La chimica è principalmente una scienza sperimentale. Questo capitolo presenta una selezione di
esperimenti di laboratorio, che comprendono sia le classiche titolazioni volumetriche sia le determi-
nazioni gravimetriche, nonché metodi strumentali quali la cromatografia e la spettroscopia. Per ogni
esperimento sono fornite indicazioni dettagliate per poterlo riprodurre in laboratorio.
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Q uesto capitolo contiene indicazioni dettagliate per eseguire analisi chimiche di vario
tipo. I metodi sono stati scelti per introdurre il lettore a tecniche analitiche largamen-
te impiegate dai chimici. Per la maggior parte di queste analisi, la composizione dei cam-
pioni è nota all’istruttore. In questo modo il lettore potrà valutare il suo livello di padronan-
za della tecnica specifica.
Le possibilità di successo in laboratorio aumenteranno notevolmente se, prima di iniziare
ogni analisi, si spenderà del tempo per studiare accuratamente e capire ogni stadio del me-
todo e per sviluppare un piano di esecuzione di ogni stadio. Per una migliore efficienza, que-
sto studio e pianificazione dovrebbero aver luogo prima di entrare in laboratorio.
0,4-0,6 g purché il loro peso sia noto al decimo di milligrammo. Il numero di cifre
significative nello specificare un volume o un peso è anche una guida alla cura che
dovrebbe essere messa nel fare una misura. Per esempio l'affermazione “aggiungere
10,00 mL di soluzione nel beaker” indica che il volume andrebbe misurato accurata-
mente con una buretta o una pipetta per limitare l'incertezza a circa 60,02 mL. In-
vece, se l’indicazione è “aggiungere 10 mL” la misura può essere fatta con un cilin-
dro graduato.
Reagenti
Le indicazioni per la preparazione di reagenti accompagnano molte Procedure. Pri-
ma di preparare i reagenti è consigliabile controllare se ce ne sono di già pronti e di-
sponibili all’uso.
Se si sa che un reagente è pericoloso occorre pianificare prima di entrare in labo-
ratorio gli accorgimenti da prendere per minimizzare rischi o danni. Inoltre ci si de-
ve informare sulle norme vigenti nel proprio laboratorio per l’eliminazione dei rifiu-
ti solidi e liquidi. Queste regole variano da paese a paese o anche fra laboratori del-
la stessa struttura.
Acqua
Alcuni laboratori per purificare l’acqua utilizzano deionizzatori, altri dei distillatori.
I termini “acqua distillata” e “acqua deionizzata” sono usati in maniera intercambia-
bile nelle indicazioni che seguono. Entrambi i tipi sono adatti per lavori analitici de-
scritti nel capitolo.
L’acqua di rubinetto dovrebbe essere usata solo per la preliminare pulizia della ve-
treria. L’apparecchiatura pulita deve poi essere risciacquata con almeno tre piccole
aliquote di acqua distillata o deionizzata.
la volta e verrà calcolata la massa individuale di ogni moneta per differenza. La cop-
pia di masse determinate per una specifica moneta con i due metodi deve coincide-
re con uno scarto di pochi decimi di milligrammo. Su questi dati si dovranno deter-
minare la media, la mediana, la deviazione standard relativa ed assoluta delle masse
delle monete.
A seguire, si determinerà il peso incognito di un cilindro in alluminio e se ne ri-
porterà il valore.
PROCEDURA
1. Dopo avere appreso l’uso corretto della bilancia e avere fatto pratica nel suo uti-
lizzo, procurarsi una serie di monete, un cilindro di alluminio di peso incognito e
una coppia di pinzette.
2. Non maneggiare le monete o il cilindro con le dita, usare sempre le pinzette.
Se si utilizza una bilancia meccanica, assicurarsi che essa si trovi nella posizione
“spenta” (off ) o di “arresto completo” ogni volta che si effettua l’aggiunta o la
rimozione di un oggetto dal piatto di una bilancia.
3. Prima di iniziare a determinare i pesi, azzerare con attenzione la bilancia analiti-
ca. Selezionare cinque monete a caso dal contenitore e pesare ogni moneta sulla
bilancia. Annotare i dati sul proprio quaderno di laboratorio. Mantenere traccia
dell’identità di ogni singola moneta posizionando ciascuna su un pezzo di carta
provvisto di opportuna etichetta.
4. Controllare che il display della bilancia segni lo zero, posizionare le cinque mone-
te sul piatto della bilancia, determinare la loro massa totale e registrarla.
5. Rimuovere una delle monete dal piatto della bilancia, ricavare la massa delle
quattro rimaste ed annotarla.
6. Ripetere questo processo, togliendo una moneta alla volta. Ottenere i singoli pesi
per sottrazione. Questo processo è noto come pesata per differenza, ed è un me-
todo molto utilizzato nel laboratorio analitico per determinare i pesi.
7. Infine, controllare nuovamente che la bilancia sia azzerata e determinare la massa
incognita del cilindro di alluminio.
38A-2 Trasferimenti quantitativi
Discussione
L’esperimento descritto di seguito è stato ideato per fare acquisire competenza nel
corretto uso del matraccio.
PROCEDURA
38A-3 Dispensare un’aliquota
Discussione
Ogni volta che una buretta o una pipetta viene utilizzata per fornire una determina-
ta quantità di soluzione, il liquido in essa contenuto prima della misura deve avere la
stessa composizione della soluzione che verrà erogata. Le operazioni descritte di se-
guito sono rivolte ad illustrare come pulire e riempire una pipetta e come dispensare
un’aliquota di una soluzione.
PROCEDURA
PROCEDURA
1. Pulire una pipetta da 10 mL. Quando una pipetta, una buretta, o altro pezzo di
vetreria è pulito correttamente, non rimangono gocce di reagente sulle superfici
interne quando esso è vuoto. Questo aspetto è molto importante per ottenere ri-
sultati accurati e riproducibili. Se un reagente aderisce all’interno di una pipet-
ta, l’operatore non è in grado di dispensare il volume nominale della pipetta stes-
sa. Se si pulisce una pipetta o qualsiasi altro pezzo di vetreria con KOH alcolica, è
preferibile utilizzare il flacone di soluzione detergente solo dentro il lavandino ed
è necessario risciacquare accuratamente la vetreria prima di rimetterla sullo scaf-
fale. Non poggiare la bottiglia di soluzione detergente direttamente sullo scaffa-
le del bancone, ne può rovinare la superficie. La soluzione è molto corrosiva. Se si
percepiscono le dita scivolose dopo l’uso di tale soluzione, o se si avverte prurito
in qualche parte del corpo, lavare accuratamente con acqua la zona.
2. Procurarsi un propipetta, una beuta da 50 mL col tappo asciutto, un beaker da
400 mL di acqua distillata a temperatura ambiente, e un termometro.
3. Determinare la massa della beuta e del tappo, registrarle con un’approssimazio-
ne al decimo di mg. Non toccare la beuta con le dita dopo l’operazione di pesata.
Usare le pinze o una striscia di carta cerata per manipolarla.
4. Misurare e registrare la temperatura dell’acqua.
5. Pipettare 10,00 mL di acqua distillata nella beuta usando la tecnica descritta a
pagina 41. Tappare la beuta, determinare la massa della beuta e dell’acqua che es-
sa contiene e registrare la massa.
6. Nello stesso modo, aggiungere una seconda pipettata di acqua nella beuta; ri-
muovere il tappo appena prima dell’aggiunta. Chiudere con il tappo e ancora una
volta determinare e registrare la massa della beuta e dell’acqua. Ad ogni prova,
determinare la massa di acqua aggiunta alla beuta con la pipetta.
7. Ripetere questo processo fino a determinare quattro masse di acqua consecutive
che coincidono in un intervallo di 0,02 g. Se le determinazioni della massa di ac-
qua erogate dalla pipetta non si trovano in quest’intervallo, significa che la tec-
nica di dispensazione di un volume noto tramite pipetta non è corretta. Consul-
tare l’ istruttore per avere assistenza nel trovare la fonte di errore, quindi ripetere
l’esperimento fino a quando non si è in grado di effettuare quattro misure conse-
cutive di volumi di acqua nell’intervallo di precisione sopra indicato.
8. Correggere la massa tenendo conto della spinta idrostatica dell’aria come descrit-
to a pagina 24, e calcolare il volume erogato dalla pipetta esprimendolo in milli-
litri.
38A Un esperimento introduttivo 991
PROCEDURA
Charles D. Winters
3. Annotare il numero e la lettura di ogni sezione di buretta sul modulo fornito
dall’istruttore. Utilizzare una scheda di lettura per buretta per effettuare letture
con un’approssimazione al centesimo di mL.
4. Controllare le letture confrontandole con i valori noti forniti dall’istruttore. Una sezione di buretta è costruita
usando una buretta rotta. La buretta
rotta viene accuratamente pulita
38A-6 Lettura di una buretta e tagliata a pezzi di circa 10 cm di
lunghezza. L’estremità superiore in
Discussione vetro di ogni sezione viene sigillata e
L’esercizio seguente illustra il modo corretto di utilizzare una buretta. la porzione inferiore viene sagomata
a caldo formando una punta. Questa
punta viene poi tagliata in modo
PROCEDURA da lasciare una apertura di circa 1
mm e la sezione viene riempita a
1. Montare una buretta sull’apposito supporto e riempirla con acqua distillata. metà con acqua distillata, usando
una siringa ipodermica munita di
2. Attendere almeno 30 secondi prima di effettuare la lettura iniziale. Utilizzare una un ago. La punta viene sigillata per
scheda di lettura per la buretta per effettuare le letture. Una scheda di lettura per riscaldamento del vetro. Le sezioni
la buretta può essere facilmente costruita applicando una striscia di nastro isolan- vengono raccolte in un porta-provette
te nero ad una scheda di circa 4,5 3 7,5 cm. Non azzerare il volume della solu- posizionate a testa in giù. Ogni
zione in una buretta esattamente a 0,00 mL. Tentare di farlo introduce pregiudi- sezione di buretta è contrassegnata da
un numero identificativo.
zi nel processo di misurazione e comporta una inutile perdita di tempo.
3. Lasciare scorrere circa 5 mL di liquido in una beuta da 250 mL. Attendere alme-
no 30 secondi ed effettuare la “lettura finale”. La quantità di soluzione nella beu-
ta è pari alla differenza tra la lettura finale e la lettura iniziale. Annotare la lettura
finale nel quaderno di laboratorio, chiedere poi al proprio istruttore di effettuare
la lettura finale. Confrontare le due letture. Essi dovrebbero concordare entro un
intervallo di 0,01 mL. Da notare che la cifra finale nella lettura della buretta è la
stima della distanza tra due consecutive tacche da 0,1 mL della buretta che l’ope-
ratore stabilisce soggettivamente.
4. Riempire nuovamente la buretta ed effettuare un nuovo azzeramento. Fare scen-
dere 30 gocce nella beuta e determinare la lettura finale. Calcolare quindi il
volume medio di una goccia; ripetere l’operazione utilizzando 40 gocce, calcolare
ancora il volume medio di una goccia. Registrare questi risultati e confrontarli.
5. Infine, acquisire pratica nel fare scendere mezza goccia dalla buretta. Calcolare il
volume medio delle diverse mezze gocce, e confrontare i risultati con quelli che
si sono ottenuti facendo scendere gocce intere. Durante le titolazioni infatti, si
deve essere in grado di determinare il punto finale aggiungendo mezza goccia di
soluzione titolante, per stimare un valore corretto con buona precisione.
992 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
38A-7 Campionamento1
Discussione
Nella maggior parte dei metodi analitici, viene analizzata solo una piccola parte
dell’intera popolazione. Si presume quindi che i risultati relativi alla determinazio-
ne di un analita in un campione di laboratorio siano simili alla concentrazione di
quell’analita in tutti i campioni di quel tipo. Conseguentemente, un campione di la-
boratorio prelevato da un certo insieme deve essere rappresentativo per tutti gli og-
getti che costituiscono quell’insieme.
In questo esperimento verrà messo in evidenza come le dimensioni del campio-
ne influenzino l’incertezza associata alla fase di campionamento. In generale, la di-
mensione del campione richiesto deve aumentare all’aumentare dell’eterogeneità del
campione, al diminuire della frazione di analita nel campione o al diminuire dell’in-
certezza voluta nella misura. Il modello di sistema utilizzato in questo esperimento
consiste in un insieme di palline di plastica che sono identiche per dimensione, for-
ma e densità, ma che sono di colore diverso. Se p rappresenta la frazione di particel-
le dell’analita (palline di colore A), allora 1 2 p è la frazione del secondo tipo di par-
ticelle (palline di colore B). Se un campione di n particelle è tolto dalla popolazione,
"np(1
allora il numero di particelle dell’analita nel campione dovrà essere np. Può essere di-
PROCEDURA
CALCOLI
1
J. E. Vitt and R. C. Engstrom, J. Chem. Educ., 1999, 76, 99, DOI: 10.1021/ed076p99.
38A Un esperimento introduttivo 993
3. Confrontare i dati ottenuti del proprio gruppo con il risultato teorico. La devia-
zione standard relativa diminuisce all’aumentare delle dimensioni del beaker di
campionamento, come previsto dalla teoria del campionamento?
4. Utilizzare l’equazione della deviazione standard relativa per trovare il numero di
palline che avrebbe dovuto essere campionato per ottenere una deviazione stan-
dard relativa di 0,002.
5. Suggerire due ragioni per cui questa teoria potrebbe non essere sufficiente per de-
scrivere il campionamento di molti materiali utilizzati nelle analisi chimiche.
Nota
Nel sistema di analisi ad iniezione in flusso la glicerina è usata come tensioattivo.
2
R. D. Guy, L. Ramaley, and P. D. Wentzell, J. Chem. Educ., 1998, 75, 1028, DOI: 10.1021/ed075p1028.
994 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
Gli studenti devono lavorare in coppia nel corso di questo esperimento. Lo studen-
te 1 preparerà la miscela solida incognita (Nota 1) secondo la seguente procedura.
Mescolare e macinare il campione con un mortaio ed un pestello per almeno 10 mi-
nuti. Dopo la miscelazione e la macinazione, trasferire la miscela su un foglio di car-
ta bianca dandole la forma di una torta. Utilizzando una spatola, dividere la torta in
sei spicchi uguali. Da ogni fetta, rimuovere una parte, che sia corrispondente a cir-
ca 0,10 g e determinare con precisione la sua massa. Trasferire ciascuna aliquota in
un matraccio da 10 mL e diluire con acqua distillata. Riportare nuovamente la rima-
nente miscela nel mortaio e mescolarla per un breve tempo. Trasferirla su un foglio
di carta bianca e formare una nuova torta. Dividere la torta in sei spicchi, poi rimuo-
vere una porzione corrispondente a circa 0,25 g e pesarla accuratamente. Ripetere
questa stessa operazione anche sugli altri cinque spicchi. Trasferire le aliquote in ma-
tracci da 25 mL e portare a volume con acqua distillata. Ripetere la procedura prele-
vando masse nominali di 0,50 g, diluendole a 50 mL, di 1,0 g, diluendole a 100 mL,
e di 2,50 g, diluendole a 250 mL. Al termine di questa fase, lo studente 1 avrà cin-
que gruppi di soluzioni, ciascun gruppo sarà composto da sei soluzioni. Ogni grup-
po di soluzioni dovrebbe avere la stessa concentrazione nominale, ma differenti mas-
se di miscela incognita.
Mentre lo studente 1 prepara i campioni sopra descritti, lo studente 2 dovreb-
be costruire una curva di calibrazione utilizzando le soluzioni standard di fosfato. Lo
studente 2 deve pertanto utilizzare il sistema di analisi ad iniezione in flusso, come
illustrato nella Figura 38-1. Il prodotto viene rilevato dopo reazione a 650 nm con
una cella di rilevamento a flusso continuo. Iniettare ogni standard di fosfato tre vol-
te e misurare il picco di assorbanza di ognuno. Determinare il valore medio del picco
di assorbanza per ogni standard rispetto alla concentrazione. Nel frattempo, lo stu-
dente 1 dovrebbe avere preparato i campioni incogniti.
A questo punto iniettare i campioni incogniti in triplicato. Ogni gruppo richiede-
rà 18 iniezioni. Infine, nel caso dell’ultima soluzione dell’ultimo set, effettuare 10 re-
plicati per ottenere una buona stima della varianza della misurazione finale, s2f.
Molibdato 0,5
Valvola di iniezione Detector
Acido ascorbico 0,5
Figura 38-1 Schema operativo 50 cm 50 cm
di analisi ad iniezione in flusso per
la determinazione del fosfato. Campione
Le velocità di flusso sono espresse fosfato
50 L
in mL/min. Capillari in Tygon da
0,8 mm (diametro interno). Eluati da smaltire
Pompa peristaltica
38A Un esperimento introduttivo 995
Massa nominale, g Campione n. Massa reale, g Volume soluzione, mL Picco assorbanza Concentraz. %KH2PO4
Å (m )2
2sm2 s2V
sp 5 media % KH2PO4 3 1
(V )2
—
dove m è la massa media e V è il volume. Vi è un fattore 2 davanti alla varianza della
massa perché per determinare la massa vengono effettuate due misure: la tara e la mi-
surazione vera e propria. Le deviazioni standard della massa e del volume possono es-
sere tabulate come mostrato in Tabella 38-1.
Figura 38-3 Foglio di calcolo per la scomposizione delle varianze e calcolo della costante
di campionamento.
996 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
TABELLA 38-1
Deviazioni standard della massa e del volume
Massa nominale, g Volume della soluzione, mL Smassa, g Svol, mL
0,10 10 0,0001 0,02
0,25 25 0,0001 0,03
0,50 50 0,0001 0,05
1,00 100 0,001 0,08
2,50 250 0,001 0,12
PROCEDURA
Pulire tre crogiuoli filtranti di vetro sinterizzato di media porosità o di porcellana la-
sciando circa 5 mL di HNO3 concentrato in ciascuno per circa 5 min. Usare una
❮ ATTENZIONE: l’acido nitrico
concentrato è corrosivo. Se si
viene a contatto con esso lavare
pompa da vuoto (Figura 2-16) per far passare l’acido attraverso il crogiuolo. Risciac- abbondantemente la pelle con
quare ciascun crogiuolo con tre parti di acqua di rubinetto e poi interrompere l’aspi- acqua.
razione. Successivamente aggiungere circa 5 mL di NH3 6 M e aspettare per circa
5 min prima di riprendere l’aspirazione. Infine sciacquare ogni crogiuolo sei otto
volte con acqua distillata o deionizzata. Marcare ciascun crogiuolo con un segno di
identificazione. Asciugare i crogiuoli a massa costante riscaldando a 110°C mentre si
portano a termine gli altri stadi dell’analisi. La prima essiccazione dovrebbe durare
❮ Assicuratevi che i vostri beaker
ed i vostri crogiuoli siano
etichettati.
almeno 1 h; i successivi periodi possono essere un po’ più brevi (da 30 a 40 min). Il
processo di riscaldamento ed essiccazione dovrebbe essere ripetuto fino a quando la
massa resta costante nei limiti di 0,2-0,3 mg
Trasferire il campione incognito in un pesafiltri ed essiccarlo a 110°C (Figura 2-9)
da una a due ore; lasciare il pesafiltri e il contenuto a raffreddare a temperatura am-
biente in un essiccatore. Pesare per differenza (al decimo di mg) i singoli campioni in
beaker da 400 mL (Nota 1). Sciogliere ciascun campione in circa 100 mL di acqua
distillata a cui siano stati aggiunti da 2 a 3 mL di HNO3 6 M.
Aggiungere lentamente e sotto agitazione a ciascuna delle soluzioni del campio- Far digerire il precipitato significa trat-
ne freddo, AgNO3 0,2 M fino a che non si osserva la coaugulazione di AgCl (Note tarlo a caldo in assenza di agitazione
2 e 3); poi aggiungerne ancora da 3 a 5 mL. Riscaldare quasi all’ebollizione e lascia- nella soluzione madre, ad es., la solu-
zione da cui si è formato.
re digerire il precipitato per circa 10 min. Aggiungere alcune gocce di AgNO3 per es-
sere sicuri che la precipitazione sia completa. Se si forma altro precipitato, aggiunge-
re circa 3 mL di AgNO3, lasciare digerire, e verificare nuovamente che la precipita-
zione sia completa. Versare tutto l’AgNO3 non utilizzato in un contenitore di rifiuti
(non nel contenitore originale del reagente). Coprire ciascun beaker e metterlo in un
luogo oscuro per almeno 2 h, preferibilmente fino al successivo turno di laboratorio.
3
’argento può essere recuperato dal cloruro d’argento e dal reagente in eccesso per riduzione con acido ascor-
L
bico; si veda J. W. Hill e L. Bellows, J. Chem. Educ., 1986, 63(4), 357, DOI: 10.1021/ed063p357; per il
recupero (come AgNO3) basato sullo scambio ionico si veda anche J. P. Rawat e S. Iqbal M. Kamoonpuri,
J. Chem. Educ., 1986, 63(4), 537, DOI: 10.1021/ed063p537. Si veda D. D. Perrin, W. L. F. Armarego, e
D. R. Perrin, Chem. Int., 1987, 9(1), 3 per i potenziali rischi nel recupero del nitrato d’argento.
998 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
Leggere le istruzioni per la filtrazione nella Sezione 2-F. Versare i liquidi surnatan-
ti attraverso crogiuoli da filtro pesati. Lavare i precipitati parecchie volte (mentre so-
no ancora nei beaker) con una soluzione contenente 2-5 mL di HNO3 6 M per li-
tro di acqua distillata; filtrare anche queste acque di lavaggio. Trasferire quantitativa-
mente l’AgCl dai beaker ai singoli crogiuoli aiutandosi con sottili rivoli di soluzio-
ni di lavaggio; usare una spatolina per rimuovere tutte le particelle aderenti alle pa-
reti dei beaker. Continuare il lavaggio fino a che i filtrati siano completamente libe-
ri da ioni Ag1 (Nota 4).
Essiccare il precipitato a 110°C per almeno 1 h. Conservare i crogiuoli in essicca-
tore durante il raffreddamento. Determinare la massa dei crogiuoli e del loro conte-
nuto. Ripetere il ciclo di riscaldamento, raffreddamento e pesata fino a quando due
pesate consecutive differiscano meno di 0,2 mg. Calcolare la percentuale di Cl– nel
campione.
Quando l’analisi è completata, rimuovere i precipitati picchiettando leggermente
i crogiuoli su un pezzo di carta non assorbente. Trasferire l’AgCl raccolto in un con-
tenitore per rifiuti di argento. Rimuovere le ultime tracce di AgCl lasciando per un
po’ di tempo i crogiuoli pieni di una soluzione di NH3 6 M.
Note
1. Consultare l’istruttore circa la giusta quantità di campione.
2. Determinare la quantità approssimata di AgNO3 necessaria, calcolando il volume
che sarebbe necessario se il campione incognito fosse NaCl puro.
3. Utilizzare una bacchetta diversa per agitare ciascun campione e lasciarla nel bea-
ker corrispondente durante la determinazione.
4. Per controllare la presenza di Ag1, nelle acque di lavaggio trasferirne un volume
piccolo in una provetta e aggiungere alcune gocce di HCl diluito. Il lavaggio si ri-
tiene completo quando si osserva poca o nessuna opalescenza.
PROCEDURA
Note
1. È spesso una operazione lunga e difficile ridisciogliere i componenti solubili del
residuo dopo che un campione è stato evaporato a secchezza.
2. Lo stadio della filtrazione può essere abbastanza lungo ed una volta iniziato non
può essere interrotto.
3. Se il campione incognito deve essere analizzato elettroliticamente per determi-
narne il contenuto di piombo e rame (Sezione 38K-1), raccogliere i filtrati in un
beaker abbastanza alto. Il volume finale dovrebbe essere di circa 125 mL: se ne-
cessario, evaporare fino a quel volume. Se l’analisi è soltanto per lo stagno, il vo-
lume dei lavaggi non è importante.
4. La parziale riduzione di SnO2 può far apparire grigio il precipitato sottoposto a
combustione. In questo caso aggiungere qualche goccia di acido nitrico, evapo-
rare con cautela e continuare l’arroventamento.
PROCEDURA
Pulire ed etichettare tre crogiuoli filtranti di vetro sinterizzato di media porosità (No-
ta 1); portarli a massa costante essiccandoli a 110°C per almeno 1 h.
Pesare (al decimo di mg) campioni contenenti 30-35 mg di nichel in beaker da
400 mL (Nota 2). Sciogliere ciascun campione in circa 50 mL di HCl 6 M riscaldan-
do leggermente (sotto cappa). Aggiungere lentamente 15 mL di HNO3 6 M, e por-
tare all’ebollizione per eliminare gli ossidi di azoto che si possono essere formati. Suc-
cessivamente diluire a circa 200 mL e portare all’ebollizione. Introdurre circa 30 mL
di acido tartarico al 15% e NH3 NH3(aq) sufficientemente concentrata da produr-
re un percettibile odore di NH3 nei vapori della soluzione (Nota 3); aggiungere suc-
cessivamente altri 1-2 mL di NH3(aq). Se le soluzioni a questo punto non sono lim-
pide procedere come indicato nella Nota 4. Acidificare le soluzioni con HCl (nessun
odore di NH3), riscaldare a 60-80°C e aggiungere circa 20 mL della soluzione all’1%
di dimetilgliossima. Aggiungere NH3 6 M agitando vigorosamente fino a un leggero
eccesso (leggero odore di NH3) più altri 1-2 mL. Lasciare digerire i precipitati 30-60
min, raffreddare per almeno 1 h e filtrare.
Lavare i precipitati con acqua fino a che le acque di lavaggio siano prive di Cl–
(Nota 5). Portare i crogiuoli e i loro contenuti a massa costante riscaldando a 110°C.
Riportare la percentuale di nichel presente nel campione. Il precipitato secco ha la
seguente composizione Ni(C4H7O2N2), (288,92 g/mol).
Note
1. In questa determinazione i crogiuoli filtranti di porcellana di media porosità o i
crogiuoli di Gooch con l’interno di vetro possono essere sostituiti con i crogiuoli
di vetro sinterizzato.
2. Utilizzare una bacchetta di agitazione per ciascun campione e lasciarla nel beaker
per tutta la determinazione.
3. La presenza o l’assenza di un eccesso di NH3 può essere facilmente stabilita
dall’odore; portare i vapori al naso agitando la mano.
4. Se Fe2O3 ? xH2O si forma per aggiunta di NH3, acidificare la soluzione con
HCl, aggiungere ulteriore acido tartarico e neutralizzare nuovamente. In alter-
nativa rimuovere il solido per filtrazione. È richiesto un lavaggio perfetto con
una soluzione calda di NH3/NH4Cl; le acque di lavaggio sono poi mescolate
con la soluzione contenente il campione.
5. Per controllare la presenza di Cl– nelle acque di lavaggio, trasferire un volume
piccolo in una provetta, acidificare con HNO3 e aggiungere una o due gocce di
AgNO3 0,1 M. Il lavaggio si ritiene completo quando si osserva poca o nessuna
torbidità.
PROCEDURA
4
’acqua che si deve usare per le titolazioni di neutralizzazione può essere controllata aggiungendo
L
5 gocce di fenolftaleina a 500 mL. Una quantità di OH– 0,1 M minore di 0,2-0,3 mL dovrebbe
essere sufficiente a produrre una prima leggera colorazione rosa dell’indicatore. Se è necessario un
volume maggiore, l’acqua dovrebbe essere bollita e raffreddata prima di essere usata per preparare le
soluzioni standard o per sciogliere il campione.
5
Si veda, per esempio, J. A. Dean, Analytical Chemistry Handbook, New York: McGraw-Hill, 1995,
pp. 3.31–3.33.
1002 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
Nota
Se si devono preparare soluzioni molto diluite (,0,05 M) è consigliabile eliminare la
CO2 dall’acqua mediante un’ebollizione preliminare.
Tappo di gomma
a due fori
Ovatta
Materiale
assorbente CO2
Ovatta
Tappo a
innesto
Bottiglia rivestita di
plastica o paraffina Morsetto
6
homas Scientific, Swedesboro, NJ. L’Ascarite II è costituita da sodio idrossido depositato su una
T
struttura di silicato non fibroso.
38C Titolazioni di neutralizzazione 1003
PROCEDURA
Note
1. Una soluzione di base da usare entro due settimane può essere conservata in una
bottiglia di polietilene ermeticamente chiusa. Dopo ogni prelievo di base schiac-
ciare la bottiglia mentre si stringe il tappo per minimizzare lo spazio di aria sul re-
agente. La bottiglia diventerà fragile dopo un uso prolungato come contenitore
per basi.
2. Assicurarsi che dell’eventuale Na2CO3 solido non sia depositato sul fondo del
contenitore nella NaOH al 50% e che il liquido decantato sia assolutamente lim-
pido. Se necessario, filtrare la base attraverso una garza di vetro in un filtro di Go-
och; raccogliere il filtrato limpido in una provetta collegata al filtro.
PROCEDURA
Le indicazioni per preparare la buretta sono esposte nelle Sezioni 2G-4 e 2G-6; con-
sultare queste istruzioni se necessario. Coprire con una provetta o un piccolo beaker
la parte superiore della buretta che contiene la soluzione di NaOH per minimizzar-
ne il contatto con l’atmosfera.
Prendere nota dei volumi iniziali di acido e di base nelle burette al centesimo
di mL (non tentate di aggiustare la lettura iniziale a zero). Porre 35-40 mL di acido
in una beuta da 250 mL. Toccare con la punta della buretta la parete interna
della beuta e sciacquare con una piccola quantità di acqua distillata. Aggiungere
1004 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
Note
1. Il rapporto volumetrico può anche essere determinato utilizzando un indicato-
re che abbia un intervallo di viraggio acido, come il verde di bromocresolo. Se
l’NaOH è contaminata con carbonato, il rapporto ottenuto con questo indicato-
re sarà molto diverso rispetto a quello ottenuto con la fenolftaleina. In generale il
rapporto acido/base dovrebbe essere valutato con lo stesso indicatore che si userà
nella successiva titolazione.
2. Le frazioni di gocce che si possono formare sulla punta della buretta vanno messe
in contatto con la parete della beuta e poi portate in soluzione con piccole quan-
tità di acqua, mediante una spruzzetta.
3. Il punto di viraggio della fenolftaleina è meno evidente se è stata adsorbita della
CO2 dall’atmosfera.
PROCEDURA
Essiccare una quantità di standard primario di Na2CO3 per circa 2 h a 110°C (Figura
2-9) e far raffreddare in un essiccatore. Pesare dei campioni da 0,2-0,25 g (al decimo
di mg) in beute da 250 mL e sciogliere ciascuno in circa 50 mL di acqua distillata.
Introdurre 3 gocce di verde di bromocresolo e titolare con HCl fino a quando la
soluzione inizia a virare dal blu al verde. Bollire la soluzione per 2-3 min, lasciarla
raffreddare a temperatura ambiente (Nota 1) e completare la titolazione (Nota 2).
Determinare la correzione per l’indicatore titolando approssimativamente 100
mL di NaCl 0,05 M e tre gocce di indicatore. Bollire per breve tempo, raffreddare e
completare la titolazione. Sottrarre il volume necessario per la titolazione del bianco
dal volume della titolazione. Calcolare la concentrazione della soluzione di HCl.
Note
1. L’indicatore dovrebbe virare dal verde al blu durante l’allontanamento della CO2
per riscaldamento. Se non si osserva alcuna variazione di colore significa che l’aci-
do aggiunto inizialmente era in eccesso. Questo eccesso può essere retrotitolato
con della base, purché sia noto il rapporto di combinazione acido/base; altrimen-
ti il campione deve essere scartato.
2. È possibile retrotitolare con la base per stabilire con maggiore certezza il punto di
viraggio.
PROCEDURA
Nota
È possibile retrotitolare con acido per stabilire con maggiore precisione il punto di vi-
raggio. Prendere nota del volume usato nella retrotitolazione. Usare il rapporto aci-
do/base per calcolare il volume esatto di base usata nella standardizzazione.
PROCEDURA
PROCEDURA
Note
1. L’acidità dell’aceto imbottigliato tende a diminuire se esposto all’aria. Si racco-
manda che il campione incognito sia conservato in contenitori con tappi a tenu-
ta.
2. La quantità di indicatore usato dovrebbe essere aumentata fino a rendere eviden-
te il viraggio in campioni colorati.
3. L’acido tartarico ha due idrogeni acidi che sono entrambi titolati al punto di vi-
raggio della fenolftaleina.
PROCEDURA
7
S i veda Official Methods of Analysis, online ed., Washington, DC: Association of Official
Analytical Chemists, http://www.eoma.aoac.org/.
38C Titolazioni di neutralizzazione 1007
NaOH concentrato
Generatore
di vapore
Trappola
antispruzzo
Matraccio
Kjeldahl
Matraccio
Beuta Beuta Kjeldahl
di raccolta di raccolta
(a) (b)
Lo ione diidrogeno borato prodotto è una base abbastanza forte che può essere tito-
lata con una soluzione standard di acido cloridrico.
PROCEDURA
Preparazione dei campioni
Consultarsi con l’istruttore per la quantità di campione. Se il campione incognito è sotto
forma di polvere (come la carne rossa), pesare i campioni su della carta da filtro da 9 cm
(Nota 1). Piegare la carta intorno al campione e farla cadere nel matraccio di Kjeldahl
(la carta impedisce al campione di attaccarsi al collo del matraccio). Se il campione inco-
gnito non è una polvere (come i cereali per la colazione o la pasta), i campioni sono pesa-
ti per differenza direttamente nei matracci di Kjeldahl.
Aggiungere 25 mL di H2SO4 concentrato, 10 g di K2SO4 in polvere e il catalizza-
tore (Nota 2) in ciascun matraccio.
Digestione
Fissare i matracci in posizione inclinata sotto cappa o in un sistema di digestione ven-
tilata. Riscaldare cautamente fino all’ebollizione. Interrompere il riscaldamento rapi-
damente se si forma troppa schiuma; evitare che la schiuma raggiunga il collo del ma-
traccio. Quando è cessata la formazione di schiuma e l’acido sta bollendo energica-
mente, il campione può essere lasciato senza sorveglianza; preparare l’apparecchiatura
per la distillazione in questo lasso di tempo. Continuare la digestione fino a che la so-
luzione diventa incolore o leggermente gialla; per alcuni campioni possono essere ne-
cessarie 2-3 h. Se necessario, rimpiazzare con cautela l’acido perso per evaporazione.
Quando la digestione è completata, interrompere il riscaldamento e lasciar raf-
freddare il matraccio a temperatura ambiente; agitare energicamente per rotazione
il matraccio se il contenuto mostra segni di solidificazione. Aggiungere con caute-
la 250 mL di acqua in ciascun matraccio e lasciar raffreddare nuovamente a tempe-
ratura ambiente.
Distillazione dell’ammoniaca
Predisporre un’apparecchiatura per la distillazione simile a quella mostrata in Figura 38-
5. Pipettare 50 mL di soluzione standard di HCl 0,1 M nella beuta di raccolta (Nota
3). Fissare il matraccio in modo che la punta dell’adattatore sia immersa al di sotto della
superficie dell’acido standard. Far circolare acqua attraverso la camicia del refrigerante.
Inclinare il matraccio di Kjeldahl e introdurre lentamente circa 60 mL di solu-
zione di NaOH al 50% (p/v), cercando di minimizzare il mescolamento fra le solu-
zioni. La soluzione caustica concentrata è estremamente corrosiva e dovrebbe essere ma-
neggiata con grande attenzione (Nota 4). Aggiungere parecchi pezzi di zinco granula-
re (Nota 5) e un pezzettino di cartina al tornasole. Collegare immediatamente il ma-
traccio di Kjeldahl alla trappola antispruzzo. Mescolare con cautela il contenuto per
agitazione. La carta al tornasole dovrebbe essere blu a mescolamento completo, indi-
cando che la soluzione è basica.
Portare la soluzione all’ebollizione e distillare a velocità costante fino a far rimanere
un terzo o la metà del volume originario. Controllare la velocità di riscaldamento per
evitare che il liquido nella beuta di raccolta sia risucchiato nel matraccio di Kjeldahl.
Quando la distillazione si ritiene completa, abbassare la beuta di raccolta per
allontanare completamente l’adattatore dal liquido. Interrompere il riscaldamento,
disconnettere l’apparecchiatura e sciacquare l’interno del refrigeratore con un po’
d’acqua distillata, raccogliendo le acque di lavaggio nella beuta di raccolta. Aggiungere
2 gocce di verde di bromocresolo nella beuta di raccolta e titolare l’HCl residuo con
la soluzione standard di NaOH 0,1 M fino al viraggio del colore dell’indicatore.
Riportare la percentuale di azoto e quella di proteina (Nota 6) del campione in-
cognito.
Note
1. Se si usa carta da filtro per pesare il campione, usarne un pezzo simile durante l’ana-
lisi come bianco. La carta da filtro è frequentemente contaminata con ioni am-
monio in quantità non trascurabili e questo dovrebbe essere evitato, se possibile.
38D Titolazioni di precipitazione 1009
PROCEDURA
Usare una bilancia a caricamento dall’alto per trasferire una quantità approssimata di
AgNO3 in un pesafiltri (Nota 1). Essiccare per circa 1 h a 110°C ma non molto di
più (Nota 2), quindi raffreddare a temperatura ambiente in un essiccatore. Pesare il
pesafiltri e il contenuto (al decimo di mg). Trasferire l’AgNO3 in un matraccio tarato
usando un imbuto per polveri. Tappare il pesafiltri e ripesare con il solido eventual-
mente rimasto. Sciacquare a fondo l’imbuto per polveri. Sciogliere l’AgNO3, diluire
fino al segno (portare a volume) con acqua e mescolare bene (Nota 3). Calcolare la
concentrazione molare della soluzione.
Note
1. Consultare l’istruttore per il volume e la concentrazione di AgNO3 da preparare.
La massa di AgNO3 è riportata di seguito:
PROCEDURA
Note
1. Usare 0,25 g di campione per AgNO3 0,1 M e circa metà per la soluzione
0,05 M. Sciogliere il primo in circa 200 mL di acqua distillata e il secondo in cir-
ca 100 mL. Se si deve usare AgNO3 0,02 M, pesare 0,4 g in un matraccio tarato
da 500 mL e prelevarne aliquote da 50 mL per la titolazione.
2. L’AgCl colloidale è sensibile alla fotodecomposizione, specialmente in presenza
dell’indicatore, provare ad eseguire la titolazione quando la luce del sole si affie-
volisce. Se la fotodecomposizione rappresenta un problema, stabilire il punto di
viraggio approssimato con una titolazione grossolana preliminare e usare questa
informazione per stimare il volume di AgNO3 necessario per gli altri campioni.
Per ogni campione successivo, aggiungere indicatore e destrina solo dopo che la
maggior parte dell’AgNO3 è stata aggiunta e poi completare la titolazione veloce-
mente.
Nota
In alternativa, AgNO3 standard può essere preparato direttamente per pesata. Per
fare ciò, seguire le indicazioni della Sezione 38D-1 per pesare una quantità nota di
standard primario AgNO3. Usare un imbuto per polveri per trasferire l’AgNO3 pesa-
to in una bottiglia di polietilene da 500 mL che sia stata preventivamente pesata (con
una precisione di 10 mg). Aggiungere circa 500 mL di acqua distillata e pesare nuo-
vamente. Calcolare la molarità.
Note
Incrementi più piccoli di una goccia possono essere aggiunti alla soluzione dell’anali-
ta formando una goccia parziale sulla punta del dispensatore e appoggiando la punta
all’orlo della beuta. Sciacquando le pareti della beuta con acqua deionizzata la goccia
verrà addizionata alla soluzione.
1012 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
Nota
L’AgNO3 è standardizzato in maniera conveniente durante l’analisi. Essiccare NaCl
grado reagente per circa 1 h. Attendere che torni a temperatura ambiente, quindi pe-
sare in beuta (con approssimazione al decimo di mg) aliquote da 0,25 g ciascuna e ti-
tolare secondo le indicazioni sopra riportate.
PROCEDURA
PROCEDURA
tore. Pesare circa 3,8 g (al mg) in un matraccio da 1 L (Nota 2). Usare un imbuto
per polveri per assicurare il trasferimento quantitativo del campione; sciacquare a
fondo l’imbuto con acqua distillata prima di rimuoverlo dal matraccio. Aggiungere
600-800 mL di acqua (Nota 3) e agitare periodicamente. La dissoluzione può du-
rare 15 min o più. Quando tutto il solido si è sciolto, portare a volume con acqua,
e mescolare bene (Nota 4). Nel calcolo della molarità della soluzione, correggere il
peso del sale per lo 0,3% di umidità che rimane generalmente dopo l’essiccamen-
to a 80°C.
Note
1. Le indicazioni per la purificazione del sale bisodico sono riportate in W. J. Blaedel
and H. T. Knight, Anal. Chem., 1954, 26(4), 741, DOI: 10.1021/ac60088a040.
2. Volendo, la soluzione può essere preparata dal sale bisodico anidro. Bisognerebbe
pesarne circa 3,6 g.
3. L’acqua da usare nella preparazione della soluzione standard di EDTA deve essere
completamente esente da cationi polivalenti. Se ci sono dei dubbi sulla sua quali-
tà, farla passare attraverso una resina a scambio cationico prima di usarla.
4. Come alternativa, una soluzione di EDTA che sia approssimativamente 0,01 M
può essere preparata e standardizzata per titolazione diretta con una soluzione di
Mg21 a concentrazione nota (usando le indicazioni nella Sezione 38E-3).
PROCEDURA
Note
1. La variazione di colore tende a diminuire in prossimità del punto di equivalenza;
fare attenzione a non superare tale punto.
2. Altri metalli alcalino terrosi, se presenti, sono titolati insieme a Mg21; la rimozio-
ne di Ca21 e Ba21 si può realizzare con (NH4)2CO3. La maggior parte dei cationi
polivalenti è titolata insieme a Mg21. La precipitazione come idrossidi o l’uso di
un reagente mascherante può essere necessario per eliminare questa fonte di in-
terferenza.
plessato rimasto e gli ioni magnesio liberati sono poi titolati con Nero Eriocromo
T come indicatore. Notare che la concentrazione della soluzione di magnesio non
è importante; quello che è realmente indispensabile è che il rapporto molare fra
Mg21 ed EDTA nel reagente sia esattamente unitario.
PROCEDURA
Titolazione
Pesare un campione incognito (al decimo di milligrammo) in un beaker da
500 mL (Nota 1). Coprire con un vetrino di orologio e con cura aggiungere
5-10 mL di HCl 6 M. Dopo che il campione è stato sciolto rimuovere la CO 2
per aggiunta di circa 50 mL di acqua deionizzata e far bollire lentamente per
qualche minuto. Raffreddare, aggiungere una goccia o due di rosso metile e neu
tralizzare con NaOH 6 M finché non scompare il colore rosso. Trasferire quan-
titativamente la soluzione in un pallone tarato da 500 mL e portare a volume.
Prendere aliquote da 50 mL di soluzione diluita per la titolazione e trattare cia-
scuna come segue: aggiungere circa 2 mL di tampone a pH 10, 1 mL di soluzio-
ne di Mg/EDTA, e 3-4 gocce di Nero Eriocromo T o di indicatore Calmagite.
Titolare (Nota 2) con Na 2H 2Y 0,01 M standard fino al viraggio del colore dal
rosso al blu.
Riportare i milligrammi di CaO nel campione.
Nota
1. Il campione esaminato dovrebbe contenere 150-160 mg di Ca21.
2. Interferenze in questa titolazione sono sostanzialmente le stesse di quelle incon-
trate nella titolazione diretta di Mg21 e sono eliminate nello stesso modo.
PROCEDURA
Acidificare aliquote da 100,0 mL del campione con alcune gocce di HCl e far bollire
cautamente per alcuni minuti per eliminare la CO2. Raffreddare e aggiungere 3-4
gocce di rosso di metile e neutralizzare con NaOH 0,1 M. Aggiungere 2 mL di
tampone standard a pH 10, 3-4 gocce di Nero Eriocromo T e titolare con una
38F Titolazioni con permanganato di potassio 1015
soluzione standard di Na2H2Y 0,01 M fino ad avere una variazione di colore dal
rosso al blu netto (Nota).
Riportare i risultati in termini di milligrammi di CaCO3 per litro di acqua.
Nota
In assenza di Mg21 la variazione di colore è lenta. In questo caso, aggiungere 1 o 2
mL di MgY22 0,1 M prima di iniziare la titolazione. Questo reattivo si prepara ag-
giungendo 2,645 g di MgSO4 ? 7H2O a 3,722 g di Na2H2Y ? 2H2O in 50 mL di ac-
qua distillata. Questa soluzione viene resa leggermente alcalina dall’aggiunta di fe-
nolftaleina ed è diluita a 100 mL. Una piccola aliquota, addizionata con un tampo-
ne a pH 10 e alcune gocce di indicatore Nero Eriocromo T dovrebbe avere un leg-
gero colore violetto. Una singola goccia di soluzione di EDTA 0,001 M dovrebbe
determinare un viraggio del colore al blu, mentre un uguale volume di soluzione di
Mg21 0,01M dovrebbe determinare un viraggio al rosso. Se necessario, corregge-
re la composizione della soluzione originaria tramite ulteriori aggiunte di Mg21 o
H2Y2– fino a che non sono soddisfatte queste condizioni.
PROCEDURA
Note
1. I passaggi di riscaldamento e filtrazione possono essere evitati se la soluzione di
permanganato viene standardizzata e usata il giorno stesso.
2. Rimuovere l’MnO2 raccolto sul vetro sinterizzato del filtro con H2SO4 1 M
contenente alcuni millilitri di H2O2 al 3% e poi con abbondanti risciacqui con
acqua.
PROCEDURA
Note
1. Recuperare in fretta il KMnO4 schizzato sulle pareti del beaker utilizzando un
leggero getto d’acqua.
2. Si formerà MnO2 finemente suddiviso insieme all’Mn21se il KMnO4 è aggiunto
troppo velocemente e colorerà la soluzione di marrone. La formazione del preci-
pitato non costituisce un serio problema a patto che rimanga sufficiente ossalato
da ridurre MnO2 a Mn21; la titolazione deve essere semplicemente interrotta fi-
no a quando scompaia la colorazione marroncina. Non deve esserci in soluzione
MnO2 al punto di equivalenza.
3. Per misurare il volume di titolante può essere usata la superficie della soluzione di
permanganato piuttosto che il fondo del menisco. In alternativa, una retroillumi-
nazione con una lampada o con un fiammifero permetterà la lettura del menisco
in modo convenzionale.
4. Una soluzione di permanganato non dovrebbe rimanere in una buretta più a lun-
go del necessario perché si può verificare una parziale decomposizione a MnO2.
L’MnO2 appena formato può essere rimosso da una superficie di vetro con una
soluzione di H2SO4 1 M contenente piccole quantità di H2O2 al 3%.
5. Come mostrato nella Sezione 20C-1, questa procedura porta a molarità di qual-
che decimo di percento più basse. Per risultati più accurati, introdurre dalla bu-
retta permanganato sufficiente a reagire con il 90-95% di ossalato (circa 40 mL
di KMnO4 0,02 M per 0,3 g di campione). Lasciar riposare la soluzione fino a
che il colore del permanganato scompare. Riscaldare a circa 60°C e completare la
titolazione, prendendo come punto di equivalenza il primo rosa persistente (L 30
s) (Note 3 e 4). Determinare un bianco titolando un volume equivalente di solu-
zione 1 M H2SO4.
queste condizioni sono necessarie alcune precauzioni. Per esempio, l’ossalato di calcio
formato in soluzione neutra o ammoniacale è probabile che sia contaminato con
l’idrossido di calcio o con l’ossalato basico di calcio, e in entrambi i casi si avranno
errori in difetto. Si evita la formazione di questi composti aggiungendo l’ossalato ad
una soluzione acida del campione e formando lentamente il precipitato desiderato
aggiungendo ammoniaca goccia a goccia. Il precipitato di ossalato di calcio prodotto
in queste condizioni, grossolanamente cristallino, si filtra con facilità. Perdite dovute
alla solubilità dell’ossalato di calcio sono trascurabili a pH superiore a 4, a patto che
il lavaggio si limiti ad eliminare l’eccesso di ossalato.
La coprecipitazione dell’ossalato di sodio diventa una fonte di errore in
positivo nella determinazione del calcio ogni volta che la concentrazione di sodio
nel campione supera quella del calcio. Questo errore può essere eliminato per
riprecipitazione.
Il magnesio, se presente in alta concentrazione, può anche essere causa di conta-
minazione. Un eccesso di ioni ossalato aiuta ad evitare questa interferenza mediante
la formazione di complessi solubili di ossalato con il magnesio. La rapida filtrazione
dell’ossalato di calcio può anche prevenire l’interferenza, a causa della spiccata ten-
denza dell’ossalato di magnesio a formare soluzioni sovrassature dalle quali la forma-
zione del precipitato ha luogo solo dopo un’ora o più. Queste precauzioni non sono
sufficienti per campioni che contengono più magnesio che calcio. In questo caso di-
venta necessaria la riprecipitazione dell’ossalato di calcio. La riprecipitazione è un metodo
per minimizzare gli errori di copre-
Composizione dei calcari I calcari sono composti principalmente da carbona- cipitazione, mediante la dissoluzione
to di calcio; i calcari dolomitici contengono anche grandi quantità di carbonato di del precipitato iniziale e quindi la sua
magnesio. Sono presenti anche, in minore quantità, silicati di calcio e magnesio, in- riformazione.
sieme con i carbonati e i silicati di ferro, alluminio, manganese, titanio, sodio e al-
tri metalli.
L’acido cloridrico è un solvente adatto per la maggior parte dei calcari. Soltan-
to la silice, che non interferisce con l’analisi, rimane indisciolta. Alcuni calcari so-
no decomposti più facilmente dopo essere stati inceneriti; alcuni portano solo al-
la fusione del carbonato.
Il metodo che segue è estremamente efficace per la determinazione del calcio
nella maggior parte dei calcari. Ferro ed alluminio, presenti in quantità confronta-
bili a quelle del calcio, non interferiscono. Anche piccole quantità di manganese e
titanio possono essere tollerate.
PROCEDURA
cio dell’indicatore (pH 4,5-5,5). Lasciar riposare la soluzione fino a 30 min (Nota)
e filtrare; sono adatti filtri a media porosità o di Gooch in vetro sinterizzato. Lavare
i precipitati con parecchie aliquote da 10 mL di acqua fredda. Risciacquare l’esterno
dei crogiuoli per rimuovere i residui di (NH4)2C2O4 e riportare questi ultimi nei be-
aker in cui è stato fatto precipitare il CaC2O4.
Titolazione
Aggiungere 100 mL di acqua e 50 mL di H2SO4 3 M a ciascun beaker contenente
l’ossalato di calcio precipitato e il filtro. Riscaldare a 80-90°C e titolare con perman-
ganato 0,02 M. La temperatura dovrebbe essere mantenuta al di sopra dei 60°C; du-
rante la titolazione riscaldare se necessario.
Calcolare la percentuale di CaO nel campione incognito.
Nota
Il periodo di riposo può essere più lungo se il campione non contiene Mg21.
Preriduzione del ferro Dal momento che parte del ferro o tutto è nello
stato trivalente dopo la decomposizione del campione, la preriduzione a ferro(II)
deve precedere la titolazione con l’ossidante. Si può usare ogni metodo descritto
nella Sezione 20A-1. Il preriducente più adatto per il ferro è il cloruro di
stagno(II):
Le uniche altre specie comuni ridotte da questo reagente sono l’arsenico, il rame, il
mercurio, il molibdeno, il tungsteno e il vanadio in stati di ossidazione alti.
L’eccesso di riducente è eliminato con l’aggiunta di cloruro di mercurio(II):
PROCEDURA
8
I l meccanismo con cui agisce il reagente di Zimmermann-Reinhardt è stato oggetto di molti studi.
Per una discussione, si veda H. A. Laitinen, Chemical Analysis, New York: McGraw-Hill, 1960, pp.
369–72.
1020 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
Il tappo di Tuttle è un piccolo 500 mL. Aggiungere a ciascuno 10 mL di HCl concentrato e circa 3 mL di SnCl2
accessorio di vetro a forma di ❯ 0,25 M (Nota 1). Coprire ciascuna beuta con un vetrino di orologio o con un tappo.
cappello rovesciato che viene Riscaldare le beute sotto cappa quasi all’ebollizione fino a che i campioni si decom-
alloggiato all’interno del collo
pongono e il solido indisciolto se presente sia bianco (Nota 2). Usare altri 1-2 mL di
della beuta durante le operazioni
di ebollizione al fine di prevenire SnCl2 per eliminare una eventuale colorazione gialla che si potrebbe sviluppare con
la perdita della soluzione. Esso il riscaldamento delle soluzioni. Riscaldare un bianco costituito da 10 mL di HCl e
ha un basso centro di gravità e 3 mL di SnCl2 per lo stesso tempo.
quindi una più bassa probabilità Dopo aver decomposto il minerale, rimuovere l’eccesso di Sn(II) per aggiunta di
di cadere dalla beuta rispetto al KMnO4 0,02 M goccia a goccia fino a quando le soluzioni diventano leggermente
vetrino di orologio.
gialle. Diluire a circa 15 mL. Aggiungere una soluzione di KMnO4 in quantità suffi-
ciente a impartire una leggera colorazione rosa al bianco, quindi decolorare con una
goccia di soluzione di SnCl2.
Trattare i campioni e il bianco individualmente in stadi successivi per minimizzare
l’ossidazione del ferro(II) all’aria.
Titolazione
Dopo l’aggiunta di HgCl2 aspettare 2-3 min. Poi aggiungere 25 mL di reagente di
Zimmermann-Reinhardt e 300 mL di acqua. Titolare immediatamente con KMnO4
0,02 M standard fino alla comparsa della prima colorazione rosa che persiste per 15-
20 s. Non aggiungere mai rapidamente KMnO4. Correggere il volume di titolante
con il valore ottenuto con il bianco.
Riportare la percentuale di Fe2O3 nel campione.
Note
1. Lo SnCl2 accelera la decomposizione del minerale riducendo l’ossido di ferro(III)
a ferro(II). La comparsa dei complessi gialli ferro(III)/cloruro è indice di SnCl2 in
quantità insufficiente.
2. Se delle particelle scure continuano ad essere presenti dopo il riscaldamento con
acido per alcune ore, filtrare la soluzione attraverso carta senza ceneri, lavare il
residuo con 5-10 mL di HCl 6 M e conservare il filtrato e i lavaggi. Bruciare
la carta e il suo contenuto in un crogiuolino di platino. Mescolare 0,5-0,7 g di
Na2CO3 al residuo e riscaldare fino ad ottenere un fuso chiaro. Raffreddare, ag-
giungere 5 mL di acqua e con cautela alcuni millilitri di HCl 6 M. Riscaldare
il crogiuolo fino a dissoluzione del fuso e mescolare con il filtrato originale. Far
evaporare la soluzione fino a 15 mL e continuare l’analisi.
3. La soluzione potrebbe non diventare completamente incolore ma acquisire piut-
tosto una leggera colorazione giallo verde. Ulteriori aggiunte di SnCl2 non altere-
ranno questo colore. L’aggiunta eccessiva di SnCl2 può essere corretta aggiungen-
do KMnO4 0,2 M e ripetendo la riduzione.
4. L’assenza di precipitato indica che non si è usato sufficiente SnCl2 e che la ridu-
zione del ferro(III) è stata incompleta. Un residuo grigio indica la presenza di
mercurio elementare, che reagisce con KMnO4. In ambedue i casi il campione
deve essere scartato.
5. Queste indicazioni possono essere utilizzate per standardizzare una soluzione di per-
manganato con standard primario di ferro. Pesare (al decimo di mg) 0,2 g di filo di
ferro elettrolitico in beute da 250 mL e sciogliere in circa 10 mL di HCl concentra-
to. Diluire ciascun campione a circa 75 mL, quindi seguire la procedura di riduzione
e titolazione per ciascuno di essi.
38G Titolazioni con iodio 1021
PROCEDURA
(a) Iodio circa 0,05 M. Pesare circa 40 g di KI in un beaker da 100 mL. Aggiun-
gere 12,7 g di I2 e 10 mL di acqua. Agitare per parecchi minuti (Nota 1). In-
trodurre altri 20 mL di acqua e agitare nuovamente per parecchi minuti. De-
cantare con attenzione il corpo del liquido nella bottiglia di stoccaggio conte-
nente 1 L di acqua distillata. È importantissimo che nel beaker rimanga tutto
lo iodio non solubilizzato (Nota 2).
(b) Indicatore a base di amido (sufficiente per circa 100 titolazioni). Impastare 1 g di
amido solubile con 15 mL di acqua. Diluire a circa 500 mL con acqua bollente
e riscaldare fino a che la miscela diventa chiara. Raffreddare; conservare in una
bottiglia ben tappata. Per la maggior parte delle titolazioni sono richiesti 3-5 mL
di indicatore.
L’indicatore è attaccato facilmente da organismi trasportati dall’aria e deve essere
preparato di fresco ogni giorno.
Note
1. Lo iodio si scioglie lentamente nella soluzione di KI. Per accelerare il processo
serve una agitazione costante.
2. I2 solido inavvertitamente trasferito nella bottiglia di stoccaggio provocherebbe il
graduale aumento della concentrazione della soluzione. La filtrazione attraverso
filtri in vetro sinterizzato elimina questa potenziale fonte di errore.
1. Tiosolfato di sodio, 0,1 M. Seguire le indicazioni date nelle Sezioni 38H-1 e 38H-2
per la preparazione e la standardizzazione di questa soluzione.
2. Indicatore a base di amido. Si veda la Sezione 38G-1(b).
9
W. M. McNevin and O. H. Kriege, Anal. Chem., 1953, 25(5), 767, DOI: 10.1021/ac60077a023.
1022 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
Nota
Il colore blu del complesso amido/iodio può riapparire dopo che la titolazione è stata
completata a causa dell’ossidazione all’aria dello ione ioduro.
PROCEDURA
Note
1. I campioni dovrebbero contenere fra 1,5 e 2 mmoli di antimonio; consultare
l’istruttore circa la quantità di campione. Pesate al milligrammo sono adeguate
per campioni più pesanti di 1 g.
2. La lenta aggiunta di acqua sotto efficace agitazione è essenziale per prevenire la
formazione di SbOCl.
2I2 S I2 1 2e2
Lo iodio, il prodotto della reazione, è generalmente titolato con una soluzione stan-
dard di tiosolfato di sodio usando l’amido come indicatore:
Una discussione dei metodi col tiosolfato si trova nella Sezione 20B-2.
PROCEDURA
Bollire circa 1 L di acqua distillata per 10-15 min. Lasciarla raffreddare a temperatu-
ra ambiente; aggiungere poi circa 25 g di Na2S2O3 ? 5H2O e 0,1 g di Na2CO3. Agita-
re fino a che il solido si sciolga. Trasferire la soluzione in un contenitore pulito di ve-
tro o di plastica e conservare al buio.
Notare che ogni mole di iodato produce tre moli di iodio. La procedura che segue è
basata su questa reazione.
1024 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
I primi due potenziali suggeriscono che lo ioduro non dovrebbe avere tendenza a ri-
durre il rame(II): tuttavia la formazione di CuI favorisce la riduzione. La soluzione
dovrebbe contenere almeno il 4% di ioduro in eccesso per forzare la reazione a com-
pletezza. Inoltre, il pH dovrebbe essere minore di 4 per evitare la formazione di spe-
cie basiche di rame che reagiscono lentamente e in modo incompleto con lo ione io-
duro. L’acidità della soluzione non può essere, tuttavia, più elevata di circa 0,3 M a
causa della tendenza dello ione ioduro a subire ossidazione all’aria, un processo cata-
lizzato dai sali di rame. Anche gli ossidi di azoto catalizzano l’ossidazione all’aria del-
lo ione ioduro. Una tipica sorgente comune di questi ossidi è l’acido nitrico usato ge-
neralmente per sciogliere il rame metallico e altri solidi contenenti rame. L’urea viene
usata per neutralizzare gli ossidi di azoto delle soluzioni:
La titolazione dello iodio con tiosolfato tende a dare stime in difetto a causa
dell’adsorbimento di piccole ma misurabili quantità di iodio sul CuI solido. Lo io-
dio adsorbito viene rilasciato solo lentamente anche quando il tiosolfato è in eccesso:
ne risultano punti di equivalenza indefiniti e parziali; questa difficoltà è in gran par-
te superata aggiungendo ione tiocianato. Il tiocianato di rame(I) leggermente solubi-
le sostituisce parte dello ioduro di rame alla superficie del solido:
Questa reazione è accompagnata dal rilascio dello ioduro adsorbito, che così diventa
disponibile per la titolazione. L’aggiunta di tiocianato deve essere ritardata fino a che
la maggior parte dello iodio sia stata titolata per evitare interferenze da parte di una
reazione lenta fra le due specie, probabilmente
PROCEDURA
Usare delle forbici per tagliare il filo o la lamina di rame in porzioni da 0,20-0,25 g.
Pulire il metallo da polvere e grasso con carta da filtro; non asciugare in un forno. I
pezzi di rame dovrebbero essere maneggiati con strisce di carta, guanti di cotone o
pinze per evitare contaminazioni dovute al contatto con la pelle.
Usare un vetrino da orologio pesato o un pesafiltri per ottenere per differenza la
massa dei singoli campioni di rame (al decimo di mg). Trasferire ogni campione in
una beuta da 250 mL. Aggiungere 5 mL di HNO3 6 M, coprire con un vetrino di
orologio e riscaldare lievemente (sotto cappa) fino a che il metallo si è sciolto. Diluire
con circa 25 mL di acqua distillata, aggiungere 10 mL di urea al 5% (p/v) e bollire
per poco tempo per eliminare gli ossidi di azoto. Risciacquare il vetrino di orologio,
raccogliere le soluzioni di lavaggio nella beuta. Raffreddare.
Aggiungere NH3 concentrata goccia a goccia mescolando vigorosamente fino al-
la produzione del Cu(NH3)421, di un colore blu intenso; la soluzione dovrebbe ave-
re un odore debole di ammoniaca (Nota). Aggiungere goccia a goccia H2SO4 3 M fi-
no a scomparsa del colore, poi aggiungere 2,0 mL di H3PO4 all’85%. Raffreddare a
temperatura ambiente.
Trattare ogni campione singolarmente da questo punto in poi per minimizzare l’ossi-
dazione all’aria dello ione ioduro. Aggiungere 4 g di KI al campione e titolare imme-
diatamente con Na2S2O3 fino a che la soluzione non diventi giallo pallido. Aggiun-
gere 5 mL di amido e continuare la titolazione fino a che il colore blu diventa palli-
do. Aggiungere 2 g di KSCN; agitare vigorosamente per 30 s. Completare la titola-
zione, usando la scomparsa del colore blu del complesso amido/I2 come punto di vi-
raggio.
Calcolare la molarità della soluzione di Na2S2O3.
Nota
Non annusare i vapori direttamente dalla beuta; piuttosto avvicinare i vapori al naso con
la mano.
1026 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
PROCEDURA
PROCEDURA
C"C O O
O"C C 9 C 9 C 9 H 1 Br2
O
H H H
O O H H
C9C O O
PROCEDURA
dei singoli campioni (al decimo di mg) in beute asciutte da 250 mL. Trattare ogni
campione singolarmente da questo punto in poi. Sciogliere il campione (Nota 2) in
50 mL di H2SO4 1,5 M; aggiungere circa 5 g di KBr. Titolare immediatamente con
KBrO3 standard fino alla comparsa del primo colore giallo pallido dovuto all’eccesso
di Br2. Prendere nota del volume di KBrO3 utilizzato. Aggiungere 3 g di KI e circa
5 mL di indicatore a base di amido; retrotitolare (Nota 3) con Na2S2O3 0,05 M
standard.
Calcolare la massa media (in milligrammi) di acido ascorbico (176,12 g/mol) in
ciascuna compressa.
Note
1. Questo metodo non si può applicare a compresse di vitamina C masticabili.
2. Il legante in molte compresse di vitamina C rimane in sospensione durante l’ana-
lisi. Se il legante è amido, per aggiunta di KI alla soluzione appare il colore carat-
teristico del complesso con lo iodio.
3. Il volume di tiosolfato necessario per la retrotitolazione raramente è superiore ad
alcuni millilitri.
PROCEDURA
Nota
L’agitatore magnetico a volte causa letture inattendibili del potenziale. È consigliabi-
le spegnere l’apparecchio mentre si esegue la lettura.
PROCEDURA
0,1 M HCl e/o NaOH 0,1 M. Seguire le indicazioni date nelle Sezioni 38C-3 fino a
38C-7.
38J Metodi potenziometrici 1031
PROCEDURA
1. Tamponi per l’aggiustamento della forza ionica totale (TISAB). Questa solu-
zione è venduta con il nome commerciale TISAB. 10 Tampone sufficiente
per 15-20 determinazioni può essere preparato mescolando sotto agitazione
57 mL di acido acetico glaciale, 58 g di NaCl, 4 g di acido cicloesilammino-
dinitrilotetraacetico e 500 mL di acqua distillata in un beaker da 1 L. Raf-
freddare in un bagno d’acqua o di ghiaccio e con cura aggiungere NaOH 6
M fino a pH 5-5,5. Diluire a 1 L con acqua e conservare in una bottiglia di
plastica.
2. Soluzione standard di fluoruro, 100 ppm. Essiccare dell’NaF per 2 h a
110°C. Raffreddare in un essiccatore e poi pesare 0,22 g (al decimo di mg)
in un matraccio tarato da 1 L (Cautela! NaF è estremamente tossico. Lavare
immediatamente la pelle eventualmente venuta a contatto con questo composto
con molta acqua). Sciogliere in acqua, portare a volume, mescolare bene e
conservare in una bottiglia di plastica. Calcolare la concentrazione esatta del
fluoruro in parti per milione.
È anche possibile acquistare una soluzione standard di F2.
10
Thermo Electron Corp., Beverly, MA.
1032 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
11
Da T. S. Light e C. C. Cappuccino, J. Chem. Educ., 1975, 52, 247, DOI: 10.1021/ed052p247.
38K Metodi elettrogravimetrici 1033
ni il rame si deposita solo parzialmente sul catodo. È perciò necessario eliminare l’ec-
cesso di nitrato dopo che la deposizione del PbO2 è completa. La rimozione viene ef-
fettuata mediante l’aggiunta di urea:
Quando la concentrazione dello ione nitrato è stata diminuita il rame riesce a depo-
sitarsi in maniera quantitativa dalla soluzione.
PROCEDURA
Elettrolisi
In assenza di corrente, collegare il catodo al polo negativo e l’anodo al polo positi-
vo dell’apparato per elettrolisi. Per accertarsi che gli elettrodi non si tocchino met-
tere in moto per un po’ l’agitatore. Coprire i beaker con mezzi vetrini da orologio e
cominciare l’elettrolisi. Mantenere una corrente di 1,3 A per 35 min.
Sciacquare i vetrini da orologio ed aggiungere in ciascun beaker 10 mL di H2SO4
3 M seguiti da 5 g di urea. Mantenere una corrente di 2 A fino a che le soluzioni di-
ventano incolori. Per testare la completezza dell’elettrolisi, prelevare una goccia di so-
luzione con un contagocce e miscelare con qualche goccia di NH3 (soluzione acquo-
sa) in una provetta. Se la miscela vira al blu, versare il contenuto della provetta nel re-
cipiente di elettrolisi e continuare l’elettrolisi per ulteriori 10 min. Ripetere la prova
fino a quando non si produce più Cu(NH3)421 (di colore blu).
Quando l’elettrolisi è completa, interrompere l’agitazione senza interrompere il
flusso di corrente. Sciacquare a fondo gli elettrodi con acqua dopo averli tolti dal-
la soluzione. Completato il lavaggio, spegnere l’apparecchio di elettrolisi (Nota
4), disconnettere gli elettrodi ed immergerli in acetone. Asciugare i catodi per cir-
ca 3 min e gli anodi per circa 15 min a 110°C. Lasciare gli elettrodi a raffreddar-
si all’aria e poi pesarli.
Riportare le percentuali di piombo (Nota 5) e di rame nell’ottone.
1034 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
Note
1. In alternativa, grasso e materiali organici possono essere rimossi scaldando fino
all’incandescenza l’elettrodo di platino in una fiamma. Le superfici degli elettrodi
non dovrebbero essere toccate con le dita dopo essere state pulite perché il gras-
so e l’olio causano depositi non ben aderenti che si possono sfaldare durante il la-
vaggio e la pesata.
2. Gli ioni cloruro vanno totalmente allontanati in questa analisi poiché essi attac-
cano l’anodo di platino durante l’elettrolisi. Questa reazione non soltanto è di-
struttiva ma causa anche errori in eccesso nell’analisi per codeposizione del plati-
no con il rame sul catodo.
3. Volendo, il contenuto in stagno può essere determinato gravimetricamente per
combustione di SnO2 ? xH2O a SnO2.
4. È importante mantenere un potenziale applicato fra gli elettrodi fino a quando
essi vengono rimossi dalla soluzione e lavati. Se questa precauzione non viene os-
servata può ridisciogliersi del rame.
5. L’esperienza mostra che il PbO2 trattiene una piccola quantità di umidità e che
risultati migliori si ottengono usando come fattore stechiometrico 0,8643 invece
di 0,8662.
3
8L TITOLAZIONI COULOMETRICHE
In una titolazione coulometrica, il “reagente” è una corrente continua costante, di
intensità esattamente nota. Viene misurato il tempo richiesto perché questa corrente
ossidi o riduca l’analita quantitativamente (direttamente o indirettamente). Si veda
la Sezione 22D-5 per una discussione del metodo elettroanalitico.
12
Questa procedura è stata descritta da D. H. Evans, J. Chem. Educ., 1968, 45, 88, DOI: 10.1021/ed045p88.
38L Titolazioni coulometriche 1035
Viene mantenuta una differenza di potenziale di 0,2-0,3 V tra due piccoli elettro-
di. Questo potenziale non è sufficiente per la formazione di idrogeno al catodo.
Così, vicino al punto di equivalenza, il catodo è polarizzato e non si osserva corrente.
Al punto di equivalenza, il primo eccesso di bromo depolarizza il catodo e passa cor-
rente. Le reazioni alla coppia di elettrodi indicatori gemelli sono
PROCEDURA
Note
1. Gli ioni mercurio(II) catalizzano l’addizione di bromo ai doppi legami olefinici.
2. II coefficiente di espansione per il metanolo è 0,11%/°C quindi si commettono
errori volumetrici significativi se non si controlla la temperatura.
38M VOLTAMMETRIA
Nel Capitolo 23 sono stati considerati vari aspetti dei metodi polarografici ed am-
perometrici. Due esempi che illustrano questi metodi di polarografia tradiziona-
le sono descritti in questa Sezione. Esistono enormi diversità nella strumentazione
idonea per queste determinazioni. Sarà perciò necessario consultare il manuale del-
le istruzioni per avere informazioni dettagliate sullo specifico strumento che viene
utilizzato dall’operatore.
PROCEDURA
Calibrazione
Usare una buretta per trasferire aliquote da 0,00; 1,00; 8,00; 15,00 mL di soluzione
standard di Cu(II) in matracci tarati da 50 mL. Aggiugere a ciascuno 5 mL di solu-
zione di gelatina e 30 mL di tampone. Portare a volume e mescolare bene.
Preparare una serie identica di soluzioni di Zn(II). Sciacquare tre volte la cella po-
larografica con piccole quantità di soluzione di rame(II); poi riempire la cella. Far
gorgogliare azoto attraverso la soluzione per 10-15 min per rimuovere l’ossigeno.
Applicare un potenziale di circa 21,6 V, e aggiustare la sensibilità affinché il detector
dia un segnale a fondo scala. Eseguire il polarogramma effettuando una scansione da
0 a 21,5 V (contro SCE). Misurare la corrente limite ad un potenziale appena oltre
la seconda onda. Ricavare la corrente di diffusione sottraendo la corrente del bianco
(Nota) allo stesso potenziale. Calcolare id/c.
Analisi
Seguire le indicazioni per la calibrazione date nel secondo paragrafo. Calcolare la
corrente di diffusione per il rame e per lo zinco.
Calcolare le percentuali di rame e di zinco nel campione di ottone.
Nota
Il polarogramma per il bianco (cioè 0 mL di standard) dovrebbe essere fatto settan-
do la sensibilità allo stesso valore usato per lo standard con la più bassa concentrazio-
ne di metallo.
21,0 V dovrebbe essere il più facile dei due da individuare esattamente. La rimozio-
ne dell’ossigeno non è necessaria, tuttavia, per la titolazione a 0 V.
PROCEDURA
Mettere il campione incognito (Nota) in un matraccio tarato pulito da 100 mL, por-
tare a volume con acqua e mescolare bene. Titolare in un beaker da 100 mL. Porre
un elettrodo a calomelano saturo in un secondo beaker da 100 mL e mettere a con-
tatto le soluzioni nei due contenitori con il ponte salino di KNO3.
La corrente corretta è data da Trasferire una aliquota da 10,00 mL del campione incognito nel beaker della ti-
V1v
❯ tolazione. Aggiungere 25 mL di elettrolita di supporto e 5 mL di gelatina. Inseri-
(id)corr 5 id a b re un elettrodo a goccia di mercurio nella soluzione del campione. Connettere en-
V
trambi gli elettrodi al polarografo. Misurare la corrente ad un potenziale applicato di
dove V è il volume originale, v il 0 V. Aggiungere K2Cr2O7 0,01 M ad incrementi di 1 mL; prendere nota della cor-
volume di reagente aggiunto e id rente e del volume dopo ciascuna aggiunta. Continuare la titolazione fino a 5 mL ol-
la corrente non corretta. tre il punto di equivalenza. Correggere le correnti per la variazione di volume e ripor-
tare in grafico i dati. Calcolare il volume al punto finale.
Ripetere le titolazioni a 21,0 V. In queste titolazioni si dovrebbe far gorgoglia-
re azoto nelle soluzioni per 10-15 minuti prima di iniziare la determinazione dopo
ciascuna aggiunta di reagente. Il flusso di azoto deve, naturalmente, essere interrot-
to durante la misurazione della corrente. Correggere i valori di corrente per la varia-
zione di volume, portare i dati in grafico e determinare il volume del punto di equi-
valenza.
Calcolare il Pb presente nel campione incognito esprimendo la quantità in milli-
grammi.
Nota
Una soluzione madre 0,0400 M può essere preparata disciogliendo 13,5 g di
Pb(NO3)2 grado reagente in 10 mL di HNO3 6 M e diluendo ad 1 L con acqua. I
campioni incogniti dovrebbero contenere 15-25 mL di questa soluzione.
M
ETODI BASATI SULL’ASSORBIMENTO
38N DI RADIAZIONI
I metodi di assorbimento molecolare sono discussi nel Capitolo 26. In seguito so-
no date indicazioni per (1) l’uso di una curva di calibrazione per la determinazione
del ferro nell’acqua, (2) l’uso di una procedura di aggiunte standard per la determi-
nazione del manganese nell’acciaio e (3) una determinazione spettrofotometrica del
pH di una soluzione tampone.
38N Metodi basati sull’assorbimento di radiazioni 1039
1. Soluzione standard di ferro, 0,01 mg/mL. Pesare (al meglio di 0,2 mg) 0,0702 g
di Fe(NH4)2(SO4)2 ? 6H2O di grado “reagente” in un matraccio tarato da 1 L.
Sciogliere in 50 mL di acqua contenente 1-2 mL di acido solforico concentrato;
portare a volume e mescolare bene.
2. Cloridrato di idrossilammina (sufficiente per 80-90 determinazioni). Sciogliere
10 g di H2NOH ? HCl in circa 100 mL di acqua distillata.
3. Soluzione di 1,10-fenantrolina (sufficiente per 80-90 determinazioni). Scioglie-
re 1,0 g di 1,10-fenantrolina monoidrata in circa 1 L di acqua. Riscaldare leg-
germente, se necessario. Ciascun millilitro è sufficiente per circa 0,09 mg di
Fe. Non preparare più reagente del necessario; se diventa scura, la soluzione va
scartata.
4. Acetato di sodio, 1,2 M (sufficiente per 80-90 determinazioni). Sciogliere 166 g di
NaOAc ? 3H2O in 1 L di acqua distillata.
1040 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
PROCEDURA
PROCEDURA
Non è necessario essiccare il campione incognito. Se c’è traccia di olio sulla superfi-
cie del campione incognito, sciacquare con acetone ed asciugare velocemente. Pesa-
re (al decimo di mg) campioni duplicati (Nota 1) in beaker da 150 mL. Aggiungere
circa 50 mL di HNO3 6 M e bollire con moderazione (sotto cappa); un riscaldamen-
to per 5-10 min dovrebbe essere sufficiente. Con cautela aggiungere circa 1 g di pe-
rossodisolfato di ammonio e bollire leggermente per altri 10-15 min. Se la soluzio-
ne è rosa o presenta depositi di MnO2, aggiungere 1 mL di NH4HSO3 (o 0,1 g di
NaHSO3) e riscaldare per 5 min. Raffreddare; trasferire quantitativamente la solu-
zione (Nota 2) in matracci tarati da 250,0 mL. Portare a volume con acqua e mesco-
lare bene. Usare una pipetta da 20,00 mL per trasferire tre aliquote di ciascun cam-
pione nei singoli beaker. Trattare come segue:
Bollire ogni soluzione con cautela per 5 min, raffreddare; trasferirla quantitativa-
mente in matracci tarati da 50 mL. Portare a volume con acqua e mescolare bene.
Misurare l’assorbanza delle aliquote 1 e 2 usando la 3 come bianco (Nota 4).
Riportare la percentuale di manganese nel campione incognito.
Note
1. La quantità di campione dipende dal contenuto di manganese nel campione in-
cognito; consultare l’istruttore.
2. Se si osserva torbidità, filtrare le soluzioni quando sono trasferite nei matracci ta-
rati.
3. Il volume dell’aggiunta standard sarà dettato dall’assorbanza del campione.
Può essere utile una stima approssimata producendo permanganato in circa
20 mL di campione, diluendo a circa 50 mL e misurando l’assorbanza.
4. Un solo bianco può essere usato per tutte le misure, a patto che i pesi dei campio-
ni non differiscano di più di 50 mg.
per cui
[ H3O 1 ][ In 2 ]
Ka 5 5 1,6 3 10 25
[ HIn ]
PROCEDURA
PROCEDURA
Analisi
Prendere un campione incognito. Diluire opportunamente con H2SO4 0,05 M per
portare la sua intensità di fluorescenza nel range di calibrazione.
Calcolare la concentrazione di chinino nel campione incognito esprimendola in par-
ti per milione.
13
Queste direttive sono state adattate da J. E. O’Reilly, J. Chem. Educ., 1975, 52, 610, DOI: 10.1021/ed052p610.
1044 CAPITOLO 38 Selezione dei principali metodi di analisi
Soluzione standard di piombo, 100 mg/L. Essiccare una quantità di Pb(NO3)2 di gra-
do “reagente” per 1 ora a 110°C. Raffreddare; pesare 0,17 g (al decimo di mg) in un
matraccio da 1 L. Sciogliere in una soluzione di 5 mL di acqua e 1-3 mL di HNO3
concentrato; portare a volume e agitare bene.
PROCEDURA
Pesare campioni duplicati dell’incognito (Nota 1) in beaker da 150 mL. Coprire con
vetrini di orologio e dissolvere (sotto cappa) in una miscela costituita da circa 4 mL di
HNO3 concentrato e 4 mL di HCl concentrato (Nota 2). Bollire lentamente per ri-
muovere gli ossidi di azoto. Raffreddare, trasferire quantitativamente le soluzioni in
matracci da 250 mL e portare a volume agitando bene.
Usare una buretta per prelevare aliquote da 0, 5, 10, 15, 20 mL di soluzione
standard di Pb in singoli matracci da 50 mL. Aggiungere 4 mL di HNO3 concen-
trato e 4 mL di HCl concentrato a ciascuno e portare a volume con acqua.
Trasferire aliquote da 10 mL di ciascun campione in matracci da 50 mL, ag-
giungere 4 mL di HCl concentrato, 4 mL di HNO3 concentrato e portare a vo-
lume con acqua.
Porre il monocromatore a 283,3 nm e misurare l’assorbanza di ciascuno stan-
dard e del campione a questa lunghezza d’onda. Effettuare almeno tre letture per
ciascuna misura. Portare in diagramma i dati per la calibrazione.
Riportare la percentuale di Pb nell’ottone.
Note
1. Il peso del campione dipende dal contenuto di piombo dell’ottone come
pure dalla sensibilità dello strumento che si usa per le misure di assorbimento;
un campione contenente da 6 a 10 mg di Pb è accettabile. Consultare l’istrut
tore.
2. Gli ottoni che contengono grandi quantità di stagno richiederanno ulteriore HCl
per evitare la formazione di acido metastannico. I campioni diluiti possono svi-
luppare un po’ di torbidità, dopo riposo prolungato; una leggera torbidità non
influenza la determinazione del piombo.
38P Spettroscopia atomica 1045
1. Soluzione standard di calcio, circa 500 ppm. Essiccare una quantità di CaCO3 per
circa 1 h a 110°C. Lasciarlo raffreddare in un essiccatore, pesare (al milligrammo)
1,25 g in beaker da 600 mL. Aggiungere circa 200 mL di acqua distillata e circa
10 mL di HCl concentrato; coprire il beaker con un vetrino di orologio duran-
te l’aggiunta dell’acido per evitare perdite dovute a schizzi. Quando la reazione è
completata trasferire quantitativamente la soluzione in un matraccio da 1 L, por-
tare a volume e mescolare.
2. Soluzione standard di potassio, circa 500 ppm. Essiccare del KCl per circa 1 h a
110°C. Raffreddare; pesare (al milligrammo) circa 0,95 g in un matraccio da
1 L. Sciogliere in acqua distillata e portare a volume.
3. Soluzione standard di sodio, circa 500 ppm. Procedere come in (b) usando 1,25 g
(al milligrammo) di NaCl anidro.
4. Tampone di radiazione per la determinazione del calcio. Preparare circa 100 mL
di una soluzione che sia stata saturata nell’ordine con NaCl, KCl e MgCl2.
5. Tampone di radiazione per la determinazione del potassio. Preparare circa
100 mL di una soluzione che sia stata saturata nell’ordine con NaCl, CaCl2, e
MgCl2.
6. Tampone di radiazione per la determinazione del sodio. Preparare circa
100 mL di una soluzione che sia stata saturata nell’ordine con CaCl2, KCl, e
MgCl2.
PROCEDURA
concentrazione del catione nel campione incognito per confronto con la curva di
lavoro.
Discussione
La separazione dei due cationi si basa sulla loro differente tendenza a formare com-
plessi anionici. Complessi clorozincati(II) stabili (come ZnCl32 e ZnCl422) si for-
mano in acido cloridrico 2 M e sono trattenuti su una resina a scambio anioni-
co. Viceversa il nichel(II) non viene complessato apprezzabilmente in questo mez-
zo e passa rapidamente attraverso tale colonna. A separazione completa, l’eluizio-
ne con acqua decompone completamente i clorocomplessi e consente la rimozio-
ne dello zinco.
Sia il nichel che lo zinco sono determinati per titolazione con EDTA standard
a pH 10. L’indicatore per la titolazione dello zinco è il Nero Eriocromo T. Per
la titolazione del nichel viene usato, invece, il Rosso di Bromopirogallolo o la
Muresside.
Nota
Può essere usata Amberlite CG 400 o un suo equivalente.
PROCEDURA
Mg21 1 2Hres
1 21
8 Mgres 1 2H1
L’acido nell’eluato è poi titolato; la differenza tra i volumi di base necessari per le due
serie di titolazioni è proporzionale alla quantità dello ione magnesio nel campione.
Così,
PROCEDURA
Note
1. Il campione si scioglierà più velocemente se le compresse vengono prima polveriz-
zate in un mortaio. Se si sceglie questa alternativa, sarà necessario conoscere (a) la
massa totale delle compresse e (b) la massa del campione polverizzato da trasferire
nel matraccio tarato.
2. Il volume delle aliquote di campione e il volume di base usato nelle varie titola-
zioni deve essere misurato con la maggiore accuratezza possibile, cioè al centesi-
mo di mL. Tutti gli altri volumi possono e dovrebbero essere solo approssimativi.
3. Una buretta da 25 mL impaccata fino a circa 15 cm con una resina Dowex 50 a
scambio cationico costituirà una colonna soddisfacente. Si raccomanda il ricon-
dizionamento dopo 4-5 eluizioni.
14
Adattato da J. J. Leary, J. Chem. Educ., 1983, 60, 675, DOI: 10.1021/ed060p675.
38R Cromatografia gas-liquido 1049
Questa relazione non è rigorosamente lineare. Per spiegare la curvatura della retta
possono essere identificati almeno due motivi. Per prima cosa, il detector a conduci-
bilità termica risponde linearmente al rapporto di masse piuttosto che a rapporti di
volumi. Inoltre quando si ha a che fare con alte concentrazioni, i volumi di etanolo e
acqua non sono proprio additivi, come è richiesto dalla linearità. Cioè,
Usare una buretta per misurare 10,00, 20,00, 30,00, e 40,00 mL di etanolo assolu-
to in matracci da 50 mL (Nota). Portare a volume con acqua distillata e mescolare
bene.
Nota
Per l’etanolo il coefficiente di espansione termica è circa cinque volte quello dell’ac-
qua; per questo esperimento è quindi necessario mantenere, durante le misure di vo-
lume, la temperatura delle soluzioni usate a 61°C.
PROCEDURA