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Cinzia e un catalogo di poeti erotici: Prop.

2, 34, 93
Author(s): Silvia Ottaviano
Source: Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici , 2009, No. 63 (2009), pp. 165-
174
Published by: Fabrizio Serra Editore

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Silvia Ottaviano

Cincia e un catalogo di poeti erotici: Prop. 2,34, 93

Un intero ciclo
una lunga poetico
e complessa elegia, della produzione
tradizionalmente attribuita alproperziana
secon ? concluso da
do libro,1 che presenta molti aspetti programmatici.2 Sulla sua unit? la
critica ha ormai raggiunto un vasto consenso, a seguito di un articolato
dibattito suscitato da dubbi non del tutto privi di consistenza:3 l'elegia,
come spesso avviene nell'opera di Properzio, presenta una variet? di
temi e interlocutori che pu? di primo acchito disorientare.
Il componimento trae spunto da una situazione topica:4 un amico del
poeta ha violato il vincolo d?liantes insidiandone la puella nell'ebbrezza
del convito (w. 1-22); la prospettiva per? si sposta rapidamente perch?
il personaggio in questione, un certo Lynceus, forse identificabile con
Lucio Vario Rufo,5 ? un poeta dalle inclinazioni molto diverse rispetto a
Properzio: ci? motiva la transizione alla polemica letteraria e alla difesa
della poesia tenue e dello stile di vita disimpegnato praticati dall'autore
(w. 27-58). A questo punto Linceo scompare improvvisamente per la
sciare la scena nel confronto con Properzio a un nuovo attore, stavolta
presentato a volto scoperto: Virgilio, la cui Eneide appena nascente vie
ne annunziata con toni trionfali e memorabili (w. 65-66).
Alla luce di questo sviluppo, si rafforza la suggestione che l'intera
elegia sia in realt? una poesia d'occasione rivolta, con qualche ammic

* L'idea per questa nota ? nata in seno al seminario properziano diretto dal Prof. G.
B. Conte presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nell'a.a. 2008-2009; in seguito ho
esposto una relazione sul tema in occasione di un incontro tra dottorandi coordinato
dal Prof. M. Gioseffi (Universit? Statale di Milano). Ringrazio tutti i partecipanti per
osservazioni e suggerimenti. Sono particolarmente grata a M. D. Reeve e S. Heyworth
per avermi comunicato le loro impressioni di lettura.
1 Sulla questione molto dibattuta dell'unit? del secondo libro di Properzio si veda
la sintesi ragionata in Fedeli 2005, pp. 22-35; J. L. Butrica, History and Transmission
of the Text, in Bull's Companion to Propertius, ed. by H.-Chr. G?nther, Leiden-Boston
2006, pp. 29-30.
2 H. A. J. Munro, The Last Elegy of the Third or Second Book of Propertius, ?The Jour
nal of Philology ? 6.1876, pp. 28-46; G. Garbarino, Epiloghi proper?iani: le elegie di chiu
sura deiprimi tre libri, in Colloquium Propertianum (tertium), Assisi, 29-31 maggio 1981. Atti,
Assisi 1983, pp. 130-139.
3 Fedeli 2005, pp. 950-952; Heyworth 20072, pp. 262-264.
4 Cf. Catull. 30, 77; Prop. 1, 5, e Fedeli 1980, p. 153.
5 J.-P. Boucher, L' uvre de L. Varius Rufus d'apr?s Properce 11, 34, ?Rev. ?t. Ane.? 60,
1958, pp. 307-322, e, da ultimo, F. Cairns, Sextus Propertius: the Augustan elegist, Cam
bridge 2006, pp. 295-318.

?MD? ? 63 ? 2 9

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camento,1 a due amici dello stesso circolo che in quel momento stava
no percorrendo la strada dell'epica o della poesia elevata: ad ognuno
di loro Properzio dedicherebbe un omaggio ora ironico ora solenne,
senza perci? rinunziare a precisare ed esaltare la propria scelta poetica.
Non a caso il componimento si chiude con un catalogo di poeti erotici,
culminante con l'autore stesso, che costituisce una sorta di genealogia
dell'elegia d'amore latina.
Dopo aver rievocato le opere minori di Virgilio, Properzio, tramite
un raccordo realizzato da una coppia di distici di difficile interpretazio
ne (w. 81-84),2 passa ad elencare gli autori che prima di lui avevano can

1 Se si crede airidentificazione di Linceo con Vario, non escluderei che qui Pro
perzio alludesse scherzosamente a una diceria piccante che circolava sul suo conto :
Asconius Pedianus adfirmat, ipsam [se. Plotiam Hie?am] postea maiorem natu narrare soli
tarn, inuitatum [sc. Vergilium] quidem a Vano ad communionem sui, uerum pertinacissime
r?cusasse (Svet.-Don. vita Verg. io, 5 Brugnoli-Stok). Mi sembra comunque probabile
che il triangolo rappresentato nella prima parte dell' elegia di Properzio sia un capo
volgimento ironico del proverbio communia amicorum esse omnia (cf. Ter. Ad. 803; Cic.
off. 1,16, 51 e a a a : Eur. Or. 735 e Men. fr. 10 Koerte), citato nella
Vita Donati aucti 67,1 Brugnoli-Stok come motto del sodalizio umano e letterario tra
Virgilio, Vario, Tueca, Orazio, Gallo e Properzio. Si leggano a riguardo soprattutto
i w. 15-18 dell'elegia: te socium uitae, te corporis esse licebit, / te dominum admitto rebus,
amice, meis: / lecto tesolum, lecto te deprecoruno: / riualem possum non ego ferre louem. Per
una diversa lettura, in termini epicurei, si veda Cairns, Sextus Propertius cit., p. 304.
2 Lascio al lettore curioso il gusto di percorrere la vasta bibliografia su questi ver
si; per i limitati scopi della mia nota basti ricordare che la critica ha elaborato due
possibilit? di attibuzione di haec al v. 81 (non tarnen haec ulli uenient ingrata legenti) : alle
elegie di Properzio (Beroaldo 1487 e tra i moderni, con nuovi argomenti, G. Funaioli,
?Ule ego qui quondam? e Properzio 11,34, in Studi di letteratura antica, 11,1, Bologna 1948,
p. 162; Rothstein 1920; Enk 1962; Fedeli 2005), ovvero alle Bucoliche di Virgilio di ar
gomento erotico (?amatoria Virgilii et Bucolica? secondo N. Heinsius, Adversariorum
libri ?v, Harlingae 1742, p. 713 ; fanno propria quest'interpretazione D. R. Shackleton
Bailey, Propertiana, Cambridge 1956, p. 134; Richardson 1976; Goold 1990; Heyworth
20072). Troppo vaga e compromissoria appare la soluzione intermedia sostenuta da
Butler e Barber 1933, ad loc. (?a reference to erotic poetry in general?), che tuttavia
resta senz'altro valida per spiegare il significato, peraltro evidente, assunto dal pro
nome nei versi 85, 87, 89; perci? l'intervento di Heyworth, che ha emendato in tutti
e tre i casi haec in sic, non mi sembra motivato (cf. infra, p. 172 n. 4). L'interpretazione
dei w. 81-82 deve invece tener conto sia del contesto precedente, focalizzato sulle
opere di Virgilio, sia dell'oscuro distico seguente, che, nonostante il recente tentativo
di espunzione escogitato da Heyworth 20071 (cf. Heyworth 20072, pp. 278-279), resta
un problema non eludibile. Personalmente propendo per l'ipotesi che i w. 81-84, la
cui tecnica compositiva per le fitte allusioni alle Bucoliche ricalca quella dei versi prece
denti, si riferiscano ancora a Virgilio e alla ricezione futura della sua opera giovanile
d'ispirazione callimachea. In particolare, mi convince il ragionamento di Heyworth
20072, p. 277, che ha acutamente mostrato la continuit? dei w. 81-82 con il v. 76 (gi?
notata da Munro, The Last Elegy cit., p. 43); l'intervento testuale che rende possibile
questa esegesi (la trasposizione, proposta da Ribbeck, dei w. 77-80 dopo il v. 66) ?
economico e giustificato dall'omoearchon tra i w. 66 e 77.

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tato argomenti amorosi (haec). Per comodit? del lettore, cito i w. 85-94
dall'ultima edizione teubneriana (Fedeli 1994), il cui testo rispecchia con
chiarezza la situazione testimoniale :

haec quoque perfecto ludebat Iasone Varr?, 85


Varr? Leucadiae maxima fiamma suae;
haec quoque lasciui cantarunt scripta Catulli,
Lesbia quis ipsa notior est Helena;
haec etiam docti confessa est pagina Calui,
cum caneret maestae fu?era Quintiliae. 90
et modo formosa quam multa Lycoride Gallus
mortuus inferna uulnera lauit aqua!
Cynthia f quin etiamf uersu laudata Properti,
hos inter si me poner? Fama uolet.

In questi versi finali ? stata riconosciuta una Priamel, ma, pi? corret
tamente, si dovrebbe parlare di Beispielreihung:1 un enumerazione, al
termine della quale ? collocato elemento su cui si intende porre en
fasi. Ci? ? vero, ma a mio avviso rischia di far perdere di vista il diret
to ascendente letterario della creazione properziana, di matrice senza
dubbio alessandrina ed elegiaca: si pu? infatti confrontare con essa un
importante frammento della Leonzio di Ermesianatte, il catalogo di
amori di famosi poeti e filosofi (fr. 7 Powell).2 Anche se probabilmen
te in quest'opera il ricorso ad exempla aveva una finalit? diversa, cio?
la dimostrazione della potenza e deirineluttabilit? dell'amore, l'acco
stamento al catalogo di Properzio mi sembra suggerito sia da motivi
strutturali (per ogni autore ? citato anche il nome della donna amata),
sia dalla scelta del tema (personaggi reali, non mitici, e in particolare
poeti). Tra i vari poeti menzionati da Ermesianatte, in ordine tenden
zialmente cronologico (dai cantori leggendari Orfeo e Museo al con
temporaneo Filita di Cos), compaiono due autorit? supreme (Esiodo
e Omero), ai quali ? riservato ampio spazio, e alcuni poeti erotici, la
cui sequenza ? inaugurata da due predecessori dell'autore: Mimnermo,
ricordato come l'inventore del pentametro (w. 35-36) e Antimaco, i cui
libri di elegie in morte di Lide sono definiti ?sacri? (w. 45-46).
Analogamente, Properzio riesce a far di Virgilio, che gi? godeva di
un prestigio indiscusso, un buon termine di paragone per gli elegia
ci: la lunga digressione dedicata al Mantovano non ha solo l'intento di
una excusatio, mirata ad indicare un altro poeta pi? degno di cantare

1 Di Priamel parlava W. H. Race, The Classical P?amel, Leiden 1982, p. 136; cf. Fedeli
2005, pp. 1004 s.
2 Cf. F. Cairns, Tibullus: a Hellenistic Poet at Rome, pp. 220-221 (ristampato con ag
giornamenti in Idem, Propertius and the Origins of Latin Love-Elegy, in B?ll's Companion
to Propertius cit., p. 77).

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materia eroica e celebrativa, ma risponde al preciso disegno di giustifi


care la propria professione poetica confrontandola con gli esordi della
carriera di Virgilio e in particolare con le Bucoliche. Nella rievocazione
properziana quest'opera viene sostanzialmente ridotta ad una raccolta
di argomento amoroso e di carattere spiccatamente soggettivo, come
mostra l'identificazione tra il poeta e alcuni dei suoi personaggi (Titiro,
Coridone), peraltro ribadita anche da testimonianze di poco posteriori.1
I versi su Virgilio sono dunque una sorta di lunga promenade che deve
portare il lettore verso un terreno pi? incerto, senza fargli avvertire
scossoni: da qui la scelta singolare di aprire il catalogo di poeti erotici
con un autore famoso soprattuto per il suo dotto poema epico sugli
Argonauti, Varrone Atacino, le cui liriche d'amore dovevano esser state
un lusus, seppur raffinato, di secondaria importanza nell'ambito della
sua carriera. Con una lieve deroga all'ordine cronologico,2 del resto
subordinato alla coerenza logica anche in Ermesianatte, segue la cop
pia Catullo-Calvo: ecco i veri modelli che Properzio anche altrove non
nasconde di aspirare ad emulare, se non superare: ista meisfiet notissima
forma libellis, / Calne, tua nenia, pace, Catulle, tua (2, 25, 3-4). Infine viene
Cornelio Gallo, forse il primo autore di Amores, la cui scandalosa morte,
che doveva essere una ferita recente anche per Properzio, ? trasfigurata
in un distico allusivo al suo amore infelice per Licoride.3 Tutto il catalo
go ? ?costruito con una rigorosa architettura?4 e, nonostante la brevit?,
risponde alle fondamentali caratteristiche del genere, sviluppato dagli
Alessandrini come forma stilistico-retorica atta a enfatizzare alcuni con
tenuti:5 in particolare, si noti la ripetizione della formula di passaggio
haec quoque, un fenomeno caratteristico dei cataloghi di tipo esiodeo (cf.
),6 ivi compreso quello di Ermesianatte (dove ? usato anche un
altro intercalare simile a quello properziano, e a ,).7 La diretta

1 . trist. 2, 537-538; Calp. eel. 4, 64; Quint, inst. 8, 6, 46; Mart. 1,107,3-4; 5,16,11-12;
7, 29, 7-8; 8, 55, 7-18.
2 G. Brugnoli, xxxv annum agens Graecas litteras cum summo studio didicit, in Studi di
poesia latina in onore di A.Traglia, 1, Roma 1979, pp. 198-204 (= Studi di filologia e lettera
tura latina, Pisa 2004, pp. 15-20).
3 La consonanza con Euphor. fr. 43 Powell ? probabilmente dovuta ad imitazione
di un passo dello stesso Gallo: Rothstein 1920, ad loc., e E. Courtney, The fragmentary
Latin poets, Oxford 1993, pp. 261-262.
4 Fedeli 2006, p. 1005.
5 R. Pretagostini, La forma catalogica fra tradizione e innovazione: il catalogo dei mae
stri di Eracle nell'Idillio 24 di Teocrito, in L'Officina Ellenistica. Poesia dotta e popolare in
Grecia e a Roma, a cura di L. Belloni, e L. de Finis, G. Moretti, Trento 2003, p. 245.
6 Si veda l'excursus sulla poesia catalogica greca e romana in F. Skutsch, Aus Vergib
Fr?h?eit, Leipzig 1901, pp. 52-53.
7 Si pu? addurre questo ulteriore elemento per suffragare l'ipotesi di Shackleton
Bailey (Propertiana cit., p. 175), secondo cui nei w. 85 e 87 quoque non si riferirebbe
soltanto alla parola che precede (haec).

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Cin?ia e un catalogo di poeti erotici: Prop. 2,34, 93 169

dipendenza di Properzio da quest'ultimo mi pare esclusa dall'assenza di


pi? puntuali riscontri, ma credo che il parallelo fornito dal frammento
della Leonzio sia utile soprattutto per chiarire la fonte dell'ispirazione
properziana, perch? costituisce un precedente elegiaco della fusione di
due generi tipici della letteratura ellenistica, il canone letterario e il ca
talogo narrativo.1
Muovendo da una prospettiva diversa, Leo2 aveva gi? colto il carat
tere elegiaco del componimento, chiaramente denunziato dalla men
zione di Calvo e soprattutto di Catullo, considerabile a buon diritto il
primo elegiaco romano. Infatti l'intera Gedankenbewegung che percorre
la parte finale del componimento ricorda molto da vicino un procedi
mento seguito nel carme 68 : dalla rappresentazione di s? e della propria
poesia (w. 55-60), Properzio passa a un altro pensiero, il confronto con
Virgilio (w. 61-62), quindi ad un altro e un altro ancora (w. 63-92: le
opere di Virgilio, i temi amorosi delle Bucoliche, i poeti erotici latini),
per tornare al pensiero di partenza, cio? se stesso e la propria opera (w.
93-94).
Il distico finale, come ha giustamente osservato Fedeli,3 ha il senso
di una a posta, come un suggello, al termine dell'intero libro:
l'esametro ? incorniciato dai nomi della donna amata e del poeta e il
pentametro accenna il tema della fama dell'opera. Del resto questi mo
tivi, qui lapidariamente scolpiti, ricorrono con insistenza in tutto il can
zoniere: con il nome di Cinzia si apriva la raccolta poetica properziana
(Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis); con questo nome Properzio
stesso parla della sua opera (2, 24a, 1-2) :4

Tu loqueris, cum sis iam noto fabula libro


et tua sit toto Cynthia lecta foro?'

Properzio anche altrove non nasconde il successo immediato riscosso


dal suo primo libro (e.g. 2,7,17 s.) e il pensiero della gloria postuma s'in
tensifica nelle elegie successive, raggiungendo Tapice nella 3, 1, in cui
l'autore esalta il suo verso (quo me Fama leuat terra sublimis) e si congeda
dal lettore con una profezia solenne (3,1, 35-36):

Meque inter seros laudabit Roma nepotes :


ilium post cineres auguror ipse diem.

1 . Gutzwiller, A Guide to Hellenistic Literature, Oxford 2007, p. 65. Elementi a favo


re dell'esistenza di un canone ellenistico di poeti elegiaci sono addotti da J. L. Light
foot, Parthenius of Nicaea, Oxford 1999, pp. 90 s. . 314.
2 F. Leo, Das Schlussgedicht des ersten Buches des Proper^, ?Nachrichten d. G?ttinger
Gesellsch. d. Wiss., Philol.-hist. Klasse? 1898, p. 473; ora in Augew?hlte kleine Schriflen,
, Roma i960, p. 173. 3 Fedeli 2005, pp. 1004 s., p. 1009.
4 Sulla possibilit? che il titolo della prima raccolta properziana fosse Cynthia si veda
Fedeli 1980, pp. 12-13.

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Nel nostro caso, invece, il tono trionfale dell'attacco di 2, 34, 93 s. ap


pare smorzato dall'ipotetica conclusione, in cui con simulata modestia
il poeta si pone in attesa del responso futuro della Fama che seguir? la
sua morte.
Esaminiamo nel dettaglio il testo del distico conclusivo dell'elegia: al
v. 93 i codici presentano una corruzione (quin etiam) per cui sono state
proposte varie soluzioni;1 su tutte ha meritatamente prevalso la bella
congettura di Barber,2 Cynthia quin uiuet uersu laudata Properti, accolta
da quasi tutti gli editori successivi.3 Oltre ad aver chiarito la necessit? di
emendare il testo,4 Barber trov? una soluzione abbastanza economica
dal punto di vista paleografico (caduta di -uiu dopo quin) e soddisfacen
te per il senso conferito al verso: in questo modo si introduce nell'esa
metro un futuro corrispondente a uolet del verso seguente; inoltre, l'im
magine si porrebbe in continuit? con il tema della morte adombrato
nel distico precedente e anticiperebbe quello della fama futura.5 Come
parallelo per l'uso di quin Barber citava Prop. 2,10,15 India quin, Auguste,
tuo dat colla triumpho, dove la congiunzione ? congettura generalmente
accettata per il tr?dito quis.6
Io ho avuto un'idea differente, che era stata anticipata da Smyth,7
come ho poi constatato sfogliando il suo Thesaurus criticus. Si ? visto

1 Quin et e?t: . Rossberg, Zur K?tik des Propertius, ?Jahrb?cher f?r Classische Phi
lologie? 29, 1883, p. 72; uincet eas (earn): J. S. Phillimore In Propertium retractationes
selectae, ?Class. Rev.?, 28,1914, p. 11; quinta uenit (ueni): G. R. Smyth, Thesaurus c?ticus
ad Sexti Propertii Textum, Lugduni Batavorum 1970, p. 85.
2 E. A. Barber, Sex coniecturae propertianae, in Miscellanea properziana, Atti dell Acca
demia properziana del Subasio, Assisi 1957, p. 22.
3 Enk 1962, Camps 1967, Richardson 1976, Giardina 1977, Hanslik 1979, Goold 1990,
Luck 1996, Giardina 2005, Fedeli 2005, Viarre 2005, Heyworth 20071.
4 ?Propertius uocabula quin etiam quinquies alibi (1.17.5; 2.6.7; 2.9.21; 2.15.19; 3.2.7)
coniungit, sed semper initio uersus posita? (Barber, ibidem). In realt? questo argo
mento da solo non ? decisivo, perch? il nesso quin etiam ? ben attestato in seconda
posizione nell'esametro (Lucr. 1, 731, e Verg. Aen. 2, 768; 7, 385; 8, 484), con lo stesso
valore attenuato che avrebbe qui in Properzio (vedi Rothstein 1920, ad loc.). Tuttavia,
l'osservazione di Barber, rafforzando i dubbi sulla difficolt? implicata dall'ellissi ver
bale (su cui si veda Camps 1967 e Richardson 1976, ad loc.), ha determinato il definiti
vo abbandono di un testo comunemente accettato in precedenza.
5 Nel nostro caso per? il tema della fama non appare cos? centrale come nella chiu
sa del primo libro degli Amores (influenzata da Hor. carm. 3, 6 non omnis mo?ar) e in
quella delle Metamorfosi, che secondo Heyworth 20072, p. 276 . 82, riecheggerebbe
ro l'espressione qui usata da Properzio (uiuet), confermando la congettura di Barber.
6 L'uso del semplice quin (per quin etiam o simili) ? poetico: I. B. Hofmann, A. Szan
tyr, Lateinische Syntax und Stilistik, M?nchen 1963, p. 677 [dove ? citato questo passo di
Properzio]; vedi e. g. Lucr. 2,799: lumine quin ipso mutatur; pi? spesso quin figura nella
prima posizione di un colon: Lucr. 6, 321; Prop. 2,18, 21; 4, 2, 45; Tibull. 2, 4, 41.
7 Cf. [ . supra].

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Cincia e un catalogo di poeti erotici: Prop. 2,34, 93 171
che Properzio rappresenta se stesso e la sua Cinzia come l'anello estre
mo di una catena, formata da coppie di poeti erotici e delle loro donne :
la prima ? quella di Varrone Atacino e Leucadia, seguono Catullo e
Lesbia, terzi sono Calvo e Quintilla, quindi vengono Gallo e Licoride:
Properzio con la sua Cinzia ? 'quinto tra cotanto senno'. Perci? pro
pongo di leggere :
Cynthia iam quinta est uersu laudata Properti,
hos inter si me poner? Fama uolet.

Si intenda: ?Cinzia ? gi? celebrata come quinta dal verso di Properzio,


se la Fama vorr? pormi tra costoro?. Per l'uso di iam si confronti per
es. Prop. 2, 24a, 1 (cf. supra);1 un andamento simile ha il pentametro:
Cynthia iam noctes est operata decem (Prop. 2,33, 2). L'avverbio sottolinee
rebbe la progressione cronologica dal passato remoto (ludebat... can
tarunt... confessa est) a quello recente (et modo ... lauit), fino al presente
dominato dalla Cinzia di Properzio; inoltre, in questo modo non distur
berebbe affatto il passaggio al futuro nel v. 94/ La genesi della corruzio
ne, a patto di presupporre un'inversione (quinta est iam),3 ? facilmente
spiegabile (cf. Prop. 2, 2,13 cedite iam] cedite etiam codd.).
A favore della congettura stanno alcuni passi di Ovidio che presup
pongono chiaramente come modello l'intero catalogo properziano. Si
veda in primo luogo Ov. trist. 4,10, 51-54:

Vergilium uidi tantum, nec auara Tibullo


tempus amicitiae fata dedere meae.
successor fuit hic tibi, Galle, Propertius illi;
quartus ab his serie temporis ipse fui.

In questo componimento Ovidio enumera i poeti che ha conosciuto e


che lo hanno influenzato (Macro, Properzio, Basso, Orazio, Virgilio, Ti

1 Aggiungerei che frequente ? l'associazione di iam con numerali ordinali, v. ThlL,


s.v. iam, col. 90, 45 ss.
2 Cf. e.g. Verg. ed. 4, 4-10: ultima Cumaei venit iam carminis aetas...tu modo nascenti
puero, quo ferrea primum / desinet ac toto surgetgens aurea mundo / casta faue Lucina: tuus
iam regnat Apollo.
3 Un esempio sicuro di inversione di parole nella tradizione manoscritta di Prope
rzio ? 2, 34, 31 memorem musis] mu. me. cett. {contra metrum). Un fenomeno simile
(in assenza di altre concause come l'allitterazione) ? stato congetturato in Prop. 1, 6,
33 (carpere remis codd. remige carpes Skutsch); 1, 16, 42 (impressis nixa codd. innixus
pressa Alton); 4, 1, 73 (cantas auersus codd. auersus cantai Sandbach). La pi? semplice
correzione in Cynthia quinta est iam, a cui avevo pensato in un primo momento, non
? accettabile perch? comporterebbe la presenza di fine di parola spondaica in cor
rispondenza del secondo piede, generalmente evitata nell'esametro latino: M. Plat
nauer, Latin Elegiac Verse. A Study ofihe metrical Usages of TibuUus, Propertius &~ Ovid,
Cambridge 1951, pp. 18-19; L. De Neubourg, La base m?trique de la localisation des mots
dans l'hexam?tre latin, Br?ssel 1986, pp. 114-120.

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bullo) e quindi si pone come quarto nella lign?e dei poeti elegiaci (Gallo,
Tibullo, Properzio, Ovidio);1 si noti, peraltro, come il verso riferito ad
Ovidio stesso sia in asindeto con il precedente, esattamente come ac
cadrebbe con il verso riferito da Properzio a Cinzia accettando la mia
proposta.
La fortuna del catalogo fissato da Ovidio ? testimoniata da Quintilia
no (inst. io, , 93), che nomina appunto questi quattro poeti come prin
cipali rappresentanti dell'elegia latina. Alla definizione di un canone,
tuttavia, Ovidio giunge solo gradualmente, rielaborando l'idea origina
ria di Properzio. Ci? ? evidente, oltre che nelle prime versioni della ri
visitazione,2 soprattutto nel lungo catalogo di tnst. 2, 427-468: qui Ovi
dio adotta come argomento difensivo l'exemplum fornito da altri poeti
romani che avevano trattato argomenti erotici (Catullo, Calvo, Ticida,
Memmio, Cinna, Anser, Comincio, Valerio Catone, Varrone Atacino,
Ortensio, Servio, Sisenna); l'elenco termina con i poeti elegiaci (Gallo,
Tibullo, Properzio), tra i quali Ovidio si pone come successore (tnst.
2, 467 s.):

his ego successi, quoniam praestantia candor


nomina uiuorum dissimulare iubet.

Il catalogo di Properzio ? stato cos? ampliato e, per cos? dire, aggiornato


da Ovidio, che poteva stavolta citare tutti gli elegiaci precedenti, gi?
defunti.3 Le finalit? della digressione nei due componimenti ? simile:
riconoscere alla poesia erotica pari dignit? rispetto a quella epica e dida
scalica (tnst. 2, 423-428) :

utque suo Martern cecinit grauis Ennius ore,


Ennius ingenio maximus, arte rudis,
425 explicat ut causas rapidi Lucretius ignis,
casurumque triplex uaticinatur opus,
sic4 sua lasciuo cantata est saepe Catullo
femina, cui falsum Lesbia nomen erat.

Il parallelo ? utile per spiegare ulteriori aspetti del passo properziano :


anche Ovidio isola in una categoria separata i poeti romani rispetto a
quelli greci, perch? questo era un procedimento naturale per chi si in

1 Cf. . trist. 5, , 17-19.


2 . am. 1,15, 9 ss.; ibidem 3, 21, 59-64; ars 3, 333 ss.; ibidem 536-538; rem. 763-766.
3 II confronto con questo passo mostra che omissione di Tibullo nel catalogo di
Properzio ? legata alla circostanza che a quel tempo il poeta era ancora vivente (cf.
Munro, The Last Elegy, cit., p. 46).
4 Questo passo ? citato da Heyworth 20072, p. 279, come parallelo per proporre la
sostituzione di haec in sic nei w. 85, 87, 89 di Prop. 2, 34; mi sembra tuttavia difficile
supporre che Ovidio riprendesse l'avverbio dandogli un altro significato e inseren
dolo in una struttura sintattica completamente differente.

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Cincia e un catalogo ?i poeti erotici: Prop. 2,34, 93 173
serisse in una tradizione letteraria gi? avviata.1 Non credo quindi che in
tal caso la scelta di Properzio sia da porre direttamente in relazione con
la posizione ancora secondaria assegnata a Callimaco e Filita come mo
delli, che pure ? stata giustamente rilevata dalla critica,2 n? tantomeno
che si debba postulare una maggiore identificazione di Properzio con i
precedessori romani piuttosto che con quelli greci.3
Penso piuttosto che Properzio abbia adottato qui una forma e un
espediente retorico gi? diffuso neirelegia ellenistica per rispondere a
sollecitazioni e tendenze contemporanee, visibili non solo nella poesia
di Orazio (sat. 1, io),4 ma anche, pur se in forma pi? episodica e spesso
allegorica, nelle Bucoliche (9,35 s.): perci? la sua professione di poetica si
traduce in critica letteraria, in polemica su temi attuali e nell'individua
zione della linea di sviluppo di un genere.5

Scuola Normale Superiore, Pisa

Nota bibliografica

Edizioni e commenti proper?iani citati

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H. E. Butler and E. A. Barber, Oxford.
Camps 1967: Propertius, Elegies, ed. by W. A. Camps, 11, Cambridge.
Enk 1962: Sex. Propertii Elegiarum liber secundus, ed. P. J. Enk, 1-11, Lugduni
Batavorum.
Fedeli 1980: P. Fedeli, 5. Properzio. Il primo libro delle Elegie, Firenze.
Fedeli 1994: Sexti Properti Elegiarum Lib? ?v, ed. P. Fedeli, Stutgardiae et Lip
siae.
Fedeli 2005: P. Fedeli, Properzio, Elegie. Libro 11, introd., testo e commento,
Cambridge.

1 Diverso ?, per es., il caso di Orazio, che sottolinea il suo primato tra i Latini in
un genere praticato in precedenza solo tra i Greci: carni. 1, 35; epist. 1,19, 23; analoga
mente, per Lucilio e i Greci: sat. 1, 4, 6. Si ricordi, inoltre, che le due categorie sono
usualmente distinte nelle trattazioni teoriche, come avviene nell'Ari Poetica o nel de
cimo libro dell'Institutio Oratoria di Quintiliano.
2 M. Hubbard, Propertius, London 1974, p. 70; A. ?lvarez Hern?ndez, Properzio e
gli archetipi ellenistici del genere elegiaco, in Properzio nel genere elegiaco: modelli, motivi,
?flessi storici, Atti del Convegno internazionale (Assisi 27-29 maggio 2004), Assisi 2005,
p. 38.
3 H. P. Syndicus, The Second Book, in Bull's Companion to Propertius cit., p. 318.
4 E. Paratore, L'elegia , il e gli atteggiamenti politici di Properzio, Palermo 1936, p.
211 n. 156.
5 Cf. A. La Penna, L'integrazione difficile: un profilo di Properzio, Torino 1977, p. 51; P.
Fedeli, Properzio 1,3. Interpretazione e proposte sull'origine dell'elegia latina, ?Mus. Helv.?
31,1974, p. 41; P. Knox, Propertius and the Neoterics, in Brill's Companion to Propertius cit.,
pp. 128-144, spec. p. 128 . 6.

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