “strana coppia” che • Santi e festività
decise il futuro dell’Europa.
22 I Gesuiti, missionari e • Misteri della Storia
guerrieri in Sudamerica
Tra il 1609 e il 1773, in Paraguay, sorsero 68 L’apocalisse che ha 88 Mete da non perdere
le reducciones Guaraniticas, comunità cambiato l’Europa: • Giamaica

88
di indios: uno straordinario esperimento la Guerra dei Trent’anni
sociale che univa il socialismo agli ideali Nel cuore dell’Europa divisa tra
del Vangelo. protestanti e cattolici, si accese un
conflitto destinato a insanguinare
città, strade e campi, diventando la
30 Orazi e Curiazi. Una favola più terribile catastrofe della prima
affascinante, presagio di modernità: la Guerra dei Trent’anni. Ma,
grandezza come sempre, lo scontro tra religioni
Il celebre duello fra i tre gemelli romani copriva interessi di potere.
e i tre albani è una delle tante leggende
che fiorirono sulle origini della città. Ma
è la più ricca di significati e di riferimenti 76 Skanderbeg, l’eroe albanese
alla futura grandezza di Roma. che umiliò i Turchi
Dopo essere stato addestrato dai
Turchi che avevano invaso il suo Paese, 90 Domande & Risposte
41 La voce del nemico: Radio Skanderbeg ne divenne il più feroce • Curiosità e interrogativi storici
Londra e i messaggi in codice avversario. Un condottiero geniale e
Durante la Seconda guerra mondiale, coraggioso, capace di battere nemici 92 Appuntamenti e scaffale
c’era una trasmissione radio che anche cinque volte più numerosi delle
parlava a nome della Resistenza. Ma sue schiere. • Rivivere la Storia e i migliori
per ascoltarla bisognava rischiare gravi libri di argomento storico scelti per voi
conseguenze.
82 Kurdistan: 94 Giochi
lo Stato che non c’è
47 Il gusto perverso di negare Un popolo sempre oppresso dagli • Passatempi
la realtà (specie quando è stati dominanti della vasta regione tra
insopportabile) Turchia, Iran, Iraq e Siria, i Curdi cercano
È morto Robert Faurisson, massimo da millenni di creare una nazione libera
esponente dei negazionisti. Chi e autonoma. Privi di un’identità, in
sono i pochi ma ostinati campioni disaccordo tra loro, utilizzati e traditi da
dell’Olocausto negato? Piccola storia di tutti, forse si affacciano finalmente alla
una grande menzogna . ribalta della Storia.

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ACCADDE A... FEBBRAIO
1 2 3 4
febbraio febbraio febbraio febbraio
1896 1703 1991 1789

Al Teatro Regio di Torino Un violentissimo terremoto, Il Partito Comunista Ita- George Washington diviene
va in scena la prima della di magnitudo 6.8, colpisce liano delibera il proprio il 1° Presidente degli Sta-
Bohème di Giacomo Puc- L'Aquila e il suo circondario scioglimento e promuove ti Uniti. Rimarrà l'unico in
cini. A dirigerla è il maestro causando oltre 6mila morti. la costituzione del Partito tutta la storia degli USA ad
29enne Arturo Toscanini. Democratico della Sini- essere stato eletto senza
stra. Una costola del partito nemmeno un voto contrario.
diventa, invece, Rifondazio-
ne Comunista.

7 8
febbraio febbraio
1497 1587

In seguito alla cacciata dei Dopo 20 anni di reclusio-


Medici, i seguaci di Girola- ne, Maria Stuarda, regina
mo Savonarola organizza- di Scozia, viene giustiziata
no il più famoso "falò delle presso il castello di Fothe-
vanità" della storia e bru- ringhay, per volontà di Eli-
ciano libri, oggetti e opere sabetta I, sua cugina.
d'arte considerate pecca-
minose.

13 14 15 16
febbraio febbraio febbraio febbraio
528 869 1113 1952

Con la costituzione Haec Muore a Roma il monaco Papa Pasquale II, con la Lo sciatore toscano Zeno
quae necessario, l'impera- Cirillo, evangelizzatore di bolla pontificia Pie postu- Colò conquista la medaglia
tore romano d'Oriente Giu- Pannonia e Moravia, col fra- latio voluntatis, riconosce d'oro per la discesa libera
stiniano inizia la redazione tello Metodio, e inventore ufficialmente i Cavalie- ai Giochi olimpici inverna-
del Codice giustinianeo. dell'alfabeto glagolitico per i ri Ospitalieri, costituendo li di Oslo.
popoli slavi. l'Ordine di San Giovanni di
Gerusalemme.

19 20 21
febbraio febbraio febbraio
1674 1810 1848

Inghilterra e Paesi Bas- Andreas Hofer, patriota tiro- Karl Marx e Friedrich Engels
si firmano il Trattato di lese, viene fucilato dai fran- pubblicano a Londra il Mani-
Westminster. L'accor- cesi a Mantova. festo del Partito Comunista,
do prevede anche il tra- summa ideologica del futuro
sferimento della colonia di movimento rivoluzionario.
Nuova Amsterdam all'In-
ghilterra, che la ribattezza
New York.

25 26
febbraio febbraio
1948 1815

Con un colpo di stato, in Napoleone Bonaparte fug-


Cecoslovacchia, il Partito ge dall'isola d'Elba. Iniziano
Comunista prende il pote- i 100 giorni che porteranno
re, ponendo fine alla bre- a Waterloo e all’esilio defi-
ve esperienza della Terza nitivo a Sant’Elena.
repubblica.

[2] BBC HISTORY ITALIA


Giorno per giorno gli eventi da non dimenticare

5 6
febbraio febbraio
1924 1822

Introdotto dai caratteristi- L'imperatore d'Austria Fran-


ci 6 bip che precedono lo cesco I commuta la pena di
scoccare dell’ora, viene tra- morte per Piero Maroncel-
smesso per la prima volta il li e Silvio Pellico in 20 anni
segnale orario dell'Osser- di carcere duro per il primo
vatorio Reale di Greenwich. e 15 per il secondo.

9 10 11 12
febbraio febbraio febbraio febbraio
1955 1933 660 a.C. 1999

Il Presidente della Repub- A New York Primo Carne- Secondo la mitologia giap- Il presidente statunitense
blica italiana Luigi Einaudi ra manda al tappeto al 13° ponese è la data di fon- Bill Clinton viene prosciol-
inaugura la prima metro- round Ernie Shaaf: il pugi- dazione del Paese, nato to dal Senato nel processo
politana di Roma: la Linea le americano morirà 4 giorni grazie alle conquiste del per l'impeachment a segui-
B, che collega la stazione dopo in ospedale per emor- primo imperatore, Jinmu to dello scandalo provoca-
Termini all'Eur. ragia cerebrale. Tenno. to dalla sua relazione con
la giovane stagista Monica
Lewinsky.

17 18
febbraio febbraio
1992 1248

A Milano il socialista Mario Le truppe guelfe sbaraglia-


Chiesa, presidente del Pio no quelle imperiali di Fede-
Albergo Trivulzio, viene arre- rico II nella Battaglia di
stato dopo aver incassato Parma, ridimensionando il
una tangente di 7 milio- sogno dello Stupor mundi di
ni: sarà l’inizio dell'inchiesta annettere l'Italia al Regno
“Mani pulite”, che cambierà di Sicilia.
il volto politico dell’Italia.

22 23 24
febbraio febbraio febbraio
1980 532 1582

In piena Guerra Fredda, la L'imperatore romano d'O- Papa Gregorio XIII introdu-
nazionale americana di riente Giustiniano ordina, ce il calendario gregoriano
hockey su ghiaccio scon- a Costantinopoli, la costru- che modifica quello giuliano
figge a sorpresa la favoritis- zione della Basilica di San- e utilizza le misurazioni dei
sima squadra dell'Unione ta Sofia. moti planetari dell'astrono-
Sovietica alle Olimpiadi di mo Niccolò Copernico.
Lake Placid, USA.

27 28 29
febbraio febbraio febbraio
1917 1525 1940

I bolscevichi occupano la L'ultimo imperatore azte- L'attrice Hattie McDaniel


residenza zarista a San Pie- co viene impiccato all'alba vince il Premio Oscar come
troburgo. Lo zar Nicola II su ordine del conquistatore migliore attrice non prota-
abdica. È la fine della dina- spagnolo Hernán Cortés. gonista nel ruolo di Mami in
stia Romanov. “Via col vento”. È la prima
attrice afroamericana ad
ottenere il prestigioso rico-
noscimento.

BBC HISTORY ITALIA [3]


pietre miliari
I giorni che hanno cambiato la Storia: febbraio
a cura di Elena Percivaldi

2 FEBBRAIO 962
Ottone I di Sassonia è incoronato da papa Giovanni XII
Giunto alla massima fama grazie alle vittorie su Ungari e Slavi,
Ottone il Grande ricostituì il Sacro Romano
Impero, andato in frantumi dopo la morte di Carlo Magno

O ttone di Sassonia nacque il 23


novembre del 912 da Enrico I l’Uc-
cellatore, duca di Sassonia e re dei
la seconda volta le Alpi nel 961, scon-
fisse il feudatario ribelle e il 2 febbra-
io 962 ricevette finalmente dalle mani
Franchi orientali, e dalla sua secon- del pontefice, in San Pietro, il tanto
da moglie Matilde di Ringelheim. Oltre ambito diadema imperiale. Pochi gior-
alle grandi doti belliche possedeva ni dopo, il neo imperatore riconobbe
intelligenza e carisma, e lo dimostrò alla Santa Sede con un solenne docu-
quando alla morte del padre, nel 936, mento – il Privilegium Othonis – tut-
si trovò sul trono di Germania: decise te le donazioni che essa aveva ricevu-
di farsi incoronare ad Aquisgrana e la to da Carlo Magno ed estese il territo-
scelta del luogo, così come quella di rio posto sotto il diretto controllo tem-
presentarsi in costume franco anzi- porale del vescovo di Roma. Confermò
ché sassone, rese subito evidente che, però per iscritto il suo diritto a riceve-
nonostante la giovane età, il sovrano re dal papa, che era eletto dal clero e
avesse la chiara intenzione di raffor- dal popolo romano, il giuramento di
zare il prestigio della corona richia- done l’aiuto. Egli non si lasciò sfuggi- fedeltà: se dunque il pontefice vole-
mandosi a un modello d’eccezione, re l’opportunità di prendersi, con quel va servirsi dell’Impero come suo brac-
quel Carlo Magno che aveva poco più pretesto, anche l’Italia e partì subito cio armato, l’imperatore a sua volta si
di un secolo prima ricostituito l’Impe- con il suo esercito. Cacciato Beren- assicurava il pieno controllo sul Soglio
ro d’Occidente. gario, occupò così Pavia e sposò (era di Pietro. La solidità dell’Impero, impo-
Il regno di Ottone si rivelò presti- vedovo da alcuni anni) Adelaide assu- sta da Ottone dopo aver sedato altri
gioso e fortunato. Nonostante l’ini- mendo la corona d’Italia. Il passo suc- tumulti, si basava però solo sul suo
ziale ribellione del fratellastro Tang- cessivo era Roma, dovette però riman- carisma. Il 7 maggio 973 Ottone morì,
maro e del fratello minore Enrico, che darlo per l’urgenza di tornare in Ger- dopo una breve malattia, lasciando
portò dalla sua parte per breve tem- mania a sedare le tensioni sorte tra gli al giovane figlio Ottone II il trono e
po anche Franconia, Baviera e Lota- irrequieti nobili tedeschi, ma soprat- la missione di continuare il progetto
ringia, l’intraprendente sovrano riu- tutto per fermare le incursioni da Est che aveva imbastito con tanta fatica
scì sia a imporsi sia a espandersi ver- degli Ungari. e passione. Nonostante le ambizioni
so oriente, promuovendo la fondazio- Dopo aver domato i duchi ribelli e e la personalità sia del figlio che del
ne di nuovi vescovati destinati a evan- fermato la minaccia ungherese il 10 nipote Ottone III, complici la rinnova-
gelizzare le aree slave ancora pagane agosto 955 a Lechfeld, in una gran- ta opposizione interna dei feudata-
e a renderle tributarie. Nel 951 Ottone de battaglia campale, Ottone poté ri germanici, la riluttanza della Santa
varcò per la prima volta le Alpi. Il re d’I- dedicarsi finalmente al suo sogno di Sede a essere controllata da una testa
talia Berengario II d’Ivrea aveva impri- restaurazione imperiale. L’occasio- coronata e, non da ultimo, la sfortu-
gionato Adelaide, moglie del suo pre- ne giusta arrivò quando papa Giovan- na che li fece morire entrambi giova-
decessore Lotario e sorella del re di ni XII chiese il suo aiuto contro Beren- ni (Ottone III senza prole), la Renovatio
Borgogna: la donna aveva richiesto la gario II che, rialzata la testa, stava imperii sarebbe rimasta un bel sogno
protezione proprio di Ottone, invocan- minacciando Roma. Ottone varcò per incompiuto. •
[4] BBC HISTORY ITALIA
8 FEBBRAIO 1692
Il processo alle streghe di Salem
Un intero villaggio del Massachussetts fu preda di un’isteria collettiva
che portò a un processo e all’impiccagione di donne innocenti.
Non fu l’unico caso di “caccia alle streghe” in quegli anni

L ’8 febbraio del 1692 William Griggs,


un medico del villaggio di Salem,
colonia americana del Massachu-
e il 1688, nel territorio si era svolta
un’altra caccia alle streghe che ave-
va portato alla condanna di 17 perso-
diabolica. Iniziò la caccia al colpevole
e le due ragazzine, cui si unirono altre
donne più adulte, accusarono Titu-
setts, nel New England, dichiarò che ne. Nel gennaio 1692 la psicosi scop- ba, una schiava caraibica di proprietà
alcune ragazze adolescenti erano piò di nuovo quando Elizabeth Parris, dello stesso Parris; seguirono Sarah
possedute dal demonio. Fu la svol- figlioletta del pastore Samuel Parris, Osborne, una donna anziana e infer-
ta decisiva verso uno dei più terribi- e sua cugina Abigail Williams inizia- ma, e Sarah Good, una mendicante
li “processi alle streghe” della Sto- rono improvvisamente a comportar- ritenuta bizzarra perché parlava da
ria. Per comprendere le ragioni del si in modo strano, urlando ed emet- sola. Il processo iniziò a fine febbraio
fenomeno, un caso di isteria colletti- tendo strani versi. I dottori senten- e portò alla confessione, estorta sot-
va, occorre tener presente il contesto ziarono che si trattava di possessione to tortura, di Tituba prima, che ammi-
di disagio in cui versavano i coloni del se di essere una strega, e in seguito
tempo. Giunti da meno di un secolo delle altre due donne. Poiché l’isteria
dall’Inghilterra, le loro comunità era- non si placava, le accuse continua-
no messe a dura prova, da un lato dai rono finché in totale non furono pro-
rapporti tesi con i pellerossa e l’aspra cessate 144 persone, delle quali 54
rivalità con i francesi (anch’essi giun- confessarono e 19 – di cui 14 donne
ti a colonizzare le Americhe), dall’al- – furono impiccate (un uomo invece
tro dalle relazioni non proprio idillia- morì per lo schiacciamento del tora-
che con la madrepatria. Già tra il 1647 ce durante le torture).•

13 FEBBRAIO 1503
La Disfida di Barletta
Nella piana tra Andria e Corato, 13 cavalieri francesi e 13 italiani si sfidarono a
duello durante la guerra tra Francia e Spagna per il controllo del Meridione d’Italia

F rancia e Aragona, nel 1500, fir-


marono il Trattato di Granada
con il quale si spartivano in par-
aveva accusato di codardia gli ita-
liani e per appianare la vicenda si
decise di armare uno scontro. Le
ti eguali il Regno di Napoli allora due fila di cavalieri, 13 per parte,
retto da Federico I, il quale sareb- si fronteggiarono il 13 febbraio del
be stato costretto alla resa l’anno 1503 nella piana tra Andria e Cora-
dopo. La concordia tra gli invasori to. Dopo la prima carica, due italia-
si incrinò già nell’estate del 1502 e ni furono disarcionati, ma riusciro-
la disputa sull’attribuzione dei ter- no ad abbattere i cavalli dei fran-
ritori di confine sfociò nello scon- cesi, costringendo questi ultimi ad
tro aperto. In questo contesto non appiedarsi. Intanto, Ettore Fiera-
era raro che alcune scaramucce mosca, il condottiero che guidava
fossero risolte da disfide di stampo cavalleresco, la più la compagine italiana, aveva puntato dritto su Guy de la
famosa delle quali resta quella di Barletta, combattuta tra Motte, capo dei transalpini, disarcionandolo. Lo scontro
francesi e italiani, questi ultimi al servizio degli spagnoli. continuò con le spade, fino a quando gli italiani riuscirono
Un gruppo di transalpini caduti prigionieri degli spagnoli •
a ferire e catturare tutti i francesi.

BBC HISTORY ITALIA [5]


Pietre miliari: febbraio

14 FEBBRAIO 2003
Muore la pecora Dolly
Primo mammifero clonato con
successo, Dolly visse 7 anni: il suo
caso è una tappa fondamentale
nella storia della biologia

16 FEBBRAIO 1959
Fidel Castro diventa
premier di Cuba
Con la rivoluzione dei suoi “barbudos”,
Castro conquistò Cuba.
Con lui al potere, l’isola subì l’embargo
USA e l’attacco della Baia dei Porci

I n 6 anni, dal 1953 al 1959, Fidel Castro passò dalle car-


ceri alla testa della rivoluzione che cacciò da Cuba il dit-
tatore Batista e gli consegnò il potere. Il 26 luglio del 1953,
a Santiago di Cuba, il giovane avvocato Castro guidò l’as-

D olly era nata il 5 luglio del 1996 grazie al lavoro dei


ricercatori del Roslin Institute di Edimburgo capi-
tanati da Ian Wilmut, che erano riusciti, dopo centina-
salto a un’importante base militare, la Caserma Monca-
da. Il blitz fu un fallimento che si risolse con il massacro
di 70 guerriglieri e la cattura dello stesso Fidel, ma segnò
ia di tentativi, ad ottenere un clone “puro”. La partico- l’inizio della Rivoluzione cubana: la data dell’assalto die-
larità della pecora Dolly, infatti, era quella di essere il de infatti il nome al movimento che avrebbe preso il pote-
primo mammifero clonato dalla cellula di un anima- re a L’Avana (Movimento del 26 luglio). Dopo l’assalto alla
le adulto: il suo patrimonio genetico era esattamen- caserma, Castro fu condannato a 15 anni di carcere. Di
te identico a quello della madre. Per questo, la notizia fronte al Tribunale che lo processò, Fidel si difese da solo
della sua nascita ebbe grande clamore, travalicando i e pronunciò il discorso poi rimasto famoso come “la Sto-
ristretti confini della comunità scientifica. Per clonar- ria mi assolverà”. Liberato nel 1955 a seguito di un’amni-
la era stata utilizzata una tecnica rivoluzionaria: da un stia, Castro raggiunse prima gli Stati Uniti e poi il Mes-
animale adulto donatore era stata prelevata una cellu- sico, da dove progettò la rivoluzione. Rientrato clande-
la somatica dalla quale fu estratto il materiale gene- stinamente a Cuba, diede inizio alla guerriglia a cui par-
tico, poi trasferito in una cellula uovo non fecondata e teciparono, tra gli altri, anche Ernesto “Che” Guevara, il
precedentemente privata del suo DNA. Grazie ad una fratello Raúl Castro e Camilo Cienfuegos. Il movimento
scarica elettrica, l’ovulo era diventato poi embrione, crebbe sempre di più e ottenne una serie di vittorie con-
dando inizio al processo vitale di Dolly, creata identica tro l’esercito del dittatore. La notte di Capodanno del
al donatore originale e partorita da una madre surro- 1959 Batista scappò e l’esercito popolare si diresse ver-
gata. Dolly fu abbattuta pochi mesi prima di compie- so la capitale senza incontrare alcuna resistenza. Fidel
re i 7 anni, in seguito alle complicanze di un’infezione Castro assunse in gennaio il ruolo di Comandante del-
polmonare. I resti impagliati della pecora sono espo- le forze armate e poi, il 16 febbraio, quello di Primo mini-
sti al Royal Museum di Edimburgo. • stro: Cuba fu dichiarata Stato socialista il 16 aprile 1961. •
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I più grandi e famosi Dagli Egizi ai giorni Alla ricerca di nuove Costumi, credenze, Chi era davvero Gesù Un pellegrinaggio
duelli che hanno nostri: cure e rimedi terre oltre l’ignoto, speranze e battaglie di Nazareth e quali magico, da conoscere
insanguinato il West contro le malattie tra pericoli e scoperte dei nativi americani i suoi insegnamenti? passo dopo passo

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CENTO ANNI FA L’INIQUO


TRATTATO DI
VERSAILLES
[8] BBC HISTORY ITALIA
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P.I. 15-1-19

CENTO ANNI FA, SU UN TRENO,


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COP_001_BBC H94_L.indd 1 12/17/18 5:28 PM

Finita la Prima guerra mondiale,


la pace imposta dagli Alleati, con durezza
eccessiva, ebbe conseguenze
nefaste sia per la Germania sconfitta che per
l’Italia vittoriosa (la “vittoria mutilata”):
quegli accordi furono il seme
da cui germogliò la Seconda guerra mondiale
con tutti i suoi orrori

A
ll’alba dell’11 novembre 1918, in un
vagone ferroviario piantato al centro
di una radura ai margini del bosco di
Rethondes presso Compiègne, in Pic-
cardia (Francia del Nord), il moribondo Impero
tedesco e le vittoriose potenze alleate firmarono
l’armistizio che segnò la fine della Prima guer-
ra mondiale, costata ai Paesi coinvolti 17 milio-
ni di vittime.
Il giorno era carico di significato: l’11 novem-
bre la Chiesa ricorda san Martino di Tours,
vescovo e patrono di Francia, nazione che
quel giorno sanciva la sconfitta della
sua tradizionale nemica, la Germa-
nia. Anzi, più che la sconfitta, l’an-
nientamento; poiché l’armistizio
di Compiègne fu, in realtà, una
resa senza condizioni da parte di
un Impero ormai disfatto e non
più in grado di trattare. Le misu-
re decise dagli Alleati e volute in
primis dalla Francia, che vede-
va finalmente messa fuori gioco
la sua più pericolosa rivale nella
millenaria lotta per l’egemonia sul
continente europeo, erano drastiche
e brutali: tra i punti più salienti, l’ob-
bligo di abbandonare i territori sulla riva
sinistra del Reno e di consegnare agli Alle- A lato, una seduta
ati 5.000 cannoni, 25.000 mitragliatrici, 3.000 della conferenza
mortai, 1.400 aeroplani, tutte le navi da guerra di pace del 1919.
moderne e, a titolo di riparazione, 5.000 locomo- Qui sopra,
tive e 150.000 vagoni ferroviari. Oltre all’azzera- il maresciallo
francese
mento di ogni potenziale bellico, quest’ultima
Ferdinand Foch.
disposizione metteva la popolazione civile nella
concreta impossibilità di tornare a una vita nor-
male. Due mesi dopo, il 18 gennaio 1919, ebbe
inizio a Parigi la Conferenza di pace.

BBC HISTORY ITALIA [9]


Cover story: Il treno della vergogna

Gli uomini che “ridisegnarono l’Euro-


pa” Il luogo scelto per la Conferenza di pace A Parigi i vincitori della Grande Guerra avevano
era la Sala dell’orologio nel ministero degli Este- il compito di ridisegnare l’assetto geopolitico
ri di Parigi, sul Quai d’Orsay. La data d’inizio della nuova Europa uscita stremata dal conflitto:
dei lavori, il 18 gennaio, era fortemente simboli- lo fecero con cecità e arroganza.
ca anche questa volta, perché nello stesso giorno
del 1871 era stato fondato l’Impero tedesco: ora,
a 48 anni di distanza, cominciava il sistematico Sopra, i quattro grado di comprendere la millenaria complessità
smantellamento del Secondo Reich. rappresentanti delle relazioni tra le genti che popolavano il Vec-
Non era soltanto questo il tema della Confe- delle nazioni chio Continente; così la creazione di Stati “etni-
renza, naturalmente. A Parigi, i vincitori della vincitrici: camente omogenei” come la Cecoslovacchia e
Grande Guerra avevano il compito di ridise- da sinistra, la Jugoslavia sulle rovine dell’Austria-Ungheria e
Emanuele
gnare l’assetto geopolitico della nuova Europa della Turchia, che erano state per lungo tempo
Orlando,
uscita stremata dal conflitto: i “quattro grandi”, l’inglese David
prosperi imperi multietnici, si risolse invece in
ovvero il Primo ministro del Regno Unito David Lloyd George, il un incontrollabile aumento delle tensioni locali,
Lloyd George, il Presidente del Consiglio france- francese Georges con la conseguente progressiva destabilizzazione
se Georges Clemenceau, il Presidente del Con- Clemenceau e delle aree interessate.
siglio italiano Vittorio Emanuele Orlando e il il presidente Inoltre, alla Conferenza
presidente statunitense Woodrow Wilson, si con- americano vennero commessi altri due
frontarono per un anno con i delegati di altre 23 Thomas errori fatali: il primo fu
nazioni allo scopo di dare forma a un continen- Woodrow la stipulazione del Trat-
te profondamente mutato e dagli equilibri dram- Wilson. tato di Versailles tra le
maticamente precari. A destra, potenze vincitrici e la
Mussolini
Il principio-guida concepito dal presidente Germania; il secon-
al fronte
americano Wilson, del tutto teorico, si basava nel corpo
do, la violazione degli
sull’autodeterminazione dei popoli, che avrebbe dei bersaglieri. accordi sottoscritti da
dovuto portare alla riorganizzazione dei popo- Francia e Regno Unito
li europei su base etnica. Ma Wilson non era in con l’Italia nel Patto di

[10] BBC HISTORY ITALIA


QUANDO STALIN E HITLER ERANO AMICI (A danno dei Paesi vicini)

MENSILE • N° 94 • 4.90 €

IL MENSILE CHE VA OLTRE LA SOLITA STORIA FEBBRAIO 2019


P.I. 15-1-19

CENTO ANNI FA, SU UN TRENO,


FU FIRMATO L’ARMISTIZIO CHE METTEVA
FINE ALLA PRIMA GRANDE GUERRA,
PUNENDO SPIETATAMENTE LA GERMANIA
SCONFITTA (E POI L’ITALIA VITTORIOSA):
LA VENDETTA FU CELEBRATA VENTIDUE ANNI
PIÙ TARDI SU QUELLO STESSO TRENO

Londra del 1915. In entrambi i casi, il malcon- Slesia); inoltre, la Germania fu privata di tutti F.S.L.
GEORGE
HOPE
GENERALE
MAXIME
WEYGAND
AMMIRAGLIO
ROSSLYN
WEMYSS
GENERALE
FERDINAND
CAPITANO
JACK
MARRIOTT

tento e il conseguente desiderio di rivalsa gioca- i suoi possedimenti coloniali in Africa e nell’O-
FOCH

TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46), ART.1, COMMA 1, S/NA
IL TRENO
rono un ruolo fondamentale nella costruzione ceano Pacifico. DELLA VERGOGNA
della nuova Germania e della nuova Italia, che a Ma il colpo di grazia fu l’art. 231 del Trattato,
FAURISSON E GLI ALTRI RADIO LONDRA, LA VOCE DEL NEMICO LE MISSIONI DEI PADRI GESUITI
I negazionisti Il fascino pericoloso La storia dimenticata
e i loro incredibili argomenti dei messaggi incomprensibili degli eroi che difesero gli indios

COP_001_BBC H94_L.indd 1 12/17/18 5:28 PM

distanza di 20 anni avrebbero impresso una svol- in base al quale la Germania dovette ammette- Vincitori e vinti:
ta epocale all’Europa e al mondo. Ma al momen- re di essere l’unica responsabile del conflitto sia nel 1918 trionfa
to nessuno fu in grado di comprendere che le sul piano morale sia su quello materiale, facendo- la Francia (in
decisioni prese a Parigi avrebbero innescato un si carico del pagamento di un’indennità di guer- piedi di fronte,
inarrestabile effetto domino, proprio come era ra che fu fissata 2 anni più tardi: 132 miliardi di nell’immagine
a colori, il
accaduto nel 1914, quando in poche settimane la marchi d’oro, pari a 6 miliardi e 600 milioni di maresciallo Foch);
reazione austro-ungarica all’attentato di Sarajevo sterline, una cifra spropositata anche per una mentre nel 1940
aveva trascinato l’Europa nel caos di una guer- nazione in buona salute. Un mese e mezzo pri- vince la Germania
ra spaventosa. E quella successiva sarebbe stata ma della firma del Trattato, il conte Brockdorff- (in piedi a sinistra,
ben più sanguinosa e distruttiva. Rantzau aveva trasmesso alla Conferenza il nella foto in
bianco e nero, il
Il 28 giugno 1919, a 5 mesi dall’inizio della rapporto della Commissione economica tedesca generale Keitel). Il
Conferenza, fu sottoscritto il trattato di pace noto incaricata di studiare i possibili effetti delle con- vagone ferroviario
come Trattato di Versailles. Per la terza volta, la dizioni di pace sulla popolazione, la cui conclu- è lo stesso, il n°
data scelta per l’evento era carica di sottintesi: sione era: «Chi firma questo Trattato firmerà la 2419-D, riportato
esattamente 5 anni prima, infatti, il 28 giugno condanna a morte di molti milioni di uomini, nel 1940, per
volere di Hitler,
1914 lo studente nazionalista serbo Gavrilo Prin- donne e bambini tedeschi». esattamente
cip aveva assassinato a Sarajevo l’arciduca Fran- Contro questo trattato “di pace” si levaro- nello stesso
cesco Ferdinando d’Austria e sua moglie Sofia, no, tra le altre, due voci illustri: una era quel- luogo del 1918.
innescando il processo esplosivo che avrebbe
devastato l’intera Europa.

Condanna a morte per milioni di tede-


schi Suddiviso in 16 parti per un totale di 440
articoli, il Trattato stabiliva nuovi e più ridot-
ti confini per l’ex impero, i cui territori furono
divisi tra Francia (Alsazia-Lorena), Danimarca
(Schleswig settentrionale) e Polonia (parte del-
la Posnania, della Prussia occidentale e della

Il treno fatale

L e circostanze del secondo armistizio di Com-


piègne, stipulato il 22 giugno 1940 tra la Francia
sconfitta e il Terzo Reich vittorioso, agli inizi della
Seconda guerra mondiale sono la riprova di quan-
to profondamente il Trattato di Versailles avesse
inciso sull’immaginario collettivo della Germania,
determinandone il tenace spirito di rivalsa per l’u-
miliazione patita.
La Francia era stata travolta in pochi mesi
dell’irresistibile avanzata tedesca, e il 14 giugno
1940 Parigi aveva capitolato, chiedendo di nego-
ziare un armistizio. Hitler non aspettava altro e in-
dicò come luogo per le trattative la foresta presso
Compiègne, proprio là dove nel 1918 la Germania
aveva dovuto firmare la resa senza condizioni;
inoltre pretese che l’armistizio venisse sottoscritto
nello stesso vagone ferroviario n° 2419-D in cui,
22 anni prima, la nazione tedesca era stata diso-
norata. Una vendetta raffinata: occhio per occhio,
umiliazione per umiliazione.

BBC HISTORY ITALIA [11]


Cover story: Il treno della vergogna

la del maresciallo di Francia Ferdinand Foch,


comandante in capo di tutti gli eserciti alleati
sul fronte occidentale, che nell’aprile 1918 aveva
condotto le ultime vittoriose operazioni contro
la Germania. Con impressionante preveggenza,
Foch commentò così il Trattato: «Questa non è
una pace, è un armistizio per 20 anni». Gli fece
eco l’economista inglese John Maynard Keynes,
rappresentante ufficiale del ministero del Teso-
ro britannico a Versailles, che si dimise dall’in-
carico per protesta ammonendo con altrettanta
lungimiranza: «Se punteremo deliberatamen-
te all’impoverimento dell’Europa Centrale, la
vendetta, io mi azzardo a prevedere, non potrà
mancare».
Nei primi mesi del 1919 era nata la Repubbli-
ca di Weimar, che aveva rimpiazzato il disfatto
Impero. I suoi primi tempi furono burrascosi: la
guerra aveva favorito il consolidarsi degli estre-
mismi, con l’ascesa delle sinistre che invocavano
anche per la Germania una rivoluzione comuni- Il maresciallo di Francia Ferdinand Foch,
sta analoga a quella che aveva travolto l’impero comandante degli eserciti alleati sul fronte
zarista nel 1917. Vi si opponevano i nazionalisti occidentale, nell’aprile 1918 predisse: «Questa
di destra, animati dai Freikorps (Corpi franchi), non è una pace, è un armistizio per 20 anni».
le organizzazioni paramilitari sorte in Germania
subito dopo la fine della guerra, che premevano
per una svolta autoritaria. Nel marzo del 1920 i La mappa indica all’ambizioso Hitler la necessità di adottare meto-
Freikorps tentarono invano un putsch; nel giu- la suddivisione di legali per la conquista del potere.
gno dello stesso anno si tennero nuove elezio- territoriale Nell’ottobre del 1925, grazie al leader del Par-
ni, che confermarono però la supremazia dei dell’Europa tito popolare Gustav Stresemann, furono firma-
balcanica in
socialdemocratici, mentre gli estremisti di sini- ti con le altre potenze europee gli Accordi di
base al Patto di
stra mordevano il freno scatenando sollevazio- Locarno, che restituivano alla nazione tedesca
Londra del 1915,
ni nell’importante bacino minerario della Ruhr, per indurre l’Italia
la piena dignità di interlocutore politico e diplo-
poi sedate dall’intervento congiunto di esercito a schierarsi matico, garantendole una lenta ripresa. Un infar-
regolare e dei Freikorps. Le agitazioni comuniste con la Triplice to stroncò Stresemann il 3 ottobre 1929, ponendo
proseguirono nel 1921, mentre la situazione eco- intesa. Dopo la fine nel contempo alla breve stagione democra-
nomica della nazione precipitava: alla fine del vittoria, Stati tica della Repubblica di Weimar. La Germania
1922 lo Stato non poté più far fronte alle ripara- Uniti, Inghilterra precipitò di nuovo in un abisso d’instabilità, ter-
zioni di guerra e, nel gennaio del 1923, il baci- e Francia se le reno fertile per la rapida ascesa del Partito nazio-
no della Ruhr fu occupato da truppe francesi e rimangiarono, nalsocialista saldamente in mano a Hitler, che
belghe, che presero il controllo degli impian- generando negli in quegli anni aveva sapientemen-
italiani rabbia
ti minerari e manifatturieri. Gli operai tedeschi te manovrato il partito impo-
e frustrazione.
entrarono in sciopero per 8 mesi, causando il nendosi sulla scena politica
Sotto, Gustav
peggioramento della crisi, sfociata in una dram- Stresemann,
secondo i canoni della
matica iperinflazione (una carriola piena di mar- leader del democrazia.
chi per acquistare un paio di scarpe), nonostante Partito Il 30 gennaio 1933,
la quale la Germania riprese i pagamenti, otte- Popolare il presidente tedesco
nendo la restituzione della Ruhr. tedesco e Paul von Hindenburg
cancelliere nominava Adolf Hit-
L’avvento di Hitler Ma il malcontento popo- tedesco ler Cancelliere del
lare era alle stelle e l’8 novembre 1923 le destre nel 1923. Reich. La Germa-
tentarono un nuovo putsch a Monaco di Bavie- nia e l’intera Europa
ra. A guidarlo era un giovane austriaco, segre- stavano per assume-
tario del Partito nazionalsocialista tedesco dei re un volto totalmente
lavoratori (Nsdap), fondato nel 1920: il suo nome nuovo. Quanto all’I-
era Adolf Hitler. Il putsch di Monaco fallì, ma la talia, benché vincitrice
breve permanenza in carcere fece comprendere del conflitto, uscì perden-

[12] BBC HISTORY ITALIA


QUANDO STALIN E HITLER ERANO AMICI (A danno dei Paesi vicini)

MENSILE • N° 94 • 4.90 €

IL MENSILE CHE VA OLTRE LA SOLITA STORIA FEBBRAIO 2019


P.I. 15-1-19

CENTO ANNI FA, SU UN TRENO,


FU FIRMATO L’ARMISTIZIO CHE METTEVA
FINE ALLA PRIMA GRANDE GUERRA,
PUNENDO SPIETATAMENTE LA GERMANIA
SCONFITTA (E POI L’ITALIA VITTORIOSA):
LA VENDETTA FU CELEBRATA VENTIDUE ANNI
PIÙ TARDI SU QUELLO STESSO TRENO

insieme al Regno d’Italia, avevano sottoscrit- F.S.L.


GEORGE
HOPE
GENERALE
MAXIME
WEYGAND
AMMIRAGLIO
ROSSLYN
WEMYSS
GENERALE
FERDINAND
CAPITANO
JACK
MARRIOTT

to il patto militare difensivo noto come Tripli-


FOCH

TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46), ART.1, COMMA 1, S/NA
IL TRENO
ce Alleanza. Il patto fu rinnovato a più riprese, DELLA VERGOGNA
nel 1887, 1891, 1896, 1902 e 1912, così, quando
FAURISSON E GLI ALTRI RADIO LONDRA, LA VOCE DEL NEMICO LE MISSIONI DEI PADRI GESUITI
I negazionisti Il fascino pericoloso La storia dimenticata
e i loro incredibili argomenti dei messaggi incomprensibili degli eroi che difesero gli indios

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nell’agosto del 1914 la Germania entrò in guer- L’ultima pagina


ra, la partecipazione dell’Italia al suo fianco fu del documento di
data per scontata. armistizio dell’11
Ma il Regno d’Italia non si si era ancora sen- novembre 1918.
tito pronto e prima di compiere un passo tanto Nel tondo, John
Maynard Keynes,
impegnativo aveva voluto essere certo di poter
economista e
ottenere, in caso di vittoria, una matematico
sostanziosa contropartita. I britannico.
compensi territoriali propo-
sti dagli alleati tedesco e
austro-ungarico non era-
no stati giudicati sod-
disfacenti, e l’Italia si
avvalse dell’articolo
contenuto nella Tri-
plice Alleanza che le
consentiva la neutra-
lità. Nel 1915, il fron-
te opposto, la Triplice
Intesa, aveva proposto
all’Italia, in cambio del
te dalla Conferenza di Parigi, nel corso della suo intervento, un consisten- L’occupazione
quale le sue richieste territoriali furono disattese. te pacchetto di ampliamen- di Fiume del
Il cammino che aveva portato a questa cocente ti territoriali: in caso di vittoria, 1920, capeggiata
delusione era iniziato il 20 maggio 1882, quan- il Regno sabaudo avrebbe ottenuto il Trentino, da Gabriele
do gli imperi di Germania e Austria-Ungheria, il Tirolo meridionale (odierno Alto Adige), la d’Annunzio.

BBC HISTORY ITALIA [13]


Cover story: Il treno della vergogna

Il presidente Wilson non riconobbe gli accordi L’uomo che castigò


della “diplomazia segreta”, che però avevano l’Italia
indotto l’Italia a una scelta di campo che aveva
avuto un peso decisivo nelle sorti della guerra.
E letto Presidente degli Stati Uniti nel 1912,
Woodrow Wilson è noto per i “14 punti” enun-
ciati l’8 gennaio 1918: un programma per il nuo-
Venezia Giulia con gli altopiani carsico-isonti- I principali vo ordine mondiale da realizzare alla fine delle
ni e la penisola istriana fino al Quarnaro (esclu- congiurati del ostilità, basato sulla cooperazione tra gli Stati
sa Fiume), ossia la linea alpina dal Brennero al putsch di Monaco: per il mantenimento della pace e della giustizia
Monte Nevoso (oggi in Slovenia); nell’Adriatico, da sinistra, Heinz attraverso l’organismo della Società delle Nazioni,
le isole di Cherso, Lussino e altre minori; sulla Pernet, Friedrich di cui Wilson fu promotore. Avendo una formazio-
Weber, Wilhelm
terraferma, un terzo della Dalmazia con le città ne accademica (era stato rettore dell’Università
Frick, Hermann
di Zara, Sebenico e Traù, le isole poste a Nord e Kriebel, Erich
di Princeton), Wilson fu un convinto esportatore
a Ovest del litorale; in Albania, il porto di Valo- Ludendorff, Adolf della democrazia, nonché sostenitore del princi-
na e l’antistante isolotto di Saseno; in Turchia, il Hitler, Wilhelm pio di autodeterminazione dei popoli: questo gli
bacino carbonifero di Adalia; in Africa, la confer- Brückner, Ernst impedì di comprendere che la Storia millenaria
ma della sovranità sulla Libia e sul Dodecaneso Rohm, Robert delle complesse relazioni tra i Paesi europei non
nonché, in caso di spartizione delle colonie tede- Wagner. poteva essere ricondotta agli schemi semplicistici
sche, ulteriori acquisizioni in Eritrea e Soma- dell’esperienza americana. Così, l’imposizione,
lia. La proposta fu accettata dal governo italiano nel 1919, di condizioni punitive alla Germania in
e l’accordo segreto noto come Patto di Londra favore della Francia e il rifiuto di riconoscere
tra l’Italia e l’Intesa fu firmato il 26 aprile 1915. le pretese territoriali dell’Italia furono le
Esattamente un mese dopo, il 24 maggio, l’Ita- cause scatenanti dei revanscismi che agi-
lia entrava in guerra contro gli Imperi tedesco T. W. tarono per 20 anni le due nazioni, spinte
e austro-ungarico, voltando le spalle alla Tripli- Wilson alla guerra anche dalla miopia politica di
ce Alleanza. Wilson e dei suoi successori. Un esempio
lampante di eterogenia dei fini: spesso
Le conseguenze in Italia Alla fine del con la buona volontà si producono effetti
1917, il Patto di Londra fu reso noto dai bolsce- contrari rispetto a quelli perseguiti.
vichi che avevano appena preso il potere in Rus-

[14] BBC HISTORY ITALIA


QUANDO STALIN E HITLER ERANO AMICI (A danno dei Paesi vicini)

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IL MENSILE CHE VA OLTRE LA SOLITA STORIA FEBBRAIO 2019


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CENTO ANNI FA, SU UN TRENO,


FU FIRMATO L’ARMISTIZIO CHE METTEVA
FINE ALLA PRIMA GRANDE GUERRA,
PUNENDO SPIETATAMENTE LA GERMANIA
SCONFITTA (E POI L’ITALIA VITTORIOSA):
LA VENDETTA FU CELEBRATA VENTIDUE ANNI
PIÙ TARDI SU QUELLO STESSO TRENO

Nel nostro Paese, frattanto, la fru- F.S.L.


GEORGE
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MAXIME
WEYGAND
AMMIRAGLIO
ROSSLYN
WEMYSS
GENERALE
FERDINAND
CAPITANO
JACK
MARRIOTT

strazione per la “vittoria mutila-


FOCH

TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46), ART.1, COMMA 1, S/NA
IL TRENO
ta” agitava gli ex combattenti, che DELLA VERGOGNA
vedevano vanificati tutti i loro sacri-
FAURISSON E GLI ALTRI RADIO LONDRA, LA VOCE DEL NEMICO LE MISSIONI DEI PADRI GESUITI
I negazionisti Il fascino pericoloso La storia dimenticata
e i loro incredibili argomenti dei messaggi incomprensibili degli eroi che difesero gli indios

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fici e i nazionalisti che si sentivano umiliati dalla


comunità internazionale; inoltre, la crisi econo-
mica seguita alla guerra stava minando la stabi-
lità sociale del Regno.
Un giovane politico e giornalista, il romagno-
lo Benito Mussolini, fu l’unico a comprendere le
interessanti prospettive aperte da quel momen-
to così delicato. Volontario di guerra, intuendo
le straordinarie potenzialità rivoluzionarie dei
reduci, coniò il termine “trincerocrazia”, soste-
nendo che soltanto agli uomini usciti dalla for-
gia delle trincee spettava il diritto di orientare e
guidare l’Italia in quel tumultuoso frangente. Il
23 marzo 1919 fondò un movimento apartitico:
i Fasci italiani di combattimento, nel quale con-
fluirono tutti i delusi dalla pace. Nel 1920 e 1921
l’Italia fu sull’orlo della guerra civile, combattu-
ta tra i “rossi” e i nazionalisti, sempre più com-
Un giovane politico, il romagnolo Benito Mussolini, patti attorno alle idee di Mussolini.
intuendo le potenzialità rivoluzionarie del momento, fondò Il 10 novembre 1921 i Fasci si trasformarono
il movimento dei Fasci italiani di combattimento, che nel Partito nazionale fascista; un anno dopo, il
sarebbe poi diventato un partito. 28 ottobre 1922, i militanti del partito marciaro-
no su Roma e a Mussolini fu affidato l’incarico
di governo. Nasceva l’Italia fascista, che insieme
sia, provocando grave imbarazzo nelle potenze Monaco 1923: alla Germania nazionalsocialista avrebbe cam-
firmatarie dell’accordo e suscitando lo sconcer- riunione biato il XX secolo.
to generale, mentre montava la diffidenza nei del partito Come tutti sappiamo, Hitler e Mussolini si
confronti dell’Italia, giudicata opportunista e nazionalsocialista allearono per riscattare i loro Paesi dalle con-
“voltagabbana”. Il 21 ottobre 1918, subito prima nella birreria seguenze nefaste del Trattato di Versailles: una
Bürgerbräukeller,
dell’offensiva di Vittorio Veneto, Gabriele D’An- pace che generò una nuova guerra ancora peg-
luogo del fallito
nunzio inviò a Luigi Albertini, direttore del colpo di Stato.
giore della precedente. •
“Corriere della Sera”, un’ode intitolata “La pre-
ghiera di Sernaglia”, nella quale il poeta prevede- ALESSANDRA COLLA
va: «Mi pare ormai certo che la legge della pace (Giornalista e saggista di Storia).
sarà dettata in America». La “preghiera” denun-
ciava infatti i patteggiamenti diplomatici tra le
grandi potenze, che disegnavano un dopoguerra
territorialmente penalizzante per l’Italia, e con-
teneva la celebre promessa che sarebbe divenu-
ta il motto dei nazionalisti: «Vittoria nostra, non
sarai mutilata».
Infatti, alla Conferenza di Parigi del 1919 il
presidente americano Wilson espresse il fermo
rifiuto a onorare gli accordi della “diplomazia
segreta” definendola una prassi inammissibi-
le nelle relazioni internazionali, che però ave-
va avuto un peso determinante nelle sorti della
guerra: in base a quella, l’Italia aveva fatto la sua
scelta di campo, probabilmente decisiva.
E così Wilson, che nessun alleato avrebbe osa-
to contraddire, si oppose alle rivendicazioni terri-
toriali avanzate dall’Italia, privilegiando anzi le
richieste croate e slovene. Prima pagina del New York Times dell’11 novembre 1918.

BBC HISTORY ITALIA [15]


Personaggi

BEATRICE ORSINI SACCHETTI


FIERA OPPOSITRICE
DEL REGNO D’ITALIA

Fu tra i maggiori protagonisti della Roma degli ultimi anni


di Pio IX, quando l’onda risorgimentale spazzò via lo Stato Pontificio,
creando un insanabile conflitto tra il Papato e il Regno d’Italia.
Inflessibile conservatrice, resistette a pressioni
e minacce, e con il suo zelo si meritò il titolo di “Regina Nera”

[16] BBC HISTORY ITALIA


N
Nella Roma di Pio IX un vero modello
di nobildonna fu sicuramente la mar-
chesa Beatrice Sacchetti, nata princi-
pessa Orsini. Donna affascinante e di
carattere, ha saputo esercitare una considerevole
influenza negli ambienti dell’aristocrazia più vici-
na alla Corte Pontificia. Figura di spicco di una
delle famiglie più in vista del patriziato romano,
Beatrice, con la sua discreta ma costante presen-
za, ha tenuto alta la bandiera del Papato. Colta e
raffinata frequentatrice dei salotti e delle occasio-
ni mondane più importanti di Roma, si è mossa
con abilità e ingegno nel complicato labirinto del-
la nobiltà di più stretta osservanza catto-
lica e più vicina al papa.
Beatrice era figlia del princi-
pe Domenico Orsini, Duca di
Gravina e Principe di Solo-
fra, Principe Assistente al
Soglio Pontificio
Neville nonché
SenatoreChamberlain
di Roma, e del-
la principessa
mostraMaria Lui-
il famoso
sa Torlonia, figlia del più
documento
nell’aerodromo
ricco banchiere dell’Ur-
be. Natadi Heston
il 27 illuglio
30
settembre 1938.
1837, Beatrice poteva
Sullo sfondo, la
vantare tra i suoi antenati
folla che aveva
personaggi che nel corso
manifestato a
dei secoliWhitehall
si eranoildistin-
22
ti nelle armi e nei fasti
settembre del-
contro
la Chiesa, contando tra loro
le concessioni a
generali e valorosi
Hitleruomini d’ar-
del governo
me oltre a non meno di 30 cardi-
britannico.
nali, dei quali ben 3 erano saliti sul
Soglio di Pietro con i nomi di Celestino III,
Niccolò III e Benedetto XIII.

L’uragano del Risorgimento La svolta per


la giovane nobildonna arrivò il 22 febbraio 1857
quando, appena 19enne, sposò per amore e non
per calcoli di potere il 22enne marchese Urba-
no Sacchetti, di provata fede papalina, destina-
to ad assumere all’interno della Corte Pontificia
Il maggiore Giacomo Pagliari
l’alta carica di Foriere Maggiore dei Sacri Palaz-
in un affresco custodito nel
Museo di San Martino della Battaglia: zi Apostolici, che la sua famiglia deteneva inin-
colpito a morte mentre guida il terrottamente dal 1794. Gli antenati di Urbano,
XXXIV Battaglione Bersaglieri originari di Firenze, si erano trasferiti nel 1573 a
all’assalto per la breccia di Porta Pia, Roma diventando presto i banchieri della Curia.
il 20 settembre 1870. Nell’ovale, Tra le personalità della famiglia era emersa su tut-
la marchesa Beatrice Orsini Sacchetti. ti la figura del cardinale Giulio Sacchetti, grande
mecenate, che per due volte aveva mancato l’a-

BBC HISTORY ITALIA [17]


Personaggi

scesa al soglio pontificio. I Sacchetti, da sempre


devoti alla Santa Sede, figurano anche nella Divi- Beatrice poteva vantare tra i suoi antenati uomini
na Commedia di Dante Alighieri, nel XVI can- d’arme e non meno di 30 cardinali, 3 dei quali
to del Paradiso, tra le famiglie fiorentine nobili di erano saliti al Soglio di Pietro con i nomi
sangue e di animo. di Celestino III, Niccolò III e Benedetto XIII.
Il matrimonio suggellò l’unione di due gran-
di casate romane di solido sentimento filopapale
e consentì a Beatrice, nel ruolo di marchesa Sac- Il papa-re Pio IX to, gli illustri ospiti potevano ascoltare le dolci
chetti, di ricoprire una posizione di alto rilievo tra benedice le sue melodie del compositore ungherese Franz Liszt,
le fila dell’aristocrazia romana. truppe in Piazza la grande star internazionale dell’Ottocento che
Nell’ultimo decennio del papa-re, il superbo San Pietro, il in quegli anni risiedeva a Roma.
Palazzo Sacchetti, in via Giulia, opera del San- 25 aprile 1870. Tra il 1859 e il 1861, dal Nord si sprigionò con
Fu l’ultima
gallo e riccamente affrescato da Salviati, Rocca e la forza di un uragano il vento della tessitura poli-
benedizione
Cortona, divenne, grazie a Beatrice, uno dei salot- tica di Cavour, che portò il Regno di Sardegna a
prima
ti più importanti di Roma, utile supporto per l’a- dell’abolizione
unificare la penisola italiana sotto la bandiera dei
scesa e il prestigio del marito Urbano. dello Stato Savoia, inglobando anche ampie regioni dello
Nel salotto della marchesa Sacchetti si discute- Pontificio, che fu Stato Pontificio, quali la Romagna, l’Umbria e le
va di politica, si dissertava di argomenti scientifici annesso al Regno Marche, lasciando al Papa solamente il governo
e teologici, si stringevano alleanze e si progetta- d’Italia. Roma di Roma e del Lazio. Uno Stato Pontificio ridotto
vano matrimoni. diventò poi ai minimi termini.
Era facile quindi incontrarvi principesse roma- la capitale Beatrice si prodigò nel condannare con fermez-
ne in tutto lo sfarzo dei loro abiti e delle loro gio- definitiva del za l’occupazione dei territori del Papa e la conse-
ie, vedere da vicino cardinali e monsignori, farsi Regno d’Italia. guente minaccia all’autorità del potere temporale,
presentare agli ambasciatori, ammirare le divise facendosi promotrice, tra la nobiltà romana, di
degli ufficiali dell’esercito pontificio e intrattener- alcune iniziative che la videro protagonista in
si con intellettuali e artisti, come il pittore roma- quei turbolenti anni per il Papato.
no Cesare Mariani o lo scultore francese Jean Incoraggiò suo padre, il principe Orsini, a redi-
Pierre Dantan. gere un documento di solidarietà e fedeltà assolu-
Quest’ultimo, rapito dalla bellezza e dalla gra- ta allo scettro e al pastorale del Sommo Pontefice,
zia della padrona di casa, le dedicò una roman- sottoscritto da ben 135 nobili romani, che fu con-
tica poesia paragonandola a una delle “Virtù” di segnato nelle mani di Pio IX quale attestato di
Raffaello Sanzio. Infine, in un’atmosfera d’incan- suprema fedeltà.

[18] BBC HISTORY ITALIA


Beatrice Orsini Sacchetti, la “Regina Nera”

Alcuni aristocratici, però, si astennero dal fir- buna riservata alla nobiltà, non poteva
mare l’atto di fedeltà e questo generò la spaccatu- far altro che ammirare compiaciuta
ra della nobiltà in due distinte fazioni: la “nera” suo marito in quella giornata trion-
(più numerosa), a favore del papa-re, e la “bianca”, fante per la Chiesa e per il papa-
a favore dell’Unità d’Italia, riportando così Roma re. Il Concilio si concluse con la
ai tempi infausti di guelfi e ghibellini. proclamazione, il 18 luglio 1870,
del dogma dell’infallibilità del
Il papa è infallibile ma capitola In que- papa e nella Basilica di San Pie-
gli anni, migliaia di giovani, provenienti dall’ari- tro risuonò il grido esultante di:
stocrazia e dalla borghesia europea, giunsero a “Viva Pio IX infallibile!”.
Roma per difendere Pio IX alla stregua di nuo- Due mesi dopo, terminava il
vi crociati. Nel 1867 restò memorabile il sontuo- potere temporale di Pio IX: alle
so ricevimento che Beatrice volle dare insieme 5.15 della mattina del 20 settembre
alla sorella, la principessa Teresa Barberini, nel 1870 ebbe inizio l’attacco dell’eserci-
maestoso Palazzo Barberini, in onore dell’eserci- to italiano alle mura della Città Eterna.
to pontificio e di quello francese tornato vincito- Quel mattino, il boato delle cannonate ave-
ri da Mentana, dove, sotto la guida del generale va svegliato di soprassalto Beatrice, la quale, tur- Pio IX Mastai
Kanzler, avevano messo in fuga i garibaldini. La bata e profondamente scossa dal precipitare degli Ferretti,
protezione della Francia di Napoleone III sem- eventi, non dimenticò comunque i suoi doveri di Pontefice dal
brava un baluardo sufficiente contro la minaccia padrona di casa e di fervente religiosa. Radunò 1846 al 1878,
annessionistica del Regno d’Italia. tutta la famiglia nella cappella privata del palazzo fu l’ultimo
papa-re. Non
I successi militari avevano illuminato Roma di per pregare per la salvezza di Roma e del papa-re,
avrebbe mai
rinnovato splendore e fervente attivismo religio- mentre il marito Urbano si recava con urgenza in
perdonato
so. Una raggiante e devota Beatrice assisteva l’8 Vaticano per accogliere militari, porporati, digni- l’annessione
dicembre 1869 alla solenne cerimonia di apertura tari, inservienti, impiegati e ambasciatori stranieri forzata dello
del Concilio Vaticano I. Un lungo corteo religio- che volevano conferire con Pio IX sull’allarmante Stato Pontificio
so sfilava lentamente per la navata centrale di San situazione. Nel frattempo, le truppe italiane apri- al Regno d’Italia.
Pietro e un regale Pio IX, coperto dalle vesti pon- vano una breccia nelle mura Aureliane presso Por-
tificali, era portato a spalla sulla sedia gestatoria. ta Pia, abbattendole con ben 219 colpi di cannone.
Il marchese Urbano Sacchetti, in veste di Foriere Alle 10.00 il Papa ordinava di issare sulla cupo-
Maggiore dei Sacri Palazzi Apostolici, dirigeva il la di San Pietro la bandiera bianca: lo Stato Pon-
tragitto della sedia gestatoria e Beatrice, dalla tri- tificio capitolava. Ormai sconfitto e privato del

Ritratti ufficiali
di Vittorio
Emanuele II, in
una litografia di
F. Perrin, e
Margherita di
Savoia. Dopo il
trasferimento
della capitale
del Regno d’Italia
a Roma, la regina
cercò di acquisire
alla sua corte il
fior fiore della
nobiltà vaticana,
riuscendoci
solo in parte.

BBC HISTORY ITALIA [19]


Personaggi

ni nobili ufficiali pontifici per entrare a far parte


dello Stato Maggiore dell’esercito italiano, furono
opposti dignitosi ma fermi rifiuti. Solo pochi di
loro, appartenenti alla fazione favorevole al nuo-
vo corso della Storia, accettarono di far parte del-
la Corte sabauda.
Dietro il portone sprangato di Palazzo Sacchet-
ti, il salotto di Beatrice rimase uno dei luoghi d’in-
contro della nobiltà “nera” più importanti, dove
spesso si assumevano iniziative a favore di Pio IX,
come quella del marchese Urbano che in occa-
sione di ogni anniversario della breccia di Porta
Pia si sarebbe recato, accompagnato da un cospi-
cuo gruppo di fedelissimi aristocratici, in udien-
za al Sommo Pontefice per rinnovargli devozione
e fedeltà.
La posizione decisamente contraria alla nuo-
va realtà di Roma e la stretta vicinanza alla Santa
Lo scultore francese Jean Pierre Dantan, Sede poneva i marchesi Sacchetti tra le perso-
rapito dalla bellezza e dalla grazia della giovane nalità più influenti, cosa che attirò l’attenzione,
nobildonna, le dedicò una romantica poesia nel 1871, di un non meglio identificato Comita-
paragonandola a una delle “Virtù” di Raffaello Sanzio. to Centrale Supremo della Repubblica Univer-
sale, di tendenza anarchica e anticlericale, che
minacciò Beatrice e suo marito di gravi rappre-
potere temporale, Pio IX si chiudeva in Vatica- Apertura ufficiale saglie. Questo clima di tensione e pressione, che
no dichiarandosi prigioniero. del Concilio coinvolgeva le famiglie rimaste fedeli al Papato,
La nobiltà romana rimasta fedele al Papa, per Vaticano I, l’8 non intimidì i Sacchetti, che senza arretrare di un
protesta contro gli invasori, stabilì all’unanimità dicembre del passo dalle proprie convinzioni continuarono nel-
di chiudere i portoni principali dei loro palazzi 1869. Sotto, il la loro azione di perno dell’aristocrazia filopapa-
marchese Urbano
in segno di lutto. I più tenaci fra di loro furono i le di Roma, comportamento che valse a Beatrice
Sacchetti, marito
marchesi Sacchetti, che avrebbero riaperto l’im- di Beatrice
il titolo di “Regina Nera”.
ponente portone del loro palazzo solamente nel Orsini e Foriere Beatrice, irremovibilmente conservatrice, fu
XX secolo. Maggiore dei la regista della politica matrimoniale applicata
Intanto, il governo italiano trasferiva la capitale Sacri Palazzi alla sua numerosa prole, che le ha permesso di
d’Italia da Firenze a Roma e come residenza rea- Apostolici. concentrare sulla sua famiglia alleanze di gran-
le per i Savoia scelse proprio il Palazzo del Qui- de spessore, utili sia per ampliare il prestigio in
rinale, l’ex reggia dei papi. La Santa Sede però si seno alla Corte Pontificia sia per conseguire pro-
rifiutò di consegnare agli usurpatori le chiavi del ficui vantaggi patrimoniali. Sei dei suoi sette figli
Quirinale, fieramente custodite proprio dal mar- si imparentarono con le grandi famiglie del patri-
chese Urbano Sacchetti, incaricato della soprin- ziato sia romano (Serlupi Crescenzi, Guglielmi di
tendenza di fabbriche, acque e suppellettili del Vulci e Bezzi Scali) che fiorentino (Gerini e Fos-
Palazzo. Alla fine, i Savoia entrarono ugualmen- si) e il terzogenito, Luigi, riuscì persino a dare un
te al Quirinale grazie a un fabbro che forzò la seguito al casato dei Barberini, sull’orlo dell’e-
serratura del portone: la mancanza di una chiave stinzione.
non poteva fermare il nuovo e trionfante Regno Anche dopo la morte di Pio IX, Bea-
d’Italia. trice continuò a supportare la causa
del Papato, sostenendo anche sot-
I vincitori si ambientano Per accattivar- to il pontificato di Leone XIII la
si il consenso e la benevolenza degli aristocratici posizione filoaustriaca all’interno
romani, la principessa Margherita di Savoia deci- della Corte Pontificia, ritenendo
se di scegliere tra questi le dame e i gentiluomini che, dopo la sconfitta della Fran-
di Corte. L’iniziativa si scontrò subito con la con- cia di Napoleone III, non restava
trarietà della maggioranza delle famiglie della che l’Austria di Francesco Giusep-
nobiltà “nera”, e Beatrice si mostrò la più risoluta pe come grande potenza in grado di
a rifiutare il ruolo di dama di Palazzo al servizio restituire Roma al papa.
dell’usurpatrice sabauda. Stessa sorte toccò al re Beatrice fu anche una convinta
Vittorio Emanuele II, al cui invito rivolto ad alcu- sostenitrice del divieto per i cattolici

[20] BBC HISTORY ITALIA


Beatrice Orsini Sacchetti, la “Regina Nera”

di partecipare alle elezioni politiche del Paese, Sotto, chetti non si lasciarono intimidire e alle elezioni
voluto da Pio IX con la formula del “Non expe- un ritratto il figlio di Beatrice fu eletto Consigliere provin-
dit ”, cioè “non conviene”, “non ci riguarda”. Più domestico dei ciale di Roma, riempiendo di orgoglio la pur con-
papista del papa, anche quando Leone XIII abo- Sacchetti. Sia traria marchesa.
lì tale divieto, Beatrice mostrò non poco disap- gli Orsini che La ben nota posizione dei Sacchetti in favo-
i Sacchetti,
punto quando il primogenito Giulio decise di re del papa destò anche l’interesse del famoso
famiglie di
candidarsi, nel 1893, alle elezioni del consiglio antico lignaggio,
giornalista e romanziere francese Émile Zola
provinciale tra le fila dei clericali. La marchesa vantavano che, trovandosi a Roma nel 1894 per raccogliere
era preoccupata del clima politico incandescen- parentele con i materiale per un nuovo libro, decise di ambienta-
te e i suoi timori non erano infondati, perché in nomi più fedeli re proprio a Palazzo Sacchetti una parte del suo
piena campagna elettorale Palazzo Sacchetti fu al Papato, come romanzo “Roma”, ispirandosi ai padroni di casa
oggetto di un attentato terroristico, con l’esplosio- i Barberini e i per delineare i caratteri dell’immaginaria famiglia
ne di una bomba nel cortile, che per fortuna non Torlonia. protagonista della sua opera, i principi Boccane-
ebbe gravi conseguenze. Come sempre, i Sac- ra, descritta come la più pia del patriziato roma-
no e sempre al servizio della Chiesa.
Il XIX secolo si chiuse con il Giubileo del 1900.
Fine di una casta Roma tornava al centro del mondo. Beatrice prese
parte con orgoglio e devota passione alla solenne

L a Corte Pontificia venne soppres-


sa nel 1968 da papa Paolo VI, ma per
suo stesso volere i Sacchetti, unica tra
cerimonia dell’Apertura della Porta Santa nel-
la Basilica di San Pietro, augurandosi per il XX
secolo la rivincita della Chiesa sullo stato sabau-
le famiglie nobili, continuarono a rico- do il cui governo suscitava tante critiche e tanto
prire un ruolo di rilievo in Vaticano con malcontento.
il marchese Giulio, che rimase ai verti- Fu l’ultimo evento a cui assistette. Il 28 gennaio
ci dell’amministrazione civile dal 1968 1902, a Palazzo Sacchetti, la “Regina Nera” dell’a-
al 2001 come Delegato Speciale del- ristocrazia romana esalò il suo ultimo respiro, con
la Pontificia Commissione, una carica l’inestinguibile rammarico di non esser riuscita a
simile a quella di un Sindaco. vedere la restaurazione del papa-re, a cui era sem-
Questo articolo è tratto dal libro dello stesso pre stata inflessibilmente fedele. •
autore, “Beatrice Orsini Sacchetti, la regina nera
nella Roma papalina del XIX secolo”, De Luca Edi- ANDREA COTTICELLI
tori D’Arte, 2018 (con il patrocinio dalla Fondazio- (Giornalista, Saggista storico e autore di libri di Storia).
ne Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus).

BBC HISTORY ITALIA [21]


Prima Guerra
Storia dell’America
mondiale
Latina

I GESUITI, MISSIONARI
E GUERRIERI IN SUDAMERICA
CONTRO LO STERMINIO
DEGLI INDIOS
Mondadori Portfolio/Collection Christophel/Enigma Productions/AMLF

Tra il 1609 e il 1773, in Paraguay, sorsero le reducciones Guaraníticas,


comunità di indios rette da missionari Gesuiti.
Uno straordinario esperimento sociale, che univa gli ideali
del socialismo a quelli del Vangelo, il cui successo costò alla Compagnia
l’ostracismo dei troni europei e della stessa Chiesa

[22] BBC HISTORY ITALIA


Una scena tratta dal film “The Mission”, del 1986, diretto
da Roland Joffe, che mostra il missionario gesuita, padre
Gabriel (interpretato da Jeremy Irons), che protesse e
convertì i nativi Guaranì. Sotto, Robert De Niro, che nel film
interpreta un ex cacciatore di schiavi, Rodrigo Mendoza,
divenuto anch’egli un missionario.

N
el territorio che si estende fino all’o- Misiones). Vicende pressoché ignorate dalla
dierno Paraguay, ancora oggi si pos- Storia dell’America Latina, ma che costituisco-
sono scorgere le rovine di alcune no pietre miliari nella Storia della civilizzazione
riduzioni, come quelle a cui furo- dei nativi americani, soprattutto da parte del-
no dati i nomi di Cosma e Damiano, Trini- le imprese missionarie cattoliche, con particola-
dad e Jesus, nel dipartimento che porta il nome re riferimento alla Compagnia di Gesù, fondata
di Itapua (nella provincia argentina invece le a Parigi 50 anni prima, nel 1534, da Ignàzio di
reducciones avevano l’emblematico nome di Loyola.

BBC HISTORY ITALIA [23]


Storia dell’America Latina

Tutto comincia nel 1609, quando il governato-


re del Paraguay e del Río de la Plata (Hernando Tutto cominciò nel 1609, quando il governatore
Arias de Saavedra), su incarico del re di Spagna del Paraguay chiese al gesuita Diego de Torres Bollo
(Filippo III), chiede al gesuita Diego de Torres di creare un sistema di villaggi dove gli indios
Bollo, Provinciale dell’appena costituita Pro- nomadi Guaraní potessero diventare sedentari.
vincia gesuitica del Paraguay, di creare un siste-
ma di villaggi, chiamati appunto “reducciones”,
dove gli indios Guaraní, di natura prevalente- Fra’ Bartolomeo le e civile degli indios, mentre i colonizzatori, al
mente nomade, sarebbero stati resi sedentari, de Las Casas, contrario, puntavano ad approfittare della situa-
istruiti e convertiti al cattolicesimo, ma soprat- illustrato a zione per arricchirsi attraverso lo sfruttamen-
tutto salvati dai mercanti di schiavi e quindi sinistra tra gli to degli indios nelle encomiendas (comunità di
dall’estinzione, come era accaduto durante la indios della nativi stanziali) o nelle miniere di rame e argen-
sua missione
scoperta del Nuovo Mondo nei confronti del- to dove lavoravano come schiavi fino alla mor-
e a destra
le civiltà di Inca, Maya e Aztechi da parte dei mentre tenta di
te per malattie, maltrattamenti, sfinimento. Il
famelici e spietati conquistadores arrivati sulla persuadere gli Padre Provinciale dei francescani del Messico,
scia di Colombo. esponenti della indirizzandosi al re di Spagna, nel 1567 scriveva:
Chiesa e il re di «Ovunque vi sono spagnoli, vi è strage e morte
L’abolizione delle encomiendas Già nel Spagna ad abolire per gli infelici indios».
1551 il diverso modo di concepire la conqui- la schiavitù Quindi il Provinciale dei Gesuiti, Torres Bol-
sta del Nuovo Mondo da parte dei conquista- (opera attribuita lo, per dar vita all’esperimento delle reduccio-
dores e dei missionari aveva visto contrapposti ad Antonio nes, chiese la sospensione per tutti gli indios
Juan Ginès de Sepulveda da una parte e Barto- Palacios e ai dell’obbligo di vivere nelle encomiendas. Fu
lomeo de Las Casas, soprannominato l’Apostolo fratelli Cabrera). accontentato con l’ordinanza del giudice Fran-
degli Indiani, dall’altra. Alla visione di Sepulve- cisco de Alfaro, che abolì due anni dopo (nel
da, che considerava i colonizzatori “portatori di 1611), anche se solo per la provincia gesuitica
civiltà” ai popoli barbari e superstiziosi, da sot- del Paraguay, il servizio obbligatorio da parte di
tomettere con la forza, si contrapponeva quella tutti gli indios.
del domenicano Bartolomeo de Las Casas, che Fu la prima vittoria del progetto missionario
reclamava il diritto di ogni uomo alla libertà e contro la barbarie coloniale, un provvedimen-
all’uguaglianza tra cristiani e non cristiani. Per to cruciale per gli indios Guaranì, che li salva-
Las Casas le conversioni dovevano essere indivi- va dalla barbarie dei coloni e preservava la loro
duali e spontanee, non di massa e imposte con esistenza come gruppo etnico, altrimenti desti-
metodi autoritari. La conquista del Nuovo Mon- nato all’estinzione in pochi anni.
do doveva essere finalizzata allo sviluppo mora- Ma cos’era l’encomienda? Un’istituzione

[24] BBC HISTORY ITALIA


I Gesuiti, missionari e guerrieri in Sudamerica

Breve storia dei Gesuiti

I l campo d’azione nel quale i Gesuiti si distinsero


maggiormente fu quello delle missioni nel Nuo-
vo Mondo, con le reducciones, tra Brasile, Argen-
tina, Paraguay e California. Il loro successo causò
invidie in alcune corti europee, insofferenti per i
comportamenti della Compagnia, sempre in dife-
sa dei più deboli, che sfociarono in aperta ostilità
provocando la loro espulsione dal Portogallo,
dalla Francia e infine nel 1767 dalla Spagna e da
Napoli. Non furono espulsi dalla Russia di Cateri-
na II. Da quel momento, i Gesuiti furono prelevati,
arrestati e deportati in Europa e in tutte le colo-
nie, sino a quando papa Clemente XIV soppresse
l’Ordine nel 1773 con la sua “Dominus ac Re-
demptor”. Solamente nel 1814 saranno ristabiliti
come Ordine da papa Pio VII per riprendere la loro
posizione di punta nella Chiesa Cattolica.
Non solo l’America fu teatro delle missioni ge-
suitiche. Nel 1541 uno dei più grandi missionari
dell’Ordine, padre Francesco Saverio, partì per tutt’altro che nuova in Spagna, dove vigeva da Incisione su
le Indie portoghesi e a Goa si mise al servizio dei lungo tempo nei territori strappati ai Mori nelle rame tratta
più poveri e dei malati. Si spostò poi a Canarie e nelle isole delle Indie Occidenta- dall’edizione
Capo Comorin nel Sud dell’India, li. Questo nome (che significa incarico) tedesca (del
dove il suo metodo di inse- veniva dato a un villaggio indigeno, 1613), del volume
“Brevísima
gnamento della dottrina a parte di un villaggio o a un grup-
relación de la
nella lingua locale (il po di villaggi affidati a un singo- destrucción
tamil) ebbe un grande lo incaricato, l’Encomendero, de las Indias”,
successo; dopo due al quale spettava il compi- di Bartolomeo
anni partì per le co- to di proteggere gli abitan- de Las Casas,
munità cristiane ti, insediare e mantenere il difensore del
nelle Molucche clero missionario nei vil- popolo Guaranì,
(odierna Indone- laggi e partecipare alla minacciato di
sia), per poi in- difesa militare della pro- estinzione.
traprendere il ri- vincia. Quindi, l’assegna- A sinistra,
schioso viaggio zione da parte del re di ritratto di
Clemente XIV.
verso il Giappo- un’encomienda non era
ne. Qui si rese una cessione di terra,
subito conto
che le possibili-
tà di convertire il
Giappone sareb-
bero state molto
scarse se prima
non si fosse conver-
tita la Cina e quindi, La prima pagina
con energia inesauribi- della bolla di
le, si trasferì sull’isola di Clemente XIV,
“Dominus ac
Sancian, di fronte a Canton,
Redemptor”, con
dove purtroppo si ammalò e morì
cui soppresse
il 3 dicembre del 1552. La strada era
la Compagnia di
aperta, sarà seguita dopo qualche anno da un al- Gesù nel 1773 (a
tro grande missionario gesuita che avrebbe rea- sinistra il testo
lizzato il suo sogno: padre Matteo Ricci. in latino, a destra
in francese).

BBC HISTORY ITALIA [25]


Storia dell’America Latina
CREATIVE COMMONS/Juan

in quanto non era equiparata ad una proprietà I resti della riduzione di San Ignacio Minì,
feudale o a un latifondo su cui lavorassero degli situata prima nel Paranà e poi in Argentina.
schiavi: gli indios erano giuridicamente uomini
liberi, anche se, in pratica, il potere degli Enco-
menderos (spagnoli o portoghesi che fossero)
aumentò ben presto a tal punto che gli indios
furono ridotti al ruolo di schiavi, sfruttati e mal-
trattati senza difese. Da qui il bisogno di creare
delle speciali colonie missionarie, per preserva-
re gli indios dalle ignobili prepotenze dei con-
quistadores.
Il 1609 diventa quindi la data di inizio del
sistema di questo tipo di entità coloniali, le
reducciones: il 29 dicembre viene fondata la
prima, battezzata S. Ignacio, poco distante dal-
la confluenza tra i fiumi Paranà e Paraguay. La
missione in seguito verrà spostata e chiamata
S. Ignacio Guazù (che significa maggiore), per
distinguerla da un’altra con lo stesso nome, fon-
data nel luglio del 1610 nel Guayrà (odierno
Stato brasiliano di Paranà), che verrà chiama- Nelle reducciones i Gesuiti mantennero la
ta Minì (minore) in seguito rifondata e ricostru- struttura di comando delle comunità indigene
ita nella terra dell’attuale provincia argentina ante evangelizzazione: il “governo civile” era
di Misiones, dove ancora oggi sussistono le sue riservato al Cacicco, leader della comunità.
rovine.

Non solo conversione al cattolicesimo Ritratto di e nell’allevamento del bestiame, tanto da por-
Nel Guayrà, Torres Bollo inviò i padri italiani Sebastião José tarli gradualmente a rinunciare al nomadismo.
Giuseppe Cataldini e Simone Mascetti che, de Carvalho e Con questa dedizione totale alla causa dei nati-
come tutti gli altri padri partiti per la regione, Melo, marchese vi latinoamericani, i Gesuiti riuscirono a far
organizzavano e reggevano ogni singola riduzio- di Pombal di sopravvivere e prosperare per quasi 150 anni una
Louis-Michel
ne (dove vivevano due, al massimo tre missiona- civiltà con un proprio stile di vita. Gli ex-nomadi
van Loo Claude-
ri), la quale veniva fatta sorgere generalmente in Joseph Vernet
avevano imparato a vivere nelle comunità, dove
prossimità di comunità indigene semi-stanziali, (1766). Il ministro prestare uguale attenzione alle necessità indivi-
vicino ai corsi d’acqua, per indurre gli indios ad portoghese duali e collettive, in coerenza con il messaggio
una vita stanziale, coinvolgendoli nella coltiva- fu un nemico evangelico delle prime comunità cristiane.
zione dei campi (dove veniva seminata soprattut- implacabile dei Gli indios lavoravano nelle piantagioni di pro-
to la yerba mate), nello sviluppo dell’artigianato Gesuiti. prietà della comunità (i tupam-baè, la cosiddetta
proprietà di Dio) 3 giorni alla settimana; tutti i
proventi ottenuti dalla raccolta erano immagaz-
zinati ed utilizzati nei periodi di carestia per il
sostentamento delle famiglie in difficoltà, del-
le vedove, degli orfani e dei malati; poi, ad ogni
famiglia era assegnato un piccolo orticello (l’a-
bam-baè) che doveva servire per il sostentamen-
to dei suoi membri, ma che non poteva andare
in eredità a nessun figlio: la proprietà era asse-
gnata solo fino alla morte del titolare.
I padri Gesuiti ponevano grande attenzione
all’educazione dei bambini, sia maschi che fem-
mine; fino a 16 anni venivano istruiti ed avvia-
ti al mestiere verso cui dimostravano maggiore
inclinazione, mentre i più dotati imparavano lo
spagnolo, e perfino il latino, per poi mantenere
i contatti con il sistema coloniale.
Nelle reducciones, i Gesuiti mantennero la
struttura di comando delle comunità indigene

[26] BBC HISTORY ITALIA


I Gesuiti, missionari e guerrieri in Sudamerica

ante evangelizzazione: il “governo civile” era La riduzione di


riservato al Cacicco, leader della comunità, i Nostra Signora di
cui ordini andavano rispettati; questo portò una Loreto Conchó in
vasta parte della letteratura sul tema a vedere Bassa California,
sotto il profilo strettamente socio-politico l’espe- in un disegno
del XVIII secolo.
rimento delle reducciones, come uno Stato auto-
Sotto, dipinto
nomo all’interno dello Stato coloniale spagnolo, raffigurante papa
una specie di Repubblica del Guaraní anche Paolo III, che
detta Repubblica gesuitica del Paraguay, un il 3 settembre
esempio di “comunismo” compiutamente rea- 1539 approva
lizzato, in osservanza ai dettami del Vangelo. Il oralmente
sistema delle reducciones si sviluppò nell’ambi- la Formula
to di quello coloniale spagnolo, nel rispetto delle Instituti di
leggi di quest’ultimo e pagando regolarmente le Ignazio di Loyola,
tasse al re di Spagna, ma con il fastidio crescen- inginocchiato
te delle autorità ufficiali, che vedevano l’autono- davanti a lui:
riconoscerà
mia di cui godevano i Gesuiti come un limite al
ufficialmente
loro potere e ai loro interessi. l’Ordine nel 1540.
L’esperimento gesuitico, se da una parte portò
a salvare dallo sterminio una popolazione indi-
gena (circa 120-130mila persone), avendo dota-
to i Guaraní (popolo primitivo e senza storia)
di un’organizzazione sociale e politica rispetto-
sa dei diritti della persona, dall’altra impediva
ai colonizzatori e ai mercanti spagnoli e porto-
ghesi di sfruttare a loro vantaggio quella parte
delle colonie, in quanto il loro potere di sfrutta-
mento delle aree sotto “giurisdizione” dei Gesu-
iti era fortemente diminuito. I missionari partiti
per il Guayrà, Cataldini e Mascetti, coadiuvati
dai padri Ruiz de Montoya e Diego de Salazar,
gestivano una moltitudine di indios, che rap-
presentavano un patrimonio sottratto ai colo-
nizzatori portoghesi e ai meticci cacciatori di

Chi era Ignazio di Loyola

I l fondatore della Compagnia di Gesù


nacque nel 1491, in Spagna, nel Castello
di Loyola (presso Azpeitia) da una famiglia
studiò filosofia e teologia. Con i suoi ami-
ci aspiranti come lui alla vita religiosa,
Ignazio forma a Parigi il primo nucleo della
stesso Ignazio aveva elaborato. Rapi-
damente diffusasi in tutta Europa, per
numero, impegno e qualità culturale, la
nobile basca. Nei suoi anni alla corte spa- Compagnia di Gesù, nel 1534, formulando Compagnia divenne subito un punto di
gnola Ignazio venne permeato degli ideali con loro l’impegno a pronunciare oltre ai riferimento della Controriforma cattolica,
del perfetto cavaliere. Ferito nella difesa 3 voti tradizionali (castità, povertà e ubbi- formando culturalmente e religiosamente
del Castello di Pamplona nel 1521 nella dienza) un quarto voto: fedeltà assoluta al le classi dirigenti di allora. I loro collegi
guerra tra Spagna e Francia per il posses- papa e impegno ferreo a eseguire qualsi- divennero centri di pedagogia cattolica
so della Navarra, fu riportato a Loyola per asi suo ordine. Dopo diverse vicissitudini e cultura umanistica insieme allo studio
la convalescenza. Qui maturò la sua voca- e accuse per la loro ortodossia da parte delle scienze, arrivando a teorizzare fini e
zione di dedicare la vita a Cristo e di an- di avversari di simpatie luterane, la nuova metodi di studio nella “Ratio studiorum”
dare in Terra Santa, dove arrivò nel 1523. congregazione fu riconosciuta da papa del 1599, documento fondamentale della
A Gerusalemme però restò poco, convinto Paolo III nel 1540 con la bolla “Regimini Compagnia.
dal Custode di Terra Santa a tornare in Eu- militantis Ecclesiae”. Nel 1541 Ignazio fu Quando Ignazio morì nel 1556 la Com-
ropa e a studiare in vista dell’ordinazione eletto dai suoi compagni Primo generale pagnia contava già un migliaio di membri e
sacerdotale. della Compagnia di Gesù. una settantina di domicili. Beatificato nel
Tornato in Spagna, la lasciò presto per La formazione dei suoi membri si 1609 da papa Paolo V, padre Ignazio fu ca-
partire alla volta di Parigi dove, dal 1528, fondava sugli Esercizi Spirituali che lo nonizzato nel 1622 da papa Gregorio XV.

BBC HISTORY ITALIA [27]


Storia dell’America Latina
CREATIVE COMMONS/Germano Roberto Schüür

schiavi di San Paulo, i crudelissimi mamelu-


cos, per i quali i villaggi dei Gesuiti sottraevano
loro una fonte inesauribile di “merce” per i loro
traffici di schiavi.
Già nel 1611 ci fu il primo attacco alle ridu-
zioni e le incursioni continuarono negli anni
successivi, soprattutto da parte dei bandeirantes
paulisti, che operavano con l’appoggio di bande
ausiliarie di indios Tupì.
Ben presto divennero vere e proprie spedizioni
militari, che portarono alla cattura di decine di
migliaia di indios delle missioni, contro le qua-
li nessuna difesa armata poteva essere attuata,
dato che le leggi coloniali spagnole, ribadite nel
1628 dal nuovo governatore Luis de Cespedes
Jeria, non consentivano alle missioni di armar-
si: ciò costrinse i Gesuiti a prendere la decisione
di abbandonarle, dopo aver evacuato e porta-
to altrove tutti gli indios delle reducciones del
Guayrà. Un vero calvario a cui nessuna autorità Le rovine della riduzione di São Miguel das Missões, in Brasile:
centrale seppe opporsi. nel 1984 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Sotto la guida di padre Montoya cominciò un
esodo biblico: il trasferimento verso zone più
sicure di migliaia di indios Guaranì – da 12mila Sotto la guida di padre Montoya cominciò un esodo
a 20mila – a bordo di zattere e canoe scendendo biblico: il trasferimento verso zone più sicure
lungo il corso del Paranà. Una migrazione a sud di migliaia di indios Guaranì, a bordo di zattere
delle Cataratas do Iguazù per interporre un lun- e canoe, lungo il corso del Paranà.
go tratto di fiume non navigabile tra i crimina-
li paulisti e le missioni, che durò quasi due anni
e provocò gravissime perdite: degli indios parti- Monumento Padre Montoya fondò una nuova comunità nel
ti dal Guayrà padre Montoya riuscì a portare in dedicato ai 1632, con i sopravvissuti sia di S. Ignacio Minì,
salvo solo circa 4.000 Guaranì. Metà degli indios Bandeiras, gli che della comunità di Loreto sulle rive del tor-
non era sopravvissuta all’esodo. esploratori rente Yabebirì, nella provincia di Misiones, in
coloniali che una posizione tranquilla.
contribuirono
Nonostante tutte queste avversità, più passa-
alla fondazione
di San Paolo;
va il tempo e più venivano fondate nuove mis-
costoro, però, sioni anche a costo della vita dei padri mandati
nella loro opera tra gli indios: si ricorda fra tutti il sacrificio dei
di conquista padri Roque Gonzalez de Santa Cruz e Alonso
ridussero in Rodriguez, vittime della sanguinosa ribellione
schiavitù decine dei cacicchi Nezù e Carupé.
di migliaia di Nel momento di massima diffusione, tra il
indios. 1690 e il 1740, si giunse a contare 30 reduccio-
nes, mentre la Compagnia di Gesù portava l’e-
sperienza delle misiones anche in altre parti
del Nuovo Mondo come nella California mes-
sicana, dove fondarono prima la missione di
San Bruno, nel 1697, e poi quella di San
Francesco Saverio, nel 1699. L’esperi-
mento stava quindi pienamente riu-
scendo, sia pure a prezzo di immani
fatiche e spargimenti di san-
gue: i Gesuiti operavano
nella convinzione che
lo sviluppo delle pro-
pensioni individuali e

[28] BBC HISTORY ITALIA


I Gesuiti, missionari e guerrieri in Sudamerica

CREATIVE COMMONS/ Danúbio Gonçalves, foto de Eugenio Hansen, OFS


A sinistra, Fu il Trattato di Madrid che scatenò la Guer-
un quadro ra Guaranítica, mettendo fine all’esperimen-
di Henrique to delle reducciones gesuitiche, il cui successo
Bernadelli, che era insopportabile per i poteri dell’epoca. Come
rappresenta i detto, la divisione dei territori tra le due nazioni
bandeirantes
colonizzatrici costringeva 7 reducciones a trasfe-
che catturano gli
quindi la formazione professionale fossero uno rirsi nei territori loro assegnati, 3 delle 7 si sot-
indios per ridurli
dei più preziosi mezzi di civilizzazione, capa- in schiavitù.
tomisero all’ingiunzione, 4 invece si rifiutarono
ci di stimolare nei Guaranì quel senso di digni- A destra, di lasciare le loro case, le loro terre, il loro lavo-
tà che ognuno di noi trae dalla realizzazione di memoriale che ro nei campi. Quando un esercito misto ispano-
un’opera, la responsabilità di svolgere un inca- rievoca Sepé portoghese arrivò, deciso ad attuare l’esodo con
rico all’interno di una comunità, la soddisfazio- Tiaraju, leader la forza, i nativi si ribellarono e combatterono
ne di essere utili nella vita comune. degli indios duramente contro le truppe bianche. Le reduc-
nella Guerra ciones diventarono dei fortini difesi con accani-
Ma la fine era prossima Il 13 gennaio Guaranitica, il mento dai nativi, spesso comandati dagli stessi
1750, le Corone di Spagna e Portogallo ratifi- conflitto nato padri Gesuiti, che non accettavano di cedere
a seguito delle
cavano il Trattato di Madrid, meglio conosciu- alla prepotenza e vedere distrutto il lavoro di
limitazioni
to come il Tratado de Limites, che divideva da anni in nome di una spartizione di territorio
imposte dal
Nord a Sud i possedimenti spagnoli e portoghe- Trattato di Madrid
decisa a 5.000 km di distanza da qualcuno che
si in America Latina, separando 7 reducciones (1750). Sotto, ignorava tutto di quelle terre.
dalle altre 30: queste 7 sarebbero rimaste al di l’emblema del I Guaranì tennero testa all’esercito fino al 10
qua del Rio Uruguay, in territorio portoghese. dipartimento di febbraio 1756, giorno della battaglia combattu-
Il Tratado, insieme alla campagna diffamatoria Itapúa, Paraguay. ta ai piedi del monte Caibaté. In meno di un’o-
antigesuitica perseguita soprattutto dal mini- ra morirono più di 1.300 indios, oltre 150 furono
stro portoghese Pombal, acerrimo nemico della fatti prigionieri, il resto dei ribelli fu disperso,
Compagnia di Gesù, portò alle estreme conse- massacrato, annientato. I pochi superstiti furo-
guenze la delicata questione delle reducciones, no nuovamente preda dei mercanti di schiavi,
sempre mal viste oltre che da Pombal anche mentre i padri della Compagnia furono caccia-
CREATIVE COMMONS/Iamlatin

in seno alla corte di Spagna, che non vede- ti da tutte le colonie, anche quelle californiane.
va di buon occhio il diffondersi di un model- Uno dei padri scrisse nelle sue memorie: «Solo
lo di società così diverso da quello autoritario una madre a cui muore un figlio prova il dolo-
dell’epoca, quando lo sfruttamento dell’uomo re che provo io abbandonando gli indios delle
era visto non solo come tollerabile ma legitti- nostre missioni». •
mo: l’ordine sociale e l’economia si basavano
sulla sottomissione dei più deboli da parte dei ANGELO RUBINO
più forti. (Storico e studioso delle Missioni Gesuitiche).

BBC HISTORY ITALIA [29]


Storia romana

ORAZI E CURIAZI

UNA FAVOLA AFFASCINANTE, Il celebre duello fra i tre


gemelli romani e i tre

PRESAGIO DI
albani è una delle tante
leggende che fiorirono sulle
origini dell’Urbe. Ma è la
più ricca di significati e di

GRANDEZZA
riferimenti alla grandezza
futura di quel popolo
di contadini e pastori
insediatosi vicino al Tevere

[30] BBC HISTORY ITALIA


ti, pastori, viandanti. Inoltre, seguendo il corso Il celebre dipinto
del Tevere, le popolazioni dell’interno, come per di Jacques-Louis
l’appunto i Sabini, potevano facilmente arriva- David (1748–1825)
re al mare per rifornirsi di sale grazie alle sali- “Il giuramento
ne sparse intorno alla foce. I due tragitti, che gli degli Orazi”,
conservato al
abitanti della regione percorrevano fin dai tempi
Louvre. Fu un
più remoti, si incrociavano dunque proprio lì, in atto di grande
quel tratto di fiume fiancheggiato da colli ameni saggezza, da
che favorivano gli insediamenti. Controllare quel parte dei capi
luogo, e i percorsi che vi confluivano, significava dei due popoli,
assicurarsi potere e ricchezza. rimettere le sorti
dello scontro
Carriera di due gemelli allevati da una a un duello per
lupa A occupare per primi il colle che domina- evitare la guerra.
va più da presso il corso d’acqua, cioè il Palatino, Sotto, denario
furono un gruppo di coloni provenienti dall’an- del I secolo a.C.
con raffigurata
tica Alba Longa, che più che una città era una
la testa coronata
federazione di villaggi sui colli Albani. Secon- del terzo re di
do la leggenda lo guidavano due fratelli, Romo- Roma, Anco
lo e Remo, che sulla riva del Tevere erano stati Marzio.
abbandonati subito dopo la nascita dal re Amulio,
usurpatore del trono spettante al fratello Numito-
re, loro nonno. Salvati da una lupa, i due bambi-
ni erano stati allevati da un pastore e, una volta
adulti, tornarono ad Alba Longa, uccisero il catti-
vo Amulio e rimisero sul trono il buon Numitore.
Poi, con un gruppo di compagni, si trasferirono
nei luoghi in cui avevano vissuto da piccoli e vi
fondarono una città: Roma. A tracciare il solco
primigenio e a dare il nome al nuovo insediamen-
to fu Romolo, che ne divenne il primo re. L’anno,
del tutto ipotetico, di questo evento è il risulta-
to dei calcoli di un erudito vissuto nel I secolo
a.C., Marco Terenzio Varrone. Partendo dal 509
a.C., quando fu istituita la Repubblica, e risalen-
do indietro nel tempo di 35 anni per ognuno dei
7 re voluti dalla tradizione, Varrone fissò la nasci-
ta di Roma nel 753 a.C., stabilendo anche il gior-
no, il 21 aprile.
L’arrivo dei Sabini e il loro insediamento sul
colle Quirinale provocò fra i due popoli una serie
di attriti, tensioni, scontri che sfociarono infine

R
in una guerra vera e propria. La leggenda, che
oma era appena nata e già mostrava i racconta a suo modo, abbellendole di prodigi e
denti. I primi a sentirne il morso furo- di eroismi, tutte le vicende legate ai primi seco-
no i Sabini, che venivano dalle monta- li della Storia romana, ci dice che a scatenare la
gne dell’alto Lazio. Una loro tribù aveva guerra fu il famoso “ratto delle Sabine”. Il fatto
disceso il corso del Tevere e si era stanziata su è che i coloni venuti da Alba Longa erano tutti
uno dei colli in prossimità del fiume, il Quirina- maschi, mentre i Sabini si erano portati dietro le
le, quasi a sfidare i Romani che invece stavano in famiglie, comprese le donne. I Romani non tro-
un villaggio di capanne sul Palatino. Né questi varono di meglio che fare una sortita improvvisa,
né quelli erano arrivati lì per caso. In quel tratto catturare le figlie dei nemici e portarsele all’in-
di fiume il guado era reso più agevole dalla pre- terno del pomerio, il recinto che chiudeva la loro
senza dell’isola Tiberina, che divideva in due il città, considerato così sacro che, per averlo viola-
corso impetuoso dell’acqua, sicché di lì finivano to, Remo fu ucciso dal fratello. A impedire che
col passare tutti coloro che dall’Etruria andava- quell’azione da predoni – praticamente uno stu-
no e venivano nella regione dei Latini: mercan- pro di massa, se vogliamo dirla tutta – scatenas-

BBC HISTORY ITALIA [31]


Storia di Roma

La fine orrenda di Fufezio Resta il fatto


che questi primi re contribuirono a trasformare i
poveri e litigiosi villaggi sorti sui colli intorno al
Tevere in una potenza locale che si estendeva su
un territorio di un centinaio di chilometri qua-
drati, dalla riva sinistra del fiume – quella destra
era saldamente in mano etrusca – all’Aniene e
dalla città fino al mare. Per difendere una zona
così vasta serviva un esercito, calcolano gli stori-
ci, di almeno 3mila fanti e 300 cavalieri, forni-
ti dall’assemblea cittadina detta “curiata” perché
il popolo che vi si riuniva era diviso in 30 curie.
Ogni curia doveva mettere a disposizione 100 sol-
dati e 10 cavalieri. Era questo il nucleo originario
delle potenti legioni che avrebbero conquistato il
mondo, ognuna delle quali avrà il doppio degli
effettivi che formavano l’intero primitivo esercito.
Ma se la guerra di Anco Marzio, nella secon-
da metà del VII secolo, fu una facile conquista
di territori paludosi e scarsamente abitati fino alle
A occupare per primi il colle che dominava saline costiere, ben più lunga e feroce si rivelò la
il Tevere, cioè il Palatino, furono precedente campagna che era stata condotta da
un gruppo di coloni provenienti dall’antica Alba Longa, Tullo Ostilio contro Alba Longa, decisiva per sta-
una federazione di villaggi sui colli Albani. bilire a quale delle due città toccasse la suprema-
zia della regione. Fu una guerra totale, tesa non
all’integrazione degli avversari, come era avvenu-
se una carneficina, furono le stesse ragazze che Il celebre “ratto to con i Sabini, ma alla completa distruzione dei
si interposero fra i loro padri e quelli che erano delle Sabine”, nemici, che rappresentavano un impedimento
ormai i loro mariti e li convinsero a fare la pace. compiuto alla propria espansione. A soccombere fu, come
La leggenda, come è facile capire, vuole signi- da Romolo, sappiamo, Alba Longa, che venne rasa al suolo e
poco dopo la
ficare che i due popoli prima rivali si fusero in i suoi abitanti trasferiti a Roma, dove occuparo-
fondazione di
un’unica comunità che condivideva, insieme con no il Celio. In quanto al loro re, Mezio Fufezio,
Roma nel 753 a.C.
le donne, i propri beni e i vantaggi derivanti dal (dipinto di Pietro
fece una fine orribile.
controllo del Tevere. da Cortona). A raccontarlo è il grande storico della Roma
A garantire la parità fra i due gruppi, fu deci- Sotto, “Orazio monarchica e repubblicana, Tito Livio, il qua-
so che il re sabino Tito Tazio avrebbe regnato al uccide sua sorella le precisa che la condanna sarebbe stata voluta
fianco di Romolo e che i loro successori si sareb- Camilla”, dipinto da Tullo Ostilio per punire il tradimento del re
bero alternati tra Romani e Sabini. In realtà, non di L. J. François albano durante la battaglia combattuta insieme
solo il secondo re, Numa Pompilio, fu un Sabi- Lagrenée. contro la città di Fidene. Questo starebbe a indi-
no, ma lo furono anche i re che lo seguirono:
Tullo Ostilio e Anco Marzio. Lo dicono gli sto-
rici, basandosi sul fatto che avevano tutti il dop-
pio nome, come si usava fra quella gente. La
loro origine sabina sarebbe confermata anche
dall’andamento delle prime guerre di espansione.
Cominciò Tullo Ostilio, dopo il regno di Numa
tutto dedicato a rafforzare e a riformare le istitu-
zioni pubbliche e religiose, contro Alba Longa.
Come abbiamo visto, questa città era il luogo di
provenienza dei Romani e risulterebbe difficile
spiegare, alla luce delle scarse informazioni sto-
riche disponibili, una loro guerra di aggressione
contro i propri ascendenti. Si spiega invece facil-
mente la seconda guerra, condotta da Anco Mar-
zio, che portò alla conquista delle saline costiere,
a cui erano particolarmente interessate le popola-
zioni sabine dell’interno.

[32] BBC HISTORY ITALIA


Orazi e Curiazi

care che, dopo la distruzione di Alba Longa, i due


popoli e i due sovrani avrebbero convissuto e col-
laborato per un breve periodo, prima del voltafac-
cia di Fufezio. Comunque siano andate le cose,
Tullo accusò il traditore in una pubblica assem-
blea e lo bollò con le seguenti parole: «Mezio
Fufezio, se tu fossi capace di apprendere la lealtà
e il rispetto dei trattati, ti lascerei in vita. Ma sic-
come la tua è una disposizione d’animo incorreg-
gibile, col tuo supplizio insegnerai almeno agli
uomini a mantenere i sacri vincoli che hai viola-
to. Pertanto, come poco fa la tua mente era divisa
tra Fidene e Roma, ora tocca al tuo corpo esse-
re diviso». E, fattolo legare a due carri trainati da
veloci cavalli, li spronò in direzioni opposte fin-
ché il corpo del condannato fu squartato.
Eppure, al povero Fufezio andava riconosciuto
un grande merito, che lo stesso Tito Livio ci tie-
ne a sottolineare nel suo racconto. Era stato lui,
infatti, per impedire che i due popoli si scannas-
sero in una battaglia campale (una battaglia per che li univa), a suggerire di affidare le sorti del- La morte di Tito
di più empia dato l’antico legame di parentela lo scontro armato non già ai due eserciti, ma a Tazio in un dipinto
un duello alla spada fra tre soldati Romani e tre di Jacques Réattu
Albani. E qui usciamo ancora una volta dalla sto- esposto al Museo
L’origine del nome ria per entrare nella leggenda, quella degli Orazi di Arles.
Sotto,
e Curiazi, forse la più nota, certo la più ricca di
l’illustrazione

C ontrariamente a quello che molti cre-


dono, il nome di Roma non deriva dal
leggendario fondatore Romolo. La sua ori-
significato fra le tante favole che accompagnano
le origini di Roma.
raffigura la
presunta effigie
del secondo re
gine, molto più umile, ha una discenden- Un duello al posto di una guerra Si rac- di Roma, Numa
za, per così dire, topografica. Si lega infat- conta, dunque, che da una parte vennero scelti Pompilio.
ti alla vicinanza del fiume presso il quale la i tre fratelli gemelli figli di un Publio Orazio, gli
città è sorta. Nel dialetto locale “fiume” si Orazi appunto, e dall’altra i tre gemelli Curiazi
diceva ramon, ed è da questo termine che (evidentemente i parti trigemellari abbondavano
discende Roma. a quell’epoca). Lo stesso Tito Livio ammette però
Allo stesso modo, i Romani erano i Ram- di non sapere esattamente quali fossero i Roma-
nes, letteralmente i “fiumaioli”, cioè coloro ni e quali gli Albani. Scrive infatti che, nonostan-
che risiedevano vicino al fiume. Si può ben te la notorietà di quell’impresa, le fonti non sono
dire, dunque, che i nomi della città e dei suoi concordi nello stabilire il popolo di appartenenza
abitanti siano nati prima della città stessa. degli uni e degli altri, anche se poi si è imposta
Infatti, i Ramnes erano tutte le genti, di pro- la tradizione secondo la quale gli Orazi erano di
venienza diversa e in competizione tra loro Roma e i Curiazi di Alba Longa. Ad ogni modo il
per il controllo del territorio, che abitava- combattimento ebbe luogo in prossimità della via
no la sommità dei sette colli vicino al fiume. Appia, al confine tra i due territori, e le cose
Alla rivalità iniziale succederà, con l’anda- si misero subito male per i Romani.
re del tempo, una fase federativa che darà Due degli Orazi furono infatti ucci-
vita ad un’unica città, esattamente come era si e i Curiazi, per quanto tutti e
successo ad Alba Longa con i villaggi dei col- tre feriti in modo più o meno gra-
li Albani. La nuova città comprenderà anche ve, pensarono di avere presto la
la Subura, il termine latino con cui si indica- meglio sul terzo avversario. Ma
va l’avvallamento acquitrinoso che separava questo ricorse a uno stratagemma
il colle Palatino dal Campidoglio. che ribaltò le sorti dello scontro.
La Suburra, una volta bonificata con la Fingendo di fuggire verso Roma,
costruzione della Cloaca Massima che river- come per mettersi in salvo, distanziò
serà le acque nel Tevere, diventerà il quartie- facilmente gli inseguitori, che finirono
re più popolare, e popoloso, di Roma. col separarsi a seconda della gravità delle loro
ferite. Così al terzo Orazio fu facile affrontarli

BBC HISTORY ITALIA [33]


Storia di Roma

le, anche quella degli Orazi e Curiazi ha una


Due degli Orazi furono subito uccisi e i Curiazi, morale, anzi più di una. La prima, e la più faci-
per quanto feriti, pensarono di avere presto le, è che se la forza non basta, ci può venire in
la meglio sul terzo. Ma questo ricorse a uno aiuto l’astuzia.
stratagemma che ribaltò le sorti dello scontro. La seconda, più profonda e verrebbe da dire
strategica, i Romani la metteranno in pratica nel
corso di tutta la loro storia millenaria. Si riassume
singolarmente e ucciderli uno dopo l’altro. La Alba Longa in un semplice comando: «Divide et impera». •
storia ha un tragico epilogo. Rientrato a Roma e immaginata
acclamato dalla folla, l’Orazio vittorioso dovette dal pittore GIANNI BRAGATO
subire i lamenti della sorella Camilla, fidanzata Giovanni di Ser (Giornalista e scrittore di Storia).
Giovanni, detto
di uno dei Curiazi, che lo rimproverò aspramente
Lo Scheggia.
di averglielo ucciso. Lui, preso da un incontrolla-
Sotto, ritratto di
bile accesso di ira, la trafisse con la stessa spa- Tullo Ostilio di
da usata per uccidere i nemici. Una conclusione Guillaume Rouillé.
feroce, ma necessaria a impartire una lezione che A lato:
i Romani presero molto sul serio: la patria vie- Sepolcro degli
ne prima della famiglia. È grazie Orazi e Curiazi
a questo fervente patriottismo, sulla Via Appia a
unito allo spirito guerriero che Roma.
li anima e si riflette in tutte le

CREATIVE COMMONS/VINC67
loro leggende, che gli umi-
li contadini e pastori abitanti
sulle rive del Tevere divente-
ranno i signori del mondo.
Del resto, come tutte le favo-

Monumenti alla memoria

I l duello tra gli Orazi e i Curiazi è, come


si è detto, una bella storia inventa-
ta di sana pianta per rendere accet-
ge il mausoleo degli Orazi e Curiazi,
sebbene un’altra tomba intitolata alle
due terne di gemelli si trovi ad Alba-
le sorgevano due are, una dedicata al
dio Giano Curiato, cioè protettore della
curia dove si tenevano i Comizi Curiati
tabile con un esemplare atto di valore no Laziale. Inoltre, nel Foro si poteva (le assemblee popolari che decideva-
la guerra spietata, questa sì vera, che vedere ancora al tempo di Augusto la no la guerra e la pace), l’altra a Giuno-
oppose Roma alla sua città madre Alba Pila Horatia, una colonna collocata alla ne Sororia, cioè sorella di Giano.
Longa. E tuttavia, se i tre fratelli dell’u- estremità della basilica Giulia (fatta Intorno a queste are si svolgevano
na e dell’altra parte non sono mai esi- edificare da Giulio Cesare) sulla qua- i riti di espiazione dell’esercito per il
stiti, non mancavano a Roma i monu- le si diceva che fossero state appese sangue versato. Qui si sarebbe purifi-
menti che li celebravano. le armature tolte ai Curiazi. cato anche l’Orazio sopravvissuto, non
Lungo la via Appia, in prossimità del C’era infine un’antichissima porta, tanto per aver ucciso i Curiazi, quanto
luogo in cui avvenne lo scontro, sor- con la trave di legno, accanto alla qua- per aver assassinato la sorella Camilla.

[34] BBC HISTORY ITALIA


OMNIBUS News, oggetti, personaggi e curiosità dal passato
a cura di Elena Percivaldi, storica medievista

POMPEI: DAGLI SCAVI EMERGE UNA NUOVA


MERAVIGLIA, LEDA E IL CIGNO
LO SPLENDIDO AFFRESCO, OTTIMAMENTE CONSERVATO, RAPPRESENTA IL CELEBRE
MITO NARRATO ANCHE DA OVIDIO: DECORAVA IL MURO DI UNA DOMUS SULLA
VIA DEL VESUVIO ED È DI FATTURA FINISSIMA

N uova, eccezionale
scoperta a Pom-
pei, dove sono in cor-
a Stabia, oggi al Museo Archeo-
logico Nazionale di Napoli, e su
uno specchio d’argento del teso-
so gli scavi della Regio ro di Boscoreale, oggi al Louvre.•
V che hanno già resti-
tuito molti importan-
tissimi ritrovamen- ARTE
ti. Sul muro di una SVELATI I “MISTERI”
stanza da letto (cubi-
culum ) di una casa
DEGLI ORGANI
situata lungo via del MUSICALI STORICI
Vesuvio è emerso uno DEL PIEMONTE
straordinario affresco
che rappresenta Leda e il cigno: rità, poiché è attestato in varie
un mito molto popolare nell’anti-
ca Roma, narrato tra gli altri nel-
domus , con diverse iconogra-
fie. Nelle immagini finora ritro-
N el 1996 un tecnico del suo-
no, Roberto Ricco, e un orga-
nologo, Adriano Giacometto, ini-
le “Metamorfosi” di Ovidio. vate, però, la donna era in gene- ziarono a studiare, partendo dal
La scena, carica di sensualità e re stante e non seduta come nel Canavese, gli organi storici pie-
di finissima fattura, rappresen- nuovo affresco, inoltre, in alcuni montesi. Il primo fu quello di
ta il momento in cui Giove si uni- casi, non è raffigurato il momen- Montanaro (Torino), che una vol-
sce, dopo essersi trasformato in to del congiungimento carnale ta terminato il restauro divenne
cigno, a Leda, la bella moglie di vero e proprio. Tra le varie rap-
Foto di Cesare Abbate © Parco Archeologico Pompei

protagonista di un disco. Partì


Tindaro, re di Sparta. Dal doppio presentazioni già note si ricor- così una lunga ricerca storico-
amplesso di Leda, prima con Gio- dano: quelle nelle case del Cita- filologica che ha portato questi
ve e poi con Tindaro, nasceran- rista, della Venere in conchiglia, affascinanti strumenti a svela-
no, fuoriuscendo da due uova, i della Regina Margherita, di Mele- re a poco a poco i loro segreti.
gemelli Castore e Polluce (i Dio- agro, dei Capitelli Colorati o di Il risultato è “Antichi Organi del
scuri), Elena – futura moglie di Arianna, della Caccia Antica, di Canavese”, la sola collana disco-
Menelao re di Sparta e causa del- Fabio Rufo, della Fontana d’Amo- grafica territoriale che pubblica
la guerra di Troia – e Clitennestra, re e forse anche nelle domus di L. musica (classica e non) su orga-
poi sposa (e assassina) di Aga- Rapinasius Optatus e degli Amo- ni antichi. I cd sono pubblicati
mennone, re di Argo e fratello di rini Dorati. da Edizioni Leonardi di Milano.
Menelao. Il mito di Leda e il cigno com- Per informazioni: www.antichi-
A Pompei l’episodio di Giove e pare anche in affreschi stacca-
Leda gode di una certa popola- ti da Ercolano e da Villa Arianna
organidelcanavese.it. •

BBC HISTORY ITALIA [35]


OMNIBUS

ARCHEOLOGIA

RESTAURATO IL GRANDE CARTONE


DELLA “SCUOLA DI ATENE” DI RAFFAELLO
D opo 4 anni di lavoro, è giunto al
termine il restauro del cartone
preparatorio realizzato da Raffa-
per una cifra esorbitante.
La sua storia non era però termi-
nata: nel maggio 1796 il cartone
diale, fino al ritorno a Milano nel
1966. Lo studio, iniziato nel 2014,
ha portato al restauro dell’ecce-
ello Sanzio per il celebre affresco fu requisito dai napoleonici, poi zionale cartone e alla sua defini-
“La scuola di Atene” delle Stanze recuperato dagli austriaci e nel tiva collocazione alla Pinacoteca
Vaticane. Si tratta del più grande 1918 trasferito a Roma, al riparo Ambrosiana (sarà fruibile da fine
cartone rinascimentale (misura dai rischi del primo conflitto mon- febbraio). •
285x804 cm) giunto integro
fino ai nostri giorni ed è inte-
ramente opera del grande
pittore urbinate: non fu uti-
lizzato per trasferire il dise-
gno di Raffaello sul muro
da affrescare, ma servì per
mostrare al committente,
papa Giulio II, la visione d’in-
sieme dell’opera una volta
ultimata. Il cartone giunse
all’Ambrosiana di Milano nel
1610 come prestito del con-
te Fabio II Visconti Borro-
meo di Brebbia; fu poi ven-
duto nel 1626 dalla vedova

ARCHEOLOGIA
VENEZIA: UN NUOVO MUSEO ACCOGLIE LE RIPRODUZIONI
DEI DOCUMENTI CHE HANNO FATTO LA STORIA
È stata inaugura-
ta a Venezia, pres-
so la sede di Scrinium, il
to in originale nell’Archi-
vio Segreto Vaticano: i
p r imi t re d o c um e n-
nuovo spazio di CADEM ti (208, 209, 210) costi-
(Codices and Ancient tuiscono gli esempla-
Documents E xhibit ri superstiti di un cor-
Museum), un’esposi- pus originario di 5 roto-
zione permanente di li membranacei, conte-
prestigiose riproduzio- nenti le confessioni dei
ni di documenti anti- 72 Templari interroga-
chi e codici manoscrit- ti da papa Clemente V
ti realizzati a partire dal dal 28 giugno al 2 luglio
2000, consultabili da 1308. Tra le altre opere
studiosi, appassionati raccolte, citiamo gli uni-
e scuole. Della collezio- ci due scritti autografi
ne fa parte il celeberri- superstiti di san Fran-
mo Processus contra Templarios, la raccolta delle cesco con la Regola Bollata del 1223, docu-
pergamene contenenti gli atti integrali del proces- mento di fondazione dell’Ordine Francescano.
so tenutosi a Poitiers contro i Templari e conserva- (Per informazioni e visite: www.scrinium.org). •

[36] BBC HISTORY ITALIA


NON È VERO CHE... STRADE DELLA STORIA
VIA UGO FALCANDO
LE STRANE SEDIE “FORATE”
CONSERVATE A ROMA SERVIVANO
A TESTARE IL SESSO DEL PAPA

A Roma sono conservate alcune particolari sedute che da secoli


alimentano diverse leggende, le più popolari e diffuse delle quali le
collegherebbero alla “papessa Giovanna”, il presunto papa donna che
avrebbe regnato sulla Chiesa dall’853 all’855. Si tratta della cosiddetta
“sedia stercoraria”, un sedile in marmo conservato nel chiostro annesso
alla Basilica Lateranense, e la cathedra porphyretica, una sedia di
porfido con la seduta a forma di ciambella, conservata ai Musei Vaticani
(una seconda, esposta al Louvre, vi fu
portata da Napoleone). Secondo la nota
storiella, queste sedie furono introdotte
proprio per permettere di controllare il sesso
del papa appena intronizzato ed evitare così
che un’elezione scandalosa come quella
potesse ripetersi. Le cose, però, stanno
diversamente. Le due sedute di porfido

CREATIVE COMMONS/Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti


risalgono al IV secolo, si tratta quindi di
manufatti ben precedenti rispetto all’epoca
alla quale la leggenda le attribuisce: con
ogni probabilità erano sedie concepite
appositamente per il parto e utilizzate a
Costantinopoli dalle donne della famiglia
imperiale (da qui il materiale usato, il porfido,
pietra rossa attributo di regalità come la C on il nome di Ugo Falcando è
conosciuto l’autore del “Liber
De Regno Siciliae”, importan-
porpora). È molto probabile che il papa vi si
sedesse per simboleggiare la madre Chiesa te cronaca del Regno normanno
che genera i suoi figli. Quanto alla sedia di Sicilia degli anni 1154-1169,
stercoraria, sarebbe semplicemente servita che prende avvio dalla morte di
per ricordare al pontefice che egli non è Dio, Ruggero II, considerato esem-
ma un uomo e pertanto è sottomesso come pio inarrivabile di buon gover-
tutti gli altri alle necessità della natura.• no, dopo il quale non può esser-
vi che decadenza. Nulla o quasi
si sa della sua vita, se non che fu
contemporaneo rispetto ai fat-
STORIA DELLE ARMI ti narrati e che, vista l’ampiez-
PUGIO za della sua cultura classica e lo
stile raffinato del suo latino, era

N el II secolo a.C. si diffuse tra i fanti romani il pugio, una sorta di pugna-
le di origine iberica lungo circa 30 cm e dotato di lama a foglia lance-
olata. Di solito era utilizzato come arma supplementare o di riserva nel
un alto funzionario della corte
palermitana. Il suo nome com-
pariva nel codice della Cronaca,
CREATIVE COMMONS/Petter Bøckman
CREATIVE/COMMONS: MatthiasKabel

caso di combattimento corpo a corpo. Il pugio restò in uso fino al II seco- ora perduto, che fu utilizzato per
lo d.C., ma nell’ultima fase fu più che altro un semplice ornamento, per- ricavare la 1ª edizione a stampa,
dendo gradualmente la sua originaria funzione bellica. • ma non ricorre mai né nel testo
né in altre fonti coeve. Se dun-
que Ugo Falcando sia davvero
una persona reale, oppure non
sia piuttosto lo pseudonimo di
un altro autore, resterà proba-
bilmente un mistero. •

BBC HISTORY ITALIA [37]


OMNIBUS

MISTERI DELLA STORIA

RISOLTO IL “GIALLO” DELLA MORTE DI PICO DELLA


MIRANDOLA: FU AVVELENATO DALL’ARSENICO
I l 17 novembre del 1494
moriva a Firenze, in circo-
stanze piuttosto misteriose,
Parma. I risultati delle loro
ricerche sono stati pubblica-
ti sul Journal of Forensic and
il grande umanista e filosofo Legal Medicine. «Gli esami
Giovanni Pico della Miran- eseguiti – ha spiegato Ful-
dola. Originario del Mode- vio Bartoli del dipartimento
nese, Pico dimostrò sin da di Biologia dell’Ateneo pisano
giovane un’intelligenza fuori – hanno dimostrato che nei
dal comune e una memoria resti di Pico sono presenti
a dir poco prodigiosa: oltre a segni riconducibili ad intos-
padroneggiare le più diver- sicazione da arsenico e che i
se discipline (tra cui le let- livelli del veleno erano poten-
tere, la filosofia, la mate- zialmente letali, compatibi-
matica e la teologia), cono- li con la morte per avvele-
sceva perfettamente il lati- namento acuto del filosofo.
no, il greco, l’ebraico, l’ara- Ovviamente, che si sia trat-
maico, l’arabo e il francese. tato di avvelenamento inten-
Le sue amicizie comprende- zionale è difficile da dimo-
vano il fior fiore degli intel- strare, anche se questa ipo-
lettuali europei del tempo e tesi è sostenuta da varie fon-
a Firenze entrò a far parte ti documentarie e storiche».
della prestigiosa Accade- I contenuti della sepoltu-
mia Neoplatonica, fondata ra di Pico della Mirandola,
dal filosofo Marsilio Ficino ovvero ossa, unghie, tessu-
su iniziativa di Cosimo I de’ Medi- me a studiosi degli atenei di Bolo- ti molli mummificati, vestiti e ciò
ci, che tanta influenza ebbe nel gna, del Salento, di Valencia (Spa- che restava del legno della cas-
forgiare la poetica e i valori esteti- gna), di York (Gran Bretagna) e del sa sono stati sottoposti ad una
ci e culturali del Rinascimento. La Max Planck Institute (Germania), serie di analisi di carattere biologi-
sua curiosità lo portò infine a inda- coadiuvati dagli esperti del RIS di co e chimico-fisico sia per confer-
gare diversi campi dello scibile e a
dedicarsi addirittura all’alchimia,
alla magia e alla Cabala, guada-
gnandosi un’accusa (poi caduta)
di eresia.
Pico morì all’improvviso, poco
più che 30enne, suscitando già
all’epoca sospetti che fosse stato
avvelenato. La causa del deces-
so, però, fu ritenuta più proba-
bilmente la sifilide. Ora, a più di
500 anni di distanza, lo studio dei
suoi resti, conservati in un chio-
stro vicino alla basilica fiorenti-
na di San Marco, ha conferma-
to che la fine di Pico non fu pro-
vocata dal “mal francese”, ma da
un avvelenamento da arsenico.
Università di Pisa

La notizia è stata diffusa dall’U-


niversità di Pisa, che ha parte- L’immagine al microscopio elettronico a scansione indica la presenza di una banda
cipato con alcuni suoi ricercato- di leuconichia (biancastra) su un’unghia del piede sinistro di Pico della Mirandola
ri a un team internazionale, insie- riconducibile ad una esposizione tossica all’arsenico.

[38] BBC HISTORY ITALIA


“GUERNICA” DI PICASSO IN 5 PAROLE

1 ONDA EMOTIVA
“Guernica” è un olio su tela
realizzato da Pablo Picasso
perirono 1.654 civili; altre fon-
ti parlano di un numero com-
preso tra i 126 e i 400. Il tra-
mare l’identificazione dei resti, sia nel giugno del 1937 sull’onda gico evento scosse l’opinione
per rilevare la presenza delle trac- emotiva generata dal bombar- pubblica mondiale: era, infat-
ce del veleno. I ricercatori, spiega damento della città basca di ti, la prima volta che forze mili-
una nota diffusa dall’Ateneo, han- Guernica (Gernika, in basco), tari bombardavano intenzio-
no utilizzato un approccio multidi- av venuto il 26 aprile dello nalmente la popolazione civi-
sciplinare mettendo insieme ana- stesso anno da parte dell’a- le inerme.
lisi antropologiche e documentali, viazione nazifascista. L’ope-
datazione al radiocarbonio e anali-
si del DNA antico, accanto a sofisti-
cate tecniche di microscopia ottica
ra fu commissionata a Picas-
so dal Governo repubblicano
spagnolo per rappresentare la
4 SIMBOLO
L’opera, realizzata in stile
cubista, rappresenta l’orrore
ed elettronica. Ma lo studio degli Spagna all’Esposizione inter- del bombardamento: uomini e
esperti non si è limitato al genia- nazionale di Parigi del 1937, animali disarticolati occupa-
le Pico della Mirandola. «La nostra dove però fu accolto con criti- no la scena, avvolti da un cupo
indagine», conclude Fulvio Bartoli, che miste a indifferenza. tono grigio a incarnare l’assen-
«ha riguardato anche le spoglie di za di vita. Si distinguono una
un altro grande umanista, Angelo
Poliziano, anche lui scomparso pre-
maturamente nel 1494 e inumato in
2 BOMBARDAMENTO
Il bombardamento avven-
ne nell’ambito della Guerra
madre con il bimbo morto in
grembo, un toro e un cavallo:
la scena rappresenta l’orro-
una tomba vicina a quella di Pico. civile spagnola e fu compiu- re delle stragi di civili indifesi.
In questo caso, però, non risulta to dalla Legione Condor tede-
confermata l’ipotesi dell’avvelena-
mento, dato che i livelli di arseni-
co che abbiamo trovato sono piut-
sca con il supporto dell’Avia-
zione Legionaria italiana, in
appoggio ai nazionalisti fran-
5 MUSEO
Il dipinto rimase esposto
a lungo presso il Museum of
tosto attribuibili ad una esposizio- chisti, all’epoca impegnati in Modern Art di New York e tornò
ne cronica al veleno, causata pro- una dura offensiva allo scopo in Spagna nel 1981, 8 anni dopo
babilmente da fattori ambientali o di rovesciare i sostenitori del- la morte di Picasso, a 6 anni
da trattamenti medici». • la Repubblica spagnola. da quella di Francisco Fran-
co. Oggi è conservato al Museo
Il ricercatore
Fulvio
Bartoli.
3 VITTIME
La cit tà di Guernica fu
devastata e il numero delle
Nacional Centro de Arte Reina
Sofía di Madrid, mentre a New
York è visibile una sua copia,
vittime non è mai stato accer- nel corridoio posto davanti alla
tato in via ufficiale. Secondo il sala del Consiglio di Sicurezza
governo basco, sotto le bombe dell’ONU.•

BBC HISTORY ITALIA [39]


L’OGGETTO SANTI E FESTIVITÀ
SAN BIAGIO, IL PANETTONE
CUBO DI RUBIK E IL MAL DI GOLA

C orreva l’anno 1974, quando


un professore di architettura
ungherese, Erno Rubik, inventava
a seguito delle rotazioni necessa-
rie, ogni faccia torna a mostrare un
solo colore.
I l 3 febbraio si celebra san Biagio,
medico di origine armena vissuto
tra il III e il IV secolo, martirizzato,
un oggetto destinato a diventare Il cubo di Rubik fu distribuito nei secondo le fonti, per decapitazione
una vera e propria icona: il Magic negozi di giocattoli a partire dal a Sebaste, dove era stato eletto
Cube, poi noto in tutto il mondo 1977, dapprima in Ungheria e poi, vescovo della città. Secoli dopo, una
come Cubo di Rubik. Si tratta di iniziata la produzione in Germa- parte dei suoi resti, imbarcati nel
un puzzle tridimensionale a forma nia, in Europa e nel resto del mon- 732 dall’Oriente per essere portati
di cubo; ogni faccia è ricoperta da do. Nel breve volgere di qualche a Roma, si fermarono a Maratea,
9 adesivi quadrati colorati (bian- anno, il gioco divenne di moda e nel oggi in provincia di Potenza, dove
co, giallo, rosso, verde, blu, aran- solo 1982 ne furono venduti oltre sono custoditi nella basilica sorta
cione) e può ruotare, grazie a un 100 milioni. Nonostante una lunga sul monte a lui intitolato. Vista la
perno interno, in modo indipen- parentesi di relativo oblio, il cubo è professione che il santo conduceva
dente così da “mischiare” i colori. tornato in voga di recente. Essen- in vita, gli furono attribuiti numerosi
Il numero totale di permutazioni, do scaduto il brevetto, è ora pro- miracoli legati alle guarigioni, in
ovvero di configurazioni che il cubo dotto in numerose varianti, inoltre particolare dalle malattie della
può assumere, è di circa 43 trilio- è divenuto oggetto di competizioni gola: ad esempio, avrebbe
ni. Il rompicapo si risolve quando, e record internazionali. • salvato un bambino che
stava soffocando a
causa di una lisca di
pesce. Per questo,
PERCHÉ SI DICE COSÌ in occasione
della ricorrenza
VESPASIANO (GABINETTO PUBBLICO) di san Biagio, in
numerose località

L ’uso di chiamare gli orinatoi pubblici con il nome di “vespasiani” deri-


va da un aneddoto legato alla figura dell’imperatore romano Tito Flavio
Vespasiano (I secolo d.C.). Lo storico latino Svetonio, autore di 12 impor-
si compie la rituale
benedizione della gola
con le candele benedette,
tanti biografie dei Cesari, narra che Vespasiano, di cui era noto l’attacca- il giorno precedente a quello in cui
mento al denaro, avesse avuto l’idea di tassare le urine versate dai romani ricorre la festa della Presentazione
con una specifica imposta. Al figlio Tito, che lo rimproverava per la sua tir- di Gesù al Tempio. A Milano, inoltre,
chieria, Vespasiano avrebbe poi sventolato sotto il naso il denaro derivan- è tradizione mangiare un boccone di
te dalla tassa chiedendogli se fosse offeso dall’odore; ricevutane risposta panettone raffermo appositamente
negativa, l’imperatore rispose: «Eppure, è il prodotto dell’urina». La ragio- conservato dal Natale precedente:
ne della risposta sta nel fatto che l’urina versata negli orinatoi era raccolta il gesto apotropaico serve a tener
dai fullones, che la utilizzavano per lavare e smacchiare i tessuti: un’atti- lontano il mal di gola, sempre in
vità molto redditizia che poteva garantire importanti guadagni all’erario. • agguato nella stagione invernale. •

ORIGINE DELLE PAROLE IL FRANCOBOLLO


CONCERTO CENTENARIO DELL’AULA
DI MONTECITORIO (2018)
D al latino concentus (accordo), la parola
“concerto” indica la consonanza di voci
e di suoni degli strumenti musicali, quin- E messo il 20 novembre 2018
in 400mila esemplari, il fran-
di, per traslato, l’esecuzione di una serie di cobollo celebra l’aula di Palaz-
brani da parte di un’orchestra. Il concetto zo Montecitorio nel centenario
di concordia di fondo presente nel termine dell’inaugurazione, avvenuta il 20
è ribadito dal suo utilizzo per definire anche novembre 1918. Il bozzetto, curato
un accordo tra due o più persone, che avvie- da Fabio Abbati, riproduce un par-
ne appunto “di concerto”, ossia in armonia ticolare dell’emiciclo dell’aula, realizzata dall’architetto Ernesto

d’intenti. •
Basile. Il valore del francobollo è pari a 1,10 euro.

[40] BBC HISTORY ITALIA


Seconda guerra mondiale

LA VOCE DEL NEMICO:


RADIO LONDRA
E I MESSAGGI
IN CODICE
Negli anni cupi della guerra, una radio
raccontava una realtà diversa da quella
diffusa dal Regime, ma per ascoltarla
bisognava rischiare gravi conseguenze.
Una delle sue attrattive era una
curiosa rubrica di “messaggi speciali”:
di vitale importanza, ma nessuno li capiva

A
scoltare la radio, quella radio, era un Lanci di
reato. Il rischio di essere scoperti cre- rifornimenti
ava il panico. Eppure, la sua attrazio- con paracadute
ne era irresistibile. effettuati
Si riuniva la famiglia e pochi amici fidati in dall’esercito
britannico in aree
un angolo della casa e si ascoltava la trasmissio-
precedentemente
ne, spesso disturbata, a bassissimo volume, ma concordate con la
bastava che bussassero alla porta e il gruppo si Resistenza.
scioglieva di colpo, la radio cambiava program- Radio Londra
ma (magari sintonizzandosi sulle allegre canzo- aveva la
nette del Trio Lescano), e se sulla soglia appariva funzione di
un vicino poco simpatico, con il cipiglio sospet- tenere i contatti,
toso (aveva sentito qualcosa? Cercava un prete- mediante
sto per vendicarsi di un torto subito?), la famiglia messaggi in
precipitava nel panico. Bastava una denuncia codice, tra
anche anonima per provocare un’irruzione del- partigiani e
Alleati.
la milizia e se c’era anche il minimo sospetto che
qualcuno in casa ascoltasse Radio Londra erano
guai. Chi ascoltava i messaggi della radio clan-
destina era considerato un oppositore del Regi-
me, un pericoloso sovversivo da punire in modo
esemplare.
Ma chi c’era dietro le trasmissioni dell’emit-
tente del nemico? E perché mai tanti italiani le
ascoltavano, anche a rischio di conseguenze

BBC HISTORY ITALIA [41]


Seconda guerra mondiale

razione di guerra del nostro Paese a Francia e


Le trasmissioni della BBC per l’Italia, promosse Inghilterra. L’interesse cresceva con l’aumen-
dal Ministero della Guerra britannico, tare dell’ansia per l’esito di quella guerra poco
erano realizzate da un gruppo di eminenti comprensibile, anche se il fascino magnetico
antifascisti italiani rifugiatisi nel Regno Unito. del Duce l’aveva fatta accettare agli italiani con
entusiasmo. Nel 1944, anno tragico per la popo-
lazione italiana, le trasmissioni si intensificaro-
gravissime? Dietro vi era la BBC, allora emit- Una radio no, sia nell’orario di diffusione che nei contenuti.
tente radiofonica indipendente del Regno Unito portatile. Radio Londra era stata ideata dal Ministro del-
che aveva ricevuto dal Ministero della Guerra Chiunque ne la Guerra inglese Leslie Hore-Belisha, compo-
l’incarico di produrre una serie di programmi da venisse trovato nente del governo di Neville Chamberlain, che
diffondere nei Paesi europei invasi dalle truppe in possesso era decise di affidare la propaganda contro il Nazi-
considerato
tedesche. Per le trasmissioni destinate all’Italia fascismo alla BBC. Il fine era quello di sensibi-
una spia: un
se ne occupava un gruppo di antifascisti fuoriu- rischio che
lizzare, attraverso l’etere, le popolazioni europee
sciti, italiani. correvano solo i oppresse dal giogo hitleriano, per incentivare un
fiancheggiatori movimento di opposizione. Si trattava soprattut-
La resistenza comincia con la propa- attivi della to di contrastare le notizie degli uffici di propa-
ganda Le prime emissioni di Radio Londra Resistenza. ganda dei vari regimi, soprattutto in Germania
(che nel maggio 1942 diede vita ad un program- In basso nell’altra e Italia, dove questi erano particolarmente atti-
ma intitolato “La Voce di Londra”) risalivano al pagina, Concetto vi e sapientemente orchestrati dagli organi di
settembre 1938 e coprivano tutta l’Europa con Marchesi, governo.
programmi in varie lingue, tra cui l’italiano. professore Nello stesso periodo in cui nasceva questa
Quando la Germania invase la Polonia, nel set- universitario e vasta operazione di comunicazione prendeva for-
partigiano.
tembre 1939, le trasmissioni si intensificarono, ma un’organizzazione paramilitare che avrebbe
ma in Italia avrebbero avuto una maggior diffu- fatto coppia con la BBC, lo Special Operation
sione a partire dall’estate 1940, dopo la dichia- Executives (SOE), che, come la BBC, avrebbe

[42] BBC HISTORY ITALIA


Radio Londra e i messaggi in codice

agito in tutti i territori occupati dalla Germania.


Queste due istituzioni britanniche, come vedre-
mo più avanti, avrebbero collaborato intensa-
mente divenendo spesso una funzionale all’altra.
Radio Londra, infatti, era diventata la voce del
SOE, diffondeva i suoi comunicati e i “messag-
gi speciali” in funzione della resistenza militan-
te, particolarmente attiva in Italia dopo il 1943
e l’avvento della Repubblica Sociale: uno stato
satellite nelle mani della Germania di Hitler e
altrettanto oppressivo, tanto da generare una vera
guerra civile sempre più spietata da entrambe le
parti; per la Resistenza era una guerra di Libera-
zione contro l’occupante tedesco. L’opera di pro-
paganda della BBC in Italia si avvalse ben presto
di una formidabile organizzazione che faceva
perno su un gruppo di autorevoli antifascisti ita-
liani, da tempo rifugiati in Inghilterra: i fratelli
Paolo e Piero Treves, Umberto Calosso, Elio Nis-
sim, Uberto Limentani, Ruggero Orlando (che Non solo, ma attraverso questa rete di informa- Il gabinetto di
sarebbe diventato corrispondente RAI da New zioni, il SOE poteva fornire aiuti e approvvigio- guerra inglese,
York) e Arnaldo Momigliano. Un’altra importan- namenti ai vari gruppi attivi nell’Italia ancora nel novembre
te figura di Radio Londra fu il misterioso Candi- sotto il controllo tedesco. 1939. Da
dus, che con ironia sbeffeggiava le trasmissioni sinistra in piedi:
Sir Kingsley
fasciste proposte dall’EIAR. Questo gruppo col- I problemi del rovesciamento di fronte Wood, Winston
laborava attivamente al palinsesto, scriveva le Lo speaker che leggeva i bollettini era il colon- Churchill, Leslie
contro notizie destinate agli italiani, coordina- nello Harold Stevens, familiarmente ribattezza- Hore-Belisha
va il lavoro di propaganda. Anche per l’Italia, to “il Colonnello Buonasera”, una voce amica e Lord Hankey;
come per gli altri Paesi, i messaggi indirizzati per tutti i dissidenti che ogni sera alle 22, con seduti: Lord
agli esponenti della lotta clandestina erano opera la massima circospezione, si sintonizzavano sul- Halifax, Sir John
del SOE, la cui attività si intensificava con il pro- la “Voce di Londra”. Nello stesso periodo, inol- Simon, Neville
cedere della guerra e il rinsaldarsi dei movimenti tre, si ascoltavano in Italia anche altre stazioni Chamberlain, Sir
antifascisti, sempre meglio organizzati e coordi- radiofoniche straniere, tra le quali Radio Milano Samuel Hoare e
nati dopo i primi timidi tentativi di resistenza Libertà, che si rivolgeva principalmente ai mili- Lord Chakfield.
armata da parte di gruppi isolati, in particolare tanti del Partito Comunista e,
soldati allo sbando dopo il caos politico e mili- trasmettendo da Mosca (con
tare dell’8 settembre 1943. Radio Londra, con i speaker Palmiro Togliatti,
suoi bollettini sulla guerra e sugli eventi politi- futuro capo del PCI), forni-
ci italiani aveva anche la funzione di mettere in va le linee guida alle forma-
comunicazione i vari gruppi della Resistenza. zioni partigiane, e Radio
Bari, la voce del gover-
no e delle forze armate
italiane ricostruite dopo
l’armistizio. Ma la radio
più popolare per le tra-
smissioni clandestine
restava Radio Londra,
specialmente a partire dall’au-
tunno 1943. La Resistenza si faceva più atti-
va e i misteriosi “messaggi speciali” ne erano la
prova: tutti ne capivano l’importanza ma non il
significato. Davano però l’impressione che qual- Documento
cosa stesse accadendo, che qualcuno operava per d’identità di
contrastare i tedeschi. Ernesto Biasi: per
Dopo quattro colpi di tamburo, Stevens leg- lui Radio Londra
geva frasi quali: “Le foglie volano”, “Gigetto fac- ebbe un ruolo
cia il bravo”, “Meglio tardi che mai”, “La neve fondamentale.

BBC HISTORY ITALIA [43]


Seconda guerra mondiale

è bianca”, “Renato piange”, “Le galline sono


morte”, “È cessata la pioggia” e simili. Un elen-
co di frasi a volte dal sapore goliardico e beffardo,
comprensibili solo per quei pochi che, da Roma
a Bolzano, avidamente le attendevano.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gran
parte della popolazione italiana voleva uscire
dalla guerra. A questo scopo si strinsero accor-
di tra l’Esercito italiano – quello che restava del
Regio esercito fedele a re Vittorio Emanuele –
il Comando generale della Resistenza (CLNAI)
e gli Alleati che faticavano a risalire la Peniso-
la, difesa accanitamente dalle truppe tedesche.
Il primo accordo si tenne a Brindisi, già a set-
tembre 1943, tra il settore offensivo del Servizio
Informazioni Militari italiano e il SOE britanni-
co; successivi incontri si tennero in Svizzera, tra
il CLNAI, il SOE e l’equivalente statunitense,
l’OSS, nel novembre successivo e poi nel mag-
gio 1944.
Nel caos che regnava in Italia in quei mesi Questa vasta operazione di comunicazione
non era semplice organizzare la resistenza arma- prendeva forma di concerto con un’organizzazione
ta. Nel settembre 1943, la Special Force alleata
paramilitare clandestina presente in
non era affatto in grado di far fronte alle necessi-
tà iniziali del movimento di liberazione italiano. tutti i territori occupati dalla Germania.
Si trattava, infatti, di mettere in piedi nell’Ita-
lia liberata tutta un’organizzazione logistica che Il generale Richard un’opera di contrasto militare con azioni di guer-
consentisse di risolvere il problema dei rifor- MacCreery, con riglia e sabotaggio. Tanto per cominciare, il 12
nimenti (campi di aviazione, apparecchi per i il comandante settembre, dopo aver convocato nel porto mili-
trasporti, armamento, munizionamento, finan- Arrigo Boldrini, tare e all’aeroporto di Brindisi alcune migliaia di
ziamento delle operazioni clandestine), mentre passa in rassegna marinai e aviatori italiani, il SOE aveva chiesto
un reparto
contemporaneamente, nell’Italia occupata, si loro chi volesse prendere parte ad una missione
partigiano in
stava creando dal nulla il movimento clandesti- piazza Garibaldi
segreta nell’Italia settentrionale (ancora salda-
no, dalle molte anime politiche – ma tutte unite a Ravenna, mente in mani tedesche). I primi a rispondere
dalla necessità pressante di liberare la penisola nell’aprile 1945. erano stati il tenente colonnello dell’Aeronautica
dalla presenza nazi-fascista – che doveva attuare Renato Marini, originario di Bologna, e il marco-
nista della Marina Angelo Rocco, di origini vene-
ziane, che dopo aver frequentato un breve corso
Il colonnello
sulle tecniche di spionaggio e di trasmissione del-
Stevens, la voce
più conosciuta le informazioni in uso dagli Alleati, il 6 ottobre
di Radio Londra. erano stati sbarcati in Abruzzo e alcuni giorni
dopo raggiungevano Padova, dove installarono
la loro ricetrasmittente nella zona di Cittadella.
I due presero contatti con la brigata partigiana
“Damiano Chiesa” e furono presentati, i primi
di novembre, al professor Concetto Marchesi,
rettore dell’Università di Padova, e al Comitato
di Liberazione Nazionale Regionale Veneto. La
missione di quel nucleo era fornire informazioni
sull’esercito tedesco e i suoi movimenti, mentre
Marini e Rocco avrebbero richiesto agli Allea-
ti armi e altri rifornimenti (da paracadutare in
zone da convenire) per i partigiani. Questa atti-
vità richiedeva un sistema di comunicazione via
radio, i “messaggi speciali” servivano proprio a
questo: concordare le date e i luoghi da rifornire.
In quegli stessi giorni, la Resistenza si organiz-

[44] BBC HISTORY ITALIA


Radio Londra e i messaggi in codice

dei più autorevoli studiosi e docenti di lettera- A sinistra,


tura latina del tempo. Dopo aver insegnato nei Allen Dulles,
licei di Nicosia, Verona, Messina, Pisa e Gros- membro dell’OSS
seto e nelle Università di Messina (1915) e di statunitense,
Padova (1923), nell’estate 1943 era stato nomina- che in seguito
diventerà il primo
to rettore di quest’ultima Università. I dirigen-
capo della CIA:
ti del Partito Comunista, al quale Marchesi era
incontrò i delegati
iscritto dal 1921, gli chiesero di dare le dimissioni del CLNAI e del
dall’incarico perché Pietro Badoglio, che lo ave- SOE a Lugano
va nominato, era espressione della monarchia. per organizzare
Marchesi, che considerava l’Università come la Resistenza
uno dei luoghi dove poteva rinascere la nazione italiana.
dopo la parentesi fascista, non accettò l’imposi- Nel tondo,
zione del partito e rimase al suo posto, che oltre- Arnaldo
tutto costituiva un’ottima “copertura” per la sua Momigliano,
attività clandestina. membro attivo
della Resistenza.
Il 9 settembre, il giorno successivo all’annun-
cio dell’armistizio, convocò i colleghi universita-
ri Egidio Meneghetti (medico) e Silvio Trentin
(giurista), del Partito d’Azione, e dette vita al
Comitato di Liberazione Nazionale Regiona-
zava a più alto livello in un incontro a Certena- le Veneto (CLN-RV) e a un Esecutivo Militare
go, vicino a Lugano, dove Ferruccio Parri e Leo regionale. Il 9 novembre, all’inaugurazione del
Valiani, delegati del CLNAI, incontravano Allen nuovo anno accademico, con l’aiuto di Mene-
Dulles dell’OSS e John McCaffery, del SOE, e ghetti, uomo dal fisico imponente, allon-
si accordavano ufficialmente sulle modalità da tanò personalmente con le maniere
seguire. L’ultimo di quegli incontri, probabil- forti un gruppo di fascisti che ave-
mente il più fecondo di tutti, ebbe come artefice vano occupato l’aula magna e a
l’attivissimo Concetto Marchesi, che nel febbraio fine novembre lanciò un accorato
1944 aveva dovuto riparare in Svizzera. appello agli studenti e ai profes-
sori chiedendo loro di prendere
Il professore a capo di una cellula di le armi contro il Nazifascismo,
spionaggio Concetto Marchesi era un perso- un appello che aveva trovato l’a-
naggio rimarchevole, in quei tempi travagliati desione di centinaia di giovani
in cui emergevano coloro che avevano grande e docenti.
coraggio, inventiva, capacità di iniziativa. Lui e Attivissimo nella lotta al Fasci-
i suoi compagni tenevano le fila dei rapporti tra smo, Marchesi dovette abbandonare
gli Alleati e la Resistenza. l’incarico di rettore perché ormai troppo
Nato a Catania nel 1878, era diventato uno noto alla milizia repubblicana per continua-

In un libro il caos dell’8 settembre

Q uando la radio trasmise la notizia che


la guerra era finita, in Italia esplose
l’esultanza popolare. Ma fu di breve du-
e gli italiani fedeli al Regime che si risve-
gliava al Nord sotto insegne repubblicane.
Di questo parla il libro “È cessata la piog-
rata perché la manovra di Vittorio Ema- gia”, insieme a tutte le vicende legate a
nuele III, spalleggiato da Badoglio – de- quel tragico periodo della Storia italiana,
cisione cinica e vile – ebbe conseguenze dal quale abbiamo tratto spunto per que-
catastrofiche. L’Italia cambiò nemici, ma sto articolo, scritto dal medesimo autore.
i tedeschi – già padroni in casa nostra e Nella foto la riproduzione del libro
furibondi per il cambio di fronte italiano “È cessata la pioggia; Guerra segre-
– furono assai peggiori degli Alleati che ta nella provincia di Rovigo e nel Ve-
stavano portando la fine delle ostilità. E neto meridionale 1943–1945”. Edizio-
quella che seguì fu una guerra fratricida ni La Lucertola, Badia Polesine, 20 €.
tra la Resistenza che prendeva coraggio (Il volume è acquistabile presso Amazon).

BBC HISTORY ITALIA [45]


Seconda guerra mondiale

di cui fu protagonista Ernesto Biasi, un ragazzo


di 17 anni. Nel novembre 1943, gli Alleati ave-
vano spedito in Italia settentrionale dei piccoli
gruppi di agenti segreti britannici (denomina-
ti “forcks”, forchette) per recuperare i loro pri-
gionieri di guerra che dopo l’apertura dei campi
seguita all’armistizio si tenevano nascosti, in
Ernesto Biasi era un ragazzo di 17 anni che gran parte ospiti di famiglie contadine e religio-
teneva nascosti, a rischio della vita, dei prigionieri si, che li ospitavano con grande rischio della vita.
alleati. Fu grazie a un “messaggio” di Radio
Londra che poté metterli in salvo. Una frase convenuta poteva salva-
re delle vite Ernesto Biasi, di San Pietro in
Gu (Padova), era uno di questi coraggiosi: con
re la lotta clandestina e nel febbraio 1944 si Nei pressi di il permesso del padre, nascondeva nella stalla
rifugiò in Svizzera, accompagnato dal fido Ezio Cuneo alcuni diversi ricercati, alcuni dei quali si erano lancia-
Franceschini (suo allievo e futuro rettore dell’U- partigiani e due ti da un treno che li stava deportando in Ger-
niversità Cattolica di Milano). ufficiali inglesi mania. Quando tornava dal Liceo, portava loro
Nel Paese elvetico, neutrale ma amico della di collegamento quello che poteva: pezzi di pane secco, qualche
salutano un aereo
Resistenza italiana, Marchesi mise in piedi una uovo o del formaggio. Un giorno fu avvicinato,
che ha effettuato
minuscola ed efficientissima organizzazione il lancio dei
con molta cautela, da una di queste “forchette”,
segreta che avrebbe incrementato i rifornimenti rifornimenti. un giovane alto e biondo che si diceva mandato
aerei per il movimento di liberazione, prima nel In alto a destra, il da esponenti della Resistenza con l’incarico di
Veneto e poi in tutta l’Italia settentrionale occu- generale Charles mettere in salvo i ricercati. Poiché Ernesto non
pata dalla Germania. de Gaulle, capo si fidava a rivelargli il nascondiglio, l’emissario
Nel frattempo, Radio Londra, con l’intensifi- della Resistenza gli propose di inventare una frase che sarebbe
carsi della lotta partigiana, sviluppava ulterior- francese e futuro stata mandata in onda da Radio Londra come
mente la sua attività di collegamento tra le varie Presidente, prova che non era una spia tedesca. Nei gior-
forze clandestine. I suoi messag- mentre parla a ni seguenti, la radio clandestina, dopo i quattro
gi intercorrevano tra il territorio Radio Londra. rituali colpi di tamburo, trasmise la frase di Erne-
italiano occupato dall’eserci- sto e così il ragazzo ebbe la certezza che poteva
to tedesco e l’Italia libera- fidarsi del suo anonimo interlocutore. L’indoma-
ta dall’esercito alleato. Non ni, in un freddo e nebbioso mattino del dicembre
sempre erano riferiti agli 1943, Ernesto, con alcuni altri giovani del paese,
aviolanci, ma riguardava- accompagnava in treno, fino a Padova, il gruppo
no le varie attività clandesti- di POW’s (Prisoners Of War), prigionieri di guer-
ne anche minime, come un ra, alleati. Qualche giorno dopo venivano imbar-
appuntamento tra persone sco- cati su un sommergibile e trasportati a Brindisi.
nosciute o la presenza di soldati Un piccolo episodio di quello che poteva fare
alleati rifugiati in case di cittadini una radio clandestina in quei tempi tormenta-
o aggregati a gruppi di partigiani alla macchia. Ferruccio Parri, ti, quando la vita di tutti era appesa a un filo. •
Tutte le attività facevano capo a Londra, che capo partigiano e
provvedeva a smistarle con i messaggi opportuni. futuro Presidente CLAUDIO VALLARINI
Significativo, a questo riguardo, fu un episodio del Consiglio. (Scrittore e ricercatore storico).

[46] BBC HISTORY ITALIA


Faurisson e il Negazionismo

IL GUSTO PERVERSO DI
NEGARE LA REALTÀ
(SPECIE QUANDO È INSOPPORTABILE)
È morto Robert Faurisson, massimo esponente dei negazionisti, una strana
genia di studiosi che negano i crimini perpetrati dai nazisti
contro gli ebrei. Chi sono i pochi ma ostinati campioni dell’Olocausto
negato? Piccola storia di una grande menzogna

Il famigerato
campo di
Auschwitz,
oggi deserto,
conservato a
futura memoria. I
negazionisti non
sostengono che
i lager non siano
mai esistiti ma
sono convinti
che fossero
normali campi
di prigionia in
cui gli internati
venivano trattati
con una durezza
compatibile con
lo stato di guerra.

O
ttobre del 1978. Il settimanale france- risson. È questa l’occasione che Faurisson aspet-
se “L’Express” pubblica un’intervista tava da tempo. Il mese successivo, il prestigioso
con Louis Darquier, ex Commissa- quotidiano “Le Monde” pubblica una sua lettera
rio generale agli affari ebraici della sul “problema delle camere a gas” in cui Fauris-
Repubblica di Vichy. Un antisemita, filonazista e son afferma che non esiste alcuna prova tangibi-
collaborazionista, condannato a morte in contu- le dell’esistenza della Shoah, la quale, così come
macia per crimini di guerra, riparato fortunosa- è stata raccontata, appare “tecnicamente impos-
mente nella Spagna franchista. sibile”.
Scampato alla pena, si dichiara per nulla pentito Il giorno successivo è lo stesso presidente dell’U-
dei suoi crimini e sostiene una tesi che sconcerta niversità Lione II – dove Faurisson lavora – a
l’opinione pubblica francese: l’Olocausto è un’in- prendere le distanze dalle affermazioni del suo
venzione della propaganda ebraica. Una colossale docente. La polemica però impazza. Il 21 feb-
bugia che tutti hanno creduto: tutte menzogne, braio, 34 storici francesi pubblicano una sorta
niente di vero. di manifesto anti-negazionista, in cui si dice che
Il 16 novembre, sul quotidiano “Le Matin de «non bisogna domandarsi come un tale assassinio
Paris”, compare un articolo che commenta le tesi di massa sia stato tecnicamente possibile. È stato
di uno sconosciuto docente francese: Robert Fau- tecnicamente possibile poiché ha avuto luogo».

BBC HISTORY ITALIA [47]


Faurisson e il Negazionismo

Per quanto non condivisibile, nessuno può più


ignorarlo.
All’epoca del suo exploit sulla stampa naziona-
le, Faurisson ha 49 anni. È nato in Inghilterra da
una famiglia di solide tradizioni anti-tedesche.
Laureato in lettere alla Sorbona di Parigi, nel
suo curriculum accademico fanno bella mostra
le lezioni di critica letteraria nell’ateneo della
capitale e l’insegnamento nell’Università di Lio-
ne. Non è il primo a negare lo sterminio. Questo
discutibile primato spetta a Maurice Bardèche,
scrittore e critico letterario (era il cognato di
Robert Brasillach, letterato affascinato dal Nazi-
smo che morì fucilato nella Francia liberata di
De Gaulle nel 1945).
Ma perché proprio la Francia è diventata nel-
la seconda metà degli anni Quaranta l’epicentro
del nascente Negazionismo? In parte perché fu
oggetto di una lunga occupazione tedesca e della
massiccia propaganda che ne seguì, alimentando
in una parte dei francesi un sentimento filonazi-
«In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro sta; in parte perché una fetta non piccola del suo
di voi l’abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare mondo culturale non rinunciò al secolare antise-
testimonianza, ma anche se qualcuno scampasse, mitismo, esploso con clamore alla fine del XIX
il mondo non gli crederà […] la gente dirà che i fatti che voi secolo con il caso Dreyfus. L’avversione in Fran-
cia per gli ebrei aveva una lunga storia.
raccontate sono troppo mostruosi per essere veramente
Erede di queste pulsioni che avevano già diviso
accaduti» (Primo Levi, “Se questo è un uomo”). il Paese, Bardèche attribuì agli Alleati la respon-
sabilità di aver descritto in maniera cupa e tragi-
ca il Nazionalsocialismo alterando – a suo dire
La Francia, culla del Negazionismo Il Un forno – la realtà storica.
26 febbraio del 1979 Faurisson ci riprova e invia crematorio di «Gli Alleati», scrisse «non avevano scelta. Se
a “Le Monde” un altro testo intitolato “Una pro- Auschwitz. Fu uno non avessero affermato solennemente, se non
va, soltanto una prova”, in cui ribadisce le sue degli strumenti avessero provato, non importa con quale mez-
tesi. Questa volta, però, la redazione del quoti- di sterminio zo, che erano stati i salvatori dell’umanità, non
sistematico di
diano non pubblica lo scritto. Evidentemente i avrebbero potuto essere che degli assassini. Se
ebrei, zingari e
responsabili di Le Monde non vogliono fare da oppositori politici.
un giorno gli uomini cessassero di credere alla
gran cassa all’esibizionismo del docente in cerca mostruosità tedesca non chiederebbero loro con-
di notorietà e cestinano la sua lettera.
Da questo momento in poi Faurisson approfit-
terà di ogni occasione per ribadire le sue afferma-
zioni controverse al grande pubblico, sfruttando
il diritto di replica che di volta in volta le circo-
stanze gli metteranno di fronte. Le ragioni della
sua adesione al Revisionismo – spiega – risiedo-
no nella certezza di trovarsi «di fronte ad una
menzogna storica», che il suo scrupolo di studio- Robert Faurisson,
so gli impedisce di sopportare. Dipinge se stesso il negazionista
come una vittima dell’ostile comunità scienti- deceduto il 21
fica ufficiale, che resiste alle sue posizioni pur ottobre 2018.
Deve la sua fama
essendo incapace di dare una risposta a un’ele-
allo sdegno
mentare domanda: «Esiste una sola prova che le internazionale
camere a gas siano state utilizzate per stermina- suscitato dalle sue
re gli ebrei?». tesi, sostenute
Si potrebbe anche dire che a questo punto la in numerosi
frittata è fatta: il Negazionismo è uscito dall’om- congressi e
bra. E lo ha fatto in maniera eclatante. pubblicazioni.

[48] BBC HISTORY ITALIA


Il gusto perverso di negare la realtà

se”. In entrambi questi pamphlet, che determi- Paul Rassinier


narono la sua espulsione dal partito socialista, costituisce un
Rassinier contesta la natura tecnologica del- caso a parte:
lo sterminio, la dimensione quantitativa della pacifista e
comunista,
Shoah, perfino l’intenzionalità e la progettualità
fu internato
dell’Olocausto, negando l’esistenza delle premes-
nei campi di
se ideologiche che portarono alla creazione dei concentramento
campi di sterminio. Né Hitler né i suoi collabo- di Buchenwald e
ratori hanno mai pensato all’omicidio di massa. Dora-Mittelau,
Secondo Rassinier, gli ebrei furono legittima- ma alla fine della
mente deportati perché trattati alla stregua di una guerra sostenne le
comunità nemica evidentemente ostile alla Ger- tesi negazioniste.
mania. Una scelta che hanno fatto anche gli Alle-
ati con le popolazioni nemiche (per esempio gli
americani con i giapponesi residenti negli USA,
dopo l’entrata in guerra con il Giappone). E se
molti dei deportati ebrei morirono, non fu per un
preciso disegno di sterminio, ma a causa dell’ine-
dia e delle malattie, peraltro dovute all’azione

«Non bisogna domandarsi come un


tale assassinio di massa sia stato
tecnicamente possibile. È stato
tecnicamente possibile poiché ha avuto
luogo». Non si può negare un evento solo
perché non si riesce a spiegarlo.

to delle città distrutte?». Al fianco di Bard si schie-


ra Paul Rassinier, che è un caso a sé nella storia
del Negazionismo.
Nato nel 1906, Rassinier è uno dei padri del
Pacifismo europeo. Comunista, fu escluso dal
partito nel 1932 e approdò al partito socialista.
Anarchico e pacifista, con l’occupazione tedesca
costituì il movimento di liberazione clandesti-
no, Libération Nord. Scoperto, fu arrestato dalla
Prigionieri di
Gestapo. Torturato per una decina di giorni, fu
Auschwitz-
in seguito deportato nei campi di concentramen- David Irving, storico Birkenau,
to (ma non di sterminio) di Buchenwald e Dora- del Nazionalsocialismo fotografati al
Mittelbau, senza mai venire a conoscenza della momento della
sistematica soppressione dei prigionieri da parte
dei nazisti. Dalla deportazione tornò invalido al
95% e fu eletto nelle file socialiste alla seconda
A rrestato in Austria nel 2005, è stato
condannato a 3 anni di reclusione per
«aver glorificato ed essersi identificato con
liberazione.
Quasi tutti i
sopravvissuti
costituente. Sopravvissuto all’inferno, eroe e mar- il partito nazista». La parabola di David Ir- riportarono
tire, ma negazionista. ving, una delle promesse della storiografia incancellabili
inglese degli anni Ottanta, è tutta qui: ha ferite fisiche
e morali da
Il deportato che nega lo sterminio Ras- scontato 400 giorni di carcere, in un Paese
quell’atroce
sinier comincia la sua attività di pubblicista nel in cui il Negazionismo è reato, per aver ne-
esperienza.
1948, dando alle stampe “Passage de la ligne” gato nel 1989 l’esistenza delle camere a gas
e, due anni dopo, il testo che lo ha reso famoso e l’eccidio della “Notte dei cristalli” di fron-
(anche per la diffusione che ha avuto nei decenni te a un pubblico di entusiasti neonazisti.
a venire tra i negazionisti) “La Mensonge d’Ulys-

BBC HISTORY ITALIA [49]


Faurisson e il Negazionismo

degli alleati che, con la sistematica distruzione Noam Chomsky,


delle linee di rifornimento, determinarono l’im- sociologo e
possibilità di approvvigionare i campi. intellettuale
Fu lui, insomma, che fondò il metodo nega- ebreo, difese il
zionista. Un metodo che Faurisson, dopo di lui, diritto d’opinione
dei negazionisti.
perfezionò. Perché, pur non essendo un pezzo
Sotto, tre dei
da novanta del mondo universitario, diversamen-
maggiori criminali
te dai negazionisti che l’hanno preceduto, è pur nazisti: al centro
sempre un accademico. il più famoso
Se Rassinier si fa scudo del suo passato nel- di loro, Josef
la resistenza e della deportazione per sostenere Mengele, alla sua
le sue tesi, Faurisson si serve dell’autorevolezza destra R. Huss,
accademica e di un preteso metodo storico-scien- alla sua sinistra
tifico per dare rilevanza alle posizioni revisioni- R. Baer.
ste sull’Olocausto.
Per giunta il “professore” è un abilissimo pole-
mista e un comunicatore nato, capace di sfrutta-
re tutte le occasioni per ribadire il suo pensiero
sul tema che verrà ribattezzato “la diceria di
Aushwitz”. Nel 1983 Faurisson viene condanna-
to dalla Corte d’appello di Parigi «per aver arre- Robert Faurisson è nato in Inghilterra da una
cato danni a terzi» con le sue tesi che negano il famiglia di solide tradizioni antitedesche.
genocidio razziale. Il tribunale, però, si dichiara
Laureato in lettere alla Sorbona di Parigi, aveva
incompetente in merito all’esistenza delle came-
re a gas e considera poco argomentata l’accusa un curriculum accademico di tutto rispetto.
di “falsificazione della storia”. Secondo la Corte
d’appello, la giustizia francese non può esprimer- tà di negazionista è legittima. Egli ha il diritto di
si sul metodo che Faurisson ha utilizzato nel suo contestare l’Olocausto e, per giunta, si appunta
lavoro, che comunque non può essere considerato sul petto la medaglia di storico scrupoloso, in lot-
superficiale e negligente. Faurisson coglie l’occa- ta per la verità nonostante la battaglia sia ingrata.
sione per gioire pubblicamente in aula: la senten- La Corte non ha detto questo nelle motivazioni,
za, ambigua e incerta, gli dà la grande occasione ma oramai il danno è fatto. Il suo mito è all’acme.
di gridare ai quattro venti – soprattutto all’indi- Ci saranno altri processi, che Faurisson affron-
rizzo dei giornalisti presenti – che la sua attivi- ta con il solito spirito spavaldo di chi difende
con coraggio le sue idee, alcuni vinti,
altri perduti. Gli importa poco, in real-
tà, degli esiti della giustizia. Come anche
della rimozione dall’insegnamento, nel
1990, che non gli impedisce di continua-
re a rappresentare il Negazionismo nel
mondo. Da questo punto di vista, la sua
massima affermazione avviene nel 2006
a Teheran, nel corso di una conferenza
sull’Olocausto di esplicito indirizzo nega-
zionista. Faurisson parla di sé e delle sue
ricerche di fronte a un consesso che gli è
favorevole, convocato in Iran dal presiden-
te Mahmoud Ahmadinejad, che ha riuni-
to revisionisti da ogni parte del mondo.

Un discepolo mette alle corde il


“professore” È più che naturale che
un uomo con la personalità di Faurisson
fosse destinato a fare proseliti. Perfino un
intellettuale ebreo come Noam Chomsky
ne ha difeso il diritto d’opinione. Meno
scontato invece che uno dei suoi allievi

[50] BBC HISTORY ITALIA


Il gusto perverso di negare la realtà

L’ex presidente
dell’Iran
Ahmadinejad, che
ha presieduto
un congresso
di revisionisti.
Più a sinistra,
Louis Darquier,
ex Commissario
degli affari ebraici
della Repubblica
di Vichy. Fu il
primo a negare
l’Olocausto.

prediletti divenisse il suo più deciso ed efficace recente morte di Faurisson e la rievocazione del-
contestatore. Una storia carica di significati sim- la sua storia inducono a una riflessione.
bolici quella del rapporto tra Faurisson e Jean- Perché si diventa negazionisti? Di base le ragio-
Claude Pressac, che qualcuno legge come la ni sono ideologiche, come dimostrano le traiet-
giusta nemesi del negazionista francese. Pres- torie di alcuni esponenti del Revisionismo della
sac si avvicina al suo maestro sulla scorta delle Shoah e il loro coinvolgimento con il mondo
simpatie che prova per la destra radicale. È un neonazista. E sono ideologiche anche quando
farmacista con la passione della storia contem- allignano nell’estrema sinistra, dove si registra-
poranea che coltiva perplessità rispetto all’Olo- no alcune esperienze revisioniste come nel caso
causto. Il racconto ufficiale della Shoah è, a suo della casa editrice francese La Vieille Taupe, che
avviso, condizionato dal lavoro di troppi storici pubblicò negli anni Sessanta tutta l’opera di Ras-
di tendenze comuniste. La collaborazione con sinier.
il “professore”, che tanto lo entusiasma in prin- Si può concludere che il Revisionismo ha un
cipio, è destinata a terminare presto. Nei primi suo fascino perverso, che consiste nel negare una
anni Ottanta, Pressac si fa sempre più critico nei realtà troppo atroce per poterla accettare. Debo-
confronti delle tesi negazioniste e del metodo sto- le sul fronte del metodo storico, il Negazionismo
rico adottato dal suo maestro. La sua formazio- ha rifiutato l’orrore dello sterminio, finendo per
ne farmaceutica e le sue conoscenze chimiche lo oltraggiare la verità storica e la immane sofferen-
aiutano a raggiungere risultati che smentiscono za di milioni di persone. •
le posizioni dei negazionisti in generale, e quel-
le di Faurisson in particolare. Grazie allo studio ARMANDO ORLANDO
dell’ampia documentazione sui forni cremato- (Giornalista e ricercatore storico).
ri attivi nei campi di sterminio e all’analisi meti-
colose delle risultanze chimiche sull’uso dei gas,
Pressac giunge alla conclusione che il genocidio È italiano l’osso più
degli ebrei è una realtà storica e che le afferma- duro del Negazionismo
zioni di Faurisson sono “superate e screditate”. I
documenti a disposizione degli storici, invece,
dimostrano inoppugnabilmente tracce ripetute
di un progetto criminale per l’eliminazione del-
C arlo Mattogno, classe 1951, è membro dal
1988 dell’Editorial Advisory Committee
dell’Institute for Historical Review, una delle
la razza ebraica dall’Europa. più importanti associazioni negazioniste in-
Per Faurisson il lavoro del discepolo è un col- ternazionali. Per Pressac, Mattogno rappre-
po durissimo. Anche perché Pressac continuerà le senta il maggior interprete del Revisionismo
sue ricerche fino al 2003, arrivando a trovare ben storico attuale e il saggista con più frecce al
più di quell’unica prova che il suo maestro reto- suo arco del panorama internazionale.
ricamente chiedeva alla storiografia ufficiale. La

BBC HISTORY ITALIA [51]


QUANDO IL
SOL LEVANTE
SPAVENTÒ
L’EUROPA

1 2

[52] BBC HISTORY ITALIA


Da quello che si sapeva, i
giapponesi erano un popolo
arretrato, ancestrale,
marginale nel contesto
internazionale. Invece, a un
tratto, il mondo occidentale
scoprì che erano progrediti,
armati, efficienti. Capaci di
umiliare una potenza militare
come la Russia dello Zar

D
al “Corriere della Sera” del 24 mar-
zo 1905: «Il rombo del cannone si fa
ancora sentire, sebbene lontano, ver-
so il Nord. Ma la terribile battaglia si
può considerare finita. Attorno alla sacra, vec-
chia capitale della Manciuria è tornato l’antico
silenzio. Anzi, una quiete più che mai profon-
da alita sopra le deserte, fumanti rovine e sui
distrutti villaggi popolati da una funebre folla
di cadaveri senza numero…».
Così comincia la corrispondenza di Luigi
Barzini, celebre inviato di guerra del quotidia-
no milanese, che dalla Manciuria, regione nel
Nord-Est della Cina, raccontava la battaglia nei
pressi della cittadina di Mukden, combattuta
dal 21 febbraio al 10 marzo dello stesso anno tra
l’esercito russo e quello giapponese. Fu l’ultimo
grande scontro terrestre della guerra russo-giap-
ponese (1904-1905), con mezzo milione di sol-
dati schierati su una linea di oltre 100 km: lì si
decisero le sorti dei due contendenti.
Ritirata delle truppe russe La disfatta della Russia fu plateale, inaspetta-
dopo la Battaglia di Mukden, ta, con circa 90mila uomini morti, feriti o cattu-
nel marzo del 1905. rati, e sembrò accelerare lo sfaldamento interno
dell’autocrazia dello Zar Nicola II. Al contrario,
il Giappone dell’imperatore Meiji Mutsuhito,
3 che aveva lasciato sul campo circa 20mila mor-
ti, si rivelò una potenza militare e industriale
pronta a rivendicare un ruolo di preminenza in
un sistema internazionale a vocazione imperia-
listica.
Nata dalla politica nazionalista di fine Otto-

A sinistra:
1) assalto giapponese alle truppe russe
(da “Le Patriote Illustré” del 10-07-1904);
2) mappa della Manciuria, dove si trova la cittadina di
Mukden, teatro di una sanguinosa battaglia;
3) la baia di Port Arthur, dove si possono distinguere
le navi da guerra (da sinistra): Peresvet, Poltava,
Retvizan, Pobeda e Pallada.

BBC HISTORY ITALIA [53]


La Guerra russo-giapponese

Ritratto dello ra contro la Cina, nel 1894-1895, Tokyo aveva


zar Nicola II. ottenuto l’isola di Formosa (l’odierna Taiwan)
Sotto, il generale e, insieme, mano libera per una futura occupa-
giapponese zione della Corea, oltre alla concessione di un’a-
Nogi Maresuke
rea strategica, che si apriva sull’Oceano Pacifico,
e il generale
russo Anatolii
all’interno della penisola del Liaodong (nel sud
Mikhailovich della Manciuria). Il Giappone entrò quindi in
Stoessel diretta competizione con l’Occidente per la
(entrambi al spartizione dell’Asia orientale.
centro), dopo la La Cina, dal canto suo, con un impero in len-
capitolazione to disfacimento, non aveva la forza per oppor-
delle forze russe si alle limitazioni di sovranità nazionale che le
a Port Arthur, il 2 venivano imposte con l’avanzata degli interes-
gennaio 1905. si di Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati
Uniti e Russia. Non a caso, nel 1900, le grandi
potenze, compreso il Giappone, si coalizzarono
per reprimere la rivolta anti-occidentale e anti-
imperiale dei Boxer, scoppiata a Pechino. Tutta-
via, in un sistema in cui l’interesse economico
e politico di una potenza si opponeva all’ugua-
le interesse dell’altra, gli obiettivi imperialistici
entrarono presto in collisione. Anche la Russia,
subordinando l’integrità territoriale della Cina
ai propri scopi, aveva deciso di muoversi seguen-
do una strategia di capillare penetrazione nel-
la regione. Già con i “trattati iniqui” del 1858 e
del 1860 (a causa dei quali la Cina fu costretta
ad aprire i propri porti al commercio internazio-
nale, a favore degli occidentali) la Russia ave-
va creato una “regione marittima” sul Pacifico,
fondando, in prossimità del confine tra Cina e

cento, la Guerra russo-giapponese, che nell’im- A Mukden si scoprì il carattere inedito


maginario collettivo europeo si svolgeva in una della guerra: cannoni, moderne mitragliatrici,
parte di mondo lontana e sconosciuta, segnò la fucili a canna rigata, soldati che strisciavano
sorte dei due imperi ed aprì le porte alla Storia sotto una pioggia incessante di bombe.
del Novecento.

Le origini del conflitto In Giappone la


cosiddetta “restaurazione Meiji”, avviata nel
1868, era stata nello stesso tempo una reazio-
ne tradizionalista alle mire espansionistiche
occidentali e un’operazione di rapida moder-
nizzazione per colmare il dislivello tecnico,
industriale e militare del Paese rispetto all’Eu-
ropa e agli Stati Uniti. Il Giappone, guidato dai
grandi proprietari terrieri da un lato, e dagli
intellettuali e amministratori provenienti dal
ceto dei samurai dall’altro, fu spinto, nell’arco di
30 anni, a compiere una spettacolare transizione
da una millenaria società statica, imperniata su
logiche feudali, a uno stato moderno e dinami-
co. Di conseguenza, gettate le basi per un soli-
do Impero del Sol Levante, il Paese (sul modello
europeo) volle proiettare la propria influenza
sulle regioni vicine. Con la vittoria nella guer-

[54] BBC HISTORY ITALIA


Quando il Sol Levante spaventò l’Europa

Corea del nord, il porto di Vladivostok. Con il


Trattato di San Pietroburgo, nel 1875, Russia e
Giappone si erano poi assicurati, per non intral-
ciarsi a vicenda, il reciproco riconoscimento nel-
la zona, agendo specularmente nella prospettiva
di una “riarticolazione” dell’Asia orientale. Ma
non durò a lungo. Mosca e Tokyo arrivarono a
un punto di non ritorno: l’avanzare di una delle
due, infatti, frenava l’altra. Così, dopo la Guer-
ra cino-giapponese, che fece pendere l’ago della
bilancia verso il Giappone, lo Zar Nicola II fir-
mò nuovi trattati con la Cina ottenendo ulteriori
concessioni per il suo Paese. Questi prevedeva-
no la fondazione di una banca d’investimen-
to russo-cinese, diritti per lo sfruttamento delle
miniere e dei boschi e il prestito (per 25 anni)
alla Russia della penisola di Liaodong e della
base navale di Port Arthur, in Manciuria. In tal
modo, veniva arginata l’espansione del Giappo- «Attorno alla sacra, vecchia capitale della
ne nella regione asiatica. Nicola II voleva creare
Manciuria è tornato l’antico silenzio, una quiete più
le condizioni affinché la Transiberiana, la ferro-
che mai profonda alita sopra le deserte, fumanti rovine
e sui distrutti villaggi». Luigi Barzini
Per la Russia zarista
fu l’inizio della fine via che attraversa la Russia da Est a Ovest, si sno- L’imperatore del
dasse attraverso la Manciuria fino a Vladivostok Giappone, Meiji

L a guerra contro il Giappone fu un duro colpo (sarebbe stata completata nel 1916). L’equilibrio Mutusuhito, con
per la Russia e per la figura stessa dello Zar. La precario tra l’Impero del Sol Levante e la Rus- la sua famiglia
presa di Port Arthur prima e la disfatta di Mukden sia zarista andò dunque peggiorando. Non pote- nel 1900, in
un ritratto del
poi contribuirono in maniera decisiva alla rivolu- va durare oltre, e non durò.
famoso pittore
zione del 1905, iniziata nel sangue con la promes-
giapponese
sa di maggiori libertà democratiche e finita con Guerra inevitabile In un primo momento, Torajiro Kasai.
una svolta reazionaria che immobilizzò un Paese il Giappone cercò un compromesso: per preve- Sotto, la vittoria
socialmente diviso. nire manovre russe in Corea (sulla quale vanta- giapponese
«Fin da Pietro il Grande», afferma il prof. Borelli, va una sorta di esclusiva) offrì allo Zar specifiche rappresentata
«i Romanov si erano presentati come i timonieri aree di influenza nella Manciuria. La Russia dal “New York
della Russia, in grado di tenere lontani i nemici rifiutò, sia perché non intendeva restringere il Tribune” del 19
esterni e di espandere l’influenza dell’Impero a proprio raggio d’azione, sia perché sottovalutava marzo 1905 .
Occidente come a Oriente. Paolo I aveva fortemen- l’avversario. Così, nel 1902, il Giappone strinse
te “militarizzato” la figura dello Zar e Alessandro I un patto con la Gran Bretagna: in caso di con-
aveva consolidato il mito della Russia come poten- flitto con la Russia, l’esercito britannico, pre-
za militare di primo piano in Europa sconfiggendo sente a presidio delle sue colonie, non sarebbe
Napoleone Bonaparte. Nicola II finì per chiudere la intervenuto, assicurando la propria neutralità;
porta alle riforme politiche, confidando nell’unico se poi alla Russia si fossero affiancati altri Paesi
sistema di potere che gli Zar avessero mai accet- occidentali, gli inglesi si sarebbero schierati con
tato: l’autocrazia. Dall’inizio del Novecento crebbe l’alleato nipponico.
considerevolmente il malcontento popolare verso Di contro, nel 1903, a riprova delle intenzio-
lo Zar, la cui figura era stata definitivamente “de- ni espansionistiche di Nicola II, venne istituito
sacralizzata” dopo la sconfitta del 1905 e gli spa- nella Manciuria un vicereame russo dell’estre-
ri sulla folla alle manifestazioni di quello stesso mo oriente per garantire all’esercito maggiore
anno a San Pietroburgo. La difesa dell’autocra- coordinamento. Inoltre, lo Zar appoggiò un’im-
zia da parte di Nicola II e gli insuccessi in campo presa russa di legname attiva in Corea, sul fiu-
economico estremizzarono lo scontro politico e me Yalu: un gesto intollerabile per il Giappone,
sociale, favorendo i drammatici eventi del 1917 e che vantava diritti acquisiti sulla zona. Falliro-
soprattutto posero le basi per la sanguinosa guer- no dunque tutti i tentativi di negoziazione: il
ra civile russa del 1918-22». Giappone interpretò l’episodio come il casus
belli che avrebbe potuto risolvere la disputa,

BBC HISTORY ITALIA [55]


La Guerra russo-giapponese

e, forte dell’accordo con la Gran Bretagna che


rendeva praticamente impossibile il coinvolgi- Il Giappone cercò un compromesso:
mento delle altre potenze internazionali, scelse per prevenire manovre russe in Corea, offrì
la via delle armi. allo Zar specifiche aree di influenza nella Manciuria.
Tokyo attaccò di sorpresa (come avrebbe fatto La Russia rifiutò, sottovalutando l’avversario.
quasi 40 anni più tardi contro gli Stati Uniti): a
Port Arthur, nella notte dell’8 febbraio 1904, la
marina militare giapponese cercò di affondare Le truppe fucili a canna rigata; soldati senza scampo sotto
l’intera flotta russa per tagliare le gambe al riva- russe durante la pioggia incessante di bombe.
le. Pur provocando gravi perdite ai russi, non ci la Battaglia di Scriveva Barzini, a proposito dell’offensiva del
riuscì. Due giorni dopo Nicola II, ancora incre- Mukden. Sotto, il Giappone a Mukden: «La mattina del 28 [feb-
dulo e intento a preparare la controffensiva per barone e generale braio] rimbombi inauditi fecero tremare la ter-
russo Anatoly
terra e per mare, ricevette la dichiarazione uffi- ra e vibrare l’atmosfera, mentre l’eco senza fine
Mikhaylovich
ciale di guerra. Nel giro di 3 mesi il Giappone si diffondeva nella campagna. Era l’artiglieria
Stessel (1848–
spostò truppe in Corea, poi nel Liaodong, e iso- 1915).
mastodontica che aveva cominciato il suo ter-
lò l’esercito inviato dallo Zar Nicola II (i solda- rificante lavoro contro il centro russo. Sotto lo
ti viaggiavano sulla Transiberiana) dalle truppe spaventoso bombardamento, le rocce cadeva-
zariste di stanza in Manciuria. no demolite, mentre i russi rimanevano silen-
Port Arthur cadde all’inizio del 1905, 11 ziosi nelle loro tane […] I lampi dei cannoni e
mesi dopo il primo attacco: senza consultare dei proiettili illuminavano come in un orrendo
il comando superiore, il generale russo Anatoly temporale la notte scura, fumosa». O ancora,
Michailovic Stesse consegnò la base navale al per la fase finale della battaglia: «Quanto di più
nemico, ritenendola ormai spacciata. Poi la bat- terribile avvenne in tutte le guerre combattute
taglia di Mukden, nel Nord, chiuse la parti- fin qui, non può essere confrontato con la lot-
ta sul campo. Fu lì che Luigi Barzini mise ta furiosa, accanita, incredibile, di questi ulti-
a fuoco la sorprendente superiorità militare mi sei giorni».
e logistica dei giapponesi, che non davano Per i russi, non andò meglio nemmeno
respiro ai russi. E lì si scoprì anche il carat- sul mare: nonostante la resistenza della flot-
tere inedito e disumano della guerra: l’u- ta, dislocata a Port Arthur e Vladivostok e
tilizzo di cannoni, nuove mitragliatrici, rinforzata dalle navi che provenivano dal-

[56] BBC HISTORY ITALIA


Quando il Sol Levante spaventò l’Europa

tecento fino alla prima metà dell’Ottocento. Ritratto del


Le cancellerie europee cominciarono a dubi- vincitore,
tare delle capacità russe di condurre una guer- il generale
ra moderna all’altezza delle aspettative. Questa giapponese
sfiducia nelle capacità militari russe venne raf- Nogi Maresuke.
Sotto,
forzandosi in Occidente anche a seguito della
un reparto
Prima guerra mondiale. Ancora alla fine degli di cavalleria
anni Trenta numerosi esponenti del governo bri- russa durante
tannico ritenevano inutile raggiungere un accor- la Battaglia di
do militare con i sovietici (l’Unione Sovietica Mukden.
post rivoluzionaria aveva raccolto l’eredità geo-
politica della Russia zarista) e lo stesso Adolf Hit-
ler, pianificando l’Operazione Barbarossa, aveva
detto ai suoi generali che i russi sarebbero stati
sconfitti in poche settimane».
Per il Giappone fu invece una vittoria epo-
cale: «Dopo la guerra del 1904-05», continua
Borelli, «i giapponesi si presentarono sul palco-
scenico mondiale come forza militare in grado
di giocare nell’Estremo Oriente un ruolo geo-
politico indipendente dalle volontà delle grandi
potenze europee. Per l’Impero del Sol Levante
cominciava un periodo di espansione rivolta in
particolare verso la Cina. Nei primi decenni del
XX secolo la contemporanea espansione della
sfera d’influenza degli Stati Uniti d’America nel
Pacifico preannunciava i motivi che avrebbero
portato in seguito al coinvolgimento giappone-
la Russia dopo una lunga circumnavigazione se nella Seconda guerra mondiale». •
dell’Africa e dell’Asia, nel maggio del 1905, nei
pressi dello Stretto di Tsushima, la marina dello SIMONE COSIMELLI
zar venne irreparabilmente decimata. (Giornalista e autore di testi storici).
Così la guerra terminò. Il Trattato di Ports-
mouth (nel Maine), stipulato nel settembre del
1905, grazie alla mediazione del Presidente
degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, pose fine
agli scontri e sancì la vittoria del Sol Levante,
che ottenne il controllo del Liaodong (con Port
Arthur), di altre aree insulari della regione insie-
me al riconoscimento del protettorato in Corea
(poi annessa definitivamente dal Giappone nel
1910).

La fine della supremazia della “raz-


za bianca” Per l’Occidente fu uno shock:
per la prima volta un Paese asiatico batteva una
grande potenza europea in una vera guerra,
invalidando il mito della supremazia militare e
incrinando la convinzione della presunta supe-
riorità della “razza bianca” sugli altri popoli. Per
la Russia, che aveva già perso anni addietro la
Guerra di Crimea (1853-1856), fu un dramma:
«L’ennesima disfatta militare», spiega Andrea
Borelli, professore di Storia della Russia all’U-
niversità di Firenze, «contribuì a distruggere
il mito di una Russia militarmente invincibile,
mito che si era consolidato dalla fine del Set-

BBC HISTORY ITALIA [57]


Prima Guerra
Diplomazia nazista
mondiale

QUANDO
HITLER
&
STALIN
ERANO
AMICI
I due dittatori si scambiavano favori e cortesie, firmavano accordi in settori
chiave come l’economia, l’industria, gli affari politico-militari. Gestapo e NKVD, le
rispettive polizie segrete, sedevano allo stesso tavolo, per fissare
obiettivi comuni. Fu quella “strana coppia” che decise il futuro dell’Europa

[58] BBC HISTORY ITALIA


F
urono molti gli accordi commerciali e a fianco degli altri, bandiere con la svastica circo- Ritratti dei
militari scaturiti dal patto firmato il 23 larono nella Russia comunista e la falce e martel- due dittatori
agosto 1939. Accordi che consentirono lo sventolò nelle città germaniche. a confronto.
alle imprese tedesche di stringere lucro- Ciò è quanto accadde tra la fine degli anni Il loro fu un
si affari con i russi. In quei mesi di idillio nazi- Trenta e l’inizio del decennio seguente, quan- idillio politico
dalle immense
sovietico, soldati della Wehrmacht e dell’Armata do per un lungo periodo le relazioni tra i due
conseguenze.
Rossa sfilarono insieme, sotto lo sguardo attento Paesi meno liberali del mondo, il Terzo Reich
dei rispettivi alti ufficiali seduti in tribuna gli uni e l’URSS, erano basate sulla reciproca colla-

BBC HISTORY ITALIA [59]


Diplomazia nazista

borazione e su rapporti quotidiani e cordiali,


improntati a grande spirito di collaborazione; Hitler nel “Mein Kampf” aveva indicato che
dimostrazione che gravi questioni logistiche e il popolo tedesco doveva conquistare uno “spazio vitale” a
strategiche (aspirando agli stessi territori), oltre spese della Russia e aveva additato i comunisti
che ideologiche, non impedivano di trovare pun- come i nemici della Germania.
ti in comune. Molte loro posizioni su questioni
immediate coincidevano ed entrambi i dittatori
cercavano di ricavare da questa insperata concor- I ministri Litvinov, che era di origini ebraiche, aveva sem-
dia il massimo vantaggio possibile, con la legit- degli Esteri pre guardato alla Germania hitleriana con dif-
tima preoccupazione, per non dire il terrore, del di Germania e fidenza, per non dire peggio. Ma tutto questo
mondo libero, che vedeva minacciata la pace. In Unione Sovietica, non aveva impedito all’URSS di cercare un’in-
particolare, le democrazie occidentali, sorprese e Von Ribbentrop tesa economica con Berlino, per rimborsare i
(in piedi accanto
spiazzate da quella insospettabile alleanza, così propri debiti esteri con le uniche risorse di cui
a Stalin) e
strana da apparire contro natura. Molotov, alla
disponeva in grande quantità, ovvero materie pri-
firma del patto di me. In questa ottica i due Paesi arrivarono a fir-
Divergenze e interessi in comune Dopo non aggressione mare un contratto di credito nel 1935. La logica
la Rivoluzione russa d’Ottobre e l’ascesa al pote- tra i due Paesi. degli affari faceva passare in secondo piano tutti
re del Nazismo in Germania, tutto faceva pensa- Sopra a sinistra, i motivi di contrasto. Un matrimonio d’interessi
re che i due Paesi sarebbero stati nemici giurati la riproduzione ad altissimo livello.
contrapposti da interessi divergenti, sia pratici dello storico I contrasti inconciliabili tra i due Paesi rie-
sia ideologici (come in seguito sarebbe successo). documento che mersero drammaticamente con la Guerra civi-
Nel “Mein Kampf”, Hitler aveva indicato come siglò l’inattesa le spagnola (1936-1939), quando le due potenze
destino del popolo tedesco la conquista di uno alleanza tra le “amiche” si trovarono a sostenere militarmente
due potenze.
“spazio vitale” (Lebensraum) a Est, cioè a spese le opposte fazioni. Ma i tempi non erano anco-
della Russia, e aveva additato i comunisti come i ra maturi per lasciar esplodere le divergenze che
nemici naturali della nazione germanica, al pari covavano sotto i sorrisi e gli scambi di cortesie.
degli ebrei. I primi atti di governo dei nazisti era- Verso la fine degli anni Trenta lo scenario subì
no stati tutt’altro che favorevoli all’URSS, come un nuovo cambiamento. Mentre intratteneva
il Patto di non aggressione tedesco-polacco, fir- colloqui ufficiali con Francia e Regno Unito, alla
mato nel 1934 in evidente chiave antisovietica. vigilia dell’Accordo di Monaco del 1938, l’URSS
L’allora Ministro degli Esteri sovietico Maksim ne avviò altri in gran segreto proprio con la Ger-

[60] BBC HISTORY ITALIA


Quando Hitler e Stalin erano amici

“doppio fronte” che aveva contribuito alla scon- A sinistra, il


fitta austro-ungarica nella Grande Guerra, sia generale Heinz
per procurarsi gli approvvigionamenti necessa- Guderian e
ri, militari ma anche alimentari. il brigadiere

CREATIVE COMMONS/Bundesarchiv, Bild 101I-121-0011A-22 / Gutjahr / CC BY-SA 3.0 DE - Karl-Ludwig Poggemann


L’accordo tra le due potenze fu sottoscritto il 19 sovietico Semyon
Krivoshein, dopo
agosto 1939 e prevedeva la consegna alla Germa-
la conclusione
nia di materie prime per un valore di 180 milioni dell’invasione
di marchi e alla Russia di prodotti dell’indu- della Polonia da
stria tedesca per 120 milioni. Berlino apriva poi parte dei due
a Mosca un credito di 200 milioni di marchi eserciti.
della durata di 7 anni per l’acquisto di prodotti
tedeschi a un tasso d’interesse molto favorevole.
Sembrava che per URSS e Germania prevalesse
l’affinità della comune opposizione alle demo-
crazie capitaliste dell’Occidente, quelle che la
stampa fascista italiana chiamava le “plutocra-
zie demogiudaiche”.

Accordo tra predatori L’accordo, però, non


era solo commerciale: prevedeva tra i contraen-
ti un patto decennale di non aggressione, noto
come Patto Molotov-Ribbentrop, dal nome dei
ministri che lo sottoscrissero a Mosca il 23 agosto
1939 (alla presenza di Stalin, Hitler era assente).
Il doppio gioco della diplomazia russa era spre-
giudicato: da mesi, l’URSS trascinava negoziati
Hitler e Molotov
con Londra e Parigi per una triplice alleanza, in
in conversazione,
mania. Gli interessi in comune ebbero ancora funzione anti-tedesca. Non solo, il Patto Molo- nel novembre
una volta il sopravvento sull’ostilità repressa. Hit- tov-Ribbentrop conteneva un protocollo aggiun- 1940: l’alleanza
ler aveva un disperato bisogno di materie prime tivo segreto, una sorta di “conferenza di Yalta” russo-tedesca
fondamentali per la sua politica di riarmo, come ante litteram, che ripartiva le rispettive sfere d’in- era stata sancita
petrolio, ferro, gomma: risorse a cui solo l’URSS fluenza russa e tedesca nell’Europa orientale, nell’agosto
poteva provvedere. Dalla Germania, Mosca si una spartizione vera e propria dei Paesi con- del 1939.
aspettava di ricevere in cam-
bio ciò che le mancava, ovve-
ro armi e tecnologia.
La rimozione di Litvinov
nel maggio 1939, dopo quasi 9
anni di mandato, e la nomina
a suo successore di Vjaceslav
Molotov aprirono una nuo-
va fase nelle relazioni russo-
tedesche. Molotov non era di
origine ebraica e non avendo
speciali motivi di diffidenza
verso il regime hitleriano era
favorevole alla neutralità con
la Germania. Hitler, dal can-
to suo, si preparava a invadere
la Polonia, consapevole che
questo avrebbe potuto porta-
re alla guerra con la Francia e
al blocco navale da parte del-
la Gran Bretagna.
Un accordo con l’URSS era
dunque indispensabile, sia per
non ricadere nella trappola del

BBC HISTORY ITALIA [61]


Diplomazia nazista

La divisione dell’Europa orientale secondo quanto


stabilito dal Patto Molotov-Ribbentrop (a sinistra)
a confronto con le modifiche successive (a destra).

finanti: Polonia e Cecoslovacchia. La linea di


demarcazione delle due sfere d’influenza coinci- I contrasti tra i due Paesi riemersero
deva con il confine settentrionale della Lituania con la Guerra civile spagnola, quando le due
e tagliava in due la Polonia. In questo quadro, la potenze si trovarono a sostenere militarmente
Germania dichiarava il proprio disinteresse per le opposte fazioni: franchisti e rebubblicani.
la Bessarabia, che rientrava nelle mire sovietiche.
Tutto previsto, tutto deciso.
Una settimana dopo la firma del patto, il 1° set- Che i due leader facessero sul serio lo si capì
tembre, la Germania invadeva la sua zona d’in- appieno il giorno 17 di quel mese, quando l’U-
fluenza in Polonia. Era l’inizio della Seconda Un’istantanea
nione Sovietica si impossessò dei territori polac-
guerra mondiale. scattata durante chi che le erano stati assegnati dal protocollo
D’incanto, gli attacchi della stampa sovietica l’occupazione segreto. Uno dei primi doni di Stalin a Hitler fu
contro la Germania nazista cessarono. Stalin e sovietica della la consegna alla Gestapo di 600 comunisti tede-
Hitler si erano accordati e ciascuno di loro non Bessarabia, schi, per la maggior parte ebrei, arrestati nella
MONDADORI/Album/Fine Art Images/Mondadori Portfolio

poteva più parlare male in pubblico dell’altro, né nel 1940. “sua” parte di Polonia. L’Armata Rossa e la Weh-
potevano farlo i rispettivi organi di propaganda.
Secondo le dichiarazioni ufficiali di Stalin, era
l’alleanza anglo-francese che aveva scatenato la
guerra, attaccando la Germania. Molotov rinca-
rava la dose sostenendo che Berlino avesse com-
piuto sforzi di pace, ma che fossero stati respinti
dagli “imperialisti anglo-francesi”. Il 7 settem-
bre Stalin tracciò una nuova linea politica per il
Comintern (l’organizzazione internazionale dei
partiti comunisti) secondo cui la guerra era con-
siderata un affare interno alle potenze imperiali-
ste e non c’era quindi alcun motivo per la classe
lavoratrice di schierarsi con la Gran Bretagna, la
Francia o la Polonia contro la Germania.

[62] BBC HISTORY ITALIA


Quando Hitler e Stalin erano amici

rmacht organizzarono addirittura una parata


militare congiunta per festeggiare la liquidazio-
ne dello Stato polacco.
Lo spirito di cooperazione tra URSS e Terzo
Reich si estese a qualsiasi ambito. La Gestapo e
la NKVD tennero ben quattro conferenze con-
giunte su come debellare la resistenza polacca.
Nel febbraio del 1940, i due Paesi firmarono
un patto commerciale con un volume d’affari
superiore di oltre quattro volte a quello dell’anno Truppe della
prima. Nel primo anno, la Germania ricevette Wehrmacht
1 milione di tonnellate di cereali, mezzo milio- attraversano
ne di tonnellate di grano, quasi 1 milione di ton- il confine
nellate di petrolio, 100mila di cotone, 500mila dell’Unione
di fosfati e ingenti quantità di altre materie pri- Sovietica, il
22 giugno del
me vitali. In cambio, i sovietici ricevettero navi,
1941: violando
locomotive, turbine, generatori, motori diesel,
brutalmente
macchine utensili, materiale elettrico, oltre a il trattato di
numerosi armamenti come un incrociatore, i alleanza tra i due
progetti della corazzata Bismarck (varata un Paesi, Hitler ha
anno prima), cannoni e altri equipaggiamenti deciso di invadere
navali, 30 aerei fra cui Me-109, Me-110 e Ju-88, senza preavviso
carri armati ed esplosivi. Per offrire un rifugio l’Unione Sovietica.
sicuro ai convogli tedeschi minacciati dal blocco
navale britannico, i sovietici prestarono ai tede- Destinazione: la remota Repubblica socialista
schi una base navale nell’Artico, vicino a Mur- sovietica autonoma tedesca del Volga (ASSR)
mansk, che rappresentava anche un prezioso dove viveva una comunità di 370mila cittadi-
punto di rifornimento e di manutenzione per le ni di origine tedesca. In previsione dell’evento,
navi germaniche. agli abitanti della Repubblica furono distribuite
L’idillio proseguiva talmente armonioso che bandiere con la croce uncinata. Ma Hitler quel-
venne pianificata una visita di Hitler in URSS. la visita non la fece mai.

A braccetto sulle spoglie della Polonia

D opo aver occupato la Polonia, tede-


schi e russi celebrarono l’evento con
parate militari congiunte dei loro eserciti.
Krivoshein si accorse che la città era già
occupata dai tedeschi, che la stavano
saccheggiando e vi avevano stabilito il
ci con svastiche affiancate a stelle rosse,
marciarono le truppe tedesche e il IV
Battaglione della XXIX Brigata russa.
Durante la loro avanzata, le truppe tede- proprio quartier generale. Gli ufficiali di Guderian e Krivoshein vi assistettero
sche del generale Heinz Guderian aveva- Guderian salutarono la “gloriosa Armata l’uno accanto all’altro, anche se i loro
no superato la linea che marcava la sfera rossa” e Krivoshein fece colazione insie- sguardi nelle foto ufficiali appaiono re-
d’influenza della Germania, spingendosi me al generale tedesco. ciprocamente sospettosi. Altre parate
fino a Brest (oggi in Bielorussia e dove Fu allora che Guderian, prima di la- ebbero luogo ad ottobre in altre città
nel 1918 era stato firmato il trattato di sciare la città ai russi, in base alla sparti- della Polonia occupata come Białystok,
pace tra Russia e Germania nella Gran- zione della Polonia fissata in segreto dal Grodno e Lwow. Alcuni storici russi, però,
de guerra). Il 20 settembre 1939, unità Patto Molotov-Ribbentrop, propose una negano che siano mai avvenute. Secondo
avanzate russe della XXIX Brigata di carri parata congiunta di truppe sovietiche e la loro versione, a Lwow sovietici e tede-
armati leggeri diretti a Brest incontraro- tedesche, facendo sfilare soldati di en- schi sarebbero stati separati da almeno
no casualmente le forze di Guderian nel trambi gli eserciti nella piazza centrale. 20 km, mentre a Brest, i soldati dei due
villaggio di Widomla. Poiché le sue truppe erano stanche dopo eserciti non marciarono insieme, ma uno
Dopo aver accolto 12 ufficiali tedeschi una lunga marcia, Krivoshein si limitò a dopo l’altro, in un semplice passaggio di
nella sua tenda, il comandante della offrire la disponibilità di un battaglione, consegne della città e della sua fortezza
Brigata, Semyon Krivoshein, propose oltre a una banda militare. La parata si all’Armata rossa. Resta il fatto che i due
un brindisi e li invitò a Mosca dopo la svolse nel pomeriggio di quello stesso eserciti azzannarono la Polonia come
vittoria sui nemici “capitalisti”. Due giorno (22 settembre). Sotto gli “archi lupi affamati in buona armonia: a ciascu-
giorni dopo, mentre si avvicinava a Brest, della vittoria” decorati dai soldati sovieti- no il suo boccone.

BBC HISTORY ITALIA [63]


Diplomazia nazista

dell’URSS all’Asse e godere così, almeno in teo-


ria, del bottino di guerra racimolato dagli eser-
citi del patto.
I negoziati iniziarono ufficialmente il 12
novembre. Ribbentrop ne approfittò per chiede-
re a Molotov di firmare un altro protocollo segre-
to, stavolta con la dichiarazione esplicita che «il
punto focale delle aspirazioni territoriali dell’U-
nione Sovietica sarebbe stato presumibilmente
centrato a Sud del territorio dell’URSS, in dire-
zione dell’Oceano Indiano». Un modo come un
altro per allontanare ogni minaccia di espan-
sione sovietica a Ovest. Molotov prese tempo e
replicò che non poteva prendere una decisione
simile senza il parere di Stalin. Neanche il suc-
cessivo incontro del ministro sovietico con Hitler
in persona superò lo stallo. Stalin, dal canto suo,
era tormentato da un dubbio: aiutare o no la Ger-
mania, già padrona dell’Europa, a invadere l’uni-
co suo avversario rimasto in campo, ossia la Gran
L’accordo, noto come Patto Molotov-Ribbentrop, Bretagna? Il dittatore sovietico presentò una con-
prevedeva tra i contraenti un patto troproposta, affermando che avrebbe aderito
di non aggressione, collaborazioni militari all’Asse se la Germania avesse escluso qualsiasi
CREATIVE COMMONS/Bundesarchiv, Bild 101I-121-0011A-23 / CC-BY-SA 3.0 - Bundesarchiv, Bild 101I-121-0011-20 / CC-BY-SA 3.0

e un massiccio scambio di forniture industriali. sua azione nella sfera di influenza sovietica. La
Germania non rispose mai alla controproposta.
In realtà, non appena Molotov lasciò Berlino, il
Verso un Asse quadripartito L’amicizia È il 22 settembre 14 novembre 1940, Hitler ordinò di rendere ope-
sovietico-nazista vacillò con l’invasione da par- 1939: parata rativi i piani segreti per l’invasione della Russia.
te russa della Finlandia. Per breve tempo, furo- congiunta Eppure l’apparente luna di miele tra Berlino e
no sospese le consegne previste dagli accordi tedesco-russa in
commerciali. Le difficoltà mostrate dall’Armata occasione della
conquista della
Rossa contro le modeste truppe finlandesi con-
Polonia da parte
vinsero Hitler della debolezza dell’alleato; già dei due Paesi.
nell’estate del 1940 il Führer avviò la prepara-
zione dei piani per l’invasione della Russia. Ma
si trattò di una tempesta passeggera. In agosto,
le relazioni volsero di nuovo al sereno e dopo la
firma del Patto Tripartito tra Germania, Italia e
Giappone (in ottobre), Ribbentrop scrisse diret-
tamente a Stalin per rassicurarlo sugli scopi del
patto e invitare il collega Molotov a Berlino; ma
il ministro di Hitler spiegò, soprattutto, che «la
missione storica delle quattro potenze», cioè le
tre del patto più l’URSS, era «adottare una poli-
tica a largo raggio e indirizzare lo sviluppo futu-
ro dei loro popoli nelle giuste direttrici, mediante
la definizione dei loro rispettivi interessi su sca-
la mondiale».
Ribbentrop, insomma, proponeva un Asse
quadripartito, che comprendesse anche l’Unio-
Ufficiali tedeschi
ne Sovietica. Poteva Stalin restare indifferente a e sovietici
una simile offerta? Ovviamente no. Il dittatore conversano
sovietico raccolse la palla al balzo per auspica- durante le
re una “base permanente” per gli “interessi reci- operazioni
proci” dei Paesi coinvolti e spedì subito Molotov congiunte dei
a Berlino per negoziare i termini dell’adesione due eserciti.

[64] BBC HISTORY ITALIA


Quando Hitler e Stalin erano amici

I motivi politici
dell’idillio tra Mosca
e Berlino

A ncora oggi, gli storici si interrogano su quan-


do e perché l’Unione Sovietica intraprese i
negoziati che portarono al riavvicinamento con
la Germania nazista. Incerto se sposare la linea
ostile verso la Germania di Litvinov o quella più
possibilista di Molotov, Stalin non prese una
posizione netta fino all’estate del 1939, quando
abbandonò la politica della “sicurezza collettiva”
che lo aveva spinto a tentare la strada di un’alle-
anza con la Francia e la Gran Bretagna.
Rimane però il dubbio su quale tra questi due
eventi (la rottura con le democrazie occidentali
e l’approccio amichevole russo-tedesco) sia Il Ministro degli Mosca proseguì. E come tale, portò un’altra ric-
stato causa o conseguenza dell’altro. Di certo, la Esteri tedesco ca dote. Il 10 gennaio 1941 Germania e URSS
Germania cercò seriamente un patto con l’URSS Joachim von firmarono l’ennesimo accordo su diverse que-
nella primavera di quell’anno, in vista della Ribbentrop stioni aperte: venne fissato formalmente il nuo-
guerra alla Polonia: Berlino doveva assicurarsi (a sinistra) vo confine tra i due Paesi; l’accordo commerciale
incontra a Mosca
la neutralità sovietica e soprattutto scongiurare del 1940 fu esteso fino al 1° agosto 1942, aumen-
l’ambasciatore
un’alleanza anglo-sovietico-francese. Alcuni
Franz von Papen,
tando il volume delle reciproche consegne; furo-
studiosi arretrano la data del riavvicinamento artefice delle no regolati i diritti commerciali nei Paesi baltici
russo-tedesco alla fine del 1935, quando il rap- trattative tra i due e nella Bessarabia, occupati dai sovietici; entro
presentante commerciale sovietico a Berlino, Paesi. Sotto, una due mesi e mezzo, i cittadini tedeschi di Litua-
David Kandelaki, mosse i primi passi per dei vignetta satirica nia, Lettonia ed Estonia si sarebbero trasferi-
negoziati a nome di Stalin e di Molotov, alle spal- su una rivista ti in Germania, mentre quelli baltici e i “russi
le della chiusura ufficiale di Litvinov; fatto che russa rappresenta bianchi” nei territori occupati dalla Germania
dimostra come la linea anti-tedesca di questi Von Ribbentrop sarebbero migrati in Unione Sovietica; il soli-
non fosse condivisa da tutti in patria, già anni che bacia la to protocollo segreto disponeva la rinuncia della
prima del suo licenziamento. Altri ritengono che mano al dittatore Germania alle sue rivendicazioni su una parte
sovietico.
la svolta nella politica estera di Mosca sia av- della Lituania, in cambio di 31,5 milioni di mar-
venuta nel 1938, dopo l’Accordo di Monaco, che chi; gli stessi accordi fornivano all’URSS nuove
segnò il fallimento della politica anti-tedesca di armi in cambio di ingenti quantitativi di cerea-
Litvinov, visto che i potenziali alleati occidentali li, petrolio, fosfati, ferro, cromo e altri minerali.
dell’URSS si erano accordati proprio con la Ger- A rimarcare le loro intenzioni pacifiche nei
mania. All’inizio del 1939, poco dopo l’occupazio- confronti della Germania, il 13 aprile del 1941
ne tedesca della Cecoslovacchia, in un discorso i sovietici firmarono un patto di neutralità con
al XVIII Congresso del Partito comunista sovie- il Giappone. Ancora in maggio, poche settima-
tico, Stalin disse che le democrazie occidentali ne prima dall’inizio dell’Operazione Barbarossa,
stavano tentando di provocare un conflitto tra la Mosca interruppe i rapporti con i governi in esi-
Germania e l’URSS, che invece intendeva restare lio dei Paesi europei occupati dai tedeschi e rico-
fuori dalle dispute tra i Paesi capitalisti. nobbe formalmente i governi fantoccio instaurati
Pochi mesi dopo, al leader sovietico, come dai nazisti.
al suo nuovo Ministro degli Esteri Molotov, do- Il 22 giugno 1941, con grande sorpresa di
veva apparire lampante che un accordo con la Stalin, che pure era stato messo sull’avviso dai
Germania avrebbe evitato una guerra con essa servizi segreti, Hitler gli dichiarò guerra e simul-
e avrebbe anche comportato notevoli vantaggi taneamente varcò con le sue armate i confini
territoriali, soddisfacendo le ambizioni di Mo- dell’Unione Sovietica. L’unione tra opposti che
sca nella Polonia orientale, nei Paesi baltici e in aveva spaventato il mondo libero era finita. E
Bessarabia; per contro, un’alleanza con la Gran lasciò il posto al più feroce odio reciproco e alla
Bretagna e la Francia non avrebbe offerto alcun più grande ecatombe della Storia. •
guadagno territoriale e avrebbe esposto l’URSS
al rischio di una guerra con la Germania. ANDREA ACCORSI
(Giornalista e ricercatore storico).

BBC HISTORY ITALIA [65]


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CHE HANNO MARCATO PARTE DELLA STORIA


Guerre di religione

L’APOCALISSE CHE HA
CAMBIATO L’EUROPA:
LA GUERRA DEI
TRENT’ANNI

È
Nel cuore dell’Europa divisa tra il 1555, da decenni ormai gli scontri tra
Cattolici e Protestanti sono all’ordine
protestanti e cattolici, si accese un del giorno nella Germania divisa in tan-
conflitto destinato a insanguinare ti principati: la situazione si risolve con
città, strade e campi, diventando la quella Pace di Augusta, voluta dall’Imperatore
del Sacro Romano Impero Carlo V, che ha come
più terribile catastrofe della prima effetto il celebre cuius regio, eius religio, che sta
modernità: la Guerra dei Trent’anni. a significare come il credo del principe dovesse
diventare la religione dei suoi sudditi.
Ma, come sempre, lo scontro tra Questo provocò non pochi problemi, creando
religioni copriva interessi di potere un flusso migratorio in cui le famiglie di una e

[68] BBC HISTORY ITALIA


Mappa che
illustra i territori
coinvolti nel
conflitto: gli Stati
a maggioranza
protestante (in
rosa), i domini
degli Asburgo
di Spagna (in
giallo) e d’Austria
(in arancione).
I numeri
corrispondono
alle fasi della
guerra:
1) 1620-1623,
sconfitta della
Boemia e del
per scatenare la rivolta, iniziata con l’episodio del- Palatinato;
la “defenestrazione di Praga”, del 23 maggio 1618, 2) 1625-1629:
in cui nobili boemi scaraventarono (letteralmen- intervento e
te) da una finestra del castello i due delegati impe- sconfitta della
riali, dando così origine alla guerra tra principi Danimarca;
3) 1630-1632:
ribelli protestanti e truppe imperiali.
intervento della
I nobili Boemi, nel 1619, offrirono il trono a
Svezia;
Federico V, Elettore del Palatinato e capo dell’U- 4) 1635-1643:
nione Protestante, e questi, alla testa dell’eserci- intervento della
to boemo, riuscì a respingere le truppe imperiali Francia;
fino a Vienna. 5) 1645-1648:
Nel medesimo anno, però, Ferdinando II d’A- campagne
sburgo divenne Imperatore del Sacro Romano francesi e svedesi
Impero – che comprendeva gli stati di Boemia, in Germania.
Baviera, Sassonia, Brandeburgo, Palatinato, Fran-
ca Contea – e gli schieramenti diventarono sem-
pre più netti: Baviera, Sassonia, Spagna e Seggio
Pontificio uniti nella Lega Cattolica; Inghilterra
e Olanda con l’Unione Protestante, vale a dire la
coalizione dei principi ribelli.
Lega Cattolica e Unione Protestante si affronta-
rono nella Battaglia della Montagna Bianca, com-
battuta ad Ovest di Praga l’8 novembre 1620, in
cui furono le forze cattoliche, guidate da Ferdi-
nando II, ad avere la meglio: i principi protestanti
ribelli non avevano ricevuto che un po’ di denaro
e qualche volontario da quelle potenze protestanti
che si erano impegnate a sostenerli, come Inghil-
terra e Olanda. I ribelli superstiti, però, continua- A sinistra, il
rono a dare battaglia nel Palatinato, dove vennero dipinto di Pieter
dell’altra confessione raggiungevano il territorio nuovamente sconfitti dall’esercito imperiale di Molenaer del
del principe che condivideva la loro fede. fede cattolica guidato questa volta dal generale 1650 circa che
Si vennero così a formare due schieramenti con- belga Tilly, nel 1623. raffigura l’assedio
trapposti: nel 1608 l’Unione Protestante guida- di Magdeburgo
del 1631. Il
ta da Federico IV, l’Elettore del Palatinato, e nel Coinvolta anche la Valtellina Negli anni massacro di
1609 la Lega Cattolica, con a capo il duca Massi- seguenti, il conflitto assunse dimensioni spropo- 20mila persone
miliano di Baviera. sitate, coinvolgendo un numero sempre maggiore fu forse il fatto
La tensione sociale non si placava, tanto che di Stati. Non era più una questione che interes- più atroce di una
bastò la nomina di un principe cattolico intransi- sava unicamente il Sacro Romano Impero, bensì guerra costellata
gente, Ferdinando II d’Asburgo, su un trono tradi- l’intera Europa: gli Asburgo di Spagna e l’Au- da episodi di
zionalmente protestante come quello di Boemia, stria si allearono in funzione antiprotestante e violenza inaudita.

BBC HISTORY ITALIA [69]


Guerre di religione

La “defenestrazione ficoltà la Danimarca, Paese protestante che aveva


di Praga” del 1618. in quei principi ormai sconfitti e decaduti i suoi
maggiori alleati nel Nord della Germania. Per
prevenire le temute mosse cattoliche, Cristiano
IV, re di Danimarca, invase i territori imperiali
nel 1625, ma venne sconfitto dalle truppe del boe-
mo Albrecht von Wallenstein, nel 1629.
Capitolata anche la Danimarca, l’Imperatore
Ferdinando II poté attuare il suo piano di ricatto-
licizzazione dell’Impero, con l’Editto di Restitu-
zione, emanato il 6 marzo 1629, in cui si intimava
ai principi protestanti di restituire beni e territo-
ri da loro occupati negli ultimi 70 anni, dopo la
Pace di Augusta del 1555.
Ma la guerra era ben lungi dall’essere conclusa.
Il cardinale Richelieu, Primo ministro francese,
preoccupato per il maggior peso assunto dall’Im-
pero asburgico, si adoperò per creare un’alleanza
in funzione anticattolica, a costo di doversi allea-
re – pur essendo lui cardinale e la Francia di fede
Capitolata anche la Danimarca, cattolica – con potenze protestanti come Olanda,
l’Imperatore Ferdinando II poté attuare il suo piano di Svezia e alcuni principi imperiali che mal digeri-
ricattolicizzazione dell’Impero, con vano gli effetti dell’Editto di Restituzione, che li
l’Editto di Restituzione, emanato il 6 marzo 1629. riguardava da vicino.
Spalleggiata dalla potente Francia di Luigi XIII
e di Richelieu, la Svezia entrò baldanzosamente
appoggiarono la Valtellina nella sua ribellione in gioco: il re Gustavo Adolfo II, alleatosi con l’E-
ai Grigioni protestanti, anche per ottenere una lettore di Sassonia, invase i territori imperiali, e
via di comunicazione tra le rispettiva nazioni, ma riuscì ad arrivare a Praga, sconfiggendo l’esercito
Francia, Venezia e Savoia riuscirono ad imporre del temibile Conte di Tilly, colpevole di quel sac-
la Pace di Monçon del 1626, in cui venne sancito cheggio di Magdeburgo utilizzato dalla propagan-
che la Valtellina restava ai Grigioni, i quali però da svedese per raccogliere consensi tra i principi
permettevano il culto cattolico. imperiali contro l’alleanza cattolica.
Nel Sacro Romano Impero, invece, alla fine Calendario Seguirono scontri e battaglie che videro con-
trionfarono pienamente i cattolici: la repressio- del conflitto trapposte le forze imperiali e spagnole contro
ne verso i ribelli protestanti comportò crudeltà tra cattolici quelle svedesi appoggiate dai principi protestanti.
inaudite, nonché la spartizione dei territori tra i e protestanti La situazione si risolse finalmente nel 1635, con
vincitori. la Pace di Praga, che sancì la sospensione dell’E-
Questa ridistribuzione di terre mise in seria dif- ditto di Restituzione, placando le rivendicazioni

1555 1608 1618 1619 1620 1623


La Pace di Augusta, Alcuni principi gui- Nella cosiddetta Ferdinando II di- L’Inghilterra, la Re- Sconfitti i suoi
voluta da Carlo V, dati da Federico IV, “defenestrazione di viene imperatore e pubblica Olandese avversari, l’Impera-
conferisce uguale l’Elettore Palatino, Praga”, un gruppo riceve il sostegno di e altri Stati inviano tore Ferdinando II
protezione legale ai danno vita all’Unio- di nobili boemi pro- Baviera e Sassonia, denaro e volontari ridistribuisce le loro
cattolici e ai prote- ne Protestante. Nel testanti getta due oltre che assisten- solo ai protestanti, terre e i loro titoli
stanti nel territorio 1609 il duca di Ba- membri del consi- za finanziaria dalla che vengono scon- ai suoi sostenitori,
del Sacro Romano viera risponde con glio e un segretario Spagna e dal Seggio fitti nella Battaglia come il Duca di
Impero. la creazione della da una finestra del Pontificio. della Montagna Baviera.
Lega Cattolica. Castello di Praga. Bianca.

Imperatore Carlo V Federico IV Palatinato La finestra del castello Federdinando II Asburgo Federico V Palatinato Massimiliano di Baviera

[70] BBC HISTORY ITALIA


La Guerra dei Trent’anni

dei principi protestanti.


In Francia, Richelieu, approfittando della situa-
zione favorevole, continuò la sua offensiva nei
confronti dei territori imperiali: occupò l’Alsa-
zia e la Lorena, arrivando a minacciare il ducato
di Milano e i Paesi Bassi spagnoli. L’imperato-
re contrattaccò, riuscendo ad arrivare fin quasi a
Parigi, ma poi la rivolta della Catalogna, la seces-
sione del Portogallo e la perdita di Brandeburgo
e Baviera, finirono per indebolire le truppe impe-
riali e spagnole, favorendo così la riscossa di Fran-
cia e Svezia.
A quel punto, l’Impero capì che la pace era
auspicabile: tuttavia, le trattative si protassero per
anni, finché, nel 1648 Francia, Svezia e Impero
firmarono la Pace di Westfalia, che pose fine a
questa guerra sanguinosa che lasciava dietro di
sé 5 milioni di morti.
Da questa ecatombe, chi trasse i maggiori van-
taggi fu la Francia (cattolica ma alleata con i pro-
testanti) che riuscì ad annettersi l’Alsazia e la
Lorena, precedentemente degli Asburgo.

Il parere dell’esperto Sono passati 400 anni


da quella “defenestrazione di Praga” che diede La maggior parte delle narrazioni moderne Le forze imperiali
origine alla Guerra dei Trent’anni, conflitto che dipinge la Guerra dei Trent’anni come un con- si preparano ad
vide le potenze europee scontrarsi utilizzando la flitto di brutalità inaudita: è una fama meritata? attaccare quelle
religione come pretesto, ma che i civili, di entram- La Guerra dei Trent’anni costò la vita a quasi 5 protestanti
nel 1620 nei
bi gli schieramenti, percepirono come una “guer- milioni di persone, dunque sì, la sua orrida fama
pressi di Praga,
ra santa”, sicuri di combattere per la vera fede. è certamente meritata. Di fatto la popolazione
in un dipinto
Dopo la guerra, cattolici e protestanti continua- del Sacro Romano Impero, principale teatro del dell’epoca.
rono ad esistere, e così per i secoli a venire. Tut- conflitto, non ritornò a livelli paragonabili a quel-
tavia, un evento complesso e sfaccettato come li prebellici per almeno 60 anni dopo la fine del-
quello, in cui si intrecciarono interessi e forti con- le ostilità: con una combinazione di epidemie,
vinzioni religiose lascia diverse domande a cui carestie e violenza, la guerra gettò nella più dura
solo un esperto può rispondere. tribolazione gli abitanti di vaste aree dell’Euro-
Per questo ci siamo rivolti a Peter Wilson, pro- pa centrale.
fessore di Storia della Guerra all’Università di I casi di atrocità perpetrate in quegli anni non
Oxford. si contano, ma il più emblematico è senz’altro

1625 1629 1630 1631 1635 1643-48


La Danimarca Ferdinando II L’invasione svedese Le truppe del Conte Ferdinando II tenta Nel 1643 si instau-
si impegna in raggiunge la pace rinfocola il conflit- di Tilly saccheg- di stipulare la pace rano colloqui di
un’invasione, ma con la Danimarca to, ma re Gustavo giano Magdeburgo. con i principati pro- pace nelle città di
le forze imperiali ed emette l’Editto Adolfo di Svezia non Dopo la vittoria di testanti. La Francia Münster e Osna-
guidate da Albrecht di Restituzione, riesce e penetrare Gustavo Adolfo a interviene contro i brück. La Pace di
von Wallenstein la un’interpretazio- fin nel Sud della Breitenfeld i princi- cattolici per evitare Westfalia pone fine
sconfiggono nel ne strettamente Germania. pi protestanti tede- il collasso della una volta per tutte
1629. cattolica della Pace schi si uniscono alla Svezia. alla guerra
di Augusta. Svezia. nel 1648.

Cristiano IV di Danimarca von Wallenstein Gustavo Adolfo, Svezia Conte di Tilly Richelieu Moneta commemorativa

BBC HISTORY ITALIA [71]


Guerre di religione

il Sacco della città protestante di Magdeburgo,


nell’attuale Nord-Est della Germania che ebbe Il cardinale Richelieu, Primo ministro francese,
luogo il 20 maggio 1631: un bagno di sangue che promosse un’alleanza in funzione antiasburgica,
concluse un assedio di 7 settimane a opera delle a costo di dover collegare la Francia, di fede
forze cattoliche guidate dal 70enne conte di Tilly, cattolica, con potenze protestanti.
che aveva chiesto ripetutamente alla città di arren-
dersi e ottenuto altrettanti rifiuti. Quando infine
le truppe cattoliche riuscirono a violare le mura, La battaglia della re veniva scelto nella famiglia fin dal 1438. Nel
la vendetta fu terrificante: alla fine della giornata Montagna Bianca XVII secolo, però, la dinastia entrò in un feroce
solo 200 dei 1.900 edifici della città erano rimasti (1620) in un conflitto interno, oltre a dover affrontare il rischio
senza danni e i caduti si contavano nell’ordine dei dipinto di Pieter della bancarotta finanziaria. Ne nacque un vuoto
25mila, circa quattro quinti dell’intera popolazio- Snayers. Sotto, politico che fu riempito dalla seconda più poten-
Johann Tserclaes,
ne. Molti morirono soffocati nelle cantine in cui te famiglia dell’Impero: i Wittelsbach.
conte di Tilly.
si erano rifugiati per tentare di scampare ai can- Ma i problemi non si fermavano qui: bisogna-
noneggiamenti, ai saccheggi e agli scontri nelle va affrontare anche le conseguenze della Riforma
strade, ma molti altri vennero massacrati dai vinci- protestante. Nel 1555, dopo che la nuova conce-
tori. Più di ogni altro episodio, il Sacco di Magde- zione religiosa aveva aperto un’autentica voragine
burgo simboleggia l’orgia di violenza incontrollata nella chiesa consolidata fino ad allora, l’autorità
in cui la guerra era sprofondata. imperiale aveva ratificato un trattato di pace nel
tentativo di allentare le tensioni crescenti tra cat-
Quali furono le vicende politiche che fecero da tolici e protestanti: la cosiddetta Pace di Augusta.
sfondo al conflitto? Uno dei punti principali del trattato era che un
A differenza dell’Inghilterra, della Francia o settimo del territorio imperiale sarebbe in ogni
della Spagna, il Sacro Romano Impero era gover- caso rimasto in mano a governanti cattolici, ma
nato da una monarchia mista in cui l’imperatore all’inizio del XVII secolo molti protestanti comin-
condivideva il potere con circa 60 principi, 140 tra ciarono a sostenere che questa riserva ecclesiastica
conti e abati e una sessantina di città libere. L’Im- li svantaggiasse politicamente, inoltre, frustrava i
pero era da lungo tempo sotto il dominio degli loro tentativi di diffondere la nuova fede.
Asburgo: i loro principati ereditari comprendeva- Fu allora che i conti palatini, il ramo più anti-
no un terzo del territorio imperiale e l’imperato- co della famiglia Wittelsbach, fecero la loro mos-

[72] BBC HISTORY ITALIA


La Guerra dei Trent’anni

sa: vedendo la possibilità di aumentare il proprio Che impatto ebbero le personalità dei leader
potere, radunarono un numero significativo di delle due fazioni, Ferdinando II e Fede-
principi e città protestanti in un’alleanza militare rico V, nelle fasi iniziali della guerra?
chiamata Unione Protestante, guidata da Federi- Un impatto notevole, senza dubbio,
co Wittelsbach-Simmern, elettore del Palatina- soprattutto nel caso di Ferdinando
to. Per reazione, il duca Massimiliano di Baviera II d’Asburgo, che venne incoronato
radunò gran parte dei principi cattolici in un’alle- imperatore nel 1619. Era un catto-
anza rivale, presto battezzata Lega Cattolica. Un lico duro e puro, che fin da giova-
certo numero di principi rimase fuori da entram- ne si asteneva dall’alcol e, per tenere
be le organizzazioni e nessuna delle due possede- a bada gli impulsi carnali prima del
va un esercito permanente, ma la situazione si era matrimonio, indossava il cilicio sotto
fatta decisamente più tesa. gli abiti. Nell’ottica di questa sua intran-
sigenza, il conflitto con i protestanti non
Lo scontro religioso, un alibi La “defene- appariva tanto una guerra civile quan-
strazione” di Praga è in genere indicata come la to piuttosto una ribellione all’autori-
scintilla che scatenò il conflitto armato: fu così? tà: dunque i suoi avversari, in quanto
Gli Asburgo consideravano l’Unione Prote- rivoltosi, avevano perduto qualun-
stante una sfida esplicita alla loro autorità: deci- que diritto e una volta sconfitti pote-
si a difendere la fede cattolica, cominciarono a vano essere lecitamente espropriati
restringere l’assegnazione di incarichi nell’am- di tutti i loro beni.
ministrazione e nell’esercito ai soli cattolici. Per Al fianco di Ferdinando si schiera-
una trentina di nobili protestanti della Boemia, rono il Duca Massimiliano di Baviera e
che già si sentivano gravemente messi da parte gran parte dei principi ecclesiastici. Anche la
e che in qualche caso si videro portar via incari- Sassonia, che pure era il più potente tra i prin- Tallero con
chi lucrosi, la nomina di Ferdinando II d’Asbur- cipati protestanti, si schierò con lui per timore l’effigie di
go, cattolico intransigente, sul trono di Boemia, che l’Unione polarizzasse le politiche imperiali, Ferdinando II
fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il 23 mag- e basta questo a dimostrare che le due parti non d’Asburgo, 1626.
gio 1618 invasero gli uffici del governo nel castello erano separate in maniera netta dalla linea della Sotto,
Federico V, eletto
di Praga: molti membri del consiglio erano altro- divisione religiosa. Si trattava piuttosto di un’oc-
re di Boemia:
ve in quel momento, ma i due che erano presenti casione di scontro delle reciproche rivendicazioni. particolare di un
furono scaraventati fuori da una finestra assieme La fazione boema, per suo conto, considerò dipinto esposto
al loro segretario. Rimasero tutti e tre feriti ma formalmente deposti gli Asburgo ed elesse come nella mostra
sopravvissero, e il segretario, che miracolosamen- sovrano Federico V del Palatinato, un uomo “Bavaria-Bohemia”
te era atterrato in piedi, si diede alla fuga e allertò ambizioso e ostinato, profondamente convinto nel 2007 a Zwiesel
le autorità a Vienna. della giustezza della sua causa e animato da una (Baviera).
fede incrollabile nella vittoria finale del prote-
stantesimo.
Nella battaglia della Montagna Bianca (8
novembre 1620) il cattolicissimo Ferdinando
mise in rotta la coalizione protestante e scatenò
le sue truppe al saccheggio di Praga, capitale del-
la Boemia, nella quale i soldati vittoriosi dilagaro-
no, violando e depredando ogni casa. Gli Asburgo
lo considerarono un trionfo del progresso, ma per
i cechi fu l’inizio di una vera epoca buia. In ogni
caso, con essa Ferdinando si assicurò la vittoria
più importante dell’intera guerra: il suo avversa-
CREATIVE COMMONS/Wolfgang Sauber

rio, Federico, fuggì nella Repubblica Olandese


lasciandogli campo libero.

I frutti amari della guerra Per quale moti-


vo le ostilità si trascinarono per trent’anni?
Uno dei motivi fu senz’altro il rifiuto da parte di
Ferdinando di fare concessioni ai nemici sconfit-
ti: entro pochi mesi dalla Battaglia della Monta-
gna Bianca l’Imperatore aveva confiscato ai ribelli
terreni pari a metà circa dell’intera Boemia, per

BBC HISTORY ITALIA [73]


Guerre di religione

quistavano, e questo andò ad aggiungere altre dif-


ficoltà nell’arrivare a una pace: nessuna delle due
parti avrebbe avuto il potere di costringere i pro-
pri alleati a restituire quelle terre conquistate per
poter giungere a un accordo e allo stesso tempo
nessuna delle due era forte abbastanza da detta-
re termini unilaterali all’altra. Con premesse del
genere sul tavolo, la guerra non poteva che con-
tinuare.

Quali furono, nel lungo periodo, gli effetti sto-


rici di questo immane conflitto?
La Pace di Westfalia arrestò il pericolo che le
questioni religiose polarizzassero la politica. Si
rimise mano anche alla costituzione imperia-
le, ad esempio dando ai calvinisti gli stessi dirit-
ti dei cattolici e dei luterani. Il cambiamento più
importante, tuttavia, fu che i nuovi diritti venne-
ro innestati così profondamente nella struttura
legale dell’Impero che tutte le discussioni si spo-
Il conflitto assunse dimensioni spropositate, starono in blocco dalle grandi questioni astrat-
coinvolgendo un numero sempre maggiore di Stati: te ai problemi locali. Divenne molto più difficile
non era più una questione che interessava solo il Sacro polarizzare l’opinione pubblica su linee religio-
Romano Impero, bensì l’intera Europa. se, come Federico il Grande ebbe a scoprire nel-
la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), quando ben
pochi credettero al suo proclama che la definiva
redistribuirli ai suoi sostenitori, e avrebbe fatto la La morte di uno scontro tra cattolici e protestanti anziché tra
stessa cosa dopo ogni sua successiva vittoria. Nes- Gustavo Adolfo, Austria e Prussia.
suna pietà per i vinti, nessuna inclinazione alla re di Svezia, Sotto altri aspetti, però, la Guerra dei Trent’an-
clemenza dei vincitori. nella battaglia ni fu un disastro che lasciò vaste aree dell’Impe-
Il vero problema furono però gli alleati che i di Lucerna (6 ro desolate per decenni, punteggiate di fattorie
novembre 1632)
conti palatini avevano al di fuori dell’Impero, date alle fiamme e villaggi rasi al suolo. Alcune
in un quadro
che davanti al brutale opportunismo delle con- del pittore
regioni, peraltro, si ripresero più in fretta di altre,
fische di Ferdinando cominciarono a intervenire Carl Wahlbom. come pure alcuni settori dell’economia: ad esem-
nel conflitto: per prima la Danimarca, dal 1625 In patria fu pio la produzione di birra, in terre dove i vigne-
al 1629, poi la Svezia a partire del 1630 e infine la proclamato il ti erano stati devastati e il grano si coltivava più
Francia nel 1635. lutto nazionale facilmente delle viti. Anche la diminuzione della
L’intervento più noto è sicuramente quello sve- e il Parlamento popolazione creò nuove opportunità per i soprav-
dese, guidato dal re Gustavo Adolfo, una delle lo denominò “il vissuti: il prezzo della terra calò a picco e i salari
figure più carismatiche di tutto il XVII secolo, Grande”. Senza aumentarono. Ma l’impressione generale rima-
che le generazioni successive avrebbero celebra- la sua guida la se improntata alla desolazione più totale, confer-
to – con una buona dose di esagerazione – come Svezia si trovò mata da scrittori e poeti che parlavano di lacrime
coinvolta in un
un brillante innovatore militare. Il teorico milita- della madrepatria e di una terra un tempo fioren-
conflitto che non
re britannico B. H. Liddell Hart arrivò a definir- poteva vincere.
te e ora ridotta in cenere. Nella memoria storica
lo “il fondatore della guerra moderna”. Tale fama dei tedeschi e dei cechi la Guerra dei Trent’an-
gli venne in buona parte dal suo successo nella ni occupa un posto analogo a quello delle guer-
Battaglia Breitenfeld del 1631, dove il suo eserci- re civili in Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti e
to protestante inflisse ai cattolici la prima sconfit- delle rivoluzioni in Francia e Russia: quello di un
ta significativa dall’inizio della guerra. Fu senza traumatico punto di svolta della storia nazionale.
dubbio una vittoria spettacolare, ma quando lo In Germania divenne perlopiù sinonimo di umi-
stesso Gustavo Adolfo rimase ucciso nella Batta- liazione, poiché aprì le porte a due secoli in cui il
glia di Lucerna, l’anno seguente, la Svezia si ritro- paese si ritrovò preda di divisioni interne e impo-
vò impantanata in un conflitto che all’apparenza tente sul piano internazionale.•
non aveva più alcuna possibilità di vincere.
Tanto l’Imperatore quanto la Svezia sostennero PETER H. WILSON
materialmente lo sforzo bellico, distribuendo ai (Docente di Storia della Guerra
rispettivi alleati tedeschi le terre che via via con- presso l’Università di Oxford).

[74] BBC HISTORY ITALIA


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Storia dell’Albania

Skanderbeg circondato
dai suoi guerrieri nel
suggestivo monumento
a lui dedicato nel museo
del castello di Krujë, non
lontano da Durazzo,
in Albania.

SKANDERBEG
L’EROE ALBANESE
CHE UMILIÒ I TURCHI
M
olto prima di Garibaldi ci fu un
uomo che a buon diritto avreb-
be meritato il titolo di “eroe dei
due mondi”. Si chiamava Giorgio
Dopo essere stato addestrato dai Turchi che Castriota (o Kastriota), ma è più conosciuto con
avevano invaso il suo Paese, Skanderbeg ne il nome di Skanderbeg. Nato in un anno impreci-
sato tra il 1404 e il 1412, in un luogo che potrebbe
divenne il più feroce avversario. Un condottiero essere Mati, Krujë o Dibra, nell’odierna Albania,
geniale e coraggioso, capace di battere nemici era figlio di Giovanni Castriota, signore di Krujë.
Presto costui si ritrovò a dover fare i conti con
anche cinque volte più numerosi delle sue Murad II, il sultano ottomano che a partire dal
schiere. Fu piegato dalla sorte, mai in battaglia 1422 si abbatté sui domini dell’Impero Bizanti-

[76] BBC HISTORY ITALIA


no, di cui l’Albania faceva parte. Alla fine, anche
Giovanni capitolò. Il sultano Murad II imparò ad amarlo come
Le durissime condizioni di resa comprendeva- un figlio e ad affidargli missioni sempre
no la consegna dei figli maschi dei notabili loca- più delicate in Asia. A soli 17 anni, Skanderbeg
li, che sarebbero stati trattenuti in ostaggio dai divenne ufficiale dei temutissimi giannizzeri.
Turchi. Il piccolo Giorgio, al pari dei suoi fratelli,
fu costretto a trasferirsi presso la corte di Murad.
Convertito all’Islam, venne sottoposto a un duris- Ormai certo di avere tra le mani un fedelissimo Sopra, un
simo apprendistato militare, secondo le regole del paladino, dopo il 1430 Murad inviò Skanderbeg affresco che
devshirme, l’arruolamento forzato a cui erano sot- nei Balcani a combattere contro Serbi, Unghere- rappresenta una
toposti tutti i giovani cristiani che avevano la ven- si e Veneziani. delle innumerevoli
tura di nascere in territori conquistati dai Turchi. Il punto di svolta della sua vita avvenne il 3 battaglie in cui
Skanderbeg
novembre 1443, quando l’esercito ottomano, gui-
si oppose
Alessandro, il capo A soli 17 anni, Giorgio dato da Kara Bey, incontrò le forze del valoro- efficacemente ai
divenne ufficiale del corpo degli jeniçer che l’Oc- so voivoda transilvano János Hunyàdi, nei pressi Turchi. L’opera si
cidente imparò a temere con il nome di gianniz- di Niš, in Serbia. Sulla carta, la superiorità tur- trova nel museo
zeri. Che combattesse straordinariamente bene ca era schiacciante: 20mila soldati contro 10mila dedicato al
lo testimonia il nome con cui fu consegnato alla Ungheresi, senza contare la presenza dell’imbat- condottiero nel
Storia: Skanderbeg, trasposizione latina di Isken- tibile Skanderbeg. Eppure, la carica di Hunyàdi castello di Krujë:
der Bej, letteralmente Alessandro il capo. Bej era riuscì a scompaginare l’avversario, mettendolo in la città divenne
il titolo con il quale si identificava il responsabi- rotta. Motivo principale della disfatta fu proprio l’emblema della
le militare o amministrativo di una circoscrizione l’inattesa defezione di Skanderbeg che, dileguan- sconfitta degli
ottomana; quanto ad Alessandro, non c’è bisogno dosi insieme a 300 fedelissimi, si era trascinato Ottomani nel XV
secolo.
di ulteriori spiegazioni: il riferimento al condot- dietro l’intero esercito turco.
tiero macedone la dice lunga sulla stima guada- La dottrina islamica, contrariamente a quanto
gnata da Giorgio presso i Turchi. aveva creduto il sultano, non aveva mai attecchi-
Il sultano Murad II imparò ad amarlo come un to nell’animo di Castriota, che era segretamente
figlio e ad affidargli missioni sempre più delicate rimasto fedele ai princìpi e al credo trasmessi-
in Asia. Soddisfatto dei risultati, lo premiò, con- gli dal padre e aspettava l’occasione propizia
cedendogli il Sangiaccato di Dibra, nell’attuale per reagire al suo destino di prigioniero. Con
Macedonia, e lo pose al comando di un corpo di una strenua cavalcata, giunse nottetempo a
cavalleria forte di 5.000 uomini. Krujë, facendosela consegnare grazie a un fal-

BBC HISTORY ITALIA [77]


Storia dell’Albania

so firmàn (mandato reale). Quella stessa notte, agli scontri in campo aperto, anche tecniche di
lo stendardo con la mezzaluna veniva calpesta- guerriglia: quando meno se lo aspettavano, i Tur-
to nella polvere, mentre sulla fortezza svettava di chi si trovavano improvvisamente accerchiati e
nuovo l’aquila bicipite. Il giorno successivo, Skan- colpiti tra le montagne o lungo le gole e i diru-
derbeg “si fe’ subito cristiano”, come scrisse, nel pi, anche durante la notte. Questa strategia por-
Seicento, Giovanni Musacchi. L’intento era chia- tò a ulteriori successi, come quello contro Firuz,
ro: utilizzare il collante religioso per cementare Pascià presso le gole di Prizren, nell’ottobre 1445,
le varie anime albanesi contro una minaccia che e poi l’anno successivo contro Mustafà Pascià:
rischiava di cancellarle. entrambe le vittorie vennero conseguite in situa-
L’Albania si apprestava a vivere la stagione più zione di forte svantaggio numerico.
esaltante della sua Storia. La riscossa iniziò il 28
novembre del 1443, quando, nella cattedrale di Campione della cristianità Quelle imprese
Una moneta Krujë, Giorgio divenne principe, pronunciando rivelarono all’Europa quanto potesse essere coria-
commemorativa la frase con la quale si è soliti ceo il piccolo Stato balcanico che da solo aveva
del condottiero istoriare i suoi monumenti: saputo opporsi al colosso ottomano. Papa Euge-
albanese. «Non fui io a portarvi nio IV esaltò il nuovo campione della Cristianità
la libertà, ma la tro- conferendogli il titolo di “Atleta di Cristo”; altret-
vai qui, in mezzo tanto caloroso fu l’intervento del re di Napoli
a voi». Il 1° mar- Alfonso d’Aragona, che grazie alle vittorie albane-
zo 14 4 4, nel - si vedeva più sicure le sue terre di Puglia. Skan-
l a c at te d r a le derbeg accettò l’amicizia di Roma e del sovrano
di San Nicola partenopeo, ma continuava a dare alle sue vit-
ad Alessio, ter- torie un significato preciso: egli combatteva per
ra dell’amica difendere la patria albanese. L’integrità del mon-
Repubblica di do cristiano gli interessava solo in quanto funzio-
Venezia, venne nale alla salvaguardia del suo popolo.
costituita la Lega Negli anni successivi, fu lotta a oltranza di
dei popoli alba- Castriota conto il suo ex-protettore Murad.
nesi, alla quale Nel 1451 il sultano moriva, cedendo il posto
aderirono alleati al figlio Mehmet II, uno che non a caso si
occa sio - sarebbe conquistato il titolo di Fatih, “il Con-
n a l i , c o me quistatore”. Il nuovo sultano aveva le idee
Napoli, Venezia e il semplici ma chiare: cancellare il Cristiane-
Papato. Skanderbeg si mise simo dalla faccia della terra. Se Roma
subito al lavoro: introducen- si salvò dalle orde ottomane, per buo-
do la coscrizione obbliga- na parte lo si dovette alla disperata
toria, formò un esercito resistenza di Skanderbeg e al sacri-
di 18mila uomini, pre- ficio del suo popolo. Egli riuscì
occupandosi d’impartire ancora a sconfiggere, il 21 luglio
alle giovani reclute la rigi- del 1452, gli eserciti di Hamza
da preparazione mutuata Bey e Tulip Pascià attuando
dal costume turco. Otten- una tattica innovativa, che
ne così un nucleo formato scompigliò gli schieramenti
da 3.500 unità sempre in nemici.
armi, mentre altri guerrie- Nell’aprile del 1453, a Skop-
ri venivano mobilitati solo je, Castriota affrontò l’en-
alla bisogna. nesimo comandante turco,
Fu a capo di queste for- Ibrahim Bey, che sconfis-
ze che il 29 giugno 1444, se e uccise. Poco dopo, il 29
nei pressi di Torvioll, vici- maggio, sarebbe però cadu-
no Tirana, Skanderbeg ebbe ta Costantinopoli: Mehmet
ragione delle forze di Alì era stato capace di compie-
La statua di János Pascià, inviato dal sultano re l’impresa mai riuscita
Hunyàdi, alleato turco in cerca della testa del a nessuno durante gli 11
di Skanderbeg, “traditore”. secoli precedenti (se si
esposta a La tattica militare di esclude la parentesi del
Budapest. Castriota prevedeva, oltre 1204, in cui la città fu

[78] BBC HISTORY ITALIA


Skanderbeg, l’eroe nazionale albanese

vittima di una crociata fratricida). Forte di quel


successo, il sultano si apprestò a porre fine anche L’enigma delle due teste
alla questione albanese. Ma questa volta non
poteva fallire e aveva bisogno di tempo per com-
porre un esercito che soddisfacesse le sue neces-
sità. A questo scopo, intavolò trattative per una
È opinione diffusa che l’aquila bicipite dei
Castriota derivi da quella bizantina, ma ciò
non sembra esatto. Secondo le parole che lo
tregua che Castriota accettò, siglando una fret- stesso Skanderbeg scriveva a un principe ita-
tolosa pace, il 27 aprile 1461. Skanderbeg poté liano, gli Albanesi erano consapevoli di essere i
così precipitarsi in Italia e rispondere alla chiama- discendenti degli antichi Epiroti e i pronipoti del
ta di Ferrante d’Aragona che, succeduto al padre famoso Pirro. Plutarco narra che, dopo la clamoro-
Alfonso, nel 1458 dovette contrastare la rivolta sa vittoria che costui ottenne sui Macedoni, gli Epi-
delle baronie favorevoli a Giovanni, il pretenden- roti lo salutarono con il soprannome di “aquila”. Pirro
te angioino al trono di Napoli. Più che la fedeltà rispose: «È merito vostro se sono un’aquila, e come non esserlo
agli Aragonesi, l’aveva spinto l’insistenza con cui quando voi con le vostre armi mi avete innalzato, come se aves-
il nuovo papa, Pio II, che lo aveva generosamente si rapide ali?». L’aquila è da sempre una presenza costante sul-
sostenuto economicamente nelle sue campagne, le brulle montagne d’Albania, luoghi in cui si sviluppò principal-
il quale ne aveva sollecitato l’intervento. Per con- mente la resistenza di Skandeberg. Simbolo di forza e maestosi-
vincerlo ad attraversare l’Adriatico, il pontefice gli tà per svariate culture, il pennuto ha finito per campeggiare sul-
aveva promesso di porlo a capo di un’imminente la bandiera albanese, stesa su campo rosso a ricordare il san-
crociata contro i Turchi; soprattutto, gli aveva fat- gue dei martiri contro l’Islam. La duplice testa si riferisce forse
to balenare il miraggio di cingere la corona di re ai due villaggi in origine posseduti da Giovanni, padre dell’eroe.
d’Albania. Il 18 agosto 1462, a Orsara di Puglia,
Skanderbeg divenne il principale artefice della
vittoria aragonese. Come segno di riconoscimen- una carica disperata, in uno scontro che lo vide
to, Ferrante gli concesse i feudi di San Giovanni in inferiorità numerica addirittura di 5 a 1. L’an-
Rotondo e Monte Sant’Angelo in Puglia. Carico no successivo, Mehmet si ripresentò a Krüje alla
di onore, Castriota tornò in patria e, stracciato il testa di un nuovo esercito, anch’esso di 150mila
precedente trattato, riprese la lotta contro i Tur- uomini, che mise in scena lo stesso copione del-
chi. Mehmet inviò 14mila uomini al comando la volta precedente. Skanderbeg non dovette ral-
di Sheremet Bay, ma Castriota li intrappolò nei legrarsi eccessivamente della vittoria: era ormai
pressi del lago Ocrida e li fece a pezzi. consapevole che il destino della sua terra era

Simbolo di una nazione Fu a quel punto


che sul capo dell’eroe si abbatté la proverbiale
tegola fatale. Mentre si muoveva verso Duraz-
zo, lo colse la notizia della morte del pontefice.
Con la scomparsa di Pio II, il sogno di una gran-
de armata cristiana antiturca si dissolse come
neve al sole: Skanderbeg vedeva fallire in un sol
colpo l’incoronazione a re d’Albania e l’elevazio-
ne a comandante generale della sacra spedizio-
ne. Mehmet approfittò del totale isolamento del
condottiero e gli scatenò contro una violentissi-
ma offensiva, guidata da Balaban Pascià Bade-
ra. Skanderbeg lo sconfisse ben quattro volte,
ma ormai l’Albania era allo stremo e attende- Il sultano
va, come una sentenza annunciata, l’arrivo del Murad II in
grosso delle armate di Mehmet: qualcosa come un ritratto
150mila uomini. ottocentesco.
Sotto il suo regno
A metà giugno del 1466, il sultano assediò
l’Impero Ottomano
Krujë, contro le cui mura sbatté per 6 mesi. Fru-
dilagò nei
strato, se ne tornò in Turchia, lasciando Balaban a Balcani, arrivando
continuare l’assedio con 70mila soldati. Skander- alle porte di
beg a quel punto si precipitò a Roma a chiedere Costantinopoli,
aiuto, ma il nuovo papa, Paolo II, non andò oltre capitale dell’ormai
qualche parola di conforto. Giorgio tornò in Alba- decaduto Impero
nia appena in tempo per rompere l’assedio con bizantino.

BBC HISTORY ITALIA [79]


Storia dell’Albania

Il 1° marzo 1444, nella cattedrale di San Nicola


ad Alessio, terra dell’amica Venezia, venne Un eroe medievale
costituita la Lega dei popoli albanesi, alla
quale aderirono Napoli, Venezia e il Papato. Q uesto articolo è tratto
dall’ultimo numero di
Medioevo Misterioso (Sprea
Editori), il bimestrale interamente
dedicato ai mille anni che
Sopra, segnato e, per quanto sconfitti, i Turchi sareb- trascorsero tra la caduta
un affresco che bero tornati sempre, più determinati e più nume- dell’Impero Romano e la scoperta
rappresenta rosi di prima. In un disperato tentativo, cercò di delle Americhe. Non solo vite di personaggi straordinari,
l’assedio di Krujë. ricompattare la lega cristiana, ma il tempo delle come Skanderbeg, ma anche scoperte, invenzioni,
alleanze era scaduto. curiosità, aspetti della vita quotidiana. In questo numero,
Contratta una febbre malarica, Giorgio Castrio- un dossier dedicato al Sacro Romano Impero, che per
ta si spense il 17 gennaio 1468. Al suo popolo, ben 10 secoli tentò di unire l’Europa cristiana sotto
davanti al quale si spalancava ora il baratro dell’i- un’unica bandiera. Inoltre, segnaliamo gli interessanti
articoli sulla dura e avventurosa vita dei marinai, sulla
nevitabile sconfitta e il conseguente esilio, non
raffinata arte del corteggiamento, sulla professione
restava che aggrapparsi alla sua memoria, che
medica e chirurgica, sugli effetti dell’introduzione della
trasfigurò il grande guerriero nell’eroe di un’in- stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg e sulle
tera nazione.• vere (e sorprendenti) ragioni per cui Attila rinunciò
a saccheggiare Roma. Puoi acquistare Medioevo
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(Storico medievista).

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Prima Guerra
Storia di un popolo
mondiale

KURDISTAN
LO STATO CHE NON C’È
Sempre oppressi dagli Stati dominanti della vasta regione
mediorientale, Turchia, Iran, Iraq e Siria, i Curdi
cercano da millenni di creare una nazione libera e autonoma.
Privi di un’identità, in disaccordo tra loro, utilizzati e
traditi da tutti, oggi sono finalmente saliti alla ribalta della Storia

[82] BBC HISTORY ITALIA


e molto spesso prima usato e poi dimenticato dal A sinistra, una
resto del mondo. Una realtà geografica e politica veduta della città
pressoché sconosciuta. vecchia di Erbil,
Nelle valli distese fra i monti di Turchia, Iraq, Iraq, vista dalla
Cittadella.
Siria, Iran e alcuni Paesi dell’Asia centrale, si esten-
Sopra, la mappa
de per 500 mila km² il Kurdistan, una regione che
mostra (in color
non è uno Stato, abitata da un popolo che non rie- corallo) le aree
sce ad essere una nazione. I Curdi, che risiedono con presenza
in queste terre difficili, sono tra i 25 e i 40 milioni, curda in Turchia e
hanno una propria identità, ma non una vera unità. in Medio Oriente.
Il curdo, ad esempio – lingua appartenente al cep- Sotto, uno scatto
po delle lingue persiane – non è una lingua unica e del 1919 di
definita, quanto piuttosto una serie di dialetti diver- Mustafa Kemal
si fra loro anche se reciprocamente comprensibili. Atatürk, al tempo
I Curdi sono un’etnia distinta da Arabi, Turchi e leader turco e poi
primo Presidente
Persiani, appartenente alla famiglia indoeuropea,
della Repubblica.
discendente dai montanari seminomadi che hanno
abitato quella regione da tempo immemore e dai
popoli che sono sopraggiunti nel corso dei millen-
ni. Già nel II millennio a.C. sorse in quelle regio-
ni un regno degli Hurriti che rivaleggiò con Egizi,
Babilonesi e Ittiti, mentre nel millennio successi-
vo intorno al Lago di Van vi fu il regno di Urartu,
rivale degli Assiri. Più riconosciuto tradizionalmen-
te è il riferimento a una parentela dei Curdi con i
Medi, popolo guerriero seminomade che creò un
vasto impero sui monti del Medio Oriente, prima
di lasciarlo in eredità ai Persiani. Nel IV secolo a.C.

I
lo storico greco Senofonte attraversando queste ter-
l 25 settembre 2017 i Curdi dell’Iraq – che tan- re cita il popolo dei Carduchi. Nei secoli successi-
to sangue hanno versato nella guerra contro l’I- vi, la regione curda rimase a cavallo tra l’Impero
sis – hanno votato per la loro indipendenza, ma persiano e quelli occidentali di Seleucidi, Roma-
a causa di questa scelta, invece di conquistare ni e Bizantini, mentre nel VII secolo sopraggiun-
un posto sul mappamondo, nel giro di pochi gior- se la conquista araba dell’intero Medio Oriente e
ni hanno perso metà del loro territorio e una buona la conversione dei Curdi all’islam. A questo perio-
parte della loro autonomia. Una storia che si ripe- do appartiene il primo testo scritto in lingua cur-
te, per questo popolo diviso, circondato da nemici da, una poesia religiosa.

BBC HISTORY ITALIA [83]


Storia di un popolo

Il curdo Saladino contro i Curdi In Kurdi- Nelle valli tra Turchia, Iraq, Siria, Iran
stan, sotto l’egida degli imperi medievali islamici,
e alcuni Paesi dell’Asia centrale si estende per
fiorì un locale feudalesimo, da cui emerse la dina-
stia degli Ayyubidi (1169-1250) una casata curda il 500mila m² il Kurdistan: una regione che non è Stato,
cui maggior esponente fu niente meno che il Sala- abitata da un popolo che non è nazione.
dino, il grande sovrano e condottiero che sottras-
se Gerusalemme ai crociati. È interessante notare contro la Russia, lasciando intendere che come
che lo stesso Saladino non creò un regno curdo, ricompensa avrebbe garantito l’autonomia del Kur-
ma si trovò invece a combattere contro i suoi stessi distan. Promessa che però non venne mantenuta,
recalcitranti conterranei, cui voleva imporre il suo In alto a sinistra, scatenando così dal 1880 la prima rivolta indipen-
dominio islamico universale. lo sceicco dentista curda, guidata dallo sceicco Ubayd Allah
In seguito, i Curdi si ritrovano sulla linea del Mahmud Barzanji, al-Nahri (1830-1883) e dai suoi figli. Poco dopo,
che guidò i Curdi
confine tra l’Impero ottomano e la Persia, stan- un’analoga rivolta fu guidata da un capo tribale,
contro gli inglesi e
do soprattutto dalla parte degli Ottomani, tanto si proclamò re del
Simko Shikak, nelle regioni curde sottomesse
che nel Cinquecento il sultano Selim I il Ponde- Kurdistan. In alto alla Persia. Anche se le insurrezioni falliro-
rato si impegnò a concedere loro larga autonomia. a destra, il gruppo no, si attribuisce a quel momento e a quei
Proprio in quel periodo sarebbe stato l’emiro cur- composto dagli protagonisti la nascita di un’ideologia nazio-
do Sharaf Khan Bidlisi (1540-1600) a parlare per sceicchi Sherif, nalista che invoca la creazione di una
primo del Kurdistan come «nazione ed entità geo- Said, Hamid, patria curda.
grafica». Con il poeta Ahmad-i Khani, nel XVII Major Kasim e Di conseguenza, con lo scoppio del-
secolo, si iniziò a manifestare esplicitamente la Abdullah (dal la Prima guerra mondiale i Curdi non
consapevolezza di appartenere a un popolo curdo, primo in alto a sostennero più lo sforzo bellico otto-
anzi egli arrivò al punto di auspicare una rivolta sinistra, in senso mano, ma vennero invece sobillati
orario). A destra,
della “razza curda” e l’unificazione degli emirati contro Istanbul dai Russi e poi dagli
Simko Shikak,
curdi per creare una realtà in grado di affrontare capo della tribù
Inglesi, che a loro volta promisero un
Turchi e Persiani. curda Shikak, che “focolare” nazionale come per Ara-
Fu però solo a fine Ottocento che iniziò a sorge- nel 1918 guidò bi ed Ebrei. Contemporaneamen-
re un diffuso sentimento nazionale (e nazionalista) la rivolta delle te, però, Londra e Parigi stavano già
curdo. Il sultano di Istanbul, Abdul Hamid II, li regioni curde firmando segretamente l’Accordo Sykes-
utilizzò massicciamente nella guerra del 1877-1878 della Persia. Picot (1916) in base al quale intendeva-

[84] BBC HISTORY ITALIA


Il Kurdistan, lo Stato che non c’è

Da sinistra,

CREATIVE COMMONS/Mohammad Sayyad


l’attuale
Presidente della
Turchia Recep
Tayyip Erdogan
e Ruhollah
Khomeini, padre
della rivoluzione
che spodestò
lo Scià iraniano
Reza Pahalavi.

no spartirsi le spoglie dell’Impero Ottomano. Nel tra i curdi di religione alevita, rappresenta la mag-
1920, a guerra conclusa, i Curdi ottennero però gior tragedia della Turchia repubblicana. Nel 1937
un risultato eccezionale: con il Trattato di Sèvres Turchia, Iraq, Iran e Afghanistan sottoscrissero un
agli articoli 62-64 fu garantita loro la possibilità di accordo sui reciproci confini spartendosi il Kurdi-
ottenere l’indipendenza e venne addirittura defi- stan e facendo strame delle aspirazioni locali, pre-
nito sulla carta geografica un possibile Stato del vedendo esplicitamente un coordinamento nella
Kurdistan. repressione dell’irredentismo curdo.
Ciò che era stato deciso su quel tavolo, però, non
piaceva a molti e finì per durare lo spazio di un Divisi nelle guerre tra Iran e Iraq Con
sogno. Mentre lo sceicco curdo Mahmud Barzanji la fine della Seconda guerra mondiale i Curdi pro-
guidava rivolte anti-inglesi e si proclamava re del varono di nuovo a rialzare la testa. Fu la volta dei
Kurdistan, le offensive politiche, militari e diplo- Curdi d’Iran che si ribellarono allo Shah con l’ap-
matiche sferrate dal nuovo leader turco Mustafa poggio dell’Unione Sovietica. Nacque così nel
Kemal Atatürk portarono a una nuova trattativa dicembre 1945 il primo Stato realmente curdo
tra Turchi e Curdi e a una radicale ridefinizione della storia, la Repubblica Popolare di Mahabad.
dell’assetto della regione. Durò più o meno un anno: quando i sovietici se ne
Nel Trattato di Losanna del 1923 il Kurdistan andarono i Curdi rimasero alla mercé delle truppe
scomparve dalle mappe e i suoi territori venne- persiane. Non ebbero scampo.
ro smembrati e divisi tra i nuovi Stati di Turchia, Ministro della Difesa di quell’effimera repub-
Siria, Iraq e Iran. Contro tale cambio di rot- blica era stato l’esponente di uno dei clan più
ta scoppiarono tra i Curdi diverse rivolte, importanti tra i Curdi orientali, Mustafa
come quella guidata nella primavera Barzani. Fu lui a raccogliere la bandie-
1925 dallo sceicco Said, che alla fine ra dell’autonomismo curdo in Iran e
venne impiccato dai Turchi. Negli in Iraq, dove fondò il Partito Demo- Barham Salih:
anni Venti, Ankara vietò scuole, cratico del Kurdistan e guidò la è stato Primo
associazioni e pubblicazioni cur- resistenza armata contro Baghdad ministro
de, compreso l’uso della lingua. e Teheran. In particolare, Barza- del Governo
Regionale del
Nel decennio successivo, in Tur- ni e i suoi si trovarono a combat-
Kurdistan.
chia venne anche applicata una tere in territorio iracheno (in Iran,
Attualmente,
politica di deportazioni, che fu dove i Curdi sono molti milioni, in seguito alle
all’origine di rivolte che ebbero il la Resistenza curda dura tutt’ora), elezioni del 3
momento culminante nell’eccidio di ma il suo clan non riuscì a riunire ottobre 2018,
Dersim (oggi Tunçeli), che con deci- intorno a sé tutti i Curdi, separati in è Presidente
ne di migliaia di vittime, soprattutto particolare dalla rivalità tra i Barzani dell’Iraq.

BBC HISTORY ITALIA [85]


Storia di un popolo

e il clan Talabani, che pur essendo stato all’ini-


zio all’interno del PDK, nel 1975 se ne era staccato
fondando un altro partito, l’UPK (Unione Patriot-
tica del Kurdistan).
Queste forti divisioni interne spiegano in buo-
na misura la facilità con cui i regimi della regione
riuscirono a reprimere spietatamente una forza in
teoria rilevante come quella curda. I Curdi infatti
finirono per inserirsi nella rivalità tra Iran e Iraq.
Nello scontro tra questi Paesi – prima ai tempi
dello Shah Pahlavi e poi con la guerra del 1980-
1988 tra Khomeyni e Saddam Hussein – i Curdi
iracheni furono alleati di Teheran contro Bagh-
dad e i Curdi iraniani sostennero Baghdad con-
tro Teheran. Fu in quelle circostanze che Saddam
Hussein scatenò una terribile repressione che por-
tò, tra l’altro, alla strage di Halabija del 1988, nel-
la quale migliaia di civili curdi vennero sterminati
con armi chimiche. I Curdi finirono per inserirsi nella rivalità
Tutto cambiò quando, nel 1990, Saddam Hus- tra Iran e Iraq, prima nello scontro tra loro
sein invase il Kuwait e il mondo intero gli si con- ai tempi dello Shah Pahalavi, poi nella guerra
trappose nella Guerra del Golfo del 1991. In del 1980-88 tra Khomeini e Saddam Hussein.
quell’occasione i Curdi vennero visti da Washing-
ton e dalla comunità internazionale come una
valida forza di opposizione per limitare la forza di Da sinistra: meglio, tanto che a metà degli anni Novanta si svi-
Baghdad. Ma a guerra terminata, si fece ancora Mamoste Hajar, luppò una guerra civile tra gli eterni rivali Barzani
una volta poco per proteggerli dalla feroce repres- Ahmad Tofiq, (guidati da Massoud, figlio di Mustafa) e Talaba-
sione scatenata da Saddam Hussein. Nel 1993, si Mustafa Barzani, ni (con il leader Jalal), costata almeno 8.000 morti.
fondatore del
decise finalmente di imporre sul Kurdistan l’om- Alla fine, però, gli americani riuscirono a mettere
PDK (Partito
brello protettivo della “no fly zone”, interdetta all’a- d’accordo i duellanti, che iniziarono a fondare la
Democratico
viazione militare irachena. del Kurdistan) e Regione autonoma del Kurdistan, con un autogo-
Si data a quel momento l’origine della crescen- Jalal Talabani, verno in contrapposizione al regime iracheno di
te autonomia regionale dei Curdi iracheni; i quali, fondatore Saddam. Quando poi il leader di Baghdad ven-
però, in un primo momento non seppero gestirla al dell’UPK (Unione ne rovesciato dalla campagna militare statuniten-
Patriottica del se del 2003, i Curdi si trovarono in una posizione
Kurdistan). di forza, in quanto divenuti un affidabile baluar-
do filo-occidentale in una regione devastata dalla
guerra civile. Così, nella nuova costituzione fede-
rale dell’Iraq del 2005, il Kurdistan, reso forte dal-
la disponibilità di ingenti risorse petrolifere, iniziò
a godere di un’autonomia che dell’indipendenza
non aveva soltanto il nome. Inoltre, si decise che
la presidenza dell’Iraq spetti a un curdo: la carica è
CREATIVE COMMONS/Halil Uysal - Protektor - jan Sefti

stata rivestita da Jalal Talabani fino al 2014, attual-


Abdullah Öcalan, mente il presidente è un altro esponente del PUK,
fondatore in Barham Salih.
Turchia del PKK
(Partito dei Il Kurdistan in guerra contro l’Isis
Lavoratori del Quando, nel 2014, in Medio Oriente è arrivato l’I-
Kurdistan) nel
sis, lo Stato Islamico proclamato a cavallo di Iraq
1974. Per la sua
lotta separatista
e Siria dai fanatici jihadisti di al-Baghdadi, un’in-
nel giugno solita alleanza che andava dagli Stati Uniti all’I-
1999 è stato ran si è data la priorità di contrastarlo. Mentre la
condannato alla coalizione forniva supporto aereo, armi e addestra-
pena di morte, mento, le truppe sul campo erano soprattutto com-
poi commutata in battenti curdi, i caratteristici “peshmerga”. Una
ergastolo. guerra feroce che dal Sinjar a Mossul ha investi-

[86] BBC HISTORY ITALIA


Il Kurdistan, lo Stato che non c’è

Col Trattato di Losanna del 1923 il Kurdistan


scomparve dalle mappe e le sue regioni
vennero date a Turchia, Siria, Iraq e Iran.
I Curdi si ribellarono molte volte, ma invano.

Le 4 bandiere curde in senso orario da sinistra in


alto: Kurdistan settentrionale o turco, Kurdistan
occidentale o siriano, Kurdistan meridionale o
iracheno, Kurdistan orientale o iraniano.

to casa per casa tutto l’Iraq settentrionale e ha rag-


giunto poi la Siria, dove Kobane è diventata una
città martire, simbolo della resistenza all’avanza-
ta dei miliziani vestiti di nero: ancora una volta a
Kobane, così come nel resto della Siria settentrio-
nale, furono soprattutto i Curdi locali a fornire le
truppe. I Curdi possono vantarsi di aver vinto que- siriana, hanno dichiarato autonoma dal 2012) e le Massoud Barzani
sta guerra, arrivando a controllare una vasta area aree irachene solo parzialmente abitate dai Cur- (a sinistra),
che includeva il Rojava (la Siria settentrionale che di come Sinjar, Kirkuk e Diyala, oltre alla Regio- Presidente
i Curdi locali, approfittando della guerra civile ne autonoma del Kurdistan iracheno. Troppo, per del Kurdistan
non destare le preoccupazioni dei vicini, e soprat- iracheno dal
giugno 2005 al
tutto della Turchia. È iniziata perciò un’offensiva
I Curdi di Turchia militare turca al confine siriano e alla fine tutti, da
novembre 2017,
e Jalal Talabani
Washington a Mosca, hanno preferito abbozzare, (a destra),

I n Turchia il popolo curdo fu ferocemente represso


per oltre un secolo. La loro etnia era considerata
come “Turchi di montagna”. Essi costituiscono la
così che i Curdi di Siria si sono dovuti ritirare in
un’area più ristretta.
Nel frattempo, in Iraq i governanti della regio-
Presidente
dell’Iraq
dall’aprile 2005 al
comunità curda più numerosa e abitano la più vasta ne autonoma – in particolare il presidente Mas- luglio 2014.
parte del Kurdistan. Nel 1974 Abdullah Öcalan fondò soud Barzani – hanno pensato fosse il momento di Sotto, il
il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), un mo- passare all’incasso per il prezzo pagato nella lotta leader della
vimento indipendentista marxista-leninista che dal all’Isis e hanno indetto un referendum per procla- organizzazione
1984 ha sposato la lotta armata conducendo moltis- mare l’indipendenza del Paese. Tutte le cancel- terroristica
dell’ISIS, noto
sime azioni violente. Ankara, seppure a fasi alterne, lerie internazionali, fino ad allora alleate, hanno
come Abu Bakr
ha condotto nelle regioni curde una vera e propria fatto sapere al presidente Barzani che si trattava di al-Baghdadi (foto
guerra, che in questi decenni ha provocato decine una cattiva idea che non avrebbero potuto sostene- scattata nel 2004
di migliaia di morti. Persino deputati e giornalisti re. Parole profetiche: i Curdi hanno tirato dritto, durante la sua
curdi sono stati arrestati e dal 1999 lo stesso Öcalan il referendum del 25 settembre 2017 ha approva- detenzione
è in arresto, in un regime rigidissimo. Negli ultimi to l’indipendenza col 92% dei voti e pochi giorni a Camp Bucca,
anni il PKK ha offerto alla Turchia alcune proposte dopo le truppe irachene hanno sottratto al gover- in Iraq).
di trattativa e l’attuale presidente turco Erdogan ha no curdo (col sostegno dei Curdi all’opposizio-
inizialmente mostrato disponibilità, ma poi la situa- ne di Barzani) tutte le terre contese al di fuori del
zione è precipitata nuovamente con l’inasprimento nucleo ristretto della regione autonoma. Quest’ul-
della situazione politica interna turca, lo scoppio tima ha perso parte delle sue prerogative e Barza-
della guerra civile in Siria e il sorgere dell’Isis (tutte ni si è dovuto dimettere.
questioni che hanno mutato la situazione geopoliti- E il Kurdistan non esiste ancora sulla carta geo-
ca della Turchia meridionale). Turchi e Curdi sembra- politica del mondo. •
no essere ancora una volta ai ferri corti, tanto che
nel solo 2017 si sono registrati più di 1.000 morti. OSVALDO BALDACCI
(Ricercatore e scrittore di Storia).

BBC HISTORY ITALIA [87]


METE DA NON PERDERE

GIAMAICA
ISOLA DI MILLE TESORI
Come sempre, il viaggio di uno storico rivela aspetti e significati
sorprendenti di una località. In questa puntata, l’autrice
esplora l’affascinante passato di questa bellissima isola

L
a Giamaica è una piccola isola baciata degli schiavi, le diedero una fama assai sini-
da molte fortune: sole, palme che ondeg- stra: per molti marinai, soldati e ufficiali colo-
giano alla brezza, steel pan o musica niali britannici venir stanziati lì suonava come
reggae che suonano in lontananza e una sentenza di morte. Gli europei dell’epo-
chilometri di meravigliosa sabbia bianca lam- ca non guardavano le coste caraibiche con
bita da onde turchesi. Ma, al di là delle spiag- gli stessi occhi di oggi: il cambiamento di pro-
ge, del sole e del mare, l’isola ha molto spettiva sarebbe avvenuto solo molti Panorama delle
altro da offrire: la sua ricca storia, anni più tardi, dopo l’indipenden- Blue Mountains,
la sua variegata cultura e i suoi za giamaicana dall’Impero, nel zona famosa per
molti paesaggi ne hanno fat- 1962, e l’introduzione dei voli il suo caffè.
to una delle mete preferite a lungo raggio. Oggi, arriva-
di viaggiatori, esplorato- re qui è facile come anda-
ri, artisti. Su quest’isola i re in qualsiasi altro posto.
turisti si trasformano in
avventurieri a caccia di STORIE DI SCHIAVI E DI
antichi tesori. MIRACOLI I miei luoghi
La Giamaica non è preferiti della Giamai-
sempre stata una desti- ca non sono le spiagge
n a z i o n e t u r i st i c a p e r o le altre caratteristiche
europei e nordamericani: a di solito pubblicizzate nei
cambiare l’immagine dell’iso- cataloghi turistici: in ogni
la sono stati il suo stretto rap- mio soggiorno in questi luoghi
porto con l’Impero britannico e la incantevoli, mi dirigo verso i sen-
sua storia all’interno di esso. tieri che portano nella parte orientale
Quando l’Inghilterra la acquistò dalla Spa- dell’isola, la lussureggiante regione dominata
gna, nel 1655, l’isola era decisamente più dalle Blue Mountains.
famosa come “covo di iniquità” che non come Famosa per il suo straordinario caffè, l’area
paradiso tropicale. Nel XVIII secolo cominciò delle Blue Mountains, con le città e i villag-
ad attirare un gran numero di migranti ingle-
si, soprattutto persone intenzionate a trarre Sull’isola i turisti diventano
profitto dalle sue risorse naturali, e in breve esploratori a caccia di antichi tesori.
divenne una delle zone economicamente più
importanti dell’Impero, se non la più impor-
Nel tondo,
tante in assoluto. Le sue esportazioni princi- gi circostanti, ha una storia affascinante, ric- contadini in
pali erano zucchero, melassa e rhum, prodotti ca di bellezze naturali tra le più incantevoli del rivolta attaccano
mediante lo sfruttamento spietato degli schia- pianeta. Lungo i sentieri, a una sessantina di il tribunale di
vi deportati dall’Africa. Parallelamente, l’impla- chilometri dalla capitale, Kingston, si incon- Morant Bay in
cabile sole dei Caribi, letali malattie tropicali tra la cittadina di Morant Bay, centro della par- un’illustrazione
come la febbre gialla e il timore delle rivolte rocchia di St. Thomas, dove sorgono i resti del del XIX secolo.

[88] BBC HISTORY ITALIA


CONSIGLI
AI VISITATORI

QUANDO
ANDARE
Il clima
tropicale della
Giamaica di
rado scende
sotto i 25°. Nei
mesi estivi
l’umidità
diminuisce
un po’, ma le
temperature
mantengono
una media
di 33°.
La stagione
degli uragani
di solito dura
da giugno a
novembre.

COME
tribunale da cui si originò una delle più impor- la: si dice che nelle giornate limpide dal Blue ARRIVARE
tanti proteste del periodo post-schiavistico: Mountain Peak si riesca a vedere Cuba. Prima In aereo,
qui, nel 1865, centinaia di contadini guidati dal di affrontare i sentieri, però, il mio consiglio è con un volo
predicatore battista Paul Bogle diedero fuoco di fermarsi a Boston Beach, dove si trovano i intercontinentale
all’edificio per protestare contro l’incredibile migliori “jerk centres” della Giamaica. con scalo, della
diseguaglianza sociale dell’isola e le insosteni- durata di 14-15
bili condizioni di vita della povera gente. CARNE COTTA NEI BARILI DA BENZINA Il jerk ore. L’isola ha
Inoltrandosi tra le montagne lungo il fiume è un metodo tradizionale di marinatura e con- tre aeroporti
Plantain Garden, si raggiunge un’altra delle dimento della carne a base di pimento o pepe internazionali.
mie mete favorite, il piccolo villaggio di Bath: della Giamaica (una spezia che cresce un po’
dal suo aspetto attuale probabilmente non ovunque sull’isola) e di peperoncino rosso BAGAGLI
si direbbe, ma è stato uno dei luoghi più alla Scotch Bonnet. Nati nel XVII secolo presso le Una buona
moda per gli inglesi e gli altri europei che si tra- comunità di africani fuggiti e indigeni caraibi- crema solare,
sferivano in Giamaica nel XVIII secolo. Una leg- ci Taíno, il pollo e il maiale jerk oggi sono qua- abiti leggeri per
genda locale parla di uno schiavo che, in fuga si un simbolo nazionale: vengono cotti ancora proteggersi da
da una piantagione, cadde in una sorgente sul barbecue o dentro un barile da benzina, calore e umidità
e un paio di
d’acqua e si ritrovò come per miracolo guarito come vuole la tradizione, e il risultato è una
scarpe comode
dalle ulcere di cui soffriva. delizia piccante, grassa e speziata che si gusta
da camminata.
La voce si diffuse, in tantissimi accorsero a meglio se accompagnata con ravioli fritti e una
verificare di persona, si formò così un picco- Red Stripe.
SOUVENIR
lo insediamento nei pressi della fonte, aperta La Giamaica è molte cose diverse per mol- Qualche
tutt’ora al pubblico: la si può raggiungere con te persone: per me è un ricettacolo di storia e pacchetto del
uno stretto sentiero che parte dal villaggio e, cultura, montagne e splendide foreste, villaggi famosissimo
se si riesce a ignorare i tanti venditori che ten- e cittadine lontane dal caos delle grandi città caffè Blue
tano di piazzare le loro merci, un pomeriggio a e dei resort turistici. A dispetto della sua sto- Mountain, olio
bagno nelle sue acque sarà una degna ricom- ria brutale, che continua ancora oggi a influen- di noce di cocco
pensa per la lunga ma piacevole camminata. zare il clima sociale dell’isola e i suoi rapporti (ottimo sia per
Vale la pena di visitare anche il “Blue and con altri Paesi, per me rimane una delle terre i capelli sia
John Crow Mountains National Park”, che si più belle del mondo. • per cucinare)
estende su una vasta area attraversata da e spezie jerk
sentieri non molto impegnativi e percorribili MELEISA ONO-GEORGE per ravvivare la
sia a piedi sia in bicicletta, che portano ai pun- (Professoressa di Storia dei Caraibi vostra cucina.
ti panoramici più spettacolari dell’intera iso- presso l’Università di Warwick).

BBC HISTORY ITALIA [89]


DOMANDE&RISPOSTE Curiosità e interrogativi storici
a cura di Elena Percivaldi

STORIA
QUALE FU IL TERREMOTO PIÙ DISTRUTTIVO MAI REGISTRATO?

I l 22 maggio del 1960 alle 14:11 ora


locale (le 20:11 in Italia) uno spa-
ventoso terremoto sconvolse il Cile
largo dell’Alaska e Hong Kong furo-
no devastate. Testimoni racconta-
rono che al termine della scossa più
ficati dal fatto che il giorno prima
un’altra potente scossa aveva cau-
sato gravi danni alle comunicazioni:
arrecando morte e distruzione in forte il mare si alzò all’improvviso e quando il 22 maggio la terra tremò
tutto il Paese. L’epicentro fu localiz- sommerse i villaggi costieri, gene- in tutta la sua potenza, il Paese era
zato nei pressi di Cañete, una loca- rando altre onde che si abbatterono perciò già in difficoltà e stava fati-
lità a circa 900 km a Sud di Santia- su quel poco che ancora restava in cosamente cercando di organizzare
go, la capitale, ma le zone più colpite piedi, radendolo al suolo. le prime operazioni di soccorso alla
risultarono essere Valdivia e l’area di La violenza inaudita dei movimen- popolazione colpita.
Puerto Octay, nel complesso un’area ti tellurici incise sull’inclinazione Paradossalmente, e per fortuna,
costiera di circa 400mila km². dell’asse terrestre, provocando una nonostante l’estrema potenza del
La terra quel giorno tremò per variazione di 63 millesimi di secondo terremoto, le perdite in termini di
diversi minuti facendo registrare d’arco (corrispondenti a circa 30 cm vite umane risultarono relativamen-
dai sismografi, nel picco, una magni- se misurati su un meridiano) e una te contenute: poiché le aree colpi-
tudo di 9,5: la più alta mai registrata variazione della durata del giorno te erano scarsamente popolate e
in tempi storici. Il terremoto fu quin- siderale di 23 milionesimi di secon- gli edifici erano bassi e costruiti per
di sentito in molti altri luoghi del pia- do. Le scosse causarono anche la lo più in legno, il numero dei morti
neta, anche lontanissimi, e sicco- ripresa dell’attività del vulcano andi- fu calcolato intorno ai 3.000 (in una
me l’epicentro era vicino alle coste, no Puyehue, che eruttò il 24 maggio città di milioni di abitanti gli effetti
produsse uno tsunami che si propa- tornando ad acquietarsi soltanto nel di un evento del genere sarebbero
gò attraverso il Pacifico, investendo luglio successivo. Lo sciame sismi- stati catastrofici). Gli sfollati furono
anche la sponda opposta, con onde co che seguì l’evento principale cau- 2 milioni, con danni calcolabili intor-
alte fino a 155 m: le isole Hawaii, sò quindi altri fenomeni che duraro- no agli 800 milioni di dollari dell’e-
il Giappone, le Filippine, la Nuova no per mesi, fino all’estate seguente. poca (pari a circa 6 miliardi di dol-
Zelanda, l’Australia, alcune isole al Gli effetti del sisma furono ampli- •
lari di oggi).

[90] BBC HISTORY ITALIA


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STORIA DELLO SPORT


PERCHÉ LA MAGLIA DEI GIOCATORI ITALIANI È AZZURRA?

L a squadra nazionale di calcio ita-


liana è stata la prima ad adottare
il colore azzurro, diventato poi l’uni-
stia regnante,
le magliette dei
calciatori furo-
forme di tutti gli atleti nostrani. L’e- no impreziosi-
sordio dei calciatori, nel 1910, non te dalla croce
fu però in azzurro, bensì in bianco, sabauda (croce
con nastro tricolore appuntato sul- bianca in cam-
la maglietta. Soltanto l’anno suc- po rosso) cuci-
cessivo, il 6 gennaio 1911 all’Are- ta sul petto, in
na di Milano, in occasione di un’a- corrisponden-
michevole con l’Ungheria, la divisa za del cuore.
assunse il colore poi divenuto tradi- Eppure, l’azzur-
zionale. La scelta dell’azzurro fu un ro ci mise del
omaggio dello sport a Casa Savo- tempo a farsi
ia, rappresentata araldicamente strada in tutte le discipline sportive: ti italiani era ancora il bianco, sop-
da quel colore fin dal Medioevo. A alle Olimpiadi del 1912, ad esem- piantato definitivamente dall’az-
completare il riferimento alla dina- pio, il colore più utilizzato dagli atle- zurro soltanto dai Giochi del 1932. •
STORIA DELLA GASTRONOMIA
CHI E IN QUALI CIRCOSTANZE INVENTÒ LA SACHERTORTE?

C orreva l’anno 1832 quando un giovanissimo pastic-


ciere viennese, Franz Sacher, si trovò a dover “inven-
tare” su due piedi un dolce per un importante pranzo
uno strato di gelatina di albicocche (“apricottatura”),
con cui guarnì il centro della torta e il cui spunto ama-
rognolo conferiva alla sua creazione anche un perfet-
ufficiale organizzato dal cancelliere austriaco Klemens to equilibrio di gusto, evitando che il sapore dolce fos-
von Metternich. Il ragazzo, all’epo- se troppo stucchevole. La torta
ca 16enne e semplice apprendi- Sacher, in tedesco Sachertorte,
sta, dovette sopperire all’improv- nacque “ufficialmente” il 9 luglio
visa indisposizione del capocuo- 1832 e da allora è stata oggetto di
co della corte viennese e così, da innumerevoli tentativi di imitazio-
amante del cioccolato qual era, ne. Due le ricette ufficiali e altret-
ideò una torta composta da due tanti i negozi viennesi – Sacher e
basi di pan di Spagna interamen- Demel – che si contendono il pri-
te ricoperte da una glassa di cioc- vilegio di vendere la Sachertorte
colato fondente. Per garantirne “originale”, ormai assurta a vera
una distribuzione uniforme, una e propria icona della pasticceria
volta cotti cosparse i dischi con Mitteleuropea. •

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LA VENDETTA FU CELEBRATA VENTIDUE ANNI
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BBC HISTORY ITALIA [91]


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APPUNTAMENTI
Occasioni per rivivere la Storia a febbraio
MILANO MODENA
LEONARDO IN MOSTRA AL SUO MUSEO VERITÀ VS FALSO MITO

I l Museo Nazionale della Scienza e


della Tecnologia, dedicato a Leonar-
do Da Vinci e che conserva una stori-
tori lombardi del XVI secolo, conces-
si in deposito al Museo nel 1952 dal-
la Pinacoteca di Brera, tra cui spicca
Il Museo della Figurina di Modena, istituzione
quasi unica al mondo, propone una mostra che
affronta, in epoca di fake news, le informazioni
ca galleria di modelli delle sue mac- Bernardino Luini, uno dei pittori di diffuse dalle figurine nel passato. Strumento di
chine, propone ora una spettacolare maggior successo in Lombardia nei comunicazione popolare per eccellenza, le figurine
mostra sul Genio italiano del quale, primi decenni del XVI secolo, e la sua utilizzavano l’aspetto ludico che le caratterizzava
nel 2019, si festeggerà il quinto scuola. Accanto ai modelli di macchi- per veicolare informazioni pubblicitarie o addirit-
centenario della morte. ne sono esposte anche ricostruzioni tura propagandistiche. “Regalate” con le sigaret-
L’evento, un sapien- di architetture militari e civili in gesso te o prodotti alimentari come Liebig o Lavazza, le
te accostamento di e terracotta, recentemente restaura- figurine hanno arricchito la conoscenza di milioni
arte e scienza, pro- ti e da tempo non esposti. di ragazzi (e non solo). Ma quanto erano veritiere le
pone in esposizione La visita alla mostra è compre- informazioni trasmesse? Per scoprirlo, la mostra
una ricca selezio- sa nel biglietto d’ingresso al Museo. propone un percorso interattivo
ne degli spettacolari che trasforma i visitatori in giu-
modelli realizzati negli Fino al 13 ottobre 2019 dici capaci di svelare i falsi miti
anni Cinquanta del XX secolo, LEONARDO DA VINCI PARADE proposti dalle figurine. Le tante
interpretando i disegni di Leonardo. Museo Nazionale della Scienza e della indagini possibili permetteran-
Accanto ai 52 modelli storici leonar- Tecnologia “Leonardo da Vinci” no di scoprire, per esempio, se
deschi ci saranno 29 affreschi di pit- info@museoscienza.it contiene più vitamina C un’aran-
cia o un peperone, oppure che
cosa c’è dietro al trucco del letto
ROMA 1 di chiodi su cui si adagia il fachi-
LA RICOSTRUZIONE ro. Inoltre, verranno analizzati i
contenuti pubblicitari delle figu-

L a mostra, il cui titolo è un richiamo


a un film memorabile (“Il sorpas-
so”), racconta, attraverso 160 spetta-
di Gianni Beren-
go Gardin, Ful-
vio Roiter, Fede-
rine storiche di fine Ottocento, che sponsorizzava-
no prodotti farmaceutici spesso realizzati attra-
verso principi attivi tenuti segreti. In esposizione,
colari immagini d’archivio divise in 10 rico Patella- alcuni esempi di rimedi e soluzioni d’altri tempi,
sezioni, il periodo 1946-1961. In que- ni, Pepi Merisio, messi in relazione con le nozioni odierne. Si sco-
sti 15 vorticosi anni il Paese, distrutto Tazio Secchiaro- prirà anche come le virtù di estratti di carne o ama-
e stremato dalla guerra, ha dato vita a li e Italo Zannier), la mostra ricostrui- ri quali la Ferrochina o il cioccolato fossero esa-
un tumultuoso sviluppo economico e sce il ritratto collettivo dell’Italia, con gerate e mitizzate dalle figurine. Infine, si scopri-
sociale. Ecco allora scorrere davanti ai le sue speranze e le sue conquiste, ma ranno le notizie fasulle che circolavano su animali
nostri occhi la vita politica e privata, le anche con i molti problemi irrisolti, le (preistorici e non), piante e il mondo extra-terreste.
lotte del mondo del lavoro e le rivolu- ingiustizie, le disuguaglianze: spesso Un’ultima sezione racconta le meraviglie del futu-
zioni del costume, la costruzione delle effetti collaterali della corsa al pro- ro, immaginate nell’Ottocento, e mostra che cosa
autostrade e dell’immaginario di cine- gresso. Dall’8 marzo al 5 maggio 2019, è stato realizzato e cosa è ancora lontano dall’es-
ma e TV. Grazie alle fotografie, scatta- la manifestazione si sposterà a Par- sere realizzato o forse nemmeno più ipotizzabile.
te da anonimi “lavoratori dell’immagi- ma a Palazzo del Governatore.
ne” dei settimanali dell’epoca, capaci Fino al 24 febbraio 2019
però di rappresentare in modo vivace, Fino al 3 Febbraio 2019 VERO O FALSO? LE FIGURINE SOTTO LA
acuto e preciso le diverse realtà del IL SORPASSO. QUANDO L’ITALIA LENTE D’INGRANDIMENTO DELLA SCIENZA
Paese, esposte accanto alle opere di SI MISE A CORRERE, 1946-1961 Museo della Figurina
autori noti e acclamati della fotogra- Museo di Roma www.museodellafigurina.it
fia contemporanea (artisti del calibro museodiroma@comune.roma.it 059 2032919

[92] BBC HISTORY ITALIA


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LO SCAFFALE
Libri di Storia scelti per voi
VIAGGIO IN UN DISASTRO

P ier Paolo Cervone, ex giornalista de “La


Stampa” e storico di buona fama, in occa-
sione del centenario della battaglia fata-
le violenze che la popolazione civile dovet-
te subire in seguito all’invasione delle trup-
pe austroungariche.
le per l’esercito italiano, ha scritto “Ritorno Chiude il libro il racconto della visita di
a Caporetto”. Cervone alla riscoperta dei luoghi in cui si
Attraverso le biografie dei generali italiani consumò la sconfitta prima e la vittoria poi.
al comando, cominciando da Cadorna, rea- Un itinerario che tutti dovrebbero percorrere
lizzate analizzando i loro diari e la loro cor- per capire che cosa è stata veramente quella
rispondenza, racconta quanto è accaduto guerra che Benedetto XV, papa durante quei
nel fatidico periodo dal 24 ottobre 1917 al 24 drammatici eventi, definì «l’inutile strage».
ottobre 1918, data in cui finalmente la nostra
VIII Armata entrò a Vittorio Veneto. Ma Cer-
vone non racconta solo gli intrighi, le antipa- RITORNO A CAPORETTO
tie, gli ordini inevasi o le strategie più o meno di Pier Paolo Cervone
disastrose, ma pone anche l’accento sul- Mursia
180 pp. illustrate - 16 €

TRA PASSATO E PRESENTE


UNA STORIA DI SANGUE VIOLENZA
L ’ultimo libro di Paolo Mieli, giornalista, scrittore e
storico (allievo di Renzo De Felice ed ex direttore del
“Corriere della Sera”), è una sorta di manuale sull’u- N icola Gratteri, procuratore di Catanza-
ro, e Antonio Nicasio, massimo esper-
so della Storia. In un periodo nel quale il “politicamen- to della ‘ndrangheta, propongono una sto-
te corretto” porta a eliminare le statue dedicate a Cri- ria dettagliata, dal 1860 al 2018, di questa
stoforo Colombo perché “razzista” e rimette in discus- organizzazione criminale ormai globaliz-
sione gli eventi del passato, Mieli cerca di dimostra- zata. Quella che, alle origini, era una ban-
re che «non è possibile giudicare il passato con i crite- da di ladri di polli e di vacche, e si muoveva
ri del presente, così come non si può giudicare il pre- a dorso di mulo, oggi è una delle organizza-
sente con i criteri del passato». Occorre essere in gra- zioni criminali più potenti del pianeta. Con-
do di riconoscere i capovolgimen- siderata una versione “stracciona” di Cosa
ti con cui il passato ci viene spes- Nostra, grazie al singolare connubio di tra-
so presentato; in alcuni casi male dizione, adattabilità al territorio e alle pecu-
intesi per superficialità, in altri per liarità locali, forza d’urto e mediazione, logi-
motivi politici. Tra i tanti esempi STORIA SEGRETA che tribali e coinvolgimenti politico-finan-
possibili, Mieli cita De Gaulle che, DELLA ‘NDRANGHETA ziari che la caratterizza, è oggi la più ric-
per motivi politici, nella sua narra- (1860-2018) ca tra le organizzazioni criminali. Il volume
zione della liberazione della Francia di Nicola Gratteri e di Gratteri e Nicasio ricostruisce l’evoluzio-
ha completamente cancellato l’ap- Antonio Nicaso ne di questo «mostruoso animale giurassi-
porto degli Alleati (tutto merito suo). LAMPI SULLA Mondadori co che non si estingue, perché sono ancora
Attraverso l’analisi di figure come STORIA 252 pp. - 20 € in tanti a proteggerlo, a tutelarlo e a legitti-
Robespierre o Gramsci ed even- Intrecci tra passato marlo» e che, proprio grazie anche alle col-
ti come la caduta del Fascismo o la e presente pevoli omissioni e sottovalutazioni della classe dirigente e della magi-
nascita dello Stato di Israele l’au- di Paolo Mieli stratura, ha attraversato indenne due guerre mondiali, il Fascismo e la
tore, con il suo ultimo libro, propo- Rizzoli liberazione, ed è riuscito a infiltrarsi nelle maglie del potere anche oggi.
ne un viaggio rigoroso nella Storia. 352 pp. - 20 €

BBC HISTORY ITALIA [93]


GIOCHI

PASSATEMPI a cura di Alessandro Agnoli


Il vero vincitore
di un gioco non è chi
arriva primo ma chi
si diverte di più.
ALIMBERTO TORRI

CRUCIVERBA                

ORIZZONTALI: 1 Il      
“nuovo” poetare di Gui-
do Cavalcanti - 5 Dipin-      
ti... strettamente persona-
li - 13 Una virtù teologale   
- 17 Oona, l’ultima moglie
di Charlie Chaplin - 19 In       

fondo è niente - 20 Famo-      


se le sue “fughe” in musi-
ca - 21 Un sigaro cuba-     
no - 23 Cavalluccio mari-
no - 25 Lesioni provocate     
da cause violente - 28 Ha
molte facoltà - 29 Antica   

popolazione della Puglia -    


30 Scrisse All’ombra del-
le fanciulle in fiore - 31     
Vedersela è un bel guaio
- 32 Funzioni liturgiche    
- 33 Neeson, l’interprete
di Schindler’s List - 36 Il
mare di Dubrovnik - 39 Dittongo di fiaba - 40 Stato degli USA con l’eroe del romanzo Il conte di Montecristo - 16 Il padre di Asca-
capitale Nashville-Davidson - 42 Si prende chiudendo un occhio - nio - 18 È “qui” in tutta la Francia - 22 In alto e in basso - 23 Il
43 Il gemello di Giacobbe - 45 La capitale della Crimea - 47 Verso re di Libia deposto dal colpo di stato di Gheddafi - 24 Il più vici-
di animale - 49 Mister... sulla busta - 50 Il nome di tre faraoni della no al Sole è Mercurio - 25 È eccezionale se viaggia scortato - 26
XXVI dinastia - 52 Carattere di stampa ideato da Aldo Manuzio - Gara di abilità fra cowboy - 27 L’imperatore che cinse Roma di
54 Tipico bar inglese - 55 Apparecchio per la ventilazione meccani- mura - 28 Risalenti a tempi antichissimi - 31 Imbottigliano bion-
ca dei polmoni (11,11) - 58 La moneta del Perú - 59 La Radcliffe dei de spumeggianti - 33 Piccoli roditori assai prolifici delle regio-
“romanzi neri” - 60 Metallo radioattivo - 61 Si allena alla Pinetina - ni nordiche - 34 Una cantica della Divina Commedia - 35 Otte-
62 Un colpo a braccio teso del pugile - 64 Il seggio del sovrano - 65 nuto giustamente - 37 Alberi con fiori profumatissimi - 38 Atto
Magri ed emaciati - 67 Fausto cantautore - 68 Ha possenti spire - 69 di scaltrezza - 40 Strumenti a percussione - 41 Isola yemeni-
Si contano dopo le elezioni - 70 Il profeta della speranza messianica. ta dell’oceano Indiano - 43 Fanno di un re un eroe - 44 Allonta-
VERTICALI: 2 Casa sporca e squallida - 3 Introduzione di dati nano gli influssi malefici - 45 Le “teste di cuoio” inglesi (sigla) -
in un computer - 4 Ruggenti felini africani - 5 Attaccante di fascia 46 Vi nacque il brigante Fra Diavolo - 48 Mansueti, arrendevoli -
- 6 La città natale di Albert Einstein - 7 L’orecchio in medicina - 50 Figliolanza - 51 Fra cavallo e cavaliere - 53 Ha un nucleo con
8 Un angolo di Singapore - 9 Stravizi e prepotenze - 10 Grande carica positiva - 54 Città dell’India sul Gange - 56 Per la Merkel
tamburo di legno - 11 Touring Club Italiano - 12 Iodio e idrogeno è il numero uno - 57 Agnese... tradotta in spagnolo - 58 Isola di
- 13 Frivolo e superficiale - 14 Affermazione turca - 15 Edmond, Capo Verde - 63 Le prime degli ultimi - 66 Ai piedi dell’Ararat.

REBUS Frase 7,5 LA SFINGE 3. AGGIUNTA FINALE


ASTRO NASCENTE.
1.CAMBIO DI VOCALE Xxx meraviglia che è stata questa cena!
ADOLESCENTI NELLA NATURA. Quello che si dice sul suo conto è vero:
Si sono sganasciati dalle xxxx questo ristorante è il migliore di Siena
vedendo una loro amica punta da una xyxx: e lo xxxx talentuoso per davvero.
la malcapitata è stata scherzosamente
derisa ma con un’ironia affettuosa. 4. SPOSTAMENTO
AUTOSTOP.
2. SCAMBIO DI CONSONANTI Mentre andavamo verso il Regno Unito,
PROSSIMA VOLTA UN DOPPIO NODO! abbiamo dato uno strappo a una coppia
Mentre giocavo a yxzxxx compiaciuto, francese: dopo la Xxxyxx, ci hanno anche
un zxyxxx della scarpa si è sciolto: offerto un mojito, lasciando la xxxxyx al
inevitabilmente sono inciampato e caduto cameriere tailandese.
ma mi sono subito rialzato disinvolto.

[94] BBC HISTORY ITALIA


GIOCARE CON LA STORIA INTERDEFINITO
PAESI DELL’ASSE Bianchezza Un fiume Gatto
Uomini Divieti La prima
Lo sono Ce l’ha domestico
QUATTRO DI QUESTI STATI ADERIRONO preistorici assoluti
i serpenti la favola Vernice
donna
ALL’ASSE O FURONO ALLEATI DELLA
GERMANIA DURANTE LA SECONDA GUERRA L’arte
del dire
MONDIALE: QUALI?
Lo sono Ha venti
A. Bulgaria gli scooters lustri
B. Grecia
C. Polonia Tipi di
aerei
D. Romania
E. Slovacchia Ragazze
F. Svezia torinesi
Roditori
G. Turchia
Un’arma Famosa
H. Ungheria Provincia per le
piemontese porcellane

È simile Lire italia-


alla foca ne in breve
GRANDI DINASTIE
Antica Davanti
ABBINATE A CIASCUNA DI QUESTE CASATE lingua alle
Un parente seconde
NOBILIARI LA NAZIONE SULLA QUALE HA
REGNATO. La città
Dopo bis Mio a
Parigi
Nome di
eterna
Chagall Consunte
A. Aragona 1. Francia Schiavo
spartano
B. Braganza 2. Inghilterra Banca
C. Carolingi 3. Portogallo vaticana

D. Plantageneti 4. Russia Fori Principe


E. Romanov 5. Spagna sul volto di Borodin

F. Vasa 6. Svezia
Tutt’altro
che faceti

Stella
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brillan-
Descartes
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A L O T I R O M A ( /
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2 $ 7 5 6 3 , 5 (
2. Scambio di consonanti: calcio - laccio M O N E R T I % 8
3 & 2 / , , 7 $ 2
& 7 , ( $ 0 0 3 6
M E I P R O I Z 5 0 2 , ' * 5 2 / , 3
2 ( 5 ) 6 , 0 6
1. Cambio di vocale: risa - rosa T I L E E L I O
8 6 $ ( $ , 5 ( ( 0 6
6 1 ( 1 7 ( , $
Dinastie nazionali: A-5, B-3, C-1, D-2, E-4, F-6.
R N A L L E I B
La Sfinge E T O T T R A I M
) ( & 2 7 , ' 5 , $ $ $ 0 , , / 5 , 7 Paesi dell’Asse: A, D, E, H.
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SOLUZIONI

BBC HISTORY ITALIA [95]


DI
IL N U M E R O
PROSSIMAMENTE MARZO ESCE
15 FEBBRAIO
IL

Messina, 1908: il Governo fece


più danni del cataclisma
Al terremoto, il governo sabaudo reagì con lo stato
d’assedio, le fucilazioni sommarie, il tentativo di
deportare la popolazione sopravvissuta e persino con
l’idea di bombardare Messina. Per i vertici di Roma,
quell’immane sciagura era solo una scomoda “grana”.
Uno scaldalo e un orrore di dimensioni epocali.

Hitler e il sogno di una


Nuova Roma con la svastica
Per Hitler, gli antichi Romani erano ariani emigrati
dal Nord, pertanto i germanici del XX secolo erano
discendenti ed eredi della Grande Roma. Secondo
questa farneticante teoria, il dittatore tedesco e la sua
gente avevano il diritto di sottomettere gli altri popoli e L’esilio della
Berlino sarebbe diventata la Nuova Roma. riscossa
Sconfitto a Tolosa da una coalizione
La storia autentica del di Stati europei ben decisi a
“Codice Rebecca” sbarazzarsi del suo dominio,
Che cosa si nasconde dietro il romanzo di Ken Follett? Napoleone accetta con suprema
Una spia nazista durante la Seconda guerra mondiale dignità l’esilio dell’Elba: un piccolo
dall’Egitto forniva a Hitler notizie preziose sulle azioni regno che lui trasformerà nella
militari inglesi. Alex Wolff è esistito davvero, ma la sua pedana di lancio del ritorno in
avventurosa storia è meno gloriosa di quella raccontata Francia per rimettersi alla testa
in film e romanzi. della sua armata.

HANNO COLLABORATO: Riccardo Mazzoni, Elena Percivaldi, Andrea Cotticelli, Angelo Rubino, Alessandra Colla, Gianni Bragato, Claudio Vallarini,
Osvaldo Baldacci, Armando Orlando, Simone Cosimelli, Andrea Accorsi, Giuseppe Staffa; Luca Tarenzi (traduzioni).
IMMAGINI: Mondadori Portfolio/Electa/AKG Images/Album/Leemage/Excalibur Milano; IMPAGINAZIONE a cura di MMP.

REDAZIONE espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione da parte di Sprea S.p.A. Per qualsiasi fine e a
Art director: Silvia Taietti titolo gratuito, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione gratuita su qualsiasi supporto
Direttore editoriale: Mario Sprea cartaceo e non, su qualsiasi pubblicazione (anche non della Sprea S.p.A.), in qualsiasi canale di
IL MENSILE CHE VA OLTRE LA SOLITA STORIA Grafici: vendita e Paese del mondo.
Marcella Gavinelli, Alessandro Bisquola, Nicolò Digiuni, Tamara Bombelli, Luca Patrian ll materiale inviato alla redazione non potrà essere restituito.
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I GESUITI, MISSIONARI E GUERRIERI IN SUDAMERICA Tra BEATRICE ORSINI NEMICA DEL REGNO D’ITALIA Fu tra i
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che i giapponesi fossero un popolo ancestrale, arretrato, favori e cortesie, firmavano accordi in settori chiave come
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